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CRISI: IMPOSSIBILE USCIRNE?

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CRISI: IMPOSSIBILE USCIRNE?
CLASSE 3^B
DATA 6/03/2015
CRISI: IMPOSSIBILE USCIRNE?
Solo chi non apre gli occhi
per informarsi in merito a
quanto avviene nel mondo,
non sa che, dal 2008, in tutto
il globo sta dilagando una
congiuntura insostenibilmente
recessiva del sistema produttivo, dei consumi, della società.
Quasi giornalmente dagli
schermi televisivi, infatti, giornalisti di ogni testata scandiscono allarmanti notizie che
testimoniano il propagarsi “a
macchia d’olio” e l’acuirsi
irresistibile di questo cancro
pervasivo che sta logorando
l’intero nostro impianto finanziario e industriale. Problemi
inderogabili, certo, ma che
non possono non essere
seguiti da una riflessione
critica seria e da un avanzamento di proposte serie e
costruttive.
Questa crisi è un fenomeno
che ha dimagrato i conti correnti un po’ di chiunque. Dunque, è un fenomeno generalizzato, che ci tocca tutti nel
profondo. “Rinchiuderci in noi
stessi”, ovvero preoccuparsi
solo ed esclusivamente del
proprio guadagno, pertanto, è
controproducente
perché
ciascuno di noi vive ed opera
in una comunità. Lo spirito di
solidarietà, pertanto, è un’istanza fondamentale, direi
imprescindibile, che deve
incarnare la scintilla primaria
da cui poi dovranno scaturire
e svilupparsi anni di prosperità diffusa ed elevata. Come
realizzare tale proposito, che
a parole parrà a chiunque di
noi un’utopia? “Impariamo dal
Passato”, si ripete sovente.
Anche nella Storia infatti sono
divampate delle crisi di natura
differente rispetto alla presente, ma dagli analoghi effetti
distruttivi.
Pensiamo alla vicenda di
Giuseppe, narrata nella Bibbia, il lungimirante e pragmatico israelita dotato del dono
d’interpretare i sogni, è particolarmente rivelatoria, in
quanto da essa si possono
chiaramente desumere le
risposte alla congiuntura economica. È un esempio di
lungimiranza, equilibrio, capacità di discernimento, ma
soprattutto di solidarietà e di
apertura nei confronti anche
dello “straniero” a cui egli ha
offerto la sua cooperazione
con la sua interpretazione dei
sogni del Faraone.
Giuseppe, in questo passo
biblico, discerne due vie fondamentali per la soluzione ad
ogni crisi: la solidarietà reciproca, e il risparmio.
Il problema serio che ci si
pone dinanzi è, a questo
punto, come traslare questi
concetti dalla realtà socioeconomica di allora a quella attuale.
Giuseppe, con saggezza,
individua una soluzione più
efficace: mettere in comune
le provviste, così che ciascuno possa contribuire con il
proprio raccolto al benessere
generale anziché accatastare
solo per le proprie scorte.
Come gli egiziani di allora,
infatti, tutti oggi devono corrispondere al Fisco una cifra
proporzionata alla propria
disponibilità economica e al
proprio reddito. Così lo Stato,
poi, la utilizzerà per fornire
beni e servizi utili ai suoi cittadini. Pertanto, pagare le tasse
e contribuire con i nostri risparmi al bene comune è un
dovere civico insindacabile e
ineludibile di ciascheduno di
noi. L’evasione fiscale, i traffi-
ci illeciti di denaro, la corruzione generalizzata e radicata
sottraggono allora questi beni e
servizi alla comunità. Una soluzione praticabile per racimolare
denaro sarebbe quindi attingere a questo bacino enorme di
denaro “sporco”. Imponendo
pene più severe, unitamente a
sanzioni pecuniarie consistenti,
che consentano allo Stato di
riappropriarsi del “bottino” sottrattogli illecitamente.
Inoltre, non si può rimanere
inerti dinanzi ai patimenti delle
famiglie senza lavoro, senza
soldi, talvolta addirittura senza
casa. Come manifestare la
nostra solidarietà nei confronti
di questo consistente gruppo di
persone?
Le città del nostro Paese pullulano di proposte di solidarietà
molto interessanti ed efficaci.
Una di queste è “Dona Cibo”,
che vuole raccogliere vettovaglie d’ogni natura, per le famiglie che versano in uno stato
d’indigenza. La raccolta ha
fruttato esiti più che positivi,
perché molte famiglie hanno
potuto provvedere al proprio
sostentamento.
Ecco quindi che, tanto più in
tempo di crisi, si rivela indispensabile per tutti noi investire
tempo, denaro (e soprattutto
disinteressata generosità) per
aiutare a non soccombere,
eufemisticamente
parlando,
alle “ristrettezze” di questo
tempo di recessione e disoccupazione.
Una solidarietà che si può anche estendere a livello internazionale, con l’aiuto alle nazioni
maggiormente provate dalla
stagnazione del sistema economico e produttivo, come la
Grecia, da anni vittima di una
crisi ben più logorante della
nostra. Da questo Paese pro-
viene un grido d’aiuto cui non possiamo sottrarci.
Le ristrettezze imposte della crisi ci
impongono anche una politica di risparmio. Infatti, la sempre più stringente mancanza di denaro ci obbliga
a investire in beni funzionali a concrete esigenze pratiche. Ad esempio,
soprattutto noi ragazzi, potremmo
rinunciare a spendere denaro in maniera irragionevole in beni non necessari come i vestiti “firmati”. I soldi così
saggiamente risparmiati saranno investiti in beni più strettamente necessari,
come ad esempio articoli per la scuola. Questa “austerità”, quindi, può
portare tutti noi a vivere in maniera più
morigerata per un vantaggio nostro e
anche di tutti.
Dunque, cari lettori, degli sbocchi al
nefasto periodo che stiamo attraversando esistono eccome: è importante
sostenerci l’un l’altro, con la fraternità
e lo spirito di leale collaborazione che
caratterizza soprattutto noi italiani.
Peraltro, non si vede perché, se con
le crisi ci aveva visto giusto Giuseppe
duemila anni fa, non potremmo riuscirci noi, che siamo tecnologicamente e intellettualmente più evoluti!
Alunni della classe 3^B
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C L A S SE 3 ^ B
LA FRAMMENTAZIONE DELLA PIANURA PADANA CAUSA: LA CRISI ECONOMICA
LA PIANURA PADANA:
EX PERNO DELL’ ECONOMIA
Come tutti sappiamo, la Pianura Padana sta
attraversando un periodo di grave crisi economica che colpisce sia i settori di base,
come ad esempio l'industria meccanica,
chimica e siderurgica, sia le attività appartenenti all'ultima ondata di industrializzazione
quali i settori dell'hi-tech.
Grazie a studi legati alla globalizzazione, si
è scoperto che la crisi economica è un fenomeno nato in America e dovuto alla concessione di mutui da parte di filiali e finanziarie
americane a persone cosiddette”inaffidabili”.
Successivamente la crisi si è diffusa anche
in Europa,colpendo i paesi della UE e automaticamente anche l'Italia e i paesi ad essa
confinanti.
Nel 2007 esistevano zone già colpite ed
altre ancora fiorenti, ma nel 2014, la crisi ha
coinvolto tutti e anche la nostra Pianura
Padana.
La situazione è drasticamente via via peggiorata: aumento dei senza tetto, numerosi
casi di suicidi, chiusura di centinaia di negozi. Moltissime persone hanno perso il lavoro
ed infatti il tasso di disoccupazione è salito
notevolmente.
Paradossalmente, il settore più colpito è
quello che ha qualificato la Pianura Padana
come una delle zone economicamente più
sviluppate in Italia,ma oserei dire anche a
livello europeo: il settore dell'edilizia.
Per edilizia si intende costruzione di edifici
privati e pubblici, ma non solo, anche riqualificazione di zone di degrado. E ora è tutto
fermo!
Dieci anni fa case, centri commerciali, superstrade crescevano come funghi, oggigiorno non si vedono cantieri in costruzione e
quelli collocati sono fermi da molti mesi,
poichè mancano i soldi per portarli a termine.
Allo stesso modo si è paralizzato anche il
settore immobiliare. Le giovani coppie di
sposi non hanno denaro a sufficienza per
acquistare una casa,figuriamoci i mobili per
arredarla!
Quanti di voi hanno visto a Bergamo i cartelli
di "Vendesi" o "Affittasi" appesi su muri o
vetrine? Restano lì, fermi, per mesi !
A questo proposito, proprio sul cancello
della casa accanto a me è stato appeso per
mesi il cartello "Vendesi"
La famiglia, che ha vissuto per diciotto anni
accanto a me, ha lasciato, proprio in questi
giorni la sua casa per un appartamento
piccolissimo in affitto in periferia.
Il padre, laureato in architettura, si è
trovato a dover lavorare giorno e notte
per mantenere la famiglia in condizioni
decenti. Purtroppo, però,i costi elevati
delle utenze e delle rate condominiali
sommati alla scarsa richiesta di lavoro
lo hanno costretto a svendere la casa
e ad abbandonare amicizie e affetti.
In questa crisi generale, però, non
sono solo i dipendenti a trovarsi nei
guai, ma anche i proprietari di ditte
vivono le stesse sofferenze.
Infatti, negli ultimi anni, dirigenti importanti industrie hanno cercato in tutti i
modi di non chiudere, ma alla fine
hanno dovuto licenziare tutti i loro
dipendenti che sono restati così senza
un soldo.
Sembra quasi assurdo che tutto possa
cambiare così rapidamente e radicalmente senza lasciar spazio a nessuna
soluzione. Tutto ciò può essere paragonato ad un uragano: distrugge tutto
senza nessun preavviso.
Proprio così, noi non siamo preparati
ad affrontare questo momento drammatico, non ne abbiamo previsto l'inizio e soprattutto non ne conosciamo la
durata.
Purtoppo, non siamo come Giuseppe
che nella Bibbia si narra interpretasse
i sogni, prevedendo così il futuro.
L'unica certezza è che niente tornerà
come prima.Tutte quelle famiglie, come i miei vicini, potranno forse ricomprarsi una casa, ma non sarà mai
quella che hanno lasciato.
Per di più, ora per trovare un lavoro ci
si deve spostare all'estero. Ormai le
industrie hanno deciso di attuare la
delocalizzazione, spostando l'attività in
Paesi dove non esistono tasse e la
manodopera è a basso costo.
Certo, la qualità del prodotto ne risente, ma diminuisce il costo e aumenta il
guadagno.
Per esempio, la FIAT, una delle più
importanti case automobilistiche ai
tempi della “Belle Epoque” concorrente della FORD, partecipante nel 1906
all'Expo mondiale dei trasporti a Milano e creatrice delle prime automobili,
ora produce “500” e “Punto” in Romania.
… cominciarono i sette anni di carestia, come aveva detto Giuseppe. Ci fu carestia
in ogni paese ...
FOTO IN ALTO:
UN ESEMPIO DI INDUSTRIA
EDILIZIA
Sono certa che nei libri di storia del 3000
questa crisi si paragonerà ad una lunga
carestia, ma in questo caso non si avrà
solo sete d'acqua e di cibo, ma anche di
speranza e di sorrisi per ricominciare a
vivere serenamente.
Riuscirà l'Italia ad uscirne vincitrice e a
riconquistare il primato dell'Europa Meridionale come esportatrice di beni di consumo ?
Ritornerà la Pianura Padana ad essere il
perno dell'economia italiana ?
Nessuna cartomante e nemmeno la bocca
della verità potranno darci una risposta.
Momentaneamente, penso siano i giovani
a dover unire idee ed energia per tentare di
stravolgere la situazione con soluzioni innovative e propositive.
Aprire nuove attività sul territorio e non
all'estero, sfruttare e preferire i prodotti
locali, accontentarsi di uno stipendio basso
per poi vederlo aumentare negli anni, tutto
questo forse servirà a valorizzare la nostra
Pianura !
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CLASSE 3^B
LA DISOCCUPAZIONE IN TEMPO DI CRISI
La Lombardia è una delle prime regioni che sta riuscendo a superare la
crisi ma, nonostante questo, il tasso
di disoccupazione in Lombardia
sembra essere ancora in lieve crescita. I giovani sono sempre i più
svantaggiati, infatti, è sotto i venticinque anni che si registra la fascia
maggiore di persone senza impiego.
Le aziende non riescono a dare uno
stipendio ai propri dipendenti, che
quindi vengono liquidati. Questo si
può notare dalle molte persone
(italiani e extracomunitari immigrati)
che si vedono in giro per le strade in
cerca di soldi. Questa è la manifestazione più lampante della crisi che
ormai ha “invaso” tutto il mondo.
Un altro effetto della crisi è costituito
dalla presenza di sempre più persone in cassa integrazione (una sospensione dal proprio lavoro con uno
stipendio molto basso che termina
dopo un certo tempo con il licenziamento) o direttamente licenziate. Fin
quando almeno uno dei genitori lavora, la famiglia può tirare avanti, ma
con estrema fatica, fino a fine mese.
Quando, però, nessun genitore porta
a casa uno stipendio, allora le cose
si mett ono mo lto ma le …
Infatti, un amico dei miei genitori è
andato in cassa integrazione e a noi
è dispiaciuto molto. Per questo abbiamo provato ad aiutarlo cercandogli un lavoro.
Inoltre, questa crisi spinge sempre di
più le persone a svolgere azioni illegali (mercati in nero, traffico di droga, furti, rapine ecc.): non potendo
guadagnare con un lavoro onesto,
tentano di rimediare soldi in un altro
modo.
Ad ogni modo, la situazione dovrebbe e sta migliorando, ma molto lentamente. I politici di tutto il mondo, o
quasi, sono all'opera per trovare il
modo di “battere” questa crisi deva-
stante, che ormai si sta trascinando dal 2007.
Speriamo che qualcuno abbia
un’illuminazione e ci tiri fuori
da questo buco nero che è la
crisi.
Come le imprese italiane sentono la Crisi
LA CRISI E LE IMPRESE ITALIANE
La crisi ha colpito molto le piccole
imprese, infatti l’effetto della crisi
è stato più traumatico per esse in
quanto la loro redditività delle è
minore della metà in valore assoluto di quella delle grandi.
Il costo del lavoro delle piccole è
sceso come quota percentuale
del fatturato, così come per le
grandi, ma resta più elevato e
quindi determinante per la loro
redditività; le piccole hanno attraversato la crisi mantenendo una
certa solidità finanziaria, ma per
preservare questa solidità per il
futuro devono crescere di dimensione.
Anche le imprese di scala mondiale (AD esempio la FERRERO)
hanno sentito molto la crisi.
Infatti i dati dimostrano che nell’esercizio 2013-2014, il fatturato
complessivo raggiunto dalla Società è diminuito molto rispetto
all’anno precedente.
Alcune industrie italiane hanno
sentito la crisi in modo particolarmente elevato, come la FIAT che
ha deciso da poco tempo di trasferire la propria sede all'estero.
Alcuni dati che hanno causato
questo trasferimento sono le immatricolazioni di auto nuove in
Italia che hanno segnato un
nuovo picco negativo nei mesi
estivi, ma in molti casi buona
parte delle immatricolazioni
avviene negli ultimi tre giorni
del mese.
Infatti la FIAT ha comprato la
Chrysler in modo da raggiungere livelli mondiali.
Comunque, per tutte le imprese
la crescita dimensionale ed internazionale è molto importante
per ridurre i costi, trovare nuovi
clienti e mercati, sviluppare
prodotti per sentire di meno la
crisi.
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C L A S SE 3 ^ B
EGITTO: LE SETTE SPIGHE NERE STANNO ARRIVANDO...
Siamo nell’Egitto del secondo millennio a.c. La carestia
sta lentamente cominciando
a travolgere il Paese e sempre più persone sono costrette a lasciare la loro terra natia.
Un certo Giuseppe, un
ebreo nominato Governatore dal Faraone in persona,
dichiara di essere in grado
di affrontare la situazione e
propone alcune valide soluzioni. Sentiamo ora il parere
del giovane Akenathon, una
delle guardie che assistevano Giuseppe quando era
rinchiuso in cella, falsamente accusato di aver insidiato
la moglie del suo padrone.
ammettere che lo sconforto non ci è mancato: i
furti sono aumentati, gli
episodi di vagabondaggio
si sono moltiplicati, molte
persone hanno lasciato il
paese … ma quel Giuseppe ci aveva dato una
speranza sette anni fa:
mettere da parte grandi
quantitativi di grano in
magazzini a cui poi tutti
avrebbero potuto accedere in base alle proprie
necessità. Noi egiziani
però ce ne eravamo quasi dimenticati, forse perché in fondo non credevamo sarebbe realmente
stato possibile …
GIORNALISTA: Buon giorno, signor Akenathon. Mi
chiamo Mariaelena Enni e
sono una studentessa della
scuola “Suore Sacramentine” di Bergamo. Vorrei farti
alcune domande riguardo
alla figura di Giuseppe e
alla situazione economica
del tuo Paese.
GIORNALISTA: Giuseppe come faceva sette
anni fa a sapere che sarebbe sopraggiunta una
carestia?
AKENATHON: Certamente.
Come ben saprai questo
non è un bellissimo periodo
per l’Egitto …
GIORNALISTA: Proprio di
questo volevo parlarti. I sette anni di prosperità stanno
per finire e ben presto la
carestia comincerà a farsi
sentire. Come state reagendo di fronte a questo momento difficile?
AKENATHON:
Bisogna
AKENATHON: Girano
numerose voci in merito,
ma la versione “ufficiale”
è che sia in grado di inter-
La siccità in Egitto dopo i sette anni di abbondanza
ha creato una situazione piuttosto
drammatica.
pretare i sogni. È come se
avesse una sorta di dono
divino. Ebbene, sette anni
fa il Faraone fece due sogni piuttosto strani che
nessuno riusciva a spiegare se non questo prigioniero di nome Giuseppe. Essi
riguardavano proprio l’arrivo di un periodo di abbondanza seguito da uno di
carestia rappresentati rispettivamente da sette
vacche grasse e sette spighe piene, e da sette vacche magre e sette spighe
vuote.
GIORNALISTA: E il Faraone ci credette? Voglio
dire … si stava mettendo
nelle mani di un prigioniero …
AKENATHON: Sì, il Faraone gli dette fiducia,
questo merito gli va riconosciuto. Lo fece non solo
perché non aveva ricevuto
altre valide spiegazioni dai
suoi consiglieri, ma anche
perché sapeva che
quell’uomo non avrebbe
mai detto il falso solo per
non rischiare di morire: si
dice che non appena arrivato al suo cospetto si era
persino rifiutato di inchinarsi in nome del suo Credo, rischiando così la sua
stessa vita …
GIORNALISTA: Wow
quell’uomo deve avere
coraggio da vendere. Tu
cosa ne pensi?
Inter
v
nari ista imm
aau
a
mon
n tes gie
t
iun p
o
o’ sp culare
ecia
le ...
AKENATHON: È stato
sicuramente un grande
atto di fede il suo, oltre
che di coraggio. Ma ne è
sicuramente valsa la pena: adesso è addirittura
Governatore dell’intero
Egitto! Però devo dire che
sta facendo veramente un
ottimo lavoro con i magazzini di cereali e si spera
resisteremo per questi
sette anni.
GIORNALISTA: Si preannuncia per voi un periodo
di grandi rinunce vedo.
Solo un’ultima domanda
avrei per te: la carestia
quali zone sta colpendo?
AKENATHON: Sinceramente non saprei con precisone … so solo che recentemente molte popolazioni limitrofe sono venute
qui in cerca di aiuto. Giuseppe è un uomo molto
buono e non ha negato
nemmeno a loro il suo
aiuto.
GIORNALISTA: Grazie
mille Akenathon, è stato
molto utile parlare con te.
Spero che un giorno ci
rincontreremo, magari
quando l’Egitto sarà uscito
da questo momento difficile!
AKENATHON: Lo spero
anch’io. Arrivederci!
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CLASSE 3^B
I negozi aprono sempre più spesso le porte ai saldi
CON LA CRISI, VIA LIBERA AGLI SCONTI!
Quest’anno, anche nei negozi
più grandi, gli sconti, a causa
della crisi, sono aumentati. Molti
sono, per esempio, del 50%,
perciò il prezzo viene dimezzato,
o persino arrivano fino al 60
\80%.
Non è stato questo quello che ha
colpito maggiormente le persone, ma il fatto che questi sconti
non vengano applicati ai capi
solamente nei periodi di inizio
stagione o a Natale e nelle festività, anche in giorni normali come durante la stagione.
La crisi economica ha portato al
disfacimento dei principali settori
economici, che sostengono l’economia del Paese.
Durante la storia, altre gravi crisi
di tipo economico-finanziarie
hanno colpito la popolazione a
causa dello scoppio di guerre e
dell’utilizzo scorretto delle risorse.
In passato anche in Italia ci fu
una crisi bancaria a causa della
grave recessione del 1887-88 con il
conseguente fallimento di numerosi
istituti nazionali come lo scandalo
della Banca Romana del 1892, o
anche a livello internazionale, come
la crisi dei subprime negli USA tra il
2006 ed il 2007.
Il mal risolvimento di questa crisi
passata ha avuto forti conseguenze
per quanto riguarda quella più recente.
Nonostante numerosi sconti per
invitare la gente a comprare prodotti, la crisi economica ha indotto gli
italiani a spendere il 30 per cento in
meno nel periodo di saldi rispetto al
2008. Molti negozi hanno allora cominciato ad applicare sconti anche
se la stagione dei saldi dovrebbe
cominciare ai primi giorni di Gennaio e solamente la metà dei consumatori ne ha approfittato per comprare, infatti, ai saldi, solo 10 milioni
delle famiglie italiane hanno fatto
spese.
Inoltre, è in calo anche il costo della
una spesa che è dimezzata rispetto
alle necessità di una famiglia le previsioni degli esperti non sono favorevoli.
A mio parere i saldi sono fatti solamente per invogliare la gente a
comprare prodotti e a spendere soldi, al fine di far impoverire il compratore e far arricchire il venditore.
Per risolvere la crisi, secondo me,
non sono i saldi ad aiutare, ma a
mio avviso, non si dovrebbero più
dare tanti soldi in tasse, ma una
buona parte di quel denaro dovrebbe essere data alla gente bisognosa
che sicuramente non li spenderà in
cose inutili, ma anzi lo userà sicuramente in cose più importanti, come
costruire case per i senza tetto,
comprare da mangiare ed aiutare bambini abbandonati.
Ogni volta che sento parlare di crisi, mi
si riempie il cuore di tristezza e malinconia per tutti gli italiani che soffrono molto
in questo periodo e ovviamente anche
per tutte le altre persone del mondo.
Infine un altro tentativo per abbattere la
crisi sarebbe quello di diminuire le tasse,
perché certe in questo periodo sono veramente pesanti.
Solo con una maggiore giustizia e solidarietà potremmo veramente superate
questo difficile momento.
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C L A S SE 3 ^ B
NON C’È PIÚ LAVORO!
Negli ultimi anni sono sempre di più gli italiani che perdono la propria attività
Nel 2007, in America si
diffuse una forte crisi economica causata dei cosiddetti prestiti “Sub Prime”.
La crisi si diffuse anche in
Europa e ancora oggi
siamo in una situazione
molto difficile dal punto di
vista economico.
Molte persone sono pessimiste e ritengono che
non si “guarirà” mai dalla
crisi, ma bisogna essere
ottimisti e stare uniti, anche se il mercato interno
continua ad essere in
forte sofferenza e con
esso i consumi e le imprese. L’andamento negativo dei fatturati di questi mesi e degli ultimi due
in particolare è inedito e
davvero preoccupante,
così come preoccupanti e
molto seri sono i dati sulle
chiusure delle imprese.
Oltre al fallimento di imprese, dobbiamo parlare
della continua chiusura
dei negozi.
A Bergamo, attività aperte da pochi mesi chiudono in breve tempo, questo significa che le persone hanno paura a spendere i soldi, perché ormai
non c’è più lavoro e quindi,secondo molti, è importante mettere da parte dei
soldi in banca per far
fronte ad eventuali peggioramenti della crisi.
Anche io condivido questo pensiero, in quanto è
importante non fare spese superflue, ma comprare l’essenziale. Ritengo
però che bisogna far girare l’economia, quindi non
bisogna non acquistare
più niente, altrimenti non
verrà promossa l’attività
lavorativa.
Se infatti facessimo girare
maggiormente l’economia, molti negozi sarebbero ancora aperti, invece, molti vanno avanti
vendendo merci a basso
costo, oggi si sono diffusi
molti esercizi commerciali
che danneggiano l’economia italiana perché le persone comprano vestiti o
molte altra cose ad un
prezzo basso, ma di conseguenza di bassa qualità.
Facendo un esempio banale, se guardiamo l’etichetta dei nostri abiti, noteremo che quasi tutti
provengono da Paesi dove la manodopera ha un
prezzo bassissimo e si
sfruttano bambini, donne
e adulti che non sono
tutelati e non seguono le
norme di sicurezza.
Anche i Centri Commerciali a mio parere portano
via lavoro ai comuni negozi, perché vi sono alimenti vestiti e molte altre
cose a basso prezzo, ma
Poi an
tutta che
la
ra d’E terg
comin itto
c
sentir iò a
e la fa
me
anche qualità.
Tutto ciò non favorisce lo
sviluppo di aziende che
invece lavorano per la
qualità dei loro prodotti.
Dovremmo perciò privilegiare la produzione nazionale per promuovere lo
sviluppo. Solo così smetteremo di vedere intorno a
noi tanti negozi chiusi o in
fallimento.
Io credo che in Italia si
producano molte ricchezze, ma non ce ne rendiamo conto e le esportiamo
in grandissime quantità,
mentre potremmo usufruirne, senza più dipendere in
modo eccessivo dagli altri
Stati del mondo.
Pagina 7
CLASSE 3^B
LA SOLUZIONE PER USCIRE DALLA CRISI PUÒ ESSERCI … BASTA CERCARLA
LA SOLUZIONE C’È!
Allora
Giuseppe
aprì tutti i
depositi
in cui vi
era grano e lo
vendette
agli Egiziani. ..
…
La crisi economica che
ha colpito gli Stati Uniti
prima nel 2008 si è diffusa anche in Europa e in
Italia. Molta gente è
preoccupata sia per il
proprio futuro, sia per il
lavoro, sia per la famiglia.
Infatti, la maggior parte
delle persone che lavoravano nelle industrie e nel
settore terziario si sono
ritrovate senza lavoro da
un giorno all’altro.
I capi di Governo assicurano che questo momento passerà e tutti riavranno la vita di prima pur
affrontando con sacrificio
questo periodo di
“Carestia”.
Coloro che guidano il
Paese cercano soluzioni,
ma nel frattempo alcuni
dicono al popolo di risparmiare ognuno per sé nel
caso in cui questo momento di crisi economica
dovesse peggiorare.
Il modo migliore di trattare
le persone non è questo!
La soluzione più efficiente,per me, sta nel “far
girare l’economia”.
Cosa significa questa
affermazione? Significa
che lo Stato deve impegnarsi a creare un clima
di fiducia che stimoli l’economia, in modo che la
gente reagisca alla crisi
limitando la naturale tendenza al risparmio in momenti d’incertezza e
spendendo i propri soldi
nelle cose essenziali, come il cibo, i vestiti, i materiali di lavoro o scolastici,
sempre però senza esagerare con le spese.
Per spiegare meglio le
mie idee, è utile riportare
l’esempio di un padre di
famiglia che guadagna
1.500 Euro al mese.
In un clima di fiducia, il
lavoratore sarà portato a
consumare, vedendo che
attorno a sé vengono realizzate opere pubbliche, i
giovani lavorano e tutto
va bene.
I negozianti inoltre, quando vendono i propri prodotti danno 22% del profitto allo Stato pagando
l’IVA.
Bisogna anche ricordare
che il negoziante così
facendo acquista a sua
volta altri prodotti, contribuendo a fare in modo
che l’industria abbia bisogno di lavoratori per garantire il livello di produ-
zione soddisfacente cosicché i soldi finiscano
nelle tasche di tutti. Anche lo Stato ne avrebbe
vantaggi.
Quest’ultimo
infatti potrebbe con i soldi
ricevuti mantenere le
opere pubbliche come
ospedali, scuole, etc,
contribuendo ulteriormente a dar lavoro alle persone (per esempio operai,
ingegneri, etc.), che a
loro volta saranno in condizione di poter far studiare i figli, comprare una
macchina e così via.
Da sempre le crisi economiche sono state risolte
in questo modo.
Pensiamo ad esempio
alla crisi del 1929: tanto
negli USA quanto negli
Stati Europei, venne risolta solo grazie all’investimento di nuove risorse,
finalizzato alla creazione
di un clima di fiducia che
incentivasse al consumo.
Razionalizzare le spese
ed evitare gli sprechi va
bene, ma occorre anche
promuovere lo sviluppo
economico.
Finora l’unico risultato
delle politiche di eccessiva austerità è stato quello
di aumentare le differenze tra ricchi e poveri, distruggendo quella che
una volta era la “classe
media”, abbattendo pian
piano le basi dello stato
sociale.
Pensiamo al mercato im-
mobiliare e torniamo a prendere come esempio il nostro
lavoratore medio che prende
1.500 Euro al mese: prima
del 2007, aveva avviato un
mutuo per comprare una
casa del valore di 250.000
Euro.
A distanza di due anni, si
ritrova a dover continuare a
pagare la stessa cifra per il
mutuo che aveva iniziato
due anni prima, per una casa
che ora vale molto meno
della cifra iniziale. Senza
considerare che, forse, in
questi due anni ha perso il
lavoro.
In questo caso, non riuscendo più a pagare il mutuo,
perde la casa che va alla
banca la quale, per venderla
facilmente, la immette nel
mercato a prezzo stracciato,
distruggendo allo stesso
tempo il mercato immobiliare
e favorendo un’élite di ricchi
che, grazie a queste dinamiche, potranno diventare ancora più ricchi ed incrementare il loro patrimonio a scapito delle categorie più deboli.
Per concludere, la soluzione
più efficace, per me, è far
girare l’economia e non risparmiare immobilizzando il
denaro.
Il vero risparmio è evitare
spese inutili per investire,invece, i soldi in attività
che promuovano il lavoro
sconfiggendo la disoccupazione.
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CLASSE 3^ B
Trovare lavoro è difficile di questi tempi, ma seguiamo le strade giuste?
CRISI E LAVORO: QUALI PROSPETTIVE?
La crisi è un fenomeno che
colpisce tutti Paesi del mondo dopo aver avuto origine
negli U.S.A.
Anche in Italia e in città piccole come Bergamo si può
incontrarla .
Ad oggi vediamo sempre più
imprese e negozi fallire a
causa della crisi: un esempio
è un negozio a Bergamo, il
quale vendeva accessori
(collari, cappelli, cerchietti) e
vestiti per Chiwawa o animali
di piccola taglia, che, dopo
pochi mesi è fallito.
Siamo davanti all’esercizio
chiuso. Ecco alcuni commenti dei passanti che hanno accettato di rispondere
alle nostre domande:
- Mi scusi, che cosa ne pensa del nuovo negozio di ve-
stiti per cani?
- Non sanno più cosa inventarsi! Nessuno comprerà mai
un giubbotto con le borchie al
proprio Chiwawa o farà mettere al suo pappagallo un
cerchietto, lo trovo ingiusto
anche per gli animali!
- E lei, che cosa ne pensa
dell' apertura di questo negozio?
- Inutile, vogliono combattere
la crisi, cercano di guadagnare facendo cose e vendendo
oggetti che non potranno
assicurare loro un futuro stabile. É praticamente ovvio
che questi negozi siano destinati a fallire...
- E allora, che cosa propone
di fare?
- Personalmente, cercherei di
puntare su settori, professioni
che siano utili per il prossimo e
possano portare guadagni veri,
anche per la persona che ha
deciso di avviare l'attività.
- E, secondo lei, quali potrebbero essere queste professioni?
- Per esempio, il panettiere,
che può sembrare un lavoro
banale: ci sarà sempre qualcuno che necessiterà di pane o
pasta.
Si potrebbe tentare di lavorare
nel settore della tecnologia, dei
telefoni, dei computer, dei videogiochi, posto che comunque, oggi la tecnologia fa e
farà sempre più passi da gigante.
Basta solo pensare alla Apple:
ormai tutti quanti, dai bambini
di dieci agli adulti di cinquanta
anni hanno un lphone, un lpod
o un lpad.
Bisogna investire nelle nuove tecnologie! ! !
Il panettiere, lavorare nel
settore informatico, questi
sono alcuni delle professioni che gli abitanti propongono per sconfiggere o almeno attenuare la crisi.
In sostanza, si dovrebbe
puntare su settori che si
sono sviluppati negli ultimi
anni o su professioni che
esistono sin dai tempi più
antichi, ma che comunque
rimarranno sempre utili alle
persone.
Questo probabilmente sono
le basi solide per costruirsi
un futuro a livello economico.
Caro diario,
oggi voglio parlarti di un’esperienza che mi ha colpito molto.
Recentemente a casa mia e arrivata la bolletta della luce e mi sono accorta che era molto alta, fino a 120 Euro. Allora mi
sono documentata, anche perché a scuola è venuta una ragazza che ci ha spiegato che per consumare meno bisogna
accendere le luci in una determinata ora.
Durante l’ora di Tecnologia ci ha fatto vedere vari esperimenti molto interessanti per imparare a risparmiare e a usare meglio l’elettricità. Ci ha anche spiegato i diversi tipi di energia,io sinceramente non sapevo ne esistessero cosi tanti ! Sono
rimasta molto sbalordita da tutte queste informazioni utili al giorno d’ oggi e che mi hanno insegnato moltissimo. Questa
ragazza ci ha poi fatto vedere diversi esperimenti molto istruttivi e che ci hanno incuriosito moltissimo. Un esperimento che
mi ha colpito più di tutti e stata una macchinina di plastica abbastanza grande che di muoveva per mezzo dell’elettricità,questa macchinina aveva due piccoli recipienti al cui interno dove dentro veniva messa l’acqua che per mezzo di piccole
turbine all’interno della macchinina le permetteva di muoversi. Questa macchinina non si scontrava mai contro nessuno
ostacolo perché quando colpiva qualcosa, faceva marcia indietro e cambiava direzione .
Un altro esperimento che mi è piaciuto consisteva nel collegare dei fili all’estremità di una batteria a una piccola lampadina ,e grazie alla batteria, la lampadina si accendeva . Questo laboratorio mi è piaciuto un sacco e lo rifarei se potessi ; ci
ha insegnato molto e ci ha fatto molto piacere imparare divertendoci. Ora starò più attenta: ho scoperto che l’energia elettrica è implorante e no va sciupata!. Sono felicissima di averti confidato le mie emozioni, caro diario !
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CLASSE 3^ B
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l
distrutto da
carestia . ..
Tasse, sacrifici, telegiornali deprimenti... Gli italiani spesso reagiscono inventandosi nuovi metodi per
tirarsi su di morale e spendendo
poco o niente.
Ecco un breve viaggio nel Paese
che ha il migliore spread nell’arte di
cavarsela. Infatti, gli italiani si sono
inventati i loro divertimenti quotidiani a chilometro zero (molto si fa in
casa) e spesso a costo zero .
Ecco alcuni stratagemmi per risparmiare ed essere felici, queste sono
le parole chiave.
Prima c’è il passaparola attraverso
socila network, telefonini e Internet.
Poi, una volta radunati tutti i partecipanti, inizia il divertimento con
una musica vagamente triste che a
sorpresa continua con una scossa
gioiosa: la mazurka. Centinaia di
persone si ritrovano a ballarla not-
Risparmiare ed essere
felici
sono queste le parole
chiave degli italiani
Nuove idee per l'ottimismo faidate.
COMBATTERE LA CRISI
tetempo ad esempio sotto il Pirellone di Milano o nelle piazze di
Napoli e Novara.
Si chiama “Mazurka klandestina”.
Basta avere un altoparlante collegato alla batteria di un’auto e un
computer con le tracce dei brani
per passare qualche ora in allegria
e senza spese. Così nasce il
“Balla che ti passa”!
A Bergamo, una scuola di danza
(la “Baila Conmigo”) ha pensato
che i balli latinoamericani siano
perfetti per trasmettere allegria, e
così due settimane fa ha istituito
un corso principianti gratis per cassaintegrati e disoccupati. Così si
esce di casa, si conoscono nuove
persone e si mette in circolazione
un po’ di spensieratezza.
Anche i “baratto-party” sono un’ottima occasione per socializzare e
divertirsi: si stanno diffondendo in
Italia in linea con la nuova sobrietà. Si invitano amici e parenti, si
svuotano gli armadi da ciò che non
serve più, poi ci si prepara a barattare i pezzi con gli invitati.
Lo shopping senza spesa va molto
di moda a Milano e a Roma e molti
lo fanno più per divertirsi che per
risparmiare. Per chi è un po’ più in
difficoltà, invece, è il metodo migliore per rinnovare il guardaroba.
Esistono anche corsi in rete per
riciclare e riadattare capi.
Per me però la vera novità è il progetto di mio fratello, che insieme
con la famiglia lancia una sfida alla
Cina. Sì avete capito bene: sfiderà
la Cina con una coltivazione certificata di bambù. Qui, in Italia!
Il progetto si chiama
“BAMBOULAND 2.0” e consiste
nella creazione di un bambuseto
da cui si ricaveranno fusti destinati al settore dell’arredamento,
pavimenti il legno, oggettistica,
tessile e i germogli da destinare
al settore agroalimentare per la
cucina vegana, vegetariana e
orientale.
Si prevede la realizzazione di
un’area adibita alla pratica dello
yoga e un percorso didattico per
le scuole.
L’inizio è sempre più vicino, sono
cominciati i lavori di aratura e a
breve si metteranno a dimora le
piante di bambù.
Questi sono i metodi che si inventano gli italiani per risparmiare
in questi momenti di crisi economica.
Basta poco per ritrovare la voglia
di stare insieme senza spese
pazze e inventarsi nuove prospettive lavorative … forse la crisi
ci sta aiutando riscoprire la bellezza delle cose semplici e i valori che danno gusto alle nostre
giornate?
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CLASSE 3^ B
CLASSE 3^B
Consigli utili in cucina
COME NON SPRECARE CIBO: INTERVISTIAMO UNA MAMMA
Durante i sette
anni di
abbondanza la
terra produsse
a profusione.
Egli raccolse
tutti i viveri dei
sette anni di abbondanza che
vennero nella
terra d’Egitto,
e ripose i viveri
nelle città: in
ogni città
i viveri della
campagna
circostante.
In questo periodo siamo tutti
influenzati dalla crisi, anche in
ambito alimentare. Molte persone ritengono giusto non sprecare questo bene prezioso. Tra
queste troviamo una signora
che ci ha concesso un’intervista
e che ci ha aiutato a capire l’importanza di questo argomento.
Sostiene infatti che è necessario comprare l'indispensabile e
non le cose superflue per riuscire a utilizzare tutto il cibo acquistato prima della scadenza o
senza buttarne grandi quantità.
Non sprecare cibo è, infatti,
utile e rispettoso verso le persone che non ne hanno. La signora da noi intervistata si ritiene
molto attenta su questo punto, ma è
anche cosciente del fatto che, a
volte, può capitare che si comprino
grandi quantità di cibo in alcuni periodi dell'anno e che non si riesca a
consumarle tutte oppure che non si
stia attenti alla data di scadenza e
un alimento scada dopo pochi giorni
dall'acquisto e, quindi, che non si
faccia in tempo a consumarlo. Nelle
famiglie tutto ciò può portare conseguenze economiche e uno spreco
elevato di denaro.
Alcuni consigli che l'intervistata ci
ha voluto riferire riguardavano soprattutto l'attenzione a non comprare grandi quantità di cibo a breve
conservazione e a conservarli in
freezer anziché nel frigor. I cibi a
lunga conservazione invece possono essere comprati anche in grandi
quantità. Esistono, inoltre, ricette
facili e veloci per recuperare alcuni
avanzi rimasti dalle cene precedenti. Tra queste troviamo le polpette
che sono un secondo piatto delizioso realizzabile con alcuni avanzi di
carne; la frittata inoltre si può cucinare con avanzi già cotti in precedenza. I passati di verdura o le torte
salate vanno benissimo per non
buttare la verdura rimasta in piccole
quantità e, infine, gli arancini sono
ottimi per recuperare il riso avanzato. Consigliamo a tutti di seguire
questi semplici consigli e ricette per
ridurre al massimo lo spreco di cibo!
$e
risparmierai,
un
miglior
futuro
avrai!
Il ri$parmio è
fondamentale
per ovviare alle
$pese di ogni
giorno $enza
problemi nel tuo
conto!
La $oluzione
è dietro l’angolo!
Ri$parmiare ti
a$$icura un
futuro certo!!
Per te e per la tua
famiglia!
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CLASSE 3^B
Basta aspettare, è ora di reagire !!!
10 SEMPLICI METODI PER SCONFIGGERE GLI SPRECHI
La crisi è ovunque, non lo
si può negare e continua
ad espandersi a macchia
d’olio. La gente non sa
come reagire: è sconfortata e confusa, perché
mai nella storia si è verificata una crisi economica
così intensa.
Bisogna reagire, non si
può pretendere di aspettare che passi come si fa
col mal di gola, perché,
se si continua così, le
nuove generazioni non
avranno un futuro per cui
costruire la propria vita. È
ora di dire basta alla disoccupazione, alla povertà, alla miseria ed iniziare
a dire sì al risparmio!
Non ci vuole molto per
ridurre di poco i costi giornalieri, pur continuando
ad aver la qualità.
Seguendo questi consigli
sarà molto più facile:
1- non buttare via il cibo
avanzato, ma utilizzarlo
per cucinare altre leccornie;
2- far partire la lavastoviglie solo quando costa
meno;
3- spegnere la luce quando non serve per ridurre il
consumo energetico;
4- approfittare dei saldi o
degli sconti per comprare
il
più
possibile
(ovviamente solo se necessario);
5- non tenere accesi troppi mezzi elettronici contemporaneamente se non
sono necessari ;
“Egli raccolse
tutti i viveri dei
sette anni di abbondanza che
vennero nella
terra d’Egitto,
e ripose i viveri
nelle città: in
ogni città i viveri della campagna circostante.”
BRUSCHETTE
AL FORNO
6- sostituire quando possibile l’auto con una bella
camminata, che è più
economica, sana ed ecologica ;
7- non usufruire di servizi
che non sono necessari,
come la lavanderia, il lavaggio auto, …
8- ridurre al minimo le
serate al ristorante, al
cinema o in discoteca.
Non bisogna per forza
uscire per passare una
bella sera;
9- riciclare può essere
utile per guadagnare più
soldi, infatti molti negozi
offrono degli Euro in cambio di lattine e bottiglie di
vetro vuote;
10- si possono comprare
vestiti di seconda mano
(che possono essere di
ottima qualità, basta avere un po’ d’occhio).
Riguardo il cibo, conosco
alcune ricette golose che
è possibile preparare facilmente ed in poco tempo, come per esempio
delle bruschette con pane
vecchio, delle polpette ottenute con la carne del brodo
del risotto, un riso al salto
cucinato col risotto avanzato,
una torta cucinata col panettone avanzato, ecc.
Ingredienti
Ecco due ricette,
• basilico.
RISO AL SALTO
Ingredienti
• risotto avanzato di qualsiasi
gusto;
• un po’ di olio.
Procedimento
Mettere l’olio nella padella e
fare in modo che bagni ogni
punto. Appoggiare la padella
sui fornelli, accendere i fornelli, attendere che si inizi a
creare un crosta e togliere dai
fornelli. Servire ben caldo
quanto lo si desidera.
• pane vecchio e tostato;
• olio extravergine di oliva;
• pomodorini;
Procedimento
Tagliare il pane a fette
spesse e metterlo nel
forno. Aspettare che abbrustolisca e nel frattempo tagliare i pomodori in
spicchi. Una volta pronte
le fette, servire con un filo
di olio, coi pomodorini a
spicchi e con le foglie di
basilico.
Anche se sembrano idee
scontate, vi assicuro che
invece la buona riuscita è
garantita.
Chi oggi non sente parlare di crisi?! Oramai
influisce davvero su ogni cosa. Se ne sente
parlare dappertutto: al ristorante, al
telegiornale, nei negozi, praticamente
ovunque!! Ma come fare per combatterla
definitivamente ?
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C L A S SE 3 ^ B
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CLASSE 3^B
Intervista a Giuseppe, eroe di altri tempi
PER SAPERNE DI PIÙ
Mi trovo alla reggia del
faraone per intervistare
Giuseppe, un giovane uomo che con la sua lungimiranza è riuscito a cambiare le sorti dell’Egitto e a
salvare un popolo. Ho intenzione di fargli qualche
domanda per comprendere meglio la sua situazione
e il suo stato d ‘animo .
Giornalista: Come saprai,
la tua storia è nota ormai a
tutti, come ti senti ?
Giuseppe: Sono onorato:
mi fa piacere poter aiutare, anche se indirettamente, qualcuno .
Giornalista: Ottimo. Ora ,
però, toglimi una curiosità:
come hai pensato alla soluzione “ dei granai” ?
Giuseppe: Sai, sono sem-
pre stato dell’idea che
mettendo in comune e
condividendo il risultato
sia migliore.
Giornalista:
meglio …
Spiegati
Giuseppe: Quando ho
capito ciò che stava per
succedere, mi sono reso
conto che l’unico modo
per sopravvivere alla carestia era collaborare.
Ci saremmo impegnati
tutti, e nel momento del
bisogno, nessuno sarebbe rimasto solo, riuscendo così a far fronte all’enorme problema che gravava su di noi.
Giornalista: Complimenti, tu sì che hai un approccio positivo per affrontare
le difficoltà! Dovremmo
prendere come esempio
la tua figura e affidarci alle
capacità di chi si mette a
disposizione degli altri.
Anche il faraone ha creduto in te!
Giuseppe: É vero! Inizialmente non riuscivo a credere che una persona così
autorevole potesse fidarsi
di un semplice uomo come
me, ma la forza dell’Egitto
sta proprio nell’umiltà dei
grandi! È ciò che, spesso,
mi pare, manca a voi, uomini di oggi. Dico bene?
Giornalista: Hai perfettamente ragione. Spesso ci
arroghiamo il diritto di sapere tutto, senza mettere
mai in discussione e in
dubbio ciò di cui siamo
estremamente convinti.
Dovremmo essere più umili e prendere esempio dalle
altre persone. Ad esempio,
Allora
Giuseppe
aprì tutti
i depositi
in cui vi
era grano ...
da quelle in grado di perdonare! Tu ne sei un
esempio! Hai perdonato i
tuoi fratelli mettendo al
primo posto un valore
fondamentale come la
famiglia, invece della vendetta per il male che avevi ricevuto. Dal tuo perdono è nata la condivisione nei momenti di carestia...
Giuseppe: Questi gesti
risultano tanto semplici
quanto veri nel momento
in cui vengono fatti con
convinzione e profondo
amore. Io avevo capito
che ripagando l’odio con
l’odio non avrei risolto
nulla, anzi !
Giornalista: Grazie per
la tua testimonianza.
Spero che molti facciano
tesoro dei tuoi insegnamenti. Non c’è nulla di più
efficace, al mondo, dell’esempio!Alla prossima!
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C L A S SE 3 ^ B
Impariamo a risparmiare per dare a chi non ha
AZIONI DI SOLIDARIET À E GESTI D I RISPARM IO
Ci fu
carestia in
ogni
paese, ma in
tutta
la terra
d’Egitto
c’era il pane
Nel mondo stanno nascendo tantissime associazioni che aiutano i bisognosi con gesti di solidarietà. Sono utilissime in
questo periodo per la nostra economia così provata.
Non sono solo però le
associazioni a compiere
azioni solidali, ma anche
le singole persone, perché ognuno di noi può
dare il proprio contributo.
Ognuno di noi deve imparare a risparmiare, non
solo per se stesso, ma
anche per gli altri. Per
fare ciò, ci sono varie proposte,tra cui collaborare
con alcune associazioni
come la Caritas Ciò è
reso possibile grazie ad
alcune iniziative che par-
rocchie e scuole mettono
in atto (un esempio è la
raccolta di abiti usati).
Si possono poi evitare
spese inutili e, se si è in
condizioni migliori di altri,
destinare del denaro per
chi ne ha veramente bisogno, ad esempio alle
mense dei poveri.
Non si deve risparmiare
denaro solo per se stessi,
perché questo è un segno molto evidente di
egoismo, in quanto significa che una volta accumulato abbastanza denaro per se stessi, si può
fare a meno degli altri.
Bisogna invece saper
essere altruisti e mettere
in primo piano i bisogni
altrui.
Per questo sono nate
tantissime iniziative come
quelle della Caritas oppure “DonaCibo” che raccolgono alimenti o indumenti
per i poveri. Accettano
tutto da tutti senza escludere nessuno in modo
che ognuno di noi si possa impegnare a contribuire.
È importante collaborare
e promuovere il bene in
situazioni di crisi come
quella che stiamo attraversando, perché è l’unico modo per superare le
difficoltà che rendono la
vita difficile a tante persone e a molte famiglie.
Se tutti avranno un tenore
di vita dignitoso, tutta la
società sarà migliore!
La gente ha
bisogno di aiuto:
mettiamo
insieme le forze
per creare un
mondo migliore!
Cassonetto per la raccolta di indumenti usati
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CLASSE 3^B
È un legame forte quello che si crea tramite le adozioni a distanza, di gratitudine e di amore incondizionato.
“UNA FOTOGRAFIA: MI SONO COMMOSSA.”
Queste sono le parole Marina Bosisio, che ha ricevuto la prima fotografia del bambino che ha adottato da qualche mese.
“Ho provato un’emozione fortissima”.
Anche se probabilmente
non tutti lo sanno, l'Italia
non è l'unico Paese coinvolto nella grande crisi mondiale che, partendo dagli Stati
Uniti nel 2006, ha messo in
ginocchio le maggiori potenze di antica industrializzazione e ha aggravato la
situazione dei Paesi in via di
sviluppo o sottosviluppati.
Questa situazione ha fatto
sì che i capitali da spendere
nelle tasche dei consumatori fossero minori e ha di
conseguenza portato al
fallimento di molte multinazionali che operavano nel
campo dei beni non essenziali.
Oggi molte famiglie preferiscono spendere il loro denaro in giuste cause piuttosto che in oggetti futili; ad
esempio, sono sempre più
frequenti le adozioni a distanza. Questo tipo di attenzione ai bisogni altrui si
differenzia dall'adozione
tradizionale in quanto il
bambino che la famiglia può
aiutare resta nel suo paese
d'origine e riceve una quota
annua da utilizzare nell'ambito dell'istruzione, della
sanità e dei beni di prima
necessità (alimenti, vestiario...). La pratica per l'adozione è abbastanza semplice: è necessario rivolgersi
ad associazioni (è possibile
consultare prima i loro siti
Internet) che operano in
diversi Paesi e che dopo
aver assegnato il bambino
corrispondente inviano una
sua fotografia e la sua scheda, poi verranno inviate
delle cartelle informative
riguardo i suoi progressi. In
seguito, in alcuni casi, chi
adotta potrà intrattenere
una corrispondenza con il
piccolo, se lo si desidera. É
possibile anche andare a
fargli visita nel suo Paese
d’origine.
Spesso, quando in televisione si sente parlare di adozione a distanza, nascono
in noi dei dubbi riguardo a
ciò che propone il progetto
di sostegno; “Attueranno
tutto quello che dicono?”, “Il mio contributo
sarà veramente utile?”.
Molti dei partecipanti che
si ponevano queste domande per verificare la
fondatezza delle loro
preoccupazioni hanno
deciso di andare a vedere con i loro occhi, rima-
nendo sorpresi dai grandi
progressi che le comunità
facevano grazie al loro aiuto
e a quello di altri. Una delle
associazioni più conosciute
che si occupa delle adozioni
a distanza o, più propriamente, del sostegno a distanza (SAD) è Save the
Children, che opera in Mozambico, Malawi, Egitto,
Bolivia, Mali, Nepal, El Salvador, Filippine e Vietnam e
che da più di quaranta anni
si occupa di questo campo
permettendo ai donatori di
vivere un’esperienza unica,
che cambia la vita. Le testimonianze delle persone che
già hanno partecipato al
progetto parlano tutte di una
“forte emozione”, di attimi
intensi e toccanti e di commozione. I legami che si
creano tra i sostenitori e i
bambini o le comunità in
generale sono forti e sinceri
e sono destinati ad assumere una posizione importante
nella quotidianità di chi li
vive. Sapere che c’è una
persona che, pur essendo
lontana, ti aiuta non può che
rendere grati e sapere che
con un piccolo gesto puoi
salvare una vita ti riempie di
una gioia che supera qualsiasi altro sentimento.
Marina Bosisio e Alfio Gritti
ci hanno parlato così della
loro esperienza: “Abbiamo
deciso di adottare un bam-
bino a distanza per compiere qualcosa che fosse utile
a qualcuno che ne aveva
davvero bisogno; ci siamo
rivolti ad un’associazione
chiamata VIS (Volontariato
Internazionale per lo Sviluppo) che attraverso i Salesiani sostiene il progetto adozioni. La prima foto che
abbiamo ricevuto di Jajani ci
ha fatto commuovere e lo
stesso è stato quando, nel
momento in cui la giovane
cingalese non ha più avuto
bisogno del mio aiuto, è
arrivata la prima immagine
di Joseph, un piccolo etiope. Ci sentiamo legati ai
due bambini, anche se non
è stato possibile scambiare
lettere con loro (in quanto il
VIS preferisce non sprecare
il denaro che riceve in opere
di invio e traduzione). Nonostante ciò, non vorremmo
incontrare i ragazzi: lo scopo di ciò che facciamo non
è essere ringraziati e non
vorremo metterli in una condizione di disagio”.
Aiutare una persona permette di stabilire un forte
legame con essa e le adozioni a distanza sono solo
uno dei tanti esempi che
testimoniano questo: un
rapporto basato sulla solidarietà è destinato a durare
nel tempo e trasmette un’emozione forte e sincera.
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CLASSE 3^ B
Riflessioni sul Natale in una giornata d’Avvento
UNA CLASSE ALLA SCOPERTA DEI CAPPUCCINI DI
BERGAMO
Allora
Giuseppe
aprì tutti i
depositi
in cui vi
era
grano
Martedì
2
Dicembre
2014, le classi della
Scuola Secondaria di
primo grado dell’Istituto
Scolastico delle Suore
Sacramentine di Bergamo si sono recate presso
il convento dei frati Cappuccini di Borgo Palazzo,
a Bergamo, dove hanno
avuto l’opportunità di riflettere sul significato
della carità, conoscendo i
vari aspetti della vita
francescana e l’articolazione nel territorio delle
attività promosse dall’Ordine Cappuccino.
Al mattino presto, la pioggia scrosciante ha costretto docenti e alunni
ad aprire gli ombrelli, ma
di certo non ha placato la
loro curiosità.
Giunti alla meta, sono
entrati in una grande sala
dalle mura bianche, piena di tavoli del medesimo
colore e si sono accomodati su sedie gialle.
Si trovavano nella mensa
per i poveri gestita dai
frati.
Lì, Padre Lorenzo con un
mite tono di voce ha fornito delle informazioni
che li hanno lasciato stupefatti:
centocinquanta
indigenti, quasi ogni giorno, usufruiscono del servizio mensa gestito da
volontari e il “buono pasto” di cui sono in possesso è valido per tre
mesi.
Un’alunna ha posto la
seguente
domanda:
“Anche noi possiamo
dedicarci a questo tipo di
volontariato?”.
Il frate ha spiegato che
gli adolescenti possono
impegnarsi in questo ambito, ma in compagnia
dei loro genitori.
In seguito, ha approfondito il significato di “povertà
spirituale” che induce
molte persone, magari
non nullatenenti, a recarsi comunque presso la
mensa per trovare conforto nei religiosi o negli
altri indigenti.
Gli alunni non hanno però avuto modo di vedere i
bisognosi. “É una questione di dignità e di rispetto” ha spiegato il religioso.
A seguito di alcune domande, Padre Lorenzo
ha continuato precisando
che oggi la figura del povero è mutata rispetto ad
una volta.
Prima infatti, un bisognoso si riconosceva subito:
era vestito di stracci, si
individuava per le scarse
condizioni igieniche, aveva come giaciglio una
scatola di cartone ... Oggi, invece, a causa della
crisi economica, alla
mensa giungono anche
dei giovani italiani senza
lavoro o dei pensionati
che ricevono mensilmente una somma esigua
rispetto alle loro necessità.
Unitamente agli extracomunitari,
ultimamente,
giungono anche persone
dagli ultimi focolai di
guerra, come l’Ucraina.
Un’altra alunna ha sollevato la spinosa questione
riguardante la diffidenza
sua e di molte altre persone nei confronti dei
poveri che incontrano per
strada,
perché
“potrebbero anche non
essere davvero bisognosi”.
Il francescano le ha risposto: “Hai ragione: sono d’accordo con te circa
l’esistenza di finti poveri,
ma la comunità dei frati
aiuta tutti indistintamente,
compiendo comunque la
sua opera di carità”.
In seguito, i ragazzi si
sono “avventurati” alla
scoperta dell’Ordine Cappuccino, in compagnia
d’un altro religioso: Padre
Roberto.
Prima di tutto, sono entrati dalla portineria, una
piccola stanza di color
crema, dove hanno salutato il frate portinaio con
una tipica espressione
francescana: “Pace e
bene”.
Egli svolge la mansione
di soddisfare le richieste
dei fedeli (fornendo, ad
esempio, l’orario delle
sante messe).
Padre Roberto ha poi
continuato dando ulteriori
notizie sull’Ordine e sulla
sua opera: “La sala in cui
ci troviamo un tempo era
la biblioteca, ma ora è
stata spostata a Milano,
per fare più spazio alla
mensa dei poveri”.
All’interno del convento,
è inoltre presente un
ospizio dove si assistono
i frati malati nel loro ultimo
cammino
verso
“Sorella Morte”.
La mattinata con i frati si
è conclusa con la celebrazione di una Messa
accompagnata dai canti
degli scolari. Infine, le
classi hanno visitato i
chiostri e gli orti del convento.
Tutti sono stati soddisfatti
per aver scoperto in modo più approfondito lo
stile di vita francescano.
Non restava altro, per i
frati, che salutarli con un
“Pace e Bene”.
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E’ più importante
donare che
ricevere
Solo con la solidarietà puoi in ogni momento aiutare
persone e bambini partendo da piccole cose di uso quotidiano come cibo e vestiti.
Attraverso il tuo aiuto, puoi salvare bambini
e ragazzi della tua età.
Dona qualcosa nella tua Parrocchia, verrà portato
ai più poveri!
Giornalino
della classe 3^ B
Secondaria di Primo grado
Istituto scolastico paritario
Suore Sacramentine
Redazione:
tutta la classe 3^B
ISTITUTO SCOLASTICO PARITARIO SUORE SACRAMENTINE
Via S. Antonino, 8 - 24122 BERGAMO - Tel. 035.270.027 - Fax 035.224.965
[email protected]
[email protected]
www.scuolesacramentinebergamo.it
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