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omelia - Consulta Nazionale Antiusura

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omelia - Consulta Nazionale Antiusura
BASILICA PAPALE DI SAN PIETRO
SANTA MESSA 29 GENNAIO 2014
OMELIA DI SUA EMINENZA IL CARDINALE ANGELO COMASTRI
1) Nel primo secolo, durante il regno di Nerone, Seneca scrisse all' amico Lucilio una
lettera che conserva, anche oggi, un'impressionante attualità.
Scrisse così: “Da quando si è incominciato ad adorare il denaro, le cose hanno perduto il loro
valore; e noi, divenuti ora mercanti, ora merce in vendita, non consideriamo più la qualità, ma il
prezzo".
Conta soltanto il prezzo!
Come sono vere queste parole e quanto dolore ci procurano, pensando che sono una
fotografia anche della società attuale, dopo secoli di predicazione cristiana!
Infatti, all'inizio del secolo scorso, Charles Péguy, un fervente cattolico della Chiesa
di Francia, arrivò a dichiarare: "Non ci sono precedenti! Per la prima volta nella storia del
mondo il denaro è padrone senza limiti e senza misura!", E noi aggiungiamo: senza pudore!
L'usura, tanto diffusa, ne è la prova più ripugnante. Dobbiamo avere il coraggio di
dichiarare che è una autentica bestemmia, un oltraggio a Dio, una prostituzione della
dignità umana ... usare il denaro per crocifiggere le persone in difficoltà.
La nostra condanna deve essere chiara, esplicita, senza ambiguità riguardo all'usura
e anche riguardo al gioco d'azzardo che sfrutta la fragilità delle persone per derubarle e
incatenarle.
2) Perché questa condanna? Perché Gesù ha portato nel mondo la lucida e
inequivocabile affermazione della dignità inalienabile della persona umana: di ogni
persona umana, Egli anticipando il tema dell'ultimo esame della storia dal quale nessuno
potrà esimersi, ha detto: "Quando ritornerò e peserò le opere di ogni persona, chiederò: 'Hai
amato il tuo fratello? Hai soccorso chi aveva bisogno? Hai dato da mangiare a chi aveva fame?' "
(cfr. Mt 25,31-46).
E, affinché le sue parole non si prestassero a sotterfugi, ha aggiunto: "Qualunque cosa
avete fatto al più piccolo dei fratelli, voi l'avete fatta a me!" (Mt 25,40).
Queste parole sono una rivoluzione: Gesù ci dice che Dio si nasconde nel prossimo
più debole; pertanto, usare il denaro per "strozzare" il fratello in difficoltà è un'azione
abominevole che colpisce Dio e trova in lui la più severa condanna.
Gesù, del resto, condanna esplicitamente la smania di possedere e di accumulare
ricchezze. Senza mezzi termini, nella parabola del ricco che allarga i magazzini (oggi si
direbbe: i conti in banca!) per avere sempre più possibilità per godere, Gesù getta la sua
netta condanna e dice: "O stolto! Non hai capito niente! Stanotte morirai! E che ne farai delle
cose che hai accumulato?" (cfr. Lc 12, 13-21).
Madre Teresa di Calcutta, cristiana decisamente schierata dalla parte dei deboli, non
si stancava di ripetere: “Quando moriremo, porteremo con noi soltanto una valigia: la valigia
della carità. Tutto il resto non varcherà la soglia del cimitero".
E, Papa Francesco, in una recente omelia, ha detto non senza un po' di ironia:
"Quanto è stolto l'attaccamento al denaro! Avete mai visto un camion da trasloco dietro ad un
carro funebre? Non porteremo niente con noi al di fuori del bene che abbiamo fatto".
Questo insegnamento, forse, non l'abbiamo proclamato con la dovuta insistenza e
forse, talvolta, l'abbiamo oscurato con i nostri comportamenti incoerenti. Il Papa, con le
parole e con l'esempio, ci invita ad una inversione di rotta. E ci stimola ad una nuova
evangelizzazione, che metta al centro il valore dell'uomo, creatura amata da Dio fino a
mandare il Suo Figlio sulla terra per ricostruire dentro di noi il cuore del figlio togliendo il
cuore del carnefice.
Lasciamoci cambiare il cuore aprendoci all'azione salvifica di Gesù!
3) In questa ottica è certamente importante e benemerita l'opera delle Fondazioni e
Associazioni Antiusura e della Consulta che le coordina e le sostiene: voi siete liberatori
coraggiosi degli schiavizzati dall'usura; voi siete buoni samaritani che soccorrete i fratelli
derubati dai nuovi briganti; voi siete una bella e coraggiosa applicazione del
comandamento della carità fraterna; voi siete una bella pagina della storia del
cristianesimo.
Già nel 170, il vescovo di Corinto, Dionigi, inviava una lettera al vescovo di Roma,
Sotero, per elogiare la chiesa dell'Urbe, che fin dalle sue origini aveva costituito, come sua
propria tradizione, la consuetudine di mandare soccorsi a tutti i bisognosi di aiuto. Si ha
pure notizia, dopo la metà del III secolo, che un altro Dionigi, Vescovo di Alessandria,
ricordava i soccorsi inviati dal Papa Stefano, assieme ai fedeli di Roma, alle chiese di
Arabia e di Siria, allo scopo di riscattare i prigionieri caduti in mano dei pagani.
Continuate a scrivere pagine belle della storia della carità. Dio è con voi e Maria, la
più grande credente, vi ricorda che: "Dio rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili;
rimanda i ricchi a mani vuote, mentre gli affamati li riempie dei suoi beni" (cfr. Lc 1, 52-53).
Voi, alla luce delle parole di Maria, siate la mano di Dio che soccorre i fratelli in
difficoltà: voi siete la mano della Provvidenza che estirpa le ingiustizie dalla vita degli
uomini.
Grazie! Sia lodato Gesù Cristo!
Angelo Card. Comastri
Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano
Arciprete della Basilica Papale di San Pietro
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