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RISCHI FISICI: “RADIAZIONI”
SERVIZIO DI RADIOPROTEZIONE UNIVERSITA’ DI PISA Dott. Ing. Iliano Ciucci Tel. e Fax. 050 2218032 - E-mail: [email protected] RISCHI FISICI: “RADIAZIONI” Norme di radioprotezione - Rischi connessi all’esposizione alle radiazioni ionizzanti - Rischi connessi all’utilizzo delle apparecchiature laser. CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 • Introduzione sulle radiazioni • Le sorgenti di radiazioni ionizzanti • La normativa in materia di radiazioni ionizzanti • La Radioprotezione: obiettivi e principi • Il concetto di dose – I danni da radiazioni • La sorveglianza fisica e medica: l’Esperto Qualificato, il Medico Addetto alla sorveglianza e i relativi compiti • Norme generali di protezione • Lo smaltimento dei rifiuti radioattivi • Obblighi dei lavoratori • I rischi nell’impiego delle apparecchiature laser CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 INTRODUZIONE SULLE RADIAZIONI Radiazione è il termine generalmente utilizzato per descrivere trasporto di energia associato alla propagazione di un’onda. RADIAZIONI NON IONIZZANTI (NIR = Non Ionizing Radiations), comprendono le radiazioni fino alla luce visibile. RADIAZIONI IONIZZANTI (IR = Ionizing Radiations), coprono la parte dello spettro dalla luce ultravioletta ai raggi gamma. CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 INTRODUZIONE SULLE RADIAZIONI Esposizione alle radiazioni Interazione radiazioni con la materia Trasferimento di energia alla materia Assorbimento di energia Ionizzazione Eccitazione Quando una radiazione è “capace” di produrre la ionizzazione degli atomi è definita radiazione direttamente ionizzante. Se può produrre soltanto eccitazione degli atomi allora è definita radiazione indirettamente ionizzante. CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 LE SORGENTI DI RADIAZIONI IONIZZANTI Sorgenti di radiazioni ionizzanti • Sostanze radioattive (radioisotopi artificiali), prodotte artificialmente, mediante l’impiego di reattori nucleari o di acceleratori di particelle, partendo da isotopi già presenti in natura. Esse danno luogo ad irradiazione con continuità fino al loro completo decadimento. • Macchine radiogene (apparecchi generatori) di fasci di particelle cariche e/o di raggi X. Esse danno luogo ad irradiazione solo durante il loro funzionamento (se spente non emettono radiazioni). Causano: Irradiazione esterna: quando la sorgente di radiazioni ionizzanti resta all’esterno del corpo umano (macchine radiogene e sostanze radioattive in forma sigillata); Irradiazione interna (contaminazione): può aversi quando si manipolano sostanze radioattive in forma non sigillata. NOTA: Sorgente sigillata: sorgente formata da materie radioattive solidamente incorporate in materie solide e di fatto inattive, o sigillate in un involucro inattivo che presenti una resistenza sufficiente per evitare, in condizioni normali di impiego, dispersione di materie radioattive superiore ai valori stabiliti dalle norme di buona tecnica applicabili. CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 NORMATIVA IN MATERIA DI RADIAZIONI IONIZZANTI integrato con il D.Lgs. 26 maggio 2000, n. 241 Attuazione della direttiva 96/29/EURATOM in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti D.Lgs. 9 maggio 2001, n. 257 Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 26 maggio 200, n. 241 recante attuazione della direttiva 96/29/EURATOM in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 LA RADIOPROTEZIONE Si occupa della protezione sanitaria degli individui, della collettività, della discendenza, del genere umano nel suo insieme, nonché della tutela dei sistemi ecologici naturali nelle attività che comportano esposizione alle radiazioni ionizzanti; Ha come obiettivo la prevenzione degli effetti dannosi non stocastici (che hanno una soglia di dose) e la limitazione a livelli considerati accettabili delle probabilità d’accadimento per i quali è formulata l’ipotesi di mancanza di soglia di dose. Ø • Prevenire le forme “morbose” che seguono a forti dosi (dosi acute); • Limitare tumori e malattie ereditarie che possono derivare da piccole dosi (dosi croniche). da ICRP - Pubblicazione n. 26 del 1977 CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 LA RADIOPROTEZIONE CONCETTO DI RISCHIO R=pxD con: R = Rischio p = probabilità del verificarsi dell’evento D = entità del danno CAUSE: • errore umano • mancanza di procedure di riferimento • mancanza di controlli R = (p x D) / k k = fattore dipendente da informazione/formazione CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 LA RADIOPROTEZIONE DECRETO LEGISLATIVO 19 SETTEMBRE 1994 N. 626 ART. 21 - Informazione dei lavoratori 1. Il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva un'adeguata informazione su: a) i rischi per la sicurezza e la salute connessi all'attività dell'impresa in generale; b) le misure e le attività di protezione e prevenzione adottate; c) i rischi specifici cui è esposto in relazione all'attività svolta, le normative di sicurezza e le disposizioni aziendali in materia; d) i pericoli connessi all'uso delle sostanze e dei preparati pericolosi sulla base delle schede dei dati di sicurezza previste dalla normativa vigente e dalle norme di buona tecnica; (omissis) DECRETO LEGISLATIVO 17 MARZO 1995, N. 230 Art. 61 - Obblighi dei datori di lavoro, dirigenti e preposti (omissis) 3. …….. i datori di lavoro, i dirigenti e i preposti devono in particolare: (omissis) e) rendere edotti i lavoratori, nell'ambito di un programma di formazione finalizzato alla radioprotezione, in relazione alle mansioni cui essi sono addetti, dei rischi specifici cui sono esposti, delle norme di protezione sanitaria, delle conseguenze derivanti dalla mancata osservanza delle prescrizioni mediche, delle modalità di esecuzione del lavoro e delle norme interne di cui alla lettera c); (omissis) DECRETO PRESIDENTE REPUBBLICA 13 FEBBRAIO 1964, N. 185 Art. 61 - Obblighi dei datori di lavoro, dei dirigenti e dei preposti (omissis)9 I datori di lavoro ……….. devono …: (omissis) d) rendere edotti i lavoratori dei rischi specifici cui sono esposti, delle modalità di esecuzione del lavoro, delle norme interne di cui alla lettera b), delle norme essenziali di protezione e, a seconda delle mansioni cui sono addetti i lavoratori medesimi, delle norme di protezione sanitaria e dell’importanza di attenersi alle prescrizioni mediche; (omissis) CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 LA RADIOPROTEZIONE CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 PRINCIPI GENERALI DELLA RADIOPROTEZIONE La Radioprotezione é basata su tre principi fondamentali (elaborati dall’ICRP) che sono stati recepiti dal D. Lgs. 230/95 nell’Art. 2: Al fine di garantire nella maniera più efficace la protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori e la protezione dell'ambiente dalle radiazioni ionizzanti, devono essere rispettati …, i seguenti principi generali: 1. Principio di giustificazione (i tipi di attività che comportano esposizione alle radiazioni ionizzanti debbono essere preventivamente giustificati e periodicamente riconsiderati alla luce dei benefici che da essi derivano). 2. Principio di ottimizzazione (Principio ALARA) (le esposizioni alle radiazioni ionizzanti debbono essere mantenute al livello più basso ragionevolmente ottenibile, tenuto conto dei fattori economici. 3. Principio di limitazione delle dosi (la somma delle dosi ricevute ed impegnate non deve superare i limiti prescritti, in accordo con le disposizioni del presente decreto e dei relativi provvedimenti applicativi). CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 IL CONCETTO DI DOSE Per poter studiare gli EFFETTI prodotti dall’assorbimento d’energia delle radiazioni ionizzanti nell’interazione con la materia (uomo), sono state introdotte le cosiddette GRANDEZZE DOSIMETRICHE (Dose Assorbita, Dose Equivalente e Dose Efficace) che dipendono dalle caratteristiche del campo di radiazioni e dalle proprietà del mezzo irradiato. IL MODO PIÙ SEMPLICE DI DEFINIRE IL CONCETTO DI DOSE E’ IL SEGUENTE: DOSE Ð Quantità di radiazioni capaci di produrre in un materiale un certo danno CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 TRATTO DA ANNUARIO DATI AMBIENTALI – Edizione 2005-2006 APAT Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici ___________ Nota: Aggiornamento quinquennale (a meno di incidenti gravi che comportino incrementi di esposizione non trascurabili e di ulteriore quantificazione del contributo dell’esposizione medica) CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 DANNI DA RADIAZIONI IONIZZANTI Dipendono da: NEL CASO DI IRRADIAZIONE ESTERNA: a) Capacità di penetrazione delle radiazioni nei tessuti corporei; (CORPO ASSIMILABILE AD ACQUA+ARIA+FOSFATO TRICALCICO) b) Profondità e caratteristiche dei vari tessuti corporei e organi. NEL CASO DI IRRADIAZIONE INTERNA: a) Caratteristiche fisiche e comportamento chimico dei radionuclidi (periodo di dimezzamento radioattivo e biologico) b) Modalità d’introduzione: per inalazione, per ingestione, per via cutanea (adsorbimento, inoculazione, ferita) CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 DANNI DA RADIAZIONI IONIZZANTI Si distinguono in: a) DANNI DETERMINISTICI: • • • la frequenza e l’entità variano con la dose; si manifestano al superamento di una dose soglia; si manifestano in tutti gli individui irradiati dopo un breve periodo di latenza (Es.: radiodermite, sterilità, cataratta, sindrome acuta da raggi, ecc.) b) DANNI STOCASTICI: • • • La probabilità d’accadimento (ma non l’entità) è proporzionale alla dose; Cautelativamente è esclusa l’esistenza di una dose soglia; Si manifestano in modo casuale tra gli individui dopo anni di latenza (leucemie, tumori solidi) Nota: Danni genetici stocastici = malattie ereditarie nella progenie c) DANNI ALL’EMBRIONE-FETO: Variano con la fase dello sviluppo (morte, malformazioni alla nascita, neoplasie in epoca post-natale) CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 COME CONSEGUIRE GLI OBIETTIVI DELLA RADIOPROTEZIONE? Il conseguimento degli obiettivi della radioprotezione è demandato alle azioni della: Sorveglianza fisica: esperto qualificato Sorveglianza medica: medico autorizzato/competente Vigilanza: Ispettori tecnici/medici che, nel loro insieme, costituiscono la: STRUTTURA OPERATIVA DEI CONTROLLI SCRUTINIO LIVELLO SORVEGLIANZA VIGILANZA Fisico-tecnico ESPERTO QUALIFICATO Ispettori tecnici (Enea, Anpa, Servizio Sanitario Nazionale, Ispesl, Vigili del Fuoco, etc.) Medico Ispettori Medici MEDICO AUTORIZZATO MEDICO COMPETENTE La sorveglianza deve essere assicurata da colui che mette in opera la situazione che comporti un RISCHIO DA RADIAZIONI (IL DATORE DI LAVORO). La vigilanza deve essere assicurata dall'autorità pubblica, per ogni individuo della popolazione (lavoratore, studente, apprendista, membro della popolazione). CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 Nell'ambito di una struttura lavorativa è opportuno (ed in merito la normativa vigente prevede apposite disposizioni e limitazioni) che le mansioni di sorveglianza siano indipendenti e separate organicamente e funzionalmente da quelle di produzione e di funzionamento. DATORE DI LAVORO (Direttore Amministrativo) SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (S.P.P.) SERVIZIO DI RADIOPROTEZIONE RESPONSABILE S. P. P. ESPERTO QUALIFICATO SORVEGLIANZA SANITARIA SORVEGLIANZA MEDICA MEDICO COMPETENTE MEDICO AUTORIZZATO MEDICO COMPETENTE RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA Ï (D. Lgs. 81/2008) Ï (D. Lgs. 230/95) ORGANIZZAZIONE DELLA SICUREZZA E DELLA RADIOPROTEZIONE NELL’UNIVERSITA’ DI PISA CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 L’ESPERTO QUALIFICATO • • Iscritto all’Elenco Nazionale degli Esperti Qualificati. • • • • • • Esamina il progetto degli impianti e rilascia il Benestare. • Predispone i provvedimenti necessari ad assicurare la sorveglianza fisica della protezione. • • • • • Fornisce al Datore di Lavoro, prima dell’inizio di ogni attività con rischio da Radiazioni Ionizzanti, una consulenza in merito alla valutazione del rischio e dei provvedimenti da adottare, redigendo apposita relazione. Provvede al collaudo e alla prima verifica dell’impianto. Individua, classifica e delimita le aree. Classifica i lavoratori sottoposti al rischio. Predispone le norme interne. Esegue gli accertamenti (con frequenza prestabilita) necessari per la valutazione dell’entità del rischio. Valuta le dosi ricevute dai lavoratori e le eventuali introduzioni di radionuclidi. Informa il personale sui rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti. Verifica la corretta applicazione delle norme interne di sicurezza e protezione. Compila la scheda personale dosimetrica e i Registri della Sorveglianza Fisica. Attiva (laddove necessario) il servizio di dosimetria individuale CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 CLASSIFICAZIONE DELLE AREE DI LAVORO DEFINIZIONI: Zona controllata: un ambiente di lavoro, sottoposto a regolamentazione per motivi di protezione dalle radiazioni ionizzanti, in cui l'accesso è segnalato e regolamentato. Zona sorvegliata: un ambiente di lavoro, che non è zona controllata, in cui l'accesso è segnalato e limitato. Le zone di lavoro sono classificate e delimitate dall’Esperto Qualificato: Sono classificate in base al rischio per i lavoratori del superamento di uno dei limiti di dose riportati nella tabella seguente: DOSE EFFICACE DOSE Cristallino Pelle (dose media su 1 cm2) EQUIVALENTE Mani, avambracci, piedi, caviglie LIMITI DI DOSE (mSv/anno solare) PER ZONA CONTROLLATA SORVEGLIATA 6 1 45 15 150 50 150 50 CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 SCHEDA INDIVIDUALE DI RADIOPROTEZIONE PER LA CLASSIFICAZIONE DEGLI OPERATORI CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 CLASSIFICAZIONE DEI LAVORATORI - LIMITI DI DOSE E TUTELE Limiti di Dose (mSv/anno solare) (*) Lavoratori ed assimilati Categ. A Categ. B Non Esposti DOSE EFFICACE Cristallino DOSE Pelle (dose media su 1 cm2) EQUIVALENTE Mani, avambracci, piedi, caviglie Sorveglianza fisica Sorveglianza medica Visite mediche/anno 20 150 500 500 SI SI 2 6 45 150 150 SI SI 1 (mSv/anno) Individui della popolazione 1 15 50 50 Possibile NO -- 1 15 50 (*) livelli di riferimento per la classificazione Età (anni) APPRENDISTI/STUDENTI >18 (°) APPRENDISTI/STUDENTI 16 ≤ Età ≤18 (°) APPRENDISTI/STUDENTI 16 ≤ Età ≤18 (°°) APPRENDISTI/STUDENTI <16 Limiti di Dose (mSv/anno solare) EFFICACE EQUIVALENTE Cristallino EQUIVALENTE Estremità 6 0,5 Come lavoratori esposti (Cat. A,B) 50 7,5 150 25 (°) che si avviano ad una professione in cui saranno esposti alle r.i. o i cui studi comportano necessariamente l’impiego di sorgenti di r.i. (°°) che non si trovino nelle condizioni degli apprendisti/studenti di tipo b) GESTANTI: No attività in aree classificate o comunque che espongano il nascituro ad una dose > 1 mSv durante la gravidanza DONNE CHE ALLATTANO: Vietate le attività con rischio di contaminazione CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 OSSERVAZIONI I valori delle dosi assorbite sono oggetto di regolamentazione sia per quanto riguarda i lavoratori che per quanto riguarda la popolazione. Sono, infatti, stabiliti dalla normativa vigente i seguenti limiti: LIMITI DI DOSE (mSv/anno) PER LAVORATORI ESPOSTI (CATEGORIA A/B) EFFICACE Cristallino EQUIVALENTE Pelle Estremità 20 150 500 500 LIMITI DI DOSE (mSv/anno) PER POPOLAZIONE EFFICACE EQUIVALENTE Cristallino Pelle in aggiunta ad altri limiti per apprendisti e/o studenti. CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 1 15 50 ESEMPIO DI SCHEDA DOSIMETRICA CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 ESEMPIO DI SCHEDA DOSIMETRICA (SEGUE) CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 ESEMPIO DI NORME INTERNE DI PROTEZIONE E SICUREZZA CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 IL MEDICO ADDETTO ALLA SORVEGLIANZA MEDICA • Iscritto nell’elenco nominativo dei medici autorizzati; • Effettua l’analisi dei rischi individuali connessi alla destinazione lavorativa e alle mansioni ai fini delle indagini specialistiche atte a valutare lo stato di salute del lavoratore, anche mediante accessi diretti nel luogo di lavoro; • Provvede all’istituzione ed aggiornamento dei documenti sanitari personali e alla loro consegna all’ISPESL in caso di cessazione dell’attività; • Offre consulenza al datore di lavoro per la messa in atto di infrastrutture e procedure atte a garantire la sorveglianza medica dei lavori esposti, sia in condizioni di lavoro normali che in caso di esposizioni accidentali o di emergenza. • Per la sorveglianza medica di lavoratori (e degli apprendisti/studenti) di Categoria A è necessario il Medico Autorizzato, mentre per gli altri lavoratori esposti (di Categoria B) la sorveglianza può essere garantita dal Medico Competente. NOTA: La sorveglianza medica deve essere sempre effettuata quando le attività svolte comportano la classificazione degli operatori come Lavoratori Esposti. CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 LA SORVEGLIANZA MEDICA VISITA MEDICA PREVENTIVA I lavoratori esposti e gli apprendisti e studenti (di età non inferiore a 18 anni), prima di essere destinati ad attività che li espongono alle radiazioni ionizzanti, DEBBONO ESSERE SOTTOPOSTI A VISITA MEDICA a cura del medico addetto alla sorveglianza medica. Se classificati di categoria A dal MEDICO AUTORIZZATO Se classificati di categoria B dal MEDICO COMPETENTE/AUTORIZZATO In base alle risultanze della visita medica preventiva i lavoratori vengono classificati in: a) idonei; b) idonei a determinate condizioni; c) non idonei. D. Lgs. 230/95 Art. 84 VISITE MEDICHE PERIODICHE E STRAORDINARIE Gli apprendisti e studenti e i lavoratori esposti DEBBONO ESSERE SOTTOPOSTI, A CURA DEL MEDICO ADDETTO ALLA SORVEGLIANZA MEDICA, A VISITA MEDICA PERIODICA almeno una volta all'anno e, comunque, ogni qualvolta venga variata la destinazione lavorativa o aumentino i rischi connessi a tale destinazione. Se classificati di categoria A ALMENO UNA VOLTA OGNI SEI MESI Se classificati di categoria B ALMENO UNA VOLTA ALL’ANNO In base alle risultanze delle visite mediche periodiche i lavoratori sono classificati in: 1. idonei; 2. idonei a determinate condizioni; 3. non idonei; 4. lavoratori sottoposti a sorveglianza medica dopo la cessazione del lavoro che li ha esposti alle radiazioni ionizzanti. D. Lgs. 230/95 Art. 85 ALLONTANAMENTO DAL LAVORO 1. Il datore di lavoro ha l'obbligo di allontanare immediatamente dal lavoro comportante esposizione a rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti i lavoratori che alla visita medica risultino, a giudizio del medico, non idonei. 2. Detti lavoratori non possono proseguire l'attività cui erano adibiti, né altre attività che li espongano ai rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti, se non dopo essere stati riconosciuti nuovamente idonei dal medico. 3. Il medico deve richiedere l'allontanamento dal lavoro dei lavoratori non idonei e proporre il reinserimento di essi quando accerti la cessazione dello stato di non idoneità. D. Lgs. 230/95 Art. 86 CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 NORME GENERALI DI PROTEZIONE • • • • • • • • • • • • Formazione e informazione addetti Segnalazione sorgenti radiazioni ionizzanti Ridurre il numero di esposti Minima attività/potenza possibile Minima durata esposizione Massima distanza operatore-sorgente r.i. possibile Minimo campo radiante (angolo solido) Idonei schermi protettivi Utilizzo corretto D.P.I. Corrette procedure di lavoro e uso idoneo delle apparecchiature Verifica costante dei sistemi di sicurezza Corretto impiego dispositivi di sorveglianza dosimetrica CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 PROVVEDIMENTI PER RIDURRE L’ESPOSIZIONE a) DA IRRADIAZIONE ESTERNA: DISTANZA – DURATA ESPOSIZIONE – INTERPOSIZIONE DI BARRIERE PROTETTIVE (SCHERMI, D.I.P.) b) DA IRRADIAZIONE INTERNA (CONTAMINAZIONE): Oltre a quanto previsto per il caso a), se applicabile, debbono adottarsi appropriate procedure di igiene del lavoro (uso di indumenti protettivi: camici, guanti, mascherine, ecc. o dispositivi: cappe di aspirazione, glove-box, ecc), che rendano improbabile l’incorporazione delle sostanze radioattive CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 RIFIUTI RADIOATTIVI Suddivisi in base a: Stato fisico: solidi/liquidi Radionuclide ⇒ Periodo di dimezzamento: • • 32 P, 33P, 125I, 99mTc < 75 giorni < 3H, 14C, 35S Art. 154 (D. Lgs. 230/95) - Rifiuti con altre caratteristiche di pericolosità - Radionuclidi a vita breve 2. Le norme del presente decreto non si applicano allo smaltimento di rifiuti radioattivi nell'ambiente, né al loro conferimento a terzi ai fini dello smaltimento, né comunque all'allontanamento di materiali destinati al riciclo o alla riutilizzazione, quando detti rifiuti o materiali contengano solo radionuclidi con tempo di dimezzamento fisico inferiore a settantacinque giorni e in concentrazione non superiore ai valori determinati ai sensi dell'articolo 1, sempre che lo smaltimento avvenga nel rispetto delle disposizioni del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni. Necessario: • • • Norma di riferimento: Identificazione (etichettatura) Schermatura (se necessaria) Remotizzazione (deposito temporaneo) Guida Tecnica n. 26 dell'ANPA CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 RIFIUTI RADIOATTIVI ESEMPIO DI DOCUMENTO RELATIVO ALLO SMALTIMENTO DI RIFIUTI RADIOATTIVI CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 OBBLIGHI – RIFERIMENTI NORMATIVI Obblighi dei lavoratori 1. I lavoratori devono: a) osservare le disposizioni impartite dal datore di lavoro o dai suoi incaricati, ai fini della protezione individuale e collettiva e della sicurezza, a seconda delle mansioni alle quali sono addetti; b) usare secondo le specifiche istruzioni i dispositivi di sicurezza, i mezzi di protezione e di sorveglianza dosimetrica predisposti o forniti dal datore di lavoro; c) segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei dispositivi e dei mezzi di sicurezza, di protezione e di sorveglianza dosimetrica, nonché le eventuali condizioni di pericolo di cui vengono a conoscenza; d) non rimuovere né modificare, senza averne ottenuto l'autorizzazione, i dispositivi, e gli altri mezzi di sicurezza, di segnalazione, di protezione e di misurazione; e) non compiere, di propria iniziativa, operazioni o manovre che non sono di loro competenza o che possono compromettere la protezione e la sicurezza; f) sottoporsi alla sorveglianza medica ai sensi del presente decreto. 2. I lavoratori che svolgono, per più datori di lavoro, attività che li espongano al rischio da radiazioni ionizzanti, devono rendere edotto ciascun datore di lavoro delle attività svolte presso gli altri, ai fini di quanto previsto al precedente art. 66. Analoga dichiarazione deve essere resa per eventuali attività pregresse. I lavoratori esterni sono tenuti ad esibire il libretto personale di radioprotezione all'esercente le zone controllate prima di effettuare le prestazioni per le quali sono stati chiamati. D. Lgs. 230/95 Art. 68 CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 OBBLIGHI – RIFERIMENTI NORMATIVI Disposizioni particolari per le lavoratrici 1. Ferma restando l'applicazione delle norme speciali concernenti la tutela delle lavoratrici madri, le donne gestanti non possono svolgere attività che le espongono in zone classificate o, comunque, attività che potrebbero esporre il nascituro ad una dose che ecceda un millisievert durante il periodo della gravidanza. 2. E' fatto obbligo alle lavoratrici di notificare al datore di lavoro il proprio stato di gestazione, non appena accertato. 3. E' altresì vietato adibire le donne che allattano ad attività comportanti un rischio di contaminazione D. Lgs. 230/95 Art. 69 Minori 1. I minori di anni diciotto non possono esercitare attività proprie dei lavoratori esposti. 2. Gli apprendisti e gli studenti, ancorché minori di anni diciotto, possono ricevere dosi superiori ai limiti previsti per le persone del pubblico in relazione alle specifiche esigenze della loro attività di studio o di apprendistato, secondo le modalità di esposizione stabilite ai sensi dell'art. 96. D. Lgs. 230/95 Art. 71 CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 RISCHI NELL’IMPIEGO DELLE APPARECCHIATURE LASER Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation Un LASER è tipicamente costituito da una coppia di specchi contrapposti che formano una cavità risonante ottica e da un materiale (solido, liquido o gassoso) attivo, capace cioè di amplificare la radiazione che lo attraversa. Perché il materiale diventi attivo occorre una sorgente d’energia (sistema di pompaggio, ad esempio una lampada flash), che lo illumini lateralmente. La funzione degli specchi è quella di trattenere entro la cavità la radiazione elettromagnetica in modo da farla passare più volte attraverso il mezzo attivo e consentirne l’amplificazione con maggiore efficienza. Uno dei due specchi è perfettamente riflettente, l’altro è semitrasparente per consentire la parziale emissione della radiazione che si forma nella cavità. CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 http://www.unipi.it/ateneo/governo/amm/spp/ig-sic/ri-fisici/index.htm CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 CARATTERISTICHE PRINCIPALI APPARECCHIATURE LASER • • Possibilità di produrre radiazioni altamente energetiche da fonte di bassa potenza; Possibilità di produrre raggi unidirezionali propagantesi per linea retta (le radiazioni luminose prodotte da sorgenti convenzionali si propagano in tutte le direzioni); • Possibilità di ottenere radiazioni di lunghezza d’onda unica; • Possibilità di concentrare grandi intensità d’energia su piccole superficie. Per queste caratteristiche il laser trova vasto impiego in: • Lavorazione di materiali (foratura, taglio, saldatura, trattamenti termici, etc.); • Settore industriale, civile ed ambientale (misuratori di diametro di fili, rugosimetri, sistemi di allineamento, rilevatori di inquinamento, pointer laser per conferenze, per effetti speciali in discoteche o spettacoli all’aperto, lettori di codici a barre o di compact disc, stampanti, etc.); • Telecomunicazioni e fibre ottiche (trasmissione ed elaborazione ottica di dati); • Applicazioni mediche (nel campo della dermatologia, della microchirurgia-oculistica, otorinolaringoiatrica e ginecologica e dell'endoscopia chirurgica); • Ricerca (ottica non lineare, spettroscopia, etc.). CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 PRINCIPALI RISCHI NELL’USO DI SORGENTI LASER L’interazione di parti del corpo umano con luce laser diretta, riflessa da superfici speculari o diffusa da superfici disperdenti, può causare danni anche irreversibili alle strutture oculari e alla pelle. La natura di questi danni dipende dalla lunghezza d’onda della luce laser, mentre la gravità di questi è legata alla densità di potenza E (per sorgenti in funzionamento continuo) o alla densità di energia H (per fasci in funzionamento impulsato) e al tempo in cui la struttura oculare è esposta al fascio laser. LUNGHEZZA D'ONDA 100-280 nm DANNI AGLI OCCHI Fotocheratite 280-315 nm 315-400 nm 400-780 nm 780-1400 nm 1400-3000 nm 3000-10.000 nm Cataratta fotochimica Lesione fotochimica e termica della retina Cataratta e bruciatura della retina Infiammazione acquosa, cataratta, bruciatura della cornea Bruciatura della sola cornea DANNI ALLA PELLE Eritema (bruciatura della pelle) Processo accelerato di Aumento della pigmentazione invecchiamento della pelle Colore più intenso della pigmentazione, reazione di fotosensibilità Bruciatura della pelle I danni maggiori per la struttura oculare si hanno con lunghezze d’onda che vanno dal visibile al vicino infrarosso (400 nm < l < 1.400 nm) a causa dell’azione focalizzante sulla retina da parte del cristallino. L’istintiva barriera data dalla chiusura delle palpebre a questa luce (tipicamente entro 0,25 s) nella maggior parte dei casi non costituisce una protezione sicura. CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 NORME DI RIFERIMENTO Oltre alle leggi relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro (D.P.R. del 27 aprile 1955 n. 547 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro” - DPR del 19 marzo 1956 n. 303 “Norme generali per l’igiene del lavoro” - D. Lgs del 19 settembre 1994 n. 626, modificato dal D. Lgs del 19 marzo 96 n. 242) la sicurezza degli apparecchi laser è regolata da normative di buona tecnica ed in particolare dalle norme CEI-EN 60825/1 e 1381G (Norme operative sulla sicurezza dei sistemi laser) e la Norma CEI 76 fascicolo 3850R Anno 1998 (Guida per l’utilizzazione di apparecchi laser per laboratori si ricerca). Più recente é la nuova Norma Europea CEI EN 60825/1, Edizione Quarta, Fascicolo CEI 6822 del Febbraio 2003 (Parte prima: classificazione delle apparecchiature, prescrizione e guida per l’utilizzatore). Per quanto riguarda i dispositivi individuali di Protezione i riferimenti sono costituiti da UNI-EN 207, “Occhiali laser a protezione totale” del 1995 e UNI-EN 208 “Occhiali laser per allineamento” del 1995. DEFINIZIONE DEI PARAMETRI PRINCIPALI PER LA SICUREZZA LASER ESPOSIZIONE MASSIMA PERMESSA (EMP): è il massimo livello di radiazione laser a cui si può essere esposti senza subire danni sia a breve che a lungo termine. Il valore EMP dipende da numerosi parametri, quali: lunghezza d’onda della luce laser, durata dell’impulso, tempo di esposizione, divergenza e diametro del fascio. Nel caso di sorgenti impulsate e per lunghezze d’onda comprese tra 400 - 1400 nm, il valore di EMP relativo si riduce del fattore N - 1/4, essendo N il numero di impulsi durante il tempo di esposizione. Una corretta valutazione dei rischi oculari, connessi ad una esposizione alla luce laser, è strettamente legata alla conoscenza di alcuni concetti fondamentali, definiti nella norma europea EN 60825-1. DISTANZA NOMINALE DI RISCHIO OCULARE (DNRO): è la distanza alla quale la densità di potenza (o di energia) risulta uguale al valore EMP. All’interno di questa distanza è obbligatorio l’uso di occhiali di protezione. CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 CLASSI DI SICUREZZA DELLE SORGENTI LASER I laser vengono classificati in classi in base alle loro condizioni di pericolosità secondo la tabella seguente: CLASSE OSSERVAZIONI 1 Intrinsecamente sicure. L'osservazione diretta del fascio non risulta pericolosa. 1M (°) Emissione di radiazione visibile nell’intervallo di lunghezze d’onda tra 302,5 e 4000 nm. Sicuri nelle condizioni di funzionamento ragionevolmente prevedibili, ma potenzialmente pericolosi se l’utilizzatore impiega ottiche (lenti, binoculari, etc.) all’interno del fascio. 2 Emissione di radiazione visibile nell’intervallo di lunghezze d’onda tra 400 e 700 nm. Nell'osservazione diretta del fascio la protezione dell'occhio è generalmente assicurata dai riflessi di difesa (riflesso palpebrale); danni possono essere provocati con deliberata e prolungata visione del fascio o quando i riflessi sono compromessi. 2M (°) Come classe 2. L’osservazione del fascio può essere pericolosa se l’utilizzatore impiega ottiche (lenti, binoculari, etc.) all’interno del fascio 3R (°) Pericoli per l'osservazione diretta del fascio con strumenti ottici (binocoli, miscroscopi, cannocchiali) comunque con rischio inferiore a quelli di classe 3B. Sicuri solo per la visione ad occhio nudo come per la classe 2 3B Visione diretta del fascio sempre pericolosa. Visione di riflessioni diffuse normalmente pericolosa. 4 Pericoli per la visione diretta e per quella diffusa. Possono causare lesioni alla pelle e costituire anche pericolo d’incendio. E' necessario evitare l'esposizione dell'occhio e della pelle alla radiazione diretta o diffusa. PRECAUZIONI Nessuna precauzione Non osservare direttamente il fascio laser Non fissare il fascio né ad occhio nudo né utilizzando strumenti ottici Evitare l'esposizione dell'occhio e della pelle a radiazione diretta o diffusa; usare particolare cautela in quanto probabile fonte d’incendio. (°) 1M,2M introdotte e 3R (vecchia 3A modificata) dalla Norma Europea CEI EN 60825/1, Edizione Quarta. E’ responsabilità del costruttore fornire la classificazione di un apparecchiatura laser. Chi apporti modifiche (che influenzino le prestazioni e le funzioni) ad un apparecchio già classificato, ha la responsabilità di procedere alla riclassificazione. CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 INDICAZIONI PER SORGENTI LASER DI CLASSE 3B E 4 CARATTERISTICHE AMBIENTALI • • • • • • • La zona deve essere segnalata da cartelli indicanti il segnale di pericolo di emissione laser e la dicitura: pericolo radiazione laser. All'interno della stanza deve essere presente cartellonistica indicante: evitare esposizione dell'occhio e della pelle alle radiazioni laser. L'interruttore di accensione dello strumento deve essere collegato con un segnalatore luminoso posto all'esterno indicante il funzionamento del laser. Devono essere evitate le riflessioni speculari involontarie (pareti, infissi, specchi, ecc.). Deve essere evitata la fuga di radiazioni: la presenza di eventuali finestre deve essere schermata o ricoperta da pellicole rifrangenti. Le pareti e gli armadi compresi i tendaggi devono essere di tipo incombustibile od autoestinguente. I locali devono essere possibilmente ben illuminati allo scopo di favorire la riduzione del raggio pupillare. CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 INDICAZIONI PER SORGENTI LASER DI CLASSE 3B E 4 MISURE TECNICHE • Deve essere disponibile un dispositivo di blocco (es. pulsante di emergenza) facilmente accessibile tale da permettere l'arresto di emissione laser per qualsiasi necessità. • Comando a chiave: quando non in funzione il laser deve essere protetto contro ogni uso non autorizzato mediante l'uso della chiave sotto il controllo del Responsabile dell'apparecchiatura laser. • Gli strumenti devono essere muniti di spia luminosa che ne indichi il funzionamento in atto. • Deve essere disponibile presso la sede di utilizzo il manuale di uso dell'apparecchiatura (in italiano). • Lo strumentario usato deve essere di superficie che eviti le riflessioni speculari del raggio. • Il fascio non deve mai esser ad altezza degli occhi né interessare aree di passaggio. In particolare per laser di classe 4: • Le operazioni con il laser devono essere effettuate in un locale con le porte dotate di dispositivi di blocco in modo che il laser non possa operare se la porta è aperta; • Utilizzare il raggio laser con comandi di controllo remoti o sistemi di controllo video ogni volta che è tecnicamente possibile. CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 INDICAZIONI PER SORGENTI LASER DI CLASSE 3B E 4 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE • Gli occhiali protettivi devono essere usati da TUTTI i presenti durante l'utilizzo dell'apparecchiatura. • • I protettori oculari: gli occhiali sono un dispositivo di protezione individuale (DPI) e devono essere a norma CE. Il protettore oculare deve essere scelto tenendo conto delle seguenti specifiche: • • • • • • • • • • • lunghezza d'onda di lavoro del sistema laser; esposizione energetica o irradiamento; esposizione massima permessa; densità ottica del protettore oculare alla lunghezza di emissione del laser; valori dell'esposizione energetica o irradiamento per i quali vengono danneggiati; necessità di utilizzare lenti correttrici; confortevolezza e ventilazione; degradazione o modifica temporanea o permanente dei mezzi assorbenti; solidità dei materiali (resistenza agli urti). L'operatore deve utilizzarli sempre e con cura; egli deve evitare sempre e comunque l'esposizione dell'occhio al fascio diretto o riflesso specularmente, anche quando indossa gli occhiali, in quanto il loro grado di protezione potrebbe essere limitato dalla necessità di avere una adeguata visione e, pertanto, l'occhiale potrebbe non riportare in classe 1 il sistema laser osservato. Se si superano i livelli pericolosi per la pelle e se sono presenti pericoli d’incendio sono necessari indumenti protettivi adeguati (resistenti al fuoco). CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 OCCHIALI ANTILASER MODELLO 705 OCCHIALI ANTILASER MODELLO 526 Occhiale di nuovo design particolarmente leggero ed ergonomico. I filtri vengono forniti in funzione delle specifiche del tipo di laser utilizzato. Conformi alle norme: EN 207 - EN 208. Occhiale di sicurezza per attività ad alto rischio e di uso prolungato, perfettamente ergonomico e con molteplici possibilità di regolazione. I filtri vengono forniti in funzione delle specifiche del tipo di laser utilizzato. Conformi alle norme: EN 207 - EN 208. Va ricordato che le cause principali di danni oculari a causa di fasci laser sono: - Disattivazione delle sicurezze sull’apparato laser; - Condizioni di lavoro anomale; - Mancato utilizzo degli occhiali protettivi; - Uso di occhiali a diversa lunghezza d’onda di protezione; - Uso di occhiali mal dimensionati. CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 NORME COMPORTAMENTALI Deve essere individuato un Responsabile per l'apparecchiatura laser con compiti di organizzazione, controllo delle misure di sicurezza. • Per tutti gli operatori che lavorano negli ambienti delimitati dalla cartellonistica di pericolo da esposizione al laser, deve essere prevista attività di formazione ed informazione e per l’impiego di laser di classe III e IV esami oculistici di preimpiego. • Il funzionamento del laser deve avvenire solo nella zona delimitata. • L'accesso alla zona delimitata deve essere consentito solo alle persone autorizzate. • Quando è in funzione tutti devono indossare occhiali di protezione. • Anche le ottiche degli endoscopi devono essere provviste di filtro specifico. • Sono da evitare le riflessioni non controllate ed accidentali (non indossare orologi o gioielli). • Verificare che tutte le norme di comportamento siano in atto. • Avvisare il Responsabile di eventuali pericoli o deterioramento dei Dispositivi di Protezione. • In caso di incidente comunicare al Responsabile l'accaduto. • Quando non in uso il laser deve essere spento e senza chiave. • Le pulizie dei locali devono avvenire a laser spento. • Tenere presenti i possibili rischi complementari associati (contaminazione da gas o vapori provenienti dai sistemi laser a gas, da radiazioni da sorgenti di pompaggio di luce, di tipo elettrico, da utilizzo di liquidi criogenici, d’incendio/combustione, esplosione, etc.). NOTA: Nei laboratori dove si usano laser di classe superiore alla Classe 3 R, l’utilizzatore deve servirsi della consulenza specialistica di un Tecnico Laser con competenze specifiche relative ai problemi di sicurezza (TSL) per la verifica del rispetto della Normativa corrispondente (e per l’adozione delle necessarie misure di prevenzione. • CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009 TARGHETTATURA Ogni laser deve essere dotato di segnale giallo triangolare recante, in nero, il simbolo del raggio laser. Le targhette devono essere fissate in modo permanente ed essere leggibili. I bordi ed i segni grafici devono essere in nero su sfondo giallo. Il testo deve essere: CLASSE TESTO 1 1M 2 apparecchio laser di classe 1 radiazione laser – non osservare direttamente con strumenti ottici - apparecchio laser di classe 1M radiazione laser - non fissare il fascio - apparecchio laser di classe 2 2M radiazione laser - non fissare il fascio ad occhio nudo né guardare direttamente con strumenti ottici apparecchio laser di classe 2M 3R radiazione laser – evitare l’esposizione diretta degli occhi - apparecchio laser di classe 3R 3B radiazione laser - evitare l’esposizione al fascio - apparecchio laser di classe 3B 4 radiazione laser - evitare l’esposizione dell’occhio o della pelle alla radiazione diretta o diffusa apparecchio laser di classe 4 Su ogni pannello che una volta spostato permetta l'accesso umano alla radiazione laser deve essere affissa una targhetta che riporti le parole "attenzione - radiazione laser in caso di apertura" e inoltre: CLASSE TESTO 1M attenzione – radiazione laser di classe 1M in caso di apertura non guardare direttamente con strumenti ottici attenzione – radiazione laser di classe 2 in caso di apertura non fissare il fascio attenzione – radiazione laser di classe 2M in caso di apertura non fissare il fascio ad occhio nudo né guardare direttamente con strumenti ottici attenzione – radiazione laser di classe 3R in caso di apertura evitare l’esposizione al fascio attenzione – radiazione laser di classe 3B in caso di apertura evitare l’esposizione al fascio attenzione – radiazione laser di classe 4 in caso di apertura evitare l’esposizione di occhi o pelle alla radiazione diretta o diffusa 2 2M 3R 3B 4 Oltre a queste scritte se i pannelli sono muniti di blocco di sicurezza devono comparire anche le parole "attenzione - radiazione laser pericolosa in caso di apertura e quando il blocco di sicurezza è guasto", questa targhetta deve essere visibile prima e durante l'operazione di esclusione del blocco e molto vicina all'apertura. CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA - 2009