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Noi leader: condurre da dietro

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Noi leader: condurre da dietro
Carolyn Resnick
Noi leader:
condurre da dietro
Il quarto dei “Rituali dell’Abbeverata” di Carolyn Resnick
sviluppa nel cavallo un’etica di lavoro ed elimina
la resistenza a seguire le nostre direttive
C
ome fare a condurre
un cavallo senza una
capezza ed una corda? Nel quarto dei
Waterhole Rituals, o Rituali dell’Abbeverata, Carolyn
Resnick ci insegna a farlo
usando come modello lo
stallone capobranco. In una
situazione naturale, contrariamente a popolari credenze
che vedono il leader alla testa
dei suoi seguaci, lo stallone
capobranco conduce stando
dietro, mantenendo il branco unito, verso pascoli più
abbondanti o al sicuro dai
predatori. Da questa posizione riesce a vedere tutti i
cavalli che compongono il
branco, dirige le loro azioni e tiene a bada quelli che
non seguono le sue direttive.
Questo modo di condurre si
basa sul meccanismo innato
dell’istinto di imbrancare che
si conserva nel cavallo anche
dopo che è vissuto in situazione domestica per migliaia
di anni, riaffiorando alla superficie se il singolo soggetto viene restituito allo stato
brado anche dopo che è stato
domato. In Natura i cavalli
usano condurre da dietro i
loro simili che s’introducono
in un branco già stabilito: così facendo dichiarano il loro
rango di posizione superiore al nuovo arrivato. Assieme all’istinto di imbrancare
questo rituale usa la posizione dietro al cavallo e gli
spostamenti a lui relativi per
influenzarne il movimento.
Chi lavora con i cavalli sa
quanto è importante il modo
in cui si conduce un cavallo.
Anzi, l’obiettivo è sempre
IL MIO CAVALLO 11/2009
Avvicinandoci a un cavallo fermo, inizialmente pensiamo solo a farlo muovere.
All’inizio non possiamo influenzare la direzione. Accontentiamoci di seguirlo quando si sposta.
quello di condurlo da qualche parte, sia da terra che
dalla sella. Lo spostare il
cavallo è parte integrale del
sistema di comunicazione su
cui si basa la nostra relazione
con il cavallo. Vi sono varie
teorie su come condurre un
cavallo e tutte hanno le loro
ragioni per esistere ed essere
valide. Un fatto fondamentale è che, in letteratura ed
in pratica, si parla sempre di
condurre un cavallo legato e
con una cavezza. In questo
modo non dobbiamo preoccuparci che il cavallo voglia
collaborare o no, ma in questo modo gli togliamo libertà
d’espressione e a volte addirittura creiamo resistenza.
Nei Rituali dell’Abbeverata
di Carolyn Resnick il cavallo
è sempre libero di sceglierci
come leader e lo farà liberamente solo se ci riterrà degni
di essere seguiti nei suoi canoni e non perché c’è un vincolo che lo trattiene o perché
noi siamo esigenti o permissivi nei suoi confronti. Nel
dare direttive ad un cavallo,
l’essere esigenti o permissivi
ci rende “non degni” di essere considerati “leader”, e in
ambo i casi, il cavallo tende
per natura a prendere l’iniziativa di condurre invece di
lasciarsi guidare. Ogni rituale si costruisce su quello precedente ed è assolutamente
fondamentale rispettare la
sequenza giusta, non saltando nessun passaggio. C’è la
necessità di una corretta risposta del cavallo alla nostra
azione perché possiamo procedere nel costruire il nostro
linguaggio. L’uso quotidiano
dei Rituali dell’Abbeverata
porta benessere al cavallo,
restituendogli sensazioni che
fanno parte della sua natura
e che gli sono precluse dalla
situazione di vita da animale
domestico. Giunti al Quarto
Rituale, nella nostra relazione con il cavallo abbiamo già
ottenuto che ci sia un legame
amichevole , la fiducia e il rispetto reciproco. Il cavallo
non ci vedrà più come un
predatore e quindi ci permetterà l’accesso ad uno spazio
in cui generalmente ammette
solo chi gli è familiare, come
un suo simile, o un altro essere che si è guadagnato tale
considerazione in merito
ad azioni che, agli occhi del
cavallo, lo rendono tale. Da
questo spazio sarebbe molto facile, per un predatore,
avere il sopravvento sul cavallo, ma è anche quello in
cui è più facile prendere un
calcio se non siamo attenti
Ripassiamo bene i primi
due rituali prima
di eseguire il quarto
a riconoscere prontamente
che la nostra presenza non è
gradita. In sostanza, vi sono
ammessi, liberamente, solo
quelli con cui il cavallo vuole
passare del tempo, in cui ha
fiducia e che rispetta.
Guadagnarsi la qualifica di
leader in una situazione come si ha nei rituali, significa
farlo nel modo più naturale
possibile, sfruttando la naturale tendenza che il cavallo
ha di affidarsi di sua spontanea scelta ad un leader. Condurre da Dietro è un passo
importante, di preparazione
verso la posizione in sella,
che per l’appunto e non a caso, ci pone in un certo modo
dietro al cavallo. Seguendo il
metodo di Carolyn Resnick,
dopo avere stabilito una comunicazione aperta e corretta con il cavallo attraverso i
Rituali dell’Abbeverata, potremo usare solo una redine
lunga attaccata all’anello
centrale d’una cavezza inglese per abituare il cavallo
al contatto attraverso i finimenti come strumento di
comunicazione tra cavallo
e cavaliere, prima di passare alla fase di lavoro in sella.
Tale metodologia di lavoro
del cavallo da terra, parte del
Metodo di Carolyn Resnick,
è chiamata Single Lining.
Quando il cavallo è in grado
di prendere direttive usando
un semplice finimento, come accade in Single Lining,
potremo introdurre l’uso del
morso, usato per aumentare
la complessità dei comandi
piuttosto che per essere uno
strumento di freno e accelerazione.
Come fare
Premettendo che il cavallo deve aver sperimentato i
primi tre Rituali dell’Abbeverata (la Condivisione del
Territorio, il Saluto e l’Occupazione del Territorio), ed è
preparato alla nostra richiesta di leadership, possiamo
pensare a condurlo da dietro
senza l’uso di finimenti, co- Ü
Stiamo sempre in una posizione sicura per noi. Il cavallo si lascia seguire senza paura.
IL MIO CAVALLO 11/2009
Non dobbiamo mai
forzare il cavallo a fare
ciò che non vuole
UN BREVE RIPASSO DEI RITUALI
R
Prima di avvicinarci così tanto dobbiamo essere sicuri che il cavallo
abbia ben capito i primi tre rituali.
Vicino a uno steccato tutto è più semplice.
Iniziamo così e non in uno spazio completamente aperto.
icapitolando… cosa otteniamo da ‘I rituali dell’abbeverata’. Condurre da
Dietro, come anche tutti gli
altri Rituali, agisce formando il carattere del cavallo in
modo da essere in armonia
con noi. Si raggiunge una
connessione in cui noi ed il
cavallo, condividiamo il pensiero, il legame e l’anima.
Tutti i cavalli hanno, per sé,
una personalità definita, che
trasparirà attraverso i rituali,
permettendoci di conoscere
realmente se sono remissivi o
dominanti, o se hanno i tratti
del capobranco, da come rispondono alle nostre azioni.
I Rituali dell’Abbeverata (Waterhole Rituals) sono la base
della comunicazione con i
cavalli ed anche un modo
per verificare come si sente
il cavallo in uno specifico momento, riparando eventuali
problemi con il rituale che è
più appropriato. Data la profondità con cui i rituali possono raggiungere il cavallo,
è importante capirli a fondo
prima di usarli per comunicare con il cavallo. Dobbiamo
porci in uno stato d’animo
equilibrato e consapevole
del tempo presente, come fa
un capobranco. In modo che
il cavallo ci avverta come tali.
Usandoli ogni giorno possiamo preparare noi stessi ed il
cavallo a lavorare insieme in
maniera armonica. Il loro ordine e significato ci mostrano
se il cavallo è in sintonia con
noi o se c’è necessità di riparare punti deboli del nostro
rapporto praticando il rituale
più appropriato. Scendendo
nei particolari di ciascun rituale, ecco cosa possiamo
ottenere:
Primo Rituale: Condividere il
Territorio. (Il Legame). Crea
nel cavallo il desiderio della
nostra compagnia.
Secondo Rituale: Saluto. (La
Fiducia). Rassicura il cavallo
del fatto che non intendiamo
forzarlo contro il suo volere,
creando in lui una fiducia nei
nostri confronti.
Terzo Rituale: Occupazione
di Territorio. (Il Rispetto).
Dandoci il territorio quando
glielo chiediamo, il cavallo ci
dimostra rispetto.
Quarto Rituale: Condurre da
Dietro. (La Volontà). Questo
rituale sviluppa un’etica di
lavoro e aiuta a alleviare le
resistenze che il cavallo potrebbe opporre al nostro lavoro insieme.
Quinto Rituale: Contatto
Attraverso gli Occhi. (L’Attenzione) Il cavallo impara a
mantenersi concentrato su il
suo partner umano.
Sesto Rituale: Procedere Insieme. (La Connessione Magnetica) Sviluppa la capacità
di lavorare in sintonia.
Settimo Rituale: Danzare con
il Cavallo. (L’Entusiasmo per
la Prestazione). Fa in modo
che il cavallo abbia la capacità
di eseguire un comando ricevuto in ogni circostanza.
Il cavallo devee sempre essere attento alle nostre richieste. Quando
ci fermiamo lo deve fare anche lui e voltarsi verso di noi.
LE REGOLE DA SEGUIRE SEMPRE
DURANTE I RITUALI
I
l Cavallo deve sempre fare
attenzione a noi e rispettare le nostre direttive facendo
ciò che gli chiediamo quando
sceglie di essere nel nostro
territorio.
• Noi dobbiamo sempre fare
attenzione al cavallo e rispettare le sue direttive agendo in
accordo con i suoi sentimenti
se scegliamo di trovarci nel suo
territorio.
Con la pratica riusciremo anche a indirizzare la direzione del
movimento. Impareremo a lavorare in mezzo al maneggio.
IL MIO CAVALLO 11/2009
• Noi dobbiamo rispettare lo
spazio personale del cavallo.
• Il cavallo deve rispettare sempre il nostro spazio personale.
• Nell’avvicinarsi al cavallo dobbiamo seguire le sue direttive.
• Avvicinandosi a noi il cavallo
deve seguire le nostre direttive.
• Noi dobbiamo sempre mantenere la nostra attenzione sul
cavallo.
• Il cavallo deve mantenere sempre la sua attenzione su noi.
LE REGOLE DA SEGUIRE SEMPRE
IN ADDESTRAMENTO E IN SELLA:
M
ai forzare il cavallo a fare
una cosa che non vuole
fare: addestrare e montare in
sella ad un cavallo sono una
nostra scelta e dobbiamo
sempre avere l’approvazione e partecipazione spontanea del cavallo per metterli
in pratica. Nel momento in
cui facciamo una richiesta
al cavallo dobbiamo essere
consapevoli che la nostra
richiesta sia appropriata allo
stato del cavallo, se abbiamo
il dubbio che la richiesta non
possa essere eseguita dobbiamo non farla e ritornare
a qualcosa che il cavallo è in
grado di fare senza resistenza, per esempio stare fermo
per un momento e rilassarsi
a redini sciolte. Un cavallo
che esegue una richiesta
semplice può essere messo
di fronte ad alter richieste
più complicate, un cavallo
me farebbe un altro cavallo
in una situazione naturale.
All’inizio del lavoro, eseguiamo i primi due rituali,
proprio come farebbe il capobranco. Il terzo rituale
non va ripetuto quasi mai.
Inizialmente dobbiamo scegliere di chiedere al cavallo
di andare una direzione a lui
gradita. Avvicinandoci ad
un cavallo fermo, dobbiamo
inizialmente mirare a farlo
muovere. Possiamo ottenere
questo risultato chiedendogli
di muoversi da una posizione
latero-posteriore nel raggio
di circa quattro metri o posteriore a maggiore distanza. Volendo farlo muovere
che oppone resistenza, se
messo in difficoltà reagirà
aumentando le difese. Un
protocollo di lavoro adeguato per l’addestramento o il
lavoro montato può essere
così strutturato:
• 3% del tempo in attività di
difficile esecuzione;
• 10% del tempo in attività
che il cavallo vorrebbe non
svolgere o che gli sono decisamente ostiche;
• 2% del tempo in attività
nuove;
• 85% del tempo in attività
che il cavallo conosce bene
e di cui è entusiasta.
L’addestramento ed il lavoro montato svolto con
un cavallo entusiasta e che
collabora attivamente al
processo sono come un dialogo, molto più piacevoli per
uomo e cavallo di un monologo a senso unico!
IL METODO DI CAROLYN RESNICK
A
lessandra Deerinck è la collaboratrice certificata di Carolyn
Resnick e l’autrice degli articoli pubblicati su questa rivista. Alessandra è italiana ma da tempo vive negli Stati Uniti
dove ha conosciuto questo particolare metodo. In passato ha
montato in ippodromo, oggi ha anche parecchia esperienza
con cavalli da salto e purosangue arabi da endurance. Chi
fosse interessato a organizzare uno stage con lei in Italia per
conoscere e far conoscere meglio il metodo di Liberty Training di Carolyn Resnick le può scrivere al seguente indirizzo
e-mail: [email protected], oppure può consultare il sito
di Carolyn Resnick: www.carolynresnickblog.com.
L’equitazione consiste
nello spostare il cavallo
da un luogo all’altro
direttamente da dietro e più
da vicino, otterremmo che
il cavallo si giri e ci si metta
di fronte. Se il cavallo è in
movimento possiamo inizialmente seguirlo. Il cavallo
che risponde correttamente
avanza piano e rimane concentrato su noi, lasciandosi
seguire senza variazioni significative della sua velocità
che siano indipendenti dalle
nostre. All’inizio accontentiamoci del fatto che si lasci
seguire. Successivamente,
con la pratica di questo rituale, riusciremo ad influenzare anche la traiettoria del
movimento, ricordandoci
del fatto che il cavallo si avvicina a ciò che si allontana
e si allontana da ciò che si
avvicina, come ha imparato
dalla madre durante i suoi
primi momenti di vita. Se il
cavallo scappa, dobbiamo
fare un passo indietro e riprendere bene i primi due
rituali (la condivisione dello
spazio e il saluto). Vuol dire
non solo che non ci accetta
come leader, ma proprio che
gli diamo ancora fastidio. Se
è così dobbiamo ricominciare da capo e guadagnarci la
sua fiducia, senza tentare di
bruciare le tappe.
Si ringrazia
Alessandra Micheloni Deerinck
per le foto e i testi.
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