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55 - La Masnada

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55 - La Masnada
Anno 7 - Numero 55
C A L D E R O NE
D I I N T R U G L I A R T IS TIC O C U L TU R A L I
Maggio 2005
pitari VS tutti
(gianluca intervista il suo alter ego)
v
isti gli ultimi sviluppi in materia sociale, ho deciso di far luce su alcune vicende
cropanesi interpellando il mio alter ego, pitari.
trattandosi di una personalità schiva e al limite del selvaggio, le occasioni di ritrovo
non abbondano, tuttavia scovarlo non è stato così difficile come credevo.
l’appuntamento, di comune accordo, si è stabilito per il 13 di maggio dopo l’odierno episodio dei simpson, nella fattispecie milhause nel ruolo del ragazzo ionico.
“ola pitari! anzi, sig. pitari, meglio mantenere le distanze! vorrei approfittare di questi occasionali incontri, per chiarire qual è la sua personale posizione in merito agli ultimi episodi, visto che, anche per colpa sua, la nostra fisicità è sotto l’occhio del ciclone in tutta la comunità cropanese, sottoposta a continui e reiterati attacchi.”
“a quanto ne so io siamo nella stessa barcarola, è inutile che fingi delle distanze che
in realtà sono trascurabili!”
“e vabbè... sgamato! continua pure.”
“per ciò che riguarda le attuali vicende sociali, capire
:
ARIO
quello che passa nei crani di questi morti di sonno è mica
SOMM
d’aiuto per me. qualunque sia lo spessore dell’iniziativa
promossa, la reazione di base è la consueta imbarazzante
contrapposizione a priori.”
“quali sono gli atteggiamenti che deplori, con chi ce
9 Epilogo
l’hai?”
“allora... nel personale nutro sì qualche antipatia verso
queste classi dirigenziali, ma niente di che. è che questi
9 Qui
poi confondono la faccenda. rivendicano i loro diritti per
andare in amnesia sui doveri; giullareschi e starnazzanti
quando si tratta di festeggiare, immusoniti e con sintomi
9 rigurgiti marxisti
da lesa maestà al cospetto della minima critica. ma piuttosto che sul personale, concentrerei l’attenzione su quelle
llata
morali untuose e appiccicaticce che vorrebbero propinarci.”
9 Follia incontro
“ma prego!”
“ora... mi rendo conto che azzardare la propria visuale aldilà dei confini pre-tracciati, può essere inteso come un
9 Vincent
segnale d’allarme, un insulto per quanti ci sguazzano in
questi rigagnoli di ideali, è così da sempre. ma pretendere
di imbavagliare l’avanguardia, di soggiogarla ai propri limiti per una sorta di quieto vivere, è fuori discussione.
ho già detto che miro fottutamente in alto, e così sia!
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il mio compito è quello di distogliere l’attenzione dagli acquitrini e riportarla sino alle
cime innevate. e chissà che non ci si incontri in collina!”
“sono testimone diretto e affascinato di questi picchi sovversivi, ma sai, ultimamente ti si
accusa di immoralità. don alfonso & friends sostengono che a te e alla tua cricca hanno dovuto
negare l’uso delle chiavi dell’ex chiesa perché spingevate valori non proprio cattolici.”
“ma che non si vada in giro col saio era cosa già risaputa.”
“e allora perché ti hanno sfrattato, se in precedenza avevano accettato le tue posizioni?”
“i misteri della fede?!”
“potrebbe essere!”
“nooo! è perché mi sono macchiato di pesanti crimini contro la collettività! pensa, ho iniziato facendo circolare delle sigle, da buon siglaiolo quale sono, così, con innocenza. ma poi
le ho imbevute in sacrileghi calici rossi... non domo ho promosso dei dibattiti, parlato di cantautori, fino a perdere il controllo nelle abiezioni più vergognose: il teatro e la poesia!”
“oh cazzo! e sei ancora a piede libero?!”
“per il momento...”
“però, un nuovo gruppo teatrale a cui la chiave è stata accordata c’è!”
“certo! perché il nuovo gruppo, che poi di nuovo non c’è una fava, si mette nelle condizioni
di... e via discorrendo.”
“in quali condizioni?”
“di non contrariare nessuno, ivi compreso qualche vecchio bacucco conservatore con attitudini
al comando e alla censura. se a questo aggiungi che il teatro per queste persone non è una forma
d’arte, ma un modo come un altro per fare comunella, hai il quadro completo!”
“e non credi che coinvolgeranno altri intorno nell’iniziativa?”
“uhm... no! loro non si battono per le idee, hanno del tempo soverchio da impegnare, tutto
qui; prova ne è che nessuno di loro si è posto il problema di venire a parlarci prima di prendere il nostro posto. se qualcuno fosse stato realmente interessato al teatro, lo avremmo già visto in azione. basti ricordare che l’iniziativa teatrale è nata da un parto gemellare, da un lato loro con la volontà di portare in scena una recita dialettale, dall’altro noi, sull’asse cropani-sellia, con un’idea più aperta e moderna. loro si autoesclusero subito tenendosi alla larga
dalle iniziative fin qui promosse. ora che siamo stati scomunicati e messi alla porta, chi è che
si ripresenta in prima linea e con una recita dialettale?!”
“uhm... ho un vago sospetto...”
“bingo! capirai che il movimento è risultato bruttino da vedere.”
“convengo con te fratello.”
“io, per me, sul piano istituzionale, è la fine dei rapporti con don alfonso. a quanto pare
gli anni passano, e i nostri crociati non cambiano; aprono con regolarità le porte perché devono
farlo e altrettanto automaticamente le sprangano perché incapaci di reggere il confronto. sei
anni fa eravamo uno sparuto gruppo di rivoltosi, oggi però qualche giuvanottu in più c’è!”
“quali soluzioni prospetti a riguardo?”
“che il don faccia le valige, visto che non è più in grado di leggere le esigenze del paese.
ha giocato un ruolo importante per cropani marina, ma la comunità ha bisogno adesso di un parroco a tempo pieno e con le idee più chiare. confido inoltre che, fin quando dovremo subircelo, la
già presente opposizione interna acquisisca coscienza e diventi più tenace.”
“è così che si parla! cambiamo argomento adesso. mi è venuto alle orecchie che insieme a degli altri facinorosi stai teorizzando un movimento politico, è vero o sono solo dicerie?”
“no comment! per quello che può interessarti affondo le mie radici nell’arte, trovo sostegno
nelle teorie anarco-marxisiste, e germoglio in fiori di nero nichilismo; con quanti rinnegati
credi che possa fare bisboccia?!”
“uno sono io, ad esempio!”
“sei cazzuto fratello! presagivo che le distanze fra noi un giorno si sarebbero del tutto
colmate. vieni, ti verso un calice di vino rosso... se pure tu non ti scandalizzi!”
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La Masnada
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“col cazzo che mi scandalizzo! piuttosto, che ne dici di fonderci del tutto e tramare nuovi
accecanti complotti contro le arroganti ottusità?!”
“dispiace affatto l’idea, socio!”
“alla nostra!”
“alla nostra! e che da questo groviglio di rancore possano esplodere petali di armonica bellezza!”
“non la mettere giù troppo poetica!”
“hai ragione compare. hai ragione.”
”ah... facciamo finta di ultimare l’intervista. qualcuno da salutare?”
“tutti i miei fratelli lì fuori:
anarchia con una a grande come amore!”
gianluca e pitari definitivamente riuniti
Via Tunisi, 10 - 88050 - Cropani Marina - (CZ)
Tel: 0961/960970 - Cell: 338/7585668
E-mail: [email protected]
La Masnada
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Epilogo
Pozze d’acqua piovana
innevate di notte
buie
nere come il petrolio.
Gocce sul mio viso
sugli abiti
nelle mie parole
gocce di tossico
infiammabile petrolio.
Basta col respirare polvere
basta con lo sniffare utopia,
basta vomitare via opportunità
basta ingerire malessere
basta ingoiare amari soprusi,
leccare acide e aspre vessazioni
La falsa moralità
la superbia e l’indifferenza della gente
mi hanno ucciso tempo fa
e uccideranno ancora.
E’ lebbra la dama che abbraccia il mio spirito
smontandosi pezzo per pezzo
esso muore dinnanzi la mia inerte salma.
La vita mi sbeffeggia
ormai già distante
e non ci saranno case
né strade
né terra
né cieli dipinti da tramonti
solo inesauribili e sconfinati oceani imbevuti di sangue
e caliginosa, velenosa nebbia omicida impenetrabile.
Corpi deformati e defunti
in esposizione
intinti in lava d’inferno
galleggeranno nelle impure acque infette
e qualcuno gusterà
sapore di morte
osservando da lontano
l’inquietante compimento
facendone un compendio mentale.
La dipartita perfetta
per un cosiddetto mondo perfetto.
Giusi Mazza
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La Masnada
Qui
Qui fa freddo
molto freddo
lì c’è il sole
che li scalda tutti
qui si soffre per dio
è dura risalire la china
lì si gioisce
tutto è più facile
leggiadro
qui è sempre tutto da rifare
ed è tutto fatto
lì non si capisce bene
quello che si deve o non si deve
qui si gioca con le parole
si arrotolano gomitoli di pensieri
lì si parla sempre più
facilmente
Ma... Però...
qui ci si resta
perché c’è tanto da fare ancora
lì si scappa sempre
non c’è mai un cazzo da fare.
Raffaele Mercurio
La Masnada
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rigurgiti marxisti
un breve accenno di isolamento...
che già la mia immagine riflessa nello specchio
delinea il seducente volto dell’ideologia.
una folta barba
che ghignante
mi invita lungo sentieri montagnosi
dove è l’idea pura
a tiranneggiare l’orizzonte.
un abbaglio di nozioni ultramoderne
a riprova che l’uomo
nelle sue contrazioni di dignità
può svincolarsi
da quel labirinto materialistico
cui è soggiogato
...
per ripiombarci poi
con dentro alla testa
ansie di fine mese
e nel pugno
quell’illusione di cambiamento
che qualcuno insiste a definire riformismo.
grazie ancora una volta dell’intuizione karl
e perdonaci, ma siamo dei volgari piscialletto.
gianluca pitari
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S.S. 106 - tel. e fax 0961.961818 - Cropani Marina (CZ)
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La Masnada
Follia incontrollata
Sintomi di follia incontrollata
inettitudine
delirio.
Questo è il mio essere
vivo in un abisso saturo della mia malattia
percorro strade di nulla e fiumi di qualsiasi
spezzo i dunque e distruggo i ma
la lucidità non è più mia amica
mio fratello è livore
non vivo più
sopravvivo
la mia esistenza muta giorno dopo giorno
diventa sprezzante del pericolo
la morte è mia sorella
e non ho il timore della fine.
Vincent
Ansimante cerco appigli ridicoli
per convincermi di esistere
dubito di riuscire a trattenere la mia anima
iniziato il viaggio
anche lei rifiuta di starmi vicino
lascio a voi il difficile giudizio
nei confronti di questo inutile uomo
che ormai sono.
Matteo Mazza
di Don McLean - Vecchioni
Guarderò le stelle
com'erano la notte ad Arles,
appese sopra il tuo boulevard;
io sono dentro agli occhi tuoi,
Vincent.
Sognerò i tuoi fiori,
narcisi sparpagliati al vento,
il giallo immenso e lo scontento
negli occhi che non ridono,
negli occhi tuoi,
Vincent.
Dolce amico mio,
fragile compagno mio,
al lume spento della tua pazzia
te ne sei andato via,
piegando il collo
come il gambo di un fiore:
scommetto un girasole.
(Continua a pagina 8)
La Masnada
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(Continua da pagina 7)
Sparpagliato grano,
pulviscolo spezzato a luce
e bocche aperte senza voce
nei vecchi dallo sguardo che non c'è
poi le nostre sedie
le nostre sedie così vuote
così "persone",
così abbandonate
e il tuo tabacco sparso qua e là.
e avrei voluto dirti, Vincent,
questo mondo non meritava
un uomo bello come te!
Guarderò le stelle,
la tua, la mia metà del mondo
che sono le due scelte in fondo:
o andare via o rimanere via.
Dolce amico mio,
fragile compagno mio,
io, in questo mare,
non mi perdo mai;
ma in ogni mare sai
"tous le bateaux
vont à l'hazard pour rien".
Addio, da Paul Gauguin.
Dolce amico,
fragile compagno mio
che hai tentato sotto le tue dita
di fermarla, la vita:
come una donna amata alla follia
la vita andava via:
e più la rincorrevi
e più la dipingevi a colpi rossi
per tenerla stretta,
gialli come dire "Aspetta!",
fino a che i colori
non bastaron più...
“… nell’aspirazione di
scrivere e condividere un
progetto, si è giunti a
riunire più giovani,
ognuno coi suoi limiti,
la sua precarietà ma con
quell’insopprimibile fotta
(leggi voglia) di esprimere
un concetto.
Speranzosi di non ledere
troppo la suscettibilità
altrui, nasce un disegno
atto a sostenere la libertà
di espressione, emblema di
una coscienza non più
soffocata e inquinata dalla
morale spicciola:
La Masnada”.
(tratto dal primo articolo
del primo numero de
La Masnada, Giugno ‘99)
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lucro!
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Partecipa al giornalino
inviando un articolo,
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A.S.C.
> Pagina 8 <
Indirizzo:
Raffaele Mercurio
via Algeri, 2 - 88050
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