Comments
Description
Transcript
Da S Calabria. La faida canadese
Focus All’estero La scena dell’omicidio di Ennio Bruni ti addosso . “Non si ammazza la gallina dalle uova d’oro” spiega convinto Antonio Nicàso, esperto mondiale di ‘ndrine con oltre 18 libri all’attivo in italiano - di cui gli ultimi due con il procuratore antimafia Nicola Gratteri - decine di testi pubblicati in inglese, un corso di storia delle mafie tenuto in un’università dell’Ontario e un altro corso sulle mafie in una università di New York. La faida canadese di Gianluca Ursini “U na guerra? Leggo sui media che a Montreal ci sarebbe una guerra . E tra chi? Siciliani e calabresi? Io al momento vedo solo dei siciliani morti. Se qualcuno ne sa qualcosa, ce lo venga a spiegare”. Il capo della polizia di Montréal, in Québec, Canada, ha un nome da dj radiofonico, Jacques Robinette, ma l’argomento che sta trattando è decisamente serio: sono tornate a farsi sentire P38, Beretta, Smith&Wesson e Glock per le strade. Qualcuno sta cercando 82 s - il magazine che guarda dentro la cronaca In Nordamerica sarebbe in atto una guerra fra calabresi e siciliani per il controllo degli affari nella penisola del Quebec. La lista dei morti è lunga: Ennio Bruni, Paola Renda, Agostino Cuntrera, Liborio Sciascia, Federico Del Peschio e Nick Rizzuto di fare fuori la famiglia mafiosa dominante nello stato orientale canadese, i Caruana-Cuntrera, affiliati per tutto il Canada ai Bonanno di New York, anche detti ‘famiglia Siculiana’ dal paese della Trinacria occidentale da cui quasi tutti provengono . Ma pochi sono disposti a credere che per la prima volta sul globo, a contendersi la posta ci siano siciliani e calabresi. Finora hanno sempre fatto affari, ai 4 angoli del pianeta, non si sono mai spara- La scia di sangue “Qui in Canada siciliani e calabresi hanno troppi affari in comune. Questo paese è il paradiso dei mafiosi, non ci sono leggi per contrastarli. è prassi comune che in Canada ci si arricchisce e basta, non ci si fa la guerra” aggiunge lo scrittore che dal 1980 vive tra New York e Montreal, un posto molto più sicuro per scrivere di mafie rispetto alla Locride, dove faceva il giornalista fino ai suoi 26 anni. Ora si occupa della diffusione delle mafie nel mondo da una piattaforma privilegiata, appunto il Quebec, “un Bengodi per la mafia; qui non esiste il reato di associazione criminosa, né tanto meno, l’associazione mafiosa . Quindi i prosecutors (i pm, ndr) non sanno come incarcerare i mafiosi. In America hanno provato con il racketeering Act, il Rico Act on criminal enterprise, per dare una normativa su alcune forme di criminalità organizzata, ma in Canada siamo indietro . Non si può arrestare qualcuno, né soprattutto sequestrargli niente, per il semplice fatto che si riesce a dimostrare la sua appartenenza a un consesso mafioso: è necessario che commetta un crimine specifico – continua lo scrittore – quindi si può immaginare come ogni famiglia in Italia voglia avere un picciotto che li aiuti a investire in Canada”. Ma la lista dei morti è lunga: a settembre viene ammazzato Ennio Bruni, lavanderia vivente di denaro sporco nel business del gioco d’azzardo nel ghetto di Laval. Il consigliori finanziario del gruppo, Paolo Renda, è scomparso e dichiarato disperso dal giugno scorso: prelevato per strada e sparito nel nulla . A inizio luglio è toccato al vecchio boss Agostino Cuntrera e al suo chaperon guardia del corpo, Liborio Sciascia, finire in un agguato mortale a colpi di kalashnikov. Nell’agosto del 2009, era toccato a uno dei maggiori dealer di cocaina del gruppo, Federico Del Peschio, ucciso e buttato dentro un sacco nero nell’immondizia . Ma quello che ha fatto più scalpore è stata l’uccisione del boss emergente, il giovane Nick Rizzuto, nonni di Cattolica Eraclea (Agrigento) e “gunned down” (abbattuto, ha titolato Cbs Canada, la tv pubblica) da due sicari in centro a Montreal mentre usciva dal suo Mercedes blindato . Accadeva il 28 dicembre 2009 mentre il 2 gennaio scorso le immagini della bara placcata in oro, portata a spalla da almeno 8 boss di prima- ria grandezza, all’uscita di Nostra Signora degli Eserciti in centro a Montreal hanno fatto il giro del mondo . Nick ha fatto la stessa fine del nonno ma ai suoi funerali non c’era il padre, Vito, in carcere da tempo per essersi accollato l’assassinio, nel 1981 a Brooklyn, di tre rivali della sua famigliamadre dei Bonanno newyorkesi: Al ‘Sonny Red’ Indelicato, Dominique ‘Big Trin’ Trincera e Philip ‘Philly Lucky’ Giaccone. Siciliani e calabresi hanno sempre collaborato in nome degli affari. “Non si ammazza la gallina dalle uova d’oro” spiega l’esperto Antonio Nicaso I dubbi sulla faida “Dietro le morti non è detto che ci siano i calabresi – spiega ancora Nicàso – anche se l’unico posto al mondo dove dei calabresi hanno sparato sui siciliani è stato proprio nello Stato dell’Acero nel il magazine che guarda dentro la cronaca - s 83 Focus All’estero A sinistra Antonio Nicaso . In basso i funerali di Agostino Cuntrera enormi del porto di Montreal: pochissimi controlli, efficiente, ottimi servizi, e solo 4 ore di auto dal maggiore mercato di coca del mondo, New York. Perché allora rovinare questa piazza? In giro corrono molte voci che dicono come a volere scompaginare gli equilibri siano delle bande di strada, delle street gang, e in questo caso sarebbero espressamente delle gang di haitiani, di recente estromessi dai calabresi dal loro proficuo giro di droga”. Di sicuro la storia dell’intreccio di affari tra calabri e siculi all’ombra dell’Acero rosso dura da molti decenni: i calabri sono sempre stati affiliati nei clan di mafia nordamericani più importanti, come Albert Anastasia a New York. A Montreal gli affari delle famiglie siciliane sono stati affidati storicamente a un calabrese, Paul Violi di Sinopoli, che venne ucciso nel 1978 interrompendo brevemente la pax mafiosa del business. “Ma Violi - ricorda Nicàso - rimase famoso per un caso di involontaria collaborazione con la giustizia: con le microspie piazzate nel suo bar, i ‘federali’ Usa ascoltarono delle conversazioni in cui i boss parlavano apertamente degli affari. E per la prima volta si scopriva cosa fosse un mandamento e l’idea di organizzare tutti i clan sotto una Cupola . Le registrazioni sono state mandate dagli investigatori canadesi ai colleghi italiani e sono rimaste a prendere polvere al ministero fino a quando un giovane ufficiale della guardia di finanza le ha scovate e passate a Giovanni Falcone. E lui fu contento di trovare un documento scritto che supportasse quanto Buscetta gli andava confessando”. “Dietro le morti non è detto che ci siano i calabresi - sostiene Nicaso - molte voci dicono che a scompaginare gli equilibri siano delle bande di strada” 1921. E forse qualcosa del genere era successo per causa dei Trimboli, della Locride, per il controllo dell’Ortomercato di Melbourne, Australia, negli anni ’20. Ma è strano che i calabresi vogliano attirare l’attenzione degli investi- 84 s - il magazine che guarda dentro la cronaca gatori. Si fanno troppi affari buoni al porto di Montréal, il terzo più importante ingresso di cocaina per tutto il Nordamerica dopo Texas e Florida . Fu Lucky Luciano negli anni ’30, con il proibizionismo, a capire le potenzialità