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Dal Paradiso manderò Sentieri meditativi [3] Coltivare e custodire

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Dal Paradiso manderò Sentieri meditativi [3] Coltivare e custodire
una voce
della carità
Pubblicazione trimestrale fondata da San Luigi Guanella nel 1892 - Anno CXXIII - numero 3 - III Trimestre 2015
Periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione
dei Servi della Carità - Opera Don Guanella
2015
3
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pagina 4
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pagina 28
Dal Paradiso manderò ...
Famiglia e Società
Testimonianze sulla veridicità
della promessa di don Guanella
di inviare grazie dal Cielo.
Relazioni e accompagnamento
educativo in famiglia di una
persona disabile intellettiva.
‹‹
pagina
9
inserto
speciale
‹‹
pagina
30
Coltivare e custodire la terra
Sentieri meditativi [3]
La promozione dell’agricoltura
da parte di don Guanella per
migliorare il paese e la società.
Accanto al percoso “Sui passi
di don Guanella” da Fraciscio
(Sondrio) a Como, cinque sentieri con le parole del Santo.
Sommario
PERIODICO TRIMESTRALE
FONDATO DA
SAN LUIGI GUANELLA
Anno CXXIII
n. 3 - III trimestre 2015
LA DIVINA PROVVIDENZA
periodico edito dalla Provincia Italiana
della Congregazione dei Servi della Carità
Opera Don Guanella
»» La minestra di pietra
4
Direttore responsabile
Mario Carrera
»» Coltivare e custodire la terra
seguendo le orme di don Guanella
Direttore di redazione
Angelo Gottardi
Progetto grafico e impaginazione
Gianmario Colciago
Collaboratori di questo numero
Silvia Fasana, Adriano Folonaro, Angelo
Gottardi, Vittore Mariani, Franca Vendramin,
Cooperatori e Operatori delle Case guanelliane
Fotografie
Archivio Fotografico Guanelliano, Adriano
Folonaro, Angelo Gottardi, Operatori Case
Guanelliane
7
Stampa
Arti Grafiche Frattini
viale Industria 9/11 - 20010 Bernate Ticino (MI)
tel. e fax (+39) 02 97256041 - 02 9754454
Pubblicazione periodica
Poste Italiane SpA, spedizione in abb. post.
Iscrizione ROC n. 1219 del 12.12.1989
una voce
della carità
9
Pubblicazione trimestrale fondata da San Luigi Guanella nel 1892 - Anno CXXIII - numero 3 - III Trimestre 2015
Periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione
dei Servi della Carità - Opera Don Guanella
2015
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pagina 4
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pagina 28
Dal Paradiso manderò ...
Famiglia e Società
Testimonianze sulla veridicità
della promessa di don Guanella
di inviare grazie dal Cielo.
Relazioni e accompagnamento
educativo in famiglia di una
persona disabile intellettiva.
9
inserto
speciale
‹‹
pagina
Sentieri meditativi [3]
Accanto al percoso “Sui passi
di don Guanella” da Fraciscio
(Sondrio) a Como, cinque sentieri con le parole del Santo.
INFORMAZIONI
CENTRALINO: 031.296.711; Direzione Casa Divina
Provvidenza: [email protected],
sito: www.guanellacomo.it; Santuario del Sacro
Cuore: [email protected]; sito: www.
sacrocuorecomo.it; Museo "Don Luigi Guanella": 031.296.894 (don Adriano Folonaro); Servizio
Civile Volontario: 031.296.783 (sig.ra Elisabetta
Caronni); Volontari per RSA: 031.296.774 (sig.
Carlo Guffanti); Centro Guanelliano di Pastorale
Giovanile: 031.296.783 (sig.ra Elisabetta Caronni);
Centro Missionario Guanelliano: 031.296.811
(sig. Silvio Verga); ExAllievi: 031.296.709 solo il
mercoledì dalle ore 21.00 (sig. Walter Arnaboldi).
errata corrige
30
Coltivare e custodire la terra
La promozione dell’agricoltura
da parte di don Guanella per
migliorare il paese e la società.
»» Un atto di fede in un tempo di odio,
di violenza e di morte
»» Sentieri meditativi (parte terza)
CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA
In copertina:
La tenerezza di una bambina
con sindrome di Down
»» La generosità dei nostri Benefattori
»» Come aiutare la Casa Divina Provvidenza
»» Le famiglie delle persone
con disabilità intellettiva
Autorizzazione Tribunale di Como
decreto 27.06.1978 n. 3/48
‹‹
pagina
»» Dal Paradiso manderò grazie per tutti
»» Estate 2015 Cooperatori guanelliani
»» Autunno 2015 per la Famiglia guanelliana
DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE
Casa Divina Provvidenza
via Tomaso Grossi 18 - 22100 Como
tel. 031 296 711 - fax 031 296 898
sito web: http://www.guanellacomo.it
e-mail: [email protected]
3
3 EDITORIALE
4 CENTENARIO GUANELLIANO
7 NOTIZIE SPECIALI
8 NOTIZIE DI CASA
9 INSERTO SPECIALE
25 GRAZIE, DON GUANELLA!
26 SANTUARIO SACRO CUORE
28 FAMIGLIA E SOCIETÀ
30 SUI PASSI DI DON GUANELLA
30
Sul numero 2 /2015 de La Divina Provvidenza, alle
pagine 11 e 23, la data 23 maggio 1915 va corretta
in 24 maggio 1915.
Editoriale
In
La minestra di pietra
un paesello di questo mondo
si sorprese quella mattina
una donna, al vedere che
alla porta di casa si presentava un signore ben vestito che domandava
qualcosa da mangiare.
“Mi dispiace – disse la signora – ma in questo
momento non ho niente in casa”.
“Non si preoccupi – disse garbatamente lo sconosciuto – ho una pietra nella borsa. Se me lo
permette, la metterei a bollire in una pentola
con acqua e farei la minestra più buona del
mondo. Per favore che la pentola sia ben grande”.
Incuriosita per la trovata, la donna pose la pentola sul fuoco e naturalmente corse a raccontare
il segreto della pietra alle sue vicine. Quando
l’acqua ormai era bollita, tutto il vicinato era
in casa per vedere quello strano signore e la sua
misteriosa pietra per la minestra.
Il forestiero lasciò cadere la pietra nell’acqua,
l’assaggiò con vero piacere ed esclamò: “Squisita! Ora manca qualche patata”.
“Io ho parecchie patate nella mia cucina” – gridò una donna; e in pochi minuti era di ritorno
con un cesto di patate.
Il signore assaggiò di nuovo il prodotto e
esclamò:
“Ottima la minestra! Ma se avessimo anche un
poco di carne e qualche altra verdura, sarebbe
più appetitosa”.
Ed altre signore corsero a casa portando abbondanza di tutto.
“Sale!” – pronunciò a questo punto il signore. E
venne anche il sale.
“E ora piatti per tutti” – gridò lo sconosciuto
e tutte corsero alle loro case a prendere piatti e
bicchieri e posate e qualcuna portò pane e frutta!
Poi tutti si sedettero per degustare la squisita
minestra, mentre il signore distribuiva razioni
abbondantissime. E tutte si sentivano stranamente felici, ridevano, dialogavano e condividevano per la prima volta una pasto assieme. Approfittando dell’allegro trambusto quel
benedetto signore se ne andò silenziosamente,
lasciando lì la miracolosa pietra perché la gente
continuasse a fare la minestra più squisita del
mondo.
Anche Luigi Guanella con la sorella Caterina cominciò su “un grosso masso con dentro
certi vuoti (…) e si metteva terriccio ed acqua
in quel cavo di marmitta e si rimescolava e si
diceva con infantile ingenuità: Quando saremo grandi faremo così la minestra per i poveri”
(dalla sua autobiografia). Ma da fondatore
la minestra era reale ed era arricchita dalle
cipolle e patate e verdure varie che i suoi disabili e anziani coltivavano nell’orto e offrivano felici per la minestra comune. Questa
è la storia di tutte le colonie agricole guanelliane, delle quali si scrive nel bellissimo
inserto della nostra rivista.
Ognuno di noi può imitare lo sconosciuto
del raccontino o don Guanella o tanti altri,
mettendo nel pentolone del mondo la misteriosa pietra … anzi, mi correggo: mettendovi il proprio cuore, così com’è, povero, e
poi chiedere collaborazione per impreziosire la vita con i frutti di bontà e generosità di
molti. Così tutti gusteranno quanto è bella
la vita e quanto è bello il mondo, quando
tutti gli uomini potranno sedersi a tavola a
mangiare. Perché c’è provvidenza e cibo per
tutti!
Don Angelo Gottardi
Direttore
« dal PARADISO
manderò grazie per tutti »
“Da chierico dipingevo un cielo stellato nella mia camera a Fraciscio …” (don Guanella ) 1
U
n cielo stellato
… quello che
don Guanella andò
ad abitare dopo
la morte e da cui
continua a guardare
chiunque si rivolge
a lui. Coinvolgente
è la testimonianza
di mons. Bacciarini:
“Posso attestare la
visibile assistenza
di don Guanella alle
sue Congregazioni
le quali sia per lo
sviluppo morale come
per quello economico
esperimentarono
tratti di Provvidenza
veramente
impressionanti: è il
compimento di quanto
egli disse morendo:
‘Dal Paradiso manderò
grazie per tutti’ ”. 2
4
S
di FRANCA VENDRAMIN
eguono le “voci” di chi conobbe don Guanella:
sembra ci trasmettano dal “vivo” presagi,
fenomeni, doni, grazie straordinarie e
soprattutto quell’irriducibile fiducia nella
Provvidenza.
■■
Quello che furono i funerali di don Guanella e cioè un vero trionfo di riconoscenza verso di lui da parte di tutti i ceti sociali, dimostra
quanta stima e venerazione egli godesse. Attesto d’aver saputo, dal floricoltore Brenna di Borgovico che aveva fornito fiori e piante ornamentali del feretro, che egli aveva inteso nel fare questo omaggio alla salma
di don Luigi, di ottenere per sua intercessione la salvezza di suo figlio
tra i pericoli della guerra. Infatti di lì a poco, il figlio fece sapere di essere stato esposto ad un grave pericolo senza esserne colpito e attribuiva questo ad una grazia speciale. Brenna narrandomi ciò piangeva di
commozione. 3
Don Girolamo Pelizzoni
■■
Nell’ottobre del 1900 essendo capitato a Mese don Guanella al
vedere avviata la mia Opera in una casa umile esclamò: “Queste case
sono destinate a diventare palazzi”, poi mi mise in mano una moneta
d’oro tedesca del valore di circa venti lire dicendo: “Tò, prendi questa
medaglia”. Il sac. Moioli, Arciprete di Chiavenna, mi disse: “Guarda che
queste parole sulla bocca di don Luigi sono una profezia”. Quattro anni
dopo la prima moneta che adoperai per pagare il progetto della Casa fu
precisamente quella datami da don Luigi. 4
Don Primo Lucchinetti
■■
Nel luglio del 1908 passavamo un brutto periodo nell’Istituto S. Gaetano di Milano. Alcuni fornitori non ci volevano più dar roba perché in
arretrato coi pagamenti. Don Guanella ci disse: “Martorelli, siete senza fede, Dio provvederà, intanto fate bene la novena di S. Gaetano”. La
domenica precedente alla festa, una signora mi domandò se quello era
proprio l’Istituto di S. Gaetano. Alla risposta affermativa mi disse come
il suo padrone, Gaetano Mantica, prima di morire le aveva consegnato
un libretto della Cassa di Risparmio di 25 mila lire da dare a quell’Isti-
Roma, S. Giuseppe al Trionfale,
giugno 1909: posa della prima pietra
Roma, S. Giuseppe al Trionfale: don
Guanella (al centro) con confratelli,
amici e ragazzi
Savogno (Sondrio): inaugurazione del
busto di don Guanella (1923)
tuto che ella avrebbe creduto meglio. Alcuni giorni prima trovandosi
nella chiesa di S. Satiro in Milano ella vide lo stendardo dell’Istituto
S. Gaetano con alcuni fanciulli che accompagnavano il funerale, sentì
dentro di sé come un moto di dare il legato all’Istituto stesso che gli ricordava il nome del suo padrone. La ringraziai come potei e la signora
consegnò il libretto al Direttore. Riferito il fatto a don Luigi, questi ne
ringraziò il Signore e ci spronò ad avere maggiore confidenza in Dio.5
Don Martino Cugnasca
■■
Un giorno mi recai per una commissione a Monte Mario, quando
vidi presso una baracca di legno, un sacerdote che faceva cenno di recarmi da lui. Sebbene non lo conoscessi, obbedii ed egli con molta famigliarità, mi pregò di entrare nella capanna e di aiutare a benedirla.
Dal minuscolo altare rivolse brevi e semplici parole ai quattro contadini
presenti e disse con una certezza assoluta che quella cappella sarebbe
divenuta fra un paio d’anni una bella e grande chiesa che sarebbe stata
dedicata a S. Giuseppe, che attorno si sarebbe sviluppato il quartiere,
come poi si è verificato. Aggiunse che per costruire la chiesa occorreva
molto denaro e faceva appello alla loro carità al fine che volessero contribuire nel limite delle loro forze. Però, soggiunse, non vi spaventate
perchè io non richiedo a ciascuno di voi che un soldo e sapete perché
anche al Santo Padre ho chiesto un soldo nella certezza che ne avrebbe
fatto piovere molti altri, tanti da poter fare la Chiesa. Deposti sull’altare i cinque soldi perché vi aggiunsi il mio, egli ebbe come un lampo di
luce negli occhi sfavillanti di gioia e pieno di riconoscenza ringraziò gli
astanti, assicurando che la chiesa sarebbe sorta con l’aiuto del Signore
e nel limite di tempo indicato. Ciò avvenne realmente: il che mi fece
ritenere che quel sacerdote fino allora a me sconosciuto fosse davvero
un santo. Seppi poi che si chiamava Don Guanella. 6
Don Luigi Zambarelli
Don Guanella lasciò a Savogno un concetto così straordinario di santità che dopo circa dodici anni dalla sua
partenza disceso uno stuolo di parrocchiani in Como, si
prostrarono di colpo a terra commossi appena lo videro; e nel 1923 riusciti con grande sforzo finanziario ad
erigergli un monumento ne giubilarono e per tutto il
giorno fino alla tarda notte si videro molti indugiarsi a
contemplare le fattezze.
Don Leonardo Mazzucchi, Summarium n. XX, § 24
■■
Io giudico che don Guanella
avesse un dono particolare di confortare gli spiriti e di conoscerne
le difficoltà. Il religioso certosino
Francesco Trinca mi raccontò che
nel 1893 propose a don Guanella
di volergli condurre due giovani
del suo paese di Grossotto in Valtellina. Don Guanella gli disse:
- Va pure, ma bada che il più giovane dei due non resterà -. Difatti
il più vecchio Pietro Osmetti è ancora tra i Servi della Carità, il più
giovane dopo poco tempo andò in
America. Mi narrò ancora di aver
detto a don Guanella che una sua
sorella di nome Maria voleva farsi
monaca ma non giunse nella casa
della Provvidenza e don Guanella
soggiunse: - Tua sorella non vuol
venire, eppure più tardi verrà - e
5
CENTENARIO GUANELLIANO (1915-2015)
LA DIVINA PROVVIDENZA N.3 - 2015
così avvenne. Nel novembre 1905 avendo scritto a don Guanella
in Roma che si affrettasse a Fratta Polesine per rivedere mons.
Baron, morente, rispose: - Ho presentimento che non ci lascerà
così presto e che ci rivedremo -. Aspettò così a rivederlo alla
fine di dicembre ed il Baron morì nel marzo seguente. 7
Don Leonardo Mazzucchi
■■
Testimonianza di
FR. PIETRO OSMETTI
Ho sentito da vari miei compagni
che una volta in cucina si era fatta
la minestra e non si aveva altro
da dar da mangiare alle sessanta
o settanta persone che allora
erano ricoverate in casa. Le suore
lo dissero a don Luigi che rispose
tranquillo e sorridente che la
Provvidenza ci avrebbe pensato.
E difatti un’ora dopo entrò in
cortile un carro con molta roba da
mangiare. Il conducente scaricò la
roba dicendo: “Ho sentito che avete
qui i poveri della Provvidenza e vi
ho portato qui questa roba” e se
ne andò senza neppure dire il suo
nome.
Summarium n. XVII, § 38.
NOTE
1. Don Leonardo Mazzucchi, XXIX Fragmenta vitae et
dictorum Sac. Aloysii Guanella (24 marzo 1914)
2. Mons. Aurelio Bacciarini, Positio Super Introductione Causae Vol. I Summarium , Romae 1937; n. XXI, §
59.
3. Don Girolamo Pelizzoni, ibidem, n. XXI, § 38.
4. Don Primo Lucchinetti, ibidem, n. XVII, § 6.
5. Don Martino Cugnasca, ibidem, n. XVII, § 18.
6. Don Luigi Zambarelli, ibidem, n. XVII, § 53.
7. Don Leonardo Mazzucchi, ibidem, n. XVII, §
28.29.30.
8. Fr. Francesco Trinca, ibidem, n. XXI, § 123.124.125.
9. Suor Marcellina Bosatta, ibidem, n. XXI, § 1-6.
6
Nel 1918 attendendo ai miei lavori nella Certosa, tenevo in
bocca un pezzo di legno acuminato che doveva servire per un
innesto ad anello di un melo. Urtai contro il terreno e mi ferii
sotto la lingua. Vi fu una lacerazione ed emorragia durata quasi
tutto il giorno. Dopo tre giorni chiamai il medico: non potevo
deglutire se non con difficoltà. Poco era l’effetto dei rimedi adoperati, allora mi misi per dire il mio ufficio in cella; mi rivolsi
all’immagine di Don Luigi posta sul mio altarino: “O Don Luigi
tu che hai sofferto tanto mal di gola, se mi guarisci pubblicherò
la grazia”. Nella notte la lingua era oltremodo ingrossata e non
potei rispondere al fratello che venne per domandarmi come
stavo. Occorsero più di 20 minuti per inghiottire la S. Particola; potei rispondere al medico solo scrivendo, egli mi ordinò riposo e gargarismi. Continuai a finire l’ufficio. Più tardi entrò
un fratello a dirmi che il Priore aveva provveduto per il servizio che a me sarebbe spettato. Potei rispondergli chiaramente
che ero guarito e che sarei andato io stesso a lavorare. Ne sentii
più male in seguito. L’istantaneità della guarigione constatata
anche dal medico, senza che io avessi preso le medicine da lui
prescrittemi, ha per me del prodigioso.8
Fr. Francesco Trinca
■■ Ricordo che il giovane Redaelli mi disse come egli la sera
prima della sua guarigione fosse stato abbandonato dai medici
come inguaribile e come avesse perduto la vista perciò le Suore
che l’assistevano gli applicarono sugli occhi due pezzetti di tela
appartenenti a don Luigi. Egli durante la notte, si sentiva molestato agli occhi come se qualcuno gli provocasse del bruciore,
tanto che si adoperò con le dita per distaccare quei pezzetti di
tela; dopo di che egli riacquistò la vista. Mi disse che le Suore
gli fecero inghiottire anche dei pezzetti di filacci di indumenti
di don Guanella e dopo di ciò, al mattino, si levò e si vestì andando subito in giro a farsi vedere e a dire a tutti in casa ch’egli
era guarito. Quanto a suor Serafina attesto che era ammalata
di etisia da un anno e più. Ultimamente la malattia si era complicata ed io un pomeriggio la visitai constatando la febbre alta
di quaranta gradi. Spedita dai medici, essa pregava e faceva la
novena a Don Luigi. Sulla sera si era trattato di amministrarle
l’Olio Santo ma poi si decise di aspettare il mattino dopo. Nella notte suor Serafina vide in sogno ripetutamente Don Luigi
che le chiese se dovesse portarle via il male, al che essa subito
rispose di sì. Dopo la mezzanotte, la Suora destatasi dai suoi sogni, s’inginocchiò davanti al quadretto di Don Luigi ringraziandolo d’averla guarita e all’ora della Comunità andò con le altre
in Chiesa quindi ritornò in camera dicendo che non aveva più
male. In quel giorno mangiò per ben cinque volte e lei stessa e
le Suore unanimi dichiaravano che Don Luigi le aveva fatto la
grazia. Si mandò a chiamare il medico che appena giunto, senza essere ragguagliato di nulla, visitò la Suora che era stata da
lui spedita e sull’istante divenne bianco in volto come la parete e non riscontrando sintomo di malattia, meravigliato chiese
cosa avesse fatto. 9
Suor Marcellina Bosatta
LA DIVINA PROVVIDENZA N. 2 - 2015
LA DIVINA PROVVIDENZA N. 1 - 2015
NOTIZIE speciali
■■ ESTATE COOPERATORI
DON GUANELLA
CI HA ACCOLTI NELLA SUA CASA
a Fraciscio: 26 luglio – 16 agosto 2015
UN’ESPERIENZA NUOVA
Ed è stato proprio così! Un’esperienza “nuova” per i cooperatori e gli aspiranti cooperatori.
Chi ha voluto profittare di una settimana intera, chi di
un fine settimana, chi di un solo giorno: ma per tutti è
stato un “tuffo” nella spiritualità di don Guanella, vissuto nel clima semplice e fraterno.
PICCOLI E GRANDI: IN UN’UNICA FAMIGLIA
Si alternavano i momenti di svago, le passeggiate, gli
spazi di silenzio … davvero è stato bello e il ripensarlo provoca un pizzico di nostalgia, ma nel contempo
accende il desiderio di migliorare questa esperienza e
di impegnarsi con coraggio e con entusiasmo perché
nei prossimi anni, altri cooperatori abbiano assaporare
la gioia genuina dell’amicizia e della … guanellianità.
ALCUNE TESTIMONIANZE POETICHE
“Scarponcini e zainetto tra valli e vette con il corpo e lo
spirito in cammino: si procede sicuri sulle orme di San
Luigi Guanella, si tonificano i muscoli e l’anima. Fraciscio, Campodolcino, Olmo, Savogno, Gallivaggio, Motta,
Gualdera … percorsi perduti e ritrovati nell’incanto della
natura guardando in alto a Dio”.
Massimo e Giovanna
“Cielo terso, sole splendente, montagne maestose, giornate da non dimenticare, esperienza di ‘vacanza lavorativa’ in buona compagnia … Iniziare la giornata con
la preghiera di lode e concluderla sotto un cielo stellato
da Lui disegnato … Il tutto ‘ben condito’ da un forte clima familiare nella casa del nostro Santo Fondatore, così
come lui ci ha pensati”.
Enrico e Romana
NELLE PERIFERIE DEL MONDO
NELLE PERIFERIE DEL MONDO
Alcuni Cooperatori guanelliani che hanno vissuto
l’esperienza estiva in casa don Guanella a Fraciscio
AUTUNNO 2015 Famiglia guanelliana
a 100 ANNI dalla morte di don Guanella
Como: camera da letto
di don Luigi Guanella
■■ UN CENTENARIO CHE NON FINISCE MAI ...
a Como, Milano, Roma, nel mondo
◆◆ 10 ottobre a Como nel Nuovo Mercato Coperto, ore 9.00
CONVEGNO “Tra storia e storie di vita”
◆◆ 24 ottobre in tutto il mondo guanelliano
FESTA LITURGICA DI SAN LUIGI GUANELLA
◆◆ 30 ottobre a Milano in Duomo, ore 11.00
SOLENNE CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA
presieduta da S.E. Card. Angelo Scola
con tutte le Case guanelliane maschili e femminili
◆◆ 6-8 novembre a Roma c/o Pie Discepole
CONVEGNO INTERNAZIONALE
”Don Luigi Guanella 2015. Una presenza che permane”
◆◆ 12 novembre a Roma Aula Paolo VI, ore 12.00
UDIENZA DELLA FAMIGLIA GUANELLIANA
CON PAPA FRANCESCO
... ed ora verso il bicentenario
con nuovo spirito ...
CASA DIVINA PROVVIDENZA
Opera Don Guanella
Via Tomaso Grossi 18
22100 COMO (Italy)
www.guanellacomo.it
Notizie di
progetto ARTIGIANI DEL FUTURO
CASA
guanelliana
VERSA LA TUA DONAZIONE
direttamente sui C/C della Fondazione
indicando il titolo del progetto
ARTIGIANI DEL FUTURO
OPERA DON GUANELLA
COME DONARE
1. BONIFICO a “Fondazione Pro-
vinciale della Comunità Comasca onlus” presso le seguenti banche: Cassa Rurale e
Artigiana di Cantù, fil. Como, IBAN
IT96U0843010900000000260290;
Intesa Sanpaolo Como, IBAN
IT60X0306910910612005473499
Banca di Credito Cooperativo
dell’Alta Brianza fil.Como, IBAN:
IT61B0832910900000000300153
Banca di Credito Cooperativo di Lezzeno, Lezzeno – IBAN:
IT73V0861851410000000008373
2. BOLLETTINO c/c postale 21010269
Il
progetto ARTIGIANI DEL FUTURO si realizzerà all’interno
del servizio LA GRANDE CORTE della Casa Divina
Provvidenza di Como, grazie al contributo della Fondazione
Provinciale della Comunità Comasca nel prossimo anno
scolastico. Il progetto avvicinerà i ragazzi all’arte artigianale
della lavorazione del legno unendo il lavoro manuale alla
progettazione informatica e condivisione di materiali
multimediali.
Il progetto nasce dalla necessità di ideare strumenti innovativi
nei percorsi di sostegno scolastico/educativo per ragazzi,
di età tra gli 11 e 15 anni, a rischio dispersione.
I ragazzi saranno protagonisti nella partecipazione a laboratori
di falegnameria all’interno della COOPERATIVA ARTIGIANI
GUANELLIANI con l’assistenza e la collaborazione nella
realizzazione delle attività informatiche e grafiche di
MT PROMOZIONE.
XX La Fondazione ci sostiene nella realizzazione del progetto,
MA C’È BISOGNO ANCHE DEL TUO AIUTO!
Per la realizzazione del progetto infatti occorre raccogliere
donazioni a favore della Fondazione stessa per un importo
totale di € 3.000. Nella colonna a fianco le specifiche.
intestato a “Fondazione Provinciale
della Comunità Comasca onlus”. IBAN
IT23U0760110900000021010269
I bollettini prestampati sono a disposizione
presso la sede della Fondazione.
3. CONSEGNARE UN ASSEGNO presso la
sede della Fondazione in Como c/o
Unindustria Como – via Raimondi, 1.
BENEFICI FISCALI
Una persona fisica può scegliere se:
◆◆ detrarre dall’imposta lorda il 26% dell’importo
donato, fino ad un massimo complessivo annuale
pari a 30.000 euro (art. 15, comma 1,1, del D.P.R.
917/86)
◆◆ dedurre dal reddito le donazioni, per un importo
non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato e, comunque, nella misura di 70.000 euro
annui (art. 14, comma 1 D.L. 35 del 14/03/2005
convertito in Legge n. 80 del 14/05/2005)
Un’impresa può scegliere se:
◆◆ dedurre dal reddito le donazioni per un importo
non superiore a 30.000 euro o al 2% del reddito
d’impresa dichiarato (art. 100, comma 2, lettera h
del D.P.R. 917/86)
◆◆ dedurre dal reddito le donazioni, in denaro o in
natura, per un importo non superiore al 10% del
reddito complessivo dichiarato e comunque nella
misura massima di 70.000 euro annui (art. 14,
comma 1 del D.L. 35/05 convertito in legge n. 80
del 14/05/2005)
coltivare e custodire la terra
seguendo le orme di
Don Guanella
a margine di EXPO Milano 2015
sul tema “Nutrire il pianeta”
di ADRIANO FOLONARO e SILVIA FASANA
9
Milano 2015
EXPO
a margine di
coltivare e custodire la terra seguendo le orme di
Don Guanella
Don
Guanella
un uomo
che amava
la sua terra e
la sua gente
10
LA DIVINA PROVVIDENZA
n. 3 - 2015
INSERTO
di ADRIANO FOLONARO
INSERTO SPECIALE
V
eramente don Guanella è stato e sempre sarà uno di noi, che
amava la sua terra e la sua gente. È un Santo rimasto profondamente uomo. Non ha mai disdegnato di “sporcarsi le mani”
di letame1 delle nostre stalle; odorava delle mucche e pecore che,
dall’età di sette anni2 conduceva al pascolo sulle alture di Gualdera
o sugli alpeggi di Motta e dell’Angeloga3; si era ritrovato molte volte «colle calcagna spelate»4, come lui stesso ci assicura, dopo aver
percorso in lungo e in largo i sentieri delle nostre montagne, e da
sacerdote, i sentieri del mondo per andare a portare a tutti «Pane e
Signore»5.
Cresciuto alla sobria scuola del lavoro, ricordava spesso: «[la Provvidenza] mi diede genitori cristiani che mi apprendessero quelle
virtù di pietà e di amore al lavoro e al sacrificio»6. In famiglia tutti
dovevano dare il proprio contributo, in proporzione alla loro età. Pa’
Lorenzo li «voleva crescere alla virtù, alla obbedienza, al lavoro»7.
Si cominciava presto. Già a quattro cinque/anni i bambini avevano il
loro “gerlin”. In casa Guanella lavorare significava attendere a Gualdera ai prati del nonno Tomaso e alle stalle: da giugno a settembre
all’Angeloga, dove il papà possedeva dieci vaccate di pascolo accanto al laghetto. La parola d’ordine era: «per mangiare bisogna lavorare»8.
Una scuola che segnerà per sempre la sua vita, caratterizzata da
una dedizione instancabile al lavoro: «Sentomi che la vita prosastica presente poco mi soddisfa in atto»9, scriveva al Vescovo da Pianello del Lario il 19 marzo 1885.
INSERTO
11
3. Savogno (Sondrio)
la canonica e il terreno coltivato
a orto da don Luigi Guanella.
❶
❷
❸
Don Guanella
Don Guanella, figlio di
contadini, sentì sempre
l’importanza del rapporto
dell’uomo con la «nostra
madre terra, la quale ne
sustenta et governa», per
dirla con San Francesco
d’Assisi.
Tra tutte le attività umane la
coltivazione dei campi era
per don Guanella la più importante, come prima e insostituibile fonte del pane
quotidiano, e così si esprimeva: «Si aiutino pure le industrie, ma per carità non
si trascuri l’agricoltura e si
profitti degli studi antichi
e recenti sui modi opportuni di concimare e di far
fruttare la terra, ponendo il
contadino sotto la direzione illuminata di agronomi
sperimentati, credenti e di
buona volontà»10.
Nel lavoro agricolo vedeva
inoltre una scuola di formazione per i giovani, un
mezzo di riabilitazione per
i minorati, uno scopo occupazionale per gli anziani
e i disabili psichici gravi11 e
un mezzo per limitare l’emigrazione pericolosa per l’unità della famiglia e, a volte,
anche per le pratiche della
vita cristiana.
Questo suo amore per la
terra cercava di comunicarlo al popolo e anche ai
sacerdoti di campagna già
dal periodo di Prosto, Savogno, Traona, anche raccomandando l’introduzione
di metodi razionali e scien-
tifici di coltura: «Gli premeva la cultura più razionale
dei prati, dei boschi, dei
pascoli e si industriava di
parlarne sovente e di tenere qualche specie di conferenza»12.
Ricorda il nipote don Pietro
Buzzetti, quando ragazzo
passava l’estate in vacanza a Savogno con lo zio:
«Più volte soggiornai per
settimane e per mesi nella
parrocchiale di Savogno,
in fanciulla età. E ricordo
benissimo... che rincasato
dopo le occupazioni chiesastiche mattinali […] poi
una capatina al pollaio, ai
conigli, all’apiario, all’orto
curatissimo e rimunerativo, lieto di viali a bordi policromi per svariata abbondante flora che man mano
passava ad ornare e profumare le cappelle della Chiesa, impreziosito da svariata
famiglia di piante fruttifere
e da ombrosi chioschi: indi
al tavolo di studio»13.
Don Leonardo Mazzucchi,
profondo conoscitore di
don Guanella e suo primo
biografo, faceva notare:
«Don Luigi era anche lieto di unirsi con altri nostri nell’additare al popolo
nell’agricoltura la risorsa
della sua ricchezza materiale e morale, al clero un
campo provvido di benefico apostolato»14.
Infatti nel 1900 don Guanella scriveva su La Divina
Provvidenza, il periodico
LA DIVINA PROVVIDENZA
n. 3 - 2015
INSERTO
2. “Non si trascuri l’agricoltura”
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Milano 2015
EXPO
a margine di
1. Luigi Guanella
guardava con interesse
la nostra madre terra.
coltivare e custodire la terra seguendo le orme di
INSERTO SPECIALE
«Salviamo il contadino e facendo
opera cristiana e umanitaria, faremo
altresì opera altamente patriottica.
[...]Torni il Prete come gli Ordini
religiosi d’una volta a vivere coi
coloni, a lavorare la terra, ne coltiverà
l’anima, ne caverà uomini forti,
onesti cattolici, italiani egregi».
co scampo per far risorgere questa nostra
cara e bella Italia, impoverita per l’abbandono in cui sono lasciati i suoi fertili campi. Vittorio Emanuele III, salendo al trono,
volse il suo sguardo alle popolazioni che
vanno cercando fuori di patria il loro pane,
e richiamandoli con amore, le incoraggiò a
coltivare la terra natale. Nel congresso di
Taranto [...] risonò un applauso all’Arcivescovo [...], il quale ha introdotto lo studio
dell’agricoltura nei nove Seminari da lui
dipendenti [...] Non è forse la terra la prima, la principale sorgente di ricchezza? Le
miniere non danno il pane, né lo danno le
delle sue Opere: «Ma, basta gridare contro gli orrori
dell’emigrazione? No. Bisogna fornire ai contadini il
mezzo di guadagnarsi il pane onestamente nel loro
paese, favorendo non solo le arti, le scienze e le industrie, ma occupandosi anzitutto dell’industria agricola […] Salviamo il contadino e facendo opera cristiana
e umanitaria, faremo altresì opera altamente patriottica. […] Torni il Prete come gli Ordini religiosi d’una
volta a vivere coi coloni, a lavorare la terra, ne coltiverà l’anima, ne caverà uomini forti, onesti cattolici,
italiani egregi»15.
E l’anno successivo, sullo stesso periodico puntualizzava: «L’agricoltura è uno studio, anzi una necessità
riconosciuta da tutti i partiti e da ogni classe di persone, poiché è la prima fonte del benes[sere] materiale. Tanto il Sommo Pontefice che ne parla ad ogni
occasione, quanto il nostro Re, ed ogni persona di
senno e di cuore, tutti se ne interessano come dell’uni-
INSERTO
LA DIVINA PROVVIDENZA
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13
Milano 2015
EXPO
a margine di
coltivare e custodire la terra seguendo le orme di
Don Guanella
«Ora et labora»
«I Benedettini, i Cistercensi, e
ai nostri tempi e nella nostra
Italia, i Trappisti e i Certosini,
risanarono piaghe sterili e
malsane e dettero la ricchezza
della fertilità a molti campi
che dianzi parevano refrattari
alla cultura, ed erano fonte
di malaria» (don Guanella)
14
LA DIVINA PROVVIDENZA
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INSERTO
macchine o gli opifici. Questi danno i mezzi per ottenerlo, ma non danno il sostentamento. La terra sola
dà il pane, ed un industriale per quanto ricco, non
può alimentare la vita senza i frutti dell’agricoltura.
[...] I Benedettini, i Cistercensi, e ai nostri tempi e nella nostra Italia, i Trappisti e i Certosini, risanarono
piaghe sterili e malsane e dettero la ricchezza della
fertilità a molti campi che dianzi parevano refrattari
alla cultura, ed erano fonte di malaria»16.
E nel 1908 tornava ancora sui medesimi argomenti: «Al clero di campagna è riservata ai giorni nostri
un’azione decisiva benefica, se, convinto del danno
che deriva alla società dall’emigrazione e in generale dall’abbandono in cui è lasciata quasi l’agricoltura, se ne facesse paladino e apostolo. Il parroco
le cui rendite in genere provengono dalla campagna, cominci a dare l’esempio di studiare e d’occuparsi seriamente della coltivazione delle sue terre,
olo Moral
ore . Nozioni Agric
“Eccolo il Sign
Opuscolo inedito
Manuale di agricol
Il Periodico “La Fa
miglia Agricola”
tura in uso nel 19
12
i”
INSERTO SPECIALE
Don Guanella era convinto che il promuovere
l’agricoltura da parte dei sacerdoti
fosse un preciso dovere civico, oltre che morale,
per concorrere al bene del Paese.
tenendo conto del progresso
fatto e delle scoperte che possono moltiplicare i prodotti. Il
suo esempio non resterà certo
senza imitatori e stabilirà anzi
un affiatamento tra prete e popolo che potrebbe divenire fecondo di moralità e di religione.
Nelle lunghe serate invernali e
nei giorni festivi, alcune conferenze agrarie alla portata di
tutti avvicinerebbero il popolo al parroco e stabilirebbero
quella vera fiducia e quella
confidenza, che renderebbe
agevole e fruttuosa l’azione del
ministro di Dio sulle anime. Se
il clero distribuirà giornali ed
opuscoli agrari, potrà insieme
diffondere libri e giornali religiosi a sventare praticamente
il pregiudizio popolare che il
sacerdote ama l’ignoranza e
vuole tutti ignoranti... Se il clero
si sarà avvicinato al popolo per
migliorare i suoi interessi temporali, non gli mancherà modo
al bisogno di accostarsegli per
le necessità dello spirito. [...]
Dalle conferenze agricole nasceranno cooperative, latterie,
assicurazioni di bestiame, e ne
verranno migliorate in cento
modi le condizioni del contado»17.
È interessante notare come
INSERTO
LA DIVINA PROVVIDENZA
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don Guanella fosse convinto
che il promuovere l’agricoltura
da parte dei sacerdoti fosse un
preciso dovere civico, oltre che
morale, per concorrere al bene
del Paese.
Ancora don Luigi aveva dato
saggio della sua cultura agricola scrivendo un interessante opuscolo inedito, dal titolo
Eccolo il Signore! Nozioni agricolo-morali, dove con nozioni
e considerazioni d’agricoltura
porgeva all’amico contadino
belle applicazioni, con relativi
riflessi morali18.
E ormai settantenne «ripensava alla sua fanciullezza, quan-
15
Milano 2015
EXPO
a margine di
do a Campodolcino dedito all’agricoltura,
nella semplicità dei costumi, viveva con una
tal quale larghezza, anche perché i bisogni
erano minori»19. Nel 1913, visitando i luoghi
natali, «a Fraciscio indugiandosi coi paesani raggruppatisi intorno a lui indicava
i modi di avvantaggiare materialmente il
paese: strade carrozzabili, coltivare i fondi
razionalmente per averne maggior frutto
(campi e prati, concimi ecc.) sfruttare la
legna, attirare villeggianti in Gualdera, cercare cave di minerali, lavorare di granito
ecc.»20.
coltivare e custodire la terra seguendo le orme di
Don Guanella
Colonia agricola di Fratta Polesine (Rovigo)
Le Colonie agricole
D
PIAN DI SPAGNA (Sondrio)
FRATTA POLESINE (Rovigo)
ARCEVIA (Ancona)
MONTE MARIO (Roma)
on Guanella promosse Colonie agricole al Pian di Spagna (SO), Fratta Polesine (RO, Arcevia (AN), Monte Mario
(RM) , dettando direttive molto pratiche21. Era
infatti solito affermare che le Colonie agricole «sono un bisogno e quasi una missione per
i nostri tempi». Rivolgendosi poi ai sacerdoti
superiori li invitava «per quanto è necessario ed opportuno» a prendere parte ai lavori
pratici. Indicando poi gli addetti specifici alla
campagna li identifica con i fratelli religiosi, gli
operai fissi e i giornalieri ed anche gli ospiti di
varie età e capacità. Tra questi, anche i “buoni figli” che se «ben guidati possono giovare
a se stessi con una specie di riabilitazione».
Non sono escluse le suore «di senno maturo,
venute per lo più dai lavori campestri, [che] si
applicano ai lavori di cucina, di guardaroba e
per un poco ai lavori semplici dell’ortaglia»22.
16
LA DIVINA PROVVIDENZA
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INSERTO
Circa il modo di gestire le Colonie agricole,
don Guanella indica sistemi di coltivazione Colonia agricola di Nuova Olonio (Sondrio)
all’avanguardia per l’epoca:
INSERTO SPECIALE
Colonia agricola di Monte Mario (Roma)
Don Guanella era
solito affermare che
le Colonie agricole
«sono un bisogno e
quasi una missione
per i nostri tempi».
◆◆ «è bene munirsi dei libri del Solari, del Bonsignori, sovrattutto di periodici
opportuni;
◆◆ qualche volta nell’anno è necessaria od almeno opportuna la visita ed i suggerimenti di un agronomo esperto;
◆◆ l’uso insegnerà più cose a farsi;
◆◆ in questo argomento gli assistenti, i superiori della colonia devono a forza
di osservazioni, prove, letture, consigli formarsi un manualetto che sia guida
per sé e per quelli che avranno a succedere;
◆◆ sono pur da studiare il da farsi intorno ad un caseificio, intorno alla stalla,
per la produzione delle derrate, per il commercio delle stesse e simili;
◆◆ quando la divina Provvidenza favorisce una colonia, si badi di mantenere la
sobrietà di vita e si pensi ai numerosi poveri che sono a sollevare, alle molteplici opere che sono a fare»23.
Tra le delibere del 25 maggio 1905 nella Casa Divina Provvidenza di Como, una
riguardava «lo studio teorico e pratico sulle colonie agricole», da intraprendere
da parte di alcuni confratelli sacerdoti, ai quali veniva raccomandato in particolare lo studio dei libri del Bonsignori, del Baratta ed il periodico La Famiglia
Agricola24.
Don Guanella stesso conosceva la Colonia di Remedello, tenuta da don Bonsignori, interprete ed esecutore fedele del sistema Solari, e dopo averla visitata ne
riferisce entusiasta: «In questa Colonia si vedono cose che se non si vedono cogli
occhi e si toccano colle mani, non si credono. Un terreno che sette anni addietro
era sterile e abbandonato, ora è convertito in un’oasi. Terreni gerivi e sabbiosi
sono mutati in marcite che danno più tagli di fieno, come le migliori marcite del
piano lombardo. Vi si vedono frumenti dalle spighe grosse e serrate; ortaggi feracissimi; stalle ricche di bestiame e ben tenute; latterie modello ed una scuola
agraria, in cui una trentina di giovani dalle giornaliere lezioni del Bonsignori im-
INSERTO
LA DIVINA PROVVIDENZA
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EXPO
a margine di
coltivare e custodire la terra seguendo le orme di
Don Guanella
Pian di Spagna (Sondrio)
18
don Guanella. Tra l’altro vi si legge: «Il Patronato
cattolico di Olonio San Salvatore, ha per iscopo
il miglioramento intellettuale, morale ed economico della colonia e dell’intero Pian di Spagna. Il Patronato assume l’obbligo:
◆◆ di procurare ai contadini libertà di adempiere
le proprie obbligazioni religiose, morali e civili. Di favorire i buoni rapporti fra padroni e
lavoratori;
◆◆ di invocare anche con mezzi legali provvedimenti utili agli agricoltori;
◆◆ di impegnarsi a procurare lavoro ai disoccupati, e invocare la protezione delle società
cattoliche per quei soci che intendessero
emigrare;
◆◆ di procurare l’impianto di Casse rurali, di cooperative di consumo e di lavoro, e promuovere il mutuo soccorso contro gli infortuni;
◆◆ di dare agli agricoltori nozioni e consigli per
rendere produttivo il terreno».27
Inoltre don Guanella, con la bonifica del Pian di
Spagna, «si proponeva di creare, grazie alla bonifica, un ambiente adatto per offrire ai contadi-
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INSERTO
parano il
sistema di
Abbozzo di Statuto del Patronato Agricolo
agricoltura
di Olonio S. Salvatore
che triplicherà i
prodotti della terra. Nella scuola alle lezioni teoriche, vanno di pari passo le lezioni pratiche,
che gli studenti prendono ogni giorno nel lavoro
del campo. L’attività prodigiosa ed intelligente,
del venerando apostolo dell’agricoltura a Sistema Solari, e il bene che ne deriva alla patria nostra ed ai nostri fratelli, involga molte persone di
buon cuore a cooperare perché questo sistema
razionale si estenda in molte terre e dia pane a
chi non ne ha».25
Volendo analizzare più da vicino l’esperienza
di don Guanella nell’impianto e sviluppo della
Colonia agricola del Pian di Spagna, una vasta
area paludosa che si estendeva alla confluenza
dell’Adda con la Mera tra le provincie di Como e
Sondrio, si possono evidenziare alcune caratteristiche del lavoro compiuto.
Un aspetto fondamentale è il risvolto sociale: dare lavoro ai contadini e con il lavoro, dare
pane, dignità e libertà.
Ciò risulta chiaro nell’Abbozzo di Statuto del
Patronato Agricolo di Nuova Olonio S. Salvatore - Pian di Spagna26, promosso dallo stesso
INSERTO SPECIALE
ni ospitalità sicura e stabile […]. Voleva contribuire a porre un freno all’emigrazione “dei
molti emigranti per le Americhe, che le sue
provincie di Sondrio e Como veggono partire
annualmente”. Questo, in modo particolare,
venne sottolineato da un giornale attento ai
problemi economici e sociali, Il Movimento
Agricolo che scrisse: “Per diminuire l’emigrazione dei nostri poveri contadini colpiti
dall’indigenza, si è costituito un comitato
che formerà una colonia agricola nel Piano
di Spagna”28».
Il lavoro come
occasione di
promozione umana
IL LAVORO AGRICOLO
come terapia per la riabilitazione della persona disabile
D
L’istruzione agraria entra nelle finalità
delle Colonie agricole
on Guanella voleva che oltre al lavoro, fosse promossa anche l’istruzione agricola dei coloni, con opportune attività
didattiche attraverso lezioni teoriche e pratiche. Non un
puro lavoro materiale dunque, ma un lavoro intelligente quale si
conviene all’uomo.
L’istruzione agraria dunque rientrava nella finalità della Colonia.
«Il 27-28 ottobre 1901 si tenne alla colonia un convegno di studio,
con la partecipazione di sacerdoti e laici, esponenti di varie organizzazioni cattoliche. Tra gli interventi vennero segnalati quel-
INSERTO
LA DIVINA PROVVIDENZA
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19
20
Don Guanella
delle nuvole, del prato... quantità e varietà di luci, di
colori, di suoni, e di forme colpiscono e affinano i vari
sensi, e costituiscono il materiale di cui l’educatore si
serve per la loro educazione. Gli adolescenti disadattati attraversano una fase in cui possono prendere
coscienza del mondo esterno, perché incominciano
a percepire le dimensioni del tempo e dello spazio,
pur nei loro limiti. Ebbene, l’attività agricola favorisce
tali percezioni»33. E Agostino Gemelli gliene rese pubblicamente merito, esaminando la sua opera come sacerdote e come
medico. Come medico, la qualificò una delle più ardite conquiste della scienza e della carità.
«Egli raccoglie, infatti, quelle creature che la stessa
scienza rifiuta perché non vede in esse la possibilità dì sviluppare delle attività spirituali, e le raccoglie,
anzi, talvolta contro le stesse pretese di una certa
scienza che reputa una simile opera sterile e vana.
Ma, condotto così dall’amore del prossimo, Don Guanella, umilmente e semplicemente, supera tutte le
pregiudiziali orgogliose degli uomini, e accogliendo i
rifiuti, non solo adempie una missione dì fede e di civiltà, ma riesce ad ottenere risultati che gli stessi psichiatri non avrebbero atteso. Di due strumenti pos-
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INSERTO
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EXPO
a margine di
lo di Don Carlo Molteni, diretto a stimolare
l’impegno del clero nello studio dei problemi agricoli, e quello del direttore dell’Istituto salesiano di Sondrio, Don Capra, che
illustrò il programma della scuola agraria
funzionante presso il suo istituto. A conclusione dei lavori si deliberò di preparare un
programma di scuola agraria che servisse
da modello per iniziative pratiche»29.
È bene ricordare qui il rilievo che don Guanella dava al lavoro agricolo per l’occupazione e la riabilitazione dei“buoni figli”, ai
quali riservava i lavori meno impegnativi,
più leggeri e facili. «Allo scopo di riabilitare i
propri ricoverati, l’Istituto si occupa pure di
colonie agricole secondo l’indirizzo nuovo
di agricoltura»30. Don Guanella propone alle persone più
“fragili” non tanto un metodo, quanto uno
stile di vita, frutto della sua attenzione intensa verso di loro, intuendone i bisogni e
le possibilità di riabilitazione. Come ebbero a spiegare i biografi Tamborini e Preatoni: «Egli li amava prima di tutto, poi li stimava per quello che valgono, al cospetto
della fede; infine, metteva in azione le loro
risorse. Pensò quindi di procurare loro una
soddisfazione, togliendoli dall’ozio, con
l’assegnarli al lavoro, mettendoli in gara di
fatiche; nulla di meglio per essi, quasi tutti provenienti dalla terra, che ridonarli alla
terra. Scelse come vasta palestra di quel
nuovo tentativo di riabilitare latenti o assopite energie, una vasta estensione del Pian
di Spagna, da bonificare»31.
Don Guanella seppe fare del lavoro manuale, in particolare di quello in campagna, uno
strumento di terapia riabilitativa, anticipando per intuizione ciò che oggi si conosce
perché frutto di accurati studi e riflessioni
di esperti pedagogisti32. «Il contatto con la
natura permette di poter percepire dal vero
le varie sensazioni: ruvidità e scabrosità di
superfici; caldo e freddo; pesante e leggero;
grande e piccolo; nonché i colori del cielo,
coltivare e custodire la terra seguendo le orme di
INSERTO SPECIALE
senti di lotta egli sì giova contro la inferiorità desolante di queste
povere creature, della fede e del lavoro; riesce in esse a suscitare
le commozioni della preghiera e a conferire la dignità del lavoro;
in forme rudimentali quanto sì vuole, ma in modo tale, sempre,
che su questi “rifiuti” rifulga un raggio di vita»34.
Conclusioni
ga evangelizzazione e promozione umana. Aprono luoghi di
assistenza (ospedali, ricoveri,
luoghi per disabili), indirizzati
a bisogni che lo Stato trascura, testimoniando non solo una
frontiera della carità, ma anche
un profetico rispetto per la vita,
Casa Divina Provvidenza, Como :
il ricovero per anziani agli inizi del ‘900
e una stima per il mistero della
sofferenza. Promuovono Casse
on Luigi Guanella si tro- rurali, Colonie, Società operaie,
va ad essere sacerdote Scuole serali e professionali,
in un periodo di grandi Cooperative di consumo e di
mutamenti politici, sociali, cul- produzione, forme di assistenturali. za nelle necessità dell’emigra«Alla fine degli anni ’70-’90 si zione. Don Guanella sarà uno
afferma un nuovo modello di di questi. Scriveva nel 1896 su
sacerdote e di presenza pasto- La Divina Provvidenza: «Uscite,
rale, che pur conservando ele- signori, uscite dal Santuario;
menti ancora validi del modello siate di chiesa, ma non vi state
antico, ne assume anche di ra- tutto il giorno! […] il mondo una
dicalmente nuovi, che tengono volta veniva a noi, ora ci volge le
il passo col veloce modificarsi spalle: una volta non avevamo
della realtà socio-economica e che da stare al nostro posto;
ma adesso conviene muoverculturale»35.
Sono preti diocesani che pre- si, uscire dalla sacrestia sotto
figurano una nuova forma di pena di restare in una colpevopastorale. Non dimenticano i le ed inonorata solitudine. A noi
sacri misteri, ma vogliono par- ora è detto: “Uscite prontamentire dall’uomo, specialmente te, scorrete le vie e le pubbliche
sofferente. Entrano nel sociale piazze, le strade e i campi, chiaperché sentono tale impegno mate i poveri, gli zoppi, i ciechi,
come un aspetto necessario e costringeteli ad entrare” (Lc
della loro “missione” che coniu- 14). Osserverà alcuno: “Ma noi
D
INSERTO
LA DIVINA PROVVIDENZA
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abbiamo i nostri pulpiti, i nostri
confessionali; vengano dunque i popoli dove noi siamo per
dovere del nostro ufficio!”. E se
non vengono, se la voce della
campana, invece di attirarli,
sembra farli fuggire resteremmo noi spettatori indifferenti di
questa deplorabile diserzione,
scuotendo la polvere dei nostri
piedi e gettando dietro loro le
parole di Geremia: “Quelli che
vogliono andare alla morte, se
ne vadano?”»36.
Alieno da un meschino filantropismo, che bollava come
«falsa moneta della carità»37,
don Guanella sarà il samaritano che coniuga la “carità
evangelica” nelle forme richieste dai tempi, sarà un prete di
frontiera, caratterizzato dall’apertura verso il sociale in tutti
i suoi aspetti, dall’istruzione,
alla formazione professionale
e agricola, alla cura dei malati,
all’assistenza dei lavoratori. Le
“sante industrie” che proporrà
saranno ben lontane dall’elemosina tradizionale. Richiederanno coraggio, inventiva,
competenze tecniche38. Il bene
doveva essere fatto bene. ❑
21
Milano 2015
a margine di
EXPO
Gli inizi della Colonia agricola del
di SILVIA FASANA
coltivare e custodire la terra seguendo le orme di
PIAN
DI SPAGNA
Don Guanella
Valli Adda e Mera e Pian di Spagna
L
a storia di Nuova Olonio inizia come un vago
presentimento del giovane Luigi Guanella,
quando, nei suoi viaggi da e verso Fraciscio «per venire a studio in Como e traversava
le lande e steppe del Pian di Spagna, non sapeva capacitarsi come si lasciasse incolto sì vasto
terreno, mentre sui suoi monti si coltiva anche
una spanna sopra una roccia per ricavarne poco
più di una manata di fieno»39. Anche successivamente, «Presentimento o non presentimento, un
giorno che da Bene Vagienna veniva con lunga
passeggiata cogli scolari del collegio dei Salesiani di Trinità, di cui era rettore, aveva in mente il
Pian di Spagna fisso fisso, e chiaro chiaro come
un giorno là si sarebbe fatta una fondazione»40.
Passando da Pianello o da Musso «guardava al
Pian di Spagna con certa attrattiva»41.
Il 28 luglio 1900 don Luigi acquistava la Castella, «l’Osteriaccia […], un vero sitaccio infame»42,
di proprietà di Gaudenzio Tavasci43 «con terreno
La Castella acquistata da don Guanella
erbivo annesso e con altre steppe della famiglia
Oreggioni e dei signori Balatti, e dei cosiddetti
Bergamaschini, mediante contratto rogito Bettiga»44; ne entrava in possesso il 29 settembre
dello stesso anno. La Castella, «dove ai miei
tempi il fiume Adda entrava nel lago di Mezzola»45, era un edificio che in passato aveva svolto
diverse mansioni: stazione dei traghetti, osteria
fornita di stanze per i viaggiatori, centro per la riscossione dei tributi dovuti ai traghettanti, luogo
di sosta e di riparo. Questa costituì il primo nucleo attorno al quale ebbe inizio e si sviluppò la
Casa “Madonna del Lavoro” e il nuovo villaggio
che assunse il nome di Nuova Olonio.
«Si domanderà: “Come incominciarono i lavori?
Come si proseguirono?”. La risposta è storica.
Un giorno don Guanella approda a Colico con
una dozzina di ricoverati che chiamava buoni figli e li aiutava a salire sopra un carro preparato,
e via fra le risa di quei di Colico che strabiliava-
22
LA DIVINA PROVVIDENZA
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INSERTO
La Castella e il villaggio di Nuova Olonio nel tempo sono cresciuti
INSERTO SPECIALE
Lavori di bonifica del Pian di Spagna
Nuova Olonio e Casa Madonna del Lavoro
Medaglia d’oro a don Guanella
dalla Deputazione Provinciale di Como nel 1915
no. Ma avevano una buona guida nel Servo
della Carità sacerdote Luigi Bravi, il quale
sapeva farsi amare ed obbedire insieme. Si
trattava di appianare collinette di sabbia per
riempire delle paludi e mettere in disparte la
terra vegetale - humus - a stendervi sopra
quasi concime prezioso. Si chiamarono poi
lavoratori veneti abilissimi in tali lavori e così
si ridusse a prato, a campo, a vite, a gelsi,
una spianata di steppe per una estensione
di cinquecento pertiche locali. Il locale abitazione si estese per circa cinquanta persone, e stalle e fienili per oltre trenta bovine.
[…] Mano a mano, in ogni anno si fabbricano all’ingiro delle abitazioni. Sono famiglie
della vicina borgatella di Verceia, la quale
minaccia subbisso per continue minacciose
frane dall’alto dei monti. Sono famiglie della sponda destra dell’Adda sino a Mello, le
quali apprendono che è guadagno miserabile discendere da molti chilometri dall’alto
per lavorare poche ore in piano impoverendolo sempre con portar via la sera il carico
di legna, di strame, di letame che un asinello stecchito può portare»46.
«E come si stava poi a denaro per i pagamenti? Denari non se ne aveva mai o quasi, ma i lavoratori venivano a gara e no n si trovò alcuno che si lamentasse
di non essere stato pagato esattamente. Chi pagava
dunque? Non è dubbio. Le migliaia di lire venivano
giù da sopra le tegole della casa e chi le mandava era
sempre la divina Provvidenza»47.
Nel 1905 il Ministro di Agricoltura, Industria e Commercio del Regno d’Italia conferiva a don Guanella
un attestato e una medaglia d’argento per «lavori di
colmata artificiale e di bonificazione agraria» nel Pian
di Spagna; a sua volta la Deputazione Provinciale
(ora Provincia) di Como, con delibera del 24 giugno
1915, conferiva a don Guanella una medaglia d’oro
per le sue «cospicue benemerenze filantropiche»48.
«La nostra Provincia […], non può quindi rimanere insensibile di fronte all’opera civile e proficua del valoroso Sacerdote il quale trae dal lavoro compiuto e dalle
sue ulteriori aspirazioni ragione e titolo alla pubblica
gratitudine»49. Oggi queste medaglie sono conservate
presso il museo “Don Luigi Guanella” di Como.
Castella e villaggio nel tempo sono cresciuti, diventando due realtà autonome: rispettivamente la Casa
“Madonna del Lavoro” e la Nuova Olonio, riunite
nell’unica comunità ecclesiale della parrocchia del
SS. Salvatore. ❑
INSERTO
LA DIVINA PROVVIDENZA
n. 3 - 2015
23
Milano 2015
Don Guanella
1 Cfr. L. Guanella, Le vie della Provvidenza. Autobiografia di un
santo (in seguito VdP), Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo
2011, 32: «Luigi discendeva tutto in sudore con un carico di strame
dalla valle cosiddetta di Calcagnolo».
2 L. Guanella, VdP, o. c., 33.
3 Cfr. Notizie chiavennasche del primo decennio del 1800. Scritto
anonimo del sec. XIX presentato e annotato da don Peppino Cerfoglia, Raccolta di studi storici sulla Valchiavenna, I, Sondrio 1960,
19 e nota 29. Da questo testo risulta che gli alpeggi dell’Angeloga (come quelli dello Spluga) erano a quei tempi i più vasti della
Valle, di complessivamente 2900 “vaccate” e 600 pecore o capre.
La “vaccata” è un’unità di misura di consumo di superficie, che
indica la porzione di pascolo necessaria per una bestia di allevamento nella stagione estiva. Non si trattava di una misura fissa,
ma variabile in rapporto alla qualità del terreni.
4 L. Guanella, VdP, o. c., 51.
5 L. Guanella, Lettere circolari ai Servi della Carità, XXII, Como,
20 ottobre 1913, in Scritti per le Congregazioni, IV, Centro Studi
Guanelliani Roma, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1988, 1411.
6 L. Mazzucchi, Una data, LDP, giugno 1915, 85.
7 L. Guanella, VdP, o. c., 26.
8 Positio super introductione causae, o. c., Summarium N. II, 58,
teste L. Mazzucchi.
9 L. Guanella, Lettera a mons. P. Carsana, Pianello del Lario 19
marzo 1885, E 3311.
10 La colonia agricola, LDP, maggio 1900, 39.
11 L. Guanella, Alla onorevole Deputazione Provinciale di Como,
25 aprile 1915, Archivio Storico Guanelliano Como, IX K/12.
12 L. Guanella, VdP, o. c., 52
13 P. Buzzetti, Le chiese nel territorio della antica comunità di Piuro, Lito-Tip. A. Volta, Como 1921, 130.
14 L. Mazzucchi, La vita, lo spirito e le opere di don Luigi Guanella,
1920, Riproduzione anastatica, Editrice Nuove Frontiere, Roma
1999, 301.
15 L. Guanella, Colonia agricola cattolica nel Pian di Spagna sopra
Colico. Salviamo il contadino!, LDP, aprile 1900, 30-31.
16 L. Guanella, L’agronomia, La Divina Provvidenza, novembre
1901, 81.
17 L. Guanella, Fra clero e popolo, La Divina Provvidenza, marzo
1908, 47-48
18 L. Guanella, Eccolo il Signore! Nozioni agricolo-morali, manoscritto autografo, Archivio Storico Guanelliano Como, IV, c’’, 5.
19 L. Guanella, Pensieri malinconici, La Divina Provvidenza, settembre 1905, 132s.
20 L. Mazzucchi, Fragmenta vitae et dictorum sac. Aloysii Guanella, XVII, 25 agosto 1913, Archivio Storico Guanelliano Como,
VIIa, 2.
21 Cfr. L Guanella, Regolamento dei Servi della Carità, 1905, in
Scritti per le Congregazioni, IV, Centro Studi Guanelliani Roma,
Nuove Frontiere Editrice, Roma 1988, 1170-171.
22 L. Guanella, Regolamento dei Servi della Carità, 1905, o. c.,
1170.
23 L. Guanella, Regolamento dei Servi della Carità, 1905, o. c.,
1171.
24 L. Guanella, Lettere circolari ai Servi della Carità, in Scritti per le
Congregazioni, IV, Centro Studi Guanelliani Roma, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1988, 1373, 5.
25 L. Guanella, Col sudore della fronte, La Divina Provvidenza,
giugno 1903, 46-47
26 Abbozzo di Statuto del Patronato Agricolo di Olonio S. Salvatore
- Pian di Spagna, LDP, maggio 1901, 39-40.
27 Abbozzo di Statuto del Patronato Agricolo di Olonio S. Salvatore
- Pian di Spagna, LDP, maggio 1901, 39.
28 A. Robbiati, Le colonie agricole: il caso di San Salvatore in Piano
di Spagna [1900-1915], in L’opera di don Luigi Guanella. Le origini
e gli sviluppi nell’area lombarda, Amministrazione Provinciale di
Como, Como 1988, 175; cit. Per una colonia agricola, in Il movimento agricolo, 1900, 27 aprile.
29 P. B[uzzetti], Adunata agricola alla colonia di Olonio San Salvatore, La Divina Provvidenza, novembre 1902, 81-82. Si tratta
di iniziative corrispondenti alle direttive dettate dallo stesso don
Guanella.
30 L. Guanella, Regolamento dei Servi della Carità, 1905, o. c.,
1110.
31 A. Tamborini, G. Preatoni, Il Servo della Carità Beato Luigi Guanella, Editrice Àncora, Milano 1964, 279.
32 Cfr. M. Carrozzino, Don Guanella Educatore, Nuove Frontiere,
Roma 1982, 139.
33 G. Pravettoni, Il lavoro agricolo per lo sviluppo della personalità
totale dell’adolescente meno dotato, Servire, 1 Trimestre 1975, 10.
34 L. Mazzucchi, La vita…, o. c., 560.
35 Cfr. X. Toscani, Il mondo ecclesiastico e la società locale, in L’opera di don Luigi Guanella. Le origini e gli sviluppi nell’area lombarda,
Amministrazione Provinciale di Como, Como 1988, 86 e ss.
36 L. Guanella, L’idea cattolica, La Divina Provvidenza, febbraio1896, 11.
37 L. Guanella, Un fiore di riviera, in Scritti morali e catechistici,
Centro Studi Guanelliani, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1999,
839.
38 G. Rumi, Spiritualità e impegno di don Luigi Guanella, in L’Opera di Don Luigi Guanella…, o. c., 64.
39 L. Guanella, Brevi cenni storici intorno all’Istituto ed alle Opere
dei Servi della Carità, manoscritto, Archivio Storico Guanelliano
Como, Bozzetto 7.
40 L. Guanella, VdP, o. c., 96.
41 L. Guanella, VdP, o. c., 96.
42 G. Tam, Appunti di reminiscenze circa D. Luigi Guanella, manoscritto, Archivio Storico Guanelliano Como.
43 Cfr. P. Bellesini, Una cara pagina di ricordi personali su Don
Luigi Guanella alla vigilia di una inaugurazione al Pian di Spagna,
in LDP, settembre 1943, 55: «Era costui un vecchio solitario di
quella landa abbandonata. Non era molto avanzato negli anni;
ma il suo volto emaciato dalla malaria gli dava l’aspetto di una
decadenza precoce. Pur tuttavia amava il suo nido, che spesso
dava ricetto ai cacciatori in caso di maltempo o di ristoro».
44 L. Guanella, VdP, o. c., 97.
45 L. Guanella, VdP, o. c., 97. In realtà la situazione era stata tale
fino ai lavori di rettifica dell’ultimo tratto del corso dell’Adda,
operata tra il 1845 ed il 1858 sotto la dominazione austriaca.
46 L. Guanella, VdP, o. c., 100-102.
47 L. Guanella, VdP, o. c., 101.
48 Cfr. A. Robbiati, Le colonie agricole: il caso di San Salvatore in
Pian di Spagna (1900-1915), in L’Opera di don Luigi Guanella. Le
origini e gli sviluppi nell’area lombarda, Amministrazione Provinciale di Como, Como 1988, 187.
49 Onorificenze, in La Divina Provvidenza, agosto 1915, 115.
LA DIVINA PROVVIDENZA
n. 3 - 2015
INSERTO
24
EXPO
a margine di
«Si aiutino pure le
industrie, ma per
carità non si trascuri
l’agricoltura e si
profitti degli studi
antichi e recenti sui
modi opportuni di
concimare e di far
fruttare la terra,
ponendo il contadino
sotto la direzione
illuminata di agronomi
sperimentati, credenti
e di buona volontà»
coltivare e custodire la terra seguendo le orme di
Grazie, don Guanella!
NELLE PERIFERIE DEL MONDO
LA DIVINA PROVVIDENZA N. 2 - 2015
«
La generosità dei nostri BENEFATTORI
»
Credilo: quello che benedice il cibo e che
arricchisce la casa è il lavoro e l’elemosina.
GRAZIE RICEVUTE
Frigerio Ernesta di Eupilio ha offerto € 20,00 per grazia ricevuta;
Gusmeroli Beniamino ha offerto € 200,00 per grazia ricevuta.
ATTI DI BONTÀ
Rusconi Franca di Veniano ha offerto € 200,00; Panzeri Gaetano di
Oggiono € 150,00; Cavallaro Giuseppina di Sant’Agata di Militello
€ 200,00; De Carli – Giannini Antonietta di Minusio €190,87;
Colombo Giancarlo di Seregno € 250,00; Grella – Riva Irma e
Diletta di Triuggio € 400,00; Fametti Nella di Casteggio € 200,00
per i bimbi delle Missioni; Lazzati Luigi di Monza € 193,00 per
il progetto 14; Sala Marilena di Como € 200,00 per il progetto
13 e € 800,00 come offerta; Suriano Paola, Maria e Domenico di
Como € 600,00 per il progetto 13; Longa elsa di Como € 200,00;
N.N. di Rovellasca € 300,00; Mascetti Alberto di Como € 1000,00;
SAN LUIGI GUANELLA,
Radaelli Simone di Carate Brianza € 200,00 per il prgetto 13;
Opera Omnia, vol. III, pag. 510
Sangregorio Carla, di Saronno € 208,00 per il progetto 13; Crippa
Maria di Como € 200,00; Nespoli Luca di Castel San Pietro €
120,00; Botta Luigi di Como € 200,00 per il progetto 13; Tognali
Dovilio di Como € 300,00 per il progetto 14; Novarese Alberto di
Appiano Gentile € 1.000,00; Ragnoni Marina di Roma € 250,00;
⿙⿙ innanzitutto sostenendo spiritualmente con la vostra preziosa preghiera tutti i Orsenigo Daniele di Como € 200,00; Taiana Abbondio di Gironico
suoi operatori;
€ 200,00.
COME SI PUÒ AIUTARE LA CASA DIVINA PROVVIDENZA - OPERA DON GUANELLA
⿙⿙ inoltre,
potendolo, impegnando parte del vostro tempo a vivere momenti di
fraternità e di amicizia con i nostri anziani e sofferenti;
⿙⿙ offrendo per SS.Messe: € 12,00 (singola); € 500,00 (gregoriana)
⿙⿙ in più, contribuendo economicamente alla realizzazione di concreti progetti di
bene, con l’offrire, ad esempio: € 50,00 per una giornata di pane; € 200,00 per
collaborare a una borsa di studio per un ragazzo bisognoso; sovvenzionare altri
progetti che vengono indicati in questa rivista;
⿙⿙ e in mille altri modi che il vostro buon cuore vi suggerirà.
IMPORTANTE: L’ISTITUTO È ENTE GIURIDICO
può quindi ricevere Donazioni e Lasciti testamentari (RR.DD. 2.7.1931 e 11.1.1932)
Per evitare possibili contestazioni si consiglia:
⿙⿙ per DONAZIONI di denaro o di beni mobili e immobili, rivolgersi direttamente
alla Direzione Casa Divina Provvidenza, Via Tommaso Grossi 18 - 22100 Como
- telefono 031.296.711 - fax 031.296.898 - email: [email protected]
⿙⿙ per TESTAMENTI: se trattasi di Legati si può usare la seguente formula (per la
validità scrivere a mano con penna): “Io … lascio alla Provincia Italiana della
Congregazione dei Servi della Carità, Opera don Guanella, per la Casa Divina
Provvidenza in Como, a titolo di legato, la somma di euro ……………… o l’immobile sito in …………… (oppure) gli immobili siti in ……………” (luogo, data e firma
leggibile per esteso). Se si vuol nominare la Casa Erede Universale, scrivere: “Io
………… annullando ogni mia precedente disposizione, nomino mio erede universale la Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità, Opera don
Guanella, per la Casa Divina Provvidenza di Como” (luogo, data e firma leggibile
per esteso).
N.B. Consigliamo di depositare il testamento, scritto di propria mano,
presso un notaio di fiducia.
⿙⿙ I TITOLARI DI REDDITO D’IMPRESA, siano persone fisiche o persone giuridi-
che, possono dedurre dalla base imponibile rispettivamente dell’IRPEF o dell’IRPEG le offerte fatte a favore dell’Opera don Guanella fino al 2% (due per cento)
del loro reddito (art. 65 comma 2 del DPR 22/12/1986, n.917) di cui si consegnerà
regolare dichiarazione.
⿙⿙ OFFERTE: c/c postale IBAN IT87 T0760 11090 00000 0041 3229; inoltre bonifici bancari a queste coordinate: c/c Banca Popolare di Sondrio, ag. Como IV
Ponte, IBAN IT23 V0569 61090 00000 09018X27 intestato a Casa Divina Provvidenza; anche online sul sito www.guanellacomo.it
PIÙ GIORNATE DI PANE
Longhi Silvio di Como ha offerto 2 gg di pane; Grandi Margherita
di Menaggio 2 gg; Colli Mario di Grandate 3 gg; Albonico Mariella
di Como 2 gg; Piscia Serafino di Cadrezzate 2 gg; Valtorta Elvina e
Franca di Carugo 2 gg; Botta Luigi di Como 2 gg; Colombo Angelo
di Nesso 2 gg; Bonanomi Giuseppe di Santa Maria Hoè 3 gg.
UNA GIORNATA DI PANE
Bernasconi Angelo di Como; Robbiani Emilio e Dina di Cucciago;
Borselli don Francesco di Montalbano; Fasola Carla di San Fermo
della Battaglia; Casagrande Sante di Cartura; Cribellati Rita
di Cassine De’ Pecchi; Valli – Arrigoni Lina di Uggiate Trevano;
Carletti Piera di Castenedolo; Minarchi Teresa di Cetraro; Favini
Angela di Locate di Triulzo; Natale Lia di Sondrio; Vago Giuseppina
di Fino Mornasco; Ostinelli Carlo e Angela di Como; Suriano
Fortunato Pio di Como; Merloni Rosa di Grandola e Uniti; Curtoni
Guido di Gerola Alta; Caglio Anna di Missaglia; Gandola Angela
di Bellagio; Bradanini Rosalba di Valdidentro; Caspani Romilda di
Como ; Fortina Armanda di Bareggio.
BORSE DI STUDIO
“FR. CARLO ELLI II”: Capuzzo Antonio di Monselice ha offerto €
200,00 - “DON MARIO BRUSA” - “DON LUIGI MARNATI” - “DON
ROBERTO ISELLA” - “DOZIO MARIA BAMBINA” - “DON LUIGI ROCCA”
I NOSTRI DEFUNTI
BENEFATTORI: Garganico Enrica di Maslianico; Crippa Iolanda
di Monza; Valsecchi Giuseppe di Molteno; Fumagalli Anna di
Rovagnate; Lavelli Ambrogina di Lecco; Molteni Stefano di
Seregno. CONFRATELLI: don Antonio Merlin. FAMILIARI DI
CONFRATELLI: suor Imelda Simion, sorella di don Vincenzo e di
don Pier Giorgio; EX ALLIEVI DEFUNTI: Ravizza Paolo di Barni.
25
SANTUARIO S. CUORE - 100 ANNI
LA DIVINA PROVVIDENZA N.2 - 2015
www.sacrocuorecomo.it
IL SANTUARIO del
SACRO CUORE
« Don Luigi
portò sempre
nell’anima sua
l’ideale giocondo
di un Santuario a
quel Sacro Cuore,
da cui emana,
come raggio da
sole, la santa
fiamma della
carità »
di SILVIA FASANA
FOTO
La navata del Santuario Sacro
Cuore in Como. Sullo sfondo
la riproduzione del Calvario e
dell’edicola del Santo Sepolcro
NOTE
1 Cfr. Questioni e informazioni, V, in Charitas,
n. 80, aprile 1943, 23.
2 Il Santuario S. Cuore e le Opere annesse erette in “Rettoria Parrocchiale”, in LDP, maggio
1968, 8.
3 Cfr. P. Promontorio, Relazione sull’avvenuta
ristrutturazione del Santuario, in LDP, II trimestre 1986, 22-23-24.
26
Un atto di fede in un tempo
di odio, di violenza e di morte
I numerosi lavori eseguiti nel Santuario Sacro Cuore
in Como dal 1942 al 2014
N
el 1942 l’Opera Don Guanella celebrava il centenario della nascita del Fondatore e la sua causa di beatificazione stava procedendo
abbastanza rapidamente, lasciando presagire una rapida conclusione favorevole. La festa però dovette essere contenuta a causa della
guerra; nonostante ciò non si volle rinunciare ad assumere un impegno
economico piuttosto rilevante per alcuni lavori nel Santuario. Fu un atto
di fede e di speranza, perché sembrava necessario, in un tempo di odio,
di violenza e di morte, far risuonare alta una voce un richiamo di bontà,
di amore e di pace, invocando ancora il Cuore di Cristo per la riconciliazione dell’umanità intera.
Il 15 giugno 1942 cominciarono i lavori per uniformare la parte originaria
del santuario con quella aggiunta nel 1914, dato l’accentuato contrasto
architettonico esistente; la direzione fu affidata all’architetto Umberto
Del Corno di Milano. La parte anteriore fu sopraelevata a livello di quella
più recente; la sua vecchia copertura a volta fu demolita e sostituita da
un pregevole soffitto a cassettoni eseguito dai falegnami della Casa in tavolame di abete della Valtellina, riproducendo il disegno di quello posteriore disegnato da Luigi Perrone del 1914. Fu rifatto il tetto, coprendolo
con lastre ardesia della Valmalenco e sostituendo le vecchie capriate con
nuove di rovere. Il vecchio organo in controfacciata venne rimosso. Le
quattro cappelle laterali anteriori furono demolite e sostituite con nuove
e più ampie, a volta, illuminate dall’alto per mezzo di lanterne. Le cappelle di sinistra, realizzate per prime, furono dedicate rispettivamente
al Sacro Cuore, con la bella pala di Annibale Ticinese del 1945, e a San
Giuseppe, con il grande quadro del Transito di San Giuseppe del 1944, ritoccato poi da Carlo Cocquio nel 1955, copia dell’originale di Ettore Ballerini che ornava l’abside della chiesa di S. Giuseppe al Trionfale in Roma.
Le cappelle di destra invece furono dedicate rispettivamente a Sant’Antonio di Padova, poi abbellita con il quadro del Santo dipinto da Carlo
Coquio (1954) e alla Madonna di Lourdes, poi adornata con la grandiosa
LA DIVINA PROVVIDENZA N. 3 - 2015
SANTUARIO S. CUORE - 100 ANNI
Altare con l’urna di
don Guanella nel 1964
pala lignea eseguita da Vincenzo Moroder (1954) e ora collocata all’esterno dell’ingresso destro del Santuario.
Durante i lavori iniziati nel 1942 e
proseguiti fino al 1944 fu rifatta anche la facciata del Santuario, in marmo di Musso, ispirata alle linee del
Duomo di Como. Fu fatta precedere
da un semplice porticato a tre arcate;
al centro venne realizzato un grandioso portale marmoreo impreziosito da un ciclo di altorilievi, opera di
Vitaliano Marchini nel 1943, raffiguranti alcune figure di Santi a cui don
Guanella era particolarmente devoto
o a cui era legato da vincolo personale
di amicizia. Alla sommità del timpano fu posta una statua del Sacro Cuore sempre in marmo di Musso e opera
anch’essa di Vitaliano Marchini, alta
2,5 metri e pesante circa 35 quintali.
Il 22 gennaio 1943 il Capitolo della
basilica di S. Pietro in Vaticano aggregava alla stessa il santuario facendolo
partecipe delle indulgenze annesse1.
Il vescovo Felice Bonomini, con decreto del 10 maggio 1968, stabiliva
che «Le Case “Divina Provvidenza e di
Santa Marcellina” in Como via T. Grossi, con le opere e i ricoveri annessi,
sono sottratte dalla giurisdizione del
Parroco “pro tempore” di Sant’Orsola
e affidate al Superiore “pro tempore”
della Casa Divina Provvidenza, nella
qualità di Cappellano Curato, nominato dai Superiori Religiosi ed approvato dal Vescovo a norma dei sacri
canoni»2.
Nel 1964, in occasione della beatificazione
di don Guanella, nella
cappella sinistra del
transetto, originariamente dedicata all’apparizione del Sacro
Cuore a Santa Margherita Alacoque, venne
eretto l’altare del nuovo
Beato ad opera dell’architetto Giuseppe Martinenghi, nel quale trovò solenne collocazione
l’urna con le spoglie del
Fondatore, ornata da
sculture di Emilio Monti.
Successivi interventi
in Santuario furono effettuati nel 1985-1986, in occasione del centenario della Casa “Divina
Provvidenza”, per l’adeguamento alle nuove esigenze liturgiche post
conciliari e per una maggiore armonia e unità artistica, sotto la direzione dell’architetto Pellegro Promontorio e la supervisione del geometra
Martino Fontana.
Venne ridisegnata l’area presbiteriale, con il rifacimento dell’altare
maggiore, del leggio e del portaceri con fioriera. Le cappelle della navata anteriore furono ridotte a due (quella della Madonna e Santi della
carità a sinistra e quella di San Giuseppe a destra) e semplificate dal
punto di vista devozionale ed artistico; si venivano a creare così due
ingressi laterali indiretti. La cappella di destra del transetto fu invece
rimaneggiata per accogliere l’Eucarestia e dedicata al Sacro Cuore; fu
realizzata anche una nuova cappella invernale sul lato sinistro del presbiterio, dedicata alla Sacra Famiglia3.
Il 17 maggio 1986, a lavori ultimati, il vescovo Teresio Ferraroni celebrò
il solenne Rito di Dedicazione (ricordato da una lapide sulla facciata a
fianco dell’ingresso) e consacrò il nuovo altare maggiore. Lo stemma di
mons. Ferraroni, insieme a quello di Giovanni Paolo II, Papa regnante
negli anni dell’ultima ristrutturazione del Santuario, sono stati dipinti
rispettivamente a sinistra e a destra dell’arco trionfale da Torildo Conconi.
Nel 1991, a seguito della beatificazione di suor Chiara Bosatta, venne risistemata ulteriormente la cappella di sinistra della navata posteriore
per accogliere le spoglie della discepola accanto a quelle del Fondatore
nel nuovo maestoso altare su progetto dell’architetto Pellegro Promontorio. Nel corso del 2005, in occasione del quarantesimo anniversario
della beatificazione di don Luigi Guanella, sono stati effettuati diversi
piccoli interventi finalizzati a rilanciare il patrimonio spirituale, storico e artistico del Santuario e nel 2011-2012 in occasione della canonizzazione, sono stati messi in atto ulteriori lavori di restauro e riqualificazione, oltre alla posa dei dipinti di Mario Bogani raffiguranti le Opere di
Misericordia Corporale e Spirituale e la Gloria di San Luigi Guanella, delle nuove vetrate nella parte anteriore del Santuario e del nuovo organo.
Infine, nel 2014, per l’inizio dell’anno centenario della nascita al cielo
del Santo, sono stati posati nel Santuario un grande pannello a destra
dell’ingresso principale e nuove schede su supporti in plexiglas che illustrano i singoli particolari artistici e il loro significato devozionale.
27
FAMIGLIA E SOCIETÀ
LE FAMIGLIE
LA DIVINA PROVVIDENZA N.3 - 2015
delle persone con
DISABILITÀ INTELLETTIVA
di VITTORE MARIANI
presidente nazionale
Movimento Laicale Guanelliano
Q
uando parliamo di famiglie, non
possiamo dimenticare le famiglie
delle persone con disabilità, specialmente con disabilità intellettiva. Esse
si trovano in una condizione particolarmente impegnativa perché, per la
gran parte dei casi, a causa dell’impossibilità a progettare la propria
vita, pur magari acquisendo anche
buone autonomie nel quotidiano:
◆◆ il figlio disabile intellettivo rimarrà
per tutta la vita in qualche modo
e misura, in base alla gravità, in
una condizione di dipendenza;
◆◆ l’accompagnamento educativo
sarà di conseguenza permanente;
◆◆ finito il periodo scolastico, pochi
disabili troveranno di fatto un inserimento lavorativo e per molti
si dovrà cercare la collocazione
in un centro diurno apposito,
con attività occupazionali e ludiche;
◆◆ grande è la preoccupazione per
il “Dopo di noi”, cioè per il destino del disabile dopo l’uscita di
scena dei genitori.
Possono essere importanti come
aiuto alle famiglie:
◆◆ la consulenza psicologica e pedagogica ai genitori fin dalla
scoperta della disabilità;
◆◆ l’educatore a domicilio e specialisti all’occorrenza (fisioterapista,
logopedista...);
◆◆ l’integrazione a scuola;
◆◆ l’inserimento nella comunità ecclesiale, a partire dall’oratorio;
◆◆ il far parte di un’Associazione di
famiglie di disabili1;
◆◆ l’orientamento post scolastico,
con un lavoro di rete funzionante;
◆◆ centri diurni e residenziali per gli
adulti, con chiara e preminente
impostazione educativa (l’Opera
Don Guanella promuove e gestisce diversi centri).
28
La seguente testimonianza di mamma Franca, in occasione della
morte del figlio con disabilità, è particolare, ma ci dice molte cose
sull’essenziale nelle relazioni e nell’accompagnamento educativo
delle persone con disabilità intellettiva in famiglia2.
RICORDO DI GIOVANNI
M
i è stato chiesto di parlare di Giovanni, di questa esperienza vissuta dalla mia famiglia. È difficile riuscire a spiegare quello che Giovanni è stato per noi; è una cosa che si prova dentro, un cambiamento
che ci ha permesso di vedere le cose in modo completamente diverso
da come eravamo abituati a vederle e che ci ha fatto capire ciò che più
vale nella vita e ciò di cui si può fare a meno.
Il nostro percorso con Giovanni è iniziato il 3.7.1998 alle cinque di mattina. Eravamo felici (...). Ma non ossigena bene e viene trasferito all’ospedale di Lecco. Solo il medico di Lecco ci dirà la verità: il bambino
è Down e ha una malformazione cardiaca. Non ci sembrava possibile
che fosse capitato a noi dato che fra i parenti non abbiamo conoscenza
di qualcuno con disabilità. Ma lo sconforto è durato poco: era nostro
figlio e a noi sembrava bellissimo con il suo faccino rotondo e rilassato.
Quando lo abbiamo detto alle sorelle, che allora avevano 15 e 12 anni, la
loro reazione è stata: “E allora? È nostro fratello e gli vogliamo già bene”.
Da allora che fosse Down non ci importava proprio, però eravamo preoccupati per la sua salute. (...)
LA DIVINA PROVVIDENZA N. 3 - 2015
FAMIGLIA E SOCIETÀ
Quando, a 16 mesi, per la terza volta viene sottoposto a
intervento a cuore aperto, Giovanni pesa solo 6 kg. (…) Il
giorno dopo la terza operazione ha un arresto cardiaco che
lascerà, come conseguenza, qualche problema neurologico ma soprattutto problemi al nervo ottico e lesioni celebrali nella zona preposta alla visione. A causa dei problemi
visivi sempre in peggioramento, col tempo Giovanni è diventato cieco. Dopo aver perso anche il secondo occhio un
pomeriggio gli ho detto: “Amore mio, i tuoi occhietti si sono
ammalati e non vogliono più vedere. Non importa, dai. Ci
puoi sentire e se ci chiami veniamo subito da te, puoi toccare
le cose e riconoscerle lo stesso. E poi, per sentire la musica
che ti piace tanto non ti servono gli occhi”. Lui mi ha sorriso,
ha detto: “Si, mamma” e mi ha abbracciato. E ha continuato
come prima, sempre contento e tranquillo. (...)
Giovanni era un testone, non sempre riuscivo a fargli fare i
compiti o la ginnastica. Bisogna dire però che abbiamo iniziato la fisioterapia quando aveva un mese e non abbiamo
mai smesso. Oltre a questa c’erano esercizi di logopedia
per il rinforzo dei muscoli facciali e per favorire il linguaggio, esercizi per la manualità e tutta la parte scolastica che,
anche se per lui ridotta e facilitata, era comunque un impegno. Quando non ne poteva più entrava in sciopero, allora
capivamo che dovevano rallentare e lasciarlo riposare.
A chi gli chiedeva: “Come va Giovanni” lui rispondeva sempre: “Benissimo” anche se stava male o anche se lo avevo
appena sgridato. (…) Giovanni non ha mai detto: “Voglio
questo, voglio quello”. A Babbo Natale ha sempre chiesto
dei cioccolatini o delle caramelle. L’unica richiesta diversa
l’ha fatta due anni fa quando ha voluto un libro di barzellette a conferma del fatto che lui non voleva mai essere triste
perché avrebbe voluto ridere sempre.
Quest’anno ha dovuto affrontare la sua ultima prova; prova che è durata tre mesi di rianimazione. Durante il giorno
gli leggevamo storie, ma più volentieri ascoltava musica e
canzoni. Anche a casa, ogni giorno dopo i compiti o i vari
esercizi riabilitativi, sentiva musica. A lui piaceva molto ed
era lui a decidere cosa ascoltare fra le tante canzoni che
abbiamo. (...)
Adesso di difficoltà non ne ha più e dovrei essere serena,
anche perché non ho più la paura del dopo di noi che hanno tutti i genitori con figli disabili (la paura che restino soli
o finiscano in un istituto quando i genitori non riescono
più a seguirli), ma il ricordo della sua sofferenza non mi dà
pace. Abbiamo voluto per lui un funerale che sembrasse
una festa perché lui lo avrebbe voluto così. Abbiamo chiesto di inserire nella messa i canti a lui preferiti e siamo sicuri di aver esaudito i suoi desideri (...).
Da questa esperienza ho capito che i Down (…) quello che
chiedono è di essere amati e di avere qualcuno a cui volere bene. Non so quante volte il mio Giovanni mi ha detto:
“Mamma ti voglio tanto bene”. (…) Si è appagati non tanto
nel vederli migliorare ma quando ci stringono a loro e ci
abbracciano, riescono a trasmettere messaggi anche senza
parlare.”
__________________
1 A Como, ad esempio, dal 1964 è ben presente l’ANFFAS .
2 Solo degli stralci. La testimonianza, comparsa per la prima volta sul
bollettino parrocchiale di Grosio nel dicembre 2012, è riportata completa
nel mio libro, per concessione di Franca Cassaghi: V. MARIANI, Disabilità
intellettiva, Paoline, Milano, 2013, pp. 187-196.
29
PARTE TERZA
Sentieri meditativi
“Casa S. Maria della Provvidenza” Lora (Como):
giardino con la grande magnolia e il tavolo
di pietra dove don Guanella firmò l’atto
di acquisto della ex-filanda che diventerà
la Casa Madre delle sue Suore.
Da Fraciscio a Como: cinque piccole oasi di ristoro in cui
a cura di SILVIA FASANA assaporare dalla fonte viva delle parole di don Guanella
un’acqua davvero preziosa per il cuore e lo spirito.
Terminiamo in questo numero de “La Divina Provvidenza” la presentazione in dettaglio dei cinque sentieri meditativi realizzati sul territorio
delle province di Como e Sondrio accanto al grande itinerario “Sui passi
di don Luigi Guanella”.
➎➎ IL QUINTO SENTIERO
MEDITATIVO
Il quinto sentiero meditativo si
snoda nel verde parco della Casa
“Santa Maria della Provvidenza”
di Lora, accanto alla grande magnolia, alla vasca di pesci rossi
e al tavolo in pietra dove don
Guanella firmò l’atto d’acquisto
della ex-filanda che diventerà
la Casa Madre delle sue suore.
Il tema qui affrontato è «FARE
UN PO’ DI BENE» - LA CARITÀ.
Da Como infatti, don Guanella,
con l’aiuto delle sue suore, dei
suoi sacerdoti e degli amici laici,
portò la sua incontenibile voglia
di bene in molte parti d’Italia, in
Svizzera e perfino in America.
Gli spunti di meditazione sono:
30
■■ 0) La migliore consolazione che si
■■
■■
■■
■■
possa avere su questa terra è quella di fare un po’ di bene.
1) Ogni cristiano non può accontentarsi di pensare e provvedere
unicamente per sé, ma deve pure
pensare e provvedere al bene dei
propri fratelli e soprattutto ai più
bisognosi di aiuto corporale e spirituale.
2) Un cuore cristiano che crede e
che sente non può passare davanti alle indigenze del povero senza
soccorrervi. In questo si conosce
che uno è vero seguace di Gesù Cristo, se ha carità per i poveri e per i
sofferenti, nei quali è più viva l’immagine del Salvatore.
3) Tutti si educhino ad un vivo senso di compatimento verso i sofferenti, perché un cuore coscienzioso
e compassionevole è un cuore buono che Dio benedice.
4) Tu compi un’opera di misericordia quando vieni coricando nel tuo
cuore le infermità umane al fine di
■■
■■
■■
■■
provvedervi.
5) Siate costantemente caritatevoli. Non parlo della carità di borsa:
questa è per gli agiati e per i ricchi.
Mi riferisco alla carità di persona,
che può essere praticata da tutti,
perché tutti possiamo fare qualche
cosa per gli altri. La carità di persona consiste nel sapersi prestare
volentieri e con amore ai bisogni
degli altri.
6) Vi esorto ad esercitare dappertutto e sempre questa carità di persona: con le buone parole, i saggi
consigli, i bei modi, la pazienza, il
sacrificio, la dedizione, la piacevolezza... Allora noi formeremo una
sola e vera famiglia.
7) Il fervente amore di Dio produce un caldo affetto di carità verso
il prossimo, perché l’amore di Dio
non si disgiunge dall’amore del
prossimo.
8) Finirla non si può, finché vi sono
poveri da ricoverare, bisogni a cui
provvedere.
SUI PASSI DI DON GUANELLA
LA DIVINA PROVVIDENZA N. 3 - 2015
Vuoi trovare i sentieri meditativi in internet?
Guarda il sito del percorso “Sui passi di don Guanella”
indirizzo breve >>
http://bit.ly/1Hs0zae
il “Giardino del Merlo”
A
ccanto ai sentieri meditativi, ricordiamo un luogo che già di
per sé è un’oasi di meditazione, molto cara a don Guanella:
il “Giardino del Merlo”, ideato e realizzato tra il 1858 e il 1883
dal nobile Giovanni Manzi, in una posizione altamente panoramica sul Sasso di Musso, tra le rovine del complesso fortificato di
Giangiacomo de’ Medici, detto il Medeghino (secolo XVI).
Don Guanella, amico di Giovanni Manzi, scrisse le Memorie passate e presenti intorno alla Rocca di Musso. Impressioni del visitatore, pubblicate per la prima volta a puntate sul giornale comasco
L’Ordine nel 1884, sottolineando l’importanza di visitare questo
luogo «in veste di viandanti […] per approfondire il meglio dell’arte
cristiana e della natura creata da Dio». «Da questa prospettiva l’occhio corre spontaneo a quelle vedute di zolle e di boschetti, di viali, di
ponti, di zampilli. Case, caverne, gallerie formano un complesso così
raro di bellezza del lavoro, della natura e dell’arte, che il visitatore se
ne sta a modo di attonito. E quando lo sguardo vuol riposare, qui è
l’orizzonte di un cielo limpidissimo che copre monte e valli, piani e
acque in quantità» (L. Guanella, Memorie passate e presenti intorno
alla Rocca di Musso. Impressioni del visitatore, 1884, 1913).
IL GIARDINO DEL MERLO
1. Il Manzi, accanto a piante autoctone, ne aveva introdotte
altre provenienti da tutto il mondo
2. Veduta parziale del giardino con la chiesetta di Santa Eufemia
Mostrando una conoscenza botanica molto approfondita, don
Guanella ne descrive le varie parti con le diverse piante presenti,
per trarre da ognuna, e dal paesaggio circostante, un significato
simbolico, un insegnamento morale. Sono pagine intrise di stupore e poesia: don Guanella sapeva vedere nella bellezza della
natura la grandezza e la bontà di Dio.
La Provincia “Sacro Cuore” dei Servi della Carità lo scorso anno,
dopo un’accurata ricerca documentaria e bibliografica sul Giardino del Merlo e don Guanella, ha predisposto una cartina del
Giardino con evidenziate le varie parti descritte dal Santo accompagnate da suoi brevi brani riguardanti gli specifici luoghi.
◆◆ CARTINA DEL GIARDINO
◆◆ IMPRESSIONI DEL VISITATORE
http://bit.ly/1YeIdDq
http://bit.ly/1Fi76aI
Disponibile anche presso il
Museo “Don Luigi Guanella” di
Como e sul posto.
Sul sito di Intratext trovate il
testo di don Guanella “Memorie
passate e presenti intorno alla
Rocca di Musso”.
CONTINUANO LE DONAZIONI PER LE CANNE DEL NUOVO ORGANO DEL SANTUARIO S. CUORE DI COMO
IRMA E LUCIANO GRELLA (Redaelli Simone) - SILVIO BANFI (Sangregorio Carla) - SURIANO DOMENICO (Suriano Domenico) - WALLY (Colombo Ambrogina e Botta Luigi) - CARLA PIROVANO (N.N) - FAM. TAIANA 2 canne (Mariella e Franca)
- DON ANGELO (N.N). Per un totale di € 1.600 per otto canne interne. Ci sono ancora 1312 canne senza nome.
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al riparo da
FURTI
 Progetto n. 18
Cosa c’è da rubare alla Casa Divina Provvidenza di Oran (Salta- Argentina)?
Niente – dice don GABRIELE MORTIN (nella foto) - per il contesto di povertà in cui si vive: ma
non è così per alcuni individui, probabilmente alienati dalla disperazione, dalla droga, dal vizio,
dalla delinquenza. Tutto ciò che è asportabile è oggetto di furto... a qualcuno potrà servire!
Questo crea ansietà e insicurezza. La mancanza di un muro di cinta per la sicurezza pregiudica
la progettualità del “Techo Fraterno”, ove sono ospitati al mattino 50 ragazzini le cui famiglie
sono in gravi necessità, una dozzina di giovani con sindrome di Down per tre pomeriggi alla
settimana e una quindicina di anziani in stato di abbandono e isolamento.
VUOI DARE UNA MANO ?
Costo del muro di cinta: € 26.355.
Notizie ulteriori in www.guanellacomo.it
Vento libero
di ANTONIO BONAVITA
CASA DIVINA PROVVIDENZA
OPERA DON GUANELLA - COMO
Sentirsi vento libero
che corre le oscurità
del giorno e della notte,
specchiarsi nel morire delle stelle
se l’alba scioglie il buio
e intanto il mondo
riprende le sue forme,
respirare la quiete attesa
che anima il mattino
e misurare quanto poca cosa
è l’uomo che si affanna
a scalpellare
un futuro di vuota onnipotenza
che illude e che non dura.
Cermenate, 24 maggio 2008
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