Dal Paradiso manderò Sentieri meditativi [3] Coltivare e custodire
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Dal Paradiso manderò Sentieri meditativi [3] Coltivare e custodire
una voce della carità Pubblicazione trimestrale fondata da San Luigi Guanella nel 1892 - Anno CXXIII - numero 3 - III Trimestre 2015 Periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità - Opera Don Guanella 2015 3 pagina 4 pagina 28 Dal Paradiso manderò ... Famiglia e Società Testimonianze sulla veridicità della promessa di don Guanella di inviare grazie dal Cielo. Relazioni e accompagnamento educativo in famiglia di una persona disabile intellettiva. pagina 9 inserto speciale pagina 30 Coltivare e custodire la terra Sentieri meditativi [3] La promozione dell’agricoltura da parte di don Guanella per migliorare il paese e la società. Accanto al percoso “Sui passi di don Guanella” da Fraciscio (Sondrio) a Como, cinque sentieri con le parole del Santo. Sommario PERIODICO TRIMESTRALE FONDATO DA SAN LUIGI GUANELLA Anno CXXIII n. 3 - III trimestre 2015 LA DIVINA PROVVIDENZA periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità Opera Don Guanella »» La minestra di pietra 4 Direttore responsabile Mario Carrera »» Coltivare e custodire la terra seguendo le orme di don Guanella Direttore di redazione Angelo Gottardi Progetto grafico e impaginazione Gianmario Colciago Collaboratori di questo numero Silvia Fasana, Adriano Folonaro, Angelo Gottardi, Vittore Mariani, Franca Vendramin, Cooperatori e Operatori delle Case guanelliane Fotografie Archivio Fotografico Guanelliano, Adriano Folonaro, Angelo Gottardi, Operatori Case Guanelliane 7 Stampa Arti Grafiche Frattini viale Industria 9/11 - 20010 Bernate Ticino (MI) tel. e fax (+39) 02 97256041 - 02 9754454 Pubblicazione periodica Poste Italiane SpA, spedizione in abb. post. Iscrizione ROC n. 1219 del 12.12.1989 una voce della carità 9 Pubblicazione trimestrale fondata da San Luigi Guanella nel 1892 - Anno CXXIII - numero 3 - III Trimestre 2015 Periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità - Opera Don Guanella 2015 pagina 4 pagina 28 Dal Paradiso manderò ... Famiglia e Società Testimonianze sulla veridicità della promessa di don Guanella di inviare grazie dal Cielo. Relazioni e accompagnamento educativo in famiglia di una persona disabile intellettiva. 9 inserto speciale pagina Sentieri meditativi [3] Accanto al percoso “Sui passi di don Guanella” da Fraciscio (Sondrio) a Como, cinque sentieri con le parole del Santo. INFORMAZIONI CENTRALINO: 031.296.711; Direzione Casa Divina Provvidenza: [email protected], sito: www.guanellacomo.it; Santuario del Sacro Cuore: [email protected]; sito: www. sacrocuorecomo.it; Museo "Don Luigi Guanella": 031.296.894 (don Adriano Folonaro); Servizio Civile Volontario: 031.296.783 (sig.ra Elisabetta Caronni); Volontari per RSA: 031.296.774 (sig. Carlo Guffanti); Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile: 031.296.783 (sig.ra Elisabetta Caronni); Centro Missionario Guanelliano: 031.296.811 (sig. Silvio Verga); ExAllievi: 031.296.709 solo il mercoledì dalle ore 21.00 (sig. Walter Arnaboldi). errata corrige 30 Coltivare e custodire la terra La promozione dell’agricoltura da parte di don Guanella per migliorare il paese e la società. »» Un atto di fede in un tempo di odio, di violenza e di morte »» Sentieri meditativi (parte terza) CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA In copertina: La tenerezza di una bambina con sindrome di Down »» La generosità dei nostri Benefattori »» Come aiutare la Casa Divina Provvidenza »» Le famiglie delle persone con disabilità intellettiva Autorizzazione Tribunale di Como decreto 27.06.1978 n. 3/48 pagina »» Dal Paradiso manderò grazie per tutti »» Estate 2015 Cooperatori guanelliani »» Autunno 2015 per la Famiglia guanelliana DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE Casa Divina Provvidenza via Tomaso Grossi 18 - 22100 Como tel. 031 296 711 - fax 031 296 898 sito web: http://www.guanellacomo.it e-mail: [email protected] 3 3 EDITORIALE 4 CENTENARIO GUANELLIANO 7 NOTIZIE SPECIALI 8 NOTIZIE DI CASA 9 INSERTO SPECIALE 25 GRAZIE, DON GUANELLA! 26 SANTUARIO SACRO CUORE 28 FAMIGLIA E SOCIETÀ 30 SUI PASSI DI DON GUANELLA 30 Sul numero 2 /2015 de La Divina Provvidenza, alle pagine 11 e 23, la data 23 maggio 1915 va corretta in 24 maggio 1915. Editoriale In La minestra di pietra un paesello di questo mondo si sorprese quella mattina una donna, al vedere che alla porta di casa si presentava un signore ben vestito che domandava qualcosa da mangiare. “Mi dispiace – disse la signora – ma in questo momento non ho niente in casa”. “Non si preoccupi – disse garbatamente lo sconosciuto – ho una pietra nella borsa. Se me lo permette, la metterei a bollire in una pentola con acqua e farei la minestra più buona del mondo. Per favore che la pentola sia ben grande”. Incuriosita per la trovata, la donna pose la pentola sul fuoco e naturalmente corse a raccontare il segreto della pietra alle sue vicine. Quando l’acqua ormai era bollita, tutto il vicinato era in casa per vedere quello strano signore e la sua misteriosa pietra per la minestra. Il forestiero lasciò cadere la pietra nell’acqua, l’assaggiò con vero piacere ed esclamò: “Squisita! Ora manca qualche patata”. “Io ho parecchie patate nella mia cucina” – gridò una donna; e in pochi minuti era di ritorno con un cesto di patate. Il signore assaggiò di nuovo il prodotto e esclamò: “Ottima la minestra! Ma se avessimo anche un poco di carne e qualche altra verdura, sarebbe più appetitosa”. Ed altre signore corsero a casa portando abbondanza di tutto. “Sale!” – pronunciò a questo punto il signore. E venne anche il sale. “E ora piatti per tutti” – gridò lo sconosciuto e tutte corsero alle loro case a prendere piatti e bicchieri e posate e qualcuna portò pane e frutta! Poi tutti si sedettero per degustare la squisita minestra, mentre il signore distribuiva razioni abbondantissime. E tutte si sentivano stranamente felici, ridevano, dialogavano e condividevano per la prima volta una pasto assieme. Approfittando dell’allegro trambusto quel benedetto signore se ne andò silenziosamente, lasciando lì la miracolosa pietra perché la gente continuasse a fare la minestra più squisita del mondo. Anche Luigi Guanella con la sorella Caterina cominciò su “un grosso masso con dentro certi vuoti (…) e si metteva terriccio ed acqua in quel cavo di marmitta e si rimescolava e si diceva con infantile ingenuità: Quando saremo grandi faremo così la minestra per i poveri” (dalla sua autobiografia). Ma da fondatore la minestra era reale ed era arricchita dalle cipolle e patate e verdure varie che i suoi disabili e anziani coltivavano nell’orto e offrivano felici per la minestra comune. Questa è la storia di tutte le colonie agricole guanelliane, delle quali si scrive nel bellissimo inserto della nostra rivista. Ognuno di noi può imitare lo sconosciuto del raccontino o don Guanella o tanti altri, mettendo nel pentolone del mondo la misteriosa pietra … anzi, mi correggo: mettendovi il proprio cuore, così com’è, povero, e poi chiedere collaborazione per impreziosire la vita con i frutti di bontà e generosità di molti. Così tutti gusteranno quanto è bella la vita e quanto è bello il mondo, quando tutti gli uomini potranno sedersi a tavola a mangiare. Perché c’è provvidenza e cibo per tutti! Don Angelo Gottardi Direttore « dal PARADISO manderò grazie per tutti » “Da chierico dipingevo un cielo stellato nella mia camera a Fraciscio …” (don Guanella ) 1 U n cielo stellato … quello che don Guanella andò ad abitare dopo la morte e da cui continua a guardare chiunque si rivolge a lui. Coinvolgente è la testimonianza di mons. Bacciarini: “Posso attestare la visibile assistenza di don Guanella alle sue Congregazioni le quali sia per lo sviluppo morale come per quello economico esperimentarono tratti di Provvidenza veramente impressionanti: è il compimento di quanto egli disse morendo: ‘Dal Paradiso manderò grazie per tutti’ ”. 2 4 S di FRANCA VENDRAMIN eguono le “voci” di chi conobbe don Guanella: sembra ci trasmettano dal “vivo” presagi, fenomeni, doni, grazie straordinarie e soprattutto quell’irriducibile fiducia nella Provvidenza. ■■ Quello che furono i funerali di don Guanella e cioè un vero trionfo di riconoscenza verso di lui da parte di tutti i ceti sociali, dimostra quanta stima e venerazione egli godesse. Attesto d’aver saputo, dal floricoltore Brenna di Borgovico che aveva fornito fiori e piante ornamentali del feretro, che egli aveva inteso nel fare questo omaggio alla salma di don Luigi, di ottenere per sua intercessione la salvezza di suo figlio tra i pericoli della guerra. Infatti di lì a poco, il figlio fece sapere di essere stato esposto ad un grave pericolo senza esserne colpito e attribuiva questo ad una grazia speciale. Brenna narrandomi ciò piangeva di commozione. 3 Don Girolamo Pelizzoni ■■ Nell’ottobre del 1900 essendo capitato a Mese don Guanella al vedere avviata la mia Opera in una casa umile esclamò: “Queste case sono destinate a diventare palazzi”, poi mi mise in mano una moneta d’oro tedesca del valore di circa venti lire dicendo: “Tò, prendi questa medaglia”. Il sac. Moioli, Arciprete di Chiavenna, mi disse: “Guarda che queste parole sulla bocca di don Luigi sono una profezia”. Quattro anni dopo la prima moneta che adoperai per pagare il progetto della Casa fu precisamente quella datami da don Luigi. 4 Don Primo Lucchinetti ■■ Nel luglio del 1908 passavamo un brutto periodo nell’Istituto S. Gaetano di Milano. Alcuni fornitori non ci volevano più dar roba perché in arretrato coi pagamenti. Don Guanella ci disse: “Martorelli, siete senza fede, Dio provvederà, intanto fate bene la novena di S. Gaetano”. La domenica precedente alla festa, una signora mi domandò se quello era proprio l’Istituto di S. Gaetano. Alla risposta affermativa mi disse come il suo padrone, Gaetano Mantica, prima di morire le aveva consegnato un libretto della Cassa di Risparmio di 25 mila lire da dare a quell’Isti- Roma, S. Giuseppe al Trionfale, giugno 1909: posa della prima pietra Roma, S. Giuseppe al Trionfale: don Guanella (al centro) con confratelli, amici e ragazzi Savogno (Sondrio): inaugurazione del busto di don Guanella (1923) tuto che ella avrebbe creduto meglio. Alcuni giorni prima trovandosi nella chiesa di S. Satiro in Milano ella vide lo stendardo dell’Istituto S. Gaetano con alcuni fanciulli che accompagnavano il funerale, sentì dentro di sé come un moto di dare il legato all’Istituto stesso che gli ricordava il nome del suo padrone. La ringraziai come potei e la signora consegnò il libretto al Direttore. Riferito il fatto a don Luigi, questi ne ringraziò il Signore e ci spronò ad avere maggiore confidenza in Dio.5 Don Martino Cugnasca ■■ Un giorno mi recai per una commissione a Monte Mario, quando vidi presso una baracca di legno, un sacerdote che faceva cenno di recarmi da lui. Sebbene non lo conoscessi, obbedii ed egli con molta famigliarità, mi pregò di entrare nella capanna e di aiutare a benedirla. Dal minuscolo altare rivolse brevi e semplici parole ai quattro contadini presenti e disse con una certezza assoluta che quella cappella sarebbe divenuta fra un paio d’anni una bella e grande chiesa che sarebbe stata dedicata a S. Giuseppe, che attorno si sarebbe sviluppato il quartiere, come poi si è verificato. Aggiunse che per costruire la chiesa occorreva molto denaro e faceva appello alla loro carità al fine che volessero contribuire nel limite delle loro forze. Però, soggiunse, non vi spaventate perchè io non richiedo a ciascuno di voi che un soldo e sapete perché anche al Santo Padre ho chiesto un soldo nella certezza che ne avrebbe fatto piovere molti altri, tanti da poter fare la Chiesa. Deposti sull’altare i cinque soldi perché vi aggiunsi il mio, egli ebbe come un lampo di luce negli occhi sfavillanti di gioia e pieno di riconoscenza ringraziò gli astanti, assicurando che la chiesa sarebbe sorta con l’aiuto del Signore e nel limite di tempo indicato. Ciò avvenne realmente: il che mi fece ritenere che quel sacerdote fino allora a me sconosciuto fosse davvero un santo. Seppi poi che si chiamava Don Guanella. 6 Don Luigi Zambarelli Don Guanella lasciò a Savogno un concetto così straordinario di santità che dopo circa dodici anni dalla sua partenza disceso uno stuolo di parrocchiani in Como, si prostrarono di colpo a terra commossi appena lo videro; e nel 1923 riusciti con grande sforzo finanziario ad erigergli un monumento ne giubilarono e per tutto il giorno fino alla tarda notte si videro molti indugiarsi a contemplare le fattezze. Don Leonardo Mazzucchi, Summarium n. XX, § 24 ■■ Io giudico che don Guanella avesse un dono particolare di confortare gli spiriti e di conoscerne le difficoltà. Il religioso certosino Francesco Trinca mi raccontò che nel 1893 propose a don Guanella di volergli condurre due giovani del suo paese di Grossotto in Valtellina. Don Guanella gli disse: - Va pure, ma bada che il più giovane dei due non resterà -. Difatti il più vecchio Pietro Osmetti è ancora tra i Servi della Carità, il più giovane dopo poco tempo andò in America. Mi narrò ancora di aver detto a don Guanella che una sua sorella di nome Maria voleva farsi monaca ma non giunse nella casa della Provvidenza e don Guanella soggiunse: - Tua sorella non vuol venire, eppure più tardi verrà - e 5 CENTENARIO GUANELLIANO (1915-2015) LA DIVINA PROVVIDENZA N.3 - 2015 così avvenne. Nel novembre 1905 avendo scritto a don Guanella in Roma che si affrettasse a Fratta Polesine per rivedere mons. Baron, morente, rispose: - Ho presentimento che non ci lascerà così presto e che ci rivedremo -. Aspettò così a rivederlo alla fine di dicembre ed il Baron morì nel marzo seguente. 7 Don Leonardo Mazzucchi ■■ Testimonianza di FR. PIETRO OSMETTI Ho sentito da vari miei compagni che una volta in cucina si era fatta la minestra e non si aveva altro da dar da mangiare alle sessanta o settanta persone che allora erano ricoverate in casa. Le suore lo dissero a don Luigi che rispose tranquillo e sorridente che la Provvidenza ci avrebbe pensato. E difatti un’ora dopo entrò in cortile un carro con molta roba da mangiare. Il conducente scaricò la roba dicendo: “Ho sentito che avete qui i poveri della Provvidenza e vi ho portato qui questa roba” e se ne andò senza neppure dire il suo nome. Summarium n. XVII, § 38. NOTE 1. Don Leonardo Mazzucchi, XXIX Fragmenta vitae et dictorum Sac. Aloysii Guanella (24 marzo 1914) 2. Mons. Aurelio Bacciarini, Positio Super Introductione Causae Vol. I Summarium , Romae 1937; n. XXI, § 59. 3. Don Girolamo Pelizzoni, ibidem, n. XXI, § 38. 4. Don Primo Lucchinetti, ibidem, n. XVII, § 6. 5. Don Martino Cugnasca, ibidem, n. XVII, § 18. 6. Don Luigi Zambarelli, ibidem, n. XVII, § 53. 7. Don Leonardo Mazzucchi, ibidem, n. XVII, § 28.29.30. 8. Fr. Francesco Trinca, ibidem, n. XXI, § 123.124.125. 9. Suor Marcellina Bosatta, ibidem, n. XXI, § 1-6. 6 Nel 1918 attendendo ai miei lavori nella Certosa, tenevo in bocca un pezzo di legno acuminato che doveva servire per un innesto ad anello di un melo. Urtai contro il terreno e mi ferii sotto la lingua. Vi fu una lacerazione ed emorragia durata quasi tutto il giorno. Dopo tre giorni chiamai il medico: non potevo deglutire se non con difficoltà. Poco era l’effetto dei rimedi adoperati, allora mi misi per dire il mio ufficio in cella; mi rivolsi all’immagine di Don Luigi posta sul mio altarino: “O Don Luigi tu che hai sofferto tanto mal di gola, se mi guarisci pubblicherò la grazia”. Nella notte la lingua era oltremodo ingrossata e non potei rispondere al fratello che venne per domandarmi come stavo. Occorsero più di 20 minuti per inghiottire la S. Particola; potei rispondere al medico solo scrivendo, egli mi ordinò riposo e gargarismi. Continuai a finire l’ufficio. Più tardi entrò un fratello a dirmi che il Priore aveva provveduto per il servizio che a me sarebbe spettato. Potei rispondergli chiaramente che ero guarito e che sarei andato io stesso a lavorare. Ne sentii più male in seguito. L’istantaneità della guarigione constatata anche dal medico, senza che io avessi preso le medicine da lui prescrittemi, ha per me del prodigioso.8 Fr. Francesco Trinca ■■ Ricordo che il giovane Redaelli mi disse come egli la sera prima della sua guarigione fosse stato abbandonato dai medici come inguaribile e come avesse perduto la vista perciò le Suore che l’assistevano gli applicarono sugli occhi due pezzetti di tela appartenenti a don Luigi. Egli durante la notte, si sentiva molestato agli occhi come se qualcuno gli provocasse del bruciore, tanto che si adoperò con le dita per distaccare quei pezzetti di tela; dopo di che egli riacquistò la vista. Mi disse che le Suore gli fecero inghiottire anche dei pezzetti di filacci di indumenti di don Guanella e dopo di ciò, al mattino, si levò e si vestì andando subito in giro a farsi vedere e a dire a tutti in casa ch’egli era guarito. Quanto a suor Serafina attesto che era ammalata di etisia da un anno e più. Ultimamente la malattia si era complicata ed io un pomeriggio la visitai constatando la febbre alta di quaranta gradi. Spedita dai medici, essa pregava e faceva la novena a Don Luigi. Sulla sera si era trattato di amministrarle l’Olio Santo ma poi si decise di aspettare il mattino dopo. Nella notte suor Serafina vide in sogno ripetutamente Don Luigi che le chiese se dovesse portarle via il male, al che essa subito rispose di sì. Dopo la mezzanotte, la Suora destatasi dai suoi sogni, s’inginocchiò davanti al quadretto di Don Luigi ringraziandolo d’averla guarita e all’ora della Comunità andò con le altre in Chiesa quindi ritornò in camera dicendo che non aveva più male. In quel giorno mangiò per ben cinque volte e lei stessa e le Suore unanimi dichiaravano che Don Luigi le aveva fatto la grazia. Si mandò a chiamare il medico che appena giunto, senza essere ragguagliato di nulla, visitò la Suora che era stata da lui spedita e sull’istante divenne bianco in volto come la parete e non riscontrando sintomo di malattia, meravigliato chiese cosa avesse fatto. 9 Suor Marcellina Bosatta LA DIVINA PROVVIDENZA N. 2 - 2015 LA DIVINA PROVVIDENZA N. 1 - 2015 NOTIZIE speciali ■■ ESTATE COOPERATORI DON GUANELLA CI HA ACCOLTI NELLA SUA CASA a Fraciscio: 26 luglio – 16 agosto 2015 UN’ESPERIENZA NUOVA Ed è stato proprio così! Un’esperienza “nuova” per i cooperatori e gli aspiranti cooperatori. Chi ha voluto profittare di una settimana intera, chi di un fine settimana, chi di un solo giorno: ma per tutti è stato un “tuffo” nella spiritualità di don Guanella, vissuto nel clima semplice e fraterno. PICCOLI E GRANDI: IN UN’UNICA FAMIGLIA Si alternavano i momenti di svago, le passeggiate, gli spazi di silenzio … davvero è stato bello e il ripensarlo provoca un pizzico di nostalgia, ma nel contempo accende il desiderio di migliorare questa esperienza e di impegnarsi con coraggio e con entusiasmo perché nei prossimi anni, altri cooperatori abbiano assaporare la gioia genuina dell’amicizia e della … guanellianità. ALCUNE TESTIMONIANZE POETICHE “Scarponcini e zainetto tra valli e vette con il corpo e lo spirito in cammino: si procede sicuri sulle orme di San Luigi Guanella, si tonificano i muscoli e l’anima. Fraciscio, Campodolcino, Olmo, Savogno, Gallivaggio, Motta, Gualdera … percorsi perduti e ritrovati nell’incanto della natura guardando in alto a Dio”. Massimo e Giovanna “Cielo terso, sole splendente, montagne maestose, giornate da non dimenticare, esperienza di ‘vacanza lavorativa’ in buona compagnia … Iniziare la giornata con la preghiera di lode e concluderla sotto un cielo stellato da Lui disegnato … Il tutto ‘ben condito’ da un forte clima familiare nella casa del nostro Santo Fondatore, così come lui ci ha pensati”. Enrico e Romana NELLE PERIFERIE DEL MONDO NELLE PERIFERIE DEL MONDO Alcuni Cooperatori guanelliani che hanno vissuto l’esperienza estiva in casa don Guanella a Fraciscio AUTUNNO 2015 Famiglia guanelliana a 100 ANNI dalla morte di don Guanella Como: camera da letto di don Luigi Guanella ■■ UN CENTENARIO CHE NON FINISCE MAI ... a Como, Milano, Roma, nel mondo ◆◆ 10 ottobre a Como nel Nuovo Mercato Coperto, ore 9.00 CONVEGNO “Tra storia e storie di vita” ◆◆ 24 ottobre in tutto il mondo guanelliano FESTA LITURGICA DI SAN LUIGI GUANELLA ◆◆ 30 ottobre a Milano in Duomo, ore 11.00 SOLENNE CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA presieduta da S.E. Card. Angelo Scola con tutte le Case guanelliane maschili e femminili ◆◆ 6-8 novembre a Roma c/o Pie Discepole CONVEGNO INTERNAZIONALE ”Don Luigi Guanella 2015. Una presenza che permane” ◆◆ 12 novembre a Roma Aula Paolo VI, ore 12.00 UDIENZA DELLA FAMIGLIA GUANELLIANA CON PAPA FRANCESCO ... ed ora verso il bicentenario con nuovo spirito ... CASA DIVINA PROVVIDENZA Opera Don Guanella Via Tomaso Grossi 18 22100 COMO (Italy) www.guanellacomo.it Notizie di progetto ARTIGIANI DEL FUTURO CASA guanelliana VERSA LA TUA DONAZIONE direttamente sui C/C della Fondazione indicando il titolo del progetto ARTIGIANI DEL FUTURO OPERA DON GUANELLA COME DONARE 1. BONIFICO a “Fondazione Pro- vinciale della Comunità Comasca onlus” presso le seguenti banche: Cassa Rurale e Artigiana di Cantù, fil. Como, IBAN IT96U0843010900000000260290; Intesa Sanpaolo Como, IBAN IT60X0306910910612005473499 Banca di Credito Cooperativo dell’Alta Brianza fil.Como, IBAN: IT61B0832910900000000300153 Banca di Credito Cooperativo di Lezzeno, Lezzeno – IBAN: IT73V0861851410000000008373 2. BOLLETTINO c/c postale 21010269 Il progetto ARTIGIANI DEL FUTURO si realizzerà all’interno del servizio LA GRANDE CORTE della Casa Divina Provvidenza di Como, grazie al contributo della Fondazione Provinciale della Comunità Comasca nel prossimo anno scolastico. Il progetto avvicinerà i ragazzi all’arte artigianale della lavorazione del legno unendo il lavoro manuale alla progettazione informatica e condivisione di materiali multimediali. Il progetto nasce dalla necessità di ideare strumenti innovativi nei percorsi di sostegno scolastico/educativo per ragazzi, di età tra gli 11 e 15 anni, a rischio dispersione. I ragazzi saranno protagonisti nella partecipazione a laboratori di falegnameria all’interno della COOPERATIVA ARTIGIANI GUANELLIANI con l’assistenza e la collaborazione nella realizzazione delle attività informatiche e grafiche di MT PROMOZIONE. XX La Fondazione ci sostiene nella realizzazione del progetto, MA C’È BISOGNO ANCHE DEL TUO AIUTO! Per la realizzazione del progetto infatti occorre raccogliere donazioni a favore della Fondazione stessa per un importo totale di € 3.000. Nella colonna a fianco le specifiche. intestato a “Fondazione Provinciale della Comunità Comasca onlus”. IBAN IT23U0760110900000021010269 I bollettini prestampati sono a disposizione presso la sede della Fondazione. 3. CONSEGNARE UN ASSEGNO presso la sede della Fondazione in Como c/o Unindustria Como – via Raimondi, 1. BENEFICI FISCALI Una persona fisica può scegliere se: ◆◆ detrarre dall’imposta lorda il 26% dell’importo donato, fino ad un massimo complessivo annuale pari a 30.000 euro (art. 15, comma 1,1, del D.P.R. 917/86) ◆◆ dedurre dal reddito le donazioni, per un importo non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato e, comunque, nella misura di 70.000 euro annui (art. 14, comma 1 D.L. 35 del 14/03/2005 convertito in Legge n. 80 del 14/05/2005) Un’impresa può scegliere se: ◆◆ dedurre dal reddito le donazioni per un importo non superiore a 30.000 euro o al 2% del reddito d’impresa dichiarato (art. 100, comma 2, lettera h del D.P.R. 917/86) ◆◆ dedurre dal reddito le donazioni, in denaro o in natura, per un importo non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato e comunque nella misura massima di 70.000 euro annui (art. 14, comma 1 del D.L. 35/05 convertito in legge n. 80 del 14/05/2005) coltivare e custodire la terra seguendo le orme di Don Guanella a margine di EXPO Milano 2015 sul tema “Nutrire il pianeta” di ADRIANO FOLONARO e SILVIA FASANA 9 Milano 2015 EXPO a margine di coltivare e custodire la terra seguendo le orme di Don Guanella Don Guanella un uomo che amava la sua terra e la sua gente 10 LA DIVINA PROVVIDENZA n. 3 - 2015 INSERTO di ADRIANO FOLONARO INSERTO SPECIALE V eramente don Guanella è stato e sempre sarà uno di noi, che amava la sua terra e la sua gente. È un Santo rimasto profondamente uomo. Non ha mai disdegnato di “sporcarsi le mani” di letame1 delle nostre stalle; odorava delle mucche e pecore che, dall’età di sette anni2 conduceva al pascolo sulle alture di Gualdera o sugli alpeggi di Motta e dell’Angeloga3; si era ritrovato molte volte «colle calcagna spelate»4, come lui stesso ci assicura, dopo aver percorso in lungo e in largo i sentieri delle nostre montagne, e da sacerdote, i sentieri del mondo per andare a portare a tutti «Pane e Signore»5. Cresciuto alla sobria scuola del lavoro, ricordava spesso: «[la Provvidenza] mi diede genitori cristiani che mi apprendessero quelle virtù di pietà e di amore al lavoro e al sacrificio»6. In famiglia tutti dovevano dare il proprio contributo, in proporzione alla loro età. Pa’ Lorenzo li «voleva crescere alla virtù, alla obbedienza, al lavoro»7. Si cominciava presto. Già a quattro cinque/anni i bambini avevano il loro “gerlin”. In casa Guanella lavorare significava attendere a Gualdera ai prati del nonno Tomaso e alle stalle: da giugno a settembre all’Angeloga, dove il papà possedeva dieci vaccate di pascolo accanto al laghetto. La parola d’ordine era: «per mangiare bisogna lavorare»8. Una scuola che segnerà per sempre la sua vita, caratterizzata da una dedizione instancabile al lavoro: «Sentomi che la vita prosastica presente poco mi soddisfa in atto»9, scriveva al Vescovo da Pianello del Lario il 19 marzo 1885. INSERTO 11 3. Savogno (Sondrio) la canonica e il terreno coltivato a orto da don Luigi Guanella. ❶ ❷ ❸ Don Guanella Don Guanella, figlio di contadini, sentì sempre l’importanza del rapporto dell’uomo con la «nostra madre terra, la quale ne sustenta et governa», per dirla con San Francesco d’Assisi. Tra tutte le attività umane la coltivazione dei campi era per don Guanella la più importante, come prima e insostituibile fonte del pane quotidiano, e così si esprimeva: «Si aiutino pure le industrie, ma per carità non si trascuri l’agricoltura e si profitti degli studi antichi e recenti sui modi opportuni di concimare e di far fruttare la terra, ponendo il contadino sotto la direzione illuminata di agronomi sperimentati, credenti e di buona volontà»10. Nel lavoro agricolo vedeva inoltre una scuola di formazione per i giovani, un mezzo di riabilitazione per i minorati, uno scopo occupazionale per gli anziani e i disabili psichici gravi11 e un mezzo per limitare l’emigrazione pericolosa per l’unità della famiglia e, a volte, anche per le pratiche della vita cristiana. Questo suo amore per la terra cercava di comunicarlo al popolo e anche ai sacerdoti di campagna già dal periodo di Prosto, Savogno, Traona, anche raccomandando l’introduzione di metodi razionali e scien- tifici di coltura: «Gli premeva la cultura più razionale dei prati, dei boschi, dei pascoli e si industriava di parlarne sovente e di tenere qualche specie di conferenza»12. Ricorda il nipote don Pietro Buzzetti, quando ragazzo passava l’estate in vacanza a Savogno con lo zio: «Più volte soggiornai per settimane e per mesi nella parrocchiale di Savogno, in fanciulla età. E ricordo benissimo... che rincasato dopo le occupazioni chiesastiche mattinali […] poi una capatina al pollaio, ai conigli, all’apiario, all’orto curatissimo e rimunerativo, lieto di viali a bordi policromi per svariata abbondante flora che man mano passava ad ornare e profumare le cappelle della Chiesa, impreziosito da svariata famiglia di piante fruttifere e da ombrosi chioschi: indi al tavolo di studio»13. Don Leonardo Mazzucchi, profondo conoscitore di don Guanella e suo primo biografo, faceva notare: «Don Luigi era anche lieto di unirsi con altri nostri nell’additare al popolo nell’agricoltura la risorsa della sua ricchezza materiale e morale, al clero un campo provvido di benefico apostolato»14. Infatti nel 1900 don Guanella scriveva su La Divina Provvidenza, il periodico LA DIVINA PROVVIDENZA n. 3 - 2015 INSERTO 2. “Non si trascuri l’agricoltura” 12 Milano 2015 EXPO a margine di 1. Luigi Guanella guardava con interesse la nostra madre terra. coltivare e custodire la terra seguendo le orme di INSERTO SPECIALE «Salviamo il contadino e facendo opera cristiana e umanitaria, faremo altresì opera altamente patriottica. [...]Torni il Prete come gli Ordini religiosi d’una volta a vivere coi coloni, a lavorare la terra, ne coltiverà l’anima, ne caverà uomini forti, onesti cattolici, italiani egregi». co scampo per far risorgere questa nostra cara e bella Italia, impoverita per l’abbandono in cui sono lasciati i suoi fertili campi. Vittorio Emanuele III, salendo al trono, volse il suo sguardo alle popolazioni che vanno cercando fuori di patria il loro pane, e richiamandoli con amore, le incoraggiò a coltivare la terra natale. Nel congresso di Taranto [...] risonò un applauso all’Arcivescovo [...], il quale ha introdotto lo studio dell’agricoltura nei nove Seminari da lui dipendenti [...] Non è forse la terra la prima, la principale sorgente di ricchezza? Le miniere non danno il pane, né lo danno le delle sue Opere: «Ma, basta gridare contro gli orrori dell’emigrazione? No. Bisogna fornire ai contadini il mezzo di guadagnarsi il pane onestamente nel loro paese, favorendo non solo le arti, le scienze e le industrie, ma occupandosi anzitutto dell’industria agricola […] Salviamo il contadino e facendo opera cristiana e umanitaria, faremo altresì opera altamente patriottica. […] Torni il Prete come gli Ordini religiosi d’una volta a vivere coi coloni, a lavorare la terra, ne coltiverà l’anima, ne caverà uomini forti, onesti cattolici, italiani egregi»15. E l’anno successivo, sullo stesso periodico puntualizzava: «L’agricoltura è uno studio, anzi una necessità riconosciuta da tutti i partiti e da ogni classe di persone, poiché è la prima fonte del benes[sere] materiale. Tanto il Sommo Pontefice che ne parla ad ogni occasione, quanto il nostro Re, ed ogni persona di senno e di cuore, tutti se ne interessano come dell’uni- INSERTO LA DIVINA PROVVIDENZA n. 3 - 2015 13 Milano 2015 EXPO a margine di coltivare e custodire la terra seguendo le orme di Don Guanella «Ora et labora» «I Benedettini, i Cistercensi, e ai nostri tempi e nella nostra Italia, i Trappisti e i Certosini, risanarono piaghe sterili e malsane e dettero la ricchezza della fertilità a molti campi che dianzi parevano refrattari alla cultura, ed erano fonte di malaria» (don Guanella) 14 LA DIVINA PROVVIDENZA n. 3 - 2015 INSERTO macchine o gli opifici. Questi danno i mezzi per ottenerlo, ma non danno il sostentamento. La terra sola dà il pane, ed un industriale per quanto ricco, non può alimentare la vita senza i frutti dell’agricoltura. [...] I Benedettini, i Cistercensi, e ai nostri tempi e nella nostra Italia, i Trappisti e i Certosini, risanarono piaghe sterili e malsane e dettero la ricchezza della fertilità a molti campi che dianzi parevano refrattari alla cultura, ed erano fonte di malaria»16. E nel 1908 tornava ancora sui medesimi argomenti: «Al clero di campagna è riservata ai giorni nostri un’azione decisiva benefica, se, convinto del danno che deriva alla società dall’emigrazione e in generale dall’abbandono in cui è lasciata quasi l’agricoltura, se ne facesse paladino e apostolo. Il parroco le cui rendite in genere provengono dalla campagna, cominci a dare l’esempio di studiare e d’occuparsi seriamente della coltivazione delle sue terre, olo Moral ore . Nozioni Agric “Eccolo il Sign Opuscolo inedito Manuale di agricol Il Periodico “La Fa miglia Agricola” tura in uso nel 19 12 i” INSERTO SPECIALE Don Guanella era convinto che il promuovere l’agricoltura da parte dei sacerdoti fosse un preciso dovere civico, oltre che morale, per concorrere al bene del Paese. tenendo conto del progresso fatto e delle scoperte che possono moltiplicare i prodotti. Il suo esempio non resterà certo senza imitatori e stabilirà anzi un affiatamento tra prete e popolo che potrebbe divenire fecondo di moralità e di religione. Nelle lunghe serate invernali e nei giorni festivi, alcune conferenze agrarie alla portata di tutti avvicinerebbero il popolo al parroco e stabilirebbero quella vera fiducia e quella confidenza, che renderebbe agevole e fruttuosa l’azione del ministro di Dio sulle anime. Se il clero distribuirà giornali ed opuscoli agrari, potrà insieme diffondere libri e giornali religiosi a sventare praticamente il pregiudizio popolare che il sacerdote ama l’ignoranza e vuole tutti ignoranti... Se il clero si sarà avvicinato al popolo per migliorare i suoi interessi temporali, non gli mancherà modo al bisogno di accostarsegli per le necessità dello spirito. [...] Dalle conferenze agricole nasceranno cooperative, latterie, assicurazioni di bestiame, e ne verranno migliorate in cento modi le condizioni del contado»17. È interessante notare come INSERTO LA DIVINA PROVVIDENZA n. 3 - 2015 don Guanella fosse convinto che il promuovere l’agricoltura da parte dei sacerdoti fosse un preciso dovere civico, oltre che morale, per concorrere al bene del Paese. Ancora don Luigi aveva dato saggio della sua cultura agricola scrivendo un interessante opuscolo inedito, dal titolo Eccolo il Signore! Nozioni agricolo-morali, dove con nozioni e considerazioni d’agricoltura porgeva all’amico contadino belle applicazioni, con relativi riflessi morali18. E ormai settantenne «ripensava alla sua fanciullezza, quan- 15 Milano 2015 EXPO a margine di do a Campodolcino dedito all’agricoltura, nella semplicità dei costumi, viveva con una tal quale larghezza, anche perché i bisogni erano minori»19. Nel 1913, visitando i luoghi natali, «a Fraciscio indugiandosi coi paesani raggruppatisi intorno a lui indicava i modi di avvantaggiare materialmente il paese: strade carrozzabili, coltivare i fondi razionalmente per averne maggior frutto (campi e prati, concimi ecc.) sfruttare la legna, attirare villeggianti in Gualdera, cercare cave di minerali, lavorare di granito ecc.»20. coltivare e custodire la terra seguendo le orme di Don Guanella Colonia agricola di Fratta Polesine (Rovigo) Le Colonie agricole D PIAN DI SPAGNA (Sondrio) FRATTA POLESINE (Rovigo) ARCEVIA (Ancona) MONTE MARIO (Roma) on Guanella promosse Colonie agricole al Pian di Spagna (SO), Fratta Polesine (RO, Arcevia (AN), Monte Mario (RM) , dettando direttive molto pratiche21. Era infatti solito affermare che le Colonie agricole «sono un bisogno e quasi una missione per i nostri tempi». Rivolgendosi poi ai sacerdoti superiori li invitava «per quanto è necessario ed opportuno» a prendere parte ai lavori pratici. Indicando poi gli addetti specifici alla campagna li identifica con i fratelli religiosi, gli operai fissi e i giornalieri ed anche gli ospiti di varie età e capacità. Tra questi, anche i “buoni figli” che se «ben guidati possono giovare a se stessi con una specie di riabilitazione». Non sono escluse le suore «di senno maturo, venute per lo più dai lavori campestri, [che] si applicano ai lavori di cucina, di guardaroba e per un poco ai lavori semplici dell’ortaglia»22. 16 LA DIVINA PROVVIDENZA n. 3 - 2015 INSERTO Circa il modo di gestire le Colonie agricole, don Guanella indica sistemi di coltivazione Colonia agricola di Nuova Olonio (Sondrio) all’avanguardia per l’epoca: INSERTO SPECIALE Colonia agricola di Monte Mario (Roma) Don Guanella era solito affermare che le Colonie agricole «sono un bisogno e quasi una missione per i nostri tempi». ◆◆ «è bene munirsi dei libri del Solari, del Bonsignori, sovrattutto di periodici opportuni; ◆◆ qualche volta nell’anno è necessaria od almeno opportuna la visita ed i suggerimenti di un agronomo esperto; ◆◆ l’uso insegnerà più cose a farsi; ◆◆ in questo argomento gli assistenti, i superiori della colonia devono a forza di osservazioni, prove, letture, consigli formarsi un manualetto che sia guida per sé e per quelli che avranno a succedere; ◆◆ sono pur da studiare il da farsi intorno ad un caseificio, intorno alla stalla, per la produzione delle derrate, per il commercio delle stesse e simili; ◆◆ quando la divina Provvidenza favorisce una colonia, si badi di mantenere la sobrietà di vita e si pensi ai numerosi poveri che sono a sollevare, alle molteplici opere che sono a fare»23. Tra le delibere del 25 maggio 1905 nella Casa Divina Provvidenza di Como, una riguardava «lo studio teorico e pratico sulle colonie agricole», da intraprendere da parte di alcuni confratelli sacerdoti, ai quali veniva raccomandato in particolare lo studio dei libri del Bonsignori, del Baratta ed il periodico La Famiglia Agricola24. Don Guanella stesso conosceva la Colonia di Remedello, tenuta da don Bonsignori, interprete ed esecutore fedele del sistema Solari, e dopo averla visitata ne riferisce entusiasta: «In questa Colonia si vedono cose che se non si vedono cogli occhi e si toccano colle mani, non si credono. Un terreno che sette anni addietro era sterile e abbandonato, ora è convertito in un’oasi. Terreni gerivi e sabbiosi sono mutati in marcite che danno più tagli di fieno, come le migliori marcite del piano lombardo. Vi si vedono frumenti dalle spighe grosse e serrate; ortaggi feracissimi; stalle ricche di bestiame e ben tenute; latterie modello ed una scuola agraria, in cui una trentina di giovani dalle giornaliere lezioni del Bonsignori im- INSERTO LA DIVINA PROVVIDENZA n. 3 - 2015 17 Milano 2015 EXPO a margine di coltivare e custodire la terra seguendo le orme di Don Guanella Pian di Spagna (Sondrio) 18 don Guanella. Tra l’altro vi si legge: «Il Patronato cattolico di Olonio San Salvatore, ha per iscopo il miglioramento intellettuale, morale ed economico della colonia e dell’intero Pian di Spagna. Il Patronato assume l’obbligo: ◆◆ di procurare ai contadini libertà di adempiere le proprie obbligazioni religiose, morali e civili. Di favorire i buoni rapporti fra padroni e lavoratori; ◆◆ di invocare anche con mezzi legali provvedimenti utili agli agricoltori; ◆◆ di impegnarsi a procurare lavoro ai disoccupati, e invocare la protezione delle società cattoliche per quei soci che intendessero emigrare; ◆◆ di procurare l’impianto di Casse rurali, di cooperative di consumo e di lavoro, e promuovere il mutuo soccorso contro gli infortuni; ◆◆ di dare agli agricoltori nozioni e consigli per rendere produttivo il terreno».27 Inoltre don Guanella, con la bonifica del Pian di Spagna, «si proponeva di creare, grazie alla bonifica, un ambiente adatto per offrire ai contadi- LA DIVINA PROVVIDENZA n. 3 - 2015 INSERTO parano il sistema di Abbozzo di Statuto del Patronato Agricolo agricoltura di Olonio S. Salvatore che triplicherà i prodotti della terra. Nella scuola alle lezioni teoriche, vanno di pari passo le lezioni pratiche, che gli studenti prendono ogni giorno nel lavoro del campo. L’attività prodigiosa ed intelligente, del venerando apostolo dell’agricoltura a Sistema Solari, e il bene che ne deriva alla patria nostra ed ai nostri fratelli, involga molte persone di buon cuore a cooperare perché questo sistema razionale si estenda in molte terre e dia pane a chi non ne ha».25 Volendo analizzare più da vicino l’esperienza di don Guanella nell’impianto e sviluppo della Colonia agricola del Pian di Spagna, una vasta area paludosa che si estendeva alla confluenza dell’Adda con la Mera tra le provincie di Como e Sondrio, si possono evidenziare alcune caratteristiche del lavoro compiuto. Un aspetto fondamentale è il risvolto sociale: dare lavoro ai contadini e con il lavoro, dare pane, dignità e libertà. Ciò risulta chiaro nell’Abbozzo di Statuto del Patronato Agricolo di Nuova Olonio S. Salvatore - Pian di Spagna26, promosso dallo stesso INSERTO SPECIALE ni ospitalità sicura e stabile […]. Voleva contribuire a porre un freno all’emigrazione “dei molti emigranti per le Americhe, che le sue provincie di Sondrio e Como veggono partire annualmente”. Questo, in modo particolare, venne sottolineato da un giornale attento ai problemi economici e sociali, Il Movimento Agricolo che scrisse: “Per diminuire l’emigrazione dei nostri poveri contadini colpiti dall’indigenza, si è costituito un comitato che formerà una colonia agricola nel Piano di Spagna”28». Il lavoro come occasione di promozione umana IL LAVORO AGRICOLO come terapia per la riabilitazione della persona disabile D L’istruzione agraria entra nelle finalità delle Colonie agricole on Guanella voleva che oltre al lavoro, fosse promossa anche l’istruzione agricola dei coloni, con opportune attività didattiche attraverso lezioni teoriche e pratiche. Non un puro lavoro materiale dunque, ma un lavoro intelligente quale si conviene all’uomo. L’istruzione agraria dunque rientrava nella finalità della Colonia. «Il 27-28 ottobre 1901 si tenne alla colonia un convegno di studio, con la partecipazione di sacerdoti e laici, esponenti di varie organizzazioni cattoliche. Tra gli interventi vennero segnalati quel- INSERTO LA DIVINA PROVVIDENZA n. 3 - 2015 19 20 Don Guanella delle nuvole, del prato... quantità e varietà di luci, di colori, di suoni, e di forme colpiscono e affinano i vari sensi, e costituiscono il materiale di cui l’educatore si serve per la loro educazione. Gli adolescenti disadattati attraversano una fase in cui possono prendere coscienza del mondo esterno, perché incominciano a percepire le dimensioni del tempo e dello spazio, pur nei loro limiti. Ebbene, l’attività agricola favorisce tali percezioni»33. E Agostino Gemelli gliene rese pubblicamente merito, esaminando la sua opera come sacerdote e come medico. Come medico, la qualificò una delle più ardite conquiste della scienza e della carità. «Egli raccoglie, infatti, quelle creature che la stessa scienza rifiuta perché non vede in esse la possibilità dì sviluppare delle attività spirituali, e le raccoglie, anzi, talvolta contro le stesse pretese di una certa scienza che reputa una simile opera sterile e vana. Ma, condotto così dall’amore del prossimo, Don Guanella, umilmente e semplicemente, supera tutte le pregiudiziali orgogliose degli uomini, e accogliendo i rifiuti, non solo adempie una missione dì fede e di civiltà, ma riesce ad ottenere risultati che gli stessi psichiatri non avrebbero atteso. Di due strumenti pos- LA DIVINA PROVVIDENZA n. 3 - 2015 INSERTO Milano 2015 EXPO a margine di lo di Don Carlo Molteni, diretto a stimolare l’impegno del clero nello studio dei problemi agricoli, e quello del direttore dell’Istituto salesiano di Sondrio, Don Capra, che illustrò il programma della scuola agraria funzionante presso il suo istituto. A conclusione dei lavori si deliberò di preparare un programma di scuola agraria che servisse da modello per iniziative pratiche»29. È bene ricordare qui il rilievo che don Guanella dava al lavoro agricolo per l’occupazione e la riabilitazione dei“buoni figli”, ai quali riservava i lavori meno impegnativi, più leggeri e facili. «Allo scopo di riabilitare i propri ricoverati, l’Istituto si occupa pure di colonie agricole secondo l’indirizzo nuovo di agricoltura»30. Don Guanella propone alle persone più “fragili” non tanto un metodo, quanto uno stile di vita, frutto della sua attenzione intensa verso di loro, intuendone i bisogni e le possibilità di riabilitazione. Come ebbero a spiegare i biografi Tamborini e Preatoni: «Egli li amava prima di tutto, poi li stimava per quello che valgono, al cospetto della fede; infine, metteva in azione le loro risorse. Pensò quindi di procurare loro una soddisfazione, togliendoli dall’ozio, con l’assegnarli al lavoro, mettendoli in gara di fatiche; nulla di meglio per essi, quasi tutti provenienti dalla terra, che ridonarli alla terra. Scelse come vasta palestra di quel nuovo tentativo di riabilitare latenti o assopite energie, una vasta estensione del Pian di Spagna, da bonificare»31. Don Guanella seppe fare del lavoro manuale, in particolare di quello in campagna, uno strumento di terapia riabilitativa, anticipando per intuizione ciò che oggi si conosce perché frutto di accurati studi e riflessioni di esperti pedagogisti32. «Il contatto con la natura permette di poter percepire dal vero le varie sensazioni: ruvidità e scabrosità di superfici; caldo e freddo; pesante e leggero; grande e piccolo; nonché i colori del cielo, coltivare e custodire la terra seguendo le orme di INSERTO SPECIALE senti di lotta egli sì giova contro la inferiorità desolante di queste povere creature, della fede e del lavoro; riesce in esse a suscitare le commozioni della preghiera e a conferire la dignità del lavoro; in forme rudimentali quanto sì vuole, ma in modo tale, sempre, che su questi “rifiuti” rifulga un raggio di vita»34. Conclusioni ga evangelizzazione e promozione umana. Aprono luoghi di assistenza (ospedali, ricoveri, luoghi per disabili), indirizzati a bisogni che lo Stato trascura, testimoniando non solo una frontiera della carità, ma anche un profetico rispetto per la vita, Casa Divina Provvidenza, Como : il ricovero per anziani agli inizi del ‘900 e una stima per il mistero della sofferenza. Promuovono Casse on Luigi Guanella si tro- rurali, Colonie, Società operaie, va ad essere sacerdote Scuole serali e professionali, in un periodo di grandi Cooperative di consumo e di mutamenti politici, sociali, cul- produzione, forme di assistenturali. za nelle necessità dell’emigra«Alla fine degli anni ’70-’90 si zione. Don Guanella sarà uno afferma un nuovo modello di di questi. Scriveva nel 1896 su sacerdote e di presenza pasto- La Divina Provvidenza: «Uscite, rale, che pur conservando ele- signori, uscite dal Santuario; menti ancora validi del modello siate di chiesa, ma non vi state antico, ne assume anche di ra- tutto il giorno! […] il mondo una dicalmente nuovi, che tengono volta veniva a noi, ora ci volge le il passo col veloce modificarsi spalle: una volta non avevamo della realtà socio-economica e che da stare al nostro posto; ma adesso conviene muoverculturale»35. Sono preti diocesani che pre- si, uscire dalla sacrestia sotto figurano una nuova forma di pena di restare in una colpevopastorale. Non dimenticano i le ed inonorata solitudine. A noi sacri misteri, ma vogliono par- ora è detto: “Uscite prontamentire dall’uomo, specialmente te, scorrete le vie e le pubbliche sofferente. Entrano nel sociale piazze, le strade e i campi, chiaperché sentono tale impegno mate i poveri, gli zoppi, i ciechi, come un aspetto necessario e costringeteli ad entrare” (Lc della loro “missione” che coniu- 14). Osserverà alcuno: “Ma noi D INSERTO LA DIVINA PROVVIDENZA n. 3 - 2015 abbiamo i nostri pulpiti, i nostri confessionali; vengano dunque i popoli dove noi siamo per dovere del nostro ufficio!”. E se non vengono, se la voce della campana, invece di attirarli, sembra farli fuggire resteremmo noi spettatori indifferenti di questa deplorabile diserzione, scuotendo la polvere dei nostri piedi e gettando dietro loro le parole di Geremia: “Quelli che vogliono andare alla morte, se ne vadano?”»36. Alieno da un meschino filantropismo, che bollava come «falsa moneta della carità»37, don Guanella sarà il samaritano che coniuga la “carità evangelica” nelle forme richieste dai tempi, sarà un prete di frontiera, caratterizzato dall’apertura verso il sociale in tutti i suoi aspetti, dall’istruzione, alla formazione professionale e agricola, alla cura dei malati, all’assistenza dei lavoratori. Le “sante industrie” che proporrà saranno ben lontane dall’elemosina tradizionale. Richiederanno coraggio, inventiva, competenze tecniche38. Il bene doveva essere fatto bene. ❑ 21 Milano 2015 a margine di EXPO Gli inizi della Colonia agricola del di SILVIA FASANA coltivare e custodire la terra seguendo le orme di PIAN DI SPAGNA Don Guanella Valli Adda e Mera e Pian di Spagna L a storia di Nuova Olonio inizia come un vago presentimento del giovane Luigi Guanella, quando, nei suoi viaggi da e verso Fraciscio «per venire a studio in Como e traversava le lande e steppe del Pian di Spagna, non sapeva capacitarsi come si lasciasse incolto sì vasto terreno, mentre sui suoi monti si coltiva anche una spanna sopra una roccia per ricavarne poco più di una manata di fieno»39. Anche successivamente, «Presentimento o non presentimento, un giorno che da Bene Vagienna veniva con lunga passeggiata cogli scolari del collegio dei Salesiani di Trinità, di cui era rettore, aveva in mente il Pian di Spagna fisso fisso, e chiaro chiaro come un giorno là si sarebbe fatta una fondazione»40. Passando da Pianello o da Musso «guardava al Pian di Spagna con certa attrattiva»41. Il 28 luglio 1900 don Luigi acquistava la Castella, «l’Osteriaccia […], un vero sitaccio infame»42, di proprietà di Gaudenzio Tavasci43 «con terreno La Castella acquistata da don Guanella erbivo annesso e con altre steppe della famiglia Oreggioni e dei signori Balatti, e dei cosiddetti Bergamaschini, mediante contratto rogito Bettiga»44; ne entrava in possesso il 29 settembre dello stesso anno. La Castella, «dove ai miei tempi il fiume Adda entrava nel lago di Mezzola»45, era un edificio che in passato aveva svolto diverse mansioni: stazione dei traghetti, osteria fornita di stanze per i viaggiatori, centro per la riscossione dei tributi dovuti ai traghettanti, luogo di sosta e di riparo. Questa costituì il primo nucleo attorno al quale ebbe inizio e si sviluppò la Casa “Madonna del Lavoro” e il nuovo villaggio che assunse il nome di Nuova Olonio. «Si domanderà: “Come incominciarono i lavori? Come si proseguirono?”. La risposta è storica. Un giorno don Guanella approda a Colico con una dozzina di ricoverati che chiamava buoni figli e li aiutava a salire sopra un carro preparato, e via fra le risa di quei di Colico che strabiliava- 22 LA DIVINA PROVVIDENZA n. 3 - 2015 INSERTO La Castella e il villaggio di Nuova Olonio nel tempo sono cresciuti INSERTO SPECIALE Lavori di bonifica del Pian di Spagna Nuova Olonio e Casa Madonna del Lavoro Medaglia d’oro a don Guanella dalla Deputazione Provinciale di Como nel 1915 no. Ma avevano una buona guida nel Servo della Carità sacerdote Luigi Bravi, il quale sapeva farsi amare ed obbedire insieme. Si trattava di appianare collinette di sabbia per riempire delle paludi e mettere in disparte la terra vegetale - humus - a stendervi sopra quasi concime prezioso. Si chiamarono poi lavoratori veneti abilissimi in tali lavori e così si ridusse a prato, a campo, a vite, a gelsi, una spianata di steppe per una estensione di cinquecento pertiche locali. Il locale abitazione si estese per circa cinquanta persone, e stalle e fienili per oltre trenta bovine. […] Mano a mano, in ogni anno si fabbricano all’ingiro delle abitazioni. Sono famiglie della vicina borgatella di Verceia, la quale minaccia subbisso per continue minacciose frane dall’alto dei monti. Sono famiglie della sponda destra dell’Adda sino a Mello, le quali apprendono che è guadagno miserabile discendere da molti chilometri dall’alto per lavorare poche ore in piano impoverendolo sempre con portar via la sera il carico di legna, di strame, di letame che un asinello stecchito può portare»46. «E come si stava poi a denaro per i pagamenti? Denari non se ne aveva mai o quasi, ma i lavoratori venivano a gara e no n si trovò alcuno che si lamentasse di non essere stato pagato esattamente. Chi pagava dunque? Non è dubbio. Le migliaia di lire venivano giù da sopra le tegole della casa e chi le mandava era sempre la divina Provvidenza»47. Nel 1905 il Ministro di Agricoltura, Industria e Commercio del Regno d’Italia conferiva a don Guanella un attestato e una medaglia d’argento per «lavori di colmata artificiale e di bonificazione agraria» nel Pian di Spagna; a sua volta la Deputazione Provinciale (ora Provincia) di Como, con delibera del 24 giugno 1915, conferiva a don Guanella una medaglia d’oro per le sue «cospicue benemerenze filantropiche»48. «La nostra Provincia […], non può quindi rimanere insensibile di fronte all’opera civile e proficua del valoroso Sacerdote il quale trae dal lavoro compiuto e dalle sue ulteriori aspirazioni ragione e titolo alla pubblica gratitudine»49. Oggi queste medaglie sono conservate presso il museo “Don Luigi Guanella” di Como. Castella e villaggio nel tempo sono cresciuti, diventando due realtà autonome: rispettivamente la Casa “Madonna del Lavoro” e la Nuova Olonio, riunite nell’unica comunità ecclesiale della parrocchia del SS. Salvatore. ❑ INSERTO LA DIVINA PROVVIDENZA n. 3 - 2015 23 Milano 2015 Don Guanella 1 Cfr. L. Guanella, Le vie della Provvidenza. Autobiografia di un santo (in seguito VdP), Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 2011, 32: «Luigi discendeva tutto in sudore con un carico di strame dalla valle cosiddetta di Calcagnolo». 2 L. Guanella, VdP, o. c., 33. 3 Cfr. Notizie chiavennasche del primo decennio del 1800. Scritto anonimo del sec. XIX presentato e annotato da don Peppino Cerfoglia, Raccolta di studi storici sulla Valchiavenna, I, Sondrio 1960, 19 e nota 29. Da questo testo risulta che gli alpeggi dell’Angeloga (come quelli dello Spluga) erano a quei tempi i più vasti della Valle, di complessivamente 2900 “vaccate” e 600 pecore o capre. La “vaccata” è un’unità di misura di consumo di superficie, che indica la porzione di pascolo necessaria per una bestia di allevamento nella stagione estiva. Non si trattava di una misura fissa, ma variabile in rapporto alla qualità del terreni. 4 L. Guanella, VdP, o. c., 51. 5 L. Guanella, Lettere circolari ai Servi della Carità, XXII, Como, 20 ottobre 1913, in Scritti per le Congregazioni, IV, Centro Studi Guanelliani Roma, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1988, 1411. 6 L. Mazzucchi, Una data, LDP, giugno 1915, 85. 7 L. Guanella, VdP, o. c., 26. 8 Positio super introductione causae, o. c., Summarium N. II, 58, teste L. Mazzucchi. 9 L. Guanella, Lettera a mons. P. Carsana, Pianello del Lario 19 marzo 1885, E 3311. 10 La colonia agricola, LDP, maggio 1900, 39. 11 L. Guanella, Alla onorevole Deputazione Provinciale di Como, 25 aprile 1915, Archivio Storico Guanelliano Como, IX K/12. 12 L. Guanella, VdP, o. c., 52 13 P. Buzzetti, Le chiese nel territorio della antica comunità di Piuro, Lito-Tip. A. Volta, Como 1921, 130. 14 L. Mazzucchi, La vita, lo spirito e le opere di don Luigi Guanella, 1920, Riproduzione anastatica, Editrice Nuove Frontiere, Roma 1999, 301. 15 L. Guanella, Colonia agricola cattolica nel Pian di Spagna sopra Colico. Salviamo il contadino!, LDP, aprile 1900, 30-31. 16 L. Guanella, L’agronomia, La Divina Provvidenza, novembre 1901, 81. 17 L. Guanella, Fra clero e popolo, La Divina Provvidenza, marzo 1908, 47-48 18 L. Guanella, Eccolo il Signore! Nozioni agricolo-morali, manoscritto autografo, Archivio Storico Guanelliano Como, IV, c’’, 5. 19 L. Guanella, Pensieri malinconici, La Divina Provvidenza, settembre 1905, 132s. 20 L. Mazzucchi, Fragmenta vitae et dictorum sac. Aloysii Guanella, XVII, 25 agosto 1913, Archivio Storico Guanelliano Como, VIIa, 2. 21 Cfr. L Guanella, Regolamento dei Servi della Carità, 1905, in Scritti per le Congregazioni, IV, Centro Studi Guanelliani Roma, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1988, 1170-171. 22 L. Guanella, Regolamento dei Servi della Carità, 1905, o. c., 1170. 23 L. Guanella, Regolamento dei Servi della Carità, 1905, o. c., 1171. 24 L. Guanella, Lettere circolari ai Servi della Carità, in Scritti per le Congregazioni, IV, Centro Studi Guanelliani Roma, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1988, 1373, 5. 25 L. Guanella, Col sudore della fronte, La Divina Provvidenza, giugno 1903, 46-47 26 Abbozzo di Statuto del Patronato Agricolo di Olonio S. Salvatore - Pian di Spagna, LDP, maggio 1901, 39-40. 27 Abbozzo di Statuto del Patronato Agricolo di Olonio S. Salvatore - Pian di Spagna, LDP, maggio 1901, 39. 28 A. Robbiati, Le colonie agricole: il caso di San Salvatore in Piano di Spagna [1900-1915], in L’opera di don Luigi Guanella. Le origini e gli sviluppi nell’area lombarda, Amministrazione Provinciale di Como, Como 1988, 175; cit. Per una colonia agricola, in Il movimento agricolo, 1900, 27 aprile. 29 P. B[uzzetti], Adunata agricola alla colonia di Olonio San Salvatore, La Divina Provvidenza, novembre 1902, 81-82. Si tratta di iniziative corrispondenti alle direttive dettate dallo stesso don Guanella. 30 L. Guanella, Regolamento dei Servi della Carità, 1905, o. c., 1110. 31 A. Tamborini, G. Preatoni, Il Servo della Carità Beato Luigi Guanella, Editrice Àncora, Milano 1964, 279. 32 Cfr. M. Carrozzino, Don Guanella Educatore, Nuove Frontiere, Roma 1982, 139. 33 G. Pravettoni, Il lavoro agricolo per lo sviluppo della personalità totale dell’adolescente meno dotato, Servire, 1 Trimestre 1975, 10. 34 L. Mazzucchi, La vita…, o. c., 560. 35 Cfr. X. Toscani, Il mondo ecclesiastico e la società locale, in L’opera di don Luigi Guanella. Le origini e gli sviluppi nell’area lombarda, Amministrazione Provinciale di Como, Como 1988, 86 e ss. 36 L. Guanella, L’idea cattolica, La Divina Provvidenza, febbraio1896, 11. 37 L. Guanella, Un fiore di riviera, in Scritti morali e catechistici, Centro Studi Guanelliani, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1999, 839. 38 G. Rumi, Spiritualità e impegno di don Luigi Guanella, in L’Opera di Don Luigi Guanella…, o. c., 64. 39 L. Guanella, Brevi cenni storici intorno all’Istituto ed alle Opere dei Servi della Carità, manoscritto, Archivio Storico Guanelliano Como, Bozzetto 7. 40 L. Guanella, VdP, o. c., 96. 41 L. Guanella, VdP, o. c., 96. 42 G. Tam, Appunti di reminiscenze circa D. Luigi Guanella, manoscritto, Archivio Storico Guanelliano Como. 43 Cfr. P. Bellesini, Una cara pagina di ricordi personali su Don Luigi Guanella alla vigilia di una inaugurazione al Pian di Spagna, in LDP, settembre 1943, 55: «Era costui un vecchio solitario di quella landa abbandonata. Non era molto avanzato negli anni; ma il suo volto emaciato dalla malaria gli dava l’aspetto di una decadenza precoce. Pur tuttavia amava il suo nido, che spesso dava ricetto ai cacciatori in caso di maltempo o di ristoro». 44 L. Guanella, VdP, o. c., 97. 45 L. Guanella, VdP, o. c., 97. In realtà la situazione era stata tale fino ai lavori di rettifica dell’ultimo tratto del corso dell’Adda, operata tra il 1845 ed il 1858 sotto la dominazione austriaca. 46 L. Guanella, VdP, o. c., 100-102. 47 L. Guanella, VdP, o. c., 101. 48 Cfr. A. Robbiati, Le colonie agricole: il caso di San Salvatore in Pian di Spagna (1900-1915), in L’Opera di don Luigi Guanella. Le origini e gli sviluppi nell’area lombarda, Amministrazione Provinciale di Como, Como 1988, 187. 49 Onorificenze, in La Divina Provvidenza, agosto 1915, 115. LA DIVINA PROVVIDENZA n. 3 - 2015 INSERTO 24 EXPO a margine di «Si aiutino pure le industrie, ma per carità non si trascuri l’agricoltura e si profitti degli studi antichi e recenti sui modi opportuni di concimare e di far fruttare la terra, ponendo il contadino sotto la direzione illuminata di agronomi sperimentati, credenti e di buona volontà» coltivare e custodire la terra seguendo le orme di Grazie, don Guanella! NELLE PERIFERIE DEL MONDO LA DIVINA PROVVIDENZA N. 2 - 2015 « La generosità dei nostri BENEFATTORI » Credilo: quello che benedice il cibo e che arricchisce la casa è il lavoro e l’elemosina. GRAZIE RICEVUTE Frigerio Ernesta di Eupilio ha offerto € 20,00 per grazia ricevuta; Gusmeroli Beniamino ha offerto € 200,00 per grazia ricevuta. ATTI DI BONTÀ Rusconi Franca di Veniano ha offerto € 200,00; Panzeri Gaetano di Oggiono € 150,00; Cavallaro Giuseppina di Sant’Agata di Militello € 200,00; De Carli – Giannini Antonietta di Minusio €190,87; Colombo Giancarlo di Seregno € 250,00; Grella – Riva Irma e Diletta di Triuggio € 400,00; Fametti Nella di Casteggio € 200,00 per i bimbi delle Missioni; Lazzati Luigi di Monza € 193,00 per il progetto 14; Sala Marilena di Como € 200,00 per il progetto 13 e € 800,00 come offerta; Suriano Paola, Maria e Domenico di Como € 600,00 per il progetto 13; Longa elsa di Como € 200,00; N.N. di Rovellasca € 300,00; Mascetti Alberto di Como € 1000,00; SAN LUIGI GUANELLA, Radaelli Simone di Carate Brianza € 200,00 per il prgetto 13; Opera Omnia, vol. III, pag. 510 Sangregorio Carla, di Saronno € 208,00 per il progetto 13; Crippa Maria di Como € 200,00; Nespoli Luca di Castel San Pietro € 120,00; Botta Luigi di Como € 200,00 per il progetto 13; Tognali Dovilio di Como € 300,00 per il progetto 14; Novarese Alberto di Appiano Gentile € 1.000,00; Ragnoni Marina di Roma € 250,00; innanzitutto sostenendo spiritualmente con la vostra preziosa preghiera tutti i Orsenigo Daniele di Como € 200,00; Taiana Abbondio di Gironico suoi operatori; € 200,00. COME SI PUÒ AIUTARE LA CASA DIVINA PROVVIDENZA - OPERA DON GUANELLA inoltre, potendolo, impegnando parte del vostro tempo a vivere momenti di fraternità e di amicizia con i nostri anziani e sofferenti; offrendo per SS.Messe: € 12,00 (singola); € 500,00 (gregoriana) in più, contribuendo economicamente alla realizzazione di concreti progetti di bene, con l’offrire, ad esempio: € 50,00 per una giornata di pane; € 200,00 per collaborare a una borsa di studio per un ragazzo bisognoso; sovvenzionare altri progetti che vengono indicati in questa rivista; e in mille altri modi che il vostro buon cuore vi suggerirà. IMPORTANTE: L’ISTITUTO È ENTE GIURIDICO può quindi ricevere Donazioni e Lasciti testamentari (RR.DD. 2.7.1931 e 11.1.1932) Per evitare possibili contestazioni si consiglia: per DONAZIONI di denaro o di beni mobili e immobili, rivolgersi direttamente alla Direzione Casa Divina Provvidenza, Via Tommaso Grossi 18 - 22100 Como - telefono 031.296.711 - fax 031.296.898 - email: [email protected] per TESTAMENTI: se trattasi di Legati si può usare la seguente formula (per la validità scrivere a mano con penna): “Io … lascio alla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità, Opera don Guanella, per la Casa Divina Provvidenza in Como, a titolo di legato, la somma di euro ……………… o l’immobile sito in …………… (oppure) gli immobili siti in ……………” (luogo, data e firma leggibile per esteso). Se si vuol nominare la Casa Erede Universale, scrivere: “Io ………… annullando ogni mia precedente disposizione, nomino mio erede universale la Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità, Opera don Guanella, per la Casa Divina Provvidenza di Como” (luogo, data e firma leggibile per esteso). N.B. Consigliamo di depositare il testamento, scritto di propria mano, presso un notaio di fiducia. I TITOLARI DI REDDITO D’IMPRESA, siano persone fisiche o persone giuridi- che, possono dedurre dalla base imponibile rispettivamente dell’IRPEF o dell’IRPEG le offerte fatte a favore dell’Opera don Guanella fino al 2% (due per cento) del loro reddito (art. 65 comma 2 del DPR 22/12/1986, n.917) di cui si consegnerà regolare dichiarazione. OFFERTE: c/c postale IBAN IT87 T0760 11090 00000 0041 3229; inoltre bonifici bancari a queste coordinate: c/c Banca Popolare di Sondrio, ag. Como IV Ponte, IBAN IT23 V0569 61090 00000 09018X27 intestato a Casa Divina Provvidenza; anche online sul sito www.guanellacomo.it PIÙ GIORNATE DI PANE Longhi Silvio di Como ha offerto 2 gg di pane; Grandi Margherita di Menaggio 2 gg; Colli Mario di Grandate 3 gg; Albonico Mariella di Como 2 gg; Piscia Serafino di Cadrezzate 2 gg; Valtorta Elvina e Franca di Carugo 2 gg; Botta Luigi di Como 2 gg; Colombo Angelo di Nesso 2 gg; Bonanomi Giuseppe di Santa Maria Hoè 3 gg. UNA GIORNATA DI PANE Bernasconi Angelo di Como; Robbiani Emilio e Dina di Cucciago; Borselli don Francesco di Montalbano; Fasola Carla di San Fermo della Battaglia; Casagrande Sante di Cartura; Cribellati Rita di Cassine De’ Pecchi; Valli – Arrigoni Lina di Uggiate Trevano; Carletti Piera di Castenedolo; Minarchi Teresa di Cetraro; Favini Angela di Locate di Triulzo; Natale Lia di Sondrio; Vago Giuseppina di Fino Mornasco; Ostinelli Carlo e Angela di Como; Suriano Fortunato Pio di Como; Merloni Rosa di Grandola e Uniti; Curtoni Guido di Gerola Alta; Caglio Anna di Missaglia; Gandola Angela di Bellagio; Bradanini Rosalba di Valdidentro; Caspani Romilda di Como ; Fortina Armanda di Bareggio. BORSE DI STUDIO “FR. CARLO ELLI II”: Capuzzo Antonio di Monselice ha offerto € 200,00 - “DON MARIO BRUSA” - “DON LUIGI MARNATI” - “DON ROBERTO ISELLA” - “DOZIO MARIA BAMBINA” - “DON LUIGI ROCCA” I NOSTRI DEFUNTI BENEFATTORI: Garganico Enrica di Maslianico; Crippa Iolanda di Monza; Valsecchi Giuseppe di Molteno; Fumagalli Anna di Rovagnate; Lavelli Ambrogina di Lecco; Molteni Stefano di Seregno. CONFRATELLI: don Antonio Merlin. FAMILIARI DI CONFRATELLI: suor Imelda Simion, sorella di don Vincenzo e di don Pier Giorgio; EX ALLIEVI DEFUNTI: Ravizza Paolo di Barni. 25 SANTUARIO S. CUORE - 100 ANNI LA DIVINA PROVVIDENZA N.2 - 2015 www.sacrocuorecomo.it IL SANTUARIO del SACRO CUORE « Don Luigi portò sempre nell’anima sua l’ideale giocondo di un Santuario a quel Sacro Cuore, da cui emana, come raggio da sole, la santa fiamma della carità » di SILVIA FASANA FOTO La navata del Santuario Sacro Cuore in Como. Sullo sfondo la riproduzione del Calvario e dell’edicola del Santo Sepolcro NOTE 1 Cfr. Questioni e informazioni, V, in Charitas, n. 80, aprile 1943, 23. 2 Il Santuario S. Cuore e le Opere annesse erette in “Rettoria Parrocchiale”, in LDP, maggio 1968, 8. 3 Cfr. P. Promontorio, Relazione sull’avvenuta ristrutturazione del Santuario, in LDP, II trimestre 1986, 22-23-24. 26 Un atto di fede in un tempo di odio, di violenza e di morte I numerosi lavori eseguiti nel Santuario Sacro Cuore in Como dal 1942 al 2014 N el 1942 l’Opera Don Guanella celebrava il centenario della nascita del Fondatore e la sua causa di beatificazione stava procedendo abbastanza rapidamente, lasciando presagire una rapida conclusione favorevole. La festa però dovette essere contenuta a causa della guerra; nonostante ciò non si volle rinunciare ad assumere un impegno economico piuttosto rilevante per alcuni lavori nel Santuario. Fu un atto di fede e di speranza, perché sembrava necessario, in un tempo di odio, di violenza e di morte, far risuonare alta una voce un richiamo di bontà, di amore e di pace, invocando ancora il Cuore di Cristo per la riconciliazione dell’umanità intera. Il 15 giugno 1942 cominciarono i lavori per uniformare la parte originaria del santuario con quella aggiunta nel 1914, dato l’accentuato contrasto architettonico esistente; la direzione fu affidata all’architetto Umberto Del Corno di Milano. La parte anteriore fu sopraelevata a livello di quella più recente; la sua vecchia copertura a volta fu demolita e sostituita da un pregevole soffitto a cassettoni eseguito dai falegnami della Casa in tavolame di abete della Valtellina, riproducendo il disegno di quello posteriore disegnato da Luigi Perrone del 1914. Fu rifatto il tetto, coprendolo con lastre ardesia della Valmalenco e sostituendo le vecchie capriate con nuove di rovere. Il vecchio organo in controfacciata venne rimosso. Le quattro cappelle laterali anteriori furono demolite e sostituite con nuove e più ampie, a volta, illuminate dall’alto per mezzo di lanterne. Le cappelle di sinistra, realizzate per prime, furono dedicate rispettivamente al Sacro Cuore, con la bella pala di Annibale Ticinese del 1945, e a San Giuseppe, con il grande quadro del Transito di San Giuseppe del 1944, ritoccato poi da Carlo Cocquio nel 1955, copia dell’originale di Ettore Ballerini che ornava l’abside della chiesa di S. Giuseppe al Trionfale in Roma. Le cappelle di destra invece furono dedicate rispettivamente a Sant’Antonio di Padova, poi abbellita con il quadro del Santo dipinto da Carlo Coquio (1954) e alla Madonna di Lourdes, poi adornata con la grandiosa LA DIVINA PROVVIDENZA N. 3 - 2015 SANTUARIO S. CUORE - 100 ANNI Altare con l’urna di don Guanella nel 1964 pala lignea eseguita da Vincenzo Moroder (1954) e ora collocata all’esterno dell’ingresso destro del Santuario. Durante i lavori iniziati nel 1942 e proseguiti fino al 1944 fu rifatta anche la facciata del Santuario, in marmo di Musso, ispirata alle linee del Duomo di Como. Fu fatta precedere da un semplice porticato a tre arcate; al centro venne realizzato un grandioso portale marmoreo impreziosito da un ciclo di altorilievi, opera di Vitaliano Marchini nel 1943, raffiguranti alcune figure di Santi a cui don Guanella era particolarmente devoto o a cui era legato da vincolo personale di amicizia. Alla sommità del timpano fu posta una statua del Sacro Cuore sempre in marmo di Musso e opera anch’essa di Vitaliano Marchini, alta 2,5 metri e pesante circa 35 quintali. Il 22 gennaio 1943 il Capitolo della basilica di S. Pietro in Vaticano aggregava alla stessa il santuario facendolo partecipe delle indulgenze annesse1. Il vescovo Felice Bonomini, con decreto del 10 maggio 1968, stabiliva che «Le Case “Divina Provvidenza e di Santa Marcellina” in Como via T. Grossi, con le opere e i ricoveri annessi, sono sottratte dalla giurisdizione del Parroco “pro tempore” di Sant’Orsola e affidate al Superiore “pro tempore” della Casa Divina Provvidenza, nella qualità di Cappellano Curato, nominato dai Superiori Religiosi ed approvato dal Vescovo a norma dei sacri canoni»2. Nel 1964, in occasione della beatificazione di don Guanella, nella cappella sinistra del transetto, originariamente dedicata all’apparizione del Sacro Cuore a Santa Margherita Alacoque, venne eretto l’altare del nuovo Beato ad opera dell’architetto Giuseppe Martinenghi, nel quale trovò solenne collocazione l’urna con le spoglie del Fondatore, ornata da sculture di Emilio Monti. Successivi interventi in Santuario furono effettuati nel 1985-1986, in occasione del centenario della Casa “Divina Provvidenza”, per l’adeguamento alle nuove esigenze liturgiche post conciliari e per una maggiore armonia e unità artistica, sotto la direzione dell’architetto Pellegro Promontorio e la supervisione del geometra Martino Fontana. Venne ridisegnata l’area presbiteriale, con il rifacimento dell’altare maggiore, del leggio e del portaceri con fioriera. Le cappelle della navata anteriore furono ridotte a due (quella della Madonna e Santi della carità a sinistra e quella di San Giuseppe a destra) e semplificate dal punto di vista devozionale ed artistico; si venivano a creare così due ingressi laterali indiretti. La cappella di destra del transetto fu invece rimaneggiata per accogliere l’Eucarestia e dedicata al Sacro Cuore; fu realizzata anche una nuova cappella invernale sul lato sinistro del presbiterio, dedicata alla Sacra Famiglia3. Il 17 maggio 1986, a lavori ultimati, il vescovo Teresio Ferraroni celebrò il solenne Rito di Dedicazione (ricordato da una lapide sulla facciata a fianco dell’ingresso) e consacrò il nuovo altare maggiore. Lo stemma di mons. Ferraroni, insieme a quello di Giovanni Paolo II, Papa regnante negli anni dell’ultima ristrutturazione del Santuario, sono stati dipinti rispettivamente a sinistra e a destra dell’arco trionfale da Torildo Conconi. Nel 1991, a seguito della beatificazione di suor Chiara Bosatta, venne risistemata ulteriormente la cappella di sinistra della navata posteriore per accogliere le spoglie della discepola accanto a quelle del Fondatore nel nuovo maestoso altare su progetto dell’architetto Pellegro Promontorio. Nel corso del 2005, in occasione del quarantesimo anniversario della beatificazione di don Luigi Guanella, sono stati effettuati diversi piccoli interventi finalizzati a rilanciare il patrimonio spirituale, storico e artistico del Santuario e nel 2011-2012 in occasione della canonizzazione, sono stati messi in atto ulteriori lavori di restauro e riqualificazione, oltre alla posa dei dipinti di Mario Bogani raffiguranti le Opere di Misericordia Corporale e Spirituale e la Gloria di San Luigi Guanella, delle nuove vetrate nella parte anteriore del Santuario e del nuovo organo. Infine, nel 2014, per l’inizio dell’anno centenario della nascita al cielo del Santo, sono stati posati nel Santuario un grande pannello a destra dell’ingresso principale e nuove schede su supporti in plexiglas che illustrano i singoli particolari artistici e il loro significato devozionale. 27 FAMIGLIA E SOCIETÀ LE FAMIGLIE LA DIVINA PROVVIDENZA N.3 - 2015 delle persone con DISABILITÀ INTELLETTIVA di VITTORE MARIANI presidente nazionale Movimento Laicale Guanelliano Q uando parliamo di famiglie, non possiamo dimenticare le famiglie delle persone con disabilità, specialmente con disabilità intellettiva. Esse si trovano in una condizione particolarmente impegnativa perché, per la gran parte dei casi, a causa dell’impossibilità a progettare la propria vita, pur magari acquisendo anche buone autonomie nel quotidiano: ◆◆ il figlio disabile intellettivo rimarrà per tutta la vita in qualche modo e misura, in base alla gravità, in una condizione di dipendenza; ◆◆ l’accompagnamento educativo sarà di conseguenza permanente; ◆◆ finito il periodo scolastico, pochi disabili troveranno di fatto un inserimento lavorativo e per molti si dovrà cercare la collocazione in un centro diurno apposito, con attività occupazionali e ludiche; ◆◆ grande è la preoccupazione per il “Dopo di noi”, cioè per il destino del disabile dopo l’uscita di scena dei genitori. Possono essere importanti come aiuto alle famiglie: ◆◆ la consulenza psicologica e pedagogica ai genitori fin dalla scoperta della disabilità; ◆◆ l’educatore a domicilio e specialisti all’occorrenza (fisioterapista, logopedista...); ◆◆ l’integrazione a scuola; ◆◆ l’inserimento nella comunità ecclesiale, a partire dall’oratorio; ◆◆ il far parte di un’Associazione di famiglie di disabili1; ◆◆ l’orientamento post scolastico, con un lavoro di rete funzionante; ◆◆ centri diurni e residenziali per gli adulti, con chiara e preminente impostazione educativa (l’Opera Don Guanella promuove e gestisce diversi centri). 28 La seguente testimonianza di mamma Franca, in occasione della morte del figlio con disabilità, è particolare, ma ci dice molte cose sull’essenziale nelle relazioni e nell’accompagnamento educativo delle persone con disabilità intellettiva in famiglia2. RICORDO DI GIOVANNI M i è stato chiesto di parlare di Giovanni, di questa esperienza vissuta dalla mia famiglia. È difficile riuscire a spiegare quello che Giovanni è stato per noi; è una cosa che si prova dentro, un cambiamento che ci ha permesso di vedere le cose in modo completamente diverso da come eravamo abituati a vederle e che ci ha fatto capire ciò che più vale nella vita e ciò di cui si può fare a meno. Il nostro percorso con Giovanni è iniziato il 3.7.1998 alle cinque di mattina. Eravamo felici (...). Ma non ossigena bene e viene trasferito all’ospedale di Lecco. Solo il medico di Lecco ci dirà la verità: il bambino è Down e ha una malformazione cardiaca. Non ci sembrava possibile che fosse capitato a noi dato che fra i parenti non abbiamo conoscenza di qualcuno con disabilità. Ma lo sconforto è durato poco: era nostro figlio e a noi sembrava bellissimo con il suo faccino rotondo e rilassato. Quando lo abbiamo detto alle sorelle, che allora avevano 15 e 12 anni, la loro reazione è stata: “E allora? È nostro fratello e gli vogliamo già bene”. Da allora che fosse Down non ci importava proprio, però eravamo preoccupati per la sua salute. (...) LA DIVINA PROVVIDENZA N. 3 - 2015 FAMIGLIA E SOCIETÀ Quando, a 16 mesi, per la terza volta viene sottoposto a intervento a cuore aperto, Giovanni pesa solo 6 kg. (…) Il giorno dopo la terza operazione ha un arresto cardiaco che lascerà, come conseguenza, qualche problema neurologico ma soprattutto problemi al nervo ottico e lesioni celebrali nella zona preposta alla visione. A causa dei problemi visivi sempre in peggioramento, col tempo Giovanni è diventato cieco. Dopo aver perso anche il secondo occhio un pomeriggio gli ho detto: “Amore mio, i tuoi occhietti si sono ammalati e non vogliono più vedere. Non importa, dai. Ci puoi sentire e se ci chiami veniamo subito da te, puoi toccare le cose e riconoscerle lo stesso. E poi, per sentire la musica che ti piace tanto non ti servono gli occhi”. Lui mi ha sorriso, ha detto: “Si, mamma” e mi ha abbracciato. E ha continuato come prima, sempre contento e tranquillo. (...) Giovanni era un testone, non sempre riuscivo a fargli fare i compiti o la ginnastica. Bisogna dire però che abbiamo iniziato la fisioterapia quando aveva un mese e non abbiamo mai smesso. Oltre a questa c’erano esercizi di logopedia per il rinforzo dei muscoli facciali e per favorire il linguaggio, esercizi per la manualità e tutta la parte scolastica che, anche se per lui ridotta e facilitata, era comunque un impegno. Quando non ne poteva più entrava in sciopero, allora capivamo che dovevano rallentare e lasciarlo riposare. A chi gli chiedeva: “Come va Giovanni” lui rispondeva sempre: “Benissimo” anche se stava male o anche se lo avevo appena sgridato. (…) Giovanni non ha mai detto: “Voglio questo, voglio quello”. A Babbo Natale ha sempre chiesto dei cioccolatini o delle caramelle. L’unica richiesta diversa l’ha fatta due anni fa quando ha voluto un libro di barzellette a conferma del fatto che lui non voleva mai essere triste perché avrebbe voluto ridere sempre. Quest’anno ha dovuto affrontare la sua ultima prova; prova che è durata tre mesi di rianimazione. Durante il giorno gli leggevamo storie, ma più volentieri ascoltava musica e canzoni. Anche a casa, ogni giorno dopo i compiti o i vari esercizi riabilitativi, sentiva musica. A lui piaceva molto ed era lui a decidere cosa ascoltare fra le tante canzoni che abbiamo. (...) Adesso di difficoltà non ne ha più e dovrei essere serena, anche perché non ho più la paura del dopo di noi che hanno tutti i genitori con figli disabili (la paura che restino soli o finiscano in un istituto quando i genitori non riescono più a seguirli), ma il ricordo della sua sofferenza non mi dà pace. Abbiamo voluto per lui un funerale che sembrasse una festa perché lui lo avrebbe voluto così. Abbiamo chiesto di inserire nella messa i canti a lui preferiti e siamo sicuri di aver esaudito i suoi desideri (...). Da questa esperienza ho capito che i Down (…) quello che chiedono è di essere amati e di avere qualcuno a cui volere bene. Non so quante volte il mio Giovanni mi ha detto: “Mamma ti voglio tanto bene”. (…) Si è appagati non tanto nel vederli migliorare ma quando ci stringono a loro e ci abbracciano, riescono a trasmettere messaggi anche senza parlare.” __________________ 1 A Como, ad esempio, dal 1964 è ben presente l’ANFFAS . 2 Solo degli stralci. La testimonianza, comparsa per la prima volta sul bollettino parrocchiale di Grosio nel dicembre 2012, è riportata completa nel mio libro, per concessione di Franca Cassaghi: V. MARIANI, Disabilità intellettiva, Paoline, Milano, 2013, pp. 187-196. 29 PARTE TERZA Sentieri meditativi “Casa S. Maria della Provvidenza” Lora (Como): giardino con la grande magnolia e il tavolo di pietra dove don Guanella firmò l’atto di acquisto della ex-filanda che diventerà la Casa Madre delle sue Suore. Da Fraciscio a Como: cinque piccole oasi di ristoro in cui a cura di SILVIA FASANA assaporare dalla fonte viva delle parole di don Guanella un’acqua davvero preziosa per il cuore e lo spirito. Terminiamo in questo numero de “La Divina Provvidenza” la presentazione in dettaglio dei cinque sentieri meditativi realizzati sul territorio delle province di Como e Sondrio accanto al grande itinerario “Sui passi di don Luigi Guanella”. ➎➎ IL QUINTO SENTIERO MEDITATIVO Il quinto sentiero meditativo si snoda nel verde parco della Casa “Santa Maria della Provvidenza” di Lora, accanto alla grande magnolia, alla vasca di pesci rossi e al tavolo in pietra dove don Guanella firmò l’atto d’acquisto della ex-filanda che diventerà la Casa Madre delle sue suore. Il tema qui affrontato è «FARE UN PO’ DI BENE» - LA CARITÀ. Da Como infatti, don Guanella, con l’aiuto delle sue suore, dei suoi sacerdoti e degli amici laici, portò la sua incontenibile voglia di bene in molte parti d’Italia, in Svizzera e perfino in America. Gli spunti di meditazione sono: 30 ■■ 0) La migliore consolazione che si ■■ ■■ ■■ ■■ possa avere su questa terra è quella di fare un po’ di bene. 1) Ogni cristiano non può accontentarsi di pensare e provvedere unicamente per sé, ma deve pure pensare e provvedere al bene dei propri fratelli e soprattutto ai più bisognosi di aiuto corporale e spirituale. 2) Un cuore cristiano che crede e che sente non può passare davanti alle indigenze del povero senza soccorrervi. In questo si conosce che uno è vero seguace di Gesù Cristo, se ha carità per i poveri e per i sofferenti, nei quali è più viva l’immagine del Salvatore. 3) Tutti si educhino ad un vivo senso di compatimento verso i sofferenti, perché un cuore coscienzioso e compassionevole è un cuore buono che Dio benedice. 4) Tu compi un’opera di misericordia quando vieni coricando nel tuo cuore le infermità umane al fine di ■■ ■■ ■■ ■■ provvedervi. 5) Siate costantemente caritatevoli. Non parlo della carità di borsa: questa è per gli agiati e per i ricchi. Mi riferisco alla carità di persona, che può essere praticata da tutti, perché tutti possiamo fare qualche cosa per gli altri. La carità di persona consiste nel sapersi prestare volentieri e con amore ai bisogni degli altri. 6) Vi esorto ad esercitare dappertutto e sempre questa carità di persona: con le buone parole, i saggi consigli, i bei modi, la pazienza, il sacrificio, la dedizione, la piacevolezza... Allora noi formeremo una sola e vera famiglia. 7) Il fervente amore di Dio produce un caldo affetto di carità verso il prossimo, perché l’amore di Dio non si disgiunge dall’amore del prossimo. 8) Finirla non si può, finché vi sono poveri da ricoverare, bisogni a cui provvedere. SUI PASSI DI DON GUANELLA LA DIVINA PROVVIDENZA N. 3 - 2015 Vuoi trovare i sentieri meditativi in internet? Guarda il sito del percorso “Sui passi di don Guanella” indirizzo breve >> http://bit.ly/1Hs0zae il “Giardino del Merlo” A ccanto ai sentieri meditativi, ricordiamo un luogo che già di per sé è un’oasi di meditazione, molto cara a don Guanella: il “Giardino del Merlo”, ideato e realizzato tra il 1858 e il 1883 dal nobile Giovanni Manzi, in una posizione altamente panoramica sul Sasso di Musso, tra le rovine del complesso fortificato di Giangiacomo de’ Medici, detto il Medeghino (secolo XVI). Don Guanella, amico di Giovanni Manzi, scrisse le Memorie passate e presenti intorno alla Rocca di Musso. Impressioni del visitatore, pubblicate per la prima volta a puntate sul giornale comasco L’Ordine nel 1884, sottolineando l’importanza di visitare questo luogo «in veste di viandanti […] per approfondire il meglio dell’arte cristiana e della natura creata da Dio». «Da questa prospettiva l’occhio corre spontaneo a quelle vedute di zolle e di boschetti, di viali, di ponti, di zampilli. Case, caverne, gallerie formano un complesso così raro di bellezza del lavoro, della natura e dell’arte, che il visitatore se ne sta a modo di attonito. E quando lo sguardo vuol riposare, qui è l’orizzonte di un cielo limpidissimo che copre monte e valli, piani e acque in quantità» (L. Guanella, Memorie passate e presenti intorno alla Rocca di Musso. Impressioni del visitatore, 1884, 1913). IL GIARDINO DEL MERLO 1. Il Manzi, accanto a piante autoctone, ne aveva introdotte altre provenienti da tutto il mondo 2. Veduta parziale del giardino con la chiesetta di Santa Eufemia Mostrando una conoscenza botanica molto approfondita, don Guanella ne descrive le varie parti con le diverse piante presenti, per trarre da ognuna, e dal paesaggio circostante, un significato simbolico, un insegnamento morale. Sono pagine intrise di stupore e poesia: don Guanella sapeva vedere nella bellezza della natura la grandezza e la bontà di Dio. La Provincia “Sacro Cuore” dei Servi della Carità lo scorso anno, dopo un’accurata ricerca documentaria e bibliografica sul Giardino del Merlo e don Guanella, ha predisposto una cartina del Giardino con evidenziate le varie parti descritte dal Santo accompagnate da suoi brevi brani riguardanti gli specifici luoghi. ◆◆ CARTINA DEL GIARDINO ◆◆ IMPRESSIONI DEL VISITATORE http://bit.ly/1YeIdDq http://bit.ly/1Fi76aI Disponibile anche presso il Museo “Don Luigi Guanella” di Como e sul posto. Sul sito di Intratext trovate il testo di don Guanella “Memorie passate e presenti intorno alla Rocca di Musso”. CONTINUANO LE DONAZIONI PER LE CANNE DEL NUOVO ORGANO DEL SANTUARIO S. CUORE DI COMO IRMA E LUCIANO GRELLA (Redaelli Simone) - SILVIO BANFI (Sangregorio Carla) - SURIANO DOMENICO (Suriano Domenico) - WALLY (Colombo Ambrogina e Botta Luigi) - CARLA PIROVANO (N.N) - FAM. TAIANA 2 canne (Mariella e Franca) - DON ANGELO (N.N). Per un totale di € 1.600 per otto canne interne. Ci sono ancora 1312 canne senza nome. 31 al riparo da FURTI Progetto n. 18 Cosa c’è da rubare alla Casa Divina Provvidenza di Oran (Salta- Argentina)? Niente – dice don GABRIELE MORTIN (nella foto) - per il contesto di povertà in cui si vive: ma non è così per alcuni individui, probabilmente alienati dalla disperazione, dalla droga, dal vizio, dalla delinquenza. Tutto ciò che è asportabile è oggetto di furto... a qualcuno potrà servire! Questo crea ansietà e insicurezza. La mancanza di un muro di cinta per la sicurezza pregiudica la progettualità del “Techo Fraterno”, ove sono ospitati al mattino 50 ragazzini le cui famiglie sono in gravi necessità, una dozzina di giovani con sindrome di Down per tre pomeriggi alla settimana e una quindicina di anziani in stato di abbandono e isolamento. VUOI DARE UNA MANO ? Costo del muro di cinta: € 26.355. Notizie ulteriori in www.guanellacomo.it Vento libero di ANTONIO BONAVITA CASA DIVINA PROVVIDENZA OPERA DON GUANELLA - COMO Sentirsi vento libero che corre le oscurità del giorno e della notte, specchiarsi nel morire delle stelle se l’alba scioglie il buio e intanto il mondo riprende le sue forme, respirare la quiete attesa che anima il mattino e misurare quanto poca cosa è l’uomo che si affanna a scalpellare un futuro di vuota onnipotenza che illude e che non dura. Cermenate, 24 maggio 2008