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IL TEACHER TRAINING 1. Osservazione dei comportamenti

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IL TEACHER TRAINING 1. Osservazione dei comportamenti
REGIONE EMILIA ROMAGNA
VIA BIGARI 3 - 40128 BOLOGNA
Tel. 051 6311768
ISTITUTO EUROPEO RICERCA FORMAZIONE
ORIENTAMENTO PROFESSIONALE ONLUS
e-mail [email protected]
- www.ierfop.org
IL TEACHER TRAINING
L’intervento multifocale (diretto al bambino, ai genitori, agli insegnanti) di tipo cognitivocomportamentale consente, nella maggior parte dei casi, una significativa remissione dei
comportamenti problematici. Le terapie cognitivo-comportamentali tentano di modificare il
comportamento dei bambini con ADHD o disturbi del comportamento facendo leva sui principi del
condizionamento operante.
1. Osservazione dei comportamenti problematici
Il Processo di osservazione e di riabilitazione deve basarsi su due concetti fondamentali:
GRADUALITA’ E GRATIFICAZIONE:
GRADUALITA’: si intende il tentativo di raggiungere un obiettivo pian piano attraverso lenti
avvicinamenti progressivi.
Se prendiamo in considerazione il problema di un bambino che in classe non sta mai fermo,
l'approccio cognitivo comportamentale al problema, si proporrà di farlo star fermo un po' più
spesso con il tempo, giorno dopo giorno e non di portarlo da un giorno all'altro al livello dei suoi
compagni
GRATIFICAZIONE: la gradualità non ha senso senza la gratificazione e la gratificazione non è
possibile senza la gradualità.
Nell’approccio cognitivo comportamentale la gratificazione viene identificata con il rinforzatore
che rappresenta una modalità relazionale positiva, è un prendersi cura con un gesto, o una parola,
dell’altro.
Il processo di osservazione e riabilitazione ha i seguenti scopi:
 Rilevare i comportamenti disturbanti del bambino e quelli pertinenti.
 Costruire una modalità di intervento personalizzato.
 Monitorare l’efficacia del trattamento.
Le domande che bisogna porsi:

Cosa c’è che non va?

Cosa non sta funzionando?
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa

Come mi sento rispetto a quel comportamento?

Quali sono gli attori coinvolti?

Qual è il significato di quel comportamento; cosa mi sta dicendo?

Quando accade? Con quale frequenza accade?
L’osservazione diretta del b/no in classe per la progettazione di un intervento scolastico risulta uno
strumento tra i più validi in quanto:

Si può osservare il comportamento in situazioni naturali;

Si possono raccogliere indici oggettivi sull’emissione del comportamento (intensità,
frequenza, durata);

Permette di cogliere tutti gli elementi in gioco di una situazione per una successiva
analisi e riflessione;
Il processo di osservazione può essere suddiviso nelle seguenti fasi:
- Osservazione non strutturata per la creazione di un inventario dei comportamenti negativi che
l’insegnante si propone di modificare. Inoltre è importante osservare e rilevare anche i
comportamenti positivi da incrementare.
- Selezione e identificazione dei comportamenti problema da modificare e quindi oggetto
dell’intervento.
- Costruzione di griglie per l’osservazione strutturata
- Riflessione sui dati raccolti e analisi funzionale
- Sviluppo dell’intervento
- Verifica
OSSERVAZIONE NON STRUTTURATA: consiste nel guardare qualcosa con lo stesso
atteggiamento “naturale” con il quale di solito osserviamo. Permette di farsi un’idea delle
caratteristiche di un bambino o di una classe,dei suoi problemi, degli obiettivi su cui lavorare.
Il limite principale è che i comportamenti sono descritti in modo impreciso, con un pensiero
dicotomico … tutto o nulla (“non stai mai buono”). La funzione è di formulare un obiettivo che
deve essere piccolo, circostanziato, ragionevole ma soprattutto OPERAZIONALE.
OSSERVAZIONE SISTEMATICA: successiva all’osservazione non strutturata, consiste nel
misurare il comportamento servendosi di un parametro di misura (frequenza o durata) e
eventualmente di uno strumento (schema/griglie di osservazione)
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
FASE 1: L’OSSERVAZIONE NON STRUTTURATA
I comportamenti disturbanti possono essere raggruppati in 5 CATEGORIE di comportamento:
MOTORIO: tutte le azioni che il b fa allontanandosi dal proprio posto (es. esce dalla stanza, apre
gli armadi, si dondola sulla sedia, urtano i mobili…).
VERBALIZZAZIONE: comportamenti verbali che interrompono (es. chiede cosa si fa dopo,
canta, parla di cose non inerenti…).
REATTIVITÀ SENSORIALE: comportamenti che possono essere letti come residui delle
difficoltà di regolazione che il b presenta dalla nascita (es. non si adatta alle pause tra un compito e
l’altro, reagisce ai rumori esterni, al contatto corporeo).
AGGRESSIVITÀ: comportamenti rivolti all’adulto di riferimento (es. Insulta, colpisce, butta a
terra, morde)
ALTRE ATTIVITÀ: comportamenti motori che avvengono in uno spazio limitato, come quello
della scrivania (es. Fa cadere gli oggetti, gioca con il materiale presente sul tavolo, non aspetta il
proprio turno..)
LA SCHEDA DI OSSERVAZIONE OCCASIONALE può essere creata secondo le esigenze di
ciascun operatore. Di seguito vi sono alcuni esempi, da un grado minimo a un massimo di
strutturazione.
In generale si indica sempre:
- NOME DEL BAMBINO
- DATA E ORA DELL’OSSERVAZIONE
- ATTIVITÀ PROPOSTA
- DURATA
COMPORTAMENTI
PENSIERI DELL’OSSERVATORE
In questa colonna vengono riportati tutti i In questa colonna vengono riportate le
comportamenti osservati e le reazioni del riflessioni e i pensieri, le sensazioni di chi
contesto al comportamento stesso (rinforzo osserva la situazione specifica.
positivo, negativo, punizione, etc.) e le
successive reazioni dei bambini.
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
COMPORTAMENTI
DESCRIZIONE
COMPORTAMENTI
(positivi e/o negativi)
TIPO
DI
CONTENIMENTO
(CONTENIMENTO
VERBALE
RINFORZO
SOCIALE
VERBALE
CONTENIMENTO NON VERBALE
RINFORZO SOCIALE NON
VERBALE OSSERVAZIONI)
MOTORIO
VERBALIZZAZIONE
REATTIVITÀ
SENSORIALE
AGGRESSIVITÀ
ALTRE ATTIVITÀ
Dalla lettura della scheda emergono:
•
I comportamenti disturbanti.
•
I comportamenti pertinenti.
•
Frequenza dei comportamenti disturbanti.
•
In quali precise attività.
•
Il tipo di contenimento attuato.
•
Il tipo di rinforzi attuati.
•
Il tempo di coinvolgimento autonomo nell’attività.
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
FASE 2: L’OSSERVAZIONE SISTEMATICA
Dopo una prima fase di osservazione non strutturata, si procede all’osservazione sistematica,
finalizzata ai comportamenti maggiormente negativi.
 Osservazione che consiste nel definire con la più alta precisione possibile il comportamento
da osservare;
 Ha regole precise, fissate a priori, che devono essere padroneggiate dagli osservatori prima
di iniziare l’osservazione;
 Prevede l’impiego di strumenti che ne consentano una quantificazione;
 L’osservazione non strutturata ha come risultato un’etichetta “Andrea è un bambino
iperattivo”;
 L’osservazione sistematica ha come risultato un numero “Andrea oggi si è alzato dal banco
7 volte”.
Passi dell’osservazione sistematica
Ι PASSO - Classificazione del comportamento.
È necessario definire prima, e con la maggior precisione possibile, cosa intendiamo osservare.
 Dalle etichette è necessario passare agli indici comportamentali:
•
Operazionalizzazione dei comportamenti  “Nicola è spesso distratto”
Cosa vuol dire distratto?
1) Si dedica ad attività diverse da quelle che l’insegnante sta svolgendo
2) Chiacchiera con i compagni
3) Lascia il suo posto e gira per l’aula
4) Lascia il suo posto e va fuori dall’aula
•
Da una definizione vaga e potenzialmente ambigua si passa ad una definizione chiara e
obiettiva del comportamento
•
Permette la creazione di un linguaggio comune
•
Favorisce l’accordo tra osservatori
•
Un passo indispensabile per arrivare alla misurazione del comportamento
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
II PASSO - scelta del parametro più adatto per descrivere il comportamento.
Durata  Intervallo di tempo durante il quale si verifica il comportamento
Frequenza  Numero di volte in cui si manifesta un comportamento in una specifica unità di
tempo.
Latenza  Tempo che intercorre tra la presentazione di uno stimolo e l’emissione del
comportamento
Intensità  Grado di forza o di violenza di emissione di un comportamento
III PASSO - costruzione di una scheda di osservazione sistematica del comportamento.
Consente di annotare insieme varie informazioni.
Esempio di scheda di osservazione sistematica:
IV PASSO - stabilire per quanto tempo e quando osservare i comportamenti in ogni sessione
di osservazione:
•
Il tempo deve rimanere sempre uguale,
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
•
Variare il tempo della giornata. Se decidiamo di osservare per 40 minuti dovranno essere
sempre 40 minuti per avere dati confrontabili
FASE 3: L’ANALISI FUNZIONALE
Si tratta di una particolare forma di osservazione sistematica che mette in relazione il
comportamento osservato con le situazioni antecedenti (gli stimoli che presumibilmente lo hanno
provocato) e le conseguenze (i rinforzatori che probabilmente lo mantengono).
Mentre l’osservazione sistematica mira alla quantificazione del comportamento (Matteo si alza dal
banco 7 volte in 40 minuti), l’analisi funzionale consente di capire il perché certi comportamenti si
manifestano e quali sono i rinforzatori che li mantengono. L’analisi funzionale non è quindi solo
uno strumento di osservazione, ma consente già di impostare programmi di intervento mirati alla
modificazione degli antecedenti e dei conseguenti individuati.
Un modo per modificare il comportamento dei bambini è utilizzare delle conseguenze positive per
premiare i comportamenti adeguati:
 Lodare il comportamento;
 Assegnare una conseguenza positiva , come un oggetto , un’attività, una ricompensa
sociale;
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
 Rimuovere una conseguenza negativa, come toglierei il bambino da una situazione
sgradevole.
Gli antecedenti solitamente associate ai comportamenti negativi sono:
•
Mancanza di affetto, attenzione, stima;
•
Noia o disinteresse verso i compiti;
•
Inadeguatezza rispetto ai pari;
•
Deficit di abilità di apprendimento;
•
Mancata comprensione delle consegne;
•
Inadeguata stima della difficoltà o della lunghezza del compito;
•
Esperienze negative precedenti legate alla stessa attività.
Pertanto, anche un comportamento negativo, per il bambino è funzionale al raggiungimento di un
vantaggio. Attraverso l’analisi funzionale, si può identificare la funzione che quel comportamento
disfunzionale ricopre, per riuscire a modificare il comportamento stesso.
Un comportamento può svolgere le seguenti funzioni:
 Funzione di fuga: Il comportamento viene messo in atto per interrompere un’attività
spiacevole o sgradita ed è mantenuto dal rinforzo negativo.
 Funzione di ricerca di attenzione: Il comportamento viene messo in atto allo scopo di
ricevere attenzione o vicinanza fisica.
 Funzione di ricerca tangibile di oggetti o attività:Il comportamento problematico viene
messo in atto allo scopo di ottenere oggetti o attività gradite.
 Funzione di stimolazione sensoriale:Il comportamento di questa funzione è autorinforzante. In altre parole il piacere che deriva da un determinato comportamento è un
rinforzo positivo per il comportamento stesso.
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
Una scheda di osservazione finalizzata all’analisi funzionale può essere strutturata come segue:
ANTECEDENTE
COMPORTAMENTO CONSEGUENZA
REAZIONE DEL
BNO ALLA
CONSEGUENZA
Il COMPORTAMENTO PROBLEMATICO E’ FUNZIONALE AL BAMBINO:
ESEMPI DI ANALISI FUNZIONALE
ANTECEDENTE
COMPORTAMENTO
CONSEGUENZA
La maestra spiega
un argomento
Antonio gioca con le penne sotto il
banco
Antonio rimane indietro
•
Permette di operare un confronto sistematico di ciò che precede e di ciò che segue il
comportamento problema.
•
Permette di formulare ipotesi sulla funzione svolta dal comportamento.
•
Permette di capire il perché di quel comportamento.
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
FASE 4: VERSO LA SCELTA DELL’OBIETIVO:
Costruzione di una gerarchia di priorità (quali comportamenti sono più frequenti, cosa è più
significativo per l’insegnante, partiamo dal più facile).
Ci rendiamo conto che la situazione è già in evoluzione, che alcuni comportamenti stanno già
cambiando.
FASE 5: INTERVENTO
1. Elaborare strategie
2. Interventi basati sugli antecedenti
3. Interventi basati sulle conseguenze positive e negative
1. ELABORARE STRATEGIE
Esempi:
- Spezzettare i compiti lunghi con brevi pause (il bambino può “ricaricarsi”) per es. lavoro di 40
minuti –media attentiva 15 minuti – concordare 3 pause.
- Variare l’attività al suo interno – leggere un testo 15 minuti, sottolineare in rosso tutti i nomi 10
minuti poi rispondere alle domande 15 minuti.
Questo tipo di lavoro consente di AMPLIARE GRADUALMENTE i tempi di lavoro, IL
BAMBINO SI ALLENA a concentrarsi per periodi sempre più lunghi aumentando la
motivazione e l’interesse verso il compito
- In matematica: Il compito generalmente è ripetitivo quindi può essere ripartito in gruppi di 3-4
operazioni con pausa per la verifica e controllo
- Analisi logica: Dettare le frasi una alla volta
- Scrittura di un tema: Generalmente il bambino esegue il tema facendo riferimento ad una sola
parte del titolo oppure omette parte di quanto richiesto in istruzioni perché non ha letto fino in
fondo la consegna
•
Far leggere la consegna ad un alunno della classe prima di cominciare a spiegare con
parole proprie cosa deve fare.
•
Sottolineare con un pennarello colorato, guidato dall’insegnante le parti salienti
dell’istruzione.
•
Costruire un piano d’azione per punti magari riportandolo per iscritto sulla lavagna
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
- Alla consegna della scheda:
•
Fissa bene la fotocopia sul banco con dei pezzetti di scotch
•
Leggi una domanda per volta
•
Rispondi alla domanda appena letta
•
Quando hai finito controlla
COSA SI DICE:
COSA SI POTREBBE FARE:
“leggi con attenzione il testo assegnato ,poi
rispondi alle domande riportate dopo la
lettura.
Attento nel brano ci sono delle parole scritte in
modo sbagliato: trovale e trascrivile nella
tabella in fondo”.
 Leggere il testo.
 Leggere le domande una alla volta
cercando di rispondere e andando a
rileggere quando è necessario.
 Leggere il testo un’altra volta, dando
poca importanza al significato ma
facendo attenzione a come sono scritte
le parole.
 Sottolineare le parole sbagliate,
controllando che ci sia un errore.
 Riportare le parole nella tabella
PROCEDURE DI CONTROLLO
Linee guida per controllare le istruzioni:
• Per ogni compito fornire le istruzioni nel modo più semplice possibile;
• Quando le istruzioni sono complesse, cercare di creare un piano sequenziale;
• Presentare le istruzioni per iscritto sia verbalmente e lasciarle esposte durante il compito;
• È utile fare un gioco di ruolo ed effettuare una dimostrazione di ciò che il bambino può fare
quando non capisce totalmente le istruzioni;
• L’uso di segnali concordati può rivelarsi utile per migliorare la consapevolezza rispetto ai
meccanismi attentivi:
• Uso del timer (che suoni ad intervalli precisi).
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
• Facendo un segno sul quaderno quando il bambino si accorge da solo di aver perso “il filo”, può
rivedere il lavoro svolto un po’ prima del segno verificandone la correttezza.
• Facendo un segno sul quaderno quando si accorge di essere distratto nel momento in cui la
maestra usa un segnale concordato (ad es. tocca il banco).
Attività di caccia all’errore:
• Quando il bambino finisce di svolgere il suo compito deve trovare tutti gli errori. Il tempo di
ricerca è prestabilito e comunicato all’inizio.
• Per facilitare l’apprendimento della procedura si può proporre alla classe schede compilate che
includano inesattezze e far svolgere l’attività.
• Stimolare la motivazione con una classifica di chi è il più BRAVO CACCIATORE
(ATTENZIONE PER CHI è DSA E ADHD)
CONSEGNE SUL DIARIO
• Dettare i compiti in un momento stabilito, preferibilmente non al suono della campanella;
• Formulare consegne chiare;
• Verificare che il bambino stia scrivendo;
• Chiedere a qualche alunno di ripetere le consegne;
• Stabilire un contratto di gratificazione con premi o privilegi assegnando un punto per ogni
consegna scritta correttamente.
 Non punire il bambino per eventuali carenze, ma esortarlo a fare attenzione e fargli completare la
compilazione
LA LEZIONE EFFICACE
La modulazione del livello attentivo dipende dalla capacità del controllo dell’alunno, ma può essere
dipesa anche dallo stimolo a cui è sottoposto. Durante le ore scolastiche le caratteristiche della
lezione possono favorire o sfavorire il manifestarsi di un’adeguata abilità di modulazione
dell’attenzione
Suggerimenti per il bambino ADHD e l’intero gruppo classe:
•
Seguire l’ordine degli argomenti dato ad inizio mattina
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
•
Usare i tempi di lavoro corretti (non troppo lunghi)
•
Presentare l’argomento in modo stimolante , con figure, audiovisivi, stimoli colorati, ponendo
ai bambini degli interrogativi.
•
Ricordate che le domande rendono i bambini attivi, quindi più motivati (se fatte utilizzando i
loro nomi catturano di certo l’attenzione)
•
Strutturare il più possibile i compiti,
svolgimento
•
Usare un tono di voce variato e vivace
•
Alternare i compiti attivi che richiedono al bambino di agire, e compiti passivi quali ad
esempio l’ascolto di una spiegazione.
rendendo esplicite le procedure utili per il loro
Iniziative per aiutare l’alunno a migliorare l’attenzione al compito
•
Rinforzare positivamente i bambini (es. una pacca sulla spalla è un rinforzatore non verbale,
in alcuni casi fare elogi verbali può distrarli).
•
Accettare che il bambino non capisca che esprima frustrazione e chieda aiuto. A volte i
bambini perdono l’attenzione perché il compito è troppo difficile.
•
Organizzare le attività in modo che ci sia un coinvolgimento attivo dei compiti diminuendo
la distraibilità.
•
Usare stimoli nuovi per facilitare l’attenzione. I bambini iperattivi spesso rispondono e
agiscono differentemente da tutti gli altri di fronte a situazioni nuove e di sfida. Infatti le
novità che possono suscitare una lieve ansia nei bambini senza disturbo possono essere
benefiche per quelli iperattivi.
•
Ricorrere ogni tanto all’utilizzo della LIM in modo da poter mettere in risalto gli argomenti,
ciò aiuta a focalizzare l’attenzione su ciò che è importante.
•
Gli insegnanti possono usare dei cartellini promemoria da incollare sul banco
•
I messaggi possono essere verbali per es. “sto ascoltando il rumore invece dell’insegnante?”
•
Altri cartellini possono avere un segnale non verbale per indicare il comportamento
appropriato ad es. l’immagine di un bambino che svolge il suo lavoro rimanendo seduto al
suo banco.
•
Utilizzare rinforzi verbali per chi presta attenzione tipo: “Gianni, tu hai ascoltato
attentamente e hai dato la risposta giusta. Benissimo!!!” Oppure “sono veramente
soddisfatta del modo in cui ognuno di voi ha iniziato a lavorare subito dopo che ho dato gli
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
esercizi!!!” Oppure “apprezzo veramente il modo in cui ognuno di voi mi ha seguito mentre
davo le indicazioni”.
Giochi da proporre in classe per AUMENTARE l’attenzione
Ad ogni bambino viene consegnato un cartoncino colorato, quindi l’insegnante legge una bella
storia nella quale sono nominati più volte diversi colori. Il compito del bambino è quello di
mantenere l’attenzione e di alzare il proprio cartoncino solo quando sente nominare nella storia il
colore corrispondente.
E’ importante far precedere l’esercizio vero e proprio da una riflessione di classe, per individuare le
strategie che potranno essere messe in atto per raggiungere l’obiettivo.
Alcune strategie possono essere: stare in silenzio, guardare sempre il proprio cartoncino oppure
guardarne il colore ogni volta che ne si sente nominare uno.
Gioco per stimolare il MANTENIMENTO dell’attenzione
La propria attenzione può essere misurata con un semplice righello.
• Ad ogni bambino vengono consegnati un righello suddiviso in tanti segmenti e delle immagini
che rappresentano le sequenze della storia che l’insegnante legge poi alla classe. La lettura della
storia viene interrotta più volte dal suono di un campanellino.
• Quando succede questo ogni bambino deve riordinare le sequenze della storia fino al punto in cui
è stata letta.
Se riesce a completare correttamente il compito significa che era attento, quindi può colorare un
segmento del righello.
Al termine dell’attività quanto più il righello risulta colorato tanto più il bambino è stato in grado di
mantenere l’attenzione per la durata della storia
2. INTERVENTI BASATI SUGLI ANTECEDENTI
Sono interventi che hanno come obiettivo il cambiamento dell’ambiente che circonda i bambini con
iperattività e difficoltà attentive per facilitare i comportamenti desiderabili rendendo meno frequenti
quelli indesiderabili. Gli sforzi sono quindi diretti verso il cambiamento prima che il problema si
presenti.
Qui di seguito sono elencati alcuni elementi che possono essere alla base dei comportamenti
disfunzionali:
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
-
Banchi;
-
Materiale;
-
Attività routinarie e strutturate;
-
Regole;
-
Attività nei momenti di transizione.
NOTA: Più strutturate e regolate sono le giornate, meno instabile sarà il comportamento del
bambino.
2.1 La disposizione dei banchi
È UTILE CHE L’INSEGNANTE SI PONGA LE SEGUENTI DOMANDE:
Dalla cattedra si vede il bambino? Aiuta a intraprendere tutte le azioni necessarie a favorire la sua
attiva partecipazione ed intervenire in modo tempestivo.
E’ facilmente raggiungibile? Poter girare tra i banchi e raggiungere agevolmente ogni bambino
migliora il grado di controllo sulle attività.
E’ favorito lo scambio di sguardo insegnante-bambino? Lo sguardo è un utile mezzo per orientare o
ri-orientare l’attenzione del bambino senza ricorrere a continui richiami e favorisce la verifica della
corretta “sintonia” fra il bambino e il lavoro scolastico.
Ha compagni vicino a lui? Da un lato va favorita la socializzazione dall’altro il contatto con troppi
compagni può essere occasione di distrazione.
Se sì, sono compagni tranquilli o piuttosto vivaci?Tanto più vivaci sono i compagni maggiore è la
probabilità di distrazione.
Ogni bambino quanti bambini osserva dal suo posto? Quanti più compagni un bambino può
osservare dalla sua postazione, tanto più variato e vivace è il potenziale spettacolo da loro offerto.
Se un bambino si alza per qualche motivo, quanti bambini possono essere disturbati o coinvolti?
Per esempio nella disposizione a ferro di cavallo il bambino che si trova nella parte della classe più
lontana deve passare dietro a molti banchi. Questo può essere un potenziale distrattore per chi è
seduto e una tentazione a fare qualche “scherzetto” per il bambino in movimento.
E’ corretta la posizione delle fonti di luce? Per essere meglio fruibili le finestre dovrebbero trovarsi
a lato dei bambini.
Quanti bambini guardano fuori dalla finestra?Le finestre di fronte ai bambini sono una potenziale
fonte di distrazione, che andrebbe valutata correttamente .
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
Potenziali distrattori:
• Cartelloni
• Cestino
• Porta
• Finestre
• Orologio
• Compagni vivaci
• Armadi, librerie…
• Tavolo con materiale pittorico o altro.
Non è possibile eliminare tutte le fonti di distrazioni ma è possibile tenerne conto nello scegliere la
disposizione dei banchi e il posto da assegnare ad ogni bambino
Esempi di disposizione dei banchi:
• Ferro di cavallo
• A coppie
• A file parallele
• A scacchiera (posti singoli sulle stesse file)
• A ferro di cavallo con banchi centrali
POSIZIONE OTTIMALE: 2° fila, all’estremo, più lontano possibile dalle finestre, più vicino
possibile al cartellone regole, lontano dal cestino, così gli faccio fare un po’ di percorso, poi ci
vanno anche gli altri che sono fonte di distrazione.
Disporli in modo che l’insegnante possa passare tra i banchi, banco del pensatore, con meno
stimolazioni.
2.2 I materiali
 etichette di riconoscimento,
 astuccio con elastici,
 per chi è impulsivo o ha impaccio motorio meglio la bustina,
 diario con pagina intera,
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
 pulizia del setting.
 Per tutti i bambini mettere adesivo sopra il banco, è l’aiutante personale (es.
«Chiudere l’astuccio», è un promemoria costante e dà la possibilità alla maestra di
non usare un richiamo verbale)
2.3 Contesto facilitante e prevedibile
Stabilire e prevedere i tempi di lavoro: I bambini con disturbi dell’attenzione sono
particolarmente poco abili nel fare stime realistiche di grandezze, tempi, quantità, difficoltà.
Abituare questi bambini a lavorare con tempi stabiliti significa aiutarli a valutare meglio e quindi ad
essere più efficaci nella pianificazione e organizzazione del lavoro, identificando anche il
quantitativo di impegno necessario allo svolgimento di ogni consegna.
Più il bambino diventa capace di prevedere cosa l’ambiente si aspetta da lui maggiore è la
possibilità che cerchi di soddisfarne le richieste.
Più routine ci sono nella classe più il bambino può prevedere tempi e richieste e può cercare di
adattare a queste il proprio comportamento
Si suggerisce di scegliere le routine più indicate per il lavoro didattico e per la gestione del
comportamento della classe (alcuni esempi….)
 Cartellone delle attività giornaliere
Non adottare in modo rigido tutte le routine ma scegliere quelle che sembrano più indicate per il
lavoro didattico e la gestione del comportamento.
- Routine di inizio lezione: controllo delle presenza di tutto il materiale utile per la lezione, verifica
che tutti i bambini abbiano il quaderno ecc….
- Presentazione delle attività previste per la giornata, comprensiva dei tempi di lavoro.
- Pause concordate possibilmente alla stessa ora.
- Attività durante la ricreazione o in palestra stabilite a priori (ad es. vincolare il giorno della
settimana: il lunedì si gioca a mosca a cieca, il martedì a palla avvelenata….)
Offrire informazioni di ritorno al bambino:
Spiegare al bambino il perché si è verificata una certa conseguenza dando chiare indicazioni sulla
correttezza del suo comportamento
 Utile per facilitare l’autoconsapevolezza e migliorare le capacità di autoregolazione
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
Strutturare la giornata: Attività nei momenti di transizione
Durante l’intervallo…
- è possibile prevedere un cartellone delle regole specifico per questo ambito oppure inserire nel
cartellone della classe due voci riferite ad esso.
- Una buona strategia può essere cercare di regolare il momento del passaggio dall’aula al corridoio
o giardino con semplici proposte ludiche quali: prendersi, palla avvelenata, qualche gioco fatto in
cerchio…
Finito l’intervallo….
 È bene prevedere alcuni minuti di decompressione (molti bambini rimangono in uno stato
di attività motoria intensa).
 Prevedere pochi minuti impegnati in attività di passaggio (mettere in ordine i banchi e
indumenti…) possono favorire la conquista di uno stato migliore di disposizione verso il
lavoro scolastico.
2.4 Le regole
Porre delle regole chiare aiuta a regolare le interazioni fra i pari e gli adulti.
- Perché siano efficaci è necessario che le regole
siano condivise, è buona prassi discuterne con
i bambini dando loro la possibilità di modificarle o approvarle.
 Cartellone regole (poche, chiare, condivise, volte al positivo, illustrate graficamente) Permette
l’uso del rinforzatore differenziale
 Spiegazione e simulazione in classe di alcuni comportamenti (Role Playing)
Le regole dovrebbero essere:
• Propositive e non divieti
• Semplici ed espresse chiaramente
• Descrivere le azioni in modo operativo (ad es. evitando formulazioni tipo: stare buoni, avere cura
di…che possono risultare non chiare perché troppo vaghe)
• Dovrebbero utilizzare simboli pittorici colorati
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
• Essere poche (max 5 ) ed espresse sinteticamente.
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
2.5 La Token Economy Cooperativa
Si può pensare di prevedere un momento nell’arco della giornata scolastica (es. dopo pranzo o gli
ultimi 15 minuti prima di andare a casa) di valutazione del rispetto delle regole da parte di ciascun
bambino
ESEMPIO:
A partire dal cartellone delle regole, ciascun bambino riceverà:
-
una faccina sorridente se rispetta almeno 3 regole;
-
Una faccina così così se rispetta meno di 3 regole;
-
Una faccina triste se non rispetta nessuna regola.
-
I PUNTI DI CIASCUN BAMBINO SARANNO SOMMATI CON QUELLI DEGLI
ALTRI PER OTTENERE UN PUNTEGGIO DI CLASSE.
-
L’OBIETTIVO E’ DI RAGGIUNGERE UN PREMIO COLLETTIVO CONCORDATO
CON
I
BAMBINI
(es. 20 punti = una lezione decisa dai bambini, 30 punti = un’ora di gioco…)
Non si scatena la rivoluzione tra bambini e si mettono in atto comportamenti prosociali (ci si aiuta a
vicenda), per raggiungere un obiettivo comune e condiviso.
Si raggiunge rinforzatore di scambio quando tutti sono arrivati al traguardo (interdipendenza
positiva).
3. INTERVENTI BASATI SULLE CONSEGUENZE
Interventi basati sulle conseguenze positive
Le conseguenze positive aumentano la frequenza, l’intensità e/o la durata di un dato comportamento
e possono avere un impatto notevole sul comportamento di bambini iperattivi. L’esperienza
suggerisce che quando le conseguenze positive sono immediate, frequenti, modificate in modo da
evitare l’abitudine, gli alunni con caratteristiche di iperattività e difficoltà attentive possono avere
risultati scolastici non molto diversi da quelli di altri compagni che non hanno questo tipo di
problema.
Interventi basati sulle conseguenze negative
Due tipi di comportamenti inappropriati per cui dovrebbero essere applicate le conseguenze
negative:
1) Quando il comportamento inappropriato produce un’immediata conseguenza negativa: es.un
alunno afferra con aggressività un oggetto di un altro compagno
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
2) Quando il comportamento inappropriato è potenzialmente pericoloso per il bambino o per gli
altri
Il problema della punizione come conseguenza è che questa fornisce informazioni su ciò che è
inappropriato, senza fornire informazione su ciò che è appropriato, quindi è utile integrare le
conseguenze positive con quelle negative.
PER UN USO EFFICACE DELLE CONSEGUENZE:
•
il feedback sul comportamento che si vuole evitare deve essere immediato
•
le conseguenze devono essere offerte frequentemente
•
gli incentivi devono essere più ricchi ed allettanti, ed è necessario cambiare i rinforzi
frequentemente per evitare l’abitudine
•
le conseguenze positive dovrebbero essere applicate prima delle conseguenze negative che
non dovrebbero mai essere usate da sole.
Il lavoro sulle conseguenze:
3.1 Interventi basati sulle conseguenze positive
3.2 Interventi basati sulle conseguenze negative
3.3 Modeling
3.1 Interventi basati sulle conseguenze positive
Un rinforzo positivo è un evento che, quando compare immediatamente dopo un comportamento,
induce l’aumento della frequenza di quel comportamento, rendendo più alta la probabilità che venga
ripetuto nel futuro.
Vi sono diversi tipi di rinforzi:
•
di consumo (es. caramella)
•
tangibili (es. giocattolo)
•
dinamici (es. cinema)
•
simbolici (es. possono essere scambiati (es. denaro o gettone)
•
sociali (es. sorriso, lodi)
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•
informativi (feedback) (es. informazione sul risultato di un’azione
Il potere delle lodi..
2 tipi di lodi:
La LODE SPECIFICA descrive esattamente qual è il buon comportamento:
 hai fatto un buon lavoro a pulire la lavagna quando te l’ho chiesto;
 Grazie per aver giocato tranquillamente con i compagni durante l’intervallo;
 Sono contento che tu abbia finito la scheda nei prima dell’intervallo come richiesto.
La LODE ASPECIFICA dice al bambino che il suo comportamento è stato buono, ma non lo
descrive esattamente:
 Buon lavoro! Ben fatto!
 Grazie!
 Mi piace quello che hai fatto!
Uso dei rinforzi:
Osservare il comportamento del bambino per evidenziare i punti di forza a livello comportamentale
e rinforzare e premiare i comportamenti positivi non appena si verificano
•
Scegliere i premi più efficaci per quel bambino (continuare a osservare la reazione del
bambino dopo che ha ricevuto il premio).
•
Utilizzare rinforzi già presenti e il più semplici possibili.
•
Variare i rinforzi quando perdono di efficacia.
•
Utilizzare più incoraggiamenti positivi che rimproveri.
•
Nel caso di comportamenti già consolidati, utilizzare rinforzi saltuari.
•
Nel caso di comportamenti non ben consolidati, premiare più frequentemente anche
quando vengono raggiunte mete parziali..
IMPORTANTE: Non abusare troppo dei rinforzi, creano assuefazione!
Identificare i rinforzi
•
E’ necessario identificare quali conseguenze sono veramente rinforzanti per il bambino,
osservando le sue azioni.
•
Somministrazione di un apposito questionario nel quale vengono formulate domande
sulle preferenze personali
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Dott.ssa Luana Fusaro
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•
Esempi di rinforzi ( essere leader del gruppo, correre a fare commissioni, vedere film o
video, fare un video, assistere un altro studente ecc.)
Esempi di rinforzi efficaci a scuola:
•
Avere tempo extra per la ricreazione.
•
Essere leader del gruppo.
•
Fare commissioni.
•
Scegliere dove sedersi.
•
Raccontare qualcosa a tutta la classe.
•
Cancellare la lavagna.
•
Ricevere una lode sul quaderno da mostrare ai genitori.
RINFORZO
ERRORE
5’ di ricreazione in più il sabato se non interrompe
le lezioni tutta la settimana
SPROPORZIONE
COMPORTAMENTO
Quando sarai attento per tutta la mattina, potrai
giocare 3 ore al computer
OFFRIRE
GRANDI
MIGLIORAMENTI
Far fare il leader a un bambino che non si sente a
suo agio in questo ruolo
OFFRIRE RICOMPENSE POCO GRADITE
Hai fatto bene tutto il compito, vedi che quando
vuoi…
OFFRIRE RINFORZO SOCIALE ACCOMPAGNATO DALLO
SMINUIRE IL COMPORTAMENTO
«Sei stato bravissimo!» anziché «Hai fatto molto
bene!»
RIVOLGERE LODI SOTTOFORMA DI ELOGI ALLA
PERSONA
Il feedback deve essere immediato
FAR
PASSARE
MOLTO
TEMPO
COMPORTAMENTO E LA RICOMPENSA.
Se adesso ti lascio uscire devi promettere che,
quando tornerai, finirai gli esercizi di grammatica
RINFORZARE IL COMPORTAMENTO PRIMA CHE SI SIA
VERIFICATO
Se adesso smetti di fare i capricci e cominci a
lavorare, dopo potrai usare il pc
PROMETTERE UNA RICOMPENSA PER FAR CESSARE
UN COMPORTAMENTO (il bambino impara che fare i capricci
serve)
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Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
TRA
RICOMPENSA
RICOMPENSE
PER
E
GRANDI
TRA
IL
IN GENERALE:
Utile il ricorso a rinforzi simbolici, quali bollini premio, punti, gettoni ecc. Questi possono essere
poi cambiati con oggetti desiderati o con attività o situazioni in base a criteri predefiniti.
Utile è il rinforzo sociale cioè un’attenzione che l’adulto rivolge al bambino attraverso un
riconoscimento, parole gentili ed altre espressioni di approvazione.
Si usa L’incoraggiamento positivo es. Matteo Sei stato bravissimo!
 Utile variare spesso i rinforzi da utilizzare
 La somministrazione del rinforzo deve essere immediata
 Il rinforzo deve essere somministrato frequentemente
3.2 Intervento basato sulle conseguenze negative
Le quattro più comuni conseguenze negative sono :
•
Ignorare pianificato
•
Rimproveri ( privati)
•
Conseguenze logiche (se…allora)
•
Costo della risposta
Ignorare Pianificato
L’ignorare pianificato porta all’estinzione di un comportamento e sottrae rinforzatori.
Senza rinforzatori secondari (non legati alla sopravvivenza, ognuno ha i suoi, sono appresi)
diminuiscono motivazione, relazione, fiducia nelle proprie capacità.
 L’estinzione andrebbe sempre fatta con rinforzamento differenziale che restituisce al bambino
i rinforzatori che l’estinzione gli ha tolto.
DRA: rinforzamento differenziale dei comportamenti adeguati;
DRO: rinforzamento differenziale dei comportamenti alternativi (altri, qualsiasi ma diversi);
DRI: rinforzamento differenziale dei comportamenti incompatibili (emette comportamenti che gli
impediscono di comportarsi male); è il più importante
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Dott.ssa Luana Fusaro
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Es. quando ti alzi ti ignoro, quando vai alla finestra ti ignoro, ti rinforzo se fai uno scarabocchio sul
foglio (anche se non è un comportamento buono ma è in contrasto con alzarsi dal banco).
Il costo della risposta
Al comportamento inadeguato segue la perdita di un privilegio o di un’attività gradevole.
Condizioni:
•
relazione equa tra punizione e gravità dell’azione;
•
devono essere chiariti al ragazzo i motivi per cui ha perso il privilegio e si devono
fornire indicazioni su quale potrebbe essere il comportamento positivo da seguire in
futuro
Fasi:
OSSERVARE IL COMPORTAMENTO DEL BAMBINO PER EVIDENZIARE I PUNTI DI
DEBOLEZZA A LIVELLO COMPORTAMENTALE
 DISTINGUERE TRA COMPORTAMENTI NEGATIVI LIEVI E GRAVI
•
Ignorare i comportamenti lievemente negativi.
•
Fare un’analisi funzionale dei comportamenti negativi e positivi (ANTECEDENTE 
COMPORTAMENTO PROBLEMATICO  CONSEGUENZA).
•
Agire d’anticipo, evitando le situazioni che costituiscono la premessa del
comportamento negativo e favorendo situazioni che promuovono i comportamenti
positivi.
•
Punire i comportamenti gravemente negativi, ricordandosi di fornire sempre
comportamenti alternativi e premiarli.
Le PUNIZIONI sono insidiose:
1) possono stimolare comportamenti aggressivi;
2) sopprimono comportamenti ma non ne favoriscono di nuovi;
3) possono stimolare l’imitazione;
4) possono generare un circolo vizioso di punizioni sempre più pesanti.
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Esempi di conseguenze negative:
•
RIMPROVERO (meglio se dato in privato, centrato sul comportamento con proposta di
comportamento alternativo).
•
CONSEGUENZE LOGICHE (es. se danneggi l’attrezzatura dovrai ripagarla, se offendi il
compagno dovrai scusarti…)
•
COSTO DELLA RISPOSTA (punti premio, ricompense a fine mattina per comportamenti
specifici).
•
PUNIZIONI CON LA NOIA (sedere e osservare, sedere e pensare).
•
PUNIZIONI CHE RICHIEDONO IMPEGNO E SFORZO (correzione, ipercorrezione).
•
PRATICA POSITIVA (ripetizione di comportamento adeguato
Errori nell’uso delle punizioni:
•
Utilizzare solo le punizioni.
•
Non specificare i comportamenti negativi.
•
Non fornire comportamenti alternativi adeguati.
•
Rimproverare la persona.
•
Punire con rabbia e aggressività.
•
Cercare di dare una punizione in modo passivo.
3.3 Modeling
Viene presentato l’esempio di un dato comportamento; osservare un modello competente che svolge
un’azione può essere un aiuto molto efficace per eseguire l’azione in modo analogo
Condizioni: rinforzare subito i tentativi di imitazione sufficientemente conformi al modello.
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Dott.ssa Luana Fusaro
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IL COINVOLGIMENTO DELLA CLASSE
1. Il tutoraggio
2. L’apprendimento cooperativo
1. IL TUTORAGGIO
•
Il tutoraggio, peer tutoring, è una modalità collaborativa di apprendimento che favorisce
le interazioni fra i compagni stimolando anche gli scambi verbali e la prossimità fisica.
•
Si basa sull’assegnazione a una coppia di bambini dei due ruoli di allievo e di tutor.
•
Diversi studi dimostrano che le acquisizioni realizzate con tale metodica sono superiori a
quelle realizzate con le tradizionali lezioni frontali.
Nei bambini con deficit di attenzione ed iperattività, questa procedura è efficace perché
stimola un apprendimento attivo, inoltre viene fornito nell’immediato un controllo della
prestazione dando subito una gratificazione in caso di successo
COME IMPOSTARE UN PROGRAMMA DI PEER TUTORING
•
l’insegnante seleziona un ambito a cui applicare la procedura (es. matematica, italiano ecc)
•
gli studenti vengono associati in coppie
•
prima di iniziare vengono fatti 3-4 incontri per spiegare che cos’è il tutoring, quali
procedure utilizza, quali sono i modi stabiliti per determinare i progressi fatti dall’allievo,
cosa si intende insegnare
•
viene stabilita la cadenza delle sedute di tutoring (giornaliera, settimanale) e la durata di
ogni attività (ottimale 20-30 minuti)
•
nell’incontro di tutoring, il tutor ha una lista di compiti o di stimoli inerenti l’argomento
scelto, che viene proposta punto per punto all’allievo,il quale risponde oralmente e ha la
possibilità
di
guadagnare
dei
punti
se
dice
la
risposta
corretta;
in caso di risposta errata, il tutor fornisce quella corretta e invita l’allievo ad esercitarsi,
dando a sua volta la risposta corretta.
•
dopo circa 10-15 minuti, i due alunni si scambiano i ruoli
•
l’insegnante supervisiona il lavoro, offrendo eventuali aiuti e assegnando punti aggiuntivi
alle coppie che lavorano correttamente ed hanno un comportamento adeguato;
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•
terminato il periodo di lavoro stabilito, i punti guadagnati in ogni coppia vengono registrati
dall’insegnante, il quale deve anche gratificare le coppie in base all’impegno dimostrato
durante il lavoro.
2. L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO
•
L’apprendimento cooperativo è un metodo di insegnamento che prevede di unire gli alunni
in piccoli gruppi e attraverso la cooperazione si propone di massimizzare il loro
apprendimento e le loro abilità sociali.
•
Il ruolo dell’insegnante diventa quello di facilitatore del processo di apprendimento e il suo
compito consiste nel dare consegne chiare al gruppo e controllare che vengano rispettati i
ruoli assegnati.
•
E’ un utile strumento, oltre che per obiettivi di apprendimento, per creare sinergie positive
tra i bambini, per insegnare loro a collaborare e ad aiutarsi reciprocamente.
I vantaggi dell’apprendimento cooperativo per un bambino con disattenzione ed iperattività
sono:
•
Valorizza le differenze individuali, mettendo in luce ad esempio la vivacità, l’originalità e la
fantasia di questi bambini
•
Insegna abilità sociali utili all’interazione cooperativa e a una corretta comunicazione
•
Allena le abilità sociali senza trascurare gli obiettivi di apprendimento curricolare
•
Migliora la qualità dei rapporti fra i pari
•
Invita i compagni ad aiutare il bambino con deficit attentivi nell’autoregolazione,in funzione
del raggiungimento di scopi comuni
•
Aggira la tendenza a sviluppare un comportamento oppositivo rendendo tutti più disponibili
alla collaborazione
•
Permette una parziale autogestione delle modalità di lavoro, fattore che aumenta la
motivazione.
•
Migliora le abilità di autovalutazione dei risultati.
•
Non stigmatizza la rilevazione di competenze diverse, stimolando anzi il gruppo a
collaborare per colmare i vuoti di conoscenza in funzione di una meta.
•
Fornisce ruoli specifici e ben definiti, in base a modalità e scopo del lavoro.
•
Assegna responsabilità al singolo, valorizzandone il ruolo
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Gli elementi intrinseci all’apprendimento cooperativo che portano a migliorare i livelli di
apprendimento sono:
•
l’aspetto motivazionale: il singolo riceve dal gruppo maggiore spinta , maggiore valore
motivante avendo parte attiva nei processi di decisione di ritmi e metodi di lavoro nel
contesto gruppale
•
l’aspetto sociale:si basa sul sentirsi parte attiva di un gruppo e sul percepirsi positivamente
interdipendenti con gli altri membri per quanto attiene metodi ed obiettivi
•
l’aspetto cognitivo si fonda sulla possibilità di discutere, criticare, confrontarsi in modo
costruttivo
In sintesi…
•
lodare il comportamento buono e sottolineare le attività positive per favorire l'autostima;
•
favorire un ritmo ben strutturato, calmo e uniforme per quanto riguarda pasti, gioco, studio e
sonno;
•
parlare lentamente e tranquillamente e impartire ordini semplici;
•
servirsi di suggerimenti visivi per rinforzare spiegazioni e richieste verbali;
•
avere aspettative realistiche nei confronti del bambino e evitare situazioni difficili ;
•
incoraggiare l'esercizio fisico e il gioco con compagni tranquilli e insistere su adeguati e
regolari periodi di riposo.
Ci sono varie strategie per aiutare i bambini con ADHD o disturbo del comportamento, tali strategie
vanno comunque calibrate sul gruppo specifico. L’uso di tali strategie deve partire
dall’osservazione del gruppo classe.
Invito finale
Tentare di acquisire una visione positiva circa le caratteristiche del bambino, cercando di
considerarlo non solo iperattivo, ma anche pieno di vitalità; non semplicemente impulsivo, ma
anche spontaneo; non esclusivamente disattento, ma anche creativo;non solo oppositivo, ma anche
determinato; non necessariamente irritabile, ma anche sensibile.
Eliminare il più possibile etichette basate più su stereotipi che sull’evidenza clinica non farà certo
scomparire le difficoltà del bambino, ma sarà un primo passo per aiutarlo a superarle.
AUTORE:
Dott.ssa Luana Fusaro
Psicologa
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