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First 40.7 - Solovela.net
www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Giri di boa FIRST 40.7 Beneteau First 40.7 Il First 40.7 è prodotto dal cantiere francese Beneteau e importato in Italia dalla Beneteau Italia. Le barche vengono armate, varate e consegnate ad Antibes (Francia). Al modello aggiornato 2003 la casa madre ha apportato alcune piccole modifiche. Max Ranchi Aspettate a venderla Beneteau First 40.7 (*) l.f.t. 12,26 m. lungh. al gall. 10,62 m. baglio max 3,78 m. dislocamento 6.900 kg. pescaggio 2,40 m. piano velico: I= 15,73 m. J= 4,41 m. P= 14,89 m. E= 5,40 m. Oggi sono poche le barche prodotte in grande serie che possono vantare tanti anni di regate sempre ai vertici. A cinque anni dai primi risultati importanti, il First 40.7 ha ancora vinto nella prova lunga dell’Europeo Ims disputato in Croazia a giugno di Giuseppe Mancini l First 40.7 è stato e rimane ancora, un modello estremamente indovinato del cantiere francese. Disegnato da Bruce Farr, può essere considerato il primo cruiser racer prodotto in grande serie, con un palmares invidiabile. Il primo a compendiare doti velocistiche, interni spaziosi e ben rifiniti, I 100 Settembre 2003 con un prezzo accessibile: in definitiva, un ottimo rapporto qualità prezzo per un quaranta piedi. E si può dire, che grazie al First 40.7 e grazie anche alla filosofia Beneteau - di produrre barche estremamente veloci e versatili, in grande serie e disegnate dai migliori progettisti del momento - altri cantieri hanno percorso questa strada, dando vita a imbarcazioni di successo come il Grand Soleil 40. E oltretutto, barca vincente e versatile, vuol dire armatore soddisfatto e felice; equazione che ha un risultato inconfutabile: cantiere economicamente gratificato. COSA ACCADDE Nel 1998 gli esemplari giunti sui campi di regata mostrarono subito che si trattava di un disegno indovinato. Il primo ad andare forte fu “Magicaluce”, timonato da Mauro Pelaschier. Al Trofeo Pirelli, Pelaschier - non pienamente soddisfatto delle prestazioni e conscio del potenziale della barca - convinse l’armatore ad apportare qualche modifica. In quell’occasione con Mauro Uggè, La grande diffusione di questa barca ha incoraggiato gli armatori a fondare un’associazione di classe che, tra l’altro, cura l’organizzazione di un campionato italiano. • Per informazioni Associazione Italiana Armatori First 40.7 Franco Rodino, presidente. Paolo Becchi, segretario nazionale. Via della Cornice, 132 17027 Pietra Ligure (SV) tel.: 019.627.688 www.first407.it (*) i dati sono relativi al modello 2003. Settembre 2003 101 www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Max Ranchi Giri di boa MAURO E LA SUA UGGÈ BOATYARD piani delle appendici, studiò attentamente la situazione e iniziò. LE PRIME MODIFICHE Il bulbo - che è un classico disegno Farr relativo alle regole Ims del tempo - fu messo in dima e, perciò, “raschiato” e ridotto sui fianchi con un’operazione di lifting, volta a eliminare tutto il piombo eccedente. Inoltre, fu ulteriormente alleggerito tagliando il codino, poi ricostruito in composito. La pala del timone venne interamente rifatta in carbonio, guadagnando in peso e rigidità. All’interno, vennero completamente rifatti in composito il tavolo della dinette (con le misure minime del regolamento Ims) e il blocco fornelli, diventati da due a tre per poter così eliminare il forno. Anche in pozzetto furono allestite due panchette sempre in composito - che sostituirono i due pesanti cassoni di serie, per raggiungere comunque la superficie minima di seduta indicata dal regolamento. Questi cambiamenti si rivelarono subito azzeccati e i risultati evidenti. Tanto che, nel cantiere di Mauro Uggè si susseguirono altri 40.7, senza soluzione di continuità. A oggi ne sono stati modificati più di cinquanta, consacrando la Uggè Boatyard come specialista di questa barca. Mauro Uggè è uno di quelle persone che fa sempre piacere incontrare. Volto gioviale, discrezione e gentilezza ne fanno un uomo alla mano, sempre cordiale e disponibile. Una persona per bene. E poi, negli anni, ha accumulato un’esperienza tale - sui campi di regata, nei cantieri e sulle barche in genere - che lo pone tra i personaggi più preparati nell’uso e nella lavorazione del carbonio e, più in generale, dei materiali compositi. Nel suo cantiere di Carasco, ha modificato tantissime barche, ottimizzandole e raggiungendo quel punto di equilibrio tra rating e velocità, non facile da ottenere. Tra queste il First 40.7, di cui è diventato un vero esperto. Nato a Milano 23 ottobre 1957, sposato con due figli, Mauro Uggè può vantare partecipazioni alle più importanti regate d’altura, tra cui diversi campionati del mondo e 5 Admiral’s Cup: come tailer su “Moby Dick” (1977), prodiere su “Iena” (1979), ancora tailer su “Brava” (1981) e “Primadonna” (1983) e come secondo timoniere e tailer a fianco di Mauro Pelaschier su “Marisa” (1987) progettato da Luca Brenta di cui, allora, era socio. Da lì a poco iniziava la grande avventura del “Moro di Venezia” in Coppa America, in un primo momento con l’incarico di responsabile della costruzione dell’albero in carbonio, poi come responsabile della gestione tecnica delle imbarcazioni e capo del team di terra; trasferitosi a San Diego ebbe anche l’incarico di responsabile della base del Moro e dei trasporti speciali (fu il primo a perfezionare il trasporto in aereo per imbarcazioni da Coppa America). Rientrato dalla California, con alle spalle la migliore campagna di Coppa per un consorzio europeo, decise di aprire un cantiere tutto suo, mettendo a frutto l’esperienza accumulata in merito alla lavorazione dei materiali compositi, delle fibre aramidiche, del carbonio e delle varie resine. Oggi la Uggè Boatyard è una realtà che lavora a pieno ritmo, con 12 dipendenti e commissioni importanti, come un Frers 49 interamente in carbonio, proprio in questi giorni entrato nella fase finale di allestimento. Il timone in carbonio (sotto e a lato); prima della rifinitura si effettua l’ultimo controllo dei profili. Il bulbo (a destra) modificato e messo in dima LE ULTIME TENDENZE della Uggè Boatyard, concordarono insieme i punti su cui intervenire. Fondamentalmente bulbo e timone, senza tralasciare la distribuzione dei pesi e l’ottimizzazione degli stessi. Uggè assunse l’incarico di provvedere ai lavori, richiese a Bruce Farr i 102 Settembre 2003 La prima versione di elaborazioni col tempo si è evoluta. Oggi del timone si rifà completamente in carbonio pala e asse. Il taglio del codino del bulbo è stato sostituito - su suggerimento del progettista Maurizio Cossutti (già padre dell’open “Cometa”) - con un taglio su piano orizzontale di circa tre centimetri terminali, riducendo il pescaggio e, quindi, migliorando resistenza idrodinamica e rating Ims. Le modifiche si sono evolute anche negli interni, con la trasformazione in composito di più parti oltre al tavolo e alla cucina. E, al termine di tutto, va fatto un lavoro paziente e certosino di spostamento dei pesi - sempre nel rispetto dei regolamenti - per trovare la posizione migliore sull’acqua, in relazione alla stazza. I risultati sono evidenti. Con un investimento contenuto, in un epoca in cui le regole che determinano l’Ims vengono variate annualmente, poter ancora disporre di una barca competitiva, non è cosa da poco. Tant’è che agli ultimi campionati di Capri, Punta Ala e Cherso, si sono visti First 40.7 - ben condotti e perfettamente a punto - incrociare e vincere davanti a imbarcazioni più blasonate e costose. Settembre 2003 103