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MARIO MORI Spontanee dichiarazioni Palermor li In
MARIO MORI Spontaneedichiarazioni Palermor li In questoprocessoe stataintrodottauna vicendaa sé stante,quella cioè dei rapporti intercorsitra me, I'allora cap. GiuseppeDe Donno e I'ex sindaco di PalermoVito Ciancimino. Innanzituttoprecisoche io parlo di rapporti di naturaconfidenziale, e non già di "trattativa'0, come alcuni sostengonoe molti, come pappagalli, ripetono, perché se, per "trattativa", si deve intendereche, da parte mia, magari sollecitatosuperiormenteda qualcuno,vi fosse I'intenzionedi scenderea patti con la mafia attraversoil Ciancimino,offrendo qualcosain cambio di ipoteticheconcessioni,nulla è piu lontano dalla realtà, e lo dimostrerò. Sulla serie degli incontri con Vito Ciancimino,sia io che l'allora cap. GiuseppeDe Donno, abbiamoriferito alle Corti d'Assisedi Firenze,il2l 01. 1998, e Caltanissetta,il 27.03.1999,( Si vedano i testi delle dichiarazioni.Annessinn. I e 2 ) e, successivamente, in diversealtresedi giudiziarie. Nel corso della mia deposizionedavanti alla Corte d'Assise di Firenze, consegnaicopie delle mie agendedegli anni 1992e 1993che riportavano, in particolare,le annotazionicirca le date degli incontri che io ebbi con il Ciancimino prima del suo arresto e che sono state anche annessealle dichiarazionispontanee da me rilasciatein questoprocessoil 20.10.2009. Per inquadrareI'argomentoe renderlocomprensibile,è necessario partire da un succedersidi fatti che ne sono i naturali presuppostie che, in questo dibattimento,ho già descritto. Mi limito allora solo a ricordareche: . il 20 febbraio 1991, venne depositata la prima trance dell'inchiesta mafia e appalti che individuava in un comitato d'affari, al quale facevanocapo politici, imprenditorie mafiosi, l'organismo che presiedevaall'illecito controllo degli appalti pubblici in Sicilia; . il 23 maggio 1992, a Capaci, vennero uccisi il dr. Giovanni Falcone,la moglie, d. sa FrancescaMorvillo e tre Agenti della scorta; o il 19 luglio 1992,in via D'Amelio, a Palermo,furono assassinati, a mezzo di un'auto riempita di esplosivo,il dr. Paolo Borsellinoe cinqueAgenti di scorta; . ancora prima però, il 12 marzo ed il 4 aprile 1992, erano stati assassinatirispettivamenteI'on. Salvo Lima ed il Mllo dei CC. Giuliano Guazzelli. La serie di questi fatti criminosi venne attribuita dal ROS, come causa scatenante,alla reazione degli ambienti politico-mafiosi che temevano degli appalti clamorosisviluppi dall'indaginerelativaal condizionamento pubblici. Il dr. Falcone.che concordavasulla potenzialítàdell'inchiesta, e pubblicizzata,mentre il dr. Borsellino,dopo la strage I'avevasostenuta di Capaci,la individuòcomela causaledellamorte del suo collegae come strumentoper un salto di qualità nell'azionedi contrastoalla criminalità organizzata. Su questa conclusionehanno convenutotutte le inchieste sviluppatein perche le riassume:è la merito. Valga per tutte la piu recente,anche già passatain giudicato,n. 24106del 22 aprile 2006,dellaCorte Sentenza, 2oSezione che, nella Parte d'Assise d'Appello di Catania quarto, trattando il momento deliberativo del piano Seconda/Capitolo stragista,individua in un'unicadecisionestrategica, della Commissione "cosanostra",la seriedi Regionalee di quellaProvincialepalermitanadi omicidi che vannoda SalvoLima a lgnazioSalvo(uccisoa S. Flavia-Pail17.09.1992),attraversole stragidi Capacie via D'Amelio. La Corte, nel puntualizzare come il piano stragista adottato da "cosa nostra" presenti un contenuto strategico-deliberativo caratterizzato dai requisiti della "unitarietà e inscindibilità", individua la causale della morte di Paolo Borsellino nei timori del gotha mafioso rappresentatida: "la possibilità che il dr. Borsellíno venissead assumerela Direzione NazionaleAntimalia, e, soprattutto,la pericolosita delle indagini che egli avrebbepotuto svolgerein materia di mafia e appalti" ( Si veda la relativa sentenza.Annesson. 3 ). Di contro,la Procuradella Repubblicadi Palermoritennel'inchiestamafia e appalti scarsamente conducente, in specie per gli aspetti che riguardavanopolitici ed imprenditori, sino a richiedereed ottenere,per quest'ultimaparte,I'archiviazione. La diversa valutazione creò uno stato di tensione tra Procura e ROS proprio mentre,per la drammaticitàdella situazione,si sarebberesoinvece necessarioun concordee coordinatosviluppodegli sforzi operativi. La societàitaliana,di fronte alle stragi della primavera-estate7992,venne "cosa nostra" non colta da un sensodi smarrimentoe molti ritenneroche fossedebellabile. Si diffuse un sensodi impotenza, particolarmenteavvertito in Sicilia, e dal volto del ConsigliereIstruttoredel Tribunaledi Palermo, rappresentato ripropostosui teleschermiche, il dr Antonino Caponnetto,ossessivamente uscendo dall'abitazionedel dr. Borsellino, pronunciavain maniera accoratal'affermazione: "E' finita!" In tale situazionela credibilitàe l'autorità dello Stato apparivanoseriamentecompromessee tutti, penso, ancoraricorderannole ripetutecontestazionidi cui furono oggettoi vertici in occasionedelle esequiedelle vittime dei due dello Stato,specialmente attentatistragisti. del complessodelle del ROS e quindi responsabile Qualevicecomandante attività operative del reparto dell'Arma dei Carabineri destinato al contrasto, a livello nazionale, di tutte le espressionidi criminalità organizzata,invece di defilarmi e attendereche la bufera passasse, come 2 molti fecero in quel periodo , ritenni preciso obbligo morale e professionaledi onorare la memoria dei due magistrati,con cui avevo condiviso lavoro e speranze,promuovendo nuove e più aderentilinee "cosa nostra". operativenel contrastoa L'attività fu definita,da un lato, con la costituzionedi un grupposceltodi militari destinati alla localizzazionedei latitanti mafiosi e, dall'altro, attraversola ricercadi migliori fonti informative. Tra le attività intrapresesecondogli orientamentisopra ricordati , vi fu di uno dei quellacondottadal cap.De Donno,sullabasedella conoscenza Massimo. figli di Vito Ciancimino,precisamente periodo in cui era effettivo al Nucleo nel Donno, il 5.06.1990, Il cap. De Operativo dei CC. di Palermo, quale comandantedi Sezione da me dipendente,arrestòI'ex sindacoa conclusionedi indagini,da lui esperite, che avevanoriguardatola conduzionedegli appalti per la manutenzione dellestradee degli edifici scolasticidellacittà. A seguitodi questae di precedentivicendegiudiziarie.all'inizio dell'anno 1992,Yito Ciancimino era già stato oggetto di due sentenzedi condanna per associazionea delinqueredi tipo mafiosorcomrzione,abusodi ufficio ed altro, per tredici anni complessividi reclusione,più altri tre di libertà vigilata. Nel corsodelle fasi di uno di quei procedimenti,siamonel mesedi giugno 1992,il cap. De Donno, sffuttandoincontri casualidurantele pausedelle udienze e sui voli Roma - Palermo, prese contatto con Massimo Ciancimino, stabilendocon lui una corretta interlocuzione.L'ufficiale, titolare delle investigazioni sfociate nell'inchiesta mafia-appalti,ben conoscevail ruolo di "dominus" che aveva rivestito e che ancora in parte rivestiva Vito Ciancimino nel condizionamentodegli appalti pubblici e più in generale la sua funzione di cerniera tra il mondo politico-imprenditorialee I'ambito mafioso. Nell'ottica di acquisireelementiutili alla prosecuzionedell'indagineper giungereall'individuazionedei responsabilidelle stragi di quell'anno,e sullabasedegli scambidi opinioneavuti con MassimoCiancimino,siamo dopo I'attentatodi Capacie prima di quello di via D'Amelio, De Donno si convinseche, opportunamentecontattato,Vito Cianciminoavrebbepotuto a qualcheforma di accettareil dialogo con lui e al limite accondiscendere collaborazione,se non altro per dimostrarela sua sempreproclamata ". estraneità a " cosanostra Su questebasi, chiesea Massimo Ciancimino se il padre sarebbestato propensoad accettareun colloquio. Il rifiuto, oppostoinizialmente,cadde e Vito Ciancimino accetto d'incontrare l'ufficiale, successivamente manifestando,dopo la stragedi via D'Amelio , propensioneal dialogo; questoalmenosul piano formale. Il cap. De Donno preliminarmente sollecito un parere sulle vicende sicilianeche riguardavanoil suo interlocutoree Ciancimino descrissei fatti che lo avevanovisto protagonista,da cui emergevachiaramente la sua fondamentalefunzione di snododei rapporti criminali tra mafia e mondo politico-imprenditoriale. Per Ciancimino il sistema tangentizio era connaturato all'economia nazionale e per îorza di cose si sarebbe ricostituito alla fine del periodo, allora in corso,di "mani pulite". egli non esitoa proporreall'ufficialeun Sullabasedi questaconstatazione, piano di lavoro nel quale lui , Ciancimino , per conto della Stato, si sarebbeinserito nel sistema illegale degli appalti al fine di un loro controllo; in pratica una sorta di agente sottocoperturadi settore. L'ufficiale prese ovviamentetempo. rimandandoad un'eventualefase successivadi collaborazionequesta ipotesi di lavoro che, stante il personaggio che la sosteneva,risultava praticamenteinattuabile. La proposta,però, stavaad indicareuna certavolontàdi dialogoda partedel Cianciminoe De Donnopensodi sfruttarlachiedendoglise eradisponibile ad incontrareun suo superiore,il col. Mori, ottenendoneuna risposta affermativa. Preventivamente,infatti, I'ufficiale, che mi informava costantemente sullo sviluppo dei suoi contatti,mi avevaprospettatoquesta ipotesisu cui avevoconcordato. "uomo d'onore", Ciancimino,seppurenon fosseritenutoformalmenteun "famiglia" era notoriamentecollegatoed in manierastrettaai capi della "cosa nostra". corleonese, alloradominantein Accettai quindi I'incontro,anchese con molti dubbi sul suo buon esito, decidendodi trattareCianciminocome una normalefonte confidenziale, seppure importante, nella considerazione che per combattere concretamentela mafia occorreva confrontarsi con personaggidi quel livello; con chi, cioè, dell'organizzazioneconosceva perfettamente personaggie trame, anchese questitipi di contatti presentavanomaggiori problematicitàe indubbipericoli,anchepersonali. Nella vicenda,pero, ritenevodi avereun vantaggioimportantedato dal fatto che Cianciminoera in attesadi decisioniconnessea procedimenti giudiziari già aperti che, se a lui sfavorevoli, lo avrebberoriportato in carceredefinitivamente. Male che fosse andata avremmo potuto avere considerazionie spunti informativiche,nelladifficoltàdel momento,potevanoesseresempreutili. Se tutto invece fosse andatobene, sino a giungeread una collaborazione piena, sicuramentela lotta alla mafia avrebbeeffettuatoun saltodi qualità forsedecisivo. L'incontro avvennenel porneriggiodel 5 agosto 1992( Si veda l'agenda 1992, depositata nelle dichiarazioni spontanee del 20.10.2009 ) zonapiazza nell'abitazioneromanadel Ciancimino,via San Sebastianello, perfettamente peraltro la ancheper data, di Spagna/villaMedici. Ricordo nel corso delle mie un'annotazionesulla mia agenda,ripeto consegnata -F 25 tenutosi processo Bagarella Leoluca relative contro al deposizioni davantialla Corte d'Assisedi Firenze,perchéchiesial cap.De Donno di fissarlo,se possibile,prima della mia partenzaper alcuni giorni di licenza, previstaper il 6 agosto.( Si veda la attestazionerilasciata dal ROS a riguardo.Annesson.4 ). Questoprimo abboccamentofu una semplicepresadi contattoe servì per conoscereI'interlocutore.Parlammoanchedel mio superioredell'epoca,il gen. Antonio Subranni,che Cianciminoricordavain servizioa Palermo, del localeNucleo Investigativo nel gradodi maggiore,qualecomandante dei Carabinieri. 1129agosto1992 Versola fine dello stessomese,precisamenfe ( Si veda I'agenda 1992), si tenneil secondoincontro.Ricordocheprirna di recarmiall'appuntamentone informai il gen. Subrannie, scherzando,gli dissi che il Ciancimino aveva dato di lui una buona valutazione professionale. In questosecondocontattoCianciminochiesea me ed al cap. De Donno, che è stato semprepresentea tutti i miei incontri con l'ex sindacodi Palermo,cosavolevamoda lui. Il momentonon consentivacertorichieste capiresin dove Cianciminosi voleva bruschee ultimative,era necessario spingere.Oggi, a distanzadi anni, la situazionee totalmentediversa,ma allora lo Stato era in difficoltà e, se si voleva invertire la tendenza negativa,era necessariousareaccortezzae pazienza,sfruttandobene ogni occasioneche si presentava. Partendo dalle acquisizioniraggiunte dalla nostra inchiestasu mafia e appalti e dalla convinzioneofornita da tante precedentiindagini, che Ciancimino rappresentasselo snodo dei rapporti collusivi e criminali tra politica, imprenditoria e mafia, ero determinatoad acquisireda lui elementi che mi potesserofare progredire nelle indagini e addivenire all'identificazione di mandanti ed autori delle stragi di Capaci e via D'Amelio. della situazionea seguitodelledue stragi Feci così un quadropreoccupato poteva tentare per venirne a capo. si cosa a Ciancimino e chiesi Cianciminorisposeche ci avrebbepensatosu in basealle suaconoscenze di personee cose,rimandandoad un successivoincontro,che lui stesso avrebbefissato,le suevalutazioni. A quel punto,seppureCiancimino non avessedetto nulla di particolare, restava il fatto significativo che aveva ammessodi conoscerepersone vicine a "cosa nostra" e se avesseportato qualche nofizia,di tipo sia pure interlocutorio, si sarebbe spinto ad ammissioni da noi sicuramente dal Codicedi sfruttabili.Decisi anche,sullabasedelle facoltàconcessemi di Repubblica Procura della quella fase, la in rito, di non informate, Palermo; cio in relazione a quanto ho riferito nella mia precedente dichiarazione spontanea del 20 ottobre 2009 circa i contrasti sulla delf inchiestamafia - appaltied ancheper tutelarela genuinità consistenza e I'efficaciadel mio tentativo. Il terzo incontro avvenne l' 1.10.1992( Si veda I'agenda 1992 ), "l'altra parte", senza Cianciminoci disseche avevapreso contatto con specificare l'identità dei suoi interlocutori, riferendoci che aveva riscontrato perplessitàperchéoavendofatto i nostri nomi, gli era stato di andare chiestochi rappresentassimo.Gli risposidi non preoccuparsi, avanti così. Questarispostache non lo poteva accontentarein condizioni percheanchelui avevaesigenze normali,in quel momentolo accontentò, impellenti da soddisfare;così accettòuna rispostache esaustivacertamente non era e decisedi procedereoltre. Nel corsodell'incontro,Cianciminoci consegnodue copie dellabozzadi "Le Mafie". scritto su persone e fatti politicoun libro. intitolato amministrativi,da lui conosciuticome protagonistae testimonedelle vicendesicilianedegli anni appenatrascorsi. A riguardo aggiunseche quelli del libro erano anchegli argomentiche voleva trattare quando fosse stato ricevuto dalla Commissione ParlamentareAntimafia. Egli, convinto che dietro le morti di Salvo Lima, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino,oltre la matrice mafiosa, vi fosseun disegnopolitico, voleva esporrequestasua ipotesidavantiad un consessopolitico e nel senso mi preannunciouna sua lettera al Presidentedella Commissione, ribadendola suarichiesta,formulatasino dagli anni settanta,di esseresentito. ( Si veda il verbale di interrogatorio, con allegato documento manoscritto del Ciancimino, reso ai magistrati della Procura della alle ore 16.30.Annesson. 5 ). Repubblicadi Palermoil 17.03.1993 Il quarto,e per questafase,ultimo mio incontrocon Ciancìmino,avvenne il l8 ottobre 1992 ( Si veda I'agenda 1992 ). Ci fu inaspettatamente comunicato che era stato stabilito il contatto e ci fu chiesto,assolte alcuneprecondizioni,che cosaoffrivamo. Le precondizioni prevedevanoche gli incontri dovessero avvenire all'estero,il mediatorefosseCianciminoe si avesseun occhiodi riguardo per i suoi problemi di caratteregiudiziario. Tutte queste richieste, mi apparvero piuttosto la conferma delle preoccupazionipersonali di Ciancirnino relative alla sua difficile giudiziaria. situazione Ritenendoquindi che Cianciminostessesolo cercandodi ottenerequalche beneficio per sé e, al limite, pensassead un espatrioin qualchemodo autonzzato,risposi direttamenteal quesitoprincipalepostomi. Non avendo nulla da offrire, perché eravamo lì solo in funzione del nostro ruolo professionale,dissi che Riina, Provenzanoe tutti gli aitri latitanti avrebbero dovuto consegnarsi e noi, in cambio' avremmo trattato benele loro famiglie. A questarisposta,Cianciminobalzo in piedi e disse che lo volevamo morto e che,anzi, volevamomorire pure noi. riferire una simile rispostae che Aggiunse che non poteva assolutamente avrebbe detto al suo interlocutore che ci sarebbe stata una pausa di riflessione;quindi ci accompagnoalla porta freddamente. Che io mirassi esclusivamentea ottenere la collaborazionedel mio interlocutoreo almenoqualcheinformazioneutile ai fini delleindaginiche avevoin corso,emergedalla stessarispostada me formulataal Ciancimino a conclusionedei nostri contatticonfidenzialie da lui riportata,sia nelle ai magistratipalermitani a partire dal dichiarazionifatte successivamente 27 gennaio1993 ( Si veda in particolare le dichiarazioni rese il 17 "l m rzo 1993 alte ore 09.30), che nello scrittodi suo pugno,intitolato al figlio Massimonel corsodi una perquisizione Carabinieri",sequestrato a cui venne sottoposto, in Palermooil 17 gennaio2005 ( Si veda il verbale di perquisizionee sequestroe copia del materiale d'interesse acquisito. Annesso n. 6). La mia replica infatti prevedevala consegnaincondizionatadei capi di Cosa nostra e, nella sua sostanzialeimproponibilità,se correlataa quei momenti, fa ampiamentecomprendereche una trattativa,basataper sua naturasu di un dare ed un avere,non era stata,almenoper quanto tni ri guardava,nemmenoipotízzata. Osservo ancora che, qualora fossi stato lointermediario,ovviamente per conto di altri, di una trattativa, non avrei risposto di getto come anche Vito Ciancimino conferma, ma avrei chiesto tempo per acquisire la valutazione dei miei mandanti, così da ricevere disposizioni e, se del caso, attribuire ad altri il fallimento di un tentativo che per noi prevedevapiù di qualche rischio diretto, visto e consideratoche i nostri nomi erano stati fatti da Ciancimino ai suoi interlocutori mafìosi. In questoed in altri dibattimenti,a secondodi come convieneai nostri accusatori, io e gli altri ufficiali del ROS, veniamo considerati o tanti minus habens o dei fuoriclassedell'investigazione alternativamente che procedononelle indagini senzalaparvenzadel discernimento. Pensoche non siamo né I'una ne I'altra cosa,però un minimo di buon senso,per evitare di fare le vittime sacrificali di un gioco, che se fosse esistito sarebbestato più grande di noi, ritengo che ce lo dovrebbero concederetutti. la suadelusioneper la Usciti dal colloquio,il cap.De Donno mi espresse fine del rapporto,ma io ribattei che Ciancirnino,con la sua reazione preoccupata,aveva dimostrato di avere realmente preso contatto con "cosa nostra" e che mirava assolutamente ad evitareil carcere; ambientidi quindi forsetutto non era compromesso. ll 20 ottobre 1992(Si veda loagenda1992),,comeho ricordatonella mia deposizionespontaneadel 20 ottobre 2009, incontrai il presidentedella Antimafia,on. LucianoViolante.L'occasione CommissioneParlamentare di riferire la richiesta rivoltami da Vito mi consentì , tra l'altro Cianciminodi essereascoltatodalla CommissioneAntimafia,ma anchedi informare un rappresentanteistituzionale del mio tentativo. Un organo istituzionale,la Commissione,con funzioni equiparatea quelle della Magistraturae retto per di più da un uomo politico, già magistrato, all'apposizioneparlamentaree da tempo evidenziatosinel appartenente contrastointransigentealI' organizzazionemafiosa. Questoa dimostrazionedi quanto fosselontana da me I'idea di una "trattativa" con "COSa nostra" e che nOnera mia intenziOnemantenere segretoil contatto con loexsindacodi Palermo. La confermainequivocabiledella mia ricostruzionedei rapporticon I'on. Violante, trova riscontro inoppugnabilein una lettera,datata 26 ottobre 1992, cheVito Ciancimino,a sostegnodi quantomi avevapreannunciato, inviò al Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, sollecitandola sua audizione, rinunciando alla pretesa della diretta televisiva e sottolineandoil suo passatoche ne facevaun protagonistadi quel contestopolitico da cui erano scaturiti i tragici fatti del 1992, tra cui I'omicidio dell'on. SalvoLima. Nel testotra I'altro si afferma: " ..... Il delitto Lima non può e.ssere liquidatocon ipolesisemplicisÍiche sul suo mqvente. L'omic'idio dell'on. Lima è di quelli che vanno oltre la persona della comesi suoldire. víttimae puntanoin ulto, un awterÍimenlo, Sono stato, per moltí anni, testimonee in purte protagonista di un certo contestopolitico. Sono cont,intoche queslodelitto.facciaparte di un disegnopiù \,asto. Un disegnochepotrebbespiegarealtre cose,molte altre cose. Ancora oggi sono, pertanto, u disposizione di codesta Commissione Antimaliuse voruòascolÍarnri." La missivacosì come redatta,smentiscela versionedell'on. Violanteche parlavadi una mia richiestaper un colloquioprivatotra lui e Cianciminoe la volontàdi quest'ultimodi parlare confermainveceinequivocabilmente di frontea tutti i componentidellaComtnissione. Circa questo particolareaspetto,la mia difesa, pochi mesi orsono,ha Antimafia, potuto ottenerefonnalmentedalla CommissioneParlamentare oltre ad una copia della lettera sopra citata , anche il relativo carteggio esistente. A riguardo,il registrodi protocollocartaceodimostrache il documentofu acquisitodalla Commissioneil 29 ottobre 1992,ma già 1127 l'iniziativa lnfatti, nella dell'Ufficio di Presidenza. del Cianciminoera a conoscenza 1992, fa menzione della si sedutadella Commissionetenutasiil 29 ottobre richiestadel Cianciminoprecisandoche essaera statatrattata, in sededi Ufficio di Presidenza della Cornmissionestessa,nella sua riunione 27.10.92,cosìcomerisultadal relativoverbale. (l resoconti delle seduteVo e VII. della CommissioneParlamentare cheho Antimafia sonostatida me già allegatialle dichiarazionispontanee rilasciatoil 20.10.2009). Da quanto sopra si ricava per tabulas che, all'atto della riunione dell'Ufficio di Presidenza,i suoi componenti, tra cui ovviamente il Presidente,erano al corrente dell'iniziativa del Ciancimino, mentre la sua lettera non era ancora arrivata. Questo conferma il fatto che I'on. Violante era da me stato informato precedentemente,per la precisioneil 20 ottobre 1992,e sapevache il Ciancimino voleva essereinteso dalla Commissionenella sua interezza e non da lui solo. ( Si veda la lettera in questione e gli altri documenti costituenti il carteggiorelativo o acquisiti su richiesta dei miei avvocati.Annesson. I t. Nel corso del mese di novembre 1992, il cap. De Donno, attraverso Massimo Ciancimino,seppeche Vito Cianciminolo voleva incontrare, peròda solo. Ritornato dall'appuntamento,I'ufficiale mi riferì che Ciancimino, dichiaratosi pienamente collaborativo, gli aveva chiesto cosa effettivamentevolessimoe che lui gli avevarispostoche a noi interessava catturare i capi di "cosa nostra", cioè Salvatore Riina e Bernardo Provenzano. Cianciminone avevapresoatto,precisandosubitoche aveva indicazioni più immediatamentesfruttabili su Toto Riina, chiedendoa riguardo le mappedellazonadi Palermoche,da viale della RegioneSicilianava verso Monreale,con lo schemadei relativi allacci dell'AMAP, questoperche, sulla base della conoscenzadi alcuni lavori che eranostati effettuati anni prima nell'abitazionedi SalvatoreRiina riteneva,consultandole, di poterla Tocalizzare. Acquisita la documentazione,De Donno, il 18.12.1992,ritornò da Cianciminoche non fu soddisfatto del materialechiedendoaltremappeper una zonadiversada quellacheavevaprecedentemente indicato.Pocheore Yito Ciancimino venne arrestato in dopo quelf incontro,il 19.12.1992, esecuzionedi un provvedimentodi custodia cautelareemesso, sul presupposto del pericolodi fuga,dallaCorle d'Appello di Palermo. quindi non contribuìin alcun modo alla catturadi Toto Riina, Ciancimino ma sono convinto che, se avessepotuto e ne avesseavuto il tempo, ci avrebbemessosulla pista giustaperché,a quel punto della sue vicende personalie giudiziarie,avevaormai capitoche solo un contributodi quella importanzagli avrebbeconsentitodi mantenerelo statodi libertà, che era per lui la ragioneed il sensostessodella vita. Da qui, il passosuccessivo ad una collaborazionepienasarebbestatoun fatto scontato. In tutta questafasedei contattioCiancimino mai ebbea dirci chi fosse il suo interlocutore o se avessericevuto documenti dalla parte mafiosa con richiestedi qualsiasitipo che ci potesserointeressare. In uno dei quattro incontri che io ebbi con Vito Cianciminonella sua abitazioneromanavidi, per la prima ed unica volta, MassimoCiancimino che entro per portare il caffé e uscì subito dopo. Nella circostanzanon scambiammonemmenouna parola,perchénon avevamoproprio nulla da dirci. Il signorMassimoCianciminodice di avermiincontratosuccessivamente a Palermo; sarei curioso di conosceregli elementi di riscontro che può fomire a sostegnodi un'affermazioneche non ha fondamento. Nel corso del successivomesedi gennaio1993,qualchegiorno dopo la catturadi SalvatoreRiina, I'avvocatoGiorgio Ghiron, difensoredi Vito Ciancimino, mi contattòtelefonicamentedicendomi che il suo cliente volevaparlarecon me e De Donno. Di conseguenza chiesi l'aulorizzazione per svolgere un colloquio investigativoed informai dell'iniziativa il dr. GiancarloCaselli,nuovo Procuratoredella Repubblicadi Palermo,al quale avevogià spiegato,sia pure informalmente, in un precedenteincontro avvenuto a Torino il 10.01.1993e ricordatonelle mie dichiarazionispontaneedel 20 ottobre 2009.,quantosi era verificatotra noi ed il Ciancimino. ll 22 gennaio1993( Si veda I'agenda 1993allegataalle mie spontanee dichiarazioni del 20.10.2009), incontrai,a Roma - Rebibbia,insiemeal capitanoDe Donno, Vito Cianciminoche intendevariaprireil rapportocon noi interrotto dal suo arresto.Gli chiarii la nuova situazioneper cui la prosecuzionedi un dialogo poteva avveniresolo su di un piano di formale collaborazionecon gli organi dello Stato e quindi con la magistratura competente.Dopo qualchetergiversazioneegli accettò. Rientrandonello stessogiorno al ROS trovai ad attendermiil dr. Caselli.Il per questaprima aperturae disse magistratomanifestòla suasoddisfazione che avrebbeiniziatoal più prestoa sentireil Ciancimino. Il successivo27 gennaio 1993,infatti,a seguito della comunicazione datata24.01.1993del ROS,presentiil dr. GiancarloCasellied il n.1286412 dr. Antonio Ingroia, cominciaronogli interrogatorida parte dei magistrati della Procura di Palermo. Io e De Donno, insieme o isolatamente, presenziammopiù volte agli interrogatorisvoltisi a Rebibbia,giungendo unitamenteai magistratiprocedenti.Qualsiasiriscontro, ed allontanandoci anche pressogli archivi del carcere,smentiràl'affermazionedi Massimo svolti con il padre Ciancimino circa colloqui da noi indipendentemente 1122.01.1993. richiestoed autorizzato oltre a quelloregolarmente riepilogò, negli stessi Ciancimino Nel corso delle sue dichiarazioni, termini da me sopra riportati, la storia dei nostri contatti,ribadendo ancheai magistratila propostafattacid'infiltrarsinel sistemadegli appalti al fine del loro controllo da parte dello Stato. Egli confermò sostanzialmenteanche la cadenza temporale degli stessi,collocando però il suo primo incontro con me, ed in ciò sbagliando,una volta il25 agostoed unoaltral'1 settembre1992,invecedel 5 agosto. Se ci fossimo messi d'accordo, come sostieneMassimo Ciancimino, avremmo certamenteevitato discrepanzesu di un particolarenon certo secondario. ( Si vedano a riguardo le già ricordate dichiarazioni rese dal Ciancimino nella seriedi atti formalizzati dai magistrati della Procura della Repubblica di Palermo trail2T gennaioedil22luglio 1993). Sia nella fase dei contattiinformali con me e De Donno, che in quella delle deposizionireseai magistrati,Cianciminonon fecemai nomi di impreseo di imprenditori da sffuttareper rendereoperativala suapropostarelativaal a livello di sua mera controllo degli appalti,che rimase esclusivamente ipotesidi lavoro. Pertanto le dichiarazioni di Giovanni Brusca circa un'infiltrazione nell'impresa Reale da parte del ROS, allo scopo di individuare gli appalti condizionatidalla mafia, è solo frutto di fervida fantasiae delle sue deduzioni guarda casosempreespressedopo la lettura dei giornali o I'ascolto delle dichiarazioni mie e di De Donno , quindi invariabilmente a posteriori. Nel corsodi uno degli esamisostenuti,il Ciancimino,piu volte sollecitato dai magistrati,fece infine il nome del dr. Antonino Cinà quale suo nostra". intermediariocon o'cosa La serie degli interrogatori di Ciancimino si concluse senza che i magistratiravvisasseroelementitali da considerarecome produttivele sue dichiarazioni. A riguardo i magistrati Caselli, Ingroia, Patronaggioe Pignatone conferironouna delegad'indaginialla Sezionedel cap.De Donno,assolta qualcosada eccepire, senzache,all'esito,avessero Il 17 febbraio 2005, a Palermo, come già ricordato, nel corso di una perquisizionenell'abitazione del figlio Massimo,fu rinvenutotra l'altro un 10 "l manoscrittodi pugno di Vito Ciancimino,intitolato Carabinieri". nel qualevengonoriepilogate,negli stessitennini descrittida me e dal cap.De Donno e dianziriportati, le fasi dei nostri incontri. Osservoche il documentofu ottenuto con un atto a sorpresa,modalità di per sé sempre più credibile, per il tipo di acquisizione,di una consegna"spontanea". Per ultimo, in relazione a questa vicenda, vorrei fare rilevare che le ricostruzionedei fatti formulateil 6.06.1998dalla 2^ Corle d'Assise di Firenzenel processocontroBagarellaLeoluca+ 25, ribaditapoi in sededi appello(Si vedano, a proposito, gli stralci delle Sentenzedella Corte d'Assisee della Corte d'Assised'Appello di Firenze.Annessinn. 8 e 9 ), e dalla 3o SezionePenaledel Tribunaledi Palermo,nel processocontro Mori Mario + l, in data 20.02.2006( Si veda copia della Sentenzadi assoluzione. Annesso n. 10 )o tra loro concordanti, confermano pienamentela versionepropostada me, dal dr. De Donno ed anche,per la partecheci riguarda,da Vito Ciancimino. Stessoorientamentoha manifestatoil GIP del Tribunaledi Palermoche, del 20.09.2004, ha archiviato,suconforme con suo decreton. 15123101 pareredella Procuradella Repubblica,il procedimentopenalen. 18101/00 Cinà Antoninoe CianciminoVito. iscrittoa caricodi Riina Salvatore, (Si veda il Decreto di Archiviazionedel GIP di Palermo.Annesson. I I ) Il signor Massimo Ciancimino,a partire dalla primaveradel 2008, ha rilasciato una serie di dichiarazioniai magistrati della Procura della Repubblicadi Palermoin relazioneai rapporti che il padreVito intrattenne con me e I'allora cap.GiuseppeDe Donno. Su questirapporti,come inizialmenteho ricordato,sin dalla secondametà degli anni novanta, eranointervenute,in sedi giudiziariediverse,sia le dichiarazionimie e di De Donno, che quelle di alcuni pentiti, trovando ampiorisaltoe diffusi commentisugli organid'informazione. Voglio cioè dire che praticamentetutto , sin da quell'epoca,era noto. Logica avrebbevoluto che, in quel periodo,se Vito Cianciminoo i suoi familiari avesseroritenuto di individuare falsità, o ricostruzioni degli avvenimenti non aderenti alla realtà, avrebberopotuto intervenirea loro volta per ptntualizzare o smentire ogni aspetto ritenuto falso o non corretto,al fine di ristabilire la verità ed il loro buon nome. Questonon e avvenuto e solo dopo molti anni dalle prime emergenzesu quei fatti, Massimo Ciancimino ha sentito il bisogno di intervenire.Nel fiattempo pero egli era stato coinvolto in un procedimentopenale relativo alla gestionedel patrimonio paternoche, in appello, lo ha visto condannatoa tre anni e quattro mesi di reclusione. A suo tempo,nel contestodi questa vicenda, egli aveva subito, l7 gennaio 2005, una perquisizione,già ricordata,dispostadalla Procuradella Repubblicadi Palermo,nella quale era stata sequestratadocumentazioneautografa di Vito Ciancimino, relativaanchealla fasedei contatticon me ed il cap.De Donno. ll ( Si veda la copia del sommario processo verbale di sequestroe relativa documentazioneacquisita.Annesson.6 già citato) Ancheallora Massimo Ciancimino aveva ritenuto di tacere e mantenne tale atteggiamentoanche durante il procedimentoin primo grado che lo per lui, con unacondanna riguardava,iniziatoil l5.l1.2006,e conclusosi, a cinqueannied otto mesi. Solo il 4 aprile 2008,un mesedopoI'inizio del procedimento d'appelioa cui era interessato,aperto il 6 marzo 2008, il Ciancimino decisedi rilasciaredichiarazioniin rnerito ai rapporli, di circa sedici anni prima, tra il padree gli ufficiali del ROS. Queste dichiarazioni, caratterizzate da un'inusitata diluizione nel tempo, accompagnate da fughe di notizie e preannuncisensazionalistici, infiammezzateda interviste sui giornali ed apparizionitelevisiveben hannocreatouna sortadi processomediatico,tutt'orain corso, orchestrate, che ha finito per indurre,nell'opinionepubblica,convincimentichequesto processo,quellovero cioè,non ha ancoraratificato. Per molti io sono ormai quell'ufficiale dei Carabinieriche ha trattato con una banda di assassini, delegatoa ciò da chi sa quale segretamente gruppo o personaggiopolitico, per porre fine, nella maniera più disonorevole, alle stragidi mafia. Questo non è vero ed il modo in cui si tenta di affermarlo è scorrettol dimostreroin questasede,puntoper punto,la falsitàdelledichiarazionidi MassimoCianciminocircai fatti per cui qui si procede. GIi aspetti salienti di queste dichiarazioni, nelle parti che mi riguardanoosi possonocosìriepilogare: o i contattitra il padreVito ed il cap.De Donno inizianotra la strage di Capacie quelladi via D'Amelio; o già prima della morte del dr. Borsellino, il col. Mori aveva incontratoVito Ciancimino; . il padre, che non si fidava molto delle possibilità dei due Carabinieri,i quali avevanovisto demolitala loro inchiestasugli appalti dall'interventodell'on. Salvo Lima pressoil procuratore della Repubblicadi Palermo,dr. Pietro Giammanco,era statopero franquillizzatodal sig. " Carlo " ovvero o' Franco ", un uomo dei Servizi non rneglio individuato,che seguivapasso dopo passo l"attività di Vito Ciancimino e dei Carabinieri."Carlo/Franco", inoltre, assicuravail collegamentocon i ministri Mancino e Rognoniche eranoal correntedella trattativa; o il generaleSubranni era il garantedel col. Mori e del cap. De Donno; o Vito Ciancimino,tramiteil dr. Antonino Cinà, avevainizialmente trattatocon Toto Riina, il quale aveva fatto pervenireuna seriedi richieste,scrittedi suo pugno e contenutein un " papello" che , seppureda lui ritenuteesorbitanti,eranostatecomunquemostrate ai Carabinieri.A riguardo avevapreparatoa sua volta un elencodi piu realistiche; propostecheconsiderava t2 stanteI'irresponsabilitàdel Riina, Vito Ciancimino,in una fase successiva,aveva preso accordi con Bernardo Provenzanoper neufraltzzareiì capo di ''cosa nostra" fàcendoloan'estare,così da portarea terminela trattativasu basi accettabili; Provenzano avevaindicato,su dellemapperichiesteda Ciancimino al cap.De Donno,I'abitazionedel Riina.L'accordoprevedevapero la clausolache la casanon dovevaessereperquisita,percheRiina custodiva documenti che, una volta arrestato,gli avrebbero a livello nazionale; consentitodi provocaresconquassi quandoil 19 dicembre1992fu arrestato,Vito Cianciminocapì di esserestatotraditoe sostituito,qualeintennediariodella trattativa, dal senatoreMarcello Dell'Utri che la proseguìcol Provenzano, sempresottoil controllodi "Carlo/Franco'o; ìa richiestadel passaportoinoltratada Vito Ciancimino,causadel provvedimentogiudiziarioche aveva provocatoil suo arresto,era frutto del tradimento perpetrato dai Carabinieri che I'avevano consigliata.Il cap.De Donno avevaancheilluso Cianciminocirca perchepotesserientrarein possesso il suo interessamento dei beni confiscatigli, mostrandogli un arlicolo di "Panorama " che prospettava questaipotesi; la versionefornita da Vito Cianciminoai magistratidi Palermo, circa modalitàe tempi dei suoi contatticon Mori e De Donno, era stata concordata con questi ultimi per tutelare la sua famiglia nonchèautori e ispiratoridella trattativa; le dichiarazioni,rese da Vito Ciancimino ai magistrati della Procuradella Repubblicadi Palermoa partiredal27 gennaio1993, venivanopreparatepreventivamente dal col. Mori; dei contenutidel anchel'avvocatoAldo Carusoera a conoscenza "papello". Il Carusolo aveva anche invitato a non farsi vedere troppo spesso,con Mori e De Donno, nei pressidi alcunecaserrne palermitane; Vito Ciancimino,dopo I'arresto,aveva avuto ancheun colloquio non si erapoi con il dr. PieroGrasso,a richiestadel magistrato,ma confidato con lui, perche Grasso era venuto col segretarioper interrogarlo; Vito Cianciminovoleva che fosseinformatoancheI'on. Violante, per la buonariuscitadella trattativa,in che ritenevaindispensabile relazione alla funzione di rilievo da questi rivestita sia negli ambientidella Magistraturachedel mondopolitico; conosceva anche il generale Giampaolo Ganzer, attuale comandantedel ROS, dal quale aveva ricevuto attestati di apprezzamento:' avevasubitouna violazionedi domicilio da partedi sconosciutiche si eranoappropriatisolamentedi un verbaleda lui annotato; era stato ripetutamentecontattato da persone che lui riteneva " che lo avevanoinvitatoal silenzio collaboratoridi " Carlo/Franco su quantolui conosceva dellatrattativa; in piu cìrcostanzeil cap. De Donno gli avevaassicuratoche non sarebbemai statochiamatoa darecontodi quantoconoscevadella t a I J trattativa,sui cui contenuti sarebbestato comunqueappostoil segretodi Stato.Anche "Carlo/Franco"lo avevatranquillizzatonel SENSO; a a ancheil fiatello Giovanniavevavisto "Carlo/Franco": Vito Cianciminosi vantavadi avereresistratoMori e De Donno nel corsodei loro incontri; sempre"Carlo/Franco"lo avevaavvefiito pochi giorni prima del suo arresto, consentendoglidi mettere al sicuro all'estero i documentirelativi alla trattativa.Con "Carlo/Franco''avevaavuto rapporlitelefonicisino al 2004,ed anchenel corsodel 2009un suo collaboratore era andato a trovarlo a casa contestandoglile pubbliche propalazioni circa i fatti del 199211993che sarebbero dovuterestaresegrete. A corredo dei suoi interrogatori Massimo Ciancimino ha consegnato altro materiale solo indirettamente connessoa questo procedimento, quale: o una serie di documenti,per lo piu manoscrittied attribuibili al padre; o alcuni "pizzini", da lui ascritti a Bernardo Provenzano ed asseritamente inviati da costuial oadre: Oltre a ciò, Massimo Ciancimino ha sottolineatoche il padre: . avevarapporticon il prefettoDe Francescoe l'Alto Commissario Sica; . avevafatto partedi Gladio; . era stato contattatodal ministro Ruffini per evitare che la mafia si intromettessenelle ricerche dell'on. Moro, sequestratodalle BrigateRosse; . era statoancheinteressato,sempredal ministro Ruffini, perchenon emergessero le responsabilità dellaFrancianel disastroaviatoriodi Ustica. Da queste indicazioni si dovrebbe dedurre che, per il figlio, Vito Cianciminocostituivauna "risorsadella Repubblica",da impiegareper le grandi emergenzenazionali.Questomi sembraverarnenteun po' troppo ! Nell'affrontarequestavicendaoccorrepreliminarmente sottolineare alcuni aspettiche ne sonopresupposto. Vito Cianciminoè statoun uomo dallapersonalità protagonista complessa, in negativo di una fase della vita politico-amministrativa della Sicilia, caratterizzatada una gestionedella cosa pubblica turbata dall'illecito e rnacchiatada evidenti e gravi connivenzecon la criminalità organizzatadi tipo mafioso,e le suevicendegiudiziariene hannoampiamente dimostrato le responsabilità, sia suì pianomoralechepenale. Egli ha semprerespinto,con la veemenzatipica del suo carattere,ogni accusain merito,e sino agli ultimi giorni di vita, con dichiarazionie scritti, 1 A l î ha cercatodi giustificarei suoi atti. Si veda, ad esempio,il documento "REVISIONE manoscritto.databile all'anno 2002, da lui intitolato PROCESSI DI VITO CIANCIMINO ( ex art. 630 lettera d del c.p.p. a Palermo,il 17 febbraio2005, a MassimoCianciminoe )", sequestrato nel quale l'ex sindacodi Palermosollecitala revisionedei suoi processi definendosi"l'unico uomopolitico condannaÍoper delitti di associazione ". mafiosucon pena che sto scontandoper intero Il tentativodi venire a per lui una costantea partire capodei suoi guai giudiziariha rappresentato dal 1984, epoca del suo primo arresto,poi nel periodo del soggiorno obbligato a Rotello e infine, nel corso degli anni novanta,quando si avvicinavano preoccupanti e definitive scadenze giudiziarie. Vito Ciancimino,quindi, nel rapportocon me e De Donno intravedevauna sponda a cui appoggiare il suo intento volto a non subire ulteriori incarcerazionie su questotentativo.stanteI'impellenzadegli avvenimenti per lui negativi,puntòtutto; anchea costodi rischipersonali. Il figlio Massimo,anchelui, in questavicenda,giocala suapartita,infatti riportando in maniera volutamenteasettica,ma soprattutto de relato, affermazionie vicendedella vita del padre,si ritagliauna parteche è nello stessotempoquelladi vittima e di spettatore. Spettatoreperò interessatoa comparire quale collaboratorepienamente credibileper la Procuradella Repubblicadi Palermonel cui Tribunalesi coinvolto.Che la decidonole sorti de1lavicendanella qualee direttamente primo luogo, dalla in consegue, sospetta, sua collaborazioneappaia constatazioneche egli si e deciso a collaborare,anzi a dichiarare,solo a circa sedici anni dalle vicendedi cui riferisce,ed anchea rate! Sono infatti in numero di 25 le sue dichiarazioni, almeno quelle di cui ha conoscenzala mia difesa , diluite nell'arco di ben 20 mesi; mentre continua ancora oggi, inesaustarla sua produzionedocumentale! chein tutti gli annichevannodal 1993 Egli sostiene,a suagiustificazione, ma questonon è vero.Infatti,il 10 10.2005, lo ha cercato, aI2008,nessuno egli si rifiuto di rispondereai magistratidella Procuradella Repubblicadi Palermo che lo volevano sentire anche sui rapporti del padre con i Carabinieridel ROS,con l'on. Silvio Berlusconie con il senatoreMarcello Dell'Utri. ( Si veda copia del verbale d'interrogatorio reso da Massimo Ciancimino ai magistrati della Procura della Repubblica di Palermo, Lari, PignatoneoBuzzolani, Prestipino e Sava, il 10.10.2005.Annesso n . 1 2) . Si aggiungaa cio che, a distanzadei fatti, quandoi protagonisti.o sono scomparsio si sono già espressi,e comunquei riscontri possibili non sono agevoli, e facile creare artificiosamenteun complessodi situazioni che, coerenti con una storia già nota, consentano,nel dettaglio, scostamenti anchesignificativi dal vero. Infatti, disponendodelle cartedel padree delle dichiarazioniin più sedi ufficiali rilasciate da me e da De Donno, consultandole risultanze processualicollegabili ai fatti di suo interesse,seguendole interpretazioni giornalistichein merito, rivisitate alla luce degli orientamentigiudtziai' a lui piu favorevoli ed usufruendodi alcuni anni di tempo per ricostruireed armonizzare i\ tutto, Massimo Ciancimino ha potuto approntare un 15 resocontoal primo irnpatto quasi credibile,avendo avuto cura di non oo flnezza" dimenticare anche i particolari. Ad esempio segnalo la realizzalasfruttandoun mio lapsus circa I'ubicazione dell'abitazione invecechenellazona romanadel padre,da me indicata,in una circostanza, di Villa Medici, in quella di Villa Massimo.Su questoparticolareegìi ha di un ufficio , tutta da accertare imbastitoil dato relativoall'esistenza , ìn cui il padreincontravariseruatamenteil prefetto EmanueleDe Francesco, direttoredel SISDe. Io non credo proprio che Vito Ciancirninoabbia incontratoil prefetto De Francescoche all'epoca dei fatti indicati da Massimo Ciancin-rino, 199011992 , erain pensioneda almenocinqueanni,però appareevidenteil tentativodel figlio di legarmi in qualchemodo al mondo dei Servizi di "Carlo/Franco",che nelle sue ricostruzioni allora"e quindi anchea quel immanentema, novello Godot in versione007, mai risulta costantemente si n-ranifestaad altri, così da non essereancora identificato e questo malgradocalchila scenainformativadall'epocadel ministroRestivo,cioè da più di quaranta anni. Un caso veramente unico nella storia italiana ! dell'intelligence La messain scenadi MassimoCiancimino,ad un'analisipiù approfondita, risulta pero del tutto inattendibile, perché egli non dispone dei fondamentali della materia, fatto che gli avrebbe consentito di appoggiarsia riferimenti validi invece che romanzeschi.Valga come esempio la lettera da lui consegnata nella precedente udienza dell'8.02.2010che avrebbedovuto dimostrareI'attivazionedi suo padre, da partedell'on.Attilio Ruffini, a propositodel casodel disastrodi Ustica. A parte che il testo , se effettivamentedi pugno del Ruffini, consistein a personaterzarispettoa Vito un'asetticapresentazione/raccomandazione, Cianciminoe non rimandain alcunmodo al casoUstica,la letteraè datata 23.09.1978.Ora Massimo Ciancimino avrebbedovuto informarsi,così Né avrebbescopertoche il disastroaereodi Usticaavvenne1127.06.1980. sarebbe potrebbe che riferirsi all'interessamento la letteradell'on. Ruffini stato richiesto anche per il caso Moro, visto che il presidentedella DemocraziaCristianafu sequestratoil 16 marzo e fatto rinveniremorto il 9 maggio 1978,cioeben prima delladataindicatasullalettera. Come dianzidetto, malgradoogni artifizio dialettico volto a dimostrarele sue tesi, la ricostruzione degli avvenimenti proposta da Massimo per quantoattienealla vicendadei miei rapporticon Ciancimino,contrasta, Vito Ciancimino,con una seriedi dati di fattonon scalfibili. Infatti egli: . non ha mai assistitoai colloqui tra il padre, il col. Mori ed il cap. De Donno e quindi non può riferirne i contenuti,ancheperchè le annunciateregistrazionia riguardo non sono state ancora consegnate. Io mi auguro che Ie possa presto produrre perché non potranno che confermarequanto da noi dichiarato; . non è in grado di sostenere, con dati di fatto, la sua affermazionesecondocui, già prima della morte del dr. Borsellino,vi erano stati incontri tra me ed il padre; ló . non ha prodotto dichiarazionio scritti del padre che valgano a sostenerela ricostruzionedegli avvenimentida lui prospettata; . non è in grado di provare la sua tesi secondocui la cattura di Totò Riina si deva a Bernardo Provenzano; . non ha elementi concreti per sostenereche fu il cap. De Donno a consigliareil padre a fare richiesta del passaportoo ad interessarsi per il rientro nel possesso dei suoi beni; o non è ovviamente in grado di dimostrare che io dettavo i contenuti delle dichiarazioni che il padre rilasciava ai magistrati di Palermo; . non riesce,sino ad oggi, a dare un'identità ed una collocazione formale ed istituzionale al signor "Carlo/Franco" e ai suoi collaboratori che, nei racconti da lui proposti, assumono contorni molto più vicini a personaggidi Ian Fleming che a soggettiin carne ed ossa. Sulla base di quanto sopra, proporrò la mia ricostruzione dei fatti, producendoelementiconcretia sostegnodelle mie affermazioni. che ritengoio una precisazione Voglio premetterea questeconsiderazioni debba,siaper ragionipersonalichedeontologiche. Nelle sue torrenziali dichiarazioni Massimo Ciancimino ha attribuito al cap. De Donno attività scaturentida sue personaliiniziative e al gen. Subrannila funzionedi garantedel nostroagire. Ciò non è vero. Il gen.Subranniera il mio superiorediretto,ma nella qualitàdi ufficialedi dell'attivitàoperativadel PG piu elevatoin grado ero io il responsabile ROS ed a me competeva scegliere gli indirizzi d'indagine ritenuti più produttivi e confacenti.Il gen. Subrannifu da me avvertito del contatto con Vito Cianciminonell'imminenzadel secondoincontro ( 29 agosto che e della grandeprofessionalità 1992 ) e, dall'alto della sua esperienza tutti gli riconoscono, mi consiglio attenzione e prudenza, stante la difficoltà del rapportocon un interlocutoredal vissutodell'ex sindacodi Palermo,da lui conosciutoavendoa suo tempoprestatoservizioin quella città. Per quanto attieneall'azione del cap. De Donno nel rapportocon Vito Ciancimino,e evidentechetutta la suaattivitàera da me passodopopasso conosciuta e autonzzata. Il ROS è un Repartodell'Arma dei Carabinierie quindi con articolazioni ed attribuzioni gerarchiche ben definite e chiare ed io ho sempre conosciutoe rispettatogli obblighi che mi competevano. 11 Ritornandoai dati del processoe della specificavicendadei rapporlitra me e Vito Ciancirnino,si possonoevidenziarei seguentiaspettisalienti nelledichiarazionidel fislio Massimo: a. Vi fu una "trattativao'tra Stato e mafia condottadal col. Mori e dal cap. De Donno con la mediazionedel padre Vito Ciancimino. tengoa sottolineareche per "trattativa''io intendo,come Preliminarmente un dareed un avere.Se chepresuppone ho già precisato,una negoziazione questo è il senso che si vuole attribuire ai miei contatti con Vito Ciancimino,siamoproprio fuori tema. Io volevo solo, ma non era poca cosa,averenotizieed informazionisu "cosanostra"e nell'ipotesimigliore giungere alla collaborazionedell'ex sindacodi Palenno, convinto che questo risultato avrebbe falro realizzareun salto di qualità fondamentale nella lotta alla mafia. "trattativa" tra Stato e mafia, attribuitada Circa poi I'esistenzadi una MassimoCianciminoad una rnia iniziativa,constatoche in merito hanno interloquito piu Uffici Giudiziari (Caltanissetta,Firenze e Palermo) dove, sia come teste, unitamenteal cap. De Donno e nel quadro di "cosanostra",sia come procedimenticonseguenti alle attivitàcriminalidi imputato, sono stato inteso o giudicato. Le relative sentenzehanno comunquesempreconclusoche,da partemia e di chi operavacon me, non la volontàdi furono mai posti in esserecompofiamentiche dimostrassero scenderea patti o trattare con I'organizzazionemafiosa. In particolare, restandoa quella che a mio avviso appareìa piu significativatra le pronunceche rli riguardano,in quantomi ha visto nella vestedi imputato "cosa nostra" e non già per favoreggiamentodi elementi appartenentia come teste, cioè la sentenzaemessadalla 3' Sezionedel Tribunaledi Palermo il 20 febbraio 2006, conclusasi con un'assoluzione non appellata dalla Procura della Repubblica di Palermo, in essa, a propositodellacatturadi SalvatoreRiina,si osservache: "Se la catlura del Riina.fosse slala il .frutto dell'accordo con lo Sfalo, "pax" copucedi garantire tramite il quale era slala siglala une sorla di alle istituzioni il ripristino della víta democratica,sconquassatadagli "cosq noslra" la prosecuzione,in tutla lranquillità dei allentali, ed a "lalu sensu" moderata, non si propri affari, sollo una nuove geslione contprenderebbeperché I'associazione criminale abbia invece voluto proseguire con tali eclatanti qzioni delittuose,colpendoi simboli storicoartistici, culturali e sociali dello Stato,al dí.fuori del territorio siciliano, in aperta e s.frontutaviolazionedi quelpatto appenustipulato."; e inoltre: " Se gli elementi di carattere logico e .fattuale sono idonei a smentire "trallaliva" mafìa-Statoaventead oggettola consegnadel I'ipolesi della Riina, deve concludersiche piir verosimilmentel'inizialiva del gen. Mori al .fine di .fu ./ìnalizzatusolo a .far apparire l'esislenzadi un negoziato, " " carpire inforntazioni utili sulle dinumiche interne a cosa noslra e dei lolilanli. sull' individuazione l8 Senthra conferntare una tule inlerpretazione anche il rílieyo che il contportamentoassurtto dal cap. De Donno o dall'imputalo (Mori) apparirebhe viziato - ponendosi nell'ottica di una lratlaliya tteru int,ece che simulata - da un'evidente ed illogica contraddizione solo se si consideriche gli ste,ysisi recaronodal Ciancintinoa "trattare" chiedendo il massimo,la resa dei capi, senzaayerenulla da ffi"ire ". (Si veda la Sentenzaemessadal Tribunale di Palermo- 3o Sezione,il 20.022006.Annesson. l0 già citato) Nel senso di cui sopra soccorronoanche le affennazioni di Vito Cianciminoche: - nelle dichiarazionirilasciateai magistratidella Procuradella Repubblica di Palermo,GiancarloCasellied Antonio lngroia,il 17 marzo 1993, alle ore 09.30,sostiene: ".....(lhiamai i Carabinieri i quali nti dissero di .formulare questa proposta: consegnino alla Giustizía alcuni latitanti grossi e noi garantiumo un buon trattamento alle /amiglie. Ritenni questaproposta angusta per potere aprire una valida trattativa e convenní con i Carahinieri di comunicare a quelle pcrsone che le trattalive dovevano considerarsichiuse, come se i Carabinieri non avesseropiù niente da disculere. In realtà avero convenutocon i Carabinieri che era meglio non .fare conoscerela loro proposta, troppo ultimativa,perche essaavrebbe defìnititamentechiusctqualunquespiraglio. Stabilii peraltro di continuare a títolo personale i miei rapporti con i Corabinieri. FratÍanto ríflettevo che quelle persone ( la controparte ma-fiosa ), per assumere l'alleggiamenÍoarroganfe di cui sopra dot,evanoesserepazze o at,ere le s p a l l ec o p e r t e . . . . . " . - nel documentodi suo pugno, intitolato" I Carabinieri",rinvenutonel corso della perquisizione effettuata , congiuntamente , da rnilitari dell'Arma e della Guardiadi Finanza,in Palermo,nelle varie pertinenze del figlio Massimo,ll17 gennaio2005,egli afferma: Chiamai i Carabinieri i quali nti dissero di .forntulare questa proposla: " consegnino alla Giustizia alcuni lalitanti gt'ossi e noi garantiamo un buon trattamentoalle famiglie. Ritenni questaproposta angusta per potere aprire una valida lrattativu e convcnni con i Carahinieri di comunicare a quelle persone che le trattative dovevano considerarsi chíuse, come se í Carahinieri non ayesseropiù niente da discutere.In realtà avevo convenutocon i Carabinieri che era meglio non fare conoscerela loro proposfa, troppo ultimutiva,perche essa at,rebbe qualunquespiraglio. Stabilii peraltro di continuare chiusode.finitit,amente a titolo personale i miei rapporti con i Carabinieri. Frattanto ríflettevo che quelle persone ( la controparte mafiosa ), per assumere I'atleggianenÍo aruoganfedi cui sopra dot,evanoesserepazze o avere le spalle coperte". Vito Ciancimino ribadendo quindi, in epoca successiva,i contenuti delle sue dichiarazioni ai magistratÍ della Procura di Palermo, ne forniscela più evidentee diretta delle conferme. t9 Quanto sopra dimostra,in maniera che non puo prestarsiad equivoci, fuori da qualsiasiipotesi collegabilead una come fosse assolutamente la rispostaal quesito,postomida trattativa,I'approccioche sottintendeva Vito Ciancimino, circa le eventuali offerte da prospettare ai suoi interlocutori.Peraltrole considerazioniespressedal Ciancimino stesso evidenzianoaltresìcome questi avessecompresoperfettamenteil tenoree che la mia rispostacompoftavano,tanto da le pericoloseconseguenze un'uscitameno preoccuparsi anchedi trovareuna formulache consentisse traumaticadal contattoche avevaormai instaurato. di Vito residuadall'esamedelle dichiarazioni Un'ultima considerazione della cosìdetta"trattativa".Mi rifaccio Cianciminoed attieneall'esistenza semprealle dichiarazionidi Vito Cianciminoreseai magistratidi Palermo, Caselli ed Ingroia,alle ore 0930 del 17 marzo 1993,nelle quali egli sostieneancheche: '' .....Questomio piuno dai Carabinieriaccettatoe una ventint di giorni /u dopo incontrui una persona, organo ínterlocuîore di altre persone. Pensavo che questo interktcutore .fosse asettico invece assunse un utteggiamentoche consideraialtezzosoe arrogante,perche - rdèrendo le cose dettegli dalle altre persone con le quali faceva da tramite mi " aposlrofòpiù o meno con quesleparole: si sono rivolle a lei? Allora ". aggiuslinoprinta tutte le cosesue e poi discutiamo Giudícai questoaÍteggiamentoaltezzosoed arrogantese non altrctperche c'erano problemi temporali, nel sensoche il mio processoin appello era fissato per il 18 gennaio e muncara perciò spazio per un qualche intervento.Sta di.fatto che questoatteggiamentoaltezzosrtrafforzò in me l'idea dellapossibilematricepolitica di cui sopraho detto.....". E ancora,semprenel prosieguodelle sopracitatedichiarazioni: ...Frattanto riflettevo che quelle persone, per assumere I'atteggianlenloarrogante di cui sopra dovevanoesserepazze o avere le spalle coperte. Io mi ero presentato all'infermediqrio tacendo nomi e cognomi,menzionandocioè (aulorizzatoda loro) il CapitanoDe Donno e ", " il Col. Mori, come mio lasciapassare dicendoche i due - ul pari di erano preoccupati per la situazione. A questo punto il ntio me interlocutore at,rebbepotuto esprimerequalche valutazionesul conlatto che i Carabiníeri uvet)enopreso con me, ma non espressevalutazione alcuna al riguardo. Espressesoltanto meravigliaperché i Carabinieri si erano rítolti proprio a me. L'interlocufore( cheerq ancheantbasciatore ) neppuremi chiesechecosa i Carabinieri volessero.Si limítò a dírmi quel che ho già riferito e cioè che se si erano rivolti a me prima di tutto dovevanoaggiustarele cose mie. Solo che non si trattava di un ctggiustantentocome spostare un'auto. C'era, come ho dello, quanlomenoun problemadi tempiper il processo d'appello.fissato per gennaio. In soslanza la mencanzad'inleresse dell'interloculore-ambasciatore,per le proposte dei curabínieri e nel contempo la prospettivu di un impossibileaggiustamentomi portarono appunto ullu riflessione che un atteggiamentosimile poterano tenerlo soltantopersonechefosseroo pazzeo con le spallemolto coperÍe....." 20 con gli stessitemini, Vito Cianciminolo Identicoconcetto,praticamente ''l esprimenel manoscritto,intitolato Carabinieri",rinvenutoa Palennonel corso della perquisizionecui fu oggettoil figlio Massimoil 17 gennaio 2005. "cosa nostra", Dalle parole dell'interlocutore-ambasciatore di riportate da Vito Ciancimino, emergecome naturale conseguenzache l'organizzazionemafiosa ignorava I'attività dei due Carabinieri, che pure erano stati indicati nominativamente , e non ne riconosceva quindi Ia funzionedi controparte. Ciancimino concludeche "o erano pazzi, o avevanole spallecoperte"l cioè avevanoaltri soggetticome riferimento e con cui trattare. Da quanto sopra si deduceche, se una trattativa vi è stataoquestanon è da attribuire a Mori e De Donno, ma a qualche altro cheoagli occhi di "cosanostra",apparivasenz'altropiù qualificato. b. La trattativa ebbeinizio tra le stragi di Capaci e via DoAmelio. I ten-rpiche hanno segnatolo sviluppo dei contatti con Vito Ciancimino, potràesseresentitoanche sonostatida me prima ricordati.Sull'argomento il dr. De Donnoche fu colui che li inizio, ovviamenteda me autortzzato.ln merito ha riferito ancheGiovanni Brusca,in una prirna fasemolto incefto sulle date,così come osservòla Corte di Assisedi Firenzenella sentenza ernessail 6 giugno 1998 ( Si veda il relativo cap. V o Pag. 1530 e seguenti.Annesson. 8 già citato). Poi, con un fenomenoricorrentetra i dichiarantilegati a questavicenda,la suamemoriasi è ripresa,ma anche le notizie,che al modificata,cosìchelui, ultimamente,collocasicuramente "papello" gli fornì Riina,tra la stragedi Capacie quelladi via riguardodel D'Amelio. Bruscacomunquenon dice di saperea chi fu consegnatoil fantomatico documentoe chiantain causame e De Donno solo dopo avereintesole nostredichiarazionialla Corle d'Assise di Firenzee letto i resocontidi "Repubblica". ( Si vedanole sue dichiarazioni rilasciateanchein questoprocesso). MassimoCianciminodice che De Donnolo avvicinosubitodopo Capacie Mori iniziò i contatti con suo padre ben prima della strage di via D'Amelio, al puntoche il 29 giugno 19921oavevagià incontratotre volte ed un'altra lo incontrò prima del 19 luglio, ma a sostegnodella sue affermazioninon porta alcunaprova. I tempi dei contatti con Vito Ciancimino, come ricordato, sono stati indicati,sia da me cheda De Donno,davantialle Corli d'Assisedi Firenze ll27 gennaio1998ed in epocanon sospetta,precisamente e Caltanissetta delledue sentenze dalle a cominciare ll27 marzo1999,da alloranessuno, 2l Corti d'Assise citate. documentalmenteo con argomentazioniconvincenti, ne ha contestatola veridicità. Sulla vicenda una parola chiarificatrice è stata messa,ancora una volta, da Vito Ciancimino, il quale: . nelle sue dichiarazioni ai magistrati di Palermo, Caselli ed Ingroia, ll lJ marzo 1993, alle ore 0930, afferma: " .... Atevo avuto dal Cap. De Donno varie sollecitazioniper iniziative comuni. Le avet,rt respinte. Ma dopo i tre delitti ( quello di Lima, che nti uveva sconvolto; quello di Falcone che mi aveva inorridito; quello di Borsellino che mi avevu lasciato sgomento ) cambiaí idea e ricettettí nella "; mia casu di Roma il predetto capitano ... . e ancora: . . ManiJ'e,slctila ntia inlenzione di collaborare ma chiesi un contalto con un livello superiore. Conseguentementeil capitano De Donno lornò a ,:.:.r,,.*ro ( mi pare il I settembre 1992 ) uccompagnato dal col. Mori. " " o mentre nel già indicato manoscrittointitolato I Carabinieri", rinvenutoa Palermoil l7 gennaio2005 in locali nella disponibilitàdel fi glio Massimo,riferisce: " Il capitano dei carabinierí, GiuseppeDe Donno, varie volte in ( incontri più o meno occasionali ) con mio .figlio Massimo ( suo conoscentee coelaneo) lo aveva sollecitctto,con gentilezzae cortesia,a chiedermidi potere a\)ereun abboccamentocon me: Io con altrettanta cortesiu,ogni volta, avet)orifiutato il colloquío. Però la successionedi TREFATTI CLAMOROSI: a) l'assassiniodell'On.Lima chemi ha SCONVOLTO; b) la strage in cui perì Falconeche mi ha INORNDITO; c) la strage in cui perì Borsellinoche nti ha lasciatoSGOMENTO mi hanno indotto a cambiareidea ed ho accettatodí incontrareil capitano De Donno, a casa mia a Roma ( Via San Sebastianello9 ). Conteè nuturale e logico avrebbedovutoparlare il capitano,dato che la richiesta del colloquio era stata attanzata da lui invece , senza tanti preamboli, parlo io ed affermo che respingo con REPULSIONE e SDEGNO la situazionechesi è venutaa CREARE, ma puntualizzo che, QtIELLO C'HE E' PIU' GRAVE, NON RIESCO a VEDERELO SBOCCO. Ipotizzo per i tre./atti delittuosi UNA UNICA MATRICE, dietro la quale è POSSIBILE intrattedereun DISEGNO POLITICO. Aggiungo che in OGNI CASOsia che la MATRICEfosse solo MAFIOSA, sia che .f'ossePOLITICO-MAFIOSA, sia che .fossesolo POUTICA LA SICILIA, comunque , ne sarebbe uscita MASSACRATASII TUTTI I PIANI. LO SDEGNO dipinto sulla.faccia dei miei Ero angosciatoperché v,edet,o FIGLI. 22 Mani.festo ul c'apitano la ntia più ampia crtllahorazione, però concordiamo che la ntia rlisponibilità dot,evu esseretras.fèrita a livello SUPERIORE, sul piano ISTITUZIONALE. Mi partò del colonnello dei carabíníeri, MORI e restammo di intesa di reincontrarci. Questo colloquio tra il capitano e nte si è svolto t,ersrt la.lìne di Agosto ( 25 o 26 ) del 1992. Col colonnello Mori e col capitano De Donno ci siamo inconlrati il Drimo Settentbre successivo, sempre u c'Lts(tmia u ". Roma. Questeaffermazioni,pur con I'imprecisioneche spostail primo contatto con De Donno a fine agosto e quello mio al prirno di settembre, la tempisticaindicatada me e dallo stessoDe confermanosostanzialmente Donno. Se pero ve ne fossepoi ancorabisogno,la confermadellaricostruzionedei ternpi fatta da me e De Donno e ribaditada Vito Ciancimino,trova una puntualeconvalidanelle dichiarazionidella d. sa Liliana Ferraroe dell'on. Claudio Martelli, depositatedal Pubblico Ministero nella precedente udienzadel2.2.2010( Si vedaAnnesson. 13 ). sentitadai magistratidelle Procure Infatti, la d. sa Ferraro,il 14.10.2009, e Palermo,Lan, Gozzo,Marino,Luciani, della Repubblicadi Caltanissetta , Ingroiae Guido,afferma: ".....Mí colpì molto I'incontroche ehbi col De Donno perché kt stesso mi part,e molto provato e mi disse che era molto difficile accetturela morÍe del dr. Falcone e trovare il modo di continuare a st'olgerele propríefunzioni, ancheperché ritenev'ail dr. Falcone il loro punto di ri.ferimentoper il rapporto mafia-appaltie l'organo di polizia in cui era inserito,a suo dire, non avevúugualí buoni rapporti con altri magistratidella Procura di Palermo. In tale contestomi disseche ancheera venutoil momentodi provare tutte le strade e che, essendo Vito Ciancimino un personaggio di spessore,a\)etlunopensato di sondare la possibilità che lo stesso iniziasseun rapporto di collaborazione. Mi disse anche che ( ,et,apreso contatti col figlio Mussimo e che, attrayerso di questi, pensava di poter aggunciurc o ut)evu gia " agganciato,non ricrtrdo bene,Vito Ciancimino In altra parte delle sue dichiarazionila d. sa Ferraroindividua il momento dell'incontrocon De Donno.Ella,ariguardo,dichiara: "..... ho cercalodifocalizzarenteglioimiei ricordi epossodire che sicurantentevenneal Ministero per incontrarmi il cap. De Donno, non ricordo esattamentela data, ma ho memoriadel.fatto cheparlai di tale vicenda col dr. Borsellino all'oereoporto di Roma ove lo s/esso si trovava, unítamenle ulla ntoglie, di ritorno da un conr)egno a Giot'inazzo(BA). ZJ Mi incontrui c'ol dr. Borsellino perche questi mi chiamò dicendomi proprio all'aereoportodi che tolevupurlarnti e mi diedeappuntamento Fiumicíno. Il periodo in cui si svolsequesl'inconlrolo po.rsocollocarenella settímanadel trigesimodella morte del dr. Falcone." Semprenello stessoverbale: " Prendo atto che dull'esamedell'agenda grigiu del dott. Borsellino si ricat,a che questi si recc)a Giot,inazzoil 27 giugno 1992 e.feceritorno a Palermo il 28 giugno 1992.A questoputlto posso quindi a.ffermarecon cerlezzo che I'incontro di cui sto .fac'endomenzione si svolse nel ponteriggiodel 28 giugno 1992. Ribadisco che I'inconlro col cup. De Donno uvyennequalche giorno prima, nell'arco della settintanache va dal 21 giugno al 28 giugno 1992, anche perche, qualora .fòsse passuto più fempo, avrei certamente infnrmato telefonicamente il dott. Borsellino di quanlouttvenLtto"; L'on. ClaudioMartelli,nelledichiarazioni rilasciate15.10.2009 agli stessi magistratisopraindicati,riferisce: ".....sulla basedel colloquioche ho avuto da ultintocon Liliana Ferraro, via,filo e sulla basedei miei ricordi dell'epocu,possodire che la stessanti ha ricordato che il cap. De Donno le aveva.fatto ttisita, almerut così ricordo,parlandole di un contattocon MassimoCianciminoper poterepoi incontrare il padre di questi, ffinche gli stessipotesserout't'iurc un percorsocollaborativoal.t'inedi evitare nuovestragi".,' Mentre.per quantoattienealla collocazionetemporaledell'incontro,I'on. Martelli sostiene: " .....il conlallo tra la Ferraro e De Donno ayvenne il 23 giugno 1992 nei giorni delle comntentorazioni per il trígesinto dell'uccisione del dott. Falcone e di tale circostanza venní messo a parte in brevissimo tcmr)o In occasionepoi del confronto del 17.11.2009tra il Martelli e la Ferraro,gliUffici procedentidannoatto che: " ..... a ,seguitodel confi'onloentramhiconvengono sull'indicazionedella settimanudel trigesimoquale dala in cui avttennel'inconlro con il cap. De Donno." In base a quanto sopra dichiarato dai due testimoni, si ricava che nell'ultima decade del mese di giugno 1992,il cap. De Donno aveva preso contatto con il solo Massimo Ciancimino e si riprometteva di poterlo fare, in prosecuzioneocon il padre. Ne consegueche le affermazionidi Massimo Ciancimino, il quale sostieneche, prima del 29 giugno 1992,il padre aveva parlato già due o tre volte con il col. .A LA Mori, sono false e falsa, quindi, è tutta la sua ricostruzione della vicenda. Si ricava allora che la collocazionetemporale dei contatti tra Mori e De Donno con Vito Ciancimino fu quella indicata in tutte le sedi dagli ufficiati del ROS e laddove esistonodiscrepanzesulledate,questesono posticipate( I settembre - 25126agosto1992) e non già anticipate. Come ultima considerazione,appare infine di tutta evidenza che se tempi e modi di quegliincontri,lo Cianciminoavessevoluto riconsiderare avrebbepotuto fare con successivedichiarazioni , ovvero attraversogli ma ciò non scritti che sino agli ultimi mesi di vita ha redattoe conservato; è avvenuto. c. La versionesu come si svilupparonoi contatti tra suo padre da una concordato parte e Mori e De Donno dall'altra, fu un "escamotage'o per coprire i veri protagonistidella "trattativa" e garantire da eventualiritorsioni anchelui, MassimoCiancimino. Per sosteneredocumentalmentequestaaffermazione,cioè la voluta falsità le delledichiarazionidel padre,MassimoCianciminoportaesclusivamente " Il intitolato Lino Jannuzzi fotocopie di tre pagine estrattedal libro di processodel secolo",consegnate ai magistratiDi Matteo,Ingroiae Guido reso il 29.10.2009,ripropostetra il materiale nel corsodell'interrogatorio ed acquisiteagli atti. dell'8.02.2010 esibitonell'udienza la 253 del prima dellepagineconsegnate, bianco della Sul marginesinistro "lL FALSO E' CHIARO E libro, si legge manoscrittoin stampatello: LAMPANTE", con una grafìa che dovrebbesenz'altroattribuirsia Vito Ciancimino. MassimoCianciminosostieneche questaannotazioneè la dimostrazione che suo padre aveva inteso sconfessarela versione del rapporto con i Carabinieri, da lui fornita ai magistrati Caselli ed Ingroia nel verbale alleore 09.30. redattoil 17.03.1993, Se andiamo ad analizzarecomparativamenteil testo di Lino Janntzzi e quello del verbalesopracitato, si ricava che il libro: o o ripofta, trascrivendoli, interi brani delle dichiarazioni di Vito alleore 09.30; il 17.03.1993 Cianciminorilasciate omette,ritengo per sceltaespositivadell'autore,alcuni punti delle affermazionidi Vito Ciancimino. Esaminandoi periodi tralasciati,si nota che essi non sonorelativi ai fatti, ma per lo più attinenti a notazioni che Vito Ciancimino fa riferendosi a personalivalutazionio a suoiprecisiinteressi. Se egli avesseinteso sconfessarela complessivaversionedel rapportotra lui ed i Carabinieri,avrebbesenz'altro usato più puntuali e pungenti 25 espressioniche certo non mancavanoalla sua prosa,ma questonon era chiaramenteil suo intento. La falsità che egli sottolinea,la attribuivaa perche Lino Jannuzziche,omettendoqualcheaspettoche lo interessava qualificantegli intenti positivi del suo comportamento, lo avevaconvinto che anchel'autoredel libro fossepartecipedi quel "complottogenerale" I' immagine,il patrimonioe l'attivitàpubblica. chemirava a distruggerne non considerazioni sono mie interessateconclusioni, ma Queste affemazioni dello stessoVito Ciancimino che, nel commento da lui manoscrittoalle dichiarazionirilasciatealle ore 09.30 del 17.03.1993, dal figlio Massimoil 15.05.2008ai magistratidella Procuradi consegnato Palermoed anch'esso acquisitonel corsodell'ultimaudienza,scrivenella pagina: seconda " "lL DEL SEC'OLO" ha.fatto Lino Jannuzzinel suo libro PROCIES,SO una sintesianomaladelle mie dichiarazionífornite in questoverbale. di copia del verbale ha In buona sostanzaJannuzzi venulo in pos,sesso COPIATO INTEGRALMENTE alcuni periodi, saltandonealtri cctmesi può.facilmenteverifìcurecomparundoil t,erbalecon le pagine 253, 254 e " " 255 laddot,econtinciua pog. 253 con dice l/ito Ciancintino e.finisceu " " pag. 255 con ARRESTATO . ( Si veda la documentazionerelativa. Annessinn. 14 e l5 ) Non mi sembrache vi siano commentida fare se non la considerazione che Massimo Ciancimino,prima di consegnaredocumentidi cui e in possesso, dovrebbeavere,almenolui, la curadi leggerli;eviterebbecosìdi commettereenori clamorosi.Sempre che non ritenga così sprovvedutii suoi interlocutorida non accorqersidì mistificazionidi tale srossolanità. Lo affermazione circa I'esistenzadi un'intesa tra il padre ed i Carabinieri è invece smentita dai fatti. MassimoCianciminopotrebbe avereuna par\enzadi credibilitàse tutto si fosseconclusocon I'arrestodi Vito Ciancimino il 19 dicembre 1992. Dopo quella data però, costui, detenuto a Roma nel carcere di Rebibbia, fisicamente e moralmente prostrato,confessoal figlio Giovanni" di esserestato tradito e venduto ( Si vedanole dichiarazionireseda GiovanniCianciminonell'udienza di questoprocessoil 20 ottobre 2009) . Un uomo che si sentiva così trattato avrebbe certamenteriferito ai magistrati,che 1o avrebberointerrogatoad iniziare dal giorno 27 gennaio 1993 , il reale sviluppo dei fatti, riferendo anche di quelle intese che, essendostato lui tradito da qualcuno,non avevanopiù efficacia ed anzi acuivanoe non sminuivanoi pericolipersonalie dei suoi familiari. Se poi, per assurdo,non avesseritenuto di farlo nemmenoin quella per circostanza,non avrebbeomessodi dire il vero successivamente, "l Carabinieri",rinvenuto nella già esempio nel manoscrittointitolato ricordata perquisizionedel 17 febbraio 2005 alle perlinenzedel figlio Massimo. Infatti, quando,nel marzo 1999, egli uscì dal carcere,non poteva non avereavutonotiziadelledichiarazionimie e del col. De Donno.rilasciatea 26 Firenzee Caltanissetta( le prime delle quali, a Firenzeofurono del 27.01.1998) a riguardodei contatticon lui intercorsi,così, se vi avesse pericoliper sé ed i suoi,questavolta, proprio rilevatofalsitàe conseguenti per tutela,le avrebbeconfutate. Invece,anche allora, lascio inalteratala versionefomita in precedenza. Versioneconfermataperaltroin quelleche,almenoper le tnie conoscenze, ai magistrati, sono le sue ultime dichiarazioni,rilasciatecongiuntamente delle Procuredella in rappresentanza Grasso,Ingroia,Amelio e Tescaroli Firenzee Palermo,il 3 aprile 1998, quindi Repubblicadi Caltanissetta, mie e di De Donno, davanti alla le dichiarazioni più di due mesi dopo Corte d'Assisedi Firenze,relative alla vicenda. Vito Ciancimino,infatti, nel verbaleredattoin forma riassuntiva,affetma : " PrelintinarntenteI'U.fficio mi chiedese ahbia nulla da aggiungere, in ordine a quanto già in precedenzadichiarato all'Autorità Giudiziaria di Palermo, anche con riferimento alle recenti notizie dif/use da organi di stompacirca le dichiarazionidí Giot'anniBrusca , del Gen. le Mario Mori e del CapitanoGiuseppeDe Donno. Prendoatto di quantole SS.LL. mi richiedono. Non ho altro da aggiungererispettoa quantohrt gia dichiarato". Mentre,dallatrascrizioneintegraledell'interrogatorio , alle pagine52 e 53 quanto segue: sostiene , o alla pagina 52: " Invece io entrai dentrrt suhito! E cominciò la i Carabinieri e Caselli ! ! Che lei ... con collaborazione che io non intendo ripetere qua ! Perché,siccomeè trascritto nel verbale ..... che abbiamosia io che Caselli,se lei ne vuolesapere quali sonoslali i rapporti,io nti rifaccioa quelli delt'erbale!"" . . alla pagina53: " E'scritlo nel verbale... ma .-- irt non ho ... per quelli, io, non intendo modificare una t'irgola rispetto aí ". verbali firmati da me, da Caselli ... ( Si veda il verbale riassuntivo delle dichiarazioni rese , il 3 aprile 1998, da Vito Ciancimino ai magistrati di Caltanissetta,Firenze e Palermo, nonché la trascrizione integrale del suo interrogatorio, acquisiti doiniziativadai miei difensori.Annesson. l6). Se ora si consideranole affermazionidi MassimoCianciminocirca il fatto che io avrei preparatoanzitempoil padre su cosa dire ai magistratidella Procuradi Palermonella serie di interrogatorida lui sostenutiad iniziare dal 27.01.1993e sino al 1994,come si giustificanole dichiarazionisopra nel tempo e ad una iniziativalargamentesuccessiva riportate,conseguenti dai miei avvocati conosciutasolo da qualche mese, che ribadiscono quantoa suotempoVito Cianciminoavevasostenuto? inequivocabilmente oltre che dalla 11fatto e che la tesi di MassimoCianciminoè contraddetta, come un immaginare difficile veramente appare che considerazione per tanto tempo, gruppo di magistratisperimentatisi faccia ingannare così anchedal fatto che Vito Ciancimino le sue dichiarazionile ha rilasciatea poi, in momenti anche piir magistratied in tempi diversi,convalidandole successivi,con scritti di suo pugno e senzamai smentirsi. Questa è I'ulteriore conferma delle falsità delle dichiarazioni di Massimo Ciancimino. 27 d. Lui ed il padreocon la collaborazionedi Bernardo Provenzano, avevanoconsentitola cattura di Riina. Infatti il latitante aveva indicatoI'abitazionedel capodi Cosanostrasu dellemappeinviategli da Vito Ciancimino che le avevaavute, a sua volta, dal cap. De Donno. La versionedi MassimoCianciminoè falsa.La vicendaè stataricostruita nel corso di una serie di dibattimentitenutisi a Caltanissetta , Firenzee Palermo,senzache fosserorilevati aspetticontrastantirispetto a quelli forniti da me, da De Donno e dall'alloracap. SergioDe Caprioche opero materialmenteI'arresto del Riina e che ne ha riferito anche in questo procedimento. Nel corso del mese di novembre1992,Vito Ciancimino,dichiaratosial cap.De Donno pienamentecollaborativoed appresoche I'intentodel ROS chiesele era quello di catturareSalvatoreRiina e BernardoProvenzano, mappe di una determinata zona della città di Palermo, essendo in gradodi identificareil luogo dove si trovavaI'abitazione asseritamente del latitante,in quanto a conoscenzadi lavori che, a suo tempo. vi sarebbero statieseguiti. De Donno, procuratosiuna copia di quantogli era statorichiesto,il 18 dicembre 1992 si recò nell'abitazione romana del Ciancimino il tutto.Nella circostanza, al capitano,fu fattopresenteche consegnandogli mappe relative ad un'altrazona di era necessariodisporre anche delle Palermo e l'ufîciale , preso atto della nuova richiesta, si riservo di acquisirle. Poche ore dopo questo incontro Vito Ciancimino venne alrestato. Questaversioneè stataaccettatain tutti i giudizi in cui se ne è parlatoper il semplicefatto che e stataconfermatadal Cianciminonelle dichiarazioni reseai magistratidi Palermoe nei suoi scritti. rilasciataalle ore 09.30del 17 Infatti,Vito Ciancimino,nelladichiarazione marzo 1993, ai magistrati Caselli ed Ingroia della Procura della Repubblicadi Palermo,afferma: . " I Carabinieri accolseroIa mia proposta e mi sottoposero- su mia richiesta - mappedi alcunezone della citla di Palermononché atti relativi ad utenzeAMAP, perché esaminandoquestidocumenti e.fucendoriferintentoa due latoretti sospetti,in quantosuggeritimi a suo tempo ( una decina di anni /a ) da persona modestuma vicina ad un boss,.fornissi elententi ulili per I'individuazionedi d e t t ob o s s . ". . . . . 28 o ".....Contunicai I'intpegno dell'interlocuÍore-amhasciatorea rispondermi enfto martedì al capitano De Donno. Questa comunicaial comunicazioneuvvenneil sahato. Contestualmente per es.sere che stava mi avetta detto capitano che il mio at,t,ocukt emessonei miei confi'ontí il divieto di espatrio. Mezz'ora dopo ". questocolloquiovenivoarreslalo "l Carabinieri", Analogamente,nello nel suo manoscritto intitolato riferisce: o "..... I Carabinieriaccolserola mia propostae mi sottoposero- su mia ric'hiesta- mappedi alcunezonedella città di Palermo nonche atti relatiti ad utenzeAMAP, perchéesaminandoquestídocumenti e.facendoriferimentoa due lavoretti sospetti,in quantosuggeritinti a suo tempo ( una decina di anni fa ) da per:iona ntodestama vicina ad un boss, fbrnissi elententi utili per I'indit,iduazionedi dettoboss". o ".....C)omunicai I'impegno dell'interlocutore-amhasciatorea rispondermientro Martedì al capitanoDe Donno. Questa comunica:ione avvenne íl Sabato contestualmente comunicaial capilano che il mio avvocatomi avevadetto che stava per essereemessonei miei confronti il dittietodi espatrio. " Mezz'oradopo queslocolloquio venivoARRESTAT2, Se questisonoi fatti, descrittiin due momentitemporalidiversie distanti, concludereche le mappenon sono mai uscite si deve conseguentemente dall'abitazionedei Ciancimino, dove poi furono rinvenute,perchenon ve il tempo. ne fu nemmenomaterialmente Le mappe citate da Vito Ciancimino nel corso dei suoi interrogatori, peraltro,sono statea suo tempo trasmessedal cap. De Donno ai rnagistrati procedenti,comeda loro richiesta. A questopunto si rendenecessariospiegarela sottolineaturache pnma ho fatto circa la consegna,da parte di De Donno, delle mappein una sola copia, aspettoche poteva apparire ozioso. Nelle sue dichiarazioniin questoprocesso,Massimo Ciancimino ha tenuto a îare una precisazione, all'apparenzadi scarsautilità, affermandoche il padregli avevafatto fare la una copiadellemappe, poi portataa Palermoe segnatada Provenzano; notazione invece e molto impofiante. Se non avesse fatto questa da precisazione circa I'esistenzadi una fotocopiadelle mappeconsegnate De Donno, come avrebbepotuto spiegareche su quelle trasmessealla Procuradella Repubblicadi Palermonon vi eratracciatoalcun segno;fatto che smontavatutta la suaacrobaticaricostruzionedella vicenda? Questae una conferma degli artifrzi studiati da Massimo Ciancimino per rendere sostenibili1esueaffermazioni. di libertà,Vito Dopo l'aresto, giocandosiin quel momentole suesperanze Ciancimino avrebbe avuto tutto I'interesse, al fine di ricevere il riconoscimentodella sua collaborazionee otteneredi conseguenzai benefici relativi, libertà compresa, di illustrare , ai magistrati che lo interrogavano, il contributoeventualmentefornito per la catturadel Riina. 29 Ormai il suo rapporto collaborativocon i Carabinieri era noto e "cosa nostra " sapevalquindi I'unica possibilitàche gli rimanevaera quella di sfruttare il suo ipotetico intervento per la cattura di Riina. Non lo feceperchéquestocontributo non c'era stato. In effetti Vito Ciancimino,proprio nelle sue dichiarazionirese alle ore 09.30 del 17 marzo 1993 ai magistrati Caselli e Ingroia, alla luce di sostanzialeindiffèrenzamanifestato,di fronte alle dell'atteggiamento " profferte, sue da I'interlocutore-ambasciatore", espressela volontà di collaborare, infatti egli sostiene: "decisi dí passare il Rubicone e comunicaiai Carabiníeriche voleto collaboraree-fficacemente. Chiesiche i miei processi" lulti invenluli " si concludessero bene.Consegnaiuna copía del mío libro-bozzu.Proposi, comeipotesi di collaborazioneun mio inserimenlonell'organizzazionea ttanlaggiodello Stato": ma pochi giorni dopoquestasuaannunciata decisioneegli fu arrestato. Se invece, per assurdo,si accettassecome vera l'affermazioneche Bernardo Provenzanoavrebbe contribuito in maniera determinantealla cattura di Riina, allora perche fare andare avanti e indietro le mappe quandoera molto più semplicee sicuro usareun bigliettino,ovvero un "pizzino'', con I'indicazione dell'indirizzo;,canale questo, secondo i raccontidi MassimoCiancimino,da anniproficuamente usato? Inoltre come si spiegherebbe che una serie di collaboratoridi giustizia hannoconcordemente affermatoche "o zu Bino", cosìcomevenivainteso tra gli "uomini d'onore" il Provenzano, avrebbeattivatole sueconoscenze per individuaree catturareil "capitanoUltimo", tofturarloper farsidire chi gli avevaindicatoI'abitazionedi Riina e poi sopprimerlo? lnfatti, a riguardo: . Cancemi Salvatore, dichiaro: Provenzano,dopo avere accennaload alcuni problemi concernentisuoi interessinel settore degli uppalti, rivctlgendosial Ganci lGanci Raffaele capo della "famiglia" dellaNoce/,gli disse:" zu'Falò c'è la possibilitàdi prendere viwt il capituno Ultimo e se non è possibile prenderlo tito, di ucciderlo. Sia il Ganci che io ed íl La Barbera, quasi d'impulso, rispondemmo;"zu'Binoma che vuole.fare la guema allo Stato? Se ammazziamoil capitano l.lltimo ci saranno altri cinquanÍache prendono il suo posto". Il Protenzanoallargò le "( braccia senzadire alcuna altrct parola. Si veda il verbale di interrogatorio reso il 22 luglio 1993ai magistrati della Procura ';; dellaRepubblicadi Palermo.Annesson.17 o Guglielmini Giuseppe, affermò di avere saputo da Giovannello Grecoche BernardoProvenzanoaveva"un chiodofisso":quellodi uccidere il capitano Ultimo che poteva essere individuato attraversopersone che lo frequentavano(Si veda il verbale di interrogatorio reso il 9 maggio 1997 al sostituto procuratore della Repubblica di Palermo, dr. Maurizio De Lucia. Annesso n. 17); 30 . Ganci Calogero, riferì che suo padre gli aveva raccontato dell'intenzionedi BagarellaLeoluca e Brusca Giovanni , con il consensodi ProvenzanoBernardo,di catturaree poi uccidereil capitanoUltimo (Si veda I'interrogatorio reso il l7 marzo 2000 al sostituto procuratore della Repubblica di Palermo, d. sa TeresaPrincipato.Annesson. l7 ). Nel sensorilevanoanchele dichiarazionidi Anzelmo FrancescoPaolo e La Barbera Gioacchinocircale intenzionidi alcunidegli esponentipiù in e poi uccidereil capitanoUltimo (Si vista di "cosa nostra"di sequestrare veda la Richiestaper I'applicazionedelle misure cautelari inoltrata l'11 novembre 1998 dalla DDA di Caltanissettanelloambito del procedimenton. 1902198 mod. 21. Annesson. 17 ) Se quindi Provenzano,a detta concordedei collaboratoridi giustizia, voleva interrogare"Ultimo" e poi ucciderlo,non pare logico ritenereche sia stato lui a tradire Riina , in quanto rischiava, da un'ipotetica "confessione"dell'ufficiale, di venire indicato come la spia che aveva informatoCiancimino. Per concluderesu questo argomento,ritengo sia esaustivo quanto, a riguardo,sostienela già citata sentenzaemessail 20 febbraio2006 dal Tribunaledi Palemro- 3o Sezione- che. sul fatto.cosìrecita: " L'islruzione diballimenlale ha, al conlrario, consenlilo di accertare che il latitante ( Riina Salvatore) non .fu consegnatodai suoi socluli,ma localizzatoin huse qd unu serie di elementitra loro coerentie concalenali che vennero svilupputi, in printo luogo, grazie all'intuilo investigatítctdel cap. De Caprio". e. Nel corso della "trattativa tra Stato e "cosa nostra" fu consegnatoal padre un documentodi richieste,formulate dalla parte mafiosaoil così detto "papello", che egli avrebbemostrato al col. Mori. inventata.Se Vito Cianciminomi Questaaffermazionee completamente avessemostrato un qualsiasi documentoche, asseritamente,ovvero per mia deduzione, avrebbe potuto essereattribuito ad esponenti mafiosi, in quantoin quel momentoconseguivo l'avrei immediatamente sequestrato il risultato che mi ripromettevodal rapportoinstauratocon Cianciminoche "cosa nostra", sarebbe , costrettoad ammettereun suo diretto contattocon statopoi "obbligato"a collaborareper evitarela detenzione,che scaturiva dal possessodi quel documentoe che io non gli avrei automaticamente certo evitata. a 1 J I Non vedopoi comeun uomo che , dopoil suoarresto,si riteneva"traditoe venduto"avessererìore.all'atto degli inizi degli interrogatorida partedei magistratidella Procuradella Repubblicadi Palermo,nel rifèriredi avere svolto una "trattativa" per conto di esponentidello Stato, che se per disonorevole,era inveceper lui costoroera da considerareassolutamente la prova di una fruttuosaed apprezzabilevolontà di collaborazionecon le Istituzioni. politiche In quell'ambitogli sarebbeancheconvenutocitarele personalità che gli erano state indicate come mandantidagli ufficiali dei Carabinieri ovvero,secondoMassimoCiancimino,da "Carlo/Franco". Egli, invece,non fecenulla di tutto questoanzi,nelle suedichiarazionidel 37 marzo1993ai magistratiCasellied Ingroia,sostiene: " .....nenÍreribadisc'ola miu volontàdi collaborare,dichiaro che I'inaspettatapubblicazionedi parte del conlenulodei ntiei verbali ha suscitatoin me notevoleapprensioneper due motit,i: innanzituttoperché il solo sospettodi una mia collabnrazionepotrebbe hastarealle coschedi porre in esserescellerataggininei confronti dei mieiJamiliari. In secondo luogo perché il .fatto ha innescatoun .fatto politico di grande inÍeresse, come lo spazio e i litoli dei giornali chiarantenterivelano. Intendo allora che sia /atta assolutachiarezza,rivelando che.fin dal 25/08/1992( prima di esserearrestato), senzasollecitazioniavevodecisodi collahorarecon i Carubinierí e rítengo che di ciò debbanoessereinfttrmati il Capo dello Stato,il Presidentedel Consiglio dei MinisÍri, il Ministro degli Interni e il Minístro di Grazia e Giustizia". L' affermazioneconfermadue aspettirilevanti di questavicenda: o Vito Ciancimino non aveva gestito alcuna trattativa e per lui, quindi, nessunuomo politico era al corrente dei suoi contatti con i Carabinieri, ancora alla data del 31 m^rzo 1993,quando egli chiedeche venganoinformate alcunecaricheistituzionali; . nessuna versione di comodo era stata concordata con i Carabinieri, perché solo dopo due mesi dall'inizio delle sue dichiarazioni,(27 gennaio1993), ed in seguitoad una fuga di notizie circa una sua ipotetica collaborazionecon i magistrati, egli si preoccupadella sicurezzadei familiari. A proposito poi delle richieste contenutenel fantomatico"papello", I'aspettoche si ricavadai documenticonsegnati consideroesclusivamente da Massimo Cianciminoe in particolarequel post-it collocatoin fondo all' elencodellerichiestestesse. Vi si nota, scrittacon ogni attendibilitàdi pugno da Vito Ciancimino, la seguente affermazione: "Consegnato SPONTANEAMENTE, al colonnello dei Carabinieri Mario Mori dei ROS". L'indicazione dovrebbedimostrareche l'elenco con le richiestecostituentiil "papello" e direttamente,da Vito mi sarebbestato consegnato,spontaneamente 32 Ciancimino.A parle il fatto che un post-it,proprioper la sua natura,può essereappiccicatodi volta in volta là dove fa più cotnodo,a riguardorni pernlettole seguenti osservazioni. lntanto si parla di un qualcosache viene consegnatoe non mostrato, "papello"mi fu solo mostrato; mentreMassimoCianciminoriferisceche il "a comeunicaconsiderazione contraris",potrebbe ma questa,sepresentata per un banalerefuso. esserespacciata Se pero prendiamoin esameil già citato documentomanoscrittoda Vito iNtitOIAtO.. REVISIONE DEI PROCESSI DI VITO CiANCiMiNO, CIANCIMINO ( ex art. 630 lettera d del c. p. p. )", acquisitoil 7 febbraio2005 nel corsodella perquisizionenei magazzini di pertinenzadi MassimoCiancimino,siti in Palermo,via Margheritodi Brindisi,civici dal 39 al 51, alle pagg.4 e 5, si legge: " .....Aquestopunto ritengodoveroso(.........)inizíaread íntegrare "Le lt4a/ìe" che ho scritto a Rotelkt in domicilio coatto per il mio libro decisione dellu Magistrctfurapalermitana. Là ero stato inviato dal più "eletlo" della categoria il "sonlmo" Giovanni Fulcttne di cui ho "Le Mafie". Tale lihro, inedito,da nte è ampiantenteri/'eritonel ntio libro al colonnellodei stato consegnotonell'oÍfobre 1992 spontaneamente dei ROS ( og4i generale) e poi nel carabinieri Murio Morí contctndante .fèbbraio successivovenne acquisito. col ntio pieno consenso,dall'allora Procuratore della Repubblica Giancarlo Caselli mentre mi trovattr) detenutonel carceredi Rebibbia". Se si va a controllare quanto riportato sul post-it sopra descritto, si riscontrano le stesse parole usate da Ciancimino nel documento sequestratoil l7 febbraio 2005 con l'aggiuntadella data (nell'ottobre 1992)e dellaqualifica(comandante). Se si consideraperoche è lo stessoVito Cianciminoa dire, comeio avevo dichiarazionidel 20 ottobre2009,che fu lui dichiaratonellemie spontanee "Le Mafie", appare a consegnarmi,nell'ottobre del 1992, il suo libro "papello",bensì evidentecomequel post-itnon era relativoal fantomatico alla copiadel libro cherni volevadare. Ma perche creareun post-it con le indicazionidel destinatario?Per il semplicemotivo che Vito Ciancimino,nell'intentodi divulgarela propria verità,avevadecisodi esitareil suo libro a più persone. A riguardo,si vedaquantoscrive,da pag.45 a pag.55, nel libro intitolato "L'anno dei Barbari" GiampaoloPansa(Si veda I'originale in Annesso n. 18 ), che afferma di averericevuto , tra la fine di ottobre ed i primi di "Le Mafie", per il quale novembre 1992,da Vito Ciancimino,il libro I'autoregli avevaancherichiestounavalutazione. Peraltronon doveva essereGiampaoloPansal'unico, oltre a me, si era rivolto Vito Cianciminoa riguardodella pubblicazionedel suo libro, se è vero che proprioPansa,a pag.46, riferiscechelo stessoCianciminoaveva chiesto un consiglio al giornalista Lino Jannuzzisu come impostarela stesuradi "Le Mafie". Da queste considerazioniemergechiaramentecome il post-it sia stato ed in maniera fraudolenta sul documento collocato successivamente "papello" da Massimo Ciancimino. indicato comeil a a JJ Per questoprocesso,sono anchedi rilievo le dichiarazioni,qui reseil 20 ottobre2009,da GiovanniCiancimino.I'altro fìglio di Vito Ciancimino,il qualeha affermatoche: o "il padre gli uvet,adetto che egli stuva.facendouna mediazionetra "l'ultra sponda (cioè Ia ma/ia) e "personoggi altolocafi" (da intendersiesponentiqualí.ficatidello Stato)" ; o "lra personaggi i altolocati non potevanocomprendersí,con tulto il rispetto,il col. Mori ed il cap. De Donno"; o "andato a lrovare suo padre, t,enti-ttenticinque giorni dopo il suo arresto, lo et,eva troralo .fisicamentee moralmenteprovato, ul putlto chegli avrebbedelto: 'Mí hannotradito,mi hannoyenduto', senzaperò specificarechi lo at,essetradito e venduto"; Se io ed il cap. De Donno non potevamo,ed a ragione,essereconsiderati dei "personaggialtolocati",ne deriva che non eravamonoi quei soggetti che potevanovantare autorità tale da poter gestire una trattativadelle dehcatezza,segretezzaed importanzadi quella che aveva mediato Vito Ciancimino. Questi peraltro lo confermaimplicitamentequandoriferisce che, allorche ebbe preso contatto con I'interlocutore" dell'altra sponda", si sentì quei due Carabinieridi chiedere,in modo altezzoso,chi rappresentassero cui lui avevafatto esplicitamente i nomi (Si veda le già citate specifìche dichiarazioni rese ai magistrati della Procura della Repubblica di Palermo,Casellied Ingroia, il 17 marzo 1993,ore 09,30). Quandopoi, venti / venticinquegiorni dopo il suo arresto(19. 12. 1992), Giovanni andò a trovare il padre detenutoa Roma-Rebibbia,1o trovò provatoe psicologicamente fi sicamente abbattuto. Nella circostanza Vito Cianciminogli disse:"Mi hannotradito,mi hanno venduto''. Pochi giorni dopo, 1o stessoVito Ciancimino,tramite il suo difensore, avvocatoGiorgio Ghiron, chiesedi parlarmi e, ottenuta1'auÍonzzazione, lo incontrai,presenteDe Donno, a Roma-Rebibbia, il 22 gennaio1993 (Si veda I'agenda1993). A conclusionedel colloquio, Ciancimino,su mia insistenza,accettodi parlare con i magistratidella Procuradi Palermo.Ora se Ciancimino avesseritenutodi esserestato"tradito" e "venduto"da me e Donno,non si sarebbecertorivolto a noi. Mi preme anche fare osservareche se fossi stato compartecipecol Cianciminodi una trattativaquantomeno per me disonorevole, mi sarei ben guardatodal sollecitareun incontro ed anzi avrei fatto I'impossibile per evitareche lui potesseavereun contattocon i magistratidella Procura dellaRepubblicadi Palermo,rivelandocosìi contenutidei nostricolloqui. Le dichiarazioni di Vito Ciancimino furono verbalizzate, come già ricordato, a cominciare dal successivo27 gennaio 1993. Qualora egli 34 avesseritenutodi esserestato tradito da qualcunonella sua funzionedi o fare imrnediatamente intermediarioavevadue possibilitàda considerare: il nome dei traditori, ovvero evitare di chiamarli, se non altro per scongiurareulterioripericoliper se ed i suoi faniigliari.Ne derivadunque la conferma che non eravalno noi coloro che avevano trattato con lui, ingannandolo.Infatti, il Ciancirnino,nel corso delle sue dichiarazioniai magistrati di Palermo,fece un resocontodei suoi rapporli con me e De Donno coincidente con le nostre dichiarazioni, non lamento comportamentiscorrettio tradimenti da parte nostrae nemmenoci indicò "cosanostra". comepartecipidi unatrattativatra Statoe documentatonon subì modificazioni nel tempo, Tale atteggiamento,come anchese Ciancirninone ebbepiu volte la possibilitàe, nella già ricordata il 3 aprile 1998,i magistratidelle Procuredella circostanzapresentatagli Firenze e Palermo,gli avesserochiestose Repubblicadi Caltanissetta, qualcosain merito. intendesse aggiungere Massimo Ciancimino, nelle dichiarazioni rilasciate davanti a questo Tribunale accusaDe Donno di avere carpito Ia fiducia di suo padre " ", attraversoI'indicazionedi un articolode L'Espresso il dimostrandogli, pressoi giudici della SezioneMisure Patrimonialidel suo interessamento Tribunale di Palermoper farlo rientrarein possessodei beni, sequestratigli al suo arrestocon I'accusa emessanel 1985,conseguente con una sentenza di associazioneper delinqueredi tipo mafioso. In realtà I'articolo in questioneè riporlatoa pagina69 de "L'Espresso"del 6.12.1992,comegià anche dichiarato dall'interessatonelf interrogatoriodel 4.08.2009 ai magistratidella Procuradella Repubblicadi Palenno. (Si veda I'Annesso n. l9). A parle il fatto che De Donno, qualora sentito,potrà esprimersisu questa vicenda, la chiara dimostrazionedell'infondatezzadell'affermazionedi Massimo Cianciminoè data dal contenutodel sopracitato articolo.Nel testo si evidenzia come avverso l'esito della consulenza,definita per Vito Ciancimino116.07.1992,cioèquattromesiprima. favorevolmente muovendo il Ministro di Grazia e Giustizia, il Consiglio si starebbero Superioredella Magisttatura,ed alcuni magistrati. Con tutta la buonavolontàdi questomondo , non è proprio credibileche un uomo del disincantoe dell'acumedi Vito Cianciminopotesseessere convinto e quindi ingannato, nel valutare fatti che lo riguardavano, unicamenteda un articolo,i cui contenuti,peraltro,gli dovevanoessere noti da tempo. vale per il problemadella richiestadel passaporto Un'ultima precisazione che Massimo Cianciminoattribuiscead un capziosoinput mio e di De Donno per mettere da parte il padre e fare intervenire un altro intermediario. Se avessimovoluto eliminareda un'ipoteticatrattativaVito Ciancimino, non sarebbe stato necessario inventare il complicato marchingegno descrittodal figlio che prevedeva,per l'attuazione,il coinvolgimentodi più personee quindi la scopefturadella nostra attività; sarebbebastato interromperei contatti con la scusa che non stavanoportando ad alcun 35 risultato pratico, così come normalmentesi procedein questi casi nei rapporticon una fonte infonnativa,e tutto sarebbefinito. In merito,colnunque,Vito Ciancirninoprecisa: o nelle dichiarazionireseai magistratidi PalermoCasellied Ingroia, il 77 marzo1993,alleore09.30: " .... Dissial cap. De Donno che ut,reichíestoíl passaportoper le t,ienormali"a . alla pagina13 del manoscrittointitolato" I Carabinieri" : ... Per chi non lo supessedobbiamosuhito dire che la richiesta del passapnrto ( concordatacol mío at,t,ocalo)era perJèttamente ". legittima..... Anche in questacircostanzaVito Cianciminofornisceuna versionedei fatti inattaccabile ed in nettocontrastocon quellasostenuta a posterioridal figlio. La sua(di Vito ) versionetrova convalidaanchein atti giudiziari,da cui si ricava la conferma che non furono i Carabinieri a fargli chiedere il passaporto. Infatti,non è statala richiestainoltratada Vito Cianciminoalla di Questura Roma il 5.11.1992a provocareil suo arresto.Se così fosse stato avrebbe una parvenza di logica, almeno per quanto riguarda lo sviluppodei tempi, 1'affermazione di MassimoCiancimino.Il fatto e che I'ordinanzadella 3" SezionePenaledella Corte d'Appello di Palermo, datata 18.12.7992,con la quale si disponevail ripristino della custodia cautelarein carcerenei confronti di Vito Ciancimino, originava da un'iniziativadel Procuratore Generaledella Repubblicadi Palermoin data ( quindi prima 27.10. 1992 del 5 novembre ). La motivazionedella richiesta rimandava ad indagini, convalidate da dichiarazioni di giustizia, collaboratori di tra cui Gaspare Mutoìo, ed al conseguente gravissimo,concretoed attualepericolodi fuga del Ciancimino,indicato comeuno dei protagonistidi quellastagionemafiosa.( Si veda in merito la documentazioneallegata.Annesson. 20). Questarichiesta,peraltro, non era un fatto nuovo, ma la confermadella scontataattenzionedella magistraturapalermitanaalle vicende di Vito Ciancimino. Infatti,ancheprirnadelleseguenticondanne: o definÍtiva (2 aprile 1992) a tre anni e due mesi di reclusioneper il procedimentorelativo alla manutenzionescuole e stradedi Palermo, scaturitodalleindaginidel cap.De Donno; oin primo grado (17 gennaio1992)a dieci anni di reclusionepiir tre di libertà vigilata per associazionedi tipo mafioso ed altro, per cui l'interessato era appellante, la Procuradella Repubblicadi Palermoavevagià richiestoed ottenuto,in data 22.12.7990,dalla V SezionePenaledel Tribunaledi Palermoche fosse negata la concessionedel passaporto,sollecitato, in quella circostanza, da Vito Cianciminoalla localeQuestura. 36 Io e De Donno,ovviamente,non ignoravamotutto cio e non facendoparte della categoriadei "Carabinieridellebarzellette"non potevamoinventarci margini di discrezionalità, raggiri su di una vicendache non consentendo non ci permetteva,anchese lo avessimovoluto, nessuntipo d'inganno. Vito Cianciminone parlò a De Donno e noi prendemmoatto del suo intento,certi sull'esitonegativodell'iniziativa,consideratii suoi pregiudizi pendenti e la notorietà criminale del personaggioche rendevano della richiesta. impossibilela favorevoleaccettazione Ciò a dimostrazione che quanto sostenutoa riguardo da Massimo Ciancimino, anchein questaoccasione,è falso. 37 A sostegnodel complessodelle mie affermazioni possoprodurre i seguentidocumenti: Deposizionedel col. Mori e del cap.De Donnodavantialla Corted'Assise di Firenze( n. I ). Deposizionidel col. Mori e del cap.De Donno davantialla Corted'Assise ( n.2 ). di Caltanissetta Stralcio della Sentenzadella Corte d'Assise d'Appello di Catania.2o Sezione- Parteseconda,Cap.IV ( n. 3 ). Licenzadel col. Mori relativaall'estate1992( n. 4 ). Dichiarazionirese da Vito Ciancirninoai magistratidella Procuradella Repubblicadi Palermodal 27 gennaioal 22 luglio 1993per un totale di l2atti istruttori(n. 5 ). a Materiale,tra cui il documentointitolato "l Carabinieri",sequestrato perquisizione effettuata dai Massimo Ciancirnino nel corso di una Carabinieridi Palermoil 17.01.2005nelle suepertinenzepalermitane( n. 6). Antim afia a proposito della CommissioneParlamentare Documentazione della richiestadi Vito Ciancirninodi esseresentito dalla Comtnissione stessa(n.7). Stralcio della Sentenzaemessa dalla Corle d'Assise di Firenze nel procedimentocontro BagarellaLeoluca+ 26, Cap. V pagineda 1530 a 1549(n. 8 ). emessadallaCorted'Assised'Appellodi Firenze Stralciodella Sentenza nel procedimentocontroBagarellaLeoluca+ 25. Motivi della decisione( n.9). nei confrontidi Mori Mario e De CaprioSergio, Sentenzadi assoluzione dal TribunalePalermo.3o Sezione( n. l0 ). emessa1120.02.2006 del GIP del Tribunaledi Palermo Decretodi Archiviazionen. 15123101 per il procedimentopenalen. 18101/00R.G. N. R a carico di Riina Salvatore,Cinà Antonino e CianciminoVito, emessoil 20.09.2004( n. I t). Dichiarazionirese da massimo Ciancimino ai magistratidella Procura ( n. 12 ) dellaRepubblica di Palermoil 10.10.2005 Dichiarazionirese da Liliana Ferraro( 14.10.2009e 17.10.2009) e ClaudioMartelli (15.10.2009 ), noncheconfiontotra i due (17 novembre 38 2009), di fronte ai magistrati delle Procure della Repubblica di e Palenno.( n. l3 ). Caltanissetta Fotocopiedelle pagg. 253,254 e 255 del libro di Lino Jannuzziintitolato "ll processodel secolo" consegnateda Massimo Cianciminoa seguito dell'intenogatorioreso ai magistratidella Procuradella Repubblicadi Palermo il 29.10.2009. Loro comparazionecol testo del verbale alle ore 09.30resoda Vito Cianciminoai d'interrogatorio del 17.03.1993 magistratidella ProcuradellaRepubblicadi Palermo( n. 14 ). Fotocopie del manoscritto di Vito Ciancimino a commento dell'interrogatorioreso ai magistratidella Procuradella Repubblicadi da Palermoil 17.03.1993, alle ore 09.30( via Cannolicchio ), consegnate resoai rnagistratidella MassimoCiancimino a seguitodell'interrogatorio ( n. l5 ). ProcuradellaRepubblica di Palermoil 15.05.2008 Copia delle dichiarazionirese il 3 aprile 1998 da Vito Ciancimino ai magistrati delle Procure della Repubblica di Caltanissetta,Firenze e Palermo( n. l6 ). Dichiarazionirese da CancemiSalvatore,Guglielmini Giuseppe,Ganci Calogero,Anzelmo FrancescoPaolo e La BarberaGioacchinocirca la volontà, espressada BernardoProvenzanoed altri esponentidi 'ocosa nostra",di sequestrare ed uccidereil capitano"Ultimo" ( n. l7 ). Pansa(n. l8). Copiadel libro "L'anno dei barbari"di Giarnpaolo "L'Espresso"del 6.12.1992dal Copia dell'arlicolo apparsoa pag. 69 de titolo: "Don Vito. il tesoroè di nuovocosavostra"( n. l9 ). Documentazioneconnessaall'ordinanza della 3o SezionePenale della cheripristinalo statodi Corle d'Appello di Palermo,in data 18.12.1992, ( per custodiacautelarein carcere Vito Ciancimino n. 20 ). Questa è la ricostruzione dei fatti che riguardano il processo, sostanziatada una documentazioneche ritengo inoppugnabileperché, rispetto a me, assolutamenteterza. Mario Mori Palermo,lì 39