11 agioni ni si succedono, atore ara, titore miete, ernale è seminato
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11 agioni ni si succedono, atore ara, titore miete, ernale è seminato
11 gioni si succedono, tore ara, itore miete, rnale è seminato, no il loro tempo, tempo loro. morato della vita. 22 luglio: la partita della solidarietà Il ferragosto insieme W. Witman Il luglio landrianese L’inaugurazione del nuovo pulmino dell’Auser Giugno: il saggio di ginnastica artistica Luglio: l’inaugurazione della nuova sede AVIS 12 La finale dei mondiali 2006 Puliamo il mondo alla City Farm 13 La partecipazione del nostro Comune all’anniversario della strage di Piazza Fontana Le iniziative di Natale Festa dell’agriturismo alla Cascina Vercelli 14 U.S. LANDRIANO: BILANCIO DELLA STAGIONE CALCISTICA 2006 BRAVI… RAGAZZI Ho voluto intitolare questo articolo così come i manifesti ed i volantini che nel mese di luglio hanno tappezzato parte delle nostre mura cittadine, perché se devo ricordare il campionato della scorsa stagione con un evento, mi viene sempre in mente la partita finale del campionato della squadra di Prima categoria. Dopo aver dominato il primo tempo sul 3 a 0, forti dei tre punti di vantaggio sulla seconda in classifica, ci siamo lasciati andare ai soliti facili festeggiamenti anticipati, e ci siamo resi conti di quello che era successo solo alla fine, quando dopo aver perso per 4 a 3 in casa (quindi subendo ben quattro gol nel secondo tempo, di cui l’ultimo nei minuti di recupero) ci hanno finalmente detto che anche la seconda in classifica aveva perso, quindi che avevamo vinto il campionato della Prima Categoria. Un campionato che all’inizio nessuno scommetteva come raggiungibile, ma che i nostri Bravi Ragazzi, con in testa il Mister Picco, hanno guadagnato partita dopo partita, nonostante alcuni gravi infortuni e non pochi problemi logistici dovuti ai lavori per il nuovo campo. Di nuovo quindi un grazie a questi “Bravi Ragazzi” ed un augurio che possano fare altrettanto bene nel campionato di Promozione nella nuova stagione calcistica. Purtroppo però non tutte le squadre si sono comportate allo stesso modo, e sicuramente quella che più ha sofferto è stata la Juniores, che non ha saputo trovare una propria identità. Alla fine della sta- gione erano pochi i ragazzi che potevano ancora giocare, causa infortuni, squalifiche ed abbandoni vari. Speriamo che la stagione 2006/2007 sia migliore, perché questa squadra è sempre stata il vanto dell’US Landriano e deve tornare ad esserlo. Gli Allievi regionali si sono piazzati al secondo posto, alle spalle della forte squadra del Cimiano (leggasi Milan!), e sinceramente meglio di così non poteva andare né potevamo chiedere ai nostri ragazzi. Resta sempre il rammarico di un pizzico di fortuna in più, magari qualche scivolone della capo classifica, ma purtroppo non c’è stata alcuna sorpresa ed alla fine ha vinto la migliore. Il nostro Maggi, Mister con noi da molti anni, ha confermato quindi le sue capacità. I Giovanissimi regionali, dopo un ottimo avvio, hanno cominciato a soffrire per problemi tecnici, che hanno portato alla sostituzione del Mister in corsa. Il nuovo allenatore, signor Arnari, ha potuto solo salvare il campionato con una salvezza che si è concretizzata nelle ultime partite del campionato. I Giovanissimi provinciali hanno avuto un campionato dignitoso, che li ha formati in esperienza rendendoli pronti a disputare quest’anno lo stesso campionato però a livello regionale e non più provinciale. Una nota congiunta per tutte le altre squadre degli Esordienti, dei Pulcini a 5, 7 e 9 giocatori ed alla scuola Calcio (che raccoglie ragazzi dai 6 agli 8 anni) che non hanno un campionato vero proprio e quindi non hanno classifica. Grazie per tutte le emozioni che ci date e per le soddisfazioni che sicuramente ci farete avere nel futuro. La stagione 2006/2007 si apre con un’interessante novità, anche se ancora non completa. La nostra Amministrazione Comunale ha riconosciuto i meriti sportivi della nostra società ed ha deciso di investire su di noi, dotando il Centro Sportivo di nuovi campi di gioco ed ampliando i nostri locali. In questo modo potremo giocare contemporaneamente tutte le partite dei campionati in casa, senza dover ricorrere all’uso di campi esterni. In sostanza abbiamo un campo regolare da 11 giocatori in più (il vecchio campo d’allenamento è stato rifatto ed adattato) e due nuovi campi allenamenti (uno piccolo ed uno grande per le squadre superiori). Inoltre abbiamo anche un nuovo locale da adibire a magazzino, ed avremo anche un salone da utilizzare come attesa od anche luogo di incontro. Speriamo che la novità di giocare tutti presso il nostro centro sportivo porti a migliori risultati agonistici, anche se quelli ottenuti nel passato non sono male, e che la possibilità di avere una sala, anche se modesta, dove poterci incontrare porti all’aggregazione di persone intorno alla nostra società, possibilmente con facce nuove di cui abbiamo tanto bisogno. Luigi Manelli e Paolo Rapetti 15 Un week-end a base di Basket, musica e divertimento TUTTI AL CAMPETTO!!! Sole, musica e basket… Questi gli ingredienti principali di una giornata a livello locale senza precedenti. 10-11 giugno 2006, Face to Face Basketball Contest, prima manifestazione sportiva di pallacanestro (modalità 3contro3) svolta presso il Centro Sportivo Comunale di Landriano. Che il paese sia direttamente coinvolto dal panorama calcistico è risaputo, ma dal punto di vista cestistico gli organizzatori, Stefano, Fabio, Andrea e Dario non sapevano davvero cosa aspettarsi. L’organizzazione ottima, l’originalità ed un sito internet che ha sfiorato i seimila contatti in poco più di due mesi, hanno fatto sì che questo torneo diventi punto fisso dell’estate landrianese anche negli anni a venire. Venticinque le squadre che nell’arco della torrida due giorni, si sono cimentate nella speranza di vincere il fantastico premio offerto dall’organizzazione e dagli sponsor, 1000 euro in denaro che hanno fatto impennare il livello di adrenalina e competizione alle stelle; vedere ragazzi che da poco tempo praticano questa attività, sfidare senza paura gente che lo fa quasi come professione è stato davvero emozionante, perché al campetto le gerarchie non contano, tantomeno il sesso o l’età, vince chi fa canestro e basta… L’afflusso di gente non si è limitato alla provincia,ci hanno contattato ragazzi di Milano, Piacenza, Lodi e non solo, da Savona e Livorno arrivano le due squadre che hanno dato vita ad una semifinale incredibile che senza dubbio è stata la partita più spettacolare del torneo e che ha visto i livornesi imporsi di misura e intraprendere una galoppata inarrestabile nella finale verso l’ambitissimo premio. Alla fine dello svolgimento delle partite, il tardo pomeriggio si riempie di interventi artistici e musicali fino a sera quando l’intrattenimento dei DJ e dei numerosi gruppi musicali (Inoki, m.a.l.e.,ecc.) ha animato le serate dell’intero week-end; decine sono stati i writers che hanno potuto dare libero sfogo alle loro vernici negli appositi spazi creati anch’essi all’interno del contesto. Grandissima prestazione anche per i ragazzi del punto ristorazione, vera anima della manifestazione. Vista la possibilità, si coglie l’occasione per ringraziare il sindaco e tutta la giunta comunale (in particolar modo Ivana) per l’appoggio mai venuto meno verso l’organizzazione. Fabio Mutti GRANDE SUCCESSO PER LA SAGRA DI PAIRANA 2006 Parliamo della sagra del 78 ottobre 2006. Dopo aver con la concordato Parrocchia e con i volontari il programma delle manifestazioni, abbiamo proceduto alla suddivisione dei compiti e all’organizzazione dei lavori per raggiungere al meglio gli obiettivi che ci siamo preposti. Sabato 7, già dalle prime ore del mattino, la sottoscritta insieme a due dipendenti e a due volontari, sotto una pioggia insistente ed abbondante, ha predisposto i tavoli e le panche per soddisfare le 207 persone prenotate per la cena. Il tempo non ci incoraggiava di certo, ma non per questo ci siamo rassegnati…E infatti, come negli scorsi anni, la nostra determinazione è stata premiata: nel pomeriggio infatti la pioggia è cessata e il tempo si è rimesso al bello. Così, i lavori di preparazione sono continuati per tutto il giorno, raggiungendo l’apice tra le 19,30 e le 22,30 con la distribuzione delle cibarie: almeno 400 i pasti serviti al pubblico! La medesima cosa si è ripetuta nella giornata successiva di domenica, quando in più c’è stato da sparecchiare e ripulire per poter organizzare la cena delle sera e i mercatini. Almeno 30 volontari hanno lavorato sodo insieme a noi con la massima solerzia per accontentare tutti. Quanti complimenti abbiamo ricevuto, sia per l’organizzazione generale che per la qualità delle vivande servite!!! Successone anche per il tombolone, per non parlare poi dei fuochi d’artificio di domenica sera! Quando mai li abbiamo visti nella nostra frazione? La folla gremita sulla piaz- za non distoglieva gli occhi dal cielo per ammirare attonita lo spettacolo… e all’improvviso, alla fine, è sfociata in un applauso durato a lungo. Voglio qui ringraziare in particolare tutti i volontari che con il loro impegno e il loro contributo di duro lavoro hanno consentito la buona riuscita delle manifestazioni della sagra 2006. Grazie a loro e al sostegno dell Amministrazione Comunale è stato inoltre possibile fare entrare nelle casse della Parrocchia un contributo pari ad euro 9.400,00 destinati a rifare la tinteggiatura interna d e l l a nostra chiesa. I lavori sono già iniziati il 25.01.07. Wilma Pirola 16 CINQUECENTO ANNI FA A LANDRIANO UN SOLDATO DI VENTURA DETTAVA LE SUE ULTIME VOLONTA’ IL TESTAMENTO DEL CAVALIERE Esattamente cinquecento anni fa, nell’anno 1506, anche Landriano come il resto della Lombardia apparteneva ormai al Regno di Francia. Erano infatti i tristi tempi delle Guerre d’Italia, quando il nostro paese, pur considerato allora il “giardino d’Europa”, era tuttavia ancora diviso in tanti staterelli nemici l’uno dell’altro e proprio per questo era destinato a subire ancora per secoli il dominio delle potenze straniere. Dopo aver sconfitto le truppe di Ludovico il Moro, ultimo duca sforzesco, il re di Francia Luigi XII aveva posto fine all’autonomia dello stato di Milano, distribuendo sul territorio le sue truppe di occupazione che presidiavano tutte le città e anche molti paesi del contado. Da tempo ormai a tutti i livelli della società regnava un clima di guerra civile, di forte paura e di sospetto. A Milano, una grande schiera di prigionieri politici affollava le carceri del castello in attesa di essere processata. Tra questi vi erano molti esponenti della famiglia Landriani, un casato tra i più nobili e potenti della città, legato strettamente alle fortune di Ludovico il Moro. Con la sconfitta definitiva del duca di Milano e la vittoria dei Francesi, anche i Landriani, considerati ora alla stregua di sudditi ribelli, erano ormai caduti definitivamente in disgrazia e ormai destinati a perdere il feudo di Landriano che possedevano da tempo immemorabile. Alcuni loro esponenti, ritenuti i capi del partito antifrancese, vennero subito eliminati fisicamente e le loro dame violate, altri ancora venne- ro incarcerati e condannati all’esilio. Tutti persero, nella nuova situazione, le eccezionali posizioni di potere che prima avevano occupato nei settori della finanza, della politica, della religione. Contemporaneamente vennero privati di gran parte dei loro beni, che il re di Francia distribuì quale ricompensa ai nuovi dominatori e a chi lo aveva sostenuto nella conquista dello stato di Milano. Le abitazioni milanesi della famiglia furono saccheggiate dalla folla all’arrivo dei Francesi, mentre il lussuoso palazzo Landriani, dove fino a poco tempo prima risiedeva il ramo più prestigioso del casato, passò immediatamente nelle mani dei più alti rappresentanti del re di Francia, che ne fecero la loro dimora abituale. Ma nulla tuttavia si conosceva finora su quella che era stata la sorte del feudo di Landriano in quegli anni assai movimentati e cruciali, né in particolare sulle condizioni di vita nel paese sotto la dominazione francese. Un documento recentemente ritrovato presso l’Archivio di Stato di Milano ci consente ora di gettare nuova luce su questo periodo tanto importante quanto oscuro della storia landrianese. Rivolte e rappresaglie a Lardirago Come si è detto, non solo nelle città, ma anche nei paesi la popolazione era allora divisa in fazioni politiche contrapposte e viveva in una situazione di paura e diffidenza, anche per la presenza tra la popolazione di numerose spie al servizio dei Francesi, le quali denunciavano alle autorità chi si lasciava andare a sfoghi e proteste, in realtà più che giustificate. Gli abitanti erano infatti esasperati dal comportamento arrogante dei soldati che alloggiavano nelle case private e vivevaIl Maresciallo Gian Giacomo Trivulzio no alle spalle dei Cavaliere con il suo scudiero in un quadro di Paolo Morando detto il Cavazzola (1486-1522) poveri lombardi, sottoposti ad ogni sorta di ruberie, violenze ed umiliazioni continue. Nel vicino borgo di Lardirago già nell’ottobre del 1499 una giovane contadina, mentre stava portando il pane a cuocere al forno pubblico, venne aggredita da un soldato francese che tentò di violentarla. La ragazza reagì prontamente, prendendo a scopate l’aggressore, il quale tuttavia colpì a morte l’anziano padre della ragazza che era subito accorso per difenderla. Una folla inferocita di abitanti del paese, raccoltasi al suono delle campane, fece immediatamente giustizia sommaria, acciuffando e linciando sul posto il colpevole. Come prevedibile, la vicenda si concluse tragicamente con una sanguinosa rappresaglia, il paese saccheggiato e dato alle fiamme dalle truppe francesi accorse per riportare l’ordine. Uno sfortunato studente, che probabilmente si trovava a passare di lì per caso, tale Giovanni Antonio de Bascapè, venne impiccato insieme ad altri quattro poveri contadini del posto, accusati di avere fomentato la rivolta. Molti altri abitanti dei dintorni vennero trucidati dai soldati Francesi infuriati, che durante il saccheggio sparsero per le vie del paese ben ottocento brente di vino prelevate dalle cantine di un tale messer Giovan Pietro de Rizzi, di Lardirago. Negli anni successivi episodi del genere si ripeterono un po’ovunque e come se ciò non bastasse alle violenze della guerra si aggiunsero poi la carestia, la fame e infine una epidemia di peste che si abbatté sulle popolazioni della Lombardia già tanto provate. Ebbene, nonostante un clima così teso e cupo, il documento recentemente ritrovato ci consente di verificare come in mezzo a tante sofferenze, alla paura e all’odio, anche allora riuscivano comunque a sopravvivere sentimenti umani positivi e si instauravano legami di riconoscenza, di amicizia e ospitalità. Landriano nelle mani dei Trivulzio e occupato dai napoletani Come gli altri paesi vicini, anche Landriano, per la sua collocazione strategica sulla strada da Milano a Pavia e per la presenza di un importante castello, ospitava ovviamente delle truppe di occupazione. Per la verità, tuttavia, la situazione che sembra trasparire dal nostro documento parrebbe meno drammatica che altrove, forse per il fatto che i soldati alloggiati a Landriano erano dei francesi “napoletani”, o meglio dei napoletani “francesizzati”. Si trattava infatti di uomini d’arme meridionali che erano rimasti fedeli al re di Francia anche dopo le sconfitte da lui subite nel regno di Napoli, ormai passato definitivamente nelle mani degli Spagnoli. Avevano quindi scelto di seguire il sovrano fino in Francia, dove Luigi XII li aveva ricompensati accogliendoli a corte, arruolandoli nel proprio esercito ed inviandoli a presidiare il ducato di Milano. A Landriano prestavano servizio in una compagnia che comprendeva 25 “lance”, cioè 25 squadre di armigeri, per un totale di circa 150 guerrieri a cavallo, che i francesi consideravano dei “buoni napoletani” e di cui evidentemente si fidavano. Alla testa della compagnia c’era il condottiero Teodoro Trivulzio, cugino del più famoso Gian Giacomo, colui che aveva guidato le truppe francesi nella conquista del ducato di Milano, meritandosi in premio dal re il feudo di Vigevano ed il titolo di Maresciallo di Francia. Sappiamo che Gian Giacomo aveva la propria base logistica e militare nel vicino castello di Cassino Scanasio, presso Rozzano, dove ospitò più volte il re di Francia in persona in occasione delle sue visite a Milano. Il territorio di Landriano, insieme a quelli di Locate e di Rozzano veniva così a costituire un unico grande corridoio controllato direttamente dal Maresciallo e dai suoi parenti, un luogo ideale dove rifugiarsi in caso di pericolo, ma anche una base logistica dalla quale controllare la grande città con le vie di accesso e di fuga. Inoltre è interessante rilevare che Teodoro Trivulzio, al quale il cugino Gian Giacomo aveva affidato il presidio del territorio di Landriano, era fratello di Elisabetta, moglie di un Landriani, Francesco, con i quali dun- que i Trivulzio avevano stretto rapporti familiari di parentela. Insomma, anche se schierate su fronti politici contrapposti, le famiglie dei Landriani e dei Trivulzio erano riuscite in qualche modo a conservare rapporti di buon vicinato. Moltissime proprietà terriere dei secondi si trovavano infatti nel territorio limitrofo di Locate Triulzi, paese che ancor oggi conserva nel nome stesso il ricordo dei suoi antichi signori. Una serie di circostanze favorevoli sembra dunque una volta tanto aver preservato Landriano dalle tante distruzioni e dai saccheggi che così spesso colpirono il paese nel corso della sua storia. Il testamento del cavaliere Ma veniamo all’avvenimento che diede origine al documento in questione. Uno degli uomini d’armi di stanza in paese infatti, il giorno 27 febbraio dell’anno 1506, un venerdì, trovandosi a letto gravemente ammalato, decise di fare testamento. Non sappiamo da quale malattia fosse stato colpito, ma è molto probabile che si trattasse di peste, visto che gli anni 1504-1506 sono ricordati appunto nelle cronache del tempo per il mortale contagio che colpì Milano e i sobborghi a sud della città. Risale infatti ai primi mesi del 1506 una serie di disposizioni emesse dall’Ufficio della Sanità di Milano per prevenire il diffonderi dell’epidemia che, come si diceva allora “andava serpendo” in molti luoghi del ducato. Per evitare il contagio le medesime disposizioni vietavano gli assembramenti di gente, proibendo ad esempio che “si ballasse nelle ville”(cioè nei paesi) in occasione dell’ormai prossimo carnevale. La gente evidentemente, nonostante tutto, non aveva dunque perso la voglia di vivere e di divertirsi! Fosse comunque vera peste, o più semplicemente qualche acuta forma influenzale stagionale, sta 17 nali di amicizia. Al momento del testamento Ercole Zurlo si trova nella “sua camera da letto”, nella casa di Giovanni Angelo Rossi, un abitante di Landriano che lo ospitava dunque nella propria abitazione. Fanno da testiInsegna della Famiglia Zurlo. moni quattro suoi fedeli di fatto che le condizioni commilitoni, anch’essi oridel nostro malato doveva- ginari del napoletano, no sembrare evidentemen- insieme ad un altro abitante molto gravi, tanto da te di Landriano, tale Piespingere il moribondo a tro Ciceri. richiedere la presenza di Raccomandata la sua aniun notaio al quale dettare ma a Dio, il giovane cavaliere dispone innanzitutto le ultime volontà. Quel nobile cavaliere che che, nel caso fosse morto a versava in punto di morte Landriano, lontano dalla lontano dalla sua casa e sua città e dalla sua famidalla sua famiglia si chia- glia, avrebbe dovuto essere mava Ercole Zurlo ed era il sepolto nella chiesa di figlio cadetto di Scipione, Santa Maria delle Grazie, un barone napoletano allo- dove, accanto alla sua ra signore del borgo di tomba, desiderava fossero Solofra, una città tuttora deposte le sue preziose esistente in provincia di armi ed armature necessaAvellino, al centro della rie all’arte della guerra, quale sorge ancora oggi come si diceva allora. La Palazzo Zurlo, antica chiesa di Santa Maria delle dimora di quella famiglia. Grazie sorgeva effettivaIl giovane gentiluomo, in mente dove oggi c’è la quanto figlio cadetto, cappella delle suore di sarebbe rimasto escluso Maria Bambina, presso dalla successione al feudo l’Asilo Camera, ma allora di Solofra, riservata al fra- era un edificio molto più tello primogenito Ettore. vasto, persino più vasto Per questo si era dunque della chiesa di San Vittore, dato al mestiere delle armi occupando per tutta la lune, all’arrivo degli Spagnoli, ghezza il giardino prospicon la famiglia e i compa- ciente la attuale piazza gni aveva lasciato il Regno Garibaldi. Alla chiesa, di di Napoli seguendo le cui diremo più avanti, era annesso un convento truppe francesi. Probabilmente era di stan- domenicano che dipendeza a Landriano dal 1504, va da quello omonimo di dove evidentemente non Milano. doveva avere incontrato La seconda preoccupaziogrosse difficoltà a comuni- ne di Ercole Zurlo è poi care potendo ricorrere al quella di esprimere la prosuo dialetto originario, pria riconoscenza nei conquello napoletano, per fronti dell’abitante landriarivolgersi agli abitanti di nese G.A. Rossi che lo Landriano, che invece si ospitava, al quale egli esprimevano allora in dia- lascia in eredità i capi più letto lombardo. Una preziosi del suo abbigliasituazione quindi abba- mento personale, comprestanza favorevole alla so il cappello di pelliccia socializzazione ed all’in- di scoiattolo e la prestigiostaurarsi di legami perso- sa berretta rossa, allora importante segno di distinzione sociale. A frate Ambrogio da Milano, vicario del suddetto convento di Santa Maria delle Grazie, il giovane lascia la sua cappa ed i suoi stivaletti, mentre riserva al proprio Teodoro Trivulzio in un ritratto dell’epoca. paggio e ser- vitore, Giovanni Maria da Desio, lo stocco, cioè il corto spadino per la difesa personale. Quanto alla paga arretrata che il “Cristianissimo Re di Francia” ancora gli doveva, egli dispone che essa avrebbe dovuto essere distribuita da frate Ambrogio in beneficenza, “per amore di Dio, affinché l’Onnipotente abbia misericordia della sua anima”, ricordandosi però di lasciare qualcosa anche per la chiesa di San Quirico di Landriano. Per il resto delle sue proprietà nomina infine suo erede universale il fratello maggiore Ettore, riservando anche una somma di denaro alla chiesa di Sant’Agostino di Solofra, affinchè vi vengano celebrate messe in suffragio della sua anima. Come si può vedere, le ultime volontà dettate dal nostro cavaliere stupiscono per la generosità dimostrata nei confronti di alcune persone di Landriano con le quali evidentemente egli aveva avuto modo di stringere rapporti di amicizia, nonché per la sua personale devozione nei confronti di alcune chiese locali che evidentemente egli deve avere frequentato durante il suo soggiorno in paese. Non è proprio quello che ci saremmo aspettati di trovare nel testamento di un guerriero, per giunta nemico, in una situazione carica di odio e tensione come quella che abbiamo descritto sopra !!! In realtà sappiamo che i cavalieri di quel tempo erano in genere animati da un grande fervore religioso, oltre che molto interessati, come del resto tutta la gente di allora, alla predicazione dei frati domenicani. Sappiamo ad esempio che la suddetta Chiesa di Santa Maria delle Grazie era stata fondata vent’anni prima dai signori del paese, proprio per consentire agli abitanti del paese di poter disporre di una chiesa più capiente di quelle già esistenti, dove andare ad ascoltare le prediche dei frati domenicani che erano i “grandi comunicatori” del tempo. Le loro prediche, che duravano ore, erano paragonabili a veri e propri spettacoli teatrali che attiravano grandi folle anche dai paesi vicini, un po’ come avviene oggi con i predicatori televisivi negli Stati Uniti. E’ dunque probabile che quel frate Ambrogio da Milano, al quale il nostro cavaliere intendeva lasciare la sua cappa ed i suoi stivaletti (sicuramente preziosi in un’epoca in cui la stragrande maggioranza della gente, specialmente in campagna, portava gli zoccoli, quando non andava scalza!), fosse un personaggio assai colto di grande popolarità e prestigio, la cui compagnia era particolarmente ricercata dai maggiorenti del paese. Del resto, il convento di Milano di Santa Maria delle Grazie, da cui dipendeva quello di Landriano, era a sua volta anche un prestigioso centro di cultura e di arte, frequentato in quei giorni dal re di Francia e dai suoi dignitari, i quali vi andavano tra l’altro ad ammirare, nel refettorio, il Cenacolo di Leonardo da Vinci, ultimato pochi anni prima, nel 1498. Pare effettivamente che Luigi XII, dopo avere ammirato il dipinto, in un primo tempo intendesse realmente farlo staccare dalle pareti per portarselo in Francia e che molti francesi si facessero riprodurre delle copie dell’Ultima Cena, in dimensioni ovviamente ridotte, per mostrarle come preziosi souvenir dell’Italia. Tale dunque era sin da allora la fama internazionale di Leonardo, al quale lo stesso GianGiacomo Trivulzio commissionò proprio in quell’anno 1506 il progetto per la realizzazione del suo monumentale sepolcro equestre. A proposito di Leonardo, destino volle che negli anni successivi proprio Angela Landriani, nipote dei sopra citati Elisabetta Trivulzio e Francesco Landriani, appartenenti all’unico ramo filofrancese del casato, sposasse il discepolo prediletto di Leonardo, Francesco Melzi, colui al quale il maestro lasciò in consegna tutti i suoi preziosi disegni e manoscritti. Ma torniamo a Giovanni Angelo Rossi, l’abitante landrianese che ospitava Ercole Zurlo in casa propria. Costui doveva sicuramente appartenere a una delle famiglie più ricche del paese se disponeva nella propria casa di una, o addirittura più camere da letto, in tempi in cui la donazioni alla ricostruziogran parte della popola- ne della cattedrale. zione viveva in abitazioni Tutte le disposizioni previdove si era costretti a fare ste dal suo testamento lantutto in un unico locale: drianese rimasero quindi mangiare, dormire, lavora- disattese…anche se non re…Forse la sua famiglia possiamo escludere che, era in qualche modo impa- prima di partire, al rentata con i famosi Rossi momento di congedarsi originari di Parma, ma pre- dagli amici che lo avevano senti anche a Milano, ospitato, il giovane abbia un’altra famiglia nobile manifestato la propria collaborazionista, schiera- riconoscenza con la geneta apertamente con i nuovi rosità che ci si attendeva allora da un nobile cavaliedominatori francesi. L’ospitalità e l’amicizia tra re. E chissà che qualcuno Ercole Zurlo e Giovanni dei preziosi oggetti citati e Angelo Rossi potrebbero descritti nel testamento quindi essere state favorite non sia quindi effettivaanche dalla comune appar- mente rimasto a Lantenenza dei due personag- driano, magari nella casa gi alla medesima fazione di Giovanni Angelo Rossi politica. Sappiamo per dove egli era stato curato, altro che i cognomi Rossi e come dono di riconoscenCiceri (il cognome dell’ altro testimone landrianese presente al testamento) ricorrono di frequente negli elenchi degli abitanti di Landriano almeno dal 1500 in poi e che alcune famiglie che portano quest’ultimo cognome risultano tuttora residenti in paese. Con i nomi dei testimoni si conclude qui il nostro testamento, un atto che in realtà si rivelò in Il Capitano Teodoro Trivulzio seguito del tutto inutile e disatteso perché il destino volle – za in cambio dell’ospitalità colpo di scena ! – che quel ricevuta! giovane cavaliere allora in Desidero ringraziare l’amipunto di morte, fortunata- co Giovanni Canzi di mente scampò alla peste. Melegnano, che ha rinvePer scoprirlo, è bastato nuto e tradotto il testadigitare il suo nome in mento landrianese di internet e subito è compar- Ercole Zurlo, come pure la so l’intero albero geneolo- professoressa Mimma De gico della famiglia Zurlo. Maio di Solofra, creatrice, Grazie ad esso è stato pos- tra l’altro, di un ricchissisibile non solo stabilire la mo sito internet di storia precisa identità del cava- locale, la quale mi ha genliere, che altrimenti per tilmente fornito le infornoi sarebbe rimasto un mazioni in suo possesso illustre sconosciuto, ma relative alla famiglia Zurlo. anche seguirne le vicende Grazie a loro è stato possinegli anni successivi, bile ricostruire questa quando nel 1520, alla vicenda che lega Lanmorte del fratello maggio- driano a Solofra e riscoprire, Ercole Zurlo ritornò re al contempo, a distanza finalmente a casa e venne di cinquecento anni, un nominato a sua volta antico e sorprendente “magnifico signore di legame di amicizia tra due Solofra”, svolgendo un comunità le cui storie ruolo di primo piano nella apparentemente sembrestoria successiva di quella rebbero non avere nulla in borgata, concedendo i comune. nuovi statuti cittadini e contribuendo con ricche Massimo Piacentini 18 17 gennaio 2007 - Sant’ Antonio Abate FESTA DEL RINGRAZIAMENTO Garibaldi i trattori, loro strumenti preziosi di lavoro, hanno condiviso il pranzo presso la cascina Combariola dei Sig.ri Negri Riccardo e Dino che ringraziamo per l’ospitalità e per la preziosa collaborazione. Cogliamo inoltre l’occasione per ringraziare i relatori intervenuti al convegno: Nel Comune di Landriano, essendo ancora un paese principalmente a vocazione agricola, gli agricoltori ora più che mai, sono chiamati per legge a diventare “sentinelle dell’ambiente”. Per aiutare i nostri agricoltori a svolgere questo ruolo sicuramente molto difficile, l’assessorato all’agricoltura del Comune di Landriano, ha pensato di organizzare in collaborazione con la Federazione Provinciale Coltivatori Diretti di Pavia, un convegno presso la Sala Consiliare, mirato a fornire strumenti di conoscenza agli agricoltori che sono chiamati a modificare il loro modo di lavorare. Nell’incontro si è parlato di Condizionalità, ossia del condizionamento del pagamento degli aiuti rivolti all’agricoltura, al rispetto di diversi regolamenti e direttive comunitarie in materie di ambiente, sanità pubblica, salute delle piante e degli animali, benessere animale, non- Forestali, ha dato concre- ché al rispetto dell’obbligo di mantenere la terra in buone condizioni agronomiche ed ambientali. Con decreto del 13 dicembre 2004 il Ministero delle Politiche Agricole e strazioni. - Sviluppo dei mercati Internazionali. - Ricambio generazionale. Ripresa economico produttiva da crisi di mercato. - Sanatoria tezza a questi principi, rendendo espliciti gli impegni che devono assumere tutti gli agricoltori che ricevono aiuti attraverso la PAC (Politica Agricola Comunitaria). Impegni che non devono essere interpretati come vincoli all’attività d’impresa bensì in un’ottica positiva che rappresenta un’opportunità di affermazione di quel modello di agricoltura multifunzionale sempre auspicato e che è meritevole di un sostegno da parte delle collettività. Si è parlato inoltre dell’incidenza del comparto agricolo, della legge finanziaria 2007 per quanto riguarda: IRAP - Piccola Proprietà Contadina - Tassazione Catastale estesa alle società Comunicazione delle variazioni colturali. - Accatastamento dei fabbricati rurali. - Credito d’imposta per le imprese agro-alimentari. - Vendita diretta prodotti agricoli. Convenzioni con pubbliche ammini- pozzi idrici. Tante sono le novità, ora starà alla capacità delle nostre imprese agricole coglierle e metterle in pratica per soddisfare i cittadini, i consumatori finali e salvaguardare l’ambiente. Alla fine del convegno gli agricoltori dopo aver fatto benedire dal parroco Don Angelo Lomi sulla P.zza Dott. Giuseppe Ghezzi Presidente Coldiretti Pavia. Dott. Carlo Greco Direttore Coldiretti Pavia. Matteo De Ponti Tecnico Aziendale Coldiretti Pavia. Dott. Claudio Leoni Agronomo del comune di Landriano. Dott. Arch. Roberto Aguzzi Sindaco di Landriano L’ASSESSORE ALL’AGRICOLTURA Wilma Pirola 19 A.I.D.O. Landriano DA UN ESSERE UMANO ALL’ALTRO IL DONO DELLA VITA L’A.I.D.O Associazione Italiana Donatori Organi è presente a Landriano dal 1979. Alla sua guida si sono succeduti nel tempo diversi Presidenti, tra cui il nostro caro Dott, Domenico Lunghi. E’ partita da lui l’iniziativa di intitolare il nostro gruppo al piccolo Nicholas Green, morto in Italia durante un tentativo di rapina nel Settembre del 1994. Il padre, con grande senso di solidarietà, decise di donare gli organi di suo figlio ad altri bambini in attesa di trapianto. Questo gesto commosse l’Italia e il mondo intero e riporto’ all’attenzione delle persone il tema della donazione degli organi. La donazione è infatti un atto di solidarietà verso coloro che attendono un gesto di amore e altruismo per ritornare a vivere in modo più sereno. Attualmente il Consiglio Direttivo del nostro gruppo è composto da Presidente: Signor Pozzi Giuseppe Segretaria Sig.ra Papetti Rita Amm.ce Sig.ra Soffientini Nadia e dall Sig.re Ferrara Raffaella e Tessera Patrizia Tra poco ci sarà il rinnovo del Consiglio Direttivo, sarebbe bello passare il testimone a persone giovani che vogliono impegnarsi e portare nuove energie e iniziative per il futuro della nostra Associazione. Chi lo desidera, può contattare un componente del Direttivo per chiarimenti. L’invito è rivolto principalmente a chi è già iscritto all’A.I.D.O. e vuole impegnarsi in modo concreto perchè la cultura della donazione si diffonda sempre più anche a Landriano. La sede dell’Associazione è presso l’AVIS – via Verdi 8 - oppure telefonate al 0382-64611 o 0382-65162. FINALMENTE ANCHE A LANDRIANO UNA SCUOLA DI MUSICA! Finalmente anche a Landriano una scuola di musica! In questo paese, già pieno di iniziative e di risorse, sotto il patrocinio del comune, nasce il BPM Studio, il quale si avvale del metodo d’insegnamento Yamaha, che garantisce insegnanti qualificati e attenti. Con il metodo Yamaha si suona da subito! Ogni nota ed ogni piccolo esercizio si trasformano già in un divertente brano; in questo modo si impara la musica nella sua totalità, abituandosi immediatamente a sentire e distinguere le parti di tutti gli strumenti da cui è composta una canzone, così facendo si riesce a memorizzare la musica e le note nel modo più naturale e semplice possibile. I corsi sono rivolti a tutti, dai 4 ai 99 anni…! Quelli già attivi sono: batteria, percussioni, tastiere, chitarra classica, elettrica, acustica e canto. Per tutti gli altri strumenti ci stiamo attrezzando…sulla base delle richieste che perverranno. La musica aiuta ad accrescere la sensibilità di un individuo, ad esprimere i suoi sentimenti, e a sviluppare il senso del bello. In qualsiasi periodo dell’anno si può partecipare gratuitamente ad una lezione dimostrativa dello strumento prescelto. Vi aspettiamo! PER INFORMAZIONI tel. 340-0583263 Vi aspettiamo…. IL CIRCOLO ARCI - UISP F.G.LORCA DI LANDRIANO ORGANIZZA UN VIAGGIO IN INDIA TOUR DEL RAJASTHAN dal 5 al 15 marzo 2007 CALENDARIO ATTIVITA’ SPORTIVE E SOCIALI 2007 Presso la Palestra delle Scuole Elementari lo splendore, i forti del deserto di Jaisalmer e Jodhpur, i palazzi, i templi giainisti rievocano il passato principesco dello stato per informazioni telefonare nelle ore serali al 0382-64096 • 0382.64414 I CORSI DELL’ARCI PER IL 2007 GINNASTICA DOLCE • Presso la palestrina delle scuole medie martedì-venerdì - ore 15,15-16,15 • tel.0382-64420 GINNASTICA ADULTI/STRETCHING • Presso la palestrina delle scuole medie martedì-giovedì - ore 20,30-21,30 • TEL.0382-64096 TAGLIO E CUCITO • Presso i locali della biblioteca Comunale sabato - ore 14,00-15,30 • tel.0382-64674 DISEGNO E PITTURA • Presso i locali di via IV Novembre 35 lunedì-mercoledì - ore 21,00-22,30 • tel.0382-64671 - 3388518839 PER INFORMAZIONI TELEFONARE DALLE ORE 20.00 ALLE 21.00 GINNASTICA ARTISTICA • venerdì dalle ore 16,30 alle ore 20,15 PALLAVOLO RAGAZZE • mercoledì dalle ore 17,00 alle ore 19,30 giovedì dalle ore 17,00 alle ore 18,00 PALLAVOLO ADULTI • lunedì e giovedì dalle ore 21,00 alle ore 23,00 KUNG FU E CORSI DI DIFESA PERSONALE • lunedì e giovedì dalle ore 18,00 alle ore 21,00 BASKET AMATORIALE • martedì dalle ore 21,00 alle ore 23,00 Presso la Palestra della Scuola Media JUDO • lunedì e venerdì dalle ore 18,30 alle ore 20,30 e mercoledì dalle ore 19,30 alle ore 20,30 KARATE • martedì e giovedì dalle ore 19,00 alle ore 20,00 Presso il piano superiore della Scuola Media DANZA CLASSICA • dal lunedì al venerdì dalle ore 17,00 alle ore 21,00 Presso i locali della Biblioteca DANZA SPORTIVA • venerdì dalle ore 21,00 alle ore 23,00 Attività Sala Associazioni (pressi i locali della Biblioteca) CAT • lunedì dalle ore 20,30 alle ore 22,30 SINDACATO C.I.S.L. • sabato dalle ore 8,30 alle ore 10,30 SINDACATO SUNIA • lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 17,30 alle ore 18,30 SINDACATO SPI-C.I.G.L. • giovedì dalle ore 15,00 alle ore 17,00 20 LE PROPOSTE DELLA BIBLIOTECA Prosegue la collaborazione della nostra biblioteca con quella di Vidigulfo per quanto riguarda le proposte teatrali e culturali: Cabaret - musical con Michelle Hunziker Sabato 27 gennaio al Teatro della Luna di Assago Costi: € 42,00 intero - € 30,00 under 18 e over 65 Pover Chirst Superstar – I Legnanesi Domenica 4 febbraio ore 16.00 al Teatro Nuovo di Milano Costo: € 45,00 Turner e gli impressionisti – visita guidata alla mostra di pittura, Domenica 11 febbraio a Brescia Quattro matrimoni e un funerale commedia con Giampiero Ingrassia Sabato 18 marzo ore 20.45 al Teatro Nuovo di Milano Costo: € 40,00 Venezia ‘900 – visita alla mostra di pittura Domenica 25 marzo a Treviso Tre metri sopra il cielo – spettacolo tratto dall’omonimo libro di Moccia Domenica 15 aprile ore 15.30 al Teatro della Luna di Assago Costi: € 42,00 intero - € 38,00 18/26 anni - € 30,00 under 18 e over 65 I costi sono comprensivi di trasporto pullman. Nell’ambito delle attività di promozione della lettura per ragazzi, organizzate e finanziate dal Sistema Bibliotecario Intercomunale del Pavese, nella primavera del 2007 si prevede un incontro di narrazione rivolto ai più piccoli. Ricordiamo che la biblioteca è aperta tutti i giorni con i seguenti orari: 15.00/19.00 lunedì e giovedì martedì, mercoledì, e venerdì 15.00/18.00 10.00/12.00 sabato Martedì e mercoledì mattina apertura per le scuole Se volete contattarci per segnalazioni, richieste informazioni e collaborazione potete farlo telefonando al n. 0382/65300 o scrivendo all’indirizzo e-mail [email protected] SAVANÉ BAMBINE SOLDATO IN COSTA D'AVORIO Segnaliamo il libro del nostro concittadino Damiano Rizzi, scritto in collaborazione con Massimo Zaurrini Prefazione di padre Giulio Albanese “Savané. Bambine soldato in Costa d’Avorio” è il primo testo in Italia che affronta il tema delle bambine soldato. Nasce da un blog tenuto durante una missione umanitaria di Soleterre Onlus da Damiano Rizzi e Mauro Corinti e, grazie al lavoro giornalistico e storico di Massimo Zaurrini, è un’opera unica per affrontare la complessa situazione politica della crisi ivoriana. Nel lungo conflitto che coinvolge da 10 anni la Costa d’Avorio, oltre 20.000 bambine soldato sono state costrette a imparare il mestiere delle armi. I loro occhi non conoscono lo stupore dell’infanzia. Hanno dato e subìto violenza e, a differenza dei bambini soldato, sono state costrette a vendere il loro corpo e si sono ritrovate presto con figli che non potevano tenere e che a volte sono finiti nelle fosse comuni. Qualcuna è impazzita, e ora gioca con una corda per calpestare il filo maledetto che ha legato la sua giovane anima alla follia della guerra. In un momento in cui pochi occidentali sono presenti in Costa d’Avorio, questo libro serve a ricordare le troppe vite umane sacrificate in una guerra dimenticata in un continente abbandonato. Savané è il nome di una ex bambina soldato. Nel libro sono contenute 4 storie di altre Savané che hanno dovuto rinunciare all’infanzia. Quella dei bambini/bambine soldato è una questione che deve essere affrontata globalmente, nella consapevolezza che la comunità internazionale non può rimanere alla finestra a guardare (dalla prefazione di padre Giulio Albanese). Gli autori devolvono i diritti al progetto di Soleterre Onlus “Ho smesso di fare il soldato”, che prevede la smilitarizzazione e il recupero delle ex bambine soldato in Costa d'Avorio. Il libro è disponibile in tutte le librerie o sul sito www.soleterre.it Letti per Voi da Anna Claudia Furgeri Caramaschi Autore: Stephen King Tutto è fatidico Editore: Sperling&Kupfer Un viaggio nella mente di Stephen King che con questa raccolta di 14 storie nere ci conduce ad esplorare e a rapportarci con le nostre paure. Che la nostra paura sia quella dei fantasmi o di essere tumulati prima del tempo troveremo sicuramente la storia adatta a noi. Non è una frase ad effetto, molti di questi racconti rappresentano davvero ciò da cui tutti noi rifuggiamo. Ho detto molti e non tutti, perché per quanto possa sembrare strano per uno scrittore come King, non tutte le opere sono degne di essere ricordate; “Incubi e deliri” è probabilmente una raccolta migliore. Non è però da dimenticare, ci sono alcuni racconti che vale davvero la pena di leggere. Senza questi penso proprio che non possiate dire di amare o non amare King. Su tutte voglio segnalare 3 storie che non mancheranno di rimanervi impresse: “1408” (non entrerete più in una camera d’albergo) e il superbo “Riding the bullet” in cui farete i conti con la morte dei vostri genitori. Tra l’altro questo racconto è stato il primo in assoluto che è stato pubblicato su Internet e ha creato un nuovo mercato per l’editoria. La terza segnalazione è un’autentica perla per gli appassionati: un racconto, forse è meglio chiamarlo miniromanzo, sulla giovinezza di Roland: roba da brividi, secondo me meglio dei romanzi della Torre Nera. Autore: Margherita Oggero L’amica americana Editore: Mondadori Il giallo per anni in Italia è stato ritenuto un genere da non considerare e quindi da non far rientrare nella letteratura “alta” come ha ricordato Carlo Lucarelli. Poi con Fruttero e Lucentini, via, via fino a Camilleri e ai tanti scrittori “noir” che si sono affermati ecco che alle gialliste e ai giallisti è stato teso il tappeto rosso. Margherita Oggero è l’esempio vivente. Ex insegnante in (quasi) tutti i tipi di scuola è nata e vive a Torino. Ha esordito come scrittrice nel 2002 con il romanzo “La collega tatuata” dove compare per la prima volta la sua protagonista la professoressa (la profia)-ivestigatrice Camilla Baudino. Il terzo libro della serie è “L’amica americana” (Mondadori, Euro 16,50). Ricco di personaggi, di tensione, di punti di vista, di situazioni investigative e semplicemente e profondamente umane. Filo del romanzo è la vicenda di morte con delitto, con le conseguenti indagini condotte in parallelo dai carabinieri, dalla polizia e da Camilla. Da sfondo sempre Torino, con i suoi angoli caratteristici, e dentro il giallo e la suspence c’è sempre l’allegria. I personaggi sono tanti, quelli sempre presenti (Renzo, la mamma, Livietta, il bassotto, Gaetano) e quelli nuovi, tra cui uno dei protagonisti L’Indistruttibile, un “matto” col vizio di fermare il traffico buttandosi in mezzo alle macchine in corsa. Un libro delicato e curioso, un’altra voce felice della letteratura italiana. Autore: Andrea Accorsi e Daniela Ferro Milano criminale Editore: Newton & Compton Milano è una metropoli noir. Anzi “la” metropoli noir italiana per antonomasia. Da Scerbanenco in poi questa città ha sempre esercitato un fascino misterioso e sinistro sulla gente. A ragione, credo, dato che sotto la Madonnina ne sono successe di tutti i colori. Come ci racconta questo bel libro firmato da Andrea Accorsi e Daniela Ferro in cui si disegna una mappa dettagliata (e appassionata) del lato oscuro della città. Dal famoso caso del presunto uxoricida Alberto Olivo al massacro di cui si rese autrice nel secondo dopoguerra Rina Fort, la “belva di via San Gregorio” (tanto che ogni volta che passo in quella via mi viene da pensarci), dalla morte carica di retroscena politico-affaristici di Giorgio Ambrosoli al sanguinoso assalto al furgone portavalori in via Imbonati. Senza dimenticare le strade della metropoli che sono rimaste impresse nella memoria collettiva perché teatro di clamorose rapine a mano armata come via Osoppo, via Montenapoleone, via Padova... Nell’opera dei due scrittori trovano, inoltre, spazio anche le cronache in giallo e nero degli ultimi decenni con particolare attenzione alla sanguinosa evoluzione della malavita meneghina che ha avuto in Cavallero e Vallanzasca, Lutring ed Epaminonda, Andraous e Turatello le sue icone noir. Un libro da leggere come se fosse un romanzo, in cui gli scrittori di noir (ma il discorso vale anche per tutti coloro che si dilettano con la penna) possono trovare una preziosa fonte d’ispirazione. Autore: Andrea Vitali Olive Comprese Editore: Garzanti Un raccontatore di Storie come ce ne sono pochi, che distende come il lago. Siamo durante il fascismo, prima della guerra, una travolgente giostra di personaggi con vicende avventurose e divertenti, siamo a Bellano ma potremmo a essere nella Bassa e nel “Mondo Piccolo” di Giovannino Guareschi e che mondo. Ci sono quattro ragazzi di paese, pestiferi e turbolenti, c’è il Maresciallo Ernesto Maccadò, tutto intorno il Mondo di Vitali, gli abitanti di Bellano, il prevosto, il podestà e la sua consorte particolare, la filanda con i dirigenti e gli operai. Ci sono le case di tolleranza, e in sovracoperta troverete il “Tariffario delle Prestazioni”, ma tranquilli il sesso in Vitali è ironia, è umorismo. C’ è una galleria di persognaggi che sembra entrati nel mondo del Signor Malaussène di Daniel Pennac, che dire della vecchina svanita come una nuvoletta, che suona al pianoforte l’ Internazionale mentre il Duce conquista il suo Impero africano? Distende Vitali, distende e diverte, non a caso Andrea Camilleri ha scritto “Di fronte a uno che sa raccontare, che ha la felicità del racconto, ti senti grato”. Leggetelo, tenetelo sul comodino, in queste sere umide di lago che stanno arrivando, nelle giornate fredde, vi scalderà l’Anima. Ci sono anche i gatti e i piccioni questa volta, poi Daria Bignardi ha detto “Descrive così bene le brume lacustri che mentre leggevo mi è venuto il raffreddore”, ma questa è un’ altra storia, ormai Andrea Vitali da Medico e diventato farmacista, farmacista di poesie e fiaba.