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MARTa Herford, Herford, Germania

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MARTa Herford, Herford, Germania
Progetti
Alberto Ferraresi
Impressiona osservare le planimetrie
del MARTa Herford e scorgere, nelle
differenze fra l’attuale trasformazione di
Frank Gehry e l’originario impianto industriale risalente agli anni ‘50, quanto
distanti e diversi siano l’odierno assetto
ed il precedente, e pure quanto efficacemente dialoghino con la città e contribuiscano ai suoi equilibri.
Il progetto dell’architetto di scuola californiana nella città del nord della Germania consiste, in effetti, nella trasformazione di un edificio esistente, dalle
logiche geometriche particolarmente
squadrate e regolari, sia nelle due che
nelle tre dimensioni. Più di altre occa-
gehry partners, llp
MARTa Herford,
Herford, Germania
Schizzo.
Nella pagina a fianco:
i muri in mattoni infrangono le logiche leggi
gravitazionali; le soluzioni di dettaglio costruttivo
nascondono la cifra dello spessore laterizio.
FOTOGRAFIE thomasmayerarchive.com
sioni architettoniche note del medesimo progettista, questa, ad Herford,
esalta la plasticità deformativa delle superfici e dei volumi costruiti, ancor più
di quando l’architetto si è confrontato
con ben altre dimensioni e portate, affidandosi a materiali, come ad esempio
e specialmente le lamiere, con i quali le
torsioni, le piegature ed anche i cambiamenti di stato superficiale risultano
teoricamente più semplici. Il virtuosismo formale raggiunge qui un livello
alto, esibendosi quasi unicamente nella
sola dimensione orizzontale, con una
serie di volteggi e di rigonfiamenti a caratterizzare insolitamente quanto di
norma è perfettamente retto, verticale
ed a piombo.
In questo caso, la struttura è muraria e
massiva, come lo è la scelta della pelle
esterna, in mattoni laterizi. Le mura perimetrali sono normalmente costituite
da setti in cemento armato per 35 cm di
spessore, internamente rivestite; verso
l’esterno, 11 cm di isolante, poi 3 cm
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CIL 134
di intercapedine d’aria, preparano il
campo alla cortina ultima in mattone
pieno. In taluni casi, la struttura cementizia lascia il posto a montanti e travi in
acciaio, coibentati verso esterno da uno
spesso cappotto isolante,su cui sono applicati sottili elementi in clinker posati
a mattone. Anche se in questo caso non
portante di per sé, il mattone si mostra
come fosse la scorza di un muro pieno,
solido, di confine.
Da sempre la progettazione di Gehry si
contraddistingue per alcuni temi costanti.Tra questi, posto privilegiato occupano il pensiero sulla stabilità degli
edifici, a dispetto di quanto apparentemente trasmesso dalla forma,e la portata
paesaggistica dell’intero gesto progettuale. Il primo tema è, in questo caso,
nuovamente indagato ed esaltato nel
confronto diretto fra i tratti caratteristici
dell’esistente e del nuovo edificio. Il secondo trova necessariamente riscontri
nell’intorno del Museo: infatti, la strada,
l’edificato, i volumi più alti della preesistenza, oltre al fiume accanto al Museo
stesso, partecipano tutti, in questo senso,
al progetto. La strada, assolutamente rettilinea, accentua le sinuose ridondanze
“rosso mattone”, ed ancora le rimarca
per contrasto quanto è inscritto a caratteri chiari sull’asfalto,al centro delle carreggiate. L’edificato residenziale, puntuale e tipico nei suoi spioventi accentuati, a sua volta evidenzia la foggia ondivaga dei volumi del MARTa Herford.
Le fabbriche più elevate, bianche, del
complesso industriale originario ancora
sottolineano oppositivamente lo sviluppo orizzontale dei nuovi spazi. Lo
specchio d’acqua corrente a fianco del
Museo raddoppia,ribaltandole,qualità e
forme dell’opera di Gehry, offrendosi
quale migliore visuale per il ristorante
della nuova struttura.
Gli interventi di Gehry si concentrano
principalmente sui lati nord e sud del
lotto assegnato. Complessivamente, la
superficie coperta delle strutture raggiunge i 5.000 m2, fra aree espositive e
servizi. Non secondario è il ruolo degli
spazi aperti a più stretto contatto con il
Il laboratorio dei modelli all’interno dello studio
di progettazione (foto: Frank O. Gehry & Associates).
Una sezione generale lungo l’asse est-ovest e un prospettosezione che inquadra l’ingresso principale.
La planimetria dell’insediamento mette in luce le differenze
formali tra preesistenza e nuovo intervento.
Qui e nella pagina a fianco:
l’accostamento della strada rettilinea al Museo esalta
le sue forme curvilinee.
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costruito. Entro il lotto, il manto pavimentale è nuovamente in laterizio, in
continuità con i setti verticali. Camminando da sud verso nord, sul lato della
strada su cui insiste il Museo, seguendo
le anse dei muri, anch’essi in laterizio, ci
si trova come richiamati verso l’ingresso,
senza possibilità di ripensamento. Fra i
volumi di progetto, infatti, s’insinua una
breve passeggiata, sul tappeto rosso di
mattoni posati di coltello, conducente
scenograficamente all’entrata.
In relazione al nome assegnato al complesso,M sta per mobili,poiché specificamente si espongono arredi di design, ma
potrebbe pure certamente voler dire
museo;Art sta, in massima sintesi, per architettura, ma ovviamente potrebbe rap-
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PROGETTI
presentare arte, intendendo sia l’arte
delle opere contenute, sia pure quella
dello spettacolare contenitore. ¶
Scheda tecnica
Progetto:
Gehry Partners, LLP
Sup. area:
7.780 m2
Cronologia:
1998, progetto;
2004-08, fine lavori
www.marta-herford.de
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Le forme rotondeggianti del MARTa si distinguono
nettamente dalle caratteristiche spigolosità
dell’architettura locale.
Stralcio di sezione orizzontale (fornito da Stefan
Hoffmann dello Studio Archimedes GbmH, che ha
curato il progetto esecutivo dell’intervento).
Legenda:
1. canaletta di scolo sottostante
2. giunto aperto
3. sigillante siliconico
4. lamiera in acciaio inossidabile, 10 mm
5. mattone
6. isolamento
7. muro in calcestruzzo
8. finitura interna
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CIL 134
Nella pagina a fianco:
in evidenza il piano pavimentale in mattoni:
estende e definisce anche al calpestio
l’intervento di Gehry.
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