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Statali montane bergamasche
L’ECO DI BERGAMO 30 VENERDÌ 8 APRILE 2016 Provincia Strada aperta fino alla Fraccia Transito previsto da maggio La strada che sale al passo San Marco è stata aperta mercoledì fino alla località Fraccia. A maggio è previsto il via libera fino a Morbegno. [email protected] www.ecodibergamo.it/cronaca/section/ Il passo San Marco statale a 50 anni Aprirà con lo Spluga L’itinerario dalla Svizzera alla Val Brembana Sottotitolo Celerina passo dello Spluga Marmorea Saint Moritz Madesimo SVIZZERA Mezzoldo. Nell’aprile 1966 la strada raggiunse il valico Dall’estate all’Anas. «Chiederemo il transito per 6 mesi» ALTA VAL BREMBANA GIOVANNI GHISALBERTI Aprire il passo San Marco insieme al passo dello Spluga, confine italo-svizzero e porta d’ingresso d’estate per migliaia di motociclisti, uno degli itinerari turistici più frequentati dell’arco alpino. Questo l’obiettivo che Provincia di Bergamo, Comunità montana Val Brembana, ma anche Comuni di Mezzoldo, Averara, Albaredo e Morbegno si porranno molto probabilmente al passaggio ufficiale di gestione e proprietà della strada di collegamento tra alta Val Brembana e Valtellina, tra province di Bergamo e Sondrio. L’Anas ha già detto sì lo scorso mese alla presa in consegna, oltre che della strada da Dalmine a Lenna, anche delle provinciali 1 e 9 che conducono al valico di 1.991 metri, da Lenna verso Olmo al Brembo, quindi Mezzoldo e il passo. «Manca solo la formalità del ministero delle Infrastrutture – dice il consigliere provinciale Jonathan Lobati – ma è ormai cosa fatta. Attendiamo l’ok da Anas anche per il tratto dal valico che scende in provincia di Sondrio. Già da quest’estate la strada dovrebbe passare in gestione all’Anas, per il passaggio di proprietà, invece, ci vorrà qualche mese in più». A questo punto si aprirà il dialogo con l’Azienda statale per avere un’apertura il più possibile lunga durante l’anno. Finora il problema è sempre stato quello di coordinare proprio aperture e chiusure: perché Bergamo ha sempre avuto la strada libera prima; Sondrio, essendo sul versante a nord, quindi con una maggiore quantità di neve, si è sempre fatto attendere. Recentemente le due Province, con le rispettive Comunità montante e i quattro Co- 1 L’itinerario verso la Svizzera meta di migliaia di centauri ma da noi si è sempre aperto dopo 1 Il sindaco: area da valorizzare per il turismo, qui regno di malghe e formaggi pregiati muni di competenza, si erano incontrati per cercare un accordo proprio su aperture e chiusure. «Si era deciso di aprire indicativamente il 15 maggio e chiudere il 15 ottobre, con possibilità di anticipare al 1° maggio o posticipare al 31 ottobre, in base alle condizioni meteo. Dal prossimo anno, forse già dall’estate prossima, sarà Anas a decidere i tempi. Di sicuro chiederemo che i tempi siano i più lunghi possibili. Anas farà un appalto per lo sgombero neve indicando subito il periodo di apertura della strada. Quindi, a meno di situazioni eccezionali, chi prenderà poi l’incarico dovrà rispettare le date. Avremo quindi un periodo fisso e certo di apertura. E l’idea forte, su cui si pensa da tempo, è che apra insieme al passo dello Spluga (2.114 metri, confine italo-svizzero), valico anch’esso statale. Da qui, infatti, passa l’itinerario che porta migliaia di motociclisti ma anche ciclisti verso la Lombardia, la Valtellina e quindi l’alta Val Brembana». Purtroppo, però, finora il passo San Marco è sempre stato aperto, su entrambi i versanti, dopo il via libera dello Spluga e in genere anche degli altri passi valtellinesi. Un’apertura di 4-5 mesi, a seconda delle condizioni meteo soprattutto sul lato di Sondrio. La scorsa estate, addirittura, il valico rimase transitabile ancora per meno tempo causa una frana nei pressi di Albaredo per San Marco. Il passaggio dalla gestione provinciale a quella statale è visto quindi positivamente. «Per la Provincia sicuramente uno sgravio di competenze e spese - dice Lobati - ma Chiavenna ITALIA L’itinerario Sorico Sondrio Morbegno passo San Marco Bellagio Cusio efJfznfTvwFSJ+pAKN3033E8JN0UaXNUchj71D3Y+qY= meri contenuti di abitanti. I dati, pubblicati da OpenPolis, sono estrapolati dai bilanci consuntivi 2013 dei Comuni. Nella voce di spesa «viabilità» non rientrano solo i costi dell’asfalto per riparare le detestate buche: ci sono gli interventi infrastrutturali, non solo per strade e ponti, ma anche piste ciclabili e aree pedonali. Oltre a segnaletica e dintorni. Certo, i dati meriterebbero poi anche un esame di dettaglio: fanalino di coda risultava per esempio Brusaporto, che nel 2013 avrebbe speso zero euro per abitante per prendersi cura della rete viaria. «Ma abbiamo in essere una convenzione con un cavatore che opera sul territorio - spiega il sindaco, Roberto Rossi -. Sulla base di questi accordi, diverse opere vengono realizzate a scomputo per il Comune: probabilmente è questo il motivo del dato. Ma comunque integriamo anche con somme nostre di bilancio: solo di avanzo 2015 investiremo quest’anno oltre 200 mila euro». Ai piani bassi della classifica si incontrano anche Arcene (3,47 euro per abitante) e Capriate San Gervasio (4,75). Bergamo risultava, sempre sulla base dei dati 2013, 786a in Prov. di Bergamo Il ricordo dell’inaugurazione Il sindaco di allora, Salvini «Era transitabile dieci mesi» «Quella del Passo San Marco non è una semplice strada. È storia». Così Vincenzo Salvini, classe 1928, sindaco di Mezzoldo quando nel 1966 si inaugurò la strada, definisce il valico tra Bergamo e Sondrio. Una storia le cui origini vanno ricercate nella vecchia Via Priula, costruita ai tempi della Repubblica di Venezia per i commerci verso le valli svizzere. Un passaggio che col tempo, però, causa chiusure sem- pre più lunghe, ha perso rilievo. «Iniziammo i lavori per il primo tronco nei primi anni 50 – racconta Salvini, allora consigliere –. Fu Mezzoldo con i suoi abitanti a sostenere il progetto, a cui dopo partecipò anche il Comune di Albaredo». Nell’aprile 1966 la strada raggiunse il valico, il 4 settembre 1966 Salvini ebbe l’onore di tagliare il nastro al passo. «Da lì procedemmo fino ad Albare- Spese per le strade, la classifica: a Carona 1.159 euro a testa In testa, tra i Comuni bergamaschi, c’è Carona (64° a livello nazionale): 1.159,25 euro per abitante spesi in un anno per la viabilità. Secondo posto per Valbondione (686,72), seguito a ruota da Valgoglio (685,55). Non stupisce che in testa a questa graduatoria ci siano realtà montane (il primo in assoluto in Lombardia è Gerola Alta, in provincia di Sondrio): chi amministra in alta quota fa i conti in genere con strade più esposte alle intemperie (dallo spazzamento neve ai guai da ghiaccio), che si accompagnano spesso anche a superfici territoriali ampie, a fronte di nu- Prov. di Sondrio Uno scorcio del centro storico di Carona do dove la strada provinciale incrociava la Priula; e attorno alla metà degli anni 70 inaugurammo anche quel tratto». La strada, allora in carico ai due Comuni, rimaneva aperta per 8-10 mesi. «Era il guardiano della “Casa San Marco”, la vecchia cantoniera, a tenere pulita la strada dalle nevi di ottobre grazie a una lama applicata alla sua campagnola. In genere si passava fino a Natale e si riapriva a marzo. Ma da quando è la Provincia a occuparsene sono iniziati i problemi. Ogni anno chiude sempre prima». Tutto alla rovescia insomma. Anche la storia. GIULIA DONATI Lombardia, con 52,13 euro per abitante. Meglio dei cugini di Brescia (fermi a 40,63 euro), ma il dato è comunque tra i più bassi nella nostra regione se si guarda solamente alle città che sono capoluogo di provincia. Il record nazionale spetta a Carrega Ligure, in provincia di Alessandria: 5.740 euro per ciascuno dei suoi 85 abitanti, distribuiti su una superficie complessiva di 56,7 chilometri quadrati. Anche per quanto riguarda le spese per illuminazione pubblica, a dominare sono realtà di montagna: su questo capitolo il primo in Lombardia è Valleve, con 362,51 euro per abitante. Segue Foppolo, a quota 276,04. Terzo tra i bergamaschi è invece Aviatico, con 161 euro circa. 31 L’ECO DI BERGAMO VENERDÌ 8 APRILE 2016 I LAVORI SUL VERSANTE BERGAMASCO Asfaltature e sistemazione della curva al ponte dell’Acqua sfaltature al via sulle strade provinciali. E tra gli interventi previsti ci sono anche alcuni tratti lungo il tracciato che sale al passo San Marco. Ma tra gli interventi più urgenti lungo la strada che porta al valico con la Valtellina c’è sicuramente la A curva che si incontra prima di arrivare al ponte dell’Acqua, appena in cima a un tratto di forte pendenza. «Qui la strada è molto stretta – dice il consigliere provinciale e sindaco di Lenna Jonathan Lobati – e gli autobus fanno difficoltà. Ci sono a disposizione circa 300-400 mila euro, fondi della legge Valtellina, che vanno utilizzati per interventi nei territori colpiti dall’alluvione del 1987. Potrebbero quindi essere utilizzati su questo tratto di strada. Attendiamo, però, il passaggio di consegne ad Anas. Ovvio che se dovesse intervenire lei dirotteremo i fondi su altri tratti stradali». Al Vivione un cambio tutto da soppesare Valle di Scalve. Il sindaco di Schilpario: non sapremo dove andare a bussare. Giudici: «No, sono più attrezzati» Mo Morb Morbegno Albaredo a M per S.Marco 1.991 L’altitudine s Il passo Ma San Marco Mezzoldo anche un’occasione per valorizzare questa strada». «Speriamo che Anas accetti la richiesta di apertura prolungata - aggiunge il sindaco di Mezzoldo Domenico Rossi -. Perché finora le incomprensioni tra Sondrio e Bergamo non hanno certo favorito una buona gestione del valico». Valico che proprio quest’anno compie il mezzo secolo di vita, lungo l’antica Via Priula: era il 4 aprile del 1966 quando sul versante bergamasco la strada raggiunse il passo. Il 7 settembre 1967 si cominciò invece a tracciare la prosecuzione verso Albaredo che completava così la Transorobica. Vent’anni do- I NUMERI N D E PASSO S. MARCO DEL i mesi, finora, di apertura estiva I chilometri da Mezzoldo a Morbegno i rifugi nei nel pr pressi del passo po, nel 1986, qui passerà per la prima volta il Giro d’Italia dando notorietà al passo. Da allora è una meta straordinaria per ciclisti, motociclisti ed escursionisti, risparmiata, pochi anni fa, dall’installazione di alcune pale eoliche che una società voleva collocare (ci sono, invece, decine di tralicci per l’energia elettrica). «Dovremo pensare a come valorizzare tutta l’area - dice il sindaco - soprattutto sfruttando la ricchezza agroalimentare. Forse non c’è zona, come questa, dell’arco alpino, così ricca di malghe e di produzione di formaggi di altissima qualità». ©RIPRODUZIONE RISERVATA VALLE DI SCALVE Chi rimpiange il passato ALICE BASSANESI Più ottimista il presidente della Comunità montana, Guido Giudici. «Qualche anno fa, – dice – quando queste strade erano statali, non andava poi così male. La situazione migliorerà di sicuro: Anas è abituata a gestire situazioni impegnative. Un esempio? In passato tutte le infrastrutture di un certo peso, qui in valle, sono state fatte proprio quando le strade erano statali, le gallerie in via Mala per esempio». Poi la competenza su quelle strade è passata alla Provincia. «Ma insieme alle competenze – continua – non sono stati trasferiti i fondi per la loro gestione. Speriamo che nel frattempo Anas non abbia perso l’attenzione per le aree periferiche che aveva in passato. Buche a parte, qui ci sarebbe davvero bisogno di qualche intervento straordinario, per esempio su alcune curve della strada che scende dal Passo della Presolana (la ex statale 671) servirebbero interventi mirati: ogni estate ci sono pullman che si “incastrano” e bilici che scendono con difficoltà». Ma la lista dei desideri del presidente si allunga, se si considerano anche le strade la cui competenza rimarrà in capo alla Provincia. «All’interno della valle – conclude – rimangono sempre aperti i due capitoli che ci perseguitano da qualche anno: quello che riguarda la strada di Teveno (frazione di Vilminore) e quello che riguarda la Schilpario-Azzone. E poi, per rendere davvero sicura la via Mala, servirebbe un’altra galleria». Chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quel che lascia ma non quel che trova. È proprio il caso di dirlo, anche riferendosi al passaggio della competenza su alcune ex strade statali dalla Provincia all’Anas. Tra le strade incluse nella «trattativa» c’è anche la provinciale ex statale 294 della Valle di Scalve, quella che inizia in via Mala e poi sale lungo la valle arrivando fino al Passo del Vivione: circa 30 chilometri di curve e buche, che iniziano e finiscono in due ambienti con panorami tra i più suggestivi della Bergamasca. Ma Via Mala e Passo del Vivione sono ambienti tanto suggestivi quanto impegnativi, per quanto riguarda il fronte manutenzione per lo meno. In questo caso Via Tasso non passerebbe il testimone sulla gestione dell’intero tratto, ma solo (si fa per dire) a partire dall’intersezione con la ex statale 671 della Valle Seriana (che pure passerà all’Anas), cioè dall’ingresso del paese di Dezzo fino al confine con il Bresciano. In sostanza la Provincia terrebbe per sé solamente le competenze sulla via Mala. Cauto ottimismo La notizia del passaggio in Valle di Scalve è stata accolta con cauto ottimismo. «Sì, perché – spiega il sindaco di Schilpario, Claudio Agoni – è vero che conosciamo tutti le difficoltà economiche della Provincia, ma è anche vero che quando abbiamo avuto bisogno di segnalare problematiche o di La 294 passa all’Anas dall’ingresso del Dezzo fino al confine bresciano confrontarci con gli uffici abbiamo sempre trovato interlocutori attenti e disponibili». Il sindaco si riferisce in particolare alle richieste relative al Passo del Vivione, la cui riapertura dopo la chiusura invernale è sempre fonte di grattacapi. «La strada – continua Agoni – viene chiusa in autunno quando è previsto un peggioramento delle condizioni meteorologiche e un conseguente elevato rischio di slavine. La riapertura viene programmata per la primavera, ma non c’è mai una data precisa, ci si regola a seconda delle condizioni della strada e degli interventi di manutenzione necessari per procedere in totale sicurezza. Ovviamente gli interventi di pulizia e manutenzione hanno dei costi, che negli ultimi anni erano diventati un problema, vista la situazione economica della Provincia». E al sindaco scalvino non restava altro che andare a sollecitare la riapertura proprio in Via Tasso. «Ma, al di là del caso specifico del Vivione, sono anni che su queste strade – conclude Agoni – non vengono fatti interventi di manutenzione, e ormai le nostre sono davvero carreggiate colabrodo. Questo cambiamento per noi è un po’ un salto nel buio: fino a ora, se avevamo bisogno di un Il gestore del rifugio: «Stagioni certe aiutano il turismo» SCHILPARIO Il passaggio di competenze dalla Provincia all’Anas? Un misto di paure e speranze, anche per chi lavora su queste strade. È il caso di Gianantonio Pizio, che gestisce il rifugio al Passo del Vivione. «Da parte nostra – spiega – c’è tanta paura e preoccupazione. Tutti gli anni, quando arriva la primavera, fatichiamo a vedere la strada riaperta. Per lo meno finora la Provincia era vicina e se si chiedeva un incontro lo si otteneva facilmente. L’Anas è più lontana e il ministero ancora di più. Abbiamo paura che la nostra voce si perda, temiamo le lungaggini. efJfznfTvwFSJ+pAKN3033E8JN0UaXNUI11QYdg/TEc= Nel passaggio di competenze dovrebbero essere i nostri amministratori, i sindaci a chiedere qualche garanzia: per esempio quella di stabilire una data fissa per l’apertura dei passi, sempre garantendo la sicurezza del transito, quindi con eccezioni stabilite in relazione alle condizioni atmosferiche. Oggi le aperture sono fissate in base alle condizioni di innevamento». Ma non sempre questa è una scelta che ha dimostrato di funzionare. «L’anno scorso per esempio – continua – la Provincia era in grosse difficoltà e non poteva aprire la strada. Così noi abbiamo preso una ruspa e ab- confronto sapevamo perlomeno dove andare per mettere in evidenza i nostri problemi. Ora effettivamente bisogna capire se Anas avrà a disposizione liquidità per intervenire. Se così fosse questa sarà un’ottima notizia, ma se questo passaggio dovesse significare riprendere a “battagliare” con loro come succedeva in passato, non ne saremmo certamente felici. Vero è che è difficile ridurre queste strade peggio di così». biamo liberato la strada dalla neve che c’era sulla carreggiata». Oltre alle paure però ci sono anche le speranze. «Quella che l’Anas – aggiunge – possa avere qualche fondo in più anche per la manutenzione, e che questa possa essere fatta in modo più costante. Qui passano turisti da ogni parte del mondo, le nostre strade sono anche un biglietto da visita». È una questione di opportunità, anche turistica. «La stagione turistica è sempre più corta, – sottolinea – solo i turisti stranieri iniziano a transitare presto per le nostre strade. A maggio, in particolare, tedeschi, svizzeri e Il passo del Vivione è una meta per turisti italiani e stranieri ©RIPRODUZIONE RISERVATA olandesi iniziano a frequentare le nostre zone. Programmare l’apertura delle strade è molto importante. È un aspetto che aiuta anche il turismo». Pizio si riferisce in particolare alle presenze di appassionati di moto e bici che frequentano il Passo. «Si parla spesso di andare – conclude – a “catturare” turisti all’estero, ma io non credo che ci serva più di tanto. Più che altro dobbiamo imparare a intercettare quelli che “capitano” qui da soli. Negli ultimi anni cicloturismo e mototurismo hanno registrato un boom. Merito anche di questi nuovi tour operator che organizzano percorsi ad hoc, che stanno avendo tanto successo e che sempre più spesso passano anche da noi». A. Ba.