...

MARIO MORI Spontanee dichiarazioni Palermor li In

by user

on
Category: Documents
18

views

Report

Comments

Transcript

MARIO MORI Spontanee dichiarazioni Palermor li In
MARIO MORI
Spontaneedichiarazioni
Palermor li
In questoprocessoe stataintrodottauna vicendaa sé stante,quella cioè dei
rapporti intercorsitra me, I'allora cap. GiuseppeDe Donno e I'ex sindaco
di PalermoVito Ciancimino.
Innanzituttoprecisoche io parlo di rapporti di naturaconfidenziale, e non
già di "trattativa'0, come alcuni sostengonoe molti, come pappagalli,
ripetono, perché se, per "trattativa", si deve intendereche, da parte mia,
magari sollecitatosuperiormenteda qualcuno,vi fosse I'intenzionedi
scenderea patti con la mafia attraversoil Ciancimino,offrendo qualcosain
cambio di ipoteticheconcessioni,nulla è piu lontano dalla realtà, e lo
dimostrerò.
Sulla serie degli incontri con Vito Ciancimino,sia io che l'allora cap.
GiuseppeDe Donno, abbiamoriferito alle Corti d'Assisedi Firenze,il2l
01. 1998, e Caltanissetta,il 27.03.1999,( Si vedano i testi delle
dichiarazioni.Annessinn. I e 2 ) e, successivamente,
in diversealtresedi
giudiziarie.
Nel corso della mia deposizionedavanti alla Corte d'Assise di Firenze,
consegnaicopie delle mie agendedegli anni 1992e 1993che riportavano,
in particolare,le annotazionicirca le date degli incontri che io ebbi con il
Ciancimino prima del suo arresto e che sono state anche annessealle
dichiarazionispontanee
da me rilasciatein questoprocessoil 20.10.2009.
Per inquadrareI'argomentoe renderlocomprensibile,è necessario
partire
da un succedersidi fatti che ne sono i naturali presuppostie che, in questo
dibattimento,ho già descritto.
Mi limito allora solo a ricordareche:
. il 20 febbraio 1991, venne depositata la prima trance
dell'inchiesta mafia e appalti che individuava in un comitato
d'affari, al quale facevanocapo politici, imprenditorie mafiosi,
l'organismo che presiedevaall'illecito controllo degli appalti
pubblici in Sicilia;
. il 23 maggio 1992, a Capaci, vennero uccisi il dr. Giovanni
Falcone,la moglie, d. sa FrancescaMorvillo e tre Agenti della
scorta;
o il 19 luglio 1992,in via D'Amelio, a Palermo,furono assassinati,
a
mezzo di un'auto riempita di esplosivo,il dr. Paolo Borsellinoe
cinqueAgenti di scorta;
. ancora prima però, il 12 marzo ed il 4 aprile 1992, erano stati
assassinatirispettivamenteI'on. Salvo Lima ed il Mllo dei CC.
Giuliano Guazzelli.
La serie di questi fatti criminosi venne attribuita dal ROS, come causa
scatenante,alla reazione degli ambienti politico-mafiosi che temevano
degli appalti
clamorosisviluppi dall'indaginerelativaal condizionamento
pubblici. Il dr. Falcone.che concordavasulla potenzialítàdell'inchiesta,
e pubblicizzata,mentre il dr. Borsellino,dopo la strage
I'avevasostenuta
di Capaci,la individuòcomela causaledellamorte del suo collegae come
strumentoper un salto di qualità nell'azionedi contrastoalla criminalità
organizzata.
Su questa conclusionehanno convenutotutte le inchieste sviluppatein
perche le riassume:è la
merito. Valga per tutte la piu recente,anche
già passatain giudicato,n. 24106del 22 aprile 2006,dellaCorte
Sentenza,
2oSezione che, nella Parte
d'Assise d'Appello di Catania
quarto,
trattando il momento deliberativo del piano
Seconda/Capitolo
stragista,individua in un'unicadecisionestrategica, della Commissione
"cosanostra",la seriedi
Regionalee di quellaProvincialepalermitanadi
omicidi che vannoda SalvoLima a lgnazioSalvo(uccisoa S. Flavia-Pail17.09.1992),attraversole stragidi Capacie via D'Amelio.
La Corte, nel puntualizzare come il piano stragista adottato da "cosa
nostra" presenti un contenuto strategico-deliberativo caratterizzato
dai requisiti della "unitarietà e inscindibilità", individua la causale
della morte di Paolo Borsellino nei timori del gotha mafioso
rappresentatida:
"la possibilità che il dr. Borsellíno venissead assumerela Direzione
NazionaleAntimalia, e, soprattutto,la pericolosita delle indagini che egli
avrebbepotuto svolgerein materia di mafia e appalti"
( Si veda la relativa sentenza.Annesson. 3 ).
Di contro,la Procuradella Repubblicadi Palermoritennel'inchiestamafia
e appalti scarsamente conducente, in specie per gli aspetti che
riguardavanopolitici ed imprenditori, sino a richiedereed ottenere,per
quest'ultimaparte,I'archiviazione.
La diversa valutazione creò uno stato di tensione tra Procura e ROS
proprio mentre,per la drammaticitàdella situazione,si sarebberesoinvece
necessarioun concordee coordinatosviluppodegli sforzi operativi.
La societàitaliana,di fronte alle stragi della primavera-estate7992,venne
"cosa nostra" non
colta da un sensodi smarrimentoe molti ritenneroche
fossedebellabile.
Si diffuse un sensodi impotenza, particolarmenteavvertito in Sicilia, e
dal volto del ConsigliereIstruttoredel Tribunaledi Palermo,
rappresentato
ripropostosui teleschermiche,
il dr Antonino Caponnetto,ossessivamente
uscendo dall'abitazionedel dr. Borsellino, pronunciavain maniera
accoratal'affermazione: "E' finita!" In tale situazionela credibilitàe
l'autorità dello Stato apparivanoseriamentecompromessee tutti, penso,
ancoraricorderannole ripetutecontestazionidi cui furono oggettoi vertici
in occasionedelle esequiedelle vittime dei due
dello Stato,specialmente
attentatistragisti.
del complessodelle
del ROS e quindi responsabile
Qualevicecomandante
attività operative del reparto dell'Arma dei Carabineri destinato al
contrasto, a livello nazionale, di tutte le espressionidi criminalità
organizzata,invece di defilarmi e attendereche la bufera passasse, come
2
molti fecero in quel periodo , ritenni preciso obbligo morale e
professionaledi onorare la memoria dei due magistrati,con cui avevo
condiviso lavoro e speranze,promuovendo nuove e più aderentilinee
"cosa nostra".
operativenel contrastoa
L'attività fu definita,da un lato, con la costituzionedi un grupposceltodi
militari destinati alla localizzazionedei latitanti mafiosi e, dall'altro,
attraversola ricercadi migliori fonti informative.
Tra le attività intrapresesecondogli orientamentisopra ricordati , vi fu
di uno dei
quellacondottadal cap.De Donno,sullabasedella conoscenza
Massimo.
figli di Vito Ciancimino,precisamente
periodo
in cui era effettivo al Nucleo
nel
Donno,
il
5.06.1990,
Il cap. De
Operativo dei CC. di Palermo, quale comandantedi Sezione da me
dipendente,arrestòI'ex sindacoa conclusionedi indagini,da lui esperite,
che avevanoriguardatola conduzionedegli appalti per la manutenzione
dellestradee degli edifici scolasticidellacittà.
A seguitodi questae di precedentivicendegiudiziarie.all'inizio dell'anno
1992,Yito Ciancimino era già stato oggetto di due sentenzedi condanna
per associazionea delinqueredi tipo mafiosorcomrzione,abusodi ufficio
ed altro, per tredici anni complessividi reclusione,più altri tre di libertà
vigilata.
Nel corsodelle fasi di uno di quei procedimenti,siamonel mesedi giugno
1992,il cap. De Donno, sffuttandoincontri casualidurantele pausedelle
udienze e sui voli Roma - Palermo, prese contatto con Massimo
Ciancimino, stabilendocon lui una corretta interlocuzione.L'ufficiale,
titolare delle investigazioni sfociate nell'inchiesta mafia-appalti,ben
conoscevail ruolo di "dominus" che aveva rivestito e che ancora in
parte rivestiva Vito Ciancimino nel condizionamentodegli appalti
pubblici e più in generale la sua funzione di cerniera tra il mondo
politico-imprenditorialee I'ambito mafioso.
Nell'ottica di acquisireelementiutili alla prosecuzionedell'indagineper
giungereall'individuazionedei responsabilidelle stragi di quell'anno,e
sullabasedegli scambidi opinioneavuti con MassimoCiancimino,siamo
dopo I'attentatodi Capacie prima di quello di via D'Amelio, De Donno si
convinseche, opportunamentecontattato,Vito Cianciminoavrebbepotuto
a qualcheforma di
accettareil dialogo con lui e al limite accondiscendere
collaborazione,se non altro per dimostrarela sua sempreproclamata
".
estraneità
a " cosanostra
Su questebasi, chiesea Massimo Ciancimino se il padre sarebbestato
propensoad accettareun colloquio. Il rifiuto, oppostoinizialmente,cadde
e Vito Ciancimino accetto d'incontrare l'ufficiale,
successivamente
manifestando,dopo la stragedi via D'Amelio , propensioneal dialogo;
questoalmenosul piano formale.
Il cap. De Donno preliminarmente sollecito un parere sulle vicende
sicilianeche riguardavanoil suo interlocutoree Ciancimino descrissei
fatti che lo avevanovisto protagonista,da cui emergevachiaramente
la sua fondamentalefunzione di snododei rapporti criminali tra mafia
e mondo politico-imprenditoriale.
Per Ciancimino il sistema tangentizio era connaturato all'economia
nazionale e per îorza di cose si sarebbe ricostituito alla fine del
periodo, allora in corso,di "mani pulite".
egli non esitoa proporreall'ufficialeun
Sullabasedi questaconstatazione,
piano di lavoro nel quale lui , Ciancimino , per conto della Stato, si
sarebbeinserito nel sistema illegale degli appalti al fine di un loro
controllo; in pratica una sorta di agente sottocoperturadi settore.
L'ufficiale prese ovviamentetempo. rimandandoad un'eventualefase
successivadi collaborazionequesta ipotesi di lavoro che, stante il
personaggio che la sosteneva,risultava praticamenteinattuabile. La
proposta,però, stavaad indicareuna certavolontàdi dialogoda partedel
Cianciminoe De Donnopensodi sfruttarlachiedendoglise eradisponibile
ad incontrareun suo superiore,il col. Mori, ottenendoneuna risposta
affermativa. Preventivamente,infatti, I'ufficiale, che mi informava
costantemente
sullo sviluppo dei suoi contatti,mi avevaprospettatoquesta
ipotesisu cui avevoconcordato.
"uomo d'onore",
Ciancimino,seppurenon fosseritenutoformalmenteun
"famiglia"
era notoriamentecollegatoed in manierastrettaai capi della
"cosa
nostra".
corleonese,
alloradominantein
Accettai quindi I'incontro,anchese con molti dubbi sul suo buon esito,
decidendodi trattareCianciminocome una normalefonte confidenziale,
seppure importante, nella considerazione che per combattere
concretamentela mafia occorreva confrontarsi con personaggidi quel
livello; con chi, cioè, dell'organizzazioneconosceva perfettamente
personaggie trame, anchese questitipi di contatti presentavanomaggiori
problematicitàe indubbipericoli,anchepersonali.
Nella vicenda,pero, ritenevodi avereun vantaggioimportantedato dal
fatto che Cianciminoera in attesadi decisioniconnessea procedimenti
giudiziari già aperti che, se a lui sfavorevoli, lo avrebberoriportato in
carceredefinitivamente.
Male che fosse andata avremmo potuto avere considerazionie spunti
informativiche,nelladifficoltàdel momento,potevanoesseresempreutili.
Se tutto invece fosse andatobene, sino a giungeread una collaborazione
piena, sicuramentela lotta alla mafia avrebbeeffettuatoun saltodi qualità
forsedecisivo.
L'incontro avvennenel porneriggiodel 5 agosto 1992( Si veda l'agenda
1992, depositata nelle dichiarazioni spontanee del 20.10.2009 )
zonapiazza
nell'abitazioneromanadel Ciancimino,via San Sebastianello,
perfettamente
peraltro
la
ancheper
data,
di Spagna/villaMedici. Ricordo
nel corso delle mie
un'annotazionesulla mia agenda,ripeto consegnata
-F 25 tenutosi
processo
Bagarella
Leoluca
relative
contro
al
deposizioni
davantialla Corte d'Assisedi Firenze,perchéchiesial cap.De Donno di
fissarlo,se possibile,prima della mia partenzaper alcuni giorni di licenza,
previstaper il 6 agosto.( Si veda la attestazionerilasciata dal ROS a
riguardo.Annesson.4 ).
Questoprimo abboccamentofu una semplicepresadi contattoe servì per
conoscereI'interlocutore.Parlammoanchedel mio superioredell'epoca,il
gen. Antonio Subranni,che Cianciminoricordavain servizioa Palermo,
del localeNucleo Investigativo
nel gradodi maggiore,qualecomandante
dei Carabinieri.
1129agosto1992
Versola fine dello stessomese,precisamenfe
( Si veda I'agenda 1992), si tenneil secondoincontro.Ricordocheprirna
di recarmiall'appuntamentone informai il gen. Subrannie, scherzando,gli
dissi che il Ciancimino aveva dato di lui una buona valutazione
professionale.
In questosecondocontattoCianciminochiesea me ed al cap. De Donno,
che è stato semprepresentea tutti i miei incontri con l'ex sindacodi
Palermo,cosavolevamoda lui. Il momentonon consentivacertorichieste
capiresin dove Cianciminosi voleva
bruschee ultimative,era necessario
spingere.Oggi, a distanzadi anni, la situazionee totalmentediversa,ma
allora lo Stato era in difficoltà e, se si voleva invertire la tendenza
negativa,era necessariousareaccortezzae pazienza,sfruttandobene ogni
occasioneche si presentava.
Partendo dalle acquisizioniraggiunte dalla nostra inchiestasu mafia e
appalti e dalla convinzioneofornita da tante precedentiindagini, che
Ciancimino rappresentasselo snodo dei rapporti collusivi e criminali
tra politica, imprenditoria e mafia, ero determinatoad acquisireda lui
elementi che mi potesserofare progredire nelle indagini e addivenire
all'identificazione di mandanti ed autori delle stragi di Capaci e via
D'Amelio.
della situazionea seguitodelledue stragi
Feci così un quadropreoccupato
poteva tentare per venirne a capo.
si
cosa
a
Ciancimino
e chiesi
Cianciminorisposeche ci avrebbepensatosu in basealle suaconoscenze
di personee cose,rimandandoad un successivoincontro,che lui stesso
avrebbefissato,le suevalutazioni.
A quel punto,seppureCiancimino non avessedetto nulla di particolare,
restava il fatto significativo che aveva ammessodi conoscerepersone
vicine a "cosa nostra" e se avesseportato qualche nofizia,di tipo sia pure
interlocutorio, si sarebbe spinto ad ammissioni da noi sicuramente
dal Codicedi
sfruttabili.Decisi anche,sullabasedelle facoltàconcessemi
di
Repubblica
Procura
della
quella
fase,
la
in
rito, di non informate,
Palermo; cio in relazione a quanto ho riferito nella mia precedente
dichiarazione spontanea del 20 ottobre 2009 circa i contrasti sulla
delf inchiestamafia - appaltied ancheper tutelarela genuinità
consistenza
e I'efficaciadel mio tentativo.
Il terzo incontro avvenne l' 1.10.1992( Si veda I'agenda 1992 ),
"l'altra parte", senza
Cianciminoci disseche avevapreso contatto con
specificare l'identità dei suoi interlocutori, riferendoci che aveva
riscontrato perplessitàperchéoavendofatto i nostri nomi, gli era stato
di andare
chiestochi rappresentassimo.Gli risposidi non preoccuparsi,
avanti così. Questarispostache non lo poteva accontentarein condizioni
percheanchelui avevaesigenze
normali,in quel momentolo accontentò,
impellenti da soddisfare;così accettòuna rispostache esaustivacertamente
non era e decisedi procedereoltre.
Nel corsodell'incontro,Cianciminoci consegnodue copie dellabozzadi
"Le Mafie". scritto su persone e fatti politicoun libro. intitolato
amministrativi,da lui conosciuticome protagonistae testimonedelle
vicendesicilianedegli anni appenatrascorsi.
A riguardo aggiunseche quelli del libro erano anchegli argomentiche
voleva trattare quando fosse stato ricevuto dalla Commissione
ParlamentareAntimafia. Egli, convinto che dietro le morti di Salvo
Lima, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino,oltre la matrice mafiosa,
vi fosseun disegnopolitico, voleva esporrequestasua ipotesidavantiad
un consessopolitico e nel senso mi preannunciouna sua lettera al
Presidentedella Commissione, ribadendola suarichiesta,formulatasino
dagli anni settanta,di esseresentito.
( Si veda il verbale di interrogatorio, con allegato documento
manoscritto del Ciancimino, reso ai magistrati della Procura della
alle ore 16.30.Annesson. 5 ).
Repubblicadi Palermoil 17.03.1993
Il quarto,e per questafase,ultimo mio incontrocon Ciancìmino,avvenne
il l8 ottobre 1992 ( Si veda I'agenda 1992 ). Ci fu inaspettatamente
comunicato che era stato stabilito il contatto e ci fu chiesto,assolte
alcuneprecondizioni,che cosaoffrivamo.
Le precondizioni prevedevanoche gli incontri dovessero avvenire
all'estero,il mediatorefosseCianciminoe si avesseun occhiodi riguardo
per i suoi problemi di caratteregiudiziario.
Tutte queste richieste, mi apparvero piuttosto la conferma delle
preoccupazionipersonali di Ciancirnino relative alla sua difficile
giudiziaria.
situazione
Ritenendoquindi che Cianciminostessesolo cercandodi ottenerequalche
beneficio per sé e, al limite, pensassead un espatrioin qualchemodo
autonzzato,risposi direttamenteal quesitoprincipalepostomi.
Non avendo nulla da offrire, perché eravamo lì solo in funzione del
nostro ruolo professionale,dissi che Riina, Provenzanoe tutti gli aitri
latitanti avrebbero dovuto consegnarsi e noi, in cambio' avremmo
trattato benele loro famiglie.
A questarisposta,Cianciminobalzo in piedi e disse che lo volevamo
morto e che,anzi, volevamomorire pure noi.
riferire una simile rispostae che
Aggiunse che non poteva assolutamente
avrebbe detto al suo interlocutore che ci sarebbe stata una pausa di
riflessione;quindi ci accompagnoalla porta freddamente.
Che io mirassi esclusivamentea ottenere la collaborazionedel mio
interlocutoreo almenoqualcheinformazioneutile ai fini delleindaginiche
avevoin corso,emergedalla stessarispostada me formulataal Ciancimino
a conclusionedei nostri contatticonfidenzialie da lui riportata,sia nelle
ai magistratipalermitani a partire dal
dichiarazionifatte successivamente
27 gennaio1993 ( Si veda in particolare le dichiarazioni rese il 17
"l
m rzo 1993 alte ore 09.30), che nello scrittodi suo pugno,intitolato
al figlio Massimonel corsodi una perquisizione
Carabinieri",sequestrato
a cui venne sottoposto, in Palermooil 17 gennaio2005 ( Si veda il
verbale di perquisizionee sequestroe copia del materiale d'interesse
acquisito. Annesso n. 6).
La mia replica infatti prevedevala consegnaincondizionatadei capi di
Cosa nostra e, nella sua sostanzialeimproponibilità,se correlataa quei
momenti, fa ampiamentecomprendereche una trattativa,basataper sua
naturasu di un dare ed un avere,non era stata,almenoper quanto tni
ri guardava,nemmenoipotízzata.
Osservo ancora che, qualora fossi stato lointermediario,ovviamente
per conto di altri, di una trattativa, non avrei risposto di getto come
anche Vito Ciancimino conferma, ma avrei chiesto tempo per
acquisire la valutazione dei miei mandanti, così da ricevere
disposizioni e, se del caso, attribuire ad altri il fallimento di un
tentativo che per noi prevedevapiù di qualche rischio diretto, visto e
consideratoche i nostri nomi erano stati fatti da Ciancimino ai suoi
interlocutori mafìosi.
In questoed in altri dibattimenti,a secondodi come convieneai nostri
accusatori, io e gli altri ufficiali del ROS, veniamo considerati
o tanti minus habens
o dei fuoriclassedell'investigazione
alternativamente
che procedononelle indagini senzalaparvenzadel discernimento.
Pensoche non siamo né I'una ne I'altra cosa,però un minimo di buon
senso,per evitare di fare le vittime sacrificali di un gioco, che se fosse
esistito sarebbestato più grande di noi, ritengo che ce lo dovrebbero
concederetutti.
la suadelusioneper la
Usciti dal colloquio,il cap.De Donno mi espresse
fine del rapporto,ma io ribattei che Ciancirnino,con la sua reazione
preoccupata,aveva dimostrato di avere realmente preso contatto con
"cosa nostra" e che mirava assolutamente
ad evitareil carcere;
ambientidi
quindi forsetutto non era compromesso.
ll 20 ottobre 1992(Si veda loagenda1992),,comeho ricordatonella mia
deposizionespontaneadel 20 ottobre 2009, incontrai il presidentedella
Antimafia,on. LucianoViolante.L'occasione
CommissioneParlamentare
di riferire la richiesta rivoltami da Vito
mi
consentì
, tra l'altro
Cianciminodi essereascoltatodalla CommissioneAntimafia,ma anchedi
informare un rappresentanteistituzionale del mio tentativo. Un organo
istituzionale,la Commissione,con funzioni equiparatea quelle della
Magistraturae retto per di più da un uomo politico, già magistrato,
all'apposizioneparlamentaree da tempo evidenziatosinel
appartenente
contrastointransigentealI' organizzazionemafiosa.
Questoa dimostrazionedi quanto fosselontana da me I'idea di una
"trattativa" con "COSa
nostra" e che nOnera mia intenziOnemantenere
segretoil contatto con loexsindacodi Palermo.
La confermainequivocabiledella mia ricostruzionedei rapporticon I'on.
Violante, trova riscontro inoppugnabilein una lettera,datata 26 ottobre
1992, cheVito Ciancimino,a sostegnodi quantomi avevapreannunciato,
inviò al Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia,
sollecitandola sua audizione, rinunciando alla pretesa della diretta
televisiva e sottolineandoil suo passatoche ne facevaun protagonistadi
quel contestopolitico da cui erano scaturiti i tragici fatti del 1992, tra cui
I'omicidio dell'on. SalvoLima. Nel testotra I'altro si afferma:
" ..... Il delitto Lima non può e.ssere
liquidatocon ipolesisemplicisÍiche
sul suo mqvente.
L'omic'idio dell'on. Lima è di quelli che vanno oltre la persona della
comesi suoldire.
víttimae puntanoin ulto, un awterÍimenlo,
Sono stato, per moltí anni, testimonee in purte protagonista di un certo
contestopolitico.
Sono cont,intoche queslodelitto.facciaparte di un disegnopiù \,asto.
Un disegnochepotrebbespiegarealtre cose,molte altre cose.
Ancora oggi sono, pertanto, u disposizione di codesta Commissione
Antimaliuse voruòascolÍarnri."
La missivacosì come redatta,smentiscela versionedell'on. Violanteche
parlavadi una mia richiestaper un colloquioprivatotra lui e Cianciminoe
la volontàdi quest'ultimodi parlare
confermainveceinequivocabilmente
di frontea tutti i componentidellaComtnissione.
Circa questo particolareaspetto,la mia difesa, pochi mesi orsono,ha
Antimafia,
potuto ottenerefonnalmentedalla CommissioneParlamentare
oltre ad una copia della lettera sopra citata , anche il relativo carteggio
esistente.
A riguardo,il registrodi protocollocartaceodimostrache il documentofu
acquisitodalla Commissioneil 29 ottobre 1992,ma già 1127 l'iniziativa
lnfatti, nella
dell'Ufficio di Presidenza.
del Cianciminoera a conoscenza
1992,
fa
menzione
della
si
sedutadella Commissionetenutasiil 29 ottobre
richiestadel Cianciminoprecisandoche essaera statatrattata, in sededi
Ufficio di Presidenza della Cornmissionestessa,nella sua riunione
27.10.92,cosìcomerisultadal relativoverbale.
(l resoconti delle seduteVo e VII. della CommissioneParlamentare
cheho
Antimafia sonostatida me già allegatialle dichiarazionispontanee
rilasciatoil 20.10.2009).
Da quanto sopra si ricava per tabulas che, all'atto della riunione
dell'Ufficio di Presidenza,i suoi componenti, tra cui ovviamente il
Presidente,erano al corrente dell'iniziativa del Ciancimino, mentre la
sua lettera non era ancora arrivata.
Questo conferma il fatto che I'on. Violante era da me stato informato
precedentemente,per la precisioneil 20 ottobre 1992,e sapevache il
Ciancimino voleva essereinteso dalla Commissionenella sua interezza
e non da lui solo.
( Si veda la lettera in questione e gli altri documenti costituenti il
carteggiorelativo o acquisiti su richiesta dei miei avvocati.Annesson.
I t.
Nel corso del mese di novembre 1992, il cap. De Donno, attraverso
Massimo Ciancimino,seppeche Vito Cianciminolo voleva incontrare,
peròda solo.
Ritornato dall'appuntamento,I'ufficiale mi riferì che Ciancimino,
dichiaratosi pienamente collaborativo, gli aveva chiesto cosa
effettivamentevolessimoe che lui gli avevarispostoche a noi interessava
catturare i capi di "cosa nostra", cioè Salvatore Riina e Bernardo
Provenzano.
Cianciminone avevapresoatto,precisandosubitoche aveva indicazioni
più immediatamentesfruttabili su Toto Riina, chiedendoa riguardo le
mappedellazonadi Palermoche,da viale della RegioneSicilianava verso
Monreale,con lo schemadei relativi allacci dell'AMAP, questoperche,
sulla base della conoscenzadi alcuni lavori che eranostati effettuati anni
prima nell'abitazionedi SalvatoreRiina riteneva,consultandole,
di poterla
Tocalizzare.
Acquisita la documentazione,De Donno, il 18.12.1992,ritornò da
Cianciminoche non fu soddisfatto
del materialechiedendoaltremappeper
una zonadiversada quellacheavevaprecedentemente
indicato.Pocheore
Yito Ciancimino venne arrestato in
dopo quelf incontro,il 19.12.1992,
esecuzionedi un provvedimentodi custodia cautelareemesso, sul
presupposto
del pericolodi fuga,dallaCorle d'Appello di Palermo.
quindi
non contribuìin alcun modo alla catturadi Toto Riina,
Ciancimino
ma sono convinto che, se avessepotuto e ne avesseavuto il tempo, ci
avrebbemessosulla pista giustaperché,a quel punto della sue vicende
personalie giudiziarie,avevaormai capitoche solo un contributodi quella
importanzagli avrebbeconsentitodi mantenerelo statodi libertà, che era
per lui la ragioneed il sensostessodella vita. Da qui, il passosuccessivo
ad una collaborazionepienasarebbestatoun fatto scontato.
In tutta questafasedei contattioCiancimino mai ebbea dirci chi fosse
il suo interlocutore o se avessericevuto documenti dalla parte mafiosa
con richiestedi qualsiasitipo che ci potesserointeressare.
In uno dei quattro incontri che io ebbi con Vito Cianciminonella sua
abitazioneromanavidi, per la prima ed unica volta, MassimoCiancimino
che entro per portare il caffé e uscì subito dopo. Nella circostanzanon
scambiammonemmenouna parola,perchénon avevamoproprio nulla da
dirci.
Il signorMassimoCianciminodice di avermiincontratosuccessivamente
a
Palermo; sarei curioso di conosceregli elementi di riscontro che può
fomire a sostegnodi un'affermazioneche non ha fondamento.
Nel corso del successivomesedi gennaio1993,qualchegiorno dopo la
catturadi SalvatoreRiina, I'avvocatoGiorgio Ghiron, difensoredi Vito
Ciancimino, mi contattòtelefonicamentedicendomi che il suo cliente
volevaparlarecon me e De Donno.
Di conseguenza chiesi l'aulorizzazione per svolgere un colloquio
investigativoed informai dell'iniziativa il dr. GiancarloCaselli,nuovo
Procuratoredella Repubblicadi Palermo,al quale avevogià spiegato,sia
pure informalmente, in un precedenteincontro avvenuto a Torino il
10.01.1993e ricordatonelle mie dichiarazionispontaneedel 20 ottobre
2009.,quantosi era verificatotra noi ed il Ciancimino.
ll 22 gennaio1993( Si veda I'agenda 1993allegataalle mie spontanee
dichiarazioni del 20.10.2009), incontrai,a Roma - Rebibbia,insiemeal
capitanoDe Donno, Vito Cianciminoche intendevariaprireil rapportocon
noi interrotto dal suo arresto.Gli chiarii la nuova situazioneper cui la
prosecuzionedi un dialogo poteva avveniresolo su di un piano di formale
collaborazionecon gli organi dello Stato e quindi con la magistratura
competente.Dopo qualchetergiversazioneegli accettò.
Rientrandonello stessogiorno al ROS trovai ad attendermiil dr. Caselli.Il
per questaprima aperturae disse
magistratomanifestòla suasoddisfazione
che avrebbeiniziatoal più prestoa sentireil Ciancimino.
Il successivo27 gennaio 1993,infatti,a seguito della comunicazione
datata24.01.1993del ROS,presentiil dr. GiancarloCasellied il
n.1286412
dr. Antonio Ingroia, cominciaronogli interrogatorida parte dei magistrati
della Procura di Palermo. Io e De Donno, insieme o isolatamente,
presenziammopiù volte agli interrogatorisvoltisi a Rebibbia,giungendo
unitamenteai magistratiprocedenti.Qualsiasiriscontro,
ed allontanandoci
anche pressogli archivi del carcere,smentiràl'affermazionedi Massimo
svolti con il padre
Ciancimino circa colloqui da noi indipendentemente
1122.01.1993.
richiestoed autorizzato
oltre a quelloregolarmente
riepilogò, negli stessi
Ciancimino
Nel corso delle sue dichiarazioni,
termini da me sopra riportati, la storia dei nostri contatti,ribadendo
ancheai magistratila propostafattacid'infiltrarsinel sistemadegli appalti
al fine del loro controllo da parte dello Stato. Egli confermò
sostanzialmenteanche la cadenza temporale degli stessi,collocando
però il suo primo incontro con me, ed in ciò sbagliando,una volta il25
agostoed unoaltral'1 settembre1992,invecedel 5 agosto.
Se ci fossimo messi d'accordo, come sostieneMassimo Ciancimino,
avremmo certamenteevitato discrepanzesu di un particolarenon certo
secondario.
( Si vedano a riguardo le già ricordate dichiarazioni rese dal
Ciancimino nella seriedi atti formalizzati dai magistrati della Procura
della Repubblica di Palermo trail2T gennaioedil22luglio 1993). Sia
nella fase dei contattiinformali con me e De Donno, che in quella delle
deposizionireseai magistrati,Cianciminonon fecemai nomi di impreseo
di imprenditori da sffuttareper rendereoperativala suapropostarelativaal
a livello di sua mera
controllo degli appalti,che rimase esclusivamente
ipotesidi lavoro.
Pertanto le dichiarazioni di Giovanni Brusca circa un'infiltrazione
nell'impresa Reale da parte del ROS, allo scopo di individuare gli
appalti condizionatidalla mafia, è solo frutto di fervida fantasiae delle
sue deduzioni guarda casosempreespressedopo la lettura dei giornali
o I'ascolto delle dichiarazioni mie e di De Donno , quindi
invariabilmente a posteriori.
Nel corsodi uno degli esamisostenuti,il Ciancimino,piu volte sollecitato
dai magistrati,fece infine il nome del dr. Antonino Cinà quale suo
nostra".
intermediariocon o'cosa
La serie degli interrogatori di Ciancimino si concluse senza che i
magistratiravvisasseroelementitali da considerarecome produttivele sue
dichiarazioni.
A riguardo i magistrati Caselli, Ingroia, Patronaggioe Pignatone
conferironouna delegad'indaginialla Sezionedel cap.De Donno,assolta
qualcosada eccepire,
senzache,all'esito,avessero
Il 17 febbraio 2005, a Palermo, come già ricordato, nel corso di una
perquisizionenell'abitazione
del figlio Massimo,fu rinvenutotra l'altro un
10
"l
manoscrittodi pugno di Vito Ciancimino,intitolato Carabinieri". nel
qualevengonoriepilogate,negli stessitennini descrittida me e dal cap.De
Donno e dianziriportati, le fasi dei nostri incontri.
Osservoche il documentofu ottenuto con un atto a sorpresa,modalità
di per sé sempre più credibile, per il tipo di acquisizione,di una
consegna"spontanea".
Per ultimo, in relazione a questa vicenda, vorrei fare rilevare che le
ricostruzionedei fatti formulateil 6.06.1998dalla 2^ Corle d'Assise di
Firenzenel processocontroBagarellaLeoluca+ 25, ribaditapoi in sededi
appello(Si vedano, a proposito, gli stralci delle Sentenzedella Corte
d'Assisee della Corte d'Assised'Appello di Firenze.Annessinn. 8 e 9
), e dalla 3o SezionePenaledel Tribunaledi Palermo,nel processocontro
Mori Mario + l, in data 20.02.2006( Si veda copia della Sentenzadi
assoluzione. Annesso n. 10 )o tra loro concordanti, confermano
pienamentela versionepropostada me, dal dr. De Donno ed anche,per la
partecheci riguarda,da Vito Ciancimino.
Stessoorientamentoha manifestatoil GIP del Tribunaledi Palermoche,
del 20.09.2004, ha archiviato,suconforme
con suo decreton. 15123101
pareredella Procuradella Repubblica,il procedimentopenalen. 18101/00
Cinà Antoninoe CianciminoVito.
iscrittoa caricodi Riina Salvatore,
(Si veda il Decreto di Archiviazionedel GIP di Palermo.Annesson. I I
)
Il signor Massimo Ciancimino,a partire dalla primaveradel 2008, ha
rilasciato una serie di dichiarazioniai magistrati della Procura della
Repubblicadi Palermoin relazioneai rapporti che il padreVito intrattenne
con me e I'allora cap.GiuseppeDe Donno.
Su questirapporti,come inizialmenteho ricordato,sin dalla secondametà
degli anni novanta, eranointervenute,in sedi giudiziariediverse,sia le
dichiarazionimie e di De Donno, che quelle di alcuni pentiti, trovando
ampiorisaltoe diffusi commentisugli organid'informazione.
Voglio cioè dire che praticamentetutto , sin da quell'epoca,era noto.
Logica avrebbevoluto che, in quel periodo,se Vito Cianciminoo i suoi
familiari avesseroritenuto di individuare falsità, o ricostruzioni degli
avvenimenti non aderenti alla realtà, avrebberopotuto intervenirea loro
volta per ptntualizzare o smentire ogni aspetto ritenuto falso o non
corretto,al fine di ristabilire la verità ed il loro buon nome. Questonon e
avvenuto e solo dopo molti anni dalle prime emergenzesu quei fatti,
Massimo Ciancimino ha sentito il bisogno di intervenire.Nel fiattempo
pero egli era stato coinvolto in un procedimentopenale relativo alla
gestionedel patrimonio paternoche, in appello, lo ha visto condannatoa
tre anni e quattro mesi di reclusione. A suo tempo,nel contestodi questa
vicenda, egli aveva subito, l7 gennaio 2005, una perquisizione,già
ricordata,dispostadalla Procuradella Repubblicadi Palermo,nella quale
era stata sequestratadocumentazioneautografa di Vito Ciancimino,
relativaanchealla fasedei contatticon me ed il cap.De Donno.
ll
( Si veda la copia del sommario processo verbale di sequestroe
relativa documentazioneacquisita.Annesson.6 già citato) Ancheallora
Massimo Ciancimino aveva ritenuto di tacere e mantenne tale
atteggiamentoanche durante il procedimentoin primo grado che lo
per lui, con unacondanna
riguardava,iniziatoil l5.l1.2006,e conclusosi,
a cinqueannied otto mesi.
Solo il 4 aprile 2008,un mesedopoI'inizio del procedimento
d'appelioa
cui era interessato,aperto il 6 marzo 2008, il Ciancimino decisedi
rilasciaredichiarazioniin rnerito ai rapporli, di circa sedici anni prima, tra
il padree gli ufficiali del ROS.
Queste dichiarazioni, caratterizzate da un'inusitata diluizione nel
tempo, accompagnate
da fughe di notizie e preannuncisensazionalistici,
infiammezzateda interviste sui giornali ed apparizionitelevisiveben
hannocreatouna sortadi processomediatico,tutt'orain corso,
orchestrate,
che ha finito per indurre,nell'opinionepubblica,convincimentichequesto
processo,quellovero cioè,non ha ancoraratificato.
Per molti io sono ormai quell'ufficiale dei Carabinieriche ha trattato
con una banda di assassini,
delegatoa ciò da chi sa quale
segretamente
gruppo o personaggiopolitico, per porre fine, nella maniera più
disonorevole,
alle stragidi mafia.
Questo non è vero ed il modo in cui si tenta di affermarlo è scorrettol
dimostreroin questasede,puntoper punto,la falsitàdelledichiarazionidi
MassimoCianciminocircai fatti per cui qui si procede.
GIi aspetti salienti di queste dichiarazioni, nelle parti che mi
riguardanoosi possonocosìriepilogare:
o i contattitra il padreVito ed il cap.De Donno inizianotra la strage
di Capacie quelladi via D'Amelio;
o già prima della morte del dr. Borsellino, il col. Mori aveva
incontratoVito Ciancimino;
. il padre, che non si fidava molto delle possibilità dei due
Carabinieri,i quali avevanovisto demolitala loro inchiestasugli
appalti dall'interventodell'on. Salvo Lima pressoil procuratore
della Repubblicadi Palermo,dr. Pietro Giammanco,era statopero
franquillizzatodal sig. " Carlo " ovvero o' Franco ", un uomo dei
Servizi non rneglio individuato,che seguivapasso dopo passo
l"attività di Vito Ciancimino e dei Carabinieri."Carlo/Franco",
inoltre, assicuravail collegamentocon i ministri Mancino e
Rognoniche eranoal correntedella trattativa;
o il generaleSubranni era il garantedel col. Mori e del cap. De
Donno;
o Vito Ciancimino,tramiteil dr. Antonino Cinà, avevainizialmente
trattatocon Toto Riina, il quale aveva fatto pervenireuna seriedi
richieste,scrittedi suo pugno e contenutein un " papello" che ,
seppureda lui ritenuteesorbitanti,eranostatecomunquemostrate
ai Carabinieri.A riguardo avevapreparatoa sua volta un elencodi
piu realistiche;
propostecheconsiderava
t2
stanteI'irresponsabilitàdel Riina, Vito Ciancimino,in una fase
successiva,aveva preso accordi con Bernardo Provenzanoper
neufraltzzareiì capo di ''cosa nostra" fàcendoloan'estare,così da
portarea terminela trattativasu basi accettabili;
Provenzano
avevaindicato,su dellemapperichiesteda Ciancimino
al cap.De Donno,I'abitazionedel Riina.L'accordoprevedevapero
la clausolache la casanon dovevaessereperquisita,percheRiina
custodiva documenti che, una volta arrestato,gli avrebbero
a livello nazionale;
consentitodi provocaresconquassi
quandoil 19 dicembre1992fu arrestato,Vito Cianciminocapì di
esserestatotraditoe sostituito,qualeintennediariodella trattativa,
dal senatoreMarcello Dell'Utri che la proseguìcol Provenzano,
sempresottoil controllodi "Carlo/Franco'o;
ìa richiestadel passaportoinoltratada Vito Ciancimino,causadel
provvedimentogiudiziarioche aveva provocatoil suo arresto,era
frutto del tradimento perpetrato dai Carabinieri che I'avevano
consigliata.Il cap.De Donno avevaancheilluso Cianciminocirca
perchepotesserientrarein possesso
il suo interessamento
dei beni
confiscatigli, mostrandogli un arlicolo di "Panorama " che
prospettava
questaipotesi;
la versionefornita da Vito Cianciminoai magistratidi Palermo,
circa modalitàe tempi dei suoi contatticon Mori e De Donno, era
stata concordata con questi ultimi per tutelare la sua famiglia
nonchèautori e ispiratoridella trattativa;
le dichiarazioni,rese da Vito Ciancimino ai magistrati della
Procuradella Repubblicadi Palermoa partiredal27 gennaio1993,
venivanopreparatepreventivamente
dal col. Mori;
dei contenutidel
anchel'avvocatoAldo Carusoera a conoscenza
"papello". Il Carusolo aveva anche invitato a non farsi vedere
troppo spesso,con Mori e De Donno, nei pressidi alcunecaserrne
palermitane;
Vito Ciancimino,dopo I'arresto,aveva avuto ancheun colloquio
non si erapoi
con il dr. PieroGrasso,a richiestadel magistrato,ma
confidato con lui, perche Grasso era venuto col segretarioper
interrogarlo;
Vito Cianciminovoleva che fosseinformatoancheI'on. Violante,
per la buonariuscitadella trattativa,in
che ritenevaindispensabile
relazione alla funzione di rilievo da questi rivestita sia negli
ambientidella Magistraturachedel mondopolitico;
conosceva anche il generale Giampaolo Ganzer, attuale
comandantedel ROS, dal quale aveva ricevuto attestati di
apprezzamento:'
avevasubitouna violazionedi domicilio da partedi sconosciutiche
si eranoappropriatisolamentedi un verbaleda lui annotato;
era stato ripetutamentecontattato da persone che lui riteneva
" che lo avevanoinvitatoal silenzio
collaboratoridi " Carlo/Franco
su quantolui conosceva
dellatrattativa;
in piu cìrcostanzeil cap. De Donno gli avevaassicuratoche non
sarebbemai statochiamatoa darecontodi quantoconoscevadella
t a
I J
trattativa,sui cui contenuti sarebbestato comunqueappostoil
segretodi Stato.Anche "Carlo/Franco"lo avevatranquillizzatonel
SENSO;
a
a
ancheil fiatello Giovanniavevavisto "Carlo/Franco":
Vito Cianciminosi vantavadi avereresistratoMori e De Donno
nel corsodei loro incontri;
sempre"Carlo/Franco"lo avevaavvefiito pochi giorni prima del
suo arresto, consentendoglidi mettere al sicuro all'estero i
documentirelativi alla trattativa.Con "Carlo/Franco''avevaavuto
rapporlitelefonicisino al 2004,ed anchenel corsodel 2009un suo
collaboratore era andato a trovarlo a casa contestandoglile
pubbliche propalazioni circa i fatti del 199211993che sarebbero
dovuterestaresegrete.
A corredo dei suoi interrogatori Massimo Ciancimino ha consegnato
altro materiale solo indirettamente connessoa questo procedimento,
quale:
o una serie di documenti,per lo piu manoscrittied attribuibili al
padre;
o alcuni "pizzini", da lui ascritti a Bernardo Provenzano ed
asseritamente
inviati da costuial oadre:
Oltre a ciò, Massimo Ciancimino ha sottolineatoche il padre:
. avevarapporticon il prefettoDe Francescoe l'Alto Commissario
Sica;
. avevafatto partedi Gladio;
. era stato contattatodal ministro Ruffini per evitare che la mafia si
intromettessenelle ricerche dell'on. Moro, sequestratodalle
BrigateRosse;
. era statoancheinteressato,sempredal ministro Ruffini, perchenon
emergessero
le responsabilità
dellaFrancianel disastroaviatoriodi
Ustica.
Da queste indicazioni si dovrebbe dedurre che, per il figlio, Vito
Cianciminocostituivauna "risorsadella Repubblica",da impiegareper le
grandi emergenzenazionali.Questomi sembraverarnenteun po' troppo !
Nell'affrontarequestavicendaoccorrepreliminarmente
sottolineare
alcuni
aspettiche ne sonopresupposto.
Vito Cianciminoè statoun uomo dallapersonalità
protagonista
complessa,
in negativo di una fase della vita politico-amministrativa
della Sicilia,
caratterizzatada una gestionedella cosa pubblica turbata dall'illecito e
rnacchiatada evidenti e gravi connivenzecon la criminalità organizzatadi
tipo mafioso,e le suevicendegiudiziariene hannoampiamente
dimostrato
le responsabilità,
sia suì pianomoralechepenale.
Egli ha semprerespinto,con la veemenzatipica del suo carattere,ogni
accusain merito,e sino agli ultimi giorni di vita, con dichiarazionie scritti,
1 A
l î
ha cercatodi giustificarei suoi atti. Si veda, ad esempio,il documento
"REVISIONE
manoscritto.databile all'anno 2002, da lui intitolato
PROCESSI DI VITO CIANCIMINO ( ex art. 630 lettera d del c.p.p.
a Palermo,il 17 febbraio2005, a MassimoCianciminoe
)", sequestrato
nel quale l'ex sindacodi Palermosollecitala revisionedei suoi processi
definendosi"l'unico uomopolitico condannaÍoper delitti di associazione
".
mafiosucon pena che sto scontandoper intero Il tentativodi venire a
per lui una costantea partire
capodei suoi guai giudiziariha rappresentato
dal 1984, epoca del suo primo arresto,poi nel periodo del soggiorno
obbligato a Rotello e infine, nel corso degli anni novanta,quando si
avvicinavano preoccupanti e definitive scadenze giudiziarie. Vito
Ciancimino,quindi, nel rapportocon me e De Donno intravedevauna
sponda a cui appoggiare il suo intento volto a non subire ulteriori
incarcerazionie su questotentativo.stanteI'impellenzadegli avvenimenti
per lui negativi,puntòtutto; anchea costodi rischipersonali.
Il figlio Massimo,anchelui, in questavicenda,giocala suapartita,infatti
riportando in maniera volutamenteasettica,ma soprattutto de relato,
affermazionie vicendedella vita del padre,si ritagliauna parteche è nello
stessotempoquelladi vittima e di spettatore.
Spettatoreperò interessatoa comparire quale collaboratorepienamente
credibileper la Procuradella Repubblicadi Palermonel cui Tribunalesi
coinvolto.Che la
decidonole sorti de1lavicendanella qualee direttamente
primo
luogo, dalla
in
consegue,
sospetta,
sua collaborazioneappaia
constatazioneche egli si e deciso a collaborare,anzi a dichiarare,solo a
circa sedici anni dalle vicendedi cui riferisce,ed anchea rate! Sono infatti
in numero di 25 le sue dichiarazioni, almeno quelle di cui ha
conoscenzala mia difesa , diluite nell'arco di ben 20 mesi; mentre
continua ancora oggi, inesaustarla sua produzionedocumentale!
chein tutti gli annichevannodal 1993
Egli sostiene,a suagiustificazione,
ma questonon è vero.Infatti,il 10 10.2005,
lo ha cercato,
aI2008,nessuno
egli si rifiuto di rispondereai magistratidella Procuradella Repubblicadi
Palermo che lo volevano sentire anche sui rapporti del padre con i
Carabinieridel ROS,con l'on. Silvio Berlusconie con il senatoreMarcello
Dell'Utri.
( Si veda copia del verbale d'interrogatorio reso da Massimo
Ciancimino ai magistrati della Procura della Repubblica di Palermo,
Lari, PignatoneoBuzzolani, Prestipino e Sava, il 10.10.2005.Annesso
n . 1 2) .
Si aggiungaa cio che, a distanzadei fatti, quandoi protagonisti.o sono
scomparsio si sono già espressi,e comunquei riscontri possibili non sono
agevoli, e facile creare artificiosamenteun complessodi situazioni che,
coerenti con una storia già nota, consentano,nel dettaglio, scostamenti
anchesignificativi dal vero.
Infatti, disponendodelle cartedel padree delle dichiarazioniin più sedi
ufficiali rilasciate da me e da De Donno, consultandole risultanze
processualicollegabili ai fatti di suo interesse,seguendole interpretazioni
giornalistichein merito, rivisitate alla luce degli orientamentigiudtziai' a
lui piu favorevoli ed usufruendodi alcuni anni di tempo per ricostruireed
armonizzare i\ tutto, Massimo Ciancimino ha potuto approntare un
15
resocontoal primo irnpatto quasi credibile,avendo avuto cura di non
oo flnezza"
dimenticare anche i particolari. Ad esempio segnalo la
realizzalasfruttandoun mio lapsus circa I'ubicazione dell'abitazione
invecechenellazona
romanadel padre,da me indicata,in una circostanza,
di Villa Medici, in quella di Villa Massimo.Su questoparticolareegìi ha
di un ufficio , tutta da accertare
imbastitoil dato relativoall'esistenza
, ìn
cui il padreincontravariseruatamenteil prefetto EmanueleDe Francesco,
direttoredel SISDe.
Io non credo proprio che Vito Ciancirninoabbia incontratoil prefetto De
Francescoche all'epoca dei fatti indicati da Massimo Ciancin-rino,
199011992
, erain pensioneda almenocinqueanni,però appareevidenteil
tentativodel figlio di legarmi in qualchemodo al mondo dei Servizi di
"Carlo/Franco",che nelle sue ricostruzioni
allora"e quindi anchea quel
immanentema, novello Godot in versione007, mai
risulta costantemente
si n-ranifestaad altri, così da non essereancora identificato e questo
malgradocalchila scenainformativadall'epocadel ministroRestivo,cioè
da più di quaranta anni. Un caso veramente unico nella storia
italiana
!
dell'intelligence
La messain scenadi MassimoCiancimino,ad un'analisipiù approfondita,
risulta pero del tutto inattendibile, perché egli non dispone dei
fondamentali della materia, fatto che gli avrebbe consentito di
appoggiarsia riferimenti validi invece che romanzeschi.Valga come
esempio la lettera da lui consegnata nella precedente udienza
dell'8.02.2010che avrebbedovuto dimostrareI'attivazionedi suo padre,
da partedell'on.Attilio Ruffini, a propositodel casodel disastrodi Ustica.
A parte che il testo , se effettivamentedi pugno del Ruffini, consistein
a personaterzarispettoa Vito
un'asetticapresentazione/raccomandazione,
Cianciminoe non rimandain alcunmodo al casoUstica,la letteraè datata
23.09.1978.Ora Massimo Ciancimino avrebbedovuto informarsi,così
Né
avrebbescopertoche il disastroaereodi Usticaavvenne1127.06.1980.
sarebbe
potrebbe
che
riferirsi
all'interessamento
la letteradell'on. Ruffini
stato richiesto anche per il caso Moro, visto che il presidentedella
DemocraziaCristianafu sequestratoil 16 marzo e fatto rinveniremorto il
9 maggio 1978,cioeben prima delladataindicatasullalettera.
Come dianzidetto, malgradoogni artifizio dialettico volto a dimostrarele
sue tesi, la ricostruzione degli avvenimenti proposta da Massimo
per quantoattienealla vicendadei miei rapporticon
Ciancimino,contrasta,
Vito Ciancimino,con una seriedi dati di fattonon scalfibili.
Infatti egli:
.
non ha mai assistitoai colloqui tra il padre, il col. Mori ed il
cap. De Donno e quindi non può riferirne i contenuti,ancheperchè le
annunciateregistrazionia riguardo non sono state ancora consegnate.
Io mi auguro che Ie possa presto produrre perché non potranno che
confermarequanto da noi dichiarato;
.
non è in grado di sostenere, con dati di fatto, la sua
affermazionesecondocui, già prima della morte del dr. Borsellino,vi
erano stati incontri tra me ed il padre;
ló
.
non ha prodotto dichiarazionio scritti del padre che valgano a
sostenerela ricostruzionedegli avvenimentida lui prospettata;
.
non è in grado di provare la sua tesi secondocui la cattura di
Totò Riina si deva a Bernardo Provenzano;
.
non ha elementi concreti per sostenereche fu il cap. De Donno
a consigliareil padre a fare richiesta del passaportoo ad interessarsi
per il rientro nel possesso
dei suoi beni;
o
non è ovviamente in grado di dimostrare che io dettavo i
contenuti delle dichiarazioni che il padre rilasciava ai magistrati di
Palermo;
.
non riesce,sino ad oggi, a dare un'identità ed una collocazione
formale ed istituzionale al signor "Carlo/Franco" e ai suoi
collaboratori che, nei racconti da lui proposti, assumono contorni
molto più vicini a personaggidi Ian Fleming che a soggettiin carne ed
ossa.
Sulla base di quanto sopra, proporrò la mia ricostruzione dei fatti,
producendoelementiconcretia sostegnodelle mie affermazioni.
che ritengoio
una precisazione
Voglio premetterea questeconsiderazioni
debba,siaper ragionipersonalichedeontologiche.
Nelle sue torrenziali dichiarazioni Massimo Ciancimino ha attribuito al
cap. De Donno attività scaturentida sue personaliiniziative e al gen.
Subrannila funzionedi garantedel nostroagire.
Ciò non è vero.
Il gen.Subranniera il mio superiorediretto,ma nella qualitàdi ufficialedi
dell'attivitàoperativadel
PG piu elevatoin grado ero io il responsabile
ROS ed a me competeva scegliere gli indirizzi d'indagine ritenuti più
produttivi e confacenti.Il gen. Subrannifu da me avvertito del contatto
con Vito Cianciminonell'imminenzadel secondoincontro ( 29 agosto
che
e della grandeprofessionalità
1992 ) e, dall'alto della sua esperienza
tutti gli riconoscono, mi consiglio attenzione e prudenza, stante la
difficoltà del rapportocon un interlocutoredal vissutodell'ex sindacodi
Palermo,da lui conosciutoavendoa suo tempoprestatoservizioin quella
città.
Per quanto attieneall'azione del cap. De Donno nel rapportocon Vito
Ciancimino,e evidentechetutta la suaattivitàera da me passodopopasso
conosciuta e autonzzata.
Il ROS è un Repartodell'Arma dei Carabinierie quindi con articolazioni
ed attribuzioni gerarchiche ben definite e chiare ed io ho sempre
conosciutoe rispettatogli obblighi che mi competevano.
11
Ritornandoai dati del processoe della specificavicendadei rapporlitra
me e Vito Ciancirnino,si possonoevidenziarei seguentiaspettisalienti
nelledichiarazionidel fislio Massimo:
a. Vi fu una "trattativao'tra Stato e mafia condottadal col. Mori e dal
cap. De Donno con la mediazionedel padre Vito Ciancimino.
tengoa sottolineareche per "trattativa''io intendo,come
Preliminarmente
un dareed un avere.Se
chepresuppone
ho già precisato,una negoziazione
questo è il senso che si vuole attribuire ai miei contatti con Vito
Ciancimino,siamoproprio fuori tema. Io volevo solo, ma non era poca
cosa,averenotizieed informazionisu "cosanostra"e nell'ipotesimigliore
giungere alla collaborazionedell'ex sindacodi Palenno, convinto che
questo risultato avrebbe falro realizzareun salto di qualità fondamentale
nella lotta alla mafia.
"trattativa" tra Stato e mafia, attribuitada
Circa poi I'esistenzadi una
MassimoCianciminoad una rnia iniziativa,constatoche in merito hanno
interloquito piu Uffici Giudiziari (Caltanissetta,Firenze e Palermo)
dove, sia come teste, unitamenteal cap. De Donno e nel quadro di
"cosanostra",sia come
procedimenticonseguenti
alle attivitàcriminalidi
imputato, sono stato inteso o giudicato. Le relative sentenzehanno
comunquesempreconclusoche,da partemia e di chi operavacon me, non
la volontàdi
furono mai posti in esserecompofiamentiche dimostrassero
scenderea patti o trattare con I'organizzazionemafiosa. In particolare,
restandoa quella che a mio avviso appareìa piu significativatra le
pronunceche rli riguardano,in quantomi ha visto nella vestedi imputato
"cosa nostra" e non già
per favoreggiamentodi elementi appartenentia
come teste, cioè la sentenzaemessadalla 3' Sezionedel Tribunaledi
Palermo il 20 febbraio 2006, conclusasi con un'assoluzione non
appellata dalla Procura della Repubblica di Palermo, in essa, a
propositodellacatturadi SalvatoreRiina,si osservache:
"Se
la catlura del Riina.fosse slala il .frutto dell'accordo con lo Sfalo,
"pax"
copucedi garantire
tramite il quale era slala siglala une sorla di
alle istituzioni il ripristino della víta democratica,sconquassatadagli
"cosq
noslra" la prosecuzione,in tutla lranquillità dei
allentali, ed a
"lalu
sensu" moderata, non si
propri affari, sollo una nuove geslione
contprenderebbeperché I'associazione criminale abbia invece voluto
proseguire con tali eclatanti qzioni delittuose,colpendoi simboli storicoartistici, culturali e sociali dello Stato,al dí.fuori del territorio siciliano,
in aperta e s.frontutaviolazionedi quelpatto appenustipulato.";
e inoltre:
"
Se gli elementi di carattere logico e .fattuale sono idonei a smentire
"trallaliva"
mafìa-Statoaventead oggettola consegnadel
I'ipolesi della
Riina, deve concludersiche piir verosimilmentel'inizialiva del gen. Mori
al .fine di
.fu ./ìnalizzatusolo a .far apparire l'esislenzadi un negoziato,
"
"
carpire inforntazioni utili sulle dinumiche interne a cosa noslra e
dei lolilanli.
sull' individuazione
l8
Senthra conferntare una tule inlerpretazione anche il rílieyo che il
contportamentoassurtto dal cap. De Donno o dall'imputalo (Mori)
apparirebhe viziato - ponendosi nell'ottica di una lratlaliya tteru int,ece
che simulata - da un'evidente ed illogica contraddizione solo se si
consideriche gli ste,ysisi recaronodal Ciancintinoa "trattare" chiedendo
il massimo,la resa dei capi, senzaayerenulla da ffi"ire ".
(Si veda la Sentenzaemessadal Tribunale di Palermo- 3o Sezione,il
20.022006.Annesson. l0 già citato)
Nel senso di cui sopra soccorronoanche le affennazioni di Vito
Cianciminoche:
- nelle dichiarazionirilasciateai magistratidella Procuradella Repubblica
di Palermo,GiancarloCasellied Antonio lngroia,il 17 marzo 1993, alle
ore 09.30,sostiene:
".....(lhiamai
i Carabinieri i quali nti dissero di .formulare questa
proposta: consegnino alla Giustizía alcuni latitanti grossi e noi
garantiumo un buon trattamento alle /amiglie. Ritenni questaproposta
angusta per potere aprire una valida trattativa e convenní con i
Carahinieri di comunicare a quelle pcrsone che le trattalive dovevano
considerarsichiuse, come se i Carabinieri non avesseropiù niente da
disculere. In realtà avero convenutocon i Carabinieri che era meglio non
.fare conoscerela loro proposta, troppo ultimativa,perche essaavrebbe
defìnititamentechiusctqualunquespiraglio. Stabilii peraltro di continuare
a títolo personale i miei rapporti con i Corabinieri. FratÍanto ríflettevo
che quelle persone ( la controparte ma-fiosa ), per assumere
l'alleggiamenÍoarroganfe di cui sopra dot,evanoesserepazze o at,ere le
s p a l l ec o p e r t e . . . . . " .
- nel documentodi suo pugno, intitolato" I Carabinieri",rinvenutonel
corso della perquisizione effettuata , congiuntamente , da rnilitari
dell'Arma e della Guardiadi Finanza,in Palermo,nelle varie pertinenze
del figlio Massimo,ll17 gennaio2005,egli afferma:
Chiamai i Carabinieri i quali nti dissero di .forntulare questa
proposla: " consegnino alla Giustizia alcuni lalitanti gt'ossi e noi
garantiamo un buon trattamentoalle famiglie. Ritenni questaproposta
angusta per potere aprire una valida lrattativu e convcnni con i
Carahinieri di comunicare a quelle persone che le trattative dovevano
considerarsi chíuse, come se í Carahinieri non ayesseropiù niente da
discutere.In realtà avevo convenutocon i Carabinieri che era meglio non
fare conoscerela loro proposfa, troppo ultimutiva,perche essa at,rebbe
qualunquespiraglio. Stabilii peraltro di continuare
chiusode.finitit,amente
a titolo personale i miei rapporti con i Carabinieri. Frattanto ríflettevo
che quelle persone ( la controparte mafiosa ), per assumere
I'atleggianenÍo aruoganfedi cui sopra dot,evanoesserepazze o avere le
spalle coperte".
Vito Ciancimino ribadendo quindi, in epoca successiva,i contenuti
delle sue dichiarazioni ai magistratÍ della Procura di Palermo, ne
forniscela più evidentee diretta delle conferme.
t9
Quanto sopra dimostra,in maniera che non puo prestarsiad equivoci,
fuori da qualsiasiipotesi collegabilead una
come fosse assolutamente
la rispostaal quesito,postomida
trattativa,I'approccioche sottintendeva
Vito Ciancimino, circa le eventuali offerte da prospettare ai suoi
interlocutori.Peraltrole considerazioniespressedal Ciancimino stesso
evidenzianoaltresìcome questi avessecompresoperfettamenteil tenoree
che la mia rispostacompoftavano,tanto da
le pericoloseconseguenze
un'uscitameno
preoccuparsi
anchedi trovareuna formulache consentisse
traumaticadal contattoche avevaormai instaurato.
di Vito
residuadall'esamedelle dichiarazioni
Un'ultima considerazione
della cosìdetta"trattativa".Mi rifaccio
Cianciminoed attieneall'esistenza
semprealle dichiarazionidi Vito Cianciminoreseai magistratidi Palermo,
Caselli ed Ingroia,alle ore 0930 del 17 marzo 1993,nelle quali egli
sostieneancheche:
'' .....Questomio piuno dai Carabinieriaccettatoe una ventint di giorni
/u
dopo incontrui una persona, organo ínterlocuîore di altre persone.
Pensavo che questo interktcutore .fosse asettico invece assunse un
utteggiamentoche consideraialtezzosoe arrogante,perche - rdèrendo le
cose dettegli dalle altre persone con le quali faceva da tramite mi
"
aposlrofòpiù o meno con quesleparole: si sono rivolle a lei? Allora
".
aggiuslinoprinta tutte le cosesue e poi discutiamo
Giudícai questoaÍteggiamentoaltezzosoed arrogantese non altrctperche
c'erano problemi temporali, nel sensoche il mio processoin appello era
fissato per il 18 gennaio e muncara perciò spazio per un qualche
intervento.Sta di.fatto che questoatteggiamentoaltezzosrtrafforzò in me
l'idea dellapossibilematricepolitica di cui sopraho detto.....".
E ancora,semprenel prosieguodelle sopracitatedichiarazioni:
...Frattanto riflettevo che quelle persone, per assumere
I'atteggianlenloarrogante di cui sopra dovevanoesserepazze o avere le
spalle coperte. Io mi ero presentato all'infermediqrio tacendo nomi e
cognomi,menzionandocioè (aulorizzatoda loro) il CapitanoDe Donno e
",
"
il Col. Mori, come mio lasciapassare dicendoche i due - ul pari di
erano preoccupati per la situazione. A questo punto il ntio
me
interlocutore at,rebbepotuto esprimerequalche valutazionesul conlatto
che i Carabiníeri uvet)enopreso con me, ma non espressevalutazione
alcuna al riguardo. Espressesoltanto meravigliaperché i Carabinieri si
erano rítolti proprio a me.
L'interlocufore( cheerq ancheantbasciatore
) neppuremi chiesechecosa
i Carabinieri volessero.Si limítò a dírmi quel che ho già riferito e cioè che
se si erano rivolti a me prima di tutto dovevanoaggiustarele cose mie.
Solo che non si trattava di un ctggiustantentocome spostare un'auto.
C'era, come ho dello, quanlomenoun problemadi tempiper il processo
d'appello.fissato per gennaio. In soslanza la mencanzad'inleresse
dell'interloculore-ambasciatore,per le proposte dei curabínieri e nel
contempo la prospettivu di un impossibileaggiustamentomi portarono
appunto ullu riflessione che un atteggiamentosimile poterano tenerlo
soltantopersonechefosseroo pazzeo con le spallemolto coperÍe....."
20
con gli stessitemini, Vito Cianciminolo
Identicoconcetto,praticamente
''l
esprimenel manoscritto,intitolato Carabinieri",rinvenutoa Palennonel
corso della perquisizionecui fu oggettoil figlio Massimoil 17 gennaio
2005.
"cosa nostra",
Dalle parole dell'interlocutore-ambasciatore di
riportate da Vito Ciancimino, emergecome naturale conseguenzache
l'organizzazionemafiosa ignorava I'attività dei due Carabinieri, che
pure erano stati indicati nominativamente , e non ne riconosceva
quindi Ia funzionedi controparte.
Ciancimino concludeche "o erano pazzi, o avevanole spallecoperte"l
cioè avevanoaltri soggetticome riferimento e con cui trattare.
Da quanto sopra si deduceche, se una trattativa vi è stataoquestanon
è da attribuire a Mori e De Donno, ma a qualche altro cheoagli occhi
di "cosanostra",apparivasenz'altropiù qualificato.
b. La trattativa ebbeinizio tra le stragi di Capaci e via DoAmelio.
I ten-rpiche hanno segnatolo sviluppo dei contatti con Vito Ciancimino,
potràesseresentitoanche
sonostatida me prima ricordati.Sull'argomento
il dr. De Donnoche fu colui che li inizio, ovviamenteda me autortzzato.ln
merito ha riferito ancheGiovanni Brusca,in una prirna fasemolto incefto
sulle date,così come osservòla Corte di Assisedi Firenzenella sentenza
ernessail 6 giugno 1998 ( Si veda il relativo cap. V o Pag. 1530 e
seguenti.Annesson. 8 già citato). Poi, con un fenomenoricorrentetra i
dichiarantilegati a questavicenda,la suamemoriasi è ripresa,ma anche
le notizie,che al
modificata,cosìchelui, ultimamente,collocasicuramente
"papello"
gli fornì Riina,tra la stragedi Capacie quelladi via
riguardodel
D'Amelio.
Bruscacomunquenon dice di saperea chi fu consegnatoil fantomatico
documentoe chiantain causame e De Donno solo dopo avereintesole
nostredichiarazionialla Corle d'Assise di Firenzee letto i resocontidi
"Repubblica".
( Si vedanole sue dichiarazioni rilasciateanchein questoprocesso).
MassimoCianciminodice che De Donnolo avvicinosubitodopo Capacie
Mori iniziò i contatti con suo padre ben prima della strage di via
D'Amelio, al puntoche il 29 giugno 19921oavevagià incontratotre volte
ed un'altra lo incontrò prima del 19 luglio, ma a sostegnodella sue
affermazioninon porta alcunaprova.
I tempi dei contatti con Vito Ciancimino, come ricordato, sono stati
indicati,sia da me cheda De Donno,davantialle Corli d'Assisedi Firenze
ll27 gennaio1998ed
in epocanon sospetta,precisamente
e Caltanissetta
delledue
sentenze
dalle
a
cominciare
ll27 marzo1999,da alloranessuno,
2l
Corti d'Assise citate. documentalmenteo con argomentazioniconvincenti,
ne ha contestatola veridicità.
Sulla vicenda una parola chiarificatrice è stata messa,ancora una volta, da
Vito Ciancimino, il quale:
.
nelle sue dichiarazioni ai magistrati di Palermo, Caselli ed Ingroia,
ll lJ marzo 1993, alle ore 0930, afferma:
"
.... Atevo avuto dal Cap. De Donno varie sollecitazioniper iniziative
comuni. Le avet,rt respinte. Ma dopo i tre delitti ( quello di Lima, che nti
uveva sconvolto; quello di Falcone che mi aveva inorridito; quello di
Borsellino che mi avevu lasciato sgomento ) cambiaí idea e ricettettí nella
";
mia casu di Roma il predetto capitano ...
.
e ancora:
. . ManiJ'e,slctila ntia inlenzione di collaborare ma chiesi un contalto
con un livello superiore. Conseguentementeil capitano De Donno lornò a
,:.:.r,,.*ro ( mi pare il I settembre 1992 ) uccompagnato dal col. Mori.
"
"
o
mentre nel già indicato manoscrittointitolato I Carabinieri",
rinvenutoa Palermoil l7 gennaio2005 in locali nella disponibilitàdel
fi glio Massimo,riferisce:
" Il
capitano dei carabinierí, GiuseppeDe Donno, varie volte in
(
incontri più o meno occasionali ) con mio .figlio Massimo ( suo
conoscentee coelaneo) lo aveva sollecitctto,con gentilezzae cortesia,a
chiedermidi potere a\)ereun abboccamentocon me:
Io con altrettanta cortesiu,ogni volta, avet)orifiutato il colloquío.
Però la successionedi TREFATTI CLAMOROSI:
a) l'assassiniodell'On.Lima chemi ha SCONVOLTO;
b) la strage in cui perì Falconeche mi ha INORNDITO;
c) la strage in cui perì Borsellinoche nti ha lasciatoSGOMENTO
mi hanno indotto a cambiareidea ed ho accettatodí incontrareil capitano
De Donno, a casa mia a Roma ( Via San Sebastianello9 ).
Conteè nuturale e logico avrebbedovutoparlare il capitano,dato che la
richiesta del colloquio era stata attanzata da lui invece , senza tanti
preamboli, parlo io ed affermo che respingo con REPULSIONE e
SDEGNO la situazionechesi è venutaa
CREARE, ma puntualizzo che, QtIELLO C'HE E' PIU' GRAVE, NON
RIESCO a VEDERELO SBOCCO.
Ipotizzo per i tre./atti delittuosi UNA UNICA MATRICE, dietro la quale è
POSSIBILE intrattedereun DISEGNO POLITICO.
Aggiungo che in OGNI CASOsia che la MATRICEfosse solo MAFIOSA,
sia che .f'ossePOLITICO-MAFIOSA, sia che .fossesolo POUTICA LA
SICILIA, comunque , ne sarebbe uscita MASSACRATASII TUTTI I
PIANI.
LO SDEGNO dipinto sulla.faccia dei miei
Ero angosciatoperché v,edet,o
FIGLI.
22
Mani.festo ul c'apitano la ntia più ampia crtllahorazione, però concordiamo
che la ntia rlisponibilità dot,evu esseretras.fèrita a livello SUPERIORE, sul
piano ISTITUZIONALE.
Mi partò del colonnello dei carabíníeri, MORI e restammo di intesa di
reincontrarci.
Questo colloquio tra il capitano e nte si è svolto t,ersrt la.lìne di Agosto (
25 o 26 ) del 1992. Col colonnello Mori e col capitano De Donno ci
siamo inconlrati il Drimo Settentbre successivo, sempre u c'Lts(tmia u
".
Roma.
Questeaffermazioni,pur con I'imprecisioneche spostail primo contatto
con De Donno a fine agosto e quello mio al prirno di settembre,
la tempisticaindicatada me e dallo stessoDe
confermanosostanzialmente
Donno.
Se pero ve ne fossepoi ancorabisogno,la confermadellaricostruzionedei
ternpi fatta da me e De Donno e ribaditada Vito Ciancimino,trova una
puntualeconvalidanelle dichiarazionidella d. sa Liliana Ferraroe dell'on.
Claudio Martelli, depositatedal Pubblico Ministero nella precedente
udienzadel2.2.2010( Si vedaAnnesson. 13 ).
sentitadai magistratidelle Procure
Infatti, la d. sa Ferraro,il 14.10.2009,
e Palermo,Lan, Gozzo,Marino,Luciani,
della Repubblicadi Caltanissetta
, Ingroiae Guido,afferma:
".....Mí colpì molto I'incontroche ehbi col De Donno perché kt
stesso mi part,e molto provato e mi disse che era molto difficile
accetturela morÍe del dr. Falcone e trovare il modo di continuare a
st'olgerele propríefunzioni, ancheperché ritenev'ail dr. Falcone il loro
punto di ri.ferimentoper il rapporto mafia-appaltie l'organo di polizia
in cui era inserito,a suo dire, non avevúugualí buoni rapporti con altri
magistratidella Procura di Palermo.
In tale contestomi disseche ancheera venutoil momentodi provare
tutte le strade e che, essendo Vito Ciancimino un personaggio di
spessore,a\)etlunopensato di sondare la possibilità che lo stesso
iniziasseun rapporto di collaborazione.
Mi disse anche che ( ,et,apreso contatti col figlio Mussimo e che,
attrayerso di questi, pensava di poter aggunciurc o ut)evu gia
"
agganciato,non ricrtrdo bene,Vito Ciancimino
In altra parte delle sue dichiarazionila d. sa Ferraroindividua il momento
dell'incontrocon De Donno.Ella,ariguardo,dichiara:
".....
ho cercalodifocalizzarenteglioimiei ricordi epossodire che
sicurantentevenneal Ministero per incontrarmi il cap. De Donno, non
ricordo esattamentela data, ma ho memoriadel.fatto cheparlai di tale
vicenda col dr. Borsellino all'oereoporto di Roma ove lo s/esso si
trovava, unítamenle ulla ntoglie, di ritorno da un conr)egno a
Giot'inazzo(BA).
ZJ
Mi incontrui c'ol dr. Borsellino perche questi mi chiamò dicendomi
proprio all'aereoportodi
che tolevupurlarnti e mi diedeappuntamento
Fiumicíno.
Il periodo in cui si svolsequesl'inconlrolo po.rsocollocarenella
settímanadel trigesimodella morte del dr. Falcone."
Semprenello stessoverbale:
"
Prendo atto che dull'esamedell'agenda grigiu del dott. Borsellino si
ricat,a che questi si recc)a Giot,inazzoil 27 giugno 1992 e.feceritorno a
Palermo il 28 giugno 1992.A questoputlto posso quindi a.ffermarecon
cerlezzo che I'incontro di cui sto .fac'endomenzione si svolse nel
ponteriggiodel 28 giugno 1992.
Ribadisco che I'inconlro col cup. De Donno uvyennequalche giorno
prima, nell'arco della settintanache va dal 21 giugno al 28 giugno 1992,
anche perche, qualora .fòsse passuto più fempo, avrei certamente
infnrmato telefonicamente
il dott. Borsellino di quanlouttvenLtto";
L'on. ClaudioMartelli,nelledichiarazioni
rilasciate15.10.2009
agli stessi
magistratisopraindicati,riferisce:
".....sulla
basedel colloquioche ho avuto da ultintocon Liliana Ferraro,
via,filo e sulla basedei miei ricordi dell'epocu,possodire che la stessanti
ha ricordato che il cap. De Donno le aveva.fatto ttisita, almerut così
ricordo,parlandole di un contattocon MassimoCianciminoper poterepoi
incontrare il padre di questi, ffinche gli stessipotesserout't'iurc un
percorsocollaborativoal.t'inedi evitare nuovestragi".,'
Mentre.per quantoattienealla collocazionetemporaledell'incontro,I'on.
Martelli sostiene:
"
.....il conlallo tra la Ferraro e De Donno ayvenne il 23 giugno 1992 nei
giorni delle comntentorazioni per il trígesinto dell'uccisione del dott.
Falcone e di tale circostanza venní messo a parte in brevissimo tcmr)o
In occasionepoi del confronto del 17.11.2009tra il Martelli e la
Ferraro,gliUffici procedentidannoatto che:
"
..... a ,seguitodel confi'onloentramhiconvengono
sull'indicazionedella
settimanudel trigesimoquale dala in cui avttennel'inconlro con il cap. De
Donno."
In base a quanto sopra dichiarato dai due testimoni, si ricava che
nell'ultima decade del mese di giugno 1992,il cap. De Donno aveva
preso contatto con il solo Massimo Ciancimino e si riprometteva di
poterlo fare, in prosecuzioneocon il padre. Ne consegueche le
affermazionidi Massimo Ciancimino, il quale sostieneche, prima del
29 giugno 1992,il padre aveva parlato già due o tre volte con il col.
.A
LA
Mori, sono false e falsa, quindi, è tutta la sua ricostruzione della
vicenda.
Si ricava allora che la collocazionetemporale dei contatti tra Mori e
De Donno con Vito Ciancimino fu quella indicata in tutte le sedi dagli
ufficiati del ROS e laddove esistonodiscrepanzesulledate,questesono
posticipate( I settembre - 25126agosto1992) e non già anticipate.
Come ultima considerazione,appare infine di tutta evidenza che se
tempi e modi di quegliincontri,lo
Cianciminoavessevoluto riconsiderare
avrebbepotuto fare con successivedichiarazioni , ovvero attraversogli
ma ciò non
scritti che sino agli ultimi mesi di vita ha redattoe conservato;
è avvenuto.
c. La versionesu come si svilupparonoi contatti tra suo padre da una
concordato
parte e Mori e De Donno dall'altra, fu un "escamotage'o
per coprire i veri protagonistidella "trattativa" e garantire da
eventualiritorsioni anchelui, MassimoCiancimino.
Per sosteneredocumentalmentequestaaffermazione,cioè la voluta falsità
le
delledichiarazionidel padre,MassimoCianciminoportaesclusivamente
" Il
intitolato
Lino
Jannuzzi
fotocopie di tre pagine estrattedal libro di
processodel secolo",consegnate
ai magistratiDi Matteo,Ingroiae Guido
reso
il 29.10.2009,ripropostetra il materiale
nel corsodell'interrogatorio
ed acquisiteagli atti.
dell'8.02.2010
esibitonell'udienza
la 253 del
prima
dellepagineconsegnate,
bianco
della
Sul marginesinistro
"lL
FALSO E' CHIARO E
libro, si legge manoscrittoin stampatello:
LAMPANTE", con una grafìa che dovrebbesenz'altroattribuirsia Vito
Ciancimino.
MassimoCianciminosostieneche questaannotazioneè la dimostrazione
che suo padre aveva inteso sconfessarela versione del rapporto con i
Carabinieri, da lui fornita ai magistrati Caselli ed Ingroia nel verbale
alleore 09.30.
redattoil 17.03.1993,
Se andiamo ad analizzarecomparativamenteil testo di Lino Janntzzi e
quello del verbalesopracitato, si ricava che il libro:
o
o
ripofta, trascrivendoli, interi brani delle dichiarazioni di Vito
alleore 09.30;
il 17.03.1993
Cianciminorilasciate
omette,ritengo per sceltaespositivadell'autore,alcuni punti delle
affermazionidi Vito Ciancimino.
Esaminandoi periodi tralasciati,si nota che essi non sonorelativi ai fatti,
ma per lo più attinenti a notazioni che Vito Ciancimino fa riferendosi a
personalivalutazionio a suoiprecisiinteressi.
Se egli avesseinteso sconfessarela complessivaversionedel rapportotra
lui ed i Carabinieri,avrebbesenz'altro usato più puntuali e pungenti
25
espressioniche certo non mancavanoalla sua prosa,ma questonon era
chiaramenteil suo intento. La falsità che egli sottolinea,la attribuivaa
perche
Lino Jannuzziche,omettendoqualcheaspettoche lo interessava
qualificantegli intenti positivi del suo comportamento,
lo avevaconvinto
che anchel'autoredel libro fossepartecipedi quel "complottogenerale"
I' immagine,il patrimonioe l'attivitàpubblica.
chemirava a distruggerne
non
considerazioni
sono mie interessateconclusioni, ma
Queste
affemazioni dello stessoVito Ciancimino che, nel commento da lui
manoscrittoalle dichiarazionirilasciatealle ore 09.30 del 17.03.1993,
dal figlio Massimoil 15.05.2008ai magistratidella Procuradi
consegnato
Palermoed anch'esso
acquisitonel corsodell'ultimaudienza,scrivenella
pagina:
seconda
"
"lL
DEL SEC'OLO" ha.fatto
Lino Jannuzzinel suo libro
PROCIES,SO
una sintesianomaladelle mie dichiarazionífornite in questoverbale.
di copia del verbale ha
In buona sostanzaJannuzzi venulo in pos,sesso
COPIATO INTEGRALMENTE alcuni periodi, saltandonealtri cctmesi
può.facilmenteverifìcurecomparundoil t,erbalecon le pagine 253, 254 e
"
"
255 laddot,econtinciua pog. 253 con dice l/ito Ciancintino e.finisceu
"
"
pag. 255 con ARRESTATO .
( Si veda la documentazionerelativa. Annessinn. 14 e l5 )
Non mi sembrache vi siano commentida fare se non la considerazione
che Massimo Ciancimino,prima di consegnaredocumentidi cui e in
possesso,
dovrebbeavere,almenolui, la curadi leggerli;eviterebbecosìdi
commettereenori clamorosi.Sempre che non ritenga così sprovvedutii
suoi interlocutorida non accorqersidì mistificazionidi tale srossolanità.
Lo affermazione circa I'esistenzadi un'intesa tra il padre ed i
Carabinieri è invece smentita dai fatti. MassimoCianciminopotrebbe
avereuna par\enzadi credibilitàse tutto si fosseconclusocon I'arrestodi
Vito Ciancimino il 19 dicembre 1992. Dopo quella data però, costui,
detenuto a Roma nel carcere di Rebibbia, fisicamente e moralmente
prostrato,confessoal figlio Giovanni" di esserestato tradito e venduto
( Si vedanole dichiarazionireseda GiovanniCianciminonell'udienza
di questoprocessoil 20 ottobre 2009) .
Un uomo che si sentiva così trattato avrebbe certamenteriferito ai
magistrati,che 1o avrebberointerrogatoad iniziare dal giorno 27 gennaio
1993 , il reale sviluppo dei fatti, riferendo anche di quelle intese che,
essendostato lui tradito da qualcuno,non avevanopiù efficacia ed anzi
acuivanoe non sminuivanoi pericolipersonalie dei suoi familiari.
Se poi, per assurdo,non avesseritenuto di farlo nemmenoin quella
per
circostanza,non avrebbeomessodi dire il vero successivamente,
"l
Carabinieri",rinvenuto nella già
esempio nel manoscrittointitolato
ricordata perquisizionedel 17 febbraio 2005 alle perlinenzedel figlio
Massimo.
Infatti, quando,nel marzo 1999, egli uscì dal carcere,non poteva non
avereavutonotiziadelledichiarazionimie e del col. De Donno.rilasciatea
26
Firenzee Caltanissetta( le prime delle quali, a Firenzeofurono del
27.01.1998) a riguardodei contatticon lui intercorsi,così, se vi avesse
pericoliper sé ed i suoi,questavolta, proprio
rilevatofalsitàe conseguenti
per tutela,le avrebbeconfutate.
Invece,anche allora, lascio inalteratala versionefomita in precedenza.
Versioneconfermataperaltroin quelleche,almenoper le tnie conoscenze,
ai magistrati,
sono le sue ultime dichiarazioni,rilasciatecongiuntamente
delle
Procuredella
in
rappresentanza
Grasso,Ingroia,Amelio e Tescaroli
Firenzee Palermo,il 3 aprile 1998, quindi
Repubblicadi Caltanissetta,
mie e di De Donno, davanti alla
le
dichiarazioni
più di due mesi dopo
Corte d'Assisedi Firenze,relative alla vicenda.
Vito Ciancimino,infatti, nel verbaleredattoin forma riassuntiva,affetma :
"
PrelintinarntenteI'U.fficio mi chiedese ahbia nulla da aggiungere,
in ordine a quanto già in precedenzadichiarato all'Autorità Giudiziaria di
Palermo, anche con riferimento alle recenti notizie dif/use da organi di
stompacirca le dichiarazionidí Giot'anniBrusca , del Gen. le Mario Mori
e del CapitanoGiuseppeDe Donno.
Prendoatto di quantole SS.LL. mi richiedono.
Non ho altro da aggiungererispettoa quantohrt gia dichiarato".
Mentre,dallatrascrizioneintegraledell'interrogatorio
, alle pagine52 e 53
quanto
segue:
sostiene
,
o alla pagina 52: "
Invece io entrai dentrrt suhito! E cominciò la
i
Carabinieri e Caselli ! ! Che lei ...
con
collaborazione
che io non intendo ripetere qua ! Perché,siccomeè trascritto nel
verbale ..... che abbiamosia io che Caselli,se lei ne vuolesapere
quali sonoslali i rapporti,io nti rifaccioa quelli delt'erbale!""
. . alla pagina53: "
E'scritlo nel verbale... ma .-- irt non ho ...
per quelli, io, non intendo modificare una t'irgola rispetto aí
".
verbali firmati da me, da Caselli ...
( Si veda il verbale riassuntivo delle dichiarazioni rese , il 3 aprile
1998, da Vito Ciancimino ai magistrati di Caltanissetta,Firenze e
Palermo, nonché la trascrizione integrale del suo interrogatorio,
acquisiti doiniziativadai miei difensori.Annesson. l6).
Se ora si consideranole affermazionidi MassimoCianciminocirca il fatto
che io avrei preparatoanzitempoil padre su cosa dire ai magistratidella
Procuradi Palermonella serie di interrogatorida lui sostenutiad iniziare
dal 27.01.1993e sino al 1994,come si giustificanole dichiarazionisopra
nel tempo e
ad una iniziativalargamentesuccessiva
riportate,conseguenti
dai miei avvocati conosciutasolo da qualche mese, che ribadiscono
quantoa suotempoVito Cianciminoavevasostenuto?
inequivocabilmente
oltre che dalla
11fatto e che la tesi di MassimoCianciminoè contraddetta,
come un
immaginare
difficile
veramente
appare
che
considerazione
per
tanto
tempo,
gruppo di magistratisperimentatisi faccia ingannare così
anchedal fatto che Vito Ciancimino le sue dichiarazionile ha rilasciatea
poi, in momenti anche
piir magistratied in tempi diversi,convalidandole
successivi,con scritti di suo pugno e senzamai smentirsi.
Questa è I'ulteriore conferma delle falsità delle dichiarazioni di
Massimo Ciancimino.
27
d. Lui ed il padreocon la collaborazionedi Bernardo Provenzano,
avevanoconsentitola cattura di Riina. Infatti il latitante aveva
indicatoI'abitazionedel capodi Cosanostrasu dellemappeinviategli
da Vito Ciancimino che le avevaavute, a sua volta, dal cap. De Donno.
La versionedi MassimoCianciminoè falsa.La vicendaè stataricostruita
nel corso di una serie di dibattimentitenutisi a Caltanissetta
, Firenzee
Palermo,senzache fosserorilevati aspetticontrastantirispetto a quelli
forniti da me, da De Donno e dall'alloracap. SergioDe Caprioche opero
materialmenteI'arresto del Riina e che ne ha riferito anche in questo
procedimento.
Nel corso del mese di novembre1992,Vito Ciancimino,dichiaratosial
cap.De Donno pienamentecollaborativoed appresoche I'intentodel ROS
chiesele
era quello di catturareSalvatoreRiina e BernardoProvenzano,
mappe di una determinata zona della città di Palermo, essendo
in gradodi identificareil luogo dove si trovavaI'abitazione
asseritamente
del latitante,in quanto a conoscenzadi lavori che, a suo tempo. vi
sarebbero
statieseguiti.
De Donno, procuratosiuna copia di quantogli era statorichiesto,il 18
dicembre 1992 si recò nell'abitazione romana del Ciancimino
il tutto.Nella circostanza,
al capitano,fu fattopresenteche
consegnandogli
mappe
relative ad un'altrazona di
era necessariodisporre anche delle
Palermo e l'ufîciale , preso atto della nuova richiesta, si riservo di
acquisirle. Poche ore dopo questo incontro Vito Ciancimino venne
alrestato.
Questaversioneè stataaccettatain tutti i giudizi in cui se ne è parlatoper
il semplicefatto che e stataconfermatadal Cianciminonelle dichiarazioni
reseai magistratidi Palermoe nei suoi scritti.
rilasciataalle ore 09.30del 17
Infatti,Vito Ciancimino,nelladichiarazione
marzo 1993, ai magistrati Caselli ed Ingroia della Procura della
Repubblicadi Palermo,afferma:
. "
I Carabinieri accolseroIa mia proposta e mi sottoposero- su
mia richiesta - mappedi alcunezone della citla di Palermononché
atti relativi ad utenzeAMAP, perché esaminandoquestidocumenti
e.fucendoriferintentoa due latoretti sospetti,in quantosuggeritimi
a suo tempo ( una decina di anni /a ) da persona modestuma
vicina ad un boss,.fornissi elententi ulili per I'individuazionedi
d e t t ob o s s . ". . . . .
28
o
".....Contunicai I'intpegno dell'interlocuÍore-amhasciatorea
rispondermi enfto martedì al capitano De Donno. Questa
comunicaial
comunicazioneuvvenneil sahato. Contestualmente
per es.sere
che
stava
mi
avetta
detto
capitano che il mio at,t,ocukt
emessonei miei confi'ontí il divieto di espatrio. Mezz'ora dopo
".
questocolloquiovenivoarreslalo
"l Carabinieri",
Analogamente,nello nel suo manoscritto intitolato
riferisce:
o "..... I Carabinieriaccolserola mia propostae mi sottoposero- su
mia ric'hiesta- mappedi alcunezonedella città di Palermo nonche
atti relatiti ad utenzeAMAP, perchéesaminandoquestídocumenti
e.facendoriferimentoa due lavoretti sospetti,in quantosuggeritinti
a suo tempo ( una decina di anni fa ) da per:iona ntodestama
vicina ad un boss, fbrnissi elententi utili per I'indit,iduazionedi
dettoboss".
o ".....C)omunicai I'impegno dell'interlocutore-amhasciatorea
rispondermientro Martedì al capitanoDe Donno.
Questa comunica:ione avvenne íl Sabato contestualmente
comunicaial capilano che il mio avvocatomi avevadetto che stava
per essereemessonei miei confronti il dittietodi espatrio.
"
Mezz'oradopo queslocolloquio venivoARRESTAT2,
Se questisonoi fatti, descrittiin due momentitemporalidiversie distanti,
concludereche le mappenon sono mai uscite
si deve conseguentemente
dall'abitazionedei Ciancimino, dove poi furono rinvenute,perchenon ve
il tempo.
ne fu nemmenomaterialmente
Le mappe citate da Vito Ciancimino nel corso dei suoi interrogatori,
peraltro,sono statea suo tempo trasmessedal cap. De Donno ai rnagistrati
procedenti,comeda loro richiesta.
A questopunto si rendenecessariospiegarela sottolineaturache pnma ho
fatto circa la consegna,da parte di De Donno, delle mappein una sola
copia, aspettoche poteva apparire ozioso. Nelle sue dichiarazioniin
questoprocesso,Massimo Ciancimino ha tenuto a îare una precisazione,
all'apparenzadi scarsautilità, affermandoche il padregli avevafatto fare
la
una copiadellemappe, poi portataa Palermoe segnatada Provenzano;
notazione invece e molto impofiante. Se non avesse fatto questa
da
precisazione
circa I'esistenzadi una fotocopiadelle mappeconsegnate
De Donno, come avrebbepotuto spiegareche su quelle trasmessealla
Procuradella Repubblicadi Palermonon vi eratracciatoalcun segno;fatto
che smontavatutta la suaacrobaticaricostruzionedella vicenda? Questae
una conferma degli artifrzi studiati da Massimo Ciancimino per rendere
sostenibili1esueaffermazioni.
di libertà,Vito
Dopo l'aresto, giocandosiin quel momentole suesperanze
Ciancimino avrebbe avuto tutto I'interesse, al fine di ricevere il
riconoscimentodella sua collaborazionee otteneredi conseguenzai
benefici relativi, libertà compresa, di illustrare , ai magistrati che lo
interrogavano, il contributoeventualmentefornito per la catturadel Riina.
29
Ormai il suo rapporto collaborativocon i Carabinieri era noto e "cosa
nostra " sapevalquindi I'unica possibilitàche gli rimanevaera quella
di sfruttare il suo ipotetico intervento per la cattura di Riina. Non lo
feceperchéquestocontributo non c'era stato.
In effetti Vito Ciancimino,proprio nelle sue dichiarazionirese alle ore
09.30 del 17 marzo 1993 ai magistrati Caselli e Ingroia, alla luce
di sostanzialeindiffèrenzamanifestato,di fronte alle
dell'atteggiamento
"
profferte,
sue
da I'interlocutore-ambasciatore",
espressela volontà di
collaborare, infatti egli sostiene: "decisi dí passare il Rubicone e
comunicaiai Carabiníeriche voleto collaboraree-fficacemente.
Chiesiche
i miei processi" lulti invenluli " si concludessero
bene.Consegnaiuna
copía del mío libro-bozzu.Proposi, comeipotesi di collaborazioneun mio
inserimenlonell'organizzazionea ttanlaggiodello Stato": ma pochi giorni
dopoquestasuaannunciata
decisioneegli fu arrestato.
Se invece, per assurdo,si accettassecome vera l'affermazioneche
Bernardo Provenzanoavrebbe contribuito in maniera determinantealla
cattura di Riina, allora perche fare andare avanti e indietro le mappe
quandoera molto più semplicee sicuro usareun bigliettino,ovvero un
"pizzino'', con I'indicazione dell'indirizzo;,canale questo, secondo i
raccontidi MassimoCiancimino,da anniproficuamente
usato?
Inoltre come si spiegherebbe
che una serie di collaboratoridi giustizia
hannoconcordemente
affermatoche "o zu Bino", cosìcomevenivainteso
tra gli "uomini d'onore" il Provenzano,
avrebbeattivatole sueconoscenze
per individuaree catturareil "capitanoUltimo", tofturarloper farsidire chi
gli avevaindicatoI'abitazionedi Riina e poi sopprimerlo?
lnfatti, a riguardo:
.
Cancemi Salvatore, dichiaro:
Provenzano,dopo avere
accennaload alcuni problemi concernentisuoi interessinel settore
degli uppalti, rivctlgendosial Ganci lGanci Raffaele capo della
"famiglia" dellaNoce/,gli disse:" zu'Falò c'è la possibilitàdi
prendere viwt il capituno Ultimo e se non è possibile prenderlo
tito, di ucciderlo. Sia il Ganci che io ed íl La Barbera, quasi
d'impulso, rispondemmo;"zu'Binoma che vuole.fare la guema
allo Stato? Se ammazziamoil capitano l.lltimo ci saranno altri
cinquanÍache prendono il suo posto". Il Protenzanoallargò le
"(
braccia senzadire alcuna altrct parola.
Si veda il verbale di
interrogatorio reso il 22 luglio 1993ai magistrati della Procura
';;
dellaRepubblicadi Palermo.Annesson.17
o
Guglielmini Giuseppe, affermò di avere saputo da Giovannello
Grecoche BernardoProvenzanoaveva"un chiodofisso":quellodi
uccidere il capitano Ultimo che poteva essere individuato
attraversopersone che lo frequentavano(Si veda il verbale di
interrogatorio reso il 9 maggio 1997 al sostituto procuratore
della Repubblica di Palermo, dr. Maurizio De Lucia. Annesso
n. 17);
30
.
Ganci Calogero, riferì che suo padre gli aveva raccontato
dell'intenzionedi BagarellaLeoluca e Brusca Giovanni , con il
consensodi ProvenzanoBernardo,di catturaree poi uccidereil
capitanoUltimo (Si veda I'interrogatorio reso il l7 marzo 2000
al sostituto procuratore della Repubblica di Palermo, d. sa
TeresaPrincipato.Annesson. l7 ).
Nel sensorilevanoanchele dichiarazionidi Anzelmo FrancescoPaolo e
La Barbera Gioacchinocircale intenzionidi alcunidegli esponentipiù in
e poi uccidereil capitanoUltimo (Si
vista di "cosa nostra"di sequestrare
veda la Richiestaper I'applicazionedelle misure cautelari inoltrata
l'11 novembre 1998 dalla DDA di Caltanissettanelloambito del
procedimenton. 1902198
mod. 21. Annesson. 17 )
Se quindi Provenzano,a detta concordedei collaboratoridi giustizia,
voleva interrogare"Ultimo" e poi ucciderlo,non pare logico ritenereche
sia stato lui a tradire Riina , in quanto rischiava, da un'ipotetica
"confessione"dell'ufficiale, di venire indicato come la spia che aveva
informatoCiancimino.
Per concluderesu questo argomento,ritengo sia esaustivo quanto, a
riguardo,sostienela già citata sentenzaemessail 20 febbraio2006 dal
Tribunaledi Palemro- 3o Sezione- che. sul fatto.cosìrecita:
"
L'islruzione diballimenlale ha, al conlrario, consenlilo di
accertare che il latitante ( Riina Salvatore) non .fu consegnatodai suoi
socluli,ma localizzatoin huse qd unu serie di elementitra loro coerentie
concalenali che vennero svilupputi, in printo luogo, grazie all'intuilo
investigatítctdel cap. De Caprio".
e. Nel corso della "trattativa tra Stato e "cosa nostra" fu consegnatoal
padre un documentodi richieste,formulate dalla parte mafiosaoil così
detto "papello", che egli avrebbemostrato al col. Mori.
inventata.Se Vito Cianciminomi
Questaaffermazionee completamente
avessemostrato un qualsiasi documentoche, asseritamente,ovvero per
mia deduzione, avrebbe potuto essereattribuito ad esponenti mafiosi,
in quantoin quel momentoconseguivo
l'avrei immediatamente
sequestrato
il risultato che mi ripromettevodal rapportoinstauratocon Cianciminoche
"cosa nostra", sarebbe
, costrettoad ammettereun suo diretto contattocon
statopoi "obbligato"a collaborareper evitarela detenzione,che scaturiva
dal possessodi quel documentoe che io non gli avrei
automaticamente
certo evitata.
a 1
J I
Non vedopoi comeun uomo che , dopoil suoarresto,si riteneva"traditoe
venduto"avessererìore.all'atto degli inizi degli interrogatorida partedei
magistratidella Procuradella Repubblicadi Palermo,nel rifèriredi avere
svolto una "trattativa" per conto di esponentidello Stato, che se per
disonorevole,era inveceper lui
costoroera da considerareassolutamente
la prova di una fruttuosaed apprezzabilevolontà di collaborazionecon le
Istituzioni.
politiche
In quell'ambitogli sarebbeancheconvenutocitarele personalità
che gli erano state indicate come mandantidagli ufficiali dei Carabinieri
ovvero,secondoMassimoCiancimino,da "Carlo/Franco".
Egli, invece,non fecenulla di tutto questoanzi,nelle suedichiarazionidel
37 marzo1993ai magistratiCasellied Ingroia,sostiene:
"
.....nenÍreribadisc'ola miu volontàdi collaborare,dichiaro che
I'inaspettatapubblicazionedi parte del conlenulodei ntiei verbali ha
suscitatoin me notevoleapprensioneper due motit,i: innanzituttoperché il
solo sospettodi una mia collabnrazionepotrebbe hastarealle coschedi
porre in esserescellerataggininei confronti dei mieiJamiliari. In secondo
luogo perché il .fatto ha innescatoun .fatto politico di grande inÍeresse,
come lo spazio e i litoli dei giornali chiarantenterivelano. Intendo allora
che sia /atta assolutachiarezza,rivelando che.fin dal 25/08/1992( prima
di esserearrestato), senzasollecitazioniavevodecisodi collahorarecon i
Carubinierí e rítengo che di ciò debbanoessereinfttrmati il Capo dello
Stato,il Presidentedel Consiglio dei MinisÍri, il Ministro degli Interni e il
Minístro di Grazia e Giustizia".
L' affermazioneconfermadue aspettirilevanti di questavicenda:
o Vito Ciancimino non aveva gestito alcuna trattativa e per lui,
quindi, nessunuomo politico era al corrente dei suoi contatti
con i Carabinieri, ancora alla data del 31 m^rzo 1993,quando
egli chiedeche venganoinformate alcunecaricheistituzionali;
.
nessuna versione di comodo era stata concordata con i
Carabinieri, perché solo dopo due mesi dall'inizio delle sue
dichiarazioni,(27 gennaio1993), ed in seguitoad una fuga di
notizie circa una sua ipotetica collaborazionecon i magistrati,
egli si preoccupadella sicurezzadei familiari.
A proposito poi delle richieste contenutenel fantomatico"papello",
I'aspettoche si ricavadai documenticonsegnati
consideroesclusivamente
da Massimo Cianciminoe in particolarequel post-it collocatoin fondo
all' elencodellerichiestestesse.
Vi si nota, scrittacon ogni attendibilitàdi pugno da Vito Ciancimino, la
seguente affermazione: "Consegnato SPONTANEAMENTE, al
colonnello dei Carabinieri Mario Mori dei ROS". L'indicazione
dovrebbedimostrareche l'elenco con le richiestecostituentiil "papello"
e direttamente,da Vito
mi sarebbestato consegnato,spontaneamente
32
Ciancimino.A parle il fatto che un post-it,proprioper la sua natura,può
essereappiccicatodi volta in volta là dove fa più cotnodo,a riguardorni
pernlettole seguenti
osservazioni.
lntanto si parla di un qualcosache viene consegnatoe non mostrato,
"papello"mi fu solo mostrato;
mentreMassimoCianciminoriferisceche il
"a
comeunicaconsiderazione contraris",potrebbe
ma questa,sepresentata
per un banalerefuso.
esserespacciata
Se pero prendiamoin esameil già citato documentomanoscrittoda Vito
iNtitOIAtO.. REVISIONE DEI PROCESSI DI VITO
CiANCiMiNO,
CIANCIMINO ( ex art. 630 lettera d del c. p. p. )", acquisitoil 7
febbraio2005 nel corsodella perquisizionenei magazzini di pertinenzadi
MassimoCiancimino,siti in Palermo,via Margheritodi Brindisi,civici dal
39 al 51, alle pagg.4 e 5, si legge:
"
.....Aquestopunto ritengodoveroso(.........)inizíaread íntegrare
"Le
lt4a/ìe" che ho scritto a Rotelkt in domicilio coatto per
il mio libro
decisione dellu Magistrctfurapalermitana. Là ero stato inviato dal più
"eletlo" della categoria il "sonlmo" Giovanni Fulcttne di cui ho
"Le Mafie". Tale lihro, inedito,da nte è
ampiantenteri/'eritonel ntio libro
al colonnellodei
stato consegnotonell'oÍfobre 1992 spontaneamente
dei ROS ( og4i generale) e poi nel
carabinieri Murio Morí contctndante
.fèbbraio successivovenne acquisito. col ntio pieno consenso,dall'allora
Procuratore della Repubblica Giancarlo Caselli mentre mi trovattr)
detenutonel carceredi Rebibbia".
Se si va a controllare quanto riportato sul post-it sopra descritto, si
riscontrano le stesse parole usate da Ciancimino nel documento
sequestratoil l7 febbraio 2005 con l'aggiuntadella data (nell'ottobre
1992)e dellaqualifica(comandante).
Se si consideraperoche è lo stessoVito Cianciminoa dire, comeio avevo
dichiarazionidel 20 ottobre2009,che fu lui
dichiaratonellemie spontanee
"Le Mafie", appare
a consegnarmi,nell'ottobre del 1992, il suo libro
"papello",bensì
evidentecomequel post-itnon era relativoal fantomatico
alla copiadel libro cherni volevadare.
Ma perche creareun post-it con le indicazionidel destinatario?Per il
semplicemotivo che Vito Ciancimino,nell'intentodi divulgarela propria
verità,avevadecisodi esitareil suo libro a più persone.
A riguardo,si vedaquantoscrive,da pag.45 a pag.55, nel libro intitolato
"L'anno dei Barbari" GiampaoloPansa(Si veda I'originale in Annesso
n. 18 ), che afferma di averericevuto , tra la fine di ottobre ed i primi di
"Le Mafie", per il quale
novembre 1992,da Vito Ciancimino,il libro
I'autoregli avevaancherichiestounavalutazione.
Peraltronon doveva essereGiampaoloPansal'unico, oltre a me, si era
rivolto Vito Cianciminoa riguardodella pubblicazionedel suo libro, se è
vero che proprioPansa,a pag.46, riferiscechelo stessoCianciminoaveva
chiesto un consiglio al giornalista Lino Jannuzzisu come impostarela
stesuradi "Le Mafie".
Da queste considerazioniemergechiaramentecome il post-it sia stato
ed in maniera fraudolenta sul documento
collocato successivamente
"papello"
da Massimo Ciancimino.
indicato comeil
a a
JJ
Per questoprocesso,sono anchedi rilievo le dichiarazioni,qui reseil 20
ottobre2009,da GiovanniCiancimino.I'altro fìglio di Vito Ciancimino,il
qualeha affermatoche:
o "il padre gli uvet,adetto che egli stuva.facendouna mediazionetra
"l'ultra
sponda (cioè Ia ma/ia) e "personoggi altolocafi" (da
intendersiesponentiqualí.ficatidello Stato)" ;
o
"lra personaggi
i
altolocati non potevanocomprendersí,con tulto
il rispetto,il col. Mori ed il cap. De Donno";
o
"andato
a lrovare suo padre, t,enti-ttenticinque
giorni dopo il suo
arresto, lo et,eva troralo .fisicamentee moralmenteprovato, ul
putlto chegli avrebbedelto: 'Mí hannotradito,mi hannoyenduto',
senzaperò specificarechi lo at,essetradito e venduto";
Se io ed il cap. De Donno non potevamo,ed a ragione,essereconsiderati
dei "personaggialtolocati",ne deriva che non eravamonoi quei soggetti
che potevanovantare autorità tale da poter gestire una trattativadelle
dehcatezza,segretezzaed importanzadi quella che aveva mediato Vito
Ciancimino.
Questi peraltro lo confermaimplicitamentequandoriferisce che, allorche
ebbe preso contatto con I'interlocutore" dell'altra sponda", si sentì
quei due Carabinieridi
chiedere,in modo altezzoso,chi rappresentassero
cui lui avevafatto esplicitamente
i nomi (Si veda le già citate specifìche
dichiarazioni rese ai magistrati della Procura della Repubblica di
Palermo,Casellied Ingroia, il 17 marzo 1993,ore 09,30).
Quandopoi, venti / venticinquegiorni dopo il suo arresto(19. 12. 1992),
Giovanni andò a trovare il padre detenutoa Roma-Rebibbia,1o trovò
provatoe psicologicamente
fi sicamente
abbattuto.
Nella circostanza
Vito Cianciminogli disse:"Mi hannotradito,mi hanno
venduto''.
Pochi giorni dopo, 1o stessoVito Ciancimino,tramite il suo difensore,
avvocatoGiorgio Ghiron, chiesedi parlarmi e, ottenuta1'auÍonzzazione,
lo
incontrai,presenteDe Donno, a Roma-Rebibbia,
il 22 gennaio1993 (Si
veda I'agenda1993).
A conclusionedel colloquio, Ciancimino,su mia insistenza,accettodi
parlare con i magistratidella Procuradi Palermo.Ora se Ciancimino
avesseritenutodi esserestato"tradito" e "venduto"da me e Donno,non si
sarebbecertorivolto a noi.
Mi preme anche fare osservareche se fossi stato compartecipecol
Cianciminodi una trattativaquantomeno per me disonorevole, mi sarei
ben guardatodal sollecitareun incontro ed anzi avrei fatto I'impossibile
per evitareche lui potesseavereun contattocon i magistratidella Procura
dellaRepubblicadi Palermo,rivelandocosìi contenutidei nostricolloqui.
Le dichiarazioni di Vito Ciancimino furono verbalizzate, come già
ricordato, a cominciare dal successivo27 gennaio 1993. Qualora egli
34
avesseritenutodi esserestato tradito da qualcunonella sua funzionedi
o fare imrnediatamente
intermediarioavevadue possibilitàda considerare:
il nome dei traditori, ovvero evitare di chiamarli, se non altro per
scongiurareulterioripericoliper se ed i suoi faniigliari.Ne derivadunque
la conferma che non eravalno noi coloro che avevano trattato con lui,
ingannandolo.Infatti, il Ciancirnino,nel corso delle sue dichiarazioniai
magistrati di Palermo,fece un resocontodei suoi rapporli con me e De
Donno coincidente con le nostre dichiarazioni, non lamento
comportamentiscorrettio tradimenti da parte nostrae nemmenoci indicò
"cosanostra".
comepartecipidi unatrattativatra Statoe
documentatonon subì modificazioni nel tempo,
Tale atteggiamento,come
anchese Ciancirninone ebbepiu volte la possibilitàe, nella già ricordata
il 3 aprile 1998,i magistratidelle Procuredella
circostanzapresentatagli
Firenze e Palermo,gli avesserochiestose
Repubblicadi Caltanissetta,
qualcosain merito.
intendesse
aggiungere
Massimo Ciancimino, nelle dichiarazioni rilasciate davanti a questo
Tribunale accusaDe Donno di avere carpito Ia fiducia di suo padre
"
",
attraversoI'indicazionedi un articolode L'Espresso il
dimostrandogli,
pressoi giudici della SezioneMisure Patrimonialidel
suo interessamento
Tribunale di Palermoper farlo rientrarein possessodei beni, sequestratigli
al suo arrestocon I'accusa
emessanel 1985,conseguente
con una sentenza
di associazioneper delinqueredi tipo mafioso. In realtà I'articolo in
questioneè riporlatoa pagina69 de "L'Espresso"del 6.12.1992,comegià
anche dichiarato dall'interessatonelf interrogatoriodel 4.08.2009 ai
magistratidella Procuradella Repubblicadi Palenno. (Si veda I'Annesso
n. l9).
A parle il fatto che De Donno, qualora sentito,potrà esprimersisu questa
vicenda, la chiara dimostrazionedell'infondatezzadell'affermazionedi
Massimo Cianciminoè data dal contenutodel sopracitato articolo.Nel
testo si evidenzia come avverso l'esito della consulenza,definita
per Vito Ciancimino116.07.1992,cioèquattromesiprima.
favorevolmente
muovendo
il Ministro di Grazia e Giustizia, il Consiglio
si starebbero
Superioredella Magisttatura,ed alcuni magistrati.
Con tutta la buonavolontàdi questomondo , non è proprio credibileche
un uomo del disincantoe dell'acumedi Vito Cianciminopotesseessere
convinto e quindi ingannato, nel valutare fatti che lo riguardavano,
unicamenteda un articolo,i cui contenuti,peraltro,gli dovevanoessere
noti da tempo.
vale per il problemadella richiestadel passaporto
Un'ultima precisazione
che Massimo Cianciminoattribuiscead un capziosoinput mio e di De
Donno per mettere da parte il padre e fare intervenire un altro
intermediario.
Se avessimovoluto eliminareda un'ipoteticatrattativaVito Ciancimino,
non sarebbe stato necessario inventare il complicato marchingegno
descrittodal figlio che prevedeva,per l'attuazione,il coinvolgimentodi
più personee quindi la scopefturadella nostra attività; sarebbebastato
interromperei contatti con la scusa che non stavanoportando ad alcun
35
risultato pratico, così come normalmentesi procedein questi casi nei
rapporticon una fonte infonnativa,e tutto sarebbefinito.
In merito,colnunque,Vito Ciancirninoprecisa:
o nelle dichiarazionireseai magistratidi PalermoCasellied Ingroia,
il 77 marzo1993,alleore09.30:
"
.... Dissial cap. De Donno che ut,reichíestoíl passaportoper le
t,ienormali"a
.
alla pagina13 del manoscrittointitolato" I Carabinieri" :
... Per chi non lo supessedobbiamosuhito dire che la richiesta
del passapnrto ( concordatacol mío at,t,ocalo)era perJèttamente
".
legittima.....
Anche in questacircostanzaVito Cianciminofornisceuna versionedei
fatti inattaccabile
ed in nettocontrastocon quellasostenuta
a posterioridal
figlio.
La sua(di Vito ) versionetrova convalidaanchein atti giudiziari,da cui si
ricava la conferma che non furono i Carabinieri a fargli chiedere il
passaporto.
Infatti,non è statala richiestainoltratada Vito Cianciminoalla
di
Questura Roma il 5.11.1992a provocareil suo arresto.Se così fosse
stato avrebbe una parvenza di logica, almeno per quanto riguarda lo
sviluppodei tempi, 1'affermazione
di MassimoCiancimino.Il fatto e che
I'ordinanzadella 3" SezionePenaledella Corte d'Appello di Palermo,
datata 18.12.7992,con la quale si disponevail ripristino della custodia
cautelarein carcerenei confronti di Vito Ciancimino, originava da
un'iniziativadel Procuratore
Generaledella Repubblicadi Palermoin data
(
quindi
prima
27.10. 1992
del 5 novembre ). La motivazionedella
richiesta rimandava ad indagini, convalidate da
dichiarazioni di
giustizia,
collaboratori di
tra cui Gaspare Mutoìo, ed al conseguente
gravissimo,concretoed attualepericolodi fuga del Ciancimino,indicato
comeuno dei protagonistidi quellastagionemafiosa.( Si veda in merito
la documentazioneallegata.Annesson. 20).
Questarichiesta,peraltro, non era un fatto nuovo, ma la confermadella
scontataattenzionedella magistraturapalermitanaalle vicende di Vito
Ciancimino.
Infatti,ancheprirnadelleseguenticondanne:
o definÍtiva (2 aprile 1992) a tre anni e due mesi di reclusioneper il
procedimentorelativo alla manutenzionescuole e stradedi Palermo,
scaturitodalleindaginidel cap.De Donno;
oin primo grado (17 gennaio1992)a dieci anni di reclusionepiir tre di
libertà vigilata per associazionedi tipo mafioso ed altro, per cui
l'interessato
era appellante,
la Procuradella Repubblicadi Palermoavevagià richiestoed ottenuto,in
data 22.12.7990,dalla V SezionePenaledel Tribunaledi Palermoche
fosse negata la concessionedel passaporto,sollecitato, in quella
circostanza,
da Vito Cianciminoalla localeQuestura.
36
Io e De Donno,ovviamente,non ignoravamotutto cio e non facendoparte
della categoriadei "Carabinieridellebarzellette"non potevamoinventarci
margini di discrezionalità,
raggiri su di una vicendache non consentendo
non ci permetteva,anchese lo avessimovoluto, nessuntipo d'inganno.
Vito Cianciminone parlò a De Donno e noi prendemmoatto del suo
intento,certi sull'esitonegativodell'iniziativa,consideratii suoi pregiudizi
pendenti e la notorietà criminale del personaggioche rendevano
della richiesta.
impossibilela favorevoleaccettazione
Ciò a dimostrazione che quanto sostenutoa riguardo da Massimo
Ciancimino, anchein questaoccasione,è falso.
37
A sostegnodel complessodelle mie affermazioni possoprodurre i
seguentidocumenti:
Deposizionedel col. Mori e del cap.De Donnodavantialla Corted'Assise
di Firenze( n. I ).
Deposizionidel col. Mori e del cap.De Donno davantialla Corted'Assise
( n.2 ).
di Caltanissetta
Stralcio della Sentenzadella Corte d'Assise d'Appello di Catania.2o
Sezione- Parteseconda,Cap.IV ( n. 3 ).
Licenzadel col. Mori relativaall'estate1992( n. 4 ).
Dichiarazionirese da Vito Ciancirninoai magistratidella Procuradella
Repubblicadi Palermodal 27 gennaioal 22 luglio 1993per un totale di
l2atti istruttori(n. 5 ).
a
Materiale,tra cui il documentointitolato "l Carabinieri",sequestrato
perquisizione
effettuata
dai
Massimo Ciancirnino nel corso di una
Carabinieridi Palermoil 17.01.2005nelle suepertinenzepalermitane( n.
6).
Antim afia a proposito
della CommissioneParlamentare
Documentazione
della richiestadi Vito Ciancirninodi esseresentito dalla Comtnissione
stessa(n.7).
Stralcio della Sentenzaemessa dalla Corle d'Assise di Firenze nel
procedimentocontro BagarellaLeoluca+ 26, Cap. V pagineda 1530 a
1549(n. 8 ).
emessadallaCorted'Assised'Appellodi Firenze
Stralciodella Sentenza
nel procedimentocontroBagarellaLeoluca+ 25. Motivi della decisione(
n.9).
nei confrontidi Mori Mario e De CaprioSergio,
Sentenzadi assoluzione
dal TribunalePalermo.3o Sezione( n. l0 ).
emessa1120.02.2006
del GIP del Tribunaledi Palermo
Decretodi Archiviazionen. 15123101
per il procedimentopenalen. 18101/00R.G. N. R a carico di Riina
Salvatore,Cinà Antonino e CianciminoVito, emessoil 20.09.2004( n.
I t).
Dichiarazionirese da massimo Ciancimino ai magistratidella Procura
( n. 12 )
dellaRepubblica
di Palermoil 10.10.2005
Dichiarazionirese da Liliana Ferraro( 14.10.2009e 17.10.2009) e
ClaudioMartelli (15.10.2009
), noncheconfiontotra i due (17 novembre
38
2009), di fronte ai magistrati delle Procure della Repubblica di
e Palenno.( n. l3 ).
Caltanissetta
Fotocopiedelle pagg. 253,254 e 255 del libro di Lino Jannuzziintitolato
"ll processodel secolo" consegnateda Massimo Cianciminoa seguito
dell'intenogatorioreso ai magistratidella Procuradella Repubblicadi
Palermo il 29.10.2009. Loro comparazionecol testo del verbale
alle ore 09.30resoda Vito Cianciminoai
d'interrogatorio
del 17.03.1993
magistratidella ProcuradellaRepubblicadi Palermo( n. 14 ).
Fotocopie del manoscritto di Vito Ciancimino a commento
dell'interrogatorioreso ai magistratidella Procuradella Repubblicadi
da
Palermoil 17.03.1993,
alle ore 09.30( via Cannolicchio
), consegnate
resoai rnagistratidella
MassimoCiancimino a seguitodell'interrogatorio
( n. l5 ).
ProcuradellaRepubblica
di Palermoil 15.05.2008
Copia delle dichiarazionirese il 3 aprile 1998 da Vito Ciancimino ai
magistrati delle Procure della Repubblica di Caltanissetta,Firenze e
Palermo( n. l6 ).
Dichiarazionirese da CancemiSalvatore,Guglielmini Giuseppe,Ganci
Calogero,Anzelmo FrancescoPaolo e La BarberaGioacchinocirca la
volontà, espressada BernardoProvenzanoed altri esponentidi 'ocosa
nostra",di sequestrare
ed uccidereil capitano"Ultimo" ( n. l7 ).
Pansa(n. l8).
Copiadel libro "L'anno dei barbari"di Giarnpaolo
"L'Espresso"del 6.12.1992dal
Copia dell'arlicolo apparsoa pag. 69 de
titolo: "Don Vito. il tesoroè di nuovocosavostra"( n. l9 ).
Documentazioneconnessaall'ordinanza della 3o SezionePenale della
cheripristinalo statodi
Corle d'Appello di Palermo,in data 18.12.1992,
(
per
custodiacautelarein carcere Vito Ciancimino n. 20 ).
Questa è la ricostruzione dei fatti che riguardano il processo,
sostanziatada una documentazioneche ritengo inoppugnabileperché,
rispetto a me, assolutamenteterza.
Mario Mori
Palermo,lì
39
Fly UP