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L`articolo che segue è tratto dal testo “Assistere a casa
L’articolo che segue è tratto dal testo “Assistere a casa. Suggerimenti e
indicazioni per prendersi cura di una persona malata” di G. Casale e C.
Mastroianni.
Si rimandano i lettori all’opera completa, pubblicata da Maggioli Editore.
Puoi ordinare una copia qui.
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Come muovere il malato
È necessario adottare diversi accorgimenti in base alle necessità ed alle capacità del paziente:
a) Paziente con difficoltà a camminare
Per consentire alla persona malata di muoversi nella propria casa senza difficoltà aggiunte
bisognerebbe, senza mutare l’aspetto della casa, usare dei piccoli accorgimenti:
 Eliminare tappeti, tappetini (bagno e cucina), scendiletto: possono far inciampare, scivolare o
possono incastrare le ruote;
 Liberare il percorso che il paziente deve fare per andare in bagno o in qualsiasi altra stanza:
sedie, lumi, portavasi, appendiabiti, ecc.;
 Organizzare il bagno con alcuni oggetti che possono aiutare a lavarsi da soli, se il malato è in
grado di farlo: una sedia davanti al lavandino, un sedile nella vasca da bagno, uno sgabello
per la doccia, maniglie vicino al water o al bidet per sostenersi nei movimenti.
b) Paziente allettato
Anche in questo caso si dovrebbe rendere la casa adatta, cercando di non mutare l’aspetto della
stessa. I presidi utili per l’assistenza di un paziente costretto a trascorrere molte ore a letto sono:
 Letto e suoi accessori: per questioni igieniche l’ideale sarebbe che il letto venisse utilizzato
solo dal malato. Spesso, questo non è possibile sia per mancanza di spazio che per motivi
psicologici; infatti il paziente può risentire di essere spostato in una stanza che di solito non
occupa, oppure vedersi sostituire il letto che ha sempre condiviso con il coniuge. Se il letto è
singolo è bene che i lati non siano a contatto con il muro, in modo da permettere il passaggio
durante le operazioni per l’igiene e la cura del paziente e le eventuali medicazioni.
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Biancheria del letto: usare lenzuola e federe che si possano lavare ad alte temperature o con
disinfettanti per tessuti.
Traversa: utile per muovere il paziente completamente immobilizzato. Si può utilizzare un
lenzuolo ad una piazza piegato in due oppure acquistare delle traverse mono-uso.
Incerata: in caso di perdita di urine e feci è bene utilizzarla per mantenere il materasso
pulito. È importante posizionarla sempre sotto un lenzuolo, mai a contatto con la cute.
Pannoloni: utili nei casi di perdita involontaria di urine o feci; è importante sceglierli in base
alla taglia della persona che li utilizza.
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Proporre un pannolone ad una persona adulta è sempre un momento delicato, assicuratevi
di adottare tutti gli accorgimenti necessari: ad esempio non proponetelo davanti a terzi, se
possibile prevenite l’imbarazzante situazione in cui il paziente si ritrova sporco, oppure
proponetene l’uso, in accordo con il paziente, solo per le ore notturne.
Poggiaschiena: utile per mettere il paziente seduto, posizione che evita accumuli di catarro
nei polmoni (secrezioni bronchiali) e che facilita l’alimentazione. In caso di difficoltà a
reperire un poggiaschiena è possibile creare un rialzo tra la rete ed il materasso attraverso
l’utilizzo di cuscini, di libri o qualsiasi altro oggetto che possa creare spessore e consentire
alla persona allettata di assumerne una posizione semi seduta.
Materassino antidecubito: i materassini antidecubito non vanno mai messi a contatto della
pelle e vanno sistemati sotto le lenzuola. Esistono diversi tipi:
– materassino ad aria: gonfiandosi e sgonfiandosi per mezzo di un piccolo compressore
pratica una sorta di massaggio continuo;
– materassino ad acqua: distribuisce il peso del corpo evitando o ritardando il formarsi di
lesioni da pressione (piaghe da decubito).
Archetto sollevacoperte: se il paziente non muove assolutamente le gambe usare un
archetto metallico in maniera che coperte e lenzuola non pesino sui piedi facendo assumere
una posizione innaturale.
Il malato allettato per lunghi periodi di tempo può presentare una notevole fragilità delle ossa per
osteoporosi grave o per alcune malattie come i tumori. Una persona allettata per lungo tempo
presenta molte difficoltà; per evitare il peggioramento della sua situazione e per la cura giornaliera è
necessario mobilizzarlo.
Questi pazienti sono molto fragili e i movimenti bruschi o fatti male possono provocare delle
fratture. Pochi movimenti ben fatti, la buona volontà e la calma, rendono molto semplici le
operazioni di cambio del letto, pulizia del malato e cambio di posizione per evitare lesione da
pressione. Il familiare che si occuperà di queste manovre deve porsi come obiettivo quello di
eseguirle ottenendo il miglior risultato con il minimo sforzo. Un movimento non eseguito
correttamente può essere dannoso sia per chi presta aiuto che per chi lo riceve. Spesso i dolori alla
schiena che riferiscono i familiari sono, infatti, causati da un’errata esecuzione delle tecniche di
sollevamento.
Di seguito sono riportate le principali tecniche corrette di mobilizzazione; durante l’esecuzione
assicurarsi sempre del benessere del paziente e accertarsi di assumere posizioni corrette; prendete il
tempo che serve.
 Trasferimento del malato dal letto alla carrozzina o alla sedia o in poltrona: per eseguire tale
manovra servono due persone (Fig. 1)
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Ruotare il paziente su di un fianco e spostare poi le gambe fuori dal letto;
Sollevare il paziente facendolo sedere sul margine del letto;
Portare un braccio dell’operatore sotto le ginocchia e l’altro dietro la schiena;
Appoggiare le braccia del paziente sulle spalle degli operatori;
Sollevare il paziente e adagiarlo sulla sedia o carrozzina dopo essersi assicurati di aver fissato
le ruote.
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Figura 1 - Esempio di trasferimento con due operatori
 Trasferimento del malato dal letto alla carrozzina, o alla sedia, o in poltrona: manovra
eseguita da una sola persona (Figg. 2-6)
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Posizionarsi in piedi all’altezza dell’anca, mettendo un piede vicino alla testata del letto,
l’altro di lato;
Mettere un braccio dietro le spalle del paziente e l’altro sopra le cosce;
Far spostare le gambe del paziente verso il bordo del letto e, nel frattempo, fare forza sulla
propria gamba arretrata per sollevare il tronco e le spalle del paziente;
Mettersi di fronte al paziente valutando la stabilità ed eventuali malesseri;
Allargare i piedi, piegare le anche e le ginocchia;
Le gambe non devono essere allineate;
Circondare con le braccia la vita del paziente;
Alzare in piedi il paziente portando indietro il peso del proprio corpo;
Appoggiare il proprio ginocchio più avanzato contro quello del paziente, fino a che si trova in
posizione eretta;
Fare forza sul piede leggermente arretrato fino a quando il paziente sente dietro di sé la
sedia, mantenendo sempre le proprie ginocchia contro quelle del paziente.
Figura 2 - Trasferimento dal letto: una mano sostiene le scapole (mai traizionare gli altri superiori) e l'altra
sostiene gli arti inferiori senza comprimere il cavo popliteo (dietro al ginocchio).
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Figura 3 - Non va eseguito il passaggio da sdraiato a seduto velocemente: potrebbe comparire vertigini, nausea,
ecc. E’ consigliabile far rimanere per qualche minuto il paziente in posizione seduta sul letto al fine di prevenire
vertigini e nausea.
Figura 4 - La trazione dell'operazione va eseguita verso l'alto, senza schiacciare il torace del malato quando si
cinge
Figura 5 - L'operatore potrebbe aiutare ponendo un suo ginocchio contro quello del malato per farlo
"puntellare", ma l'altro ginocchio dell'operatore va posto sempre tra le gambe del malato per evitare che
scivoli e cada a terra
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Figura 6 - Trasferimento carrozzina-water: l'operatore deve usare il suo corpo per facilitare il trasferimento e
non solo la forza degli arti superiori. Il malato va "accompagnato" lentamente nel sedersi, posizionando tra le
gambe del paziente la propria, al fine di mettere in sicurezza il paziente
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NOTA BENE
Le carrozzine possono essere pieghevoli o no; possono essere dotate di sedile per l’evacuazione e di
schienale fisso o inclinabile. È importante impiegare sempre carrozzine con braccioli removibili in
modo da facilitare l’accesso da parte del paziente.
 Trasferimento dalla carrozzina al wc, dalla carrozzina alla sedia per doccia in maniera
autonoma (Fig. 7)
Affiancare la carrozzina al wc mantenendo un angolo di 30°. Se è presente, togliere il bracciolo. La
sequenza di movimenti inizia con la rotazione del bacino, finalizzata ad avvicinare i glutei al sanitario.
La gamba più vicina al wc va appoggiata col piede a terra, mentre l’altro piede viene collocato sulla
pedana lasciata libera. La mano dal lato del wc afferra il maniglione (se presente, altrimenti il bordo
del water), mentre l’altra è poggiata sul bracciolo. Facendo leva sugli arti superiori ci si trasferisce sul
wc.
Figura 7 - Esempio di trasferimento carrozzina-wc
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 Trasferimento carrozzina-vasca da bagno (Fig. 8)
Sul fondo della vasca è utile posizionare un tappeto antiscivolo. Vi sono due modalità diverse per
effettuare il trasferimento:
1. La carrozzina può essere affiancata di 30° alla vasca. L’arto inferiore più vicino viene portato
dentro la vasca mentre l’altro si sposta sulla pedana lasciata libera, oppure rimane appoggiato
a terra. La persona avanza e ruota sul sedile della carrozzina fino ad avvicinarsi con i glutei al
bordo della vasca. Da qui si trasferisce o su un asse per vasca (se presente) oppure sul bordo al
lato della vasca. Una volta trasferito il bacino la persona deve portare anche l’altro arto
inferiore all’interno della vasca, da qui potrà “scivolare” delicatamente verso il fondo della
vasca.
2. La persona si posiziona verso il lato corto della vasca con la carrozzina posta anteriormente (la
persona “guarda” la vasca). Da questa posizione colloca entrambi gli arti inferiori all’interno
cercando di avvicinarsi il più possibile al bordo con il bacino. Sollevandosi sugli arti superiori la
persona deve passare dalla posizione seduta sulla carrozzina alla posizione seduta sul bordo
della vasca per poi scivolare (come precedentemente) verso il fondo della vasca.
Figura 8 - Esempio di trasferimento dalla carrozzina alla vasca
 Trasferimento dalla carrozzina al letto in autonomia (Fig. 9)
La carrozzina va posizionata a 30° rispetto al letto, bisogna estrarre le pedane e rimuovere il
bracciolo dalla parte del letto ed assicurarsi che la carrozzina sia frenata. La persona poggia i piedi a
terra (avendo cura che non rimangano indietro rispetto al busto durante il trasferimento), posiziona
una mano sul letto (quella più vicina) e l’altra sul bracciolo. Facendo leva sugli arti superiori
trasferisce il bacino sul letto. Infine accompagna le gambe sul letto. Questo tipo di trasferimento può
essere effettuato anche sistemando prima gli arti inferiori sul letto e poi trasferendo il bacino. La
persona può aiutarsi anche utilizzando ausili come l’asse per i trasferimenti che aiuta nella fase di
trasferimento del bacino.
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Figura 9 - Esempio di trasferimento carrozzina-letto con l'aiuto dell'asse per trasferimenti
 Trasferimento dalla carrozzina al sedile dell’auto (Fig. 10)
La carrozzina va posizionata a 30° rispetto al sedile dell’auto con pedane estratte o sollevate
assicurandosi che sia frenata. Estrarre anche il bracciolo dalla parte dello spostamento, se possibile.
La persona si porta in avanti sul bordo della seduta della carrozzina e accompagna gli arti inferiori
all’interno dell’abitacolo dell’auto. Si sostiene con una mano su un bracciolo della carrozzina (mano
più lontana allo spostamento) e con l’altra sulla maniglia al di sopra del sedile oppure sul sedile
stesso. Facendo leva sulle braccia, ruota il bacino e si siede sul sedile dell’auto. Anche in questo caso
si può aiutare mediante l’uso di asse per i trasferimenti.
Figura 10 - Esempio di trasferimento dalla carrozzina all'auto con l'aiuto dell'asse per trasferimenti
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 Far assumere al paziente la posizione sul fianco destro o sinistro (Fig. 11)
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Mettere il letto in posizione orizzontale oppure leggermente sollevato per evitare
scivolamenti del paziente verso il basso;
Piegare l’arto inferiore (destro o sinistro, secondo il lato verso il quale si vuole girare il
paziente) affinché il peso dell’arto favorisca con poco sforzo la rotazione verso il lato
prescelto; se si vuole ruotare la persona sul lato destro, bisogna porsi sul lato destro del letto
con la gamba sinistra leggermente piegata e l’altra piegata con il ginocchio sul piano del letto;
Figura 11 - Esempio di spostamento del paziente sul fianco
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Mettere una mano sotto la spalla destra del paziente e l’altra sotto il fianco destro. Chi
esegue la manovra deve avere la schiena dritta e deve allungare la gamba piegata per darsi la
giusta spinta e facendosi contemporaneamente forza con il ginocchio appoggiato sul letto,
gira il malato verso destra;
La spalla su cui ruota il paziente non deve essere infossata ma deve essere in asse con la
clavicola (la clavicola è una delle ossa che compongono il complesso articolare della spalla. È
individuabile guardandosi allo specchio: si trova alla base del collo e collega lo sterno alla
spalla);
In alternativa al metodo suggerito, si può ruotare il paziente aiutandosi con il lenzuolo posto
sotto di lui (Fig. 12).
 Far assumere al paziente la posizione ortopnoica (seduto sul letto)
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Sollevare la testata del letto di 45-50 cm; se non si dispone di un letto articolato utilizzare un
poggiaschiena;
Piegare le gambe del paziente;
La persona che esegue la manovra deve divaricare i piedi, piegare le ginocchia e mantenere
la schiena dritta;
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Figura 12 - Ogni massimo 2 ore eseguire un cambio posturale, avendo cura di rispettare in ogni posizione l'asse
di simmetria del malato senza torsioni e/o inclinazioni del corpo. L’uso dei cuscini di varie forme agevola il
posizionamento. Tra ginocchia e malleoli, sotto la testa, dietro la schiena possono aiutare al corretto
posizionamento
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Si deve abbracciare la persona a livello sottoscapolare, far sollevare e piegare la testa del
paziente in avanti;
 Farsi abbracciare dal paziente e, insieme, effettuare lo spostamento verso l’alto evitando il
trascinamento (oppure, se disponibile una seconda persona, utilizzando una traversa);
 Curare l’allineamento:
– Mettere sotto la testa del paziente un piccolo cuscino;
– Se non c’è il controllo volontario usare cuscini per sostenere le braccia e le mani;
– Mantenere un’adeguata posizione del piede, mantenendolo in flessione.
Se il paziente ha la flebo o il catetere vescicale è necessario utilizzare particolari accorgimenti
affinché tali dispositivi non vadano fuori sede creando disagi o, peggio, danni al paziente.
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Tutte le immagini presenti nel testo
sono state realizzate da Antonio Iannaccio.
© Copyright 2011 by Maggioli S.p.A.
Maggioli Editore è un marchio di Maggioli S.p.A.
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