09 12 14 Il Messaggero Renzi ora pulizia non lasceremo la Capitale
by user
Comments
Transcript
09 12 14 Il Messaggero Renzi ora pulizia non lasceremo la Capitale
4 Primo Piano Martedì 9 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Renzi: ora pulizia non lasceremo la Capitale in mano ai ladri `Il premier: prendere tangenti è la cosa peggiore per un politico Marino: avanti con il repulisti. Alfano: «Scioglimento? Valuteremo» IL CASO «All’amatriciana» ROMA «Non sappiamo se quello che emerge dipinge dei tangentari all’amatriciana o dei mafiosi, lo dirà la magistratura ma noi non lasceremo la capitale in mano ai ladri». Intervenendo alla convention romana dei giovani dem, Matteo Renzi non si pronuncia sulla questione se lo scandalo capitolino debba essere affrontato in base all’articolo 416-bis del codice penale, cioè dell’associazione di tipo mafioso, ma su una cosa non lascia dubbi: la prima urgenza è quella di «far pulizia, perché Roma è troppo grande e bella per lasciarla a quella gentaccia là. Prendere una tangente è la cosa peggiore che un politico possa fare e con noi quelli hanno chiuso». E’ quanto dice il premier-segretario davanti a una platea di giovani che, spera, possa esprimere la nuova classe dirigente di un partito che mostra di averne un disperato bisogno. E aggiunge: «Non mi basta lo sdegno delle Amatrice protesta: basta insultarci «Leggo basito le dichiarazioni che il presidente del Consiglio ha rilasciato all'assemblea dei Giovani Dem: ”Non sappiamo se quello che emerge dipinge dei tangentari all'amatriciana o dei mafiosi, lo dirà la magistratura ma noi non lasceremo la capitale in mano ai ladri”. Nel 2011 il Comune di Amatrice diffidò tutti i direttori dei quotidiani nazionali ad utilizzare il termine ”all'amatriciana” come aggettivo sostantivato, aggiunto ad altri termini, così da risultare carico di un significato negativo e disdicevole per la Città di Amatrice e per gli amatriciani, suoi abitanti». Così, in una nota, il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi. prime 48 ore, bisogna fare rapidamente i processi, chi è colpevole paghi fino all’ultimo centesimo e all’ultimo giorno perché non è possibile che in Italia non paghi nessuno». Bagno di folla, anche se diversa, ieri anche per Ignazio Marino, che nel corso della cerimonia dell’Immacolata a piazza di Spagna ha ricevuto - assieme al presidente della Regione Nicola Zingaretti - il plauso di numerosi cittadini con l’incitamento a «non mollare» e a «fare pulizia». Oltre a - ha tenuto a comunicare lo stesso sindaco «l’incoraggiamento» di Papa Francesco, che gli assicurato che «pregherà per Roma». Cosa che potrebbe non essere priva di rilevanza vista l’impegnativa settimana che attende Marino risoluto ad «continuare a far pulizia» e, nello stesso tempo a «fare un po’ di differenziata per separare i buoni dai cattivi, e non buttare tutto». Di qui la continuazione del dialogo tra sindaco e prefetto - un nuovo incontro con Pecoraro è previsto per oggi - e Matteo Renzi alla Leopolda posa per i selfie dei giovani Pd conseguentemente con il ministro dell’Interno Alfano. Quest’ultimo, sull’ipotesi di scioglimento del Comune, si mostra cauto: «Ho parlato con il prefetto Pecoraro che ha studiato le carte. Valuteremo il da farsi». Per il titolare del Viminale sembra valere sempre l’opportunità, espressa anche in un’intervista a questo giornale, di «muoversi con i piedi di piombo» per le peculiari caratteristiche della Capitale e per l’emergere - ha aggiunto ieri di «un quadro che investe anche amministrazioni pregresse: quella di Alemanno e anche la preceden- te». Nell’agenda di Marino dei prossimi giorni la formazione della nuova giunta in cui dovrebbe figurare un garante della legalità e della trasparenza, cosa consigliatagli anche dal leader della minoranza del Pd Gianni Cuperlo. Solidale col sindaco il governatore Zingaretti, contrarissimo allo scioglimento del Comune «anche perché questo era l’obiettivo di chi si organizzava contro l’arrivo di Marino in Campidoglio, visto come garante della legalità e della pulizia. Legalità e pulizia che noi - dice Zingaretti - non tradiremo mai». Per tutt’altra soluzione si dichiarano invece le opposizioni, dal grillino Di Battista al forzista Giovanni Toti: «Un’altra giornata di chiacchiere - afferma il consigliere politico di Berlusconi - i partiti si prendano le loro responsabilità. A Roma si vada subito al voto». Non diversamente la pensa Mariarosaria Rossi, tesoriere di FI: «Non c’è altra soluzione che lo scioglimento del Consiglio comunale. Il lavoro di Marino è stato fallimentare e con conseguenze devastanti». Mario Stanganelli © RIPRODUZIONE RISERVATA E su Quirinale e preferenze Matteo chiude alle correnti IL RETROSCENA ROMA Evoca la bella politica. Resuscita più volte il 40,8% ottenuto alle elezioni europee. Rivendica di aver rimandato Beppe Grillo a fare il comico in tour. Blinda Ignazio Marino dandogli carta bianca e chiedendogli di chiudere in fretta il varo della nuova giunta. L’inchiesta ”Mafia Capitale” si abbatte sulla narrazione renziana. Uno stillicidio di verbali e indagati che non scuote più di tanto il Pd renziano e il governo, ma getta fango sulla politica e su quel nuovo corso che il Rottamatore ha promesso di avviare non solo da palazzo Chigi ma anche da via del Nazareno. Rifondare il partito diventa quindi un’urgenza e l’azione affidata a Matteo Orfini, neo-commissario del Pd romano, si intreccia con ciò che il Parlamento è chiamato a discutere a breve. IRREDIMIBILE Renzi lo ha spiegato ieri pomeriggio parlando ad una platea di Giovani Democratici che si scopre renziana pur non avendolo mai amato, e tantomeno votato, e che fino a ieri l’altro era divisa in correnti e gruppetti al pari dei capi-bastone nazionali. La legge elettorale e le riforme costituzionali sono sempre state per Renzi il grimaldello per ridare centralità alla politica dopo la non esaltante esperienza dei tecnici. Il malaffare emerso in questi giorni rischia però di indebolire il tentativo offrendo al resto dell’Italia e all’estero l’immagine di un Paese irredimibile. I segnali non mancano. Ultimo quello della Merkel che non ha perso tempo per bacchettare l’Italia. Tutto ciò rischia di vanificare gli sforzi fatti dal premier in questi mesi nei quali ha provato a convincere non solo Bruxelles, ma anche gli investitori stranieri a tornare a scommettere sull’Italia. Dopo ”Mafia Capitale” il partito delle preferenze è molto più debole. Così come alcuni possibili candidati al Quirinale, Walter Veltroni in testa, debbono fare i conti con ex collaboratori ”infedeli”, mentre tutti i big del partito - che a Roma e nel Lazio vantano quote non indifferenti, da D’Alema a Fioroni passando per Gasbarra e Marroni - si limitano a timide considerazioni. Ciò offre una prateria al presidente del Consiglio che punta a fare di Roma il luogo dove sperimentare forme di partecipazione diverse azzerando i ras loca- LO TSUNAMI CAPITOLINO OFFRE UNA PRATERIA AL CAPO DELL’ESECUTIVO «NON ANNETTO NESSUNO ADESSO PERÒ SI CAMBIA» Ignazio Marino li. L’incarico ad Orfini, che è anche presidente del partito, diventa il modo per offrire ad una nuova generazione. libera da meccanismi correntizi, l’occasione per prendersi il partito senza essere accusato di volersi annettere anche il Pd romano. «Tranquilli, ai congressi continueremo a stare divisi», rassicurava ieri Renzi appena sceso dal palco e dopo aver citato più volte l’esponente dei ”giovani turchi” e ora commissario romano. CONTAGOCCE «Ottimo rivedere il tesseramento e i circoli - sostiene Roberto Morassut deputato romano con lunga esperienza amministrativa - ma occorre mettere mano anche all’assemblea cittadina per liberarla dalle correnti e dalle consorterie». Il presidente del Consiglio, che in occasione delle primarie perse, ha avuto modo di conoscere i meccanismi di controllo dei voti attuato attraverso i circoli, si attende da Orfini delle proposte, su tesseramento e circoli, da discutere nel partito e tali da essere adottate ovunque. Lo stillicidio di rivelazioni, la possibilità che gli indagati allarghino il quadro delle responsabilità, costringe il premier alla cautela lasciando a Marino il compito di mettere insieme una giunta di «discontinuità» rispetto al passato. Il denaro stanziato per le periferie delle grandi città, e rivendicato ieri pomeriggio da Renzi, permetterà ad Orfini di presentarsi domani sera al Laurentino38 con qualcosa di concreto e «chi se ne frega se uno è renziano, civatiano o cuperliano. Usiamo il partito per affrontare questioni grandi e vere». Marco Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA 5 Primo Piano Martedì 9 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it L’eclissi della nomenklatura democrat In platea ci si chiede: mo’ a chi tocca? Il leader dai giovani del Pd. Dopo la tempesta `In maglione rosso, il segretario critica il suo stesso giudiziaria, dei dirigenti romani non c’è traccia vecchio partito: adesso meno poltrone e più passione ` IL REPORTAGE Le cifre VERSAMENTI ILLEGALI FRANCO PANZIRONI Ad di Ama CLAUDIO TURELLA Resp. Verde pubblico MIRKO CORATTI Presidente Assemblea capitolina MARCO PLACIDI Dirigente Comune Sant’Oreste SERGIO MENICHELLI Sindaco Sant’Oreste FRANCESCO A. CAPUTO Consulente Comune Sant’Oreste CARLO PUCCI Direttore Commerciale Eur spa ANGELO SCOZZAFAVA Ex dir. Dipartimento Servizi Sociali Comune di Roma FRANCO FIGURELLI Capo segreteria di Mirko Coratti TOMMASO LUZZI Presidente Astral 120 mila +40 mila +40 mila +un orologio 40 mila +30 mila 150 mila 15 mila +5 mila 30 mila 10 mila 5 mila mensili Appartamento da 130 mila +un orologio 10 mila +1.000 mensili Assunzione di 4 persone +cena elettorale EMANUELA SALVATORI Promessa di Responsabile Piano un’assunzione nomadi DINA PAONE Un’assunzione Collaboratrice Assessorato alla Casa EUGENIO PATANÈ 10 mila Consigliere regionale VERSAMENTI LEGALI Fondazione Cinema per Roma Comitato Bonino Fondazione Nuova Italia Campagna elettorale sindaco Alemanno Mirko Coratti (contributo elettorale) Campagna elettorale Daniele Ozzimo Campagna elettorale Luigi Nieri Luca Giansanti (Lista Civica Per Marino sindaco) Contributo elettorale per Ignazio Marino Campagna elettorale Francesco D’Ausilio Valori in euro 24 mila 10 mila 63.500 15 mila 5 mila 10 mila +10 mila 5 mila 10 mila 20 mila 1.000 ROMA In altri tempi per un’occasione come questa - il segretario del partito che partecipa a una importante manifestazione del Pd a Roma, sia pure dell’organizzazione giovanile - si sarebbe mossa l’intera nomenklatura democrat della Capitale. Sarebbero accorsi i notabili, i capibastone o i più votati come Micaela Campana. Avrebbero voluto far risaltare la propria presenza in prima fila, spellandosi le mani sotto il naso del leader, i parlamentari indigeni e gli assessori e i consiglieri cittadini e regionali. Bastava perfino una kermesse così, dei Giovani Democratici che sono l’opposto della vecchia politica, per attirare burocrati e brontosauri davanti al segretario, magari arrivando in autoblù. E invece, ieri, all’evento con Renzi nel luogo più romano di Roma - al Monte Testaccio, nell’ex mattatoio - la sinistra locale di sempre, quella che adesso è sotto botta nell’inchiesta Mafia Capitale, ha messo in scena la propria liquefazione marcando visita, non essendoci, sparendo, inabissando se stessa - altro che passerelle e prime file - nella paura di essere vista. E’ come se quelle sedie vuote da nomenklatura evaporata emanassero un messaggio da parte del dirigente o del notabile che non vi ha appoggiato le proprie terga: «Non è che, se mi vede Renzi, si ricorda delle nostre malefatte?». Ovvero: meglio non esserci. E quel vuoto è un vuoto che Renzi dal palco guarda con soddisfazione: ora il partito, almeno qui, è lui. Gli altri si sono rottamati da soli. CARRIERE Il segretario, contro il vecchio Pd, cerca in questa sala l’altro Pd. Quello dei giovani, dei non compromessi, degli «appassionati veri» e non di quelli mossi da convenienza, carrierismo, interessi particolari e inconfessabili (almeno prima che arrivasse Pignatone). «La vostra aspirazione - dice Renzi a questi ragazzi non deve essere quelle di fare l’assessore o il consigliere. Queste cose portano tristezza». Dovrebbe essere invece, lo scopo del loro impegno, quello di dimostrare che questo Pd non è il Pd del sistema fascio-comunista. Renzi ha cercato così di sferrare un contropiede comunicativo, partecipando a questa kermesse - in prima fila soltanto Matteo Orfini, il prescelto Rottamatore del vecchio sistema dei clan democrat e il capo dei Giovani Turchi, il senatore Francesco Verducci - e presentandosi indossando un maglione rosso. Rosso come il colore della «passione». Come il colore della sinistra. Come il colore del maglione di Maurizio Landini, ovvero di colui che ha preso in pugno la bandiera dell’«onestà» - anche sventolandola contro il premier nella famosa gaffe: «Le persone oneste non stanno con Renzi» - ma ora Matteo vuole togliergliela di mano anche rubandogli il maglione. E scherza sull’indumento rosso: «A stare accanto a Orfini, mi succedono cose drammatiche!». No, non è diventato comunista Matteo e nemmeno giustizialista («Un selfie non equivale a una condanna», è la sua battuta a proposito della foto del ministro Poletti in cattive compagnie) e nemmeno garantista un tanto al chilo: «Il sindaco veneziano Orsoni, che ha patteggiato per la vicenda del Mose, lo abbiamo mandato via dal Pd». Gli interes- sa soltanto, per il momento, gridare che «siamo un partito pulito!». Anche se in sala qualche ragazzo si diverte, amaramente, a fare il toto-arrestati: «Mo’ chi sarà il prossimo?». Di sicuro, questi ragazzi sono irriducibili rispetto al format del partito degli affari. E sembrano distanti anche dagli esponenti tradizionali della sinistra romana, non per forza anziani, come il deputato Umberto Marroni che al Mattatoio non c’è ma evidentemente NEL PARTERRE IL GIOCO AMARO DEL TOTO-MANETTE: CHI SARÀ IL PROSSIMO ARRESTATO? Il premier prende in giro Salvini: se io sono Fonzie lui può fare Yoghi... A ognuno il suo modello. «Non possiamo avere paura di Matteo Salvini. Ma non perchè Salvini fa paura, e mi riferisco alle idee politiche e non alle copertine. Io ho fatto Fonzie, lui può fare l'orso Yoghi». Il parallelo ironico è del premier Matteo Renzi, intervenendo ieri èpomeriggio alla convention Factory 365, organizzata dai giovani democratici all'ex mattatoio di Testaccio. A ognuno il suo modello, appunto. E del resto che c’è di più padano di un orso bruno? Il Fonzie di Happy Days L’orso Yoghi sta seguendo da casa il discorso del premier e twitta il suo plauso: «Bene matteorenzi su #periferie, no demagogia destra ma piano interventi». Qualcuno in platea si chiede: «Come mai non c’è il sindaco Marino insieme a Renzi. Non è che il segretario lo sta scaricando?». E’ anche il dubbio che avanza sulle agenzie di stampa il vice-presidente dei senatori di Forza Italia, Francesco Giro, ma Marino sta su un altro palco insieme al Papa e non sembra aver perduto il sostegno di Renzi. Il quale riscuote più volte gli applausi dei ragazzi. E il più forte è quando egli cita Giorgio Ambrosoli, «l’eroe borghese» come lo definì Corrado Stajano. Che non era uno della Ditta e nemmeno delle Coop. L’opposto di Buzzi. Mario Ajello © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Martedì 9 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Alemanno, i pm: soldi in Argentina non c’è riscontro L’indagine prosegue L’ex sindaco: «Collaboratori infedeli, misi in guardia i miei su Carminati». Il suo nome compare in nuove intercettazioni ` L’INCHIESTA ROMA Le intercettazioni di Luca Odevaine, nelle quali l’ex capo della polizia provinciale di Roma parla di almeno quattro viaggi in Argentina di Alemanno con valige piene di contanti, sono agli atti. Al momento, però, la procura ha accertato un solo viaggio compiuto dall’ex sindaco in Argenti- na, senza alcun riscontro di trasferimento di soldi. Le indagini sono in corso. Millanterie, secondo l'ex sindaco, «balle». Alemanno ieri ha ricostruito una storia diversa: «In Argentina negli ultimi 20 anni ci sono stato una sola volta, in vacanza con la mia famiglia e alcuni amici. L'idea che mio figlio, allora minorenne, e io ci recassimo dall’altra parte del mondo per portare soldi, non soltanto può apparire folle a qualsiasi giudizio equilibrato, ma è facilmente riscontrabile attraverso i nostri passaporti. Infatti gli inquirenti, dopo le opportune verifiche, avevano scartato questa pista. Non soltanto non ho mai portato un euro fuori dalle frontiere ma ho dovuto, come più volte spiegato, vendere una casa e accendere un mutuo per pagare i debiti della mia campagna elettorale». Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma BRACCIO DESTRO DI VELTRONI Alemanno, indagato per associazione mafiosa, considera Odevaine, ora in carcere, parte ostile: «Era il braccio destro di Veltroni e l'ho allontanato dall’amministrazione. Non ha mai avuto a che fare con me». L'ex sindaco spiega di non aver mai conosciuto Massimo Carminati, ma anche di aver provato a mettere in sicurezza la sua amministrazione: «Carmina- ti è più Banda della Magliana che politica e io non l'ho mai conosciuto. Che era ancora in circolazione l'ho letto sull’Espresso, un anno e mezzo fa, e ho messo in guardia i miei collaboratori. Mi hanno giurato che non avevano a che fare con lui». Discorso diverso, invece, per l'uomo delle cooperative Salvatore Buzzi: «Tutti avevano rapporti con lui, era una persona al di sopra di ogni sospetto, capofila delle cooperative sociali. Aveva i titoli per parlare con le istituzioni. Anche altre giunte erano in contatto con lui, semmai noi lo avevamo ridimensionato». mionetto.com ALTRE INTERCETTAZIONI Questo non è solo un Prosecco. È Mionetto. Dal 1887 Mionetto scrive una storia di passione per le bollicine, con uno stile unico per un piacere inimitabile. Un’originale personalità pienamente espressa nel Prosecco Doc MO Collection, spumante dagli aromi seducenti e dai sapori di miele, mela golden e pesca bianca. Lasciati coinvolgere da Mionetto in un mondo di intense emozioni. Distinguere la posizione di Carminati da quella di Buzzi sarà senz’altro una mossa strategica della difesa di coloro che, nel mondo delle istituzioni, sono venuti in contatto con quello che gli inquirenti considerano il responsabile economico del Cecato. Era Buzzi, infatti, ad agire in nome e per conto di Carminati. Alemanno lo sapeva? Da questo dipende la rilevanza probatoria delle intercettazioni agli atti dell’inchiesta. In una del dieci maggio scorso, ad esempio, Buzzi parla con Alemanno delle europee. «Devo fare delle telefonate? devo fare qualcosa?», chiede l’ex sindaco. Buzzi lo rassicura: «no, no, no, tranquillo. Ora manderemo a Milardi l’elenco di persone, «nostri amici del sud, che stanno al sud, che ti possono dare una mano co’...parecchi voti». Alla moglie, Alessandra Garrone, Buzzi spiegherà di aver fornito ad Alemanno i nomi di alcuni pregiudicati delle cooperative 29 giugno: «come dai una mano ad Alemanno? Dandogli i nomi di 7-8 mafiosi che c’avemo in cooperativa e gli danno una mano...». E in un’altra intercettazione del 10 gennaio 2013, Fabrizio Franco Testa dice a Carminati: «sto andando dal piccolo grande capo, quello piccolo di statura.. che prima di domani mi vuole incontrare...». I carabinieri del Ros annotano: il «piccolo grande capo» sarebbe Alemanno. «Non si può pensare che un sindaco conosca tutto dei suoi collaboratori, esistono anche i collaboratori infedeli. Lo stesso problema ha avuto Veltroni con Odevaine, o Marino con il dirigente della direzione Trasparenza Italo Politano. Vediamo come andrà l'inchiesta. Se le accuse risultassero vere - dice Alemanno - vorrà dire che sono stato tradito anche io. Un fatto gravissimo, ma almeno circoscritto a un solo comparto dell’amministrazione, quello delle cooperative sociali, lasciando fuori i grandi appalti dell’urbanistica e dei lavori pubblici». Silvia Barocci Sonia Oranges I personaggi Carminati Ex terrorista di destra (ha perso un occhio in una sparatoria con la Digos) è il mediatore di tutti gli interessi intrecciati attorno agli appalti e il regista principale del sistema corruttivo romano Buzzi Fra i primi detenuti italiani ad essersi laureato in carcere, Salvatore Buzzi era il motore della Coop 29 giugno, di sinistra, specializzata in servizi sociali. Si era alleato con Carminati. Gramazio Luca, figlio di Domenico storico esponente della destra romana. Sarebbe coinvolto in dazioni di danaro e in possibili brogli elettorali. Si è dimesso da capogruppo di FI alla Regione. Mancini Tesoriere di Alemanno, nominato dall’ex sindaco presidente dell’Ente Eur. In gioventù membro di Avanguardia Nazionale. Arrestato nel 2011 per tangenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA AL TELEFONO CON BUZZI ALEMANNO PARLA DELLE EUROPEE: «DEVO FARE QUALCOSA?» LA REPLICA: TRANQUILLO CI PENSIAMO NOI... Panzironi Segretario della Fondazione di Alemanno che lo nomina alla guida dell’Ama. Prima dell’arresto era indagato per assunzioni irregolari. 7 Primo Piano Martedì 9 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Così la cupola tesseva la sua rete tra Viminale, Finanza e Vicariato Odevaine tra rivendicazioni e millanterie `C’era un preciso tariffario: da 1.240 euro parla di canali diretti con le istituzioni al mese per 80 immigrati fino a 5mila ` dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone, se ci fossero «novità dal Vicariato», a proposito di un intervento sollecitato «in favore di un società del gruppo Pulcini»(considerato strettamente collegato alla galassia di Massimo Carminati, anche se i nomi dei vertici non sono al momento confermati nel registro degli indagati). I COLLEGAMENTI La mappa degli incontri via C ass ia OLGIATA Bar del centro sportivo via Flaminia via Cassia VIGNA STELLUTI Bar Euclide Distributore Corso Francia via n Trio via No m CITTÀ DEL VATICANO Stazione Termini via C lom a via Casilina via C. C o bo via Pontin a C. C olo m Por asilin a PARIOLI Celestina EUR Palombini via via e in iburt via T stina ia Prenest bo ia rel Au via FREGENE Miraggio Club ns tue ana ent f al e PONTE MILVIO Coco Loco e Bar Oakos A24 tina via Lauren CASTEL FUSANO-OSTIA Chiosco Alibrandi Lago di Albano Lago di Nemi ROMA «Questo è il pro capite pro die che mi darebbero a me, quindi 80 persone 1240 euro al mese, 100 1500, a 400 sono 18.600, perché più cresce il numero più aumenta il loro utile». Nel gestire la spartizione di appalti e incarichi legati all’emergenza immigrazione, l’ex capo della polizia provinciale di Roma ed ex capo di gabinetto del sindaco Veltroni, Luca Odevaine, aveva messo su una vera e propria contabilità parallela: a tot numero di immigrati, dice ad un suo collaboratore della Fondazione Integra/ azione (utile soprattutto ad emettere fatture che coprano i soldi in entrata), corrisponde una dazione crescente. Per l’amico Buzzi, il totale era rapidamente arrivato a 200mila euro per soli quattro mesi ma, «al limite, se non c’avete liquidità non è che me li dovete dà subito sti soldi». L’importante era che le cooperative di Buzzi e dunque i vertici di Mafia Capitale ricordassero che Odevaine, ora in carcere per corruzione aggravata, aveva avuto un ruolo fondamentale: «Lo Sprar stava a 25 posti a Roma massimo ok? Io la trattativa l’ho fatta con il ministero e oggi a Roma si è arrivati a 2500 posti, dico voi ve ne siete presi, guarda un po’, 700... dico, ”cioè qualcosa me volete riconoscere su quella trattativa?”». LA GDF Luca Odevaine Un contatto, il «ministro dell’economia» dell’organizzazione, Buzzi, sostiene di averlo persino con la Guardia di finanza. Quando la sua ”29 giugno” subisce una verifica fiscale, Buzzi riferisce a Carminati di aver chiesto aiuto a «terze perso- IL VICARIATO L’11 settembre 2013, Odevaine chiede a Tiziano Zuccolo, camerlengo Carabinieri in Campidoglio E nel giro di Mokbel rispunta anche Dell’Utri L’INCONTRO VIII Municipio ROMA Aveva negato di aver mai frequentato i fratelli Dell’Utri. La scorsa primavera, quando sui giornali finirono le intercettazioni captate nel ristorante Assunta Madre, Gennaro Mokbel puntò a negare ogni coinvolgimento con l’allontanamento dell’ex senatore di Forza Italia verso il Libano subito prima della sentenza definitiva nei suoi confronti. Ora però il Ros spiega: «Sono stati documentati una serie di recenti incontri tra i coniugi Mokbel e Alberto Dell’Utri, avvenuti in sei circostanze ravvicinate nel tempo, presso l’esercizio commerciale Osteria da Claudio - si legge in un’informativa - in occasione dell’incontro del 21 gennaio 2014, è stata do- Non è Foglio l’uomo con cui parla Gramazio ROMA In un articolo comparso ieri è stato scritto che Luca Gramazio parlava al telefono con Simone Foglio. In realtà nell’intercettazione del 2 febbraio scorso - acquisita negli atti dell’inchiesta Gramazio, in attesa della risposta di Foglio, discuteva con una terza persona. Quando Simone ha risposto, il capogruppo del Pdl in Regione ha continuato a parlare con il personaggio di cui gli investigatori non riportano l’identità. cumentata anche la presenza di Marcello Dell’Utri». A marzo, l’ex senatore spiccherà il volo diretto in Libano. «SALUTA L’AMICO» I contatti sono persino risalenti nel tempo. Le informative del Ros richiamano una conversazione in cui Mokbel, nel 2008, parla di Alberto Dell’Utri col suo socio in affari Aurelio Gionta. «Ho ricevuto Marcello Dell’Utri I ROS DEI CARABINIERI DOCUMENTANO UNA SERIE DI INCONTRI E IPOTIZZANO UNA COLLABORAZIONE SULLA FUGA DELL’EX SENATORE una chiamata da Alberto» dice Gionta e Mokbel replica: «Chi?» Gionta risponde: «Dell’Utri, io l’ho lasciato in stand by» e Mokbel: «Gentaglia».. Gionta risponde: «No, eravamo rimasti d’accordo che ci... io sono ancora... ”va bene, saluta il nostro amico”». Conclude il Ros: è interessante notare come Mokbel e signora, proprio nei giorni immediatamente precedenti alla fuga del senatore, si siano connessi a internet per contattare i siti relativi allo stato africano della Guinea e dell’Arcipelago delle isole Bijagos, «luoghi indicati da fonti aperte potenzialmente utilizzati da Marcello Dell’Utri per rendersi irreperibile e riconducibili all’amicizia dei fratelli Dell’Utri con Gennaro Mokbel». Sa. Men. © RIPRODUZIONE RISERVATA ne, affinché, tramite il ”generale Spaziante” acquisissero informazioni circa le motivazioni sottese». Il riferimento è ad Emilio Spaziante, in pensione ed emerso da un processo per corruzione con un patteggiamento a quattro anni. IL VIMINALE A muoversi nelle alte sfere, specie al Viminale ma non solo, non è solo l’ex componente del Tavolo nazionale per i rifugiati. Salvatore Buzzi, leader delle cooperative controllate dall’organizzazione, sostiene di avere un contatto diretto col viceministro Filippo Bubbico, che rivendica anche con Carminati. Non è chiaro se il canale diretto esista davvero, però tra gli amici del gruppo, in molti sembrano crederlo. L’ex assessore della giunta Zingaretti, Paola Varvazzo, chiede a Buzzi di poterlo accompagnare all’incontro «allo scopo di chiedere a Bubbico un cambio di incarico». Buzzi «la tranquillizzava dicendole che si sarebbe fatto portatore di tale richiesta», anche se l’incontro col vice ministro non è mai avvenuto. Un tentativo di avvicinamento, sempre per espandersi nel settore della gestione degli immigrati, viene lanciato anche nei confronti del sottosegretario Domenico Manzione. Il tema della discussione è delicato: il Viminale sta pensando di togliere da Lampedusa il centro di identificazione dei migranti in arrivo, e la mafia capitale vuole evitare che vadano a Mineo, dove puntano ad ottenere un mega appalto da 140milioni di euro per gestire il Cara, il centro rifugiati più grande d’Italia, con circa 4mila ospiti. Anche in questo caso, non è facile capire quali siano le millanterie e quali i veri contatti. Odevaine, sempre pronto a battere cassa, dice a Buzzi di aver trovato il canale giusto: «Secondo me se tu glielo fai dire da Giuseppe (Castiglione, sottosegretario all’Agricoltura ndr) meglio ancora, io ho parlato con Veltroni ieri, ho detto ”Walter, parlaci pure te che questo Manzione è persona molto vicina a Renzi”. Invece a Manzione lo sto, glielo sto facendo dire anche da Veltroni». Sara Menafra © RIPRODUZIONE RISERVATA L’EX CAPO DI GABINETTO PER SBLOCCARE UNA TRATTATIVA NON ESITA A CHIAMARE UN ALTO PRELATO: NOVITÀ DA S. GIOVANNI? 8 Primo Piano Martedì 9 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it La banda si spaventa l’inchiesta su Expo fa saltare gli accordi La rete degli appalti tra Lazio e Lombardia. Nel giro dei soci potenziali di Odevaine anche la coop in prima linea a Milano ` GLI INTRECCI ROMA È il filo rosso che lega gli appalti milionari del Nord al malleabile Mondo di mezzo. Una saldatura nella quale l’Expo non è semplicemente un progetto da 55 milioni di euro (solo per le fondamenta), ma anche un grande esempio. Soprattutto per chi si muove nel multiforme mondo dei subappalti come Luca Odevaine, membro del tavolo nazionale per i rifugiati. Che dopo il terremoto degli arresti per gli appalti dell’esposizione universale si accorge che la musica è diversa: le presunte ”stecche” cambiano tragitto e anziché arrivare attraverso sovrafatturazioni con le sue società sudamericane, gli vengono consegnate in contanti. Il timore di chi paga è che possa accadere ciò che è avvenuto con l’Expo: «Frigerio si è preso i soldi e il contratto l’hanno dato a un altro». «COME LI GIUSTIFICHIAMO?» Da Expo a Mafia Capitale il tragitto è breve, come dimostrano i mutati accordi che intercorrono tra Odevaine e Salvatore Menolascina, consigliere della cooperativa di lavoro La Cascina che si occupa della gestione del centro immigrati di Mineo. La «consi- stenza economica» rimane la stessa, ma viene preteso «un modo diverso per garantire la dazione». In una telefonata del 15 maggio scorso Odevaine si sfoga con un suo dipendente: «Una sconfitta su tutta la linea... cioè nel senso che loro adesso con questa cosa dell’Expo stanno...». In sostanza «li hanno mazzolati, non gli hanno dato il contratto, l’hanno dato a un altro perché Frigerio», l’ex storico Dc Gianstefano, esponente della cupola degli appalti, «si è preso i soldi da questi e il contratto l’hanno dato a un altro». La Cascina, stando a quanto dice lo stesso Odevaine, gli deve versare tra gli 80 e i 100 mila euro e il pagamento avverrà in contanti, non più con un giro di fat- CON QUESTA COSA DELL’EXPO LI HANNO MAZZOLATI. FRIGERIO SI È PRESO I SOLDI E IL LAVORO LO HANNO DATO A UN ALTRO ture all’estero. Il collaboratore capisce al volo: «Sarà un bordello». Come sintetizza Odevaine: «Perché come ca..o se giustifichiamo? Un ca..o facciamo. Gli ho chiesto: ”Dico, non me puoi pagà almeno una fattura direttamente?”. Ha detto ”no, no”». MANUTENCOOP Tra l’altro, nel giro dei potenziali soci che Odevaine contatta per un imponente progetto nel settore della sanità, c’è proprio un colosso delle costruzione uscito ammaccato dall’inchiesta Expo. È Manutencoop, cooperativa rossa da un milione di fatturato, il cui presidente Claudio Levorato è finito in cella per turbativa d’asta. Il piano è ambizioso e prevede la creazione di una «global service» sulle strutture sanitarie del Lazio, «na roba gossa, stiamo parlando di una roba che vale un miliardo e 300/400 milioni, divisa in otto lotti» e l’obiettivo di Odevaine è coinvolgere Manutencoop «perché sanno che c’ho delle relazioni, sanno che lavoravo con Zingaretti». La mediazione della gara è nelle mani di Maurizio Venafro, al quale l’esponente del tavolo per i rifugiati conta di arrivare con la mediazione di Goffredo Bettini, oggi eurodeputato del Pd: «La chiave è Goffredo, io con Goffredo MILANO I lavori per l’Expo 2015, in emergenza per gli scandali e i ritardi I numeri 100mila Gli euro in contanti che Odevaine si aspetta dalla Cascina, al posto del giro di fatture 1.400 I milioni che varrebbe la “global service” in 8 lotti sulle strutture sanitarie del Lazio non ho problemi a parlarci». Odevaine incontra Fabio Bellomo della Manutencoop e gli propone di lanciarsi nell’avventura con un terzo partner, che «più che un nome è un sistema... Comunione e liberazione, quindi Compagnia delle opere». Bellomo gli fa notare che Manutencoop è una cooperativa rossa. «Certo! - è la replica - non è male se si mettono insieme soggetti diversi». Un sistema a maglie larghe che, nell’ottica di Odevaine, mette d’accordo tutti. «C’è un interesse da parte del Pd a tenere un rapporto con Cl, perché stanno lavorando insieme no? Alfano, Lupi... loro li sostengono mo’... questo può essere uno strumento anche per sostenere il partito su cui si stanno impegnando fortemente. Nicola deve a loro molto, nel senso che l’hanno sostenuto e ancora non è tornato indietro niente... per questo sono in grado di chiedere». L’OMBRA DEL MOSE E tra i personaggi che ruotano attorno al mondo di Odevaine c’è anche l’imprenditore Erasmo Cinque, che partecipa a un incontro con «Testa, Gramazio e Giovanni Quarzo». La sua Socostramo avrebbe ottenuto una fetta del maxi appalto per la bonifica del porto di Marghera grazie all’intervento dell’ex ministro dell’ambiente Altero Matteoli. Claudia Guasco © RIPRODUZIONE RISERVATA 9 Primo Piano Martedì 9 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it I prestanome del Nero nella holding criminale Prosecco Zonin Insieme a chi ami. Due società a San Marino e Lussemburgo `Il broker De Angelis, detto “il banchiere” per riciclare il tesoro della mafia romana trasferiva i fondi neri nei paradisi fiscali ` L’INCHIESTA ROMA Non erano solo i colletti bianchi a portare i soldi Oltralpe. Il riciclaggio della holding criminale guidata da Massimo Carminati era ad ampio raggio: le società edili, i ristoranti, i palazzi nella capitale, l’operazione immobiliare da sei milioni e mezzo di euro per acquistare un convento sul litorale, ma il ”Nero” e i suoi puntavano anche all’estero. A San Marino e nelle società lussemburghesi. Le operazioni avvengono attraverso imprenditori e manager legati a Marco Iannilli, il commercialista considerato organico all’organizzazione, e Fabrizio Franco Testa, arrestato martedì scorso. Al centro degli accertamenti sono finite la Zenith srl, società di diritto lussemburghese, e la Fides project finance, con sede a San Marino, nella quale risulta avere avuto un ruolo anche Alessandro Febraretti, patron della catena di negozi di elettrodomestici Trony. SAN MARINO Le indagini dei carabinieri del Ros e del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dai pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli, si sono concentrate sulla società di diritto sanmarinese Fidens project Finance sa, dopo una serie di segnalazioni arrivate da Bankitalia su movimentazioni sospette. Ma anche dopo alcune intercettazioni telefoniche. Gli accertamenti riguardano le transazioni finanziarie del commercialista Paolo Luigi Proteo, di Testa e il ruolo del promotore finanziario Filippo De Angelis. E’ il 13 dicembre 2012 quando De Angelis, chiamato da Testa ”il banchiere”, incontra Carminati. E’ al broker che Testa ha affidato la gestione di 250 mila euro e un milione di euro in MILIONI DI EURO INVESTITI ATTRAVERSO BANCHE E FIDUCIARIE LE SEGNALAZIONI DI BANKITALIA ANCHE SUL PATRON DI TRONY L’ARRESTO Massimo Carminati in manette obbligazioni. Per Salvatore Buzzi, re delle coop, è l’uomo che avrebbe potuto fornire sostegno alle cooperative sociali. Le autorità sanmarinesi hanno già confermato alla procura i rapporti ancora esistenti tra la Fidens e De Angelis (che negli anni scorsi ne è anche stato presidente) con la società, senza però chiarire l’attuale natura dei negoziati. Gli investigatori attendono adesso ulteriori informazioni. commercialista Luigi Proteo a Roma». È Testa, intercettato dal Ros che dice a una donna: «Certo, la società è mia, ti danno il mio nome perché io l’ho scudata». Annotano i carabinieri: «La Zenith srl è stata creata per far rientrare i capitali dal Lussemburgo», tutta la documentazione sui soggetti che hanno autorizzato movimentazioni di capitali o che ne hanno beneficiato è già stata acquisita. LUSSEMBURGO IL CONVENTO Le verifiche riguardano anche la “Zenith Rail” «soggetto giuridico lussemburghese, poi trasferita in Italia come “Zenith srl”, che si occupa di locazioni immobiliari e ha sede presso lo studio del E’ il 29 ottobre 2012 quando i carabinieri ascoltano una telefonata tra Massimo Carminati e Daniele Pulcini «Mi hanno detto che si può procedere con voi, in quel modo va bene», dice il ”Ne- ro”. E’ il 10 novembre, a tre giorni da un incontro tra Carminati Buzzi e Pulcini che gli investigatori sentono parlare del progetto santa Marinella. E’ Stefano Massimi, imprenditore legato a Iannilli, a discuterne. «Io c’ho il mio gruppo, poi c’ho Pulcini», dice. L’affare da 6 milioni e 500mila euro riguarda l’acquisto di un convento a Santa Marinella. Ma il giro di soldi per quel business vale almeno il doppio. I militari da tempo intercettano Massimi, la procura ha un lunghissimo report di Bankitalia su di lui. A cominciare da una segnalazione del ’99, quando preleva 435 milioni di vecchie lire per conto della società ”Amc”. Massimi tratta l’affare con fra’ Giorgio. E i pm sollecitano i carabinieri ad acquisire ulteriori elementi «sugli affari e la natura sottostanti i rapporti tra Daniele Pulcini, Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, anche in considerazione delle trattative in atto per l’ingente investimento di 6,5 milioni di euro (operazione complessiva di 13-14 milioni di euro) che sta curando Stefano Massimi unitamente allo stesso Pulcini (entrambi in contatto con Massimo Carminati) per l’acquisizione del convento e annessi terreni nel Comune di Santa Marinella, località Santa Severa». Nel dicembre 2012, gli inquirenti tengono sotto controllo le conversazioni di Massimi, quando sentono che programma un viaggio in Francia. «Insieme a Roberto Di Giorgio si sono recati in Francia e dopo aver pernottato in un albergo di Mentone si sono spostati in territorio monegasco. Le attività investigative hanno consentito di acclarare che gli indagati si recheranno a Nizza, lunedì 17 dicembre, con un treno in partenza da Roma verosimilmente per raggiungere un istituto di credito in fase di individuazione». Valentina Errante © RIPRODUZIONE RISERVATA TRATTATIVA DA 13 MILIONI CON UN RELIGIOSO PER RILEVARE UN CONVENTO A SANTA MARINELLA Tra gli uomini di fiducia di Carminati c’era anche Lausi, custode giudiziario IL PERSONAGGIO ROMA Di perizie da lui firmate su beni sequestrati o confiscati dal Tribunale di Roma se ne contano a decine. Quella sui tre ettari di parco e 1.600 metri quadrati di super lussuosa villa di Luigi Lusi a Genzano è tra le più note. Il commercialista Luigi Lausi è stato anche custode giudiziario di quelle proprietà milionare che l’ex tesoriere della Margherita aveva acquistato prosciugando le casse del partito. Ora a trovarsi nei guai è proprio Lausi, indagato per associazione mafiosa nell’inchiesta Mafia Capitale. I CONTATTI Secondo gli investigatori, il commercialista era al corrente che gli interessi di Carlo Pucci (manager di Ente Eur spa) e di Luigi Buzzi (capo della cooperativa Eriches-29 giugno) «erano direttamente riferibili a Massimo Carminati». Frequenti erano gli incontri con la cupola. Lausi, infatti, era stato consigliere del cda di Eur spa e consulente tecnico del giudice presso il tribunale di Roma, nonché consigliere della ”Treerre recupero riciclaggio riutilizzo spa», società nella quale Emilia Fioriani, ex moglie di Carlo Pucci, è amministratore delegato e Riccardo Mancini (ex IL COMMERCIALISTA ERA UNA GARANZIA PER I PAGAMENTI: DECISIVO IL SUO INTERVENTO NEL DISSIDIO TRA BUZZI E MANCINI ad di Eur spa) era membro e presidente del cda. LO SCONTRO Il dissidio all’interno del gruppo nasce da un credito di oltre due milioni di euro vantato dal consorzio di Buzzi Eriches 29 nei confronti di Eur spa e di Marco Polo spa. La preoccupazione di Buzzi è di non ottenere il denaro da Eur spa di Mancini per far fronte alle spese della cooperativa. In un primo tempo sembra un’impresa disperata, ma dopo vari contatti tra Buzzi, Antonio Lucarelli, capo della segreteria dell’allora sindaco Alemanno, e Pucci, arriva la notizia che è stata reperita la somma di 390mila euro. Carminati è furibondo con Mancini: «’mo o famo strillà come un’aquila sgozzata». E non vuole sentire ragioni: «che sconto? che sconto? non ci stanno Carminati in una intercettazione sconti». A questo punto interviene Lausi e si dà un gran da fare per garantire i soldi. Rassicura: «stai tranquillo, entro il trenta giugno te pago tutto, a rate». Quel trattamento - scrive il Ros nell’informativa - viene ottenuto grazie al fatto che Buzzi è il braccio operativo dell’economia di Carminati. Buzzi, a sua volta, non ha dubbi: «Lausi è mio. Ogni volta che siamo stati pagati» è avvenuto «sempre con Lausi». Una garanzia per Mafia Capitale. Silvia Barocci © RIPRODUZIONE RISERVATA facebook.com/proseccozonin twitter.com/proseccozonin Cronacadi Roma [email protected] www.ilmessaggero.it Martedì 9 Dicembre 2014 14ºC 5ºC Il Sole Sorge 7.25 Tramonta 16.39 La Luna Sorge 19.44 Cala 9.26 Gli uffici della Cronaca sono aperti dalle 11 alle 20, via del Tritone, 152, 00187 Roma T 06/4720224 - 06/4720228 F 06/4720446 Luminarie In via del Corso le nuove luci che celebrano l’Expo 2015 a pag. 36 La festa Risate da vip serata charity per l’associazione Peter Pan Happening Folla di giovani per le lezioni di Baby K bad girl innamorata Mozzetti a pag. 47 Rinaudo a pag. 47 Atac, bus cinesi per evitare il fallimento Mobilità Una pista cinese per il futuro dell’Atac, che si accinge a rinnovare la flotta degli autobus secondo il nuovo piano industriale. L’affare ha già attirato l’attenzione dei grandi gruppi, anche internazionali. L’azienda potrebbe aprire al colosso della produzione di autobus Kinglong (sede nello Xiamen), l’assessore Improta ammette: «Un'azienda cinese sarebbe interessata ad entrare in partnership con Atac, in particolare si è in trattativa per un eventuale leasing dei bus. Si parla di almeno un terzo della flotta attuale». a pag. 37 Il piano per le feste: shopping in navetta e Ztl fino alle 18 Piazza Navona Il ricatto dei Tredicine per boicottare il Natale: banchi chiusi e corteo funebre E’ scattato il piano straordinario per il trasporto pubblico per il periodo natalizio: saranno usati cinque mini-bus green ed elettrici per girare gratis in centro, grazie a una collaborazione con un’azienda francese del gruppo Bollorè. Varchi chiusi fino alle 18. a pag. 37 Niente bancarelle a piazza Navona: ci sono solo i giochi. Una condizione frutto del ricatto dei Tredicine che hanno boicottato il tradizionale mercato per protestare contro le regole varate dal Municipio per tutelare il decoro. Mozzetti a pag. 36 Mafia, ispettori in Comune Eur, incubo meninginte muore un bambino Stroncato a soli quattro anni da una sospetta meningite fulminante. Frequentava la scuola d’infanzia IC Montezemolo - Plesso Padre Lais al Tintoretto - e sabato sera è morto in un lettino del Policlinico Gemelli. Panico tra i genitori degli altri compagni di scuola del bimbo che frequentava la scuola comunale Piccoli esploratori al piano terra di via Padre Lais Giuseppe. Appena saputa la notizia della morte, domenica hanno preso d’assalto il pronto soccorso dell’ospedale più vicino, il Sant’Eugenio: «Fate subito la profilassi ai nostri figli». Bogliolo a pag. 44 Gli appalti del Campidoglio nel mirino dei funzionari della Prefettura: si deve fare pulizia L’ex ministro Oggi vertice Marino-Pecoraro. Nuova polemica sulla scorta, il sindaco: «A me non serve» Nicolais ` ` Si allontana il commissariamento del Campidoglio, si avvicina l’invio di funzionari della Prefettura che aiutino il sindaco a fare pulizia dopo l’uragano dell’inchiesta su Mafia Capitale. Con un’unica controindicazione: l’uragano è ancora in corso. Questa mattina è il prefetto Giuseppe Pecoraro a Palazzo Senatorio, dove sarà ricevuto dal sindaco Marino. Il prefetto ha ipotizzato tre scenari, dal punto di vista tecnico: scioglimento per mafia, approfondimento con ispettori che visioneranno tutti i documenti sugli appalti, nessuna decisione lasciando lavorare la magistratura. Marino e Pecoraro parleranno anche della scorta del primo cittadino, ancora non convinto di doverla accettare. Anzi, Marino chiede di valutare tutti gli oltre 200 servizi di protezione in corso a Roma. Evangelisti e Rossi a pag. 38 Immacolata. Migliaia di fedeli in piazza di Spagna Ama «Usiamo il bianchetto per modificare il nome dell’indagato» Papa Francesco in Centro per la festa dell’Immacolata Folla per il Papa: «Prego per Roma» Per poter gestire lo smaltimento dei rifiuti e accaparrarsi appalti dal valore milionario avevano bisogno di inserire all’Ama un loro uomo di fiducia. La scelta era caduta su Fabrizio Franco Testa, già indagato per l’afare Enav. Ma Carminati e i suoi sodali erano disposti a tutto. Come scrivono i Ros, nel dicembre del 2012 Luca Gramazio, l'ex capogruppo in Regione per Forza Italia, si mosse in prima persona. «Ho sbianchettato dal tuo curriculum "Fabrizio", provo Franco Testa, vedemo se qualcuno ce casca». Allegri a pag. 41 Lombardi a pag. 43 derubato del presepe Hanno portato via gioielli, un pc e un presepe napoletano. Un furto commesso da veri professionisti che sono entrati nella casa al centro dell’ex ministro Luigi Nicolais semplicemente estraendo il cilindro dalla serratura. L’attuale presidente del Cnr e sua moglie erano fuori città: hanno scoperto il furto ieri pomeriggio, tornando a casa. Sull’episodio indaga la polizia, gli esperti della scientifica hanno rilevato alcune impronte digitali. «Sono entrati e nessuno si è accorto di niente - dice l’ex ministro - eppure abitiamo in pieno centro, tra le altre cose i ladri hanno rubato anche il presepe a cui io e mia moglie tenevamo moltissimo». Gambardella a pag. 45 Davide Desario SABATO GRATIS dal 1990 vendite, affitti e attività commerciali Piaza San Lorenzo in Lucina, 11 di mattina, domenica. Rumore assordante raccoglitore bottiglie @simonecri L a frenata dell’autobus su via Prenestina. L’ambulanza sulla Cristoforo Colombo che non si sa da dove arriva e dove va. Gli storni che all’improvvisano abbandonano gli alberi intorno al laghetto dell’Eur e formano strani disegni nel cielo. La litania della bambina rom nel vagone della metro per chiedere l’elemosina. La sirena dell’auto blu con lampeggiante in via Veneto. Il trotto, vietato, dei cavalli che trascinano le botticelle su via Due Macelli. Il vento che suona le foglie a Villa Borghese come un violinista con il suo arco. La corrente del Tevere che si fa rapida all’Isola Tiberina e copre il rumore delle suonerie di cellulari. La campanella del Mamiani che suona a vuoto perché tanto la scuola è occupata. Il bisbiglio dei dottori nei corridoi della clinica Pio XI. Il silenzio di chi ha imparato sulla sua pelle a non parlare di suicidio. L’urlo della Sud dopo il gol che il ven- to porta dall’altra parte del fiume. I clacson che suonano la domenica mattina intorno a Villa Pamphjli e il chiasso dei bambini che giocano ignari tra i suoi prati. La filastrocca dell’ultimo arrotino per le strade di Monteverde. I cori contro il Governo del corteo su via Cavour. Le ruote del tram che stridono la notte sui binari di via Flaminia. E un portone che sbatte chiudendosi. Forse per sempre. E’ il suono di Roma. Per chi sa ascoltarlo. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA - PROTRUSIONI DISCALI - ERNIE DISCALI - INSTABILITÀ ARTICOLARI - INSTABILITÀ VERTEBRALI - PATOLOGIE DA CARICO - TRAUMI SPORTIVI Aut. Reg. N.1936 del 02.11.1998 Il suono di Roma per chi sa ascoltarlo 38 Martedì 9 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Cronaca di Roma Caos in Comune ecco gli ispettori: appalti nel mirino Dopo la bufera dell’inchiesta, in arrivo funzionari del prefetto Oggi vertice Marino-Pecoraro: si procederà con l’accesso agli atti ` IL CASO Si allontana il commissariamento del Campidoglio, si avvicina l’invio di funzionari del Viminale che aiutino il sindaco a fare pulizia dopo l’uragano dell’inchiesta su Mafia Capitale. Con un’unica controindicazione: l’uragano è ancora in corso. Per decodificare in anticipo la decisione del prefetto Giuseppe Pecoraro sullo scioglimento del consiglio comunale per mafia, bisogna partire da due frasi. La prima è del sindaco Ignazio Marino: «È evidente che il prefetto deve fare il suo lavoro. Questa mattina ho parlato con Pecoraro e con il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e sono felice se ci saranno ulteriori approfondimenti perché in questo momento è necessario fare pulizia». ZINGARETTI BOCCIA L’IPOTESI DELLO SCIOGLIMENTO: «ERA L’OBIETTIVO DI CHI SI ORGANIZZAVA CONTRO IGNAZIO» LE OPZIONI IL MINISTERO La seconda frase è quella pronunciata ieri sera dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano: «Ci deve essere un giudizio tecnico da cui deve nascere la proposta di sciogliere la Giunta comunale, ma sta emergendo un quadro che investe anche amministrazioni preceden- ti: quella di Gianni Alemanno e anche la precedente». La direzione che si sta prendendo, dunque, non sarà punitiva nei confronti di chi governa oggi il Campidoglio. Questa mattina è il prefetto Giuseppe Pecoraro a Palazzo Senatorio, dove sarà ricevuto dal sindaco Marino. Il prefetto ha ipotizzato tre scenari, dal punto di vista tecnico: scioglimento per mafia, approfondimento con ispettori che visioneranno tutti i documenti sugli appalti, nessuna decisione lasciando lavorare la magistratura. Carabinieri in Campidoglio Il primo scenario - lo scioglimento - appare il più improbabile, per due motivi. Uno pratico: nessun esponente della giunta o della maggioranza è indagato per mafia (vi sono indagati, ma per altre ipotesi di reato). Sarebbe paradossale lo scioglimento visto che per associazione a delinquere di stampo mafioso sono indagati solo consiglieri di minoranza (o della maggioranza dell’epoca Alemanno). L’altro politico: azzerare il governo di Roma per mafia sarebbe un terremoto difficile da sopportare, che lancerebbe un messaggio ingestibile all’estero. In mancanza di sviluppi giudiziaria più gravi, allo- La Lupa capitolina all’ingresso di Palazzo Senatorio, sede dell’amministrazione comunale ra è possibile che il prefetto (ma in realtà tutto dipenderà da Alfano e dunque da Renzi) opti per una soluzione mediana, che preveda l’invio di funzionari in Campidoglio. Certo, questa soluzione rischia di sovrapporsi con l’operato di Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione già chiamato da Marino per controllare tutte le gare. Ma in Campidoglio nessuno avrebbe nulla in contrario rispetto a un eccesso di controlli, «meglio abbondare, in questi casi, che rischiare errori di sottovalutazione». D’altra parte lo ha spiegato anche il sindaco: «Io ho già aperto, appena eletto, le porte agli ispettori del Ministero dell’Economia perché controllassero nel dettaglio i bilanci ereditati. Per cui le spalancherei agli uomini della Prefettu- ra». Concorda il giurista Francesco Saverio Marini: «Un provvedimento di accesso ispettivo agli atti potrebbe invece essere un'utile fonte di conoscenze, che non comprometterebbe la funzionalità del Comune e non si sovrapporrebbe all' inchiesta in corso». LE POSIZIONI Alfio Marchini, favorevole allo MARCHINI: «DA ANNI DENUNCIO UN CLIMA MAFIOSO A ROMA SU QUESTO TEMA OGGI AVVERTO PROFONDA IPOCRISIA» scioglimento, ieri a Piazza Pulita ha spiegato: «Nel 2013 denunciai che a Roma si respirava un clima mafioso, omertoso, in cui sembrava che l'importante fosse avere l'amico giusto per ottenere qualcosa. Oggi avverto una profonda ipocrisia: Marino rivendica autonomia nelle decisioni, ma poi ha il suo assessore di punta che è indagato a pieno titolo e il sindaco non sente neanche l'obbligo di dire: scusate ho sbagliato». Si sono schierati per lo scioglimento FI, M5S e Lega dei Popoli con Salvini. Contrario Zingaretti: «Lo scioglimento era l’obiettivo di si organizzava contro l’arrivo di Marino in Campidoglio, visto come garante della legalità e della pulizia». Mauro Evangelisti © RIPRODUZIONE RISERVATA IT TAXI L’APP GRATUITA PER RICHIEDERE E PAGARE UN TAXI IN TUTTA ITALIA IT TAXI è l’APP innovativa e gratuita per iPhone e Android sviluppata nel 2012 da URI - Unione dei Radiotaxi d’Italia, che consente di richiedere e pagare il taxi nelle principali città italiane. La nuova versione di IT TAXI si arricchisce di nuove funzionalità: oltre al pagamento con carta di credito tramite PAYPAL, da oggi è possibile pagare anche con abbonamento aziendale. IT TAXI è l’unica APP che consente ai professionisti e alle aziende di avere la rendicontazione in tempo reale delle corse online, di ricevere una fattura per detrarre fiscalmente le spese taxi e di poter effettuare il pagamento a fine mese. Facile ed intuitiva, ti permette di prenotare in anticipo il tuo taxi, visualizzandone la posizione e, al termine della corsa, recensire la qualità del servizio o aggiungere il taxi tra quelli indesiderati, in modo che nelle successive richieste venga escluso dalla ricerca. Cooperativa Radiotaxi 3570 | Via del Casale Lumbroso, 167 | 00167 Roma | www.3570.it | [email protected] | OFFICIAL FAN PAGE 39 Martedì 9 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Cronaca di Roma I dati 220 persone sotto scorta a Roma 815 uomini delle forze dell’ordine utilizzati 250 auto destinate a questo servizio A Roma più scorte che volanti Marino: «Io non ne ho bisogno» Il chirurgo dem insiste dopo l’allerta `«Sarebbe meglio utilizzare più uomini di Pecoraro: «Non mi sento in pericolo» e mezzi per la sicurezza delle periferie» ` LA PROPOSTA Sabato pedalata in bicicletta fino a Testaccio alla convention dei Giovani democratici. Ieri bagno di folla a piedi (e in autobus) tra piazza di Spagna e piazza Venezia, per l’accensione delle luminarie natalizie. Ignazio Marino, insomma, non sembra per nulla ansioso di muoversi sull’auto della scorta, come il prefetto Giuseppe Pecoraro gli ha consigliato per ragioni di sicurezza, da quando l’inchiesta su Mafia Capitale ha fatto intuire che il sindaco potrebbe essere nel mirino. LA FRENATA «Non mi sento in pericolo - spiega il sindaco - Ne parlerò ancora con il prefetto Pecoraro: se non ci sono evidenze di un pericolo fisico credo di non aver bisogno della scorta». La tesi di Marino: in queste città già si usano troppe risorse per la protezione dei politici, meglio usarle per il controllo del territorio, per rendere più sicuri i quartieri, specialmente in periferia. Ecco l’affondo di Marino: «Semmai mi interrogherei sulle centinaia di persone che in questa città hanno la scorta, forse non necessaria. Forse quegli uomini e quelle macchine potrebbero essere utilizzate per esempio per la sicurezza nelle nostre periferie». Un argomento, questo, su cui il sindaco Marino aveva già posto l’accento in passato: a Roma ci sono più auto in servizio per le scorte assegnate dal Viminale a personaggi pubblici (non necessariamente politici) che volanti della polizia e pattuglie dei carabinieri in giro per le strade. E questo, visto anche l’allarme per la sicurezza che si è alzato soprattutto dalle periferie, non è più tollerabile. I NUMERI Stando alle ultime stime, a Roma ci sono più di duecento per- sonalità sotto protezione, che impegnano oltre 800 uomini delle forze dell’ordine e quasi 250 auto, blindate e non. Più volte, in passato, i sindaci della Capitale avevano puntato il dito sulla necessità di rivedere il sistema delle scorte, togliendole a chi non ne ha assoluto bisogno. Ultimamente è stata revocata la scorta a Gianni Alemanno, che non è più sindaco (né ovviamente parlamentare, solo consigliere comunale) da giugno del 2013. Il sindaco in bicicletta PROSEGUE IL DUELLO A DISTANZA CON PALAZZO VALENTINI NELLA CAPITALE OLTRE DUECENTO SOTTO PROTEZIONE Rimpasto, un magistrato per il nuovo assessorato alla Legalità IL COMUNE Ignazio Marino tornerà a lavorarci da oggi, dopo le convulse giornate seguite all’esplosione dell’inchiesta Mafia Capitale. Il sindaco vuole concludere il lavoro avviato per il rimpasto di giunta, anche perché la sua squadra di governo si è ridotta da 12 a 10 assessori. Ma il sindaco si prenderà ancora qualche giorno, prima di annunciare i nuovi innesti, anche perché è intenzionato a dare un segnale forte alla città, stordita dalle vicende giudiziarie di questi giorni e in attesa di una scossa in direzione del rinnovamento. E così oltre alla già annunciata «riallocazione dei talenti già presenti in giunta», il chirurgo dem vuole introdurre un assessorato alla legalità, da affidare a una personalità di chiara fama, pro- babilmente un magistrato. LE ALTERNATIVE L’inquilino del Campidoglio vorrebbe fare il colpo grosso, portando a Palazzo Senatorio un ex presidente della Corte costituzionale. Un nome particolarmente gradito sarebbe quello di Gustavo Zagrebelsky, al vertice della Consulta nel 2004, attualmente presidente onorario dell’associazione Libertà e Giustizia e presidente della Biennale Democrazia. Tutta da verificare, ovviamente, la disponibilità di Zagrebelsky, ma è con nomi di questo livello che Marino vuole sparigliare le carte e dare il senso di una guida morale ben salda della città. Per l’altra casella da riempire c’è sempre il nome di Maurizio Pucci, che sarebbe indirizzati verso i lavori pubblici, con Paolo Masini destinato a un altro in- Il Marc’Aurelio IL PRIMO CITTADINO LAVORA SULLA GIUNTA: SPUNTA IL NOME DELL’EX PRESIDENTE DELLA CONSULTA ZAGREBELSKY carico nell’esecutivo capitolino. Il condizionale, però, è d’obbligo, visto che Marino potrebbe riconsiderare i suoi orientamenti a seconda della soluzione che sarà trovata per il nuovo assessorato alla legalità. Di certo sono lievitate le quotazioni di Rita Cutini che, dopo settimane passate virtualmente sull’uscio della sala delle Bandiere, potrebbe invece continuare a occuparsi delle politiche sociali del Comune, finite nell’occhio del ciclone di piazzale Clodio. I CINQUE STELLE L’inquilino del Campidoglio non molla neppure l’ipotesi di ampliamento della giunta al Movimento 5 stelle. Dopo l’offerta ai pentastellati della vice presidenza del consiglio comunale, sfumata per lo stop di Beppe Grillo, il sindaco procede con una strategia in due fasi: ribatte colpo su colpo agli affondi del leader M5s e continua i contatti informali con i Cinque stelle capitolini. Obiettivo: rimarcare le eventuali discrepanze tra le posizioni di Grillo e quelle dei suoi uomini sul territorio e, in caso di insuccesso, puntare il dito su quella che definisce «l’irresponsabilità» dei pentastellati. 255 mln Il costo annuo di tutte le le scorte per il bilancio dello Stato: in buona parte sono a Roma Per prassi, ai sindaci uscenti in prefettura preferiscono garantire per un altro anno dopo la fine del mandato il servizio di protezione da parte delle forze dell’ordine. Lo scorso settembre, quindi la prefettura ha avviato la pratica al ministero per togliere la scorta ad Alemanno e, proprio una settimana fa, è arrivata la risposta positiva del Viminale. LA POLEMICA Oggi, intanto, la maggioranza di centrosinistra tornerà a riunirsi, con l’obiettivo di serrare le fila e stabilire le priorità dell’agenda dell’assemblea capitolina. Domani la conferenza dei capigruppo potrebbe convocare il consiglio per giovedì mattina. In quell’occasione si potranno testare sul campo la compattezza della maggioranza e l’atteggiamento dell’opposizione. Fa.Ro. Va anche ricordato che proprio sulla scorta di cui Alemanno ha continuato a beneficiare fino a poche settimane fa, si era concentrata la polemica di Marino anche prima dell’inchiesta. Erano i giorni delle polemiche sulla Panda e sul pass per la Ztl: «Attaccano me per un disguido sul rinnovo del permesso per il centro storico, mentre il mio predecessore tutt’oggi continua a girare con la scorta delle forze dell’ordine». All’inquilino del Campidoglio, peraltro, era stato anche revocato il permesso di lasciare l’auto nel parcheggio riservato al Senato a causa di una ridotta (almeno allora) esigenza di sicurezza. Ma oggi, evidentemente, il panorama è cambiato. Fabio Rossi © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CONSIGLIO 40 Martedì 9 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Cronaca di Roma Ambulatori medici per dare lavoro ai figli di dirigenti comunali `Buzzi intercettato mentre rivela ai suoi collaboratori di voler aprire due nuovi centri sanitari per curare gli immigrati malati IL PROGETTO quantina di iscritti nel registro degli indagati hanno scatenato, a Roma e non solo, un terremoto politico-giudiziario. L'INTERCETTAZIONE Buzzi ne parla un pomeriggio nel suo studio con Emanuela Bugitti, sua collaboratrice, Claudio Caldarelli e Carlo Guarany (poi finiti tutti in manette nell'ambito dell'inchiesta). Salvatore come sempre è diretto: «Allora vorremo fa' uno studio medico». Guarany trasecola: «Che è lo studio medico...Ohh». Buzzi rilancia: «Studio medico dentista». Caldarelli gli fa eco: «Dentista». Dopodiché Buzzi aggiunge: «Ed oculista per im- Un medico intento a visitare un giovane immigrato migrati». La Buggitti sembra sorpresa: «Chi lo vuole fare?». «Noi», ribatte Buzzi, con la solita eco di Caldarelli: «Noi». Bugitti allora capisce che deve plaudire alla proposta: «Sì». Ma a Guarany i conti non tornano: «E chi lo paga». «Il Comune» risponde Buzzi. Caldarelli: «Il Comune ...ehh embé se ce damno i «I SOLDI? CE LI DÀ IL COMUNE LI PIAZZIAMO AL FRANTOIO E FAMO TUTTO ABUSIVO» Foto: Ilaria Magliocchetti Lombi ARCHI’S COMUNICAZIONE Uno studio odontoiatrico. E uno oculistico. Per soli immigrati. Salvatore Buzzi, il braccio economico di Massimo Carminati, gran capo di Mafia Capitale, era pronto a lanciarsi anche in un nuovo business, in campo sanitario. Con un centro dentistico-oculistico per immigrati bisognosi Buzzi voleva centrare due obiettivi: portare altri soldi nelle casse delle sue cooperative e soprattutto piazzare i figli di top manager del Campidoglio specializzati in quelle branche della medicina. Perché il braccio economico del Guercio, e patron della Cooperativa 29 Giugno, un'idea l'aveva chiara in mente: per ottenere favori e appalti bisogna mettere a stipendio i «compari» (che fossero politici o manager di enti pubblici), oppure trovare un lavoro ai figli, possibilmente consono. Il progetto dello studio medico per immigrati di Salvatore Buzzi salta fuori nelle nuove pagine degli atti consegnate a piazzale Clodio ai pm Michele Prestipino, Paolo Ielo, Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli, al lavoro insieme al procuratore capo Giuseppe Pignatone per l'operazione «Mondo di Mezzo» che con 37 arresti e una cin- soldi...Sennò non famo niente». Salvatori Buzzi allora ride. Guarany: «Ma è uscito un bando o è una cosa...?». Caldarelli: «No, no, no». No, non è uscito un bando. La necessità di aprire uno studio medico specializzato in odontoiatria e oculistica la chiarisce subito, e senza fronzoli, Buzzi: «Perché ce stanno i figli di...che son dentisti...Devono lavorà». Caldarelli che conosce i dettagli dell'operazione precisa: «Uno è dentista, uno è oculista». L'operazione di creare da zero uno laboratorio medico per gli immigrati, pagato coi soldi del Comune e per piazzare figli di papà, fa ridere pure lui. La Bugitti è curiosa: «I figli di chi?». Buzzi: «Dei dirigenti». Caldarelli: «Dei dirigenti del Comune». IL CONTRIBUTO Salvatore Buzzi, il capo della cooperativa 29 giugno Sotto immigrati in attesa Quindi Buzzi affronta l'aspetto economico rivolgendosi alla sua collaboratrice: «Non mi hai capito...Gli stiamo chiedendo 170.000 euro. Per attrezzare una stanza e un laboratorio». La Bugitti si riallinea subito: «Ah, ok!». Buzzi: «Oh? Centosettantamila euro. Di cui cinquanta sono nostri e centoventi...». Caldarelli: «E il resto sono spese». A quel punto bisognava solo affrontare la collocazione del laboratorio. «L'unico posto dove possiamo organizzarlo ...che potremmo chiedere tutte le autorizzazioni è Castelverde» azzarda Buzzi. I carabinieri nell'informativa annoteranno: «Lo stesso Buzzi sentendo i presenti titubanti esclama: "Famo tutto abusivo...alla "29 Giugno" lo piazziamo proprio al Frantoio...chi se ne frega!"» Adelaide Pierucci © RIPRODUZIONE RISERVATA L’inchiesta Per dieci degli arrestati al via gli interrogatori in Procura IO TO IL MEGL L E C S O H IO LE ACCUSE Frutta e Verdura: scegli Cuor di Car Il Centro Agroalimentare Roma da sempre garantisce frutta e verdura sulle vostre tavole. Da oggi potrete riconoscerle nei vostri mercati grazie al marchio Cuor di Car. Cuor di Car, il meglio scelto per voi. www.cuordicar.it www.centroagroalimentareroma.it Altra tornata di interrogatori tra oggi e domani per Mafia Capitale. Il gip Flavia Costantini, che ha firmato i 37 arresti, ha convocato in tribunale per l'interrogatorio di garanzia gli ultimi otto arrestati, tutti ai domiciliari. Tra loro tre donne: Rosanna Calistri, la funzionaria comunale dell'Ufficio Giardini accusata di turbativa d'asta e rivelazione di segreto d'ufficio; Patrizia Caracuzzi, segretaria dell'ex amministratore delegato di Ama, Franco Panzironi, accusata di corruzione aggravata, come Emanuela Salvatori, la funzionaria del Campidoglio che in qualità di Responsabile Coordinamento Amministrativo, Attuazione Piano Nomadi e interventi di inclusione sociale di Roma Capitale avrebbe favorito Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati, ottenendo in cambio la promessa dell'as- sunzione della figlia in una delle cooperative della cricca. Davanti al gip si dovranno presentare inoltre Franco Cancelli (accusato di aver contribuito alla turbativa d'asta per l'appalto indetto da Ama Spa sulla raccolta differenziata del multimateriale), Raniero Lucci (accusato di turbativa d'asta e corruzione aggravata), Mario Schina (corruzione aggravata), oltre al sindaco e al capo dell'ufficio tecnico del Comune di Sant'Oreste Sergio Menichelli e l'architetto Marco Placidi, che rispondono di entrambe i reati sia di corruzione che di turbativa. Menichelli e Placidi con l'aiuto di Lucci, per affidare l'appalto del servizio di igiene urbana e la fornitura di materiale e attrezzature per la raccolta differenziata alle coop di Luzzi, tra l'ottobre 2013 e l'aprile 2014, avrebbero, a termini scaduti, addirittura sostituito le offerte presentate. Ade. Pie. © RIPRODUZIONE RISERVATA 41 Martedì 9 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Cronaca di Roma «Ho sbianchettato il tuo curriculum» `La cupola voleva a tutti i costi che Fabrizio Franco Testa `Luca Gramazio al telefono riferisce di aver tolto uno dei due entrasse nel cda dell’Ama. Ma era già indagato per Enav nomi di battesimo: «Così vediamo se si accorgono che sei tu» L'INCHIESTA Volevano controllare anche il traffico d'immondizia della Capitale. Gestire smaltimenti e riciclaggio. Accaparrarsi appalti dal valore milionario. E pur di inserire il loro uomo di fiducia tra i consiglieri d'amministrazione della municipalizzata dei rifiuti, Carminati e i suoi sodali avevano pensato a tutto: avrebbero anche tentato di taroccare un curriculum ufficiale. Il "prescelto" per sedere tra i quadri dell'Ama era Fabrizio Franco Testa che, all' epoca dell'affare, era indagato per corruzione nell'ambito dell' inchiesta Enav per aver intascato tangenti e aver in cambio ottenuto favori. Nel dicembre del 2012 è Luca Gramazio a manovrare i fili dal Campidoglio: come scrivono i Carabinieri del Ros in un'informativa, l'ex capogruppo in Regione per Forza Italia si muove in prima persona per far ottenere a Testa un incarico dirigenziale presso l'Ama. «Ho sbianchettato dal tuo curriculum "Fabrizio", provo Franco Testa, vedemo se qualcuno ce casca". Tradotto: vediamo se nessuno si accorge che sei sotto indagine». L'UOMO DEL RICICLAGGIO Per Carminati, Testa sarebbe stato il candidato ideale: oltre ad essere «l'uomo di Gramazio» dice intercettato, sarebbe diventato «l' uomo del riciclaggio a Roma». Nel gennaio del 2013, però, il piano salta: Testa viene condannato a 1 anno di reclusione. E' necessario trovare un nuovo nome da inserire nei quadri dirigenziali dell' dall’8 al le, che nel novembre del 2012 era riuscito ad aggiudicarsi un appalto al sei zeri per la gestione della raccolta differenziata. E' Salvatore Buzzi a raccontarlo al telefono. Il 15 del mese riceve un sms da una sua dipendente: «ho le coordinate della fondazione, posso far uscire 30 mila euro». Un'ora più tardi, Buzzi chiama tale Patrizia, una dipendente dell' Ama, e le dice di riferire al dottore «che quella cosa della Fondazione è a posto». Poi si reca a piazza San Lorenzo in Lucina, presso la Fondazione Alcide De Gasperi, di cui l'ex amministratore dell'Ama, Franco Panzironi, è direttore operativo. Si reca quindi in Campidoglio ed esce vittorioso: dopo qualche ora chiama tale Giovanni Vespa e dice: «Abbiamo firmato... tutta la differenziata a Roma è mia». L'affare è partito. L'eccitazione è alle stelle. Tanto che Gramazio, pochi giorni dopo, telefona a Testa e non si trattiene: «lassù qualcuno ci Ama» dice. «Qualcuno ci Ama...» replica Testa, che già pensa di poter aggiungere al suo curriculum "sbianchettato" un incarico dirigenziale presso la municipalizzata. Michela Allegri Ama. Lo scopo di Carminati è quello di pilotare l'aggiudicazione di appalti pubblici relativi allo smaltimento dei rifiuti, in modo da farli ottenere al consorzio di cooperative presieduto da Salvatore Buzzi, garantendo un vantaggio economico per l'intero sodalizio. La scelta cade sull'avvocato Pierpaolo Dell'Anno, che i sodali parlando tra loro definiscono «il nostro» e che gli inquirenti descrivono come «un soggetto di indubbio valore e di comprovata fiducia che avrebbe potuto conformarsi agli interessi perseguiti dal sodalizio». Anche il penalista, però, non può essere candidato: è il difensore di Riccardo Mancini, coinvolto nell'inchiesta su Eur spa. Il nome adatto viene poi suggerito a Gramazio dallo stesso Testa: «il civilista mio, non va male, ragionaci su...» dice al telefono. Si tratta dell'avvocato Giuseppe Berti, che verrà poi effettivamente eletto. E' stato nominato «tra virgolette» dice Testa: Carminati gli ha assicurato che si tratta di una situazione provvisoria «un mese al massimo, poi ci ritorniamo sopra». LA DIFFERENZIATA La nomina di Testa è stata l'unico inghippo, per il gruppo crimina- NEL MIRINO DELLA BANDA C’È LA RACCOLTA DIFFERENZIATA APPALTI MILIONARI DA GESTIRE 23 dicembre Mercato di Natale in cortile Coppedè OGGETTI ARTIGIANALI - ABBIGLIAMENTO BIANCHERIA PER LA CASA - MAGLIERIA IN CACHEMIRE PELLICCERIA VINTAGE E TANTO ALTRO... CON I MERCANTI DI FORTE DEI MARMI VIA TAGLIAMENTO, 6 (P.ZZA BUENOS AIRES) - ROMA TEL. 338 9029081 - 328 1394277 © RIPRODUZIONE RISERVATA Luca Gramazio, consigliere regionale Forza Italia e membro della commissione Bilancio ALLA FINE VERRÀ NOMINATO UN COMMERCIALISTA MA PER CARMINATI «È UNA SITUAZIONE PROVVISORIA» Fiumicino «Se volevano avvicinarmi allora non mi conoscono» Il leader dell'opposizione locale ed ex candidato sindaco del centrodestra alle ultime elezioni di Fiumicino, Mauro Gonnelli, prende seccamente le distanze da qualsiasi fatto o persona legati all'inchiesta e alle vicende di Mafia Capitale. «Ho appreso dai giornali che tra le centinaia di nomi menzionati nell'affare romano figuri anche il mio afferma Gonnelli - in tutta questa vicenda emergono però solo quattro dati oggettivi. Primo: non sono indagato, significa evidentemente che non c'è nulla. Secondo: si parla di 650.000 euro per intervenire sulle elezioni di Fiumicino destinati ad un onorevole. E io per mia fortuna onorevole non lo sono mai stato. Terzo: io quelle elezioni le ho perse e in maniera matematicamente curiosà come sostiene un quotidiano. Quarto: a me le elezioni non le ha pagate nessuno e nelle intercettazioni si parla di avvicinarmi; significa dunque che di rapporti con quella gente non ne avevo. Quindi, conclude - che in tutta questa storia ci sia qualcosa che non torni purtroppo è fin troppo evidente». Pasticceria Gelateria Boni dal 1966 CONFEZIONIAMO CESTI NATALIZI CON PANETTONI ARTIGIANALI DI NOSTRA PRODUZIONE Da quasi mezzo secolo lavoriamo "artigianalmente" utilizzando unicamente ingredienti di prima sceltaci prendiamo cura dei dettagli e dei sapori garantendo la BONTA’ e la FRESCHEZZA di un dolce fatto in casa. Cosegna in tutta Roma e anche all'estero Telefono: 06 36300159 - Via della Farnesina 132-134 www.pasticceriaboni.it