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Narrazione e costruzione di Sé - Formazione Online

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Narrazione e costruzione di Sé - Formazione Online
ANTOLOGIA
www.laboratoriointercultura.it
NARRAZIONE E COSTRUZ IONE DI SÈ
Cfr., V. Ornaghi, Narrazione e costruzione del Sé, in AA.VV. La psicologia culturale di Bruner, Cortina,
Milano 1999, pp. 56 -57.
L'obiettivo della ricerca bruneriana degli ultimi anni è quello di conoscere e comprendere la
natura della mente umana ponendo l’accento sul pensiero narrativo con il quale le persone
raccontano e si scambiano fra loro storie, spiegazioni e interpretazioni della realtà che le circonda,
del comportamento proprio e altrui e degli eventi che accadono (Bruner, 1990).
Nel perseguire tale obiettivo, Bruner non è isolato, ma gli giungono alcune influenze anche da
altri studiosi Ad esempio, all’inizio degli anni Ottanta, in ambito psicoanalitico, compare il termine
Sé narratore con il quale si indica un Sé che narra storie in cui la descrizione del Sé fa parte della
storia stessa (Schafer, 1981, 1992; Spencer, 1984; Neisser, Fivush, 1994)
Il contributo di Bruner a questo proposito è notevole, dal momento che si rende conto di
quanta importanza possa assumere nella prospettiva della psicologia culturale la narrazione
autobiografica e del ruolo di quest'ultima nella formazione del Sé. Il soggetto, proprio nel momento
stesso in cui si racconta e narra la sua storia personale, conferisce un significato alle sue azioni e,
autonarrandosi, si presenta agli altri nel modo in cui egli reputa opportuno per quella determinata
situazione. Lo stretto legame che sussiste tra narrazione e Sé ha massima espressione proprio nel
resoconto autobiografico, prodotto del pensiero narrativo, che rappresenta uno strumento attraverso
il quale attribuiamo un senso alla nostra storia e a noi stessi per presentarci e inserirci nei canoni del
sistema simbolico culturale a cui apparteniamo. Durante tale attività avviene una continua
modificazione e ricostruzione della nostra identità accanto a una costruzione della realtà circostante.
Si dà pazio, quindi, a un ‘interiorità attiva che agisce e costruisce il proprio mondo attraverso
un continuo sforzo interpretativo che permette una negoziazione intersoggettiva dei significati
attribuiti a eventi e comportamenti (Bruner, 1984). La mente narrativa, dietro la quale si cela un
determinato Sé in continua evoluzione, porta a raccontare. e in ultima analisi a significare, tutto ciò
che assume carattere di eccezionalità, in altre parole tutto ciò che non è canonico, conosciuto e
condiviso.
Le tesi e le indagini di Bruner non si rivolgono dunque alla soggettività in quanto tale, ma a
una interiorità sociale, a un Sé sociale, al mondo interiore che si struttura e, nel contempo, dà forma
al mondo esteriore creando una circolarità dinamica tra individuo e cultura. In particolare. Bruner
sostiene che la realtà di cui gli individui raccontano, scambiandosi e negoziando significati, sono
delle realtà sociali e sia la mente sia il Sé sono parte del mondo sociale in cui si vive.
I Sé non sono dei nuclei di coscienza isolati, racchiusi nella mente, ma sono distribuiti in
senso interpersonale e non possono avere origine come reazione istantanea al presente perché
assumono significato alla luce delle circostanze storiche che danno forma alla cultura di cui essi
fanno parte e di cui sono espressione (Bruner, 1998b).
© 2014 Dipartimento Storia Società Studi sull’Uomo – Università del Salento
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Per rimarcare la rilevanza della cultura nella formazione dell'identità, Bruner stesso afferma
che gli esseri umani sono quello che sono non solo in virtù dell’eredità genetica, ma grazie al fatto
di partecipare a una cultura «che li munisce di basi per il significato. […] e, nonostante tutte le
culture abbiano modi diversi di aiutare i loro membri verso la realizzazione del significato, esse
hanno comunque una caratteristica comune e universale indiscutibile: rispettano sempre la centralità
del Sé nell’impresa di costruzione di significati”. (1995b).
Il concetto di Sé sociale esprime io stretto legame fra l’individuo e il contesto in cui è inserito.
Noi sperimentiamo il mondo perché lo comprendiamo in certi modi, non viceversa. Il significato
non viene dopo il fatto, poiché l’esperienza è già una interpretazione e noi agiamo in funzione delle
nostre interpretazioni o spiegazioni. Queste non sono private, rinchiuse in una singola mente, ma
vengono costituite attraverso uno scambio intersoggettivo con gli altri, a sua volta basato sulla
condizione che noi condividiamo un mondo comune. Tale processo di co-costruzione di significati è
la base di ciò che chiamiamo cultura.
Quando costruiamo un significato, dice Bruner. “leggiamo” la mente di un altro o
classifichiamo ciò che incontriamo secondo aspettative convenzionali e norme culturali. Queste
“letture” (o interpretazioni) costituiscono la comprensione di credenze, desideri, intenzioni proprie e
altrui.
Facendo di tutto questo il proprio oggetto di ricerca, Bruner è interessato a capire come le
persone costruiscano il senso del mondo in contesti culturali differenti e come la formazione dei
significato sia profondamente legata alla natura dei nostri Sé. La costruzione del significato implica
il situare espressioni, eventi e atti in forme strutturate. collegandoli, in tal modo, a ciò che già
conosciamo.
© 2014 Dipartimento Storia Società Studi sull’Uomo – Università del Salento
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