La simmetria in Fotografia La simmetria in Fotografia
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La simmetria in Fotografia La simmetria in Fotografia
Università Ca’ Foscari di Venezia aizeneV id iracsoF ’aC àtisrevinU SSIS IX Ciclo olciC XI SISS Biennio accademico 2007/2009 9002/7002 ocimedacca oinneiB INDIRIZZO ARTE e DISEGNO ONGESID e ETRA OZZIRIDNI Tesi di specializzazione in Tecnica Fotografica Classe di abilitazione A065 acfiargotoF acinceT ni enoizazzilaiceps id iseT 560A enoizatiliba id essalC La simmetria airtemmis aL in ni Fotografia afiargotoF Specializzando: Sara Cattapan Matricola: R10939 Relatore: Professore Guido Masé Correlatore: Professore Silvestro Lodi napattaC araS :odnazzilaicepS 93901R :alocirtaM ésaM odiuG erosseforP :erotaleR idoL ortsevliS erosseforP :erotalerroC Indice Introduzione................................................................................ p..........5 Unità di apprendimento: il progetto.................................. p..........7 Tematizzazione........................................................................... p..........7 Classe e Scuola........................................................................... p..........8 Tema............................................................................................... p..........8 Metodologie................................................................................ p..........9 Periodo.......................................................................................... p..........9 Tempi di lavoro........................................................................... p..........9 Collegamenti interdisciplinari possibili............................. p..........9 Strumenti..................................................................................... p....... 10 Obiettivi........................................................................................ p....... 10 Conoscenze................................................................................. p....... 12 Competenze................................................................................ p....... 12 Prerequisiti................................................................................... p....... 13 Scansione del percorso........................................................... p....... 14 Sequenza delle attività............................................................ p....... 15 Lezione 1°..................................................................................... p....... 15 Lezione 2°..................................................................................... p....... 22 Lezione 3°..................................................................................... p....... 28 Lezione 4°..................................................................................... p....... 35 Lezione 5°..................................................................................... p....... 42 Lezione 6°..................................................................................... p....... 43 Lezione 7°..................................................................................... p....... 45 Griglie valutative....................................................................... p....... 46 Bibliografia e sitografia............................................................ p....... 47 Allegati.......................................................................................... p....... 48 Introduzione LA FOTOGRAFIA OGGI La fotografia è diventata un mezzo sem- teorica, di molta pratica. La scelta di rea- pre più alla portata di tutti: macchine lizzare esercizi di ripresa fotografica nel fotografiche di facile utilizzo, cellulari, Villaggio Operaio di Crespi d’Adda (BG), web-cam e videocamere sono strumen- nasce dalla volontà di rispondere ad esi- ti diffusi e normalmente usati in svariati genze didattiche unendole e facendole momenti e in diversi contesti. interagire con altre materie, in modo che Vi è quindi una fruizione quotidiana che, la disciplina in questione non venga per- se da una parte fa della fotografia uno cepita dagli alunni come un qualcosa a strumento di comunicazione usato sem- se stante, ma come un continuo fluire tra pre più, dall’altra crea un prodotto di non le varie materie del corso. sempre elevata qualità dove il coinvol- Questo importante interagire tra discipli- gimento emozionale è maggiormente ne arricchirà la formazione culturale ed sentito rispetto al prodotto generato. emotiva dei futuri fotografi, e contribuirà Non solo: il supporto informatico con- a far “vedere” maggiormente in profon- sente una alta produzione di immagini, dità la realtà. ma anche una elevata eliminazione delle stesse. Questa situazione era impensabile una decina di anni fa, quando la fotografia era vincolata esclusivamente alla pellicola. Per poter fare didattica della fotografia, ritengo importante considerare tale attuale realtà. Proprio questo facilitato e diffuso approccio all’uso e alla condivisione delle immagini, tipico del linguaggio giovanile, deve essere il punto di partenza della didattica in questione. La disciplina Tecnica Fotografica si struttura, oltre che di una indispensabile parte 5 La simmetria in fotografia UNITÀ DI APPRENDIMENTO: IL PROGETTO Di seguito viene presentata l’unità di La classe ipotizzata è composta da apprendimento sulla simmetria e sul alunni attivi e caratterizzati da uno sti- laboratorio che si svolgerà presso il Vil- le di apprendimento pragmatico, uniti laggio Operaio Crespi d’Adda. e senza problemi di comunicazione e Si tratta di un percorso didattico pen- relazione. sato per un gruppo di studenti di seconda superiore di un istituto tecnico professionale. TEMATIZZAZIONE La scelta di sviluppare un percorso sulla è bene culturale (dal 1995 patrimonio simmetria in fotografia vuole essere un dell’Unesco), è arte, è storia, e quindi argomento didattico che da una par- riassume in sé esigenze di tipo currico- te intende fare acquisire competenza lare che caratterizzano la scuola ad in- tecnica relativa all’uso della macchina dirizzo professionale in questione. fotografica, ma dall’altra intende essere il pretesto per far riflettere gli alunni sull’importanza di sapersi relazionare nei confronti della realtà. Se il mezzo fotografico registra su un supporto un’immagine, la conoscenza, la comprensione e il coinvolgimento diretto con la stessa aggiungeranno un ingrediente prezioso che avvalorerà la tecnica acquisita. Il villaggio di Crespi d’Adda si propone quale strumento eccezionale per i tratti singolari che lo contraddistinguono: 7 CLASSE E SCUOLA Secondo anno di un istituto tecnico nella comunicazione visiva con abilità professionale, 20 alunni in totale. di intervento nel settore fotografico; • Capacità di operare in termini di pro- La scuola in questione, che forma la gettazione, organizzazione e realizza- figura professionale del tecnico della zione nei diversi settori della fotografia produzione dell’immagine fotografi- e comunicazione visiva multimediale; ca, sviluppa la capacità di lavorare con • Competenza relativa all’uso di stru- qualità e competenza nel settore visivo menti tecnologicamente avanzati nella comunicazionale, ponendo attenzione comunicazione fotografica con abilità ad un’azione formativa ed educativa, in di intervento nel settore audiovisivo e grado di sviluppare una compiuta per- multimediale, avendo acquisito cono- sonalità umana e civile, armonicamen- scenze adeguate relative al linguaggio te inserita nell’attuale realtà sociale, fotografico e della comunicazione visiva. fornendo un servizio che aiuti i giovani Nella progettazione del modulo di- a crescere sul piano umano e professionale. dattico qui proposto, ho considerato Offre quindi formazione questi aspetti caratterizzanti di tale in- • Specifica riguardo il linguaggio foto- dirizzo. grafico e competenza nei confronti di strumenti tecnologicamente avanzati TEMA Inquadratura e composizione dell’immagine fotografica relativa alla simmetria. 8 METODOLOGIE • lezioni frontali • laboratorio fotografico • attività individuali e di gruppo • esperienza di un’uscita didattica consapevole con guida Le lezioni frontali vanno ad approfondi- L’uscita didattica consapevole appro- re gli aspetti fondamentali della tecnica fondirà e chiarirà ogni aspetto affron- fotografica e le caratteristiche storico- tato nelle lezioni frontali e nelle attività artistiche dei luoghi presi in esame. di laboratorio. L’attività di laboratorio permette di applicare concretamente le nozioni acquisite. PERIODO ottobre - novembre TEMPI DI LAVORO 34 ore 1 giorno per visita guidata a Cespi d’Adda (BG) COLLEGAMENTI INTERDISCIPLINARI POSSIBILI Crespi d’Adda diventa, in questo con- la scuola in un ambiente di apprendi- testo, laboratorio a cielo aperto e vie- mento vitale e stimolante. ne indagato, oltre che dalla disciplina Le materie non sono più a sé stanti, Tecnica Fotografica, dalle materie quali ma proprio grazie ad una consapevo- Storia, Arti Visive e Comunicazione e le educazione trasversale divengono Progettazione Visiva; creare un pro- un continuo fluire di conoscenza e di getto didattico che sia comune deno- scambio di punti di vista. minatore tra varie discipline trasforma 9 STRUMENTI • manuali di riferimento • manuali ausiliari per il docente • fonti iconografiche tratte da internet • scatti fotografici realizzati in laboratorio • scatti fotografici realizzati in loco • realizzazione rappresentazione elettronica (power point) I manuali di riferimento servono agli l’utilizzo per ciascuna delle attività as- studenti sia come strumento di lavoro segnate a casa. per le attività assegnate per casa sia A conclusione del percorso i materiali come riferimento costante (sarà com- e i lavori degli alunni (fotografie realiz- pito del docente segnalare nel manua- zate a Crespi d’Adda) verranno raccolti le le parti fondamentali e quelle tratta- in una rappresentazione elettronica, te in classe). che costituirà lo strumento principale I manuali ausiliari utilizzati dai docenti per lo svolgimento della valutazione servono per integrare il percorso con finale. materiali e spunti aggiuntivi. I docenti, inoltre, forniranno le fonti integrative in maniera graduale, specificandone OBIETTIVI relativi all’insegnamento di TECNICA FOTOGRAFICA • saper cogliere scatti fotografici significativi per inquadrare un argomento • saper realizzare un percorso particolare attraverso gli scatti fotografici • coniugare l’aspetto storico-culturale con l’aspetto visivo • far acquisire un corretto atteggiamento professionale, inteso come insieme coordinato di conoscenze basilari, flessibilità, curiosità intellettuale, motivazioni personali, correttezza nei rapporti professionali e sociali 10 • far acquisire conoscenza strutturale e funzionale delle attrezzature per la realizzazione di immagini fotografiche • far acquisire una competenza e autonomia operativa nella realizzazione di prodotti fotografici finiti con uso di attrezzature professionali OBIETTIVI relativi all’insegnamento di COMUNICAZIONE e PROGETTAZIONE VISIVA • conoscere correttamente il messaggio visivo • conoscere correttamente la struttura comunicativa • rendere graficamente i concetti acquisiti • gestire il lavoro nel rispetto dei tempi assegnati OBIETTIVI relativi all’insegnamento di STORIA • saper inquadrare, almeno a grandi linee, fenomeni culturali diversi in un contesto più ampio, abituando a cogliere nessi e relazioni • imparare a conoscere il territorio locale in relazione agli avvenimenti della Rivoluzione Industriale, attraverso l’uso di testi, l’ascolto di testimonianze, la conoscenza diretta dei luoghi e ai monumenti • comprendere l’aspetto creativo del lavoro storico ed essere in grado di valutare l’evento alla luce della sua contingenza e del complesso delle cause che lo hanno determinato • assimilare i contenuti essenziali con capacità di analisi critica e capacità di sintesi • accrescere la padronanza del lessico specifico e saper ricavare in modo autonomo adeguate informazioni dall’ analisi sia dei documenti che dei brani di storiografia • saper cogliere la specificità della storia italiana, pur inserendola sempre in un contesto più ampio 11 OBIETTIVI relativi all’insegnamento di STORIA DELLE ARTI VISIVE • favorire l’approfondimento di una tematica • formare un lessico appropriato nella lettura di opere • fornire abilità finalizzate alla contestualizzazione di un’opera collegata ad un determinato contesto storico • ricostruire un periodo storico attraverso lo studio di opere CONOSCENZE • conoscere gli aspetti fondamentali della visione e della percezione visiva • conoscere gli aspetti fondamentali della composizione fotografica • conoscere gli aspetti fondamentali della simmetria in fotografia • conoscere gli aspetti storici dei luoghi presi in considerazione • conoscere gli aspetti artistici dei luoghi presi in considerazione • conoscere gli aspetti fondamentali della Rivoluzione industriale COMPETENZE • saper realizzare scatti fotografici che colgano gli aspetti fondamentali dell’argomento preso in considerazione • saper applicare le tecniche fotografiche acquisite • saper individuare caratteristiche storiche dei luoghi presi in considerazione • saper cogliere il legame tra elementi sociali, storici, culturali dell’industrializzazione • saper attuare un confronto tra realtà diverse di industrializzazione • saper individuare le ragioni del diverso andamento dell’industrializzazione italiana rispetto a paesi vicini • saper individuare negli scatti fotografici realizzati le informazioni rilevanti • saper trasferire le conoscenze storiche acquisite nel contesto attuale • saper utilizzare le informazioni per elaborare un’interpretazione critica dei fenomeni storico- artistici • saper cogliere le relazioni tra avvenimenti, congiunture e strutture • saper cogliere le caratteristiche principali dell’insediamento, della struttura, della storia di un villaggio operaio attraverso gli scatti fotografici 12 PREREQUISITI • conoscenza della situazione politica, economica e sociale nel periodo dell’industrializzazione • conoscenza di basi fotografiche minime • capacità di analisi e comprensione delle fonti • capacità di rielaborazione delle immagini 13 SCANSIONE DEL PERCORSO FASE ATTIVITÀ 1 Lezioni relative alla visione e alla percezione visiva. 2 Lezioni relative all’inquadratura in rapporto al soggetto. MATERIA Comunicazione e Progettazione Visiva TEMPO 4 unità Tecnica fotografica e laboratorio 10 unità Esercitazioni in laboratorio. Progettazione visita didattica a Crespi d’Adda (BG). 3 In riferimento all’uscita didattica, inquadramento storico della realtà di Crespi d’Adda. Storia 2 unità 4 In riferimento all’uscita didattica, inquadramento dell’ambito artistico della realtà di Crespi d’Adda. Storia delle Arti Visive 2 unità 5 LABORATORIO Tecnica fotografica Comunicazione e Progettazione Visiva 1 giorno Uscita didattica a Crespi d’Adda (BG), con realizzazione di fotografie secondo le esercitazioni e le indicazioni svolte in laboratorio (importanza dell’inquadratura in rapporto al soggetto). MATTINATA Visita del villaggio operaio con guida. POMERIGGIO Realizzazione esercizio fotografico assegnato. 6 LABORATORIO Stampa in B/N delle fotografie realizzate. Laboratorio di fotografia 10 unità 7 LABORATORIO Comunicazione e Progettazione Visiva 6 unità Selezione delle fotografia più significative e, attraverso le stesse, realizzazione una rappresentazione elettronica nella quale venga espletato quanto appreso e realizzato, anche in rapporto alla visita didattica a Crespi d’Adda. 14 Sequenza delle attività 1° LEZIONE: 4 unità Percezione visiva finalizzata alla fotografia (docente di Comunicazione e Progettazione Visiva) La disciplina Comunicazione e Progettazione Visiva si propone, in questo contesto, di fare acquisire correttamente gli elementi fondamentali della grammatica visiva, soprattutto in rapporto alla materia Tecnica Fotografica. Nel corso dell’anno si prevedono, oltre alle lezioni frontali, lavori individuali o di gruppo con eventuale ausilio del computer. La PERCEZIONE comprende quel com- Da essa deriva la formazione della per- plesso di conoscenze relative all’atti- sonalità, essa influenza e condiziona gli vità sensoriale dei seguenti apparati aspetti cognitivi in relazione al com- umani: visivo, uditivo, olfattivo, tattile, portamento nell’ambiente. gustativo, cinestatico. La capacità creativa discende diretta- Questa presa di coscienza, esperita nel- mente dalla capacità di percepire cor- l’ambito del sensibile, esiste nelle di- rettamente le relazioni esistenti tra fatti verse fasi evolutive e matura in stretta diversi, d’interpretare fenomeni molte- correlazione con lo sviluppo dell’intel- plici e di relazionare con altri. ligenza la quale ne orienta la capacità. Ogni processo percettivo è un fenome- Tramite la percezione l’individuo pren- no complesso che implica l’utilizzo di de coscienza della realtà esterna e con abilità diverse: essa mantiene il contatto. • Logiche • Metodologiche • Tecniche SAPER VEDERE un segno, comprenderne al di là del suo significante, il significato, sarà l’obiettivo delle lezioni. 15 Ogni espressione grafica viene eseguita su una superficie, in uno spazio delimitato qualitativamente, che chiameremo CAMPO. Questo luogo al quale per convenzione comune è affidato il compito di accogliere l’apparizione, coincide concettualmente con l’idea del vuoto. Il foglio bianco è il luogo della riflessione, lo spazio del silenzio in cui il pensiero elabora immagini libere. Una traccia seppur minima condiziona il campo in modo irreversibile. Si osservi l’esempio qui riprodotto: Nel campo di sinistra gli occhi spaziano osservatore, ne condiziona in modo liberamente; in quello di centro non si cognitivo la percezione distraendolo può fare a meno di guardare il punto; dallo stato di libertà che il campo vuo- nel campo di destra gli occhi sono al- to gli consentiva. Se ora aggiungiamo ternativamente attratti da un punto al- nel campo un secondo punto alla de- l’altro percependo inevitabilmente una stra del precedente, ci sentiamo ob- linea virtuale orizzontale. bligati ad attraversare un “confine” che Due campi quadrati uguali, il primo ci è dato dall’illusione che i due punti dei quali è vuoto mentre nel secondo creino una linea di separazione anche l’attenzione è inevitabilmente attirata se lo spazio è unico. dal punto che la condiziona in modo intrigante: quella presenza produce un centro di curvatura percettiva. Ciò significa che una entità minima che invada lo spazio del campo visivo di un 16 Vediamo il prossimo esempio: Se tracciamo una linea orizzontale che Se dunque le composizioni di punti e lasci due aperture laterali, una a sinistra linee inducono l’osservatore ad elabo- e l’altra a destra, la sensazione percetti- razioni di tipo logico-formale, non di va del percorso diventerà nettamente meno esse sono portatrici di significati circolare intorno alla linea centrale, che configurano la facoltà espressiva sopra e sotto in senso orario. S della composizione per mezzo di segni e invece la linea attraversa da parte a organizzati. parte il campo, lo spazio può essere vi- È il Linguaggio Visivo. sto solo in senso assiale, con un sopra Secondo convenzioni implicite, storica- e un sotto nettamente divisi, il cui oriz- mente sedimentate, una linea orizzon- zonte continua idealmente oltre il campo. tale è statica, coincide con l’idea del- Infiniti sono gli esempi possibili così l’orizzonte terreno, è metaforicamente come infinite sono le composizioni che ‘morta’. Una linea verticale è imponen- si possono fare con un punto o con una te, virile, vitale. Una linea diagonale è linea su una superficie. dinamica, rappresenta sempre il mo- Alcuni altri verranno sviluppati nel cor- vimento ascendente o discendente, è so delle lezioni. Serve sottolineare che simbolo di velocità. Da questi esempi si se le nostre considerazioni saranno evince che il significato dei segni non per comodità ed immediatezza di tipo può non indurre a considerare, anche geometrico, il nostro scopo non ha nul- praticamente, la loro funzione. In par- la a che vedere con la geometria ma si ticolare nell’elaborazione di simboli nei pone l’obiettivo della conoscenza della quali, unici nell’universo dell’espressio- struttura delle forme. ne grafica, significante e significato non 17 coincidono necessariamente (es: il logotipo della Fiat non porta in se alcuna informazione automobilistica). I simboli hanno necessità infatti di essere “spiegati”. Anche le forme geometriche piane interagiscono col campo secondo modi e tempi simili a quelli indicati per le linee. Non a caso ogni forma geometrica è il risultato della combinazione “pensata” di tre o più segmenti e la loro configurazione è organizzata in modo tale che un mutamento di una parte del sistema comporterà il mutamento parziale o generale dell’intera struttura. Vediamone un esempio: 18 Ognuno dei triangoli associa la propria equivale a dire che ogni configurazio- collocazione nel campo ad un’idea di ne (shape) è la forma (form) di qualche “ordine” che dipende non tanto dall’es- contenuto” (R. Arnheim). sere essi dei triangoli, ma dal sistema È a tutti noto che la segnaletica strada- che li ha prodotti. Così nel primo esiste le fa ampio uso delle forme geometri- un equilibrio centrale, nel secondo una che alle quali, di volta in volta, vengono fuga diagonale, nel terzo una sensazio- affidati messaggi che noi percepiamo e ne d’instabilità. Ciò che la forma-trian- traduciamo in linguaggio letterario. Il golo configura è pertanto qualcosa che “divieto di transito” è rappresentato da dipende dalla relazione tra il singolo un cerchio sbarrato da un segmento in sistema (isoscele, rettangolo, scaleno, cui, come in altri segnali (leggi simbo- ecc.) e lo spazio (il campo). Non solo, vi li), il contenuto relaziona con la forma e è di più: poiché ogni schema visivo non viceversa soltanto se a monte vi è stata è soltanto forma di se stesso, esso rap- una educazione a leggerlo. Diremo che, presenta sempre qualcosa che supera essendo il cerchio e il segmento che la propria esistenza individuale, “il che rappresentano il divieto forme astrat- te, il significante può esprimere il si- rale ci insegnano a riconoscere suoni e gnificato solo tramite la mediazione di logotipi {griffe, trade mark,} di qualsiasi un insegnamento. Tale regola vale per merce col solo fine di metterci in rela- ogni simbolo. La pubblicità è in questo zione amichevole col prodotto che essi settore maestra: ogni spot televisivo o rappresentano. radiofonico, o pagina o manifesto muLa comunicazione visiva ha genericamente una molteplicità di funzioni. Essa può: • Informare • Esortare • Emozionare Una composizione può comprendere diagonali multidirezionali generate dai tutte e tre le funzioni insieme. Un grido movimenti “a leva” delle braccia. d’aiuto, informandoci emozionalmente Una composizione espressiva può dell’incidente, ci esorta a prestare soc- essere descrittiva o astratta secondo corso. Un urlo di gioia muta nel signi- che si faccia uso di forme riconoscibi- ficato espresso ma conserva il medesi- li o di elementi informali. In ogni caso mo sistema del grido d’aiuto così come entrambe denoteranno una struttura lo stesso “pattern” percettivo. compositiva presso che identica (es: Un segno tracciato con la forza del ge- la struttura di un dipinto manierista sto risoluto ha lo stesso valore dell’urlo del 1550 non è dissimile da quella di e deriva, come l’urlo, da una spinta ir- un’opera dell’espressionismo astratto razionale che, raccordando l’emozione del 1950). al movimento cinestatico, si riproduce Tutti questi segni (statici, dinamici, in un segno assolutamente espressivo. simbolici, espressivi, ecc.) vengono Otteniamo quindi una funzione espres- utilizzati nel linguaggio visivo in base siva-emotiva quando il messaggio ha a determinate regole che definiremo lo scopo di esprimere sentimenti e stati CODICI VISIVI. d’animo e, nel caso della comunica- Vi sarà comunicazione fra chi produce zione visiva, quando si basa essenzial- tali segni (Emittente) e chi li guarda (Ri- mente su una struttura compositiva di cevente) solo se entrambi conoscono 19 queste regole. La loro conoscenza è de- regole e dei sistemi di correlazione che terminante non solo per decodificare i legano fra loro i codici in una compo- messaggi ma anche per poterli ripro- sizione. Questi elementi costituiscono durre. Sul piano didattico la conoscen- la competenza linguistica di base che è za dei singoli segni è un punto da cui necessario possedere per interpretare non si può prescindere così come non e utilizzare i codici visivi nel comunicare. si può tralasciare la conoscenza delle Composizione degli oggetti Per oggetto si intendono tutte quelle forme costruite dall’uomo nel campo per soddisfare un proprio bisogno di praticità. Un insieme organizzato di oggetti riesce a dar vita ad un “ambiente”, a trasformare lo spazio in un luogo di vita. 1) organizzare un certo ordine delle parti 2) costruire poi il contorno che le comprenda. 3) prendere una serie di oggetti tutti uguali ed indicarli in due o quattro rettangoli (fig. 1) e in quattro o nove palline (fig. 2). 4) disporli con ordine mettendoli in relazione l’uno con l’altro in modo che l’insieme risulti unitario e chiaramente leggibile. 20 In entrambe le figure (1 e 2) le combina- composizione formale facilita il soddi- zioni di oggetti nei diversi campi (ret- sfacimento delle necessità concrete. tangolari o circolari) realizzano con essi Otterremo la chiarezza nella composi- un rapporto armonico di pieni e vuoti. zione quando riusciremo a organizzare Nelle composizioni reali, quelle arti- gli oggetti, o parti di essi, in un insieme stiche, le necessità pratiche dovranno coordinato e unitario. essere sempre soddisfatte nel miglior Creare poi un contorno che li compren- modo possibile senza però abbando- da in un campo diventerà un’operazione nare mai il rapporto col risultato for- logica dettata dall’evidente armonia che male, poiché non vi è incompatibilità già vincola i rapporti tra gli oggetti. né dualismo fra i due termini. Soddisfare le necessità pratiche non ostacola il bisogno di ottenere la chiarezza formale nella composizione. È vero anzi che la correttezza nella 21 2° LEZIONE: 10 unità Lezioni di inquadratura in rapporto al soggetto: simmetria (docente di Tecnica fotografica e Laboratorio) Una importante puntualizzazione riguarda proprio una caratteristica peculiare della fotografia quale disciplina scolastica, ovvero il fatto di essere in un laboratorio. Il laboratorio è il luogo dove crescono e si sviluppano le idee, dove si acquisiscono, si usano e si sperimentano le tecniche e dove avviene la formazione di indirizzo; il laboratorio è quindi il luogo dove si impara facendo. Questa particolare realtà stravolge quindi il metodo tradizionale del fare lezione: i momenti passati in aula relativi a lezioni frontali interessano principalmente il primo anno, mentre negli anni seguenti si sta in laboratorio a lavorare con la guida e l’interagire diretto dell’insegnante. Le lezioni diventano così un continuo di teoria e pratica; nonostante il docente abbia ben chiaro il percorso didattico che intenderà svolgere, il tutto è però mutevole perché influenzato dalle singole circostanze e situazioni che si vengono di volta in volta formando. L’occhio umano e l’apparecchio fotografico, qualunque esso sia, vedono la realtà in maniera diversa. Se l’occhio umano è abituato a selezionare e ad organizzare gli elementi della realtà che viene osservata, la fotocamera registra tutto quanto le sta davanti. Nella visione umana non entrano in gioco solamente le leggi dell’ottica, per cui dato uno schema ottico si ha, senza possibilità di dubbio, una certa immagine. Le informazioni trasmesse dal sensore di luce che è l’occhio, vengono corrette, integrate, interpretate dal cervello. Quindi possiamo avere immagini differenti, anche della medesima scena, “ripresa” dall’occhio, dal medesimo punto di vista. Per esempio, davanti a un certo numero di persone sconosciute vediamo solamente una massa di gente; ma se sappiamo che tra esse si trova un nostro amico, lo individueremo quasi subito e, in pratica, dopo vedremo solamente lui. E’ importante imparare a vedere la realtà in termini fotografici e, di conseguenza, decidere l’inquadratura. 22 ESERCIZIO 1 Per imparare ad osservare e selezionare si può realizzare un rettangolo di cartone di cm 20 x 25 ritagliato al centro con apertura a rettangolo di cm 10 x 12. E’ opportuno esercitarsi con questo cartoncino per inquadrare liberamente vari soggetti che si ritengono interessanti. Nel tempo, con la padronanza mentale della visione fotografica, il cartoncino non sarà più necessario. Con l’uso del cartoncino si riesce ad esplorare, isolare e organizzare la parte di realtà inquadrata. ESPLORARE il soggetto scelto significa: • osservare un soggetto da sinistra a destra • davanti e dietro • dall’alto al basso • osservare un soggetto in rapporto allo sfondo • osservare un soggetto in rapporto alla luce • stabilire un angolo di ripresa (inquadratura) ISOLARE il soggetto scelto significa: • togliere tutto quello che può disturbare la visione • se il soggetto si può spostare, trovare la collocazione migliore COMPORRE il soggetto scelto significa: • saper sfruttare le linee • saper sfruttare i colori • saper utilizzare al meglio le forme, le luci e le ombre. Tornando al nostro cartoncino, si noterà sicuramente la forma: un rettangolo. Il rettangolo e quadrato sono i formati della fotografia. Insistendo sul formato rettangolare (quello che tra l’altro corrisponde alle macchine fotografiche personali degli alunni) si noteranno alcuni aspetti significativi. Il rettangolo implica una direzione: • ORIZZONTALE: da maggiormente risalto alle linee e ai piani orizzontali verso destra e sinistra • VERTICALE: da maggiormente risalto all’altezza, alla profondità e alla estensione verso l’alto. 23 ESERCIZIO 2 Scegliere un soggetto e realizzare diverse inquadrature dello stesso, in formato verticale e orizzontale. Analisi in classe e commento/ confronto sulle stesse. Inquadrare un soggetto attraverso una forma (in questo caso il rettangolo) comporta a creare una composizione. La forma della COMPOSIZIONE fotografica può essere: • STATICA • DINAMICA COMPOSIZIONE STATICA Si ha una composizione statica quando gli elementi grafici sono in stato di quiete. In presenza di linee verticali o orizzontali che vanno nel loro senso, queste non convergono e non sono inclinate. Questo accade quando: • Il soggetto è al centro • Le linee orizzontali o verticali non sono deformate • Gli oggetti e le persone sono visti di fronte • Le linee architettoniche non sono convergenti • L’immagine è simmetrica LA SIMMETRA è L’IMMAGINE STATICA PER ECCELLENZA. La simmetria rappresenta un grado particolarmente elevato di ordine. In termini estetici l’effetto sull’osservatore è quello dell’impressione di perfezione formale. L’uso della simmetria in fotografia può risultare estremamente monotono oppure esaltare situazioni particolari, come nel caso in cui si voglia evidenziare o accentuare la fisionomia di un luogo o di un elemento geometrico. 24 COMPOSIZIONE DINAMICA Si ottiene una composizione dinamica quando gli elementi grafici che compongono una foto danno l’impressione del movimento. Quando si vuole evocare la sensazione di azione, velocità, forti emozioni, drammaticità, precarietà. Questo accade quando: • Il soggetto è situato presso uno dei bordi • L’immagine è asimmetrica • Prevalgono linee inclinate o angolari • Le linee verticali sono convergenti ESERCIZIO 3 Ricercare in Internet fotografie simmetriche e statiche di fotografi famosi. Confronto e discussione in classe. Esempio di ricerca: fotografie di Bernd e Hilla Becher 25 Esempio di ricerca: fotografie di Gabriele Basilico 26 ESERCIZIO 4 Realizzazione in laboratorio di alcuni soggetti simmetrici, tenuto conto di quanto enunciato fino ad ora. (ATTENZIONE! Da ricordare l’importanza della luce in rapporto al soggetto e alla materia di cui il soggetto stesso è composto. / Lezione del primo anno/ vedi: ALLEGATI). ESEMPIO DI ANALISI CRITICA A Luce frontale B Luce radente Buono lo sforzo dell’alunno nel cercare un soggetto simmetrico in considerazione anche delle risorse a disposizione. Buona anche la ricerca della luce: il soggetto A, luce frontale, non presenta quegli elementi di disturbo dati dalle ombre che si creano con una luce radente del soggetto B. E’ positiva anche la composizione, ma è sfuggito allo studente l’angolo del basamento in basso a destra (bastava spostare leggermente il soggetto), così come pure la posizione della ghiera della manopola in basso. N.B. Per l’autoanalisi si faccia in riferimento all’ ESEMPIO DI SCHEDA DIDATTICA PER ANALISI CRITICA (ALLEGATI). 27 3° LEZIONE: 2 unità La lezione proposta ha lo scopo di collocare storicamente la creazione del Villaggio Operaio di Crespi d’Adda, nel pieno di quel processo di ampia portata quale è stata la Rivoluzione Industriale. Rivoluzione industriale e industrializzazione (docente di Storia) 28 Per rivoluzione industriale si intende comitanza all’introduzione massiccia un processo di evoluzione economica dell’elettronica e dell’informatica nel- che da un sistema agricolo-artigianale- l’industria. commerciale porta ad un sistema indu- La rivoluzione industriale comporta striale moderno caratterizzato dall’uso una profonda ed irreversibile trasfor- generalizzato di macchine azionate mazione che parte dal sistema pro- da energia meccanica e dall’utilizzo duttivo fino a coinvolgere il sistema di nuove fonti energetiche inanimate economico nel suo insieme e l’intero (come ad esempio i combustibili fossi- sistema sociale. L’apparizione della fab- li). brica e della macchina modifica i rap- Si distinguono tre fasi : prima, seconda porti fra gli attori produttivi. Nasce così e terza rivoluzione industriale. la classe operaia che riceve, in cambio La prima riguarda prevalentemente il del proprio lavoro e del tempo messo settore tessile-metallurgico e compor- a disposizione per il lavoro in fabbrica, ta l’introduzione della spoletta volante un salario. Sorge anche il capitalista e della macchina a vapore; il suo arco industriale, imprenditore proprietario cronologico è solitamente compreso della fabbrica e dei mezzi di produzio- tra il 1760-1780 ed il 1830. ne, che mira ad incrementare il profitto La seconda rivoluzione industriale vie- della propria attività. ne fatta convenzionalmente partire dal Il sistema produttivo che risulta dalla 1870-1880, con l’introduzione dell’elet- rivoluzione industriale è radicalmente tricità, dei prodotti chimici e del petro- differente rispetto al sistema preceden- lio. te di tipo agricolo-manifatturiero. La terza inizia a partire dal 1970, in con- Così come accade in molti processi sto- rici, per la rivoluzione industriale non successive, di elevati tassi di crescita esiste una data di inizio certa, anche se dell’economia. l’invenzione cardine è quella del moto- Sostanzialmente, la Rivoluzione in- re a vapore. Ogni mutamento profon- dustriale ha costituito l’approdo a cui do dell’economia è però influenzato ha portato l’aumento di conoscenze dalle trasformazioni precedenti e così scientifiche sul mondo naturale, e sulle la Rivoluzione industriale viene consi- sue caratteristiche, derivante dalla Ri- derata da alcuni studiosi come l’ultimo voluzione scientifica. Fu infatti il nuovo momento di una serie di cambiamen- Metodo scientifico iniziato dall’italiano ti che hanno trasformato l’Europa da Galileo Galilei a portare ad un sensibile terra povera, sottosviluppata e poco (e senza precedenti) aumento delle co- popolata all’inizio del Medioevo, nella noscenze che gli Europei avevano sulla zona più ricca e sviluppata del mondo natura, ed in particolar modo sui mate- nel corso dell’Ottocento. L’accumulo di riali e le loro proprietà. capitale incamerato in seguito ai com- Condizioni particolarmente favorevoli merci e la disponibilità di ingenti quan- nell’Inghilterra dell’epoca consentiro- tità di acciaio e carbone nei paesi del no poi a tali conoscenze scientifiche Nord, facilmente trasportabili attraver- di tramutarsi in conoscenze tecniche so una fitta rete di canali navigabili, re- e tecnologiche, finché esse comincia- sero possibili gli investimenti necessari rono ad essere applicate nelle prime alla creazione delle prime fabbriche. fabbriche tessili e nell’industria side- Da un punto di vista economico, l’ele- rurgica per una produzione di ferro ed mento che caratterizza la Rivoluzione acciaio che non ebbe paragoni nella industriale è il salto di qualità nella ca- precedente storia dell’umanità. Dal pacità di produrre beni, cui si assiste in punto di vista tecnologico la Rivoluzio- Gran Bretagna, a partire dalla seconda ne industriale si caratterizza, come già metà del Settecento. Più precisamente detto, per l’introduzione della macchi- la crescita dell’economia inglese nel na a vapore. Nella storia dell’umanità il periodo 1760-1830 è la più alta regi- maggior vincolo alla crescita della pro- strata fino a quel momento. In altri duzione di beni è infatti quello energe- paesi il processo di industrializzazio- tico. Per molti secoli l’umanità si trova a ne è analogamente origine, in epoche disporre soltanto dell’energia meccani- 29 30 ca offerta dal lavoro di uomini e anima- del reddito, dei rapporti di classe, della li, e questo oltre a tutti i problemi che cultura, della politica, delle condizioni ne derivavano non dava la possibilità generali di vita, con effetti espansivi sul di incrementare la produzione essendo livello demografico. legati al lavoro manuale. La progressi- Le innovazioni tecniche coinvolsero le va introduzione, a partire dal Medioe- macchine utensili e le macchine motri- vo, del mulino ad acqua e del mulino a ci, le industrie tessili e l’industria pesan- vento rappresenta la prima te (metallurgia e meccanica). innovazione di rilievo. Quest’ultima divenne determinante L’energia abbondante offerta dalla nella metà del XIX secolo, in concomi- macchina a vapore viene applicata alle tanza con lo sviluppo delle ferrovie. La lavorazioni tessili, rendendo possibile produzione domestica di tessuti era una più efficiente organizzazione del- particolarmente lenta nella fase del- la produzione grazie alla divisione del la filatura, poiché occorrevano cinque lavoro e allo spostamento delle lavora- filatori per alimentare un solo telaio a zioni all’interno di fabbriche apposita- mano. Lo squilibrio si accentuò intor- mente costruite, nonché alle estrazioni no alla metà del XVIII secolo, quando minerarie e ai trasporti. Le attività mine- i tempi della tessitura furono ulterior- rarie beneficiano della forza della mac- mente ridotti dalla diffusione della china a vapore nella fase di estrazione spoletta volante (brevettata nel 1733 dell’acqua dalle miniere, permetten- da John Kay). Nella seconda metà del do di scavare a maggiore profondità, secolo, due importanti invenzioni mo- come anche nel trasporto del mine- dificarono ancor di più il panorama del- rale estratto. I primi vagoni su rotaia la tecnologia tessile: James Hargreaves servono a portar fuori dalle miniere il inventò, nel 1765, la giannetta (o Spin- minerale, poi a portarlo a destinazione. ning Jenny), mentre Richard Arkwright, Solo in un secondo tempo il trasporto nel 1767, il filatoio idraulico (o Water su rotaia si converte nel trasporto di frame): la prima accelerava la filatura passeggeri. La rivoluzione industriale da 6 a 24 volte, il secondo addirittura di ha prodotto effetti non solo in campo alcune centinaia di volte. Tutto ciò rese economico e tecnologico, ma anche evidentemente obsoleti i telai a mano. un aumento dei consumi e della quota Nel 1787 Edmund Cartwright inventò il telaio meccanico, che fu perfezionato e e marittimi). Essa sostituì le tradizionali adottato nei decenni successivi: intor- fonti di energia che presentavano il no al 1825, un solo operaio, sorveglian- gravissimo inconveniente di non esse- do due telai meccanici, poteva sbrigare re disponibili nelle quantità e nei tempi un lavoro che con i telai a mano avreb- e luoghi richiesti (mulini ad acqua e a be richiesto l’opera di una quindicina di vento), o di non essere instancabili e persone. Mentre in India per tessere a adeguate alle nuove macchine utensili mano 100 libbre di cotone occorreva- (energia muscolare dell’uomo e degli no oltre 100.000 ore di lavoro, in Gran animali). Altro fattore decisivo fu l’ab- Bretagna con le nuove macchine erano bondantissima ricchezza di giacimenti sufficienti circa 135 ore, il che aumen- di carbone in Inghilterra: la macchina a tava anche la competitività. L’aumen- vapore consentiva di produrre energia to della produzione di tessuti stimolò di una intensità e di una concentrazio- lo sviluppo dell’industria chimica, per ne senza precedenti. Con l’adozione rendere competitive le fasi di candeg- del vapore la richiesta di ferro e di leghe giatura, tintura e stampa. Ben presto adeguate subì un rapido incremento. l’industria chimica divenne fondamen- All’inizio del XVIII secolo, un progresso tale per tutti i rami della produzione, decisivo nel campo della siderurgia, sia industriale, sia agricola. ancora nella sua fase preindustriale, Lo sviluppo industriale richiese quan- era stato conseguito da Abraham Dar- tità sempre maggiori di energia, ben by, che per la lavorazione dei minerali superiori a quelle fornite dalla mano ferrosi aveva iniziato ad usare, anziché dell’uomo. La ricerca mirò quindi alla il carbone di legna, il coke, ossia l’an- realizzazione di motori adeguati. James tracite distillata a secco per eliminarne Watt (1736-1819) modificò la macchina le sostanze che avrebbero inquinato i a vapore, ottenendo un rendimento processi di fusione. Senza tale inno- ben quattro volte superiore a quello vazione, la siderurgia avrebbe presto delle precedenti vaporiere (1787). Nel- incontrato «i limiti dello sviluppo», per- l’arco del XIX secolo, la macchina a va- ché l’uso tradizionale del carbone di le- pore finì per affermarsi definitivamente gna avrebbe in breve tempo compor- anche in altri rami della filiera produt- tato la distruzione delle foreste. Poiché tiva (ad esempio, nei trasporti terrestri la combustione del coke negli altiforni 31 doveva essere ravvivata da correnti La rivoluzione industriale comportò un d’aria assai più intense di quelle otteni- generale stravolgimento delle strut- bili dai vecchi mantici azionati dai muli- ture sociali dell’epoca, attraverso una ni, fu necessario utilizzare a questo sco- impressionante accelerazione di muta- po proprio la macchina a vapore, che menti che portò nel giro di pochi de- quindi trovò la sua prima applicazione cenni alla trasformazione radicale delle in una fonderia. Tra il 1783 e il 1784 abitudini di vita, dei rapporti fra le classi Henry Cort introdusse nella siderurgia sociali, e anche dell’aspetto delle città, la laminazione e il puddellaggio. Que- soprattutto le più grandi. st’ultimo consisteva nella purificazione Fu infatti prevalentemente nei centri dei minerali ferrosi mediante rimesco- urbani, specie se industriali, che si av- lamento ad altissime temperature in vertirono maggiormente i mutamen- presenza di sostanze ossidanti. La la- ti sociali, con la repentina crescita di minazione purificava ulteriormente il grandi sobborghi a ridosso delle città, ferro e lo sagomava secondo le forme nei quali si ammassava il sottoproleta- richieste, facendolo passare a forza at- riato che dalle campagne cercava lavo- traverso i rulli di un laminatoio, che so- ro nelle fabbriche cittadine. stituiva il vecchio metodo di percussio- Si trattava per lo più di quartieri mal- ne sotto maglio e accorciava i tempi di sani e malfamati, in cui le condizioni ben quindici volte. Per ottenere barre, di vita per decenni rimasero spesso al rotaie o travi bastava modificare la for- limite della vivibilità. ma dei rulli. Processi analoghi a quelli Una simile situazione, sia pure con di- svoltisi in Inghilterra fra il XVIII e il XIX verse varianti e aspetti peculiari a se- secolo si riprodussero in tutti i paesi nei conda dell’epoca e dei Paesi industriali, quali la rivoluzione industriale si affer- si è protratta fino a tempi più recenti, mò. Però, mentre in Inghilterra la rivo- e ha dato spunto per una vasta lette- luzione industriale era stata il risultato ratura, politica, sociologica, ma anche di iniziative private non inquadrate in narrativa. alcun piano o programma, altrove l’in- 32 tervento statale ebbe una parte più o L’espansione demografica di certe città meno grande. a seguito della Rivoluzione Industriale Impatto sociale dell’industrializzazione (scoppiata in Inghilterra alla metà del ‘700 e diffusasi in America e nel resto striale i cui scopi erano garantire miglio- dell’Europa nell’arco di un secolo) com- ri condizioni di vita agli operai e legarli portò l’ideazione di nuovi assetti abita- strettamente alla figura del borghese tivi destinati ad ospitare la classe prole- proprietario della fabbrica. La tipologia taria impiegata nelle fabbriche. Infatti il abitativa comune a queste realtà era problema della mancanza di abitazioni una casa singola con orto e giardino. a buon mercato per le classi umili aveva Solitamente ogni classe sociale era ri- generato problemi di sovraffollamento gorosamente divisa dalle altre. Tutte le e precarietà abitativa: alcuni quartieri strutture, anche le scuole e gli istituti cittadini versavano in condizioni igieni- assistenziali, dipendevano dall’inter- che pericolose e insostenibili. Nella pri- vento del proprietario della fabbrica, ma fase di industrializzazione si andò che solitamente viveva all’interno di profilando la corrente di pensiero del questi villaggi: il controllo che l’indu- socialismo utopistico: fautori di questa striale riusciva a imporre ai suoi ope- filosofia furono Saint Simon, Fourier e rai era molto forte. In Italia il Fascismo Owen che basarono i propri progetti avrebbe adottato questa forma di con- su realizzazioni comunitarie e coope- trollo sociale, dando vita ad una nuova rativistiche. Il risultato più importante cultura paternalistica, il cui centro foca- ottenuto in questa prima fase fu la co- le sarebbe stato individuato nell’Ope- struzione del villaggio di New Lanark, ra Nazionale Dopolavoro, che di fatto in Scozia, ad opera di Robert Owen. gestiva il tempo libero dei lavoratori. In L’attività di fabbrica era accompagnata generale però il modello del villaggio da una produzione agricola che mirava operaio entrò in crisi all’inizio del ‘900 al sostentamento della comunità. Inol- quando rivendicazioni e scontri sociali tre, una serie di riforme di carattere so- cominciarono a sconvolgerlo: si assi- ciale e la punizione di comportamenti stette al ritorno del modello della città irresponsabili garantirono il successo industriale con interi quartieri adibiti a dell’esperimento. Il modello di New “dormitori” per la classe operaia, quar- Lanark fu ripreso, infatti, da alcuni in- tieri che crescevano in modo estrema- dustriali nella seconda metà dell’Otto- mente disordinato perché privi di una cento, quando la corrente di pensiero progettazione urbanistica adeguata. I dominante era il paternalismo indu- villaggi industriali e le abitazioni tipo 33 per le classi meno abbienti erano dive- dalla campagna, una grande impor- nuti, alla metà del XIX secolo, oggetto tanza ebbero gli industriali che dettero di studio e interesse per l’intera socie- il via alla costruzione di interi quartieri tà. Le Esposizioni Universali di Londra operai, di cui molto spesso riuscirono (1851) e Parigi (1867) non mancarono ad ottenere un controllo capillare. Due di proporre soluzioni. Si vennero così leggi (1902 e 1908) sancirono la nasci- a codificare le caratteristiche essenzia- ta dell’Istituto Autonomo delle Case li ad un’abitazione operaia: vicinanza Popolari e, tra il 1904 e il 1920, vide la alla fabbrica, affitto adeguato, indi- luce la maggior parte dei quartieri po- pendenza rispetto ad altre abitazioni, polari nelle città italiane. Fu adottata la presenza di uno spazio verde (orto e/o tipologia dell’isolato a blocco chiuso. I giardino), di una cucina e una latrina quartieri operai delle città italiane eb- interna. Solitamente questi villaggi in- bero notevoli differenze con i villaggi dustriali erano costruiti nelle vicinanze industriali e la qualità della vita era più della fabbrica (in aperta campagna o bassa: le abitazioni erano di tipo inten- in zone suburbane) e col tempo veni- sivo, multifamiliari ed il rapporto con la vano dotati di tutte le strutture sociali terra (mancanza di orto e/o giardino) necessarie per migliorare le condizioni era inesistente. Tra i villaggi industriali di vita degli abitanti e, di conseguenza, italiani si possono citare quello di Lar- migliorare la produttività della fabbri- derello, Nuova Schio, Crespi d’Adda, ca stessa. L’indipendenza del villaggio Dalmine, Rosignano Solvay. industriale rispetto alla città garantiva una minore infiltrazione di idee politiche e sindacali che turbassero la “quiete” che era venuta a crearsi. In Italia la Rivoluzione Industriale approdò tardi, tra il XIX e il XX secolo: il sovraffollamento e il degrado igienico delle città furono tamponati con la costruzione di case popolari. A fronte della incapacità di alcune amministrazioni locali di arginare la massiccia immigrazione 34 4° LEZIONE: 2 unità Arte e urbanistica a Crespi d’Adda (docente di Storia delle Arti Visive) La realtà di Crespi d’Adda viene ripresa in questa lezione, ma con particolare interesse per l’aspetto artistico – architettonico. L’insegnante farà riflettere gli alunni sull’aspetto relativo all’urbanistica e sottolineerà il valore di vita qualitativo di questo Villaggio Operaio. Lo stabilimento ed il villaggio di Crespi furono inaugurate le case condominia- d’Adda furono fondati dal comm. Cri- li che il Crespi aveva fatto costruire per stoforo Benigno Crespi nel 1878. alloggiare le maestranze che aveva im- Proveniente da una famiglia di tengitt portato da altri suoi stabilimenti. (tintori) di Busto Arsizio (Va), Cristoforo Il complesso industriale andò sempre Crespi, già proprietario di tre complessi più perfezionandosi con il passare de- industriali (Vaprio d’Adda, 1864 – Vige- gli anni, in special modo sotto la dire- vano, 1867 – Ghemme, 1870), pensò di zione del figlio del fondatore: il sen. insediare un nuovo stabilimento lungo Silvio Benigno Crespi. le rive dell’Adda, nella punta meridio- All’inizio del 1900, il complesso indu- nale dell’”Isola Bergamasca”, al fine di striale contava un reparto di filatura ca- sfruttare l’acqua come forza motrice. pace di trentamila fusi, uno di tessitura Infatti nel 1877, dopo aver acquistato con trecento telai ed uno di tintoria per 85 ettari di terreno nel territorio del il finissaggio dei tessuti (allora assai comune di Canonica d’Adda e di Ca- richiesti ed apprezzati sia sul mercato priate d’Adda, ottenne la concessione nazionale sia su quello internazionale). a costruire un canale che convogliasse In quel periodo si sviluppò ulterior- parte delle acque del fiume all’interno mente il villaggio operaio attorno alla della centrale (idromeccanica e, solo fabbrica: fu abbandonata la tipologia successivamente, idroelettrica). di casa plurifamiliare a “caserma” e si Il complesso industriale, con i primi die- adottò la nuova tipologia di casette cimila fusi di filatura, iniziò la sua attivi- bifamiliari, circondate da un giardino e tà il 25 luglio 1878. Poco tempo dopo dall’orto. 35 La scelta di questa nuova tipologia comunità: scuola, chiesa, campo spor- abitativa fu operata da Silvio Crespi in tivo, bagni e docce pubbliche, lavatoio, seguito alla sua esperienza lavorativa piccolo ospedale, scuola di economia in Francia, Germania e soprattutto In- domestica, corpo bandistico e dei vigi- ghilterra, dove aveva constatato i disa- li del fuoco, negozio per la vendita dei gi sostenuti dagli operai che vivevano generi alimentari e vestiario, bar-dopo- in case plurifamiliari (disturbo, scarsa lavoro. igiene, facile diffusione di malattie, cat- 36 tivi rapporti di vicinato). Apprezzabile, innanzitutto, la capacità Egli riteneva, infatti, che il più impor- progettuale manifestata nell’inserire il tante compito di un imprenditore pre- nuovo contesto industriale nel territo- vidente fosse quello di migliorare le rio, coniugando una perfetta raziona- condizioni di vita e di lavoro dei propri lità con il grande rispetto della morfo- operai. logia dell’ambiente naturale. L’armonia In questo modo gli operai si recano in dell’insieme, poi, appare tanto più sor- fabbrica senza problemi, curano il pro- prendente se si pensa che venne realiz- prio lavoro, rendono di più ed evitano zato in anni diversi, con uno sviluppo anche gli infortuni, spesso causati dalla durato quasi cinquant’anni. stanchezza o dalla disattenzione. Una strada, orientata da nord a sud, Quindi, se da un lato Silvio Crespi cerca- che scende da Capriate parallela so- va di evitare disagi ai propri dipendenti, stanzialmente al corso del fiume Adda, dall’altro cercava anche il proprio inte- divide il settore produttivo dal settore resse. Sapeva infatti che, permettendo abitativo. Su questa arteria s’inserisco- agli operai di lavorare in condizioni no, con linee ortogonali, tutte le altre favorevoli e di serenità, la produzione strade. Il piano urbanistico generale, ne avrebbe ricavato solo dei vantaggi, reintegrato dagli architetti Pirovano e sarebbe stata più redditizia, si sarebbe Carulli a distanza di un trentennio dagli evitato l’assenteismo e soprattutto non inizi, prevedeva un piazzale in prospet- ci sarebbero state problemi all’interno to all’ingresso principale del cotonifi- della fabbrica. Rispettando questo suo cio: su esso convergevano perpendi- pensiero, Silvio decise di dotare il vil- colarmente le nuove vie (tracciate ma laggio di tutti i servizi necessari alla sua rimaste purtroppo inerti) dirette al progettato nuovo polo della vitalità so- d’origine dei Crespi. Le altre costruzio- ciale. A fronte della validità concettuale ni sono tutte di gusto neomedioevale, del disegno ideale, che riscrive sul ter- con preziose decorazioni in cotto, care ritorio essenzialità di linee progettuali, al romanticismo lombardo, e finiture in fa riscontro una piacevole meticolosità ferro battuto. Neomedioevale anche d’inventiva, persino quasi ossessiva, l’opificio, che esprime la massima ce- nella decorazione e nei dettagli realiz- lebrazione dell’industria nell’ingresso zativi di ogni edificio, tanto più rimar- centrale, tra le fastose palazzine degli chevoli quanto più prossimi al padrone uffici dirigenziali. e all’azienda. Il cimitero, di gusto esotico e di stile L’aspetto urbanistico del villaggio è eclettico, è monumento nazionale: al straordinario. La fabbrica è situata lun- suo interno la cappella Crespi, una tor- go il fiume; accanto il castello della fa- re-piramide di ceppo e cemento de- miglia Crespi, simbolo del suo potere e corata si erge ad abbracciare le tombe monito per chi vi giunge da fuori. operaie, piccole croci disposte ordinate Le case operaie, di ispirazione inglese, nel prato all’inglese. sono allineate ordinatamente a est del- Vi sono alcuni accorgimenti costanti l’opificio lungo strade parallele; a sud che danno alla borgata una caratteriz- vi è un gruppo di ville più tarde per gli zazione particolare sotto il profilo de- impiegati e, incantevoli, per i dirigenti. corativo: l’uso del mattone a vista per il Le case del medico e del prete vigilano disegno dei contorni delle finestre dei dall’alto sul villaggio, mentre la chiesa capannoni dello stabilimento e delle e la scuola, affiancate, fronteggiano la abitazioni; l’elegante gioco della dicro- fabbrica. Da notare la presenza e l’im- mia fra l’intonaco chiaro ed il rosso del portanza dell’opificio le sue altissime laterizio; la copertura degli edifici con ciminiere e i suoi capannoni che si ri- tetti poco spioventi e tegole marsiglie- petono in un’affascinante prospettiva si rosse; le tubature del convoglio delle lungo la via principale. acque piovane a vista: elementi signi- La villa padronale ripropone lo sti- ficativi spiccati soprattutto quando gli le medioevale trecentesco mentre la edifici erano di colore bianco perlaceo. chiesa è copia esatta della rinascimen- Gli stessi capannoni dello stabilimento tale S.Maria di Busto Arsizio, paese sono ingentiliti da finestrelle orbicolari 37 cieche, con ghiera stellata ad otto pun- Di questo periodo storico è anche l’idea te, mentre le finte porte verticali neo- di sostituire la denominazione del luo- gotiche sono impreziosite da rosoni go in “Tessilia” (nome di pretta marca in cotto incastonati nei contorni delle fascista, come Littoria, Aprilia, Sabau- stesse. Tali elementi in cotto a vista un dia, Pontinia). tempo erano comuni anche a tutte le case operaie, ma vennero eliminati tra il 1939 e il 1942 in epoca fascista. Se da una parte le case operaie furono dotate di servizi igienici con la conseguente eliminazione delle latrine, dall’altra vennero eliminate le decorazioni in cotto e il marcapiano che caratterizzava le casette, e tinteggiate in rosso o in verde. Anche la scuola, e in particolare la cimasa con la caratteristica “stella” a mattoni a vista, venne rimodernata nell’attuale aspetto lineare e meno elegante. Pianta del Villaggio di Crespi d’Adda nella seconda metà del XIX ciclo. 38 Pianta del Villaggio di Crespi d’Adda nella seconda metà del XIX ciclo. Pianta del Villaggio di Crespi d’Adda, situazione attuale. 39 Ingresso Opificio Casette operaie 40 Capannoni Fiume Adda 41 5° LEZIONE: 1 giorno Visita consapevole a Crespi d’Adda (BG) (docenti di Tecnica Fotografica e Comunicazione Progettazione Visiva) La visita didattica al Villaggio di Crespi d’Adda si avvale di due significativi momenti: visita guidata e pomeriggio per realizzazione fotografie. Gli alunni arriveranno al Villaggio in mattinata. Il viaggio in corriera sarà il momento in cui verranno ripassati, in maniera libera e giocosa, i concetti e le nozioni fino a qui acquisiti. L’insegnante di Tecnica Fotografica assegnerà il seguente compito: “Realizzazione di fotografie con soggetti simmetrici”. Va oltremodo ricordata l’importanza del fattore luce, mentre in un secondo momento si affronterà la questione legata agli obiettivi fotografici. Ogni studente è dotato di una macchina fotografica propria, e l’esercizio assegnato deve essere svolto da tutti. Alcuni discenti saranno dotati di macchine fotografiche con rullini in B/N. La realizzazione di fotografie con queste caratteristiche risulterà complessa in quanto bisognerà isolare degli elementi dal contesto. Sarà quindi probabile avere soggetti simmetrici ma fotografie asimmetriche, perché forte sarà il coinvolgimento emotivo degli alunni. ORE 9: arrivo ed incontro con guida e visita del Villaggio (guida turistica Sig.ra Annamaria Previtali). Durante la visita guidata gli studenti sono liberi di scattare fotografie relative all’esercizio assegnato dal docente di Tecnica Fotografica, ma anche riprese libere. ORE 12: pranzo. ORE 14: prima raccolta di idee e pensieri in merito con i docenti accompagnatori. Pomeriggio libero per realizzare l’esercizio fotografico assegnato dal docente di Tecnica Fotografica. ORE 17: ritrovo presso il piazzale della Chiesa e partenza. 42 6° LEZIONE: 10 unità LABORATORIO: analisi delle fotografie realizzate e stampa di quelle più significative (docente di Tecnica Fotografica) La classe sarà divisa in 5 gruppi da 4 persone. Ogni gruppo dovrà sviluppare e stampare le immagini maggiormente significative, riferite all’esercizio assegnato, realizzate durante l’uscita didattica. Anche se ormai la fotografia digitale sta soppiantando quella analogica, è comunque altamente formativo che gli studenti conoscano l’ambiente della camera oscura e sia in grado di utilizzare gli strumenti ad essa collegati. Mentre i gruppi si alterneranno in camera oscura, il resto della classe analizzerà gli scatti realizzati con le personali macchine fotografiche digitali degli alunni. Esempio di comparazione tra inquadratura composizione simmetrica corretta e non correttamente eseguita. 43 Esempio di comparazione tra inquadratura/ composizione simmetrica corretta e non correttamente eseguita. ATTENZIONE: in entrambe non si è tenuto conto dell’ombra che in questo caso diviene errore compositivo con valenza asimmetrica. 44 7° LEZIONE: 6 unità LABORATORIO: realizzazione rappresentazione elettronica relativa alla simmetria (docenti di Tecnica Fotografica e Comunicazione Progettazione Visiva) Il progetto didattico qui proposto si conclude con la realizzazione di una rappresentazione elettronica che riassuma una riflessione sulle fotografie realizzate, sulla difficoltà incontrate ed anche sul valore etico legato alla realtà singolare di Crespi d’Adda. Per fare questo vi saranno delle ore in compresenza tra i due docenti che guideranno, attraverso il brainstorming, la classe per far emergere riflessioni e considerazioni. Tale lavoro implica collaborazione tra gli studenti, e quindi porta ad una maturità relazionale e organizzativa. Rappresentazione elettronica (power point) realizzata. (ALLEGATI) 45 GRIGLIA VALUTATIVA CORRISPONDENZA VOTO - GIUDIZIO VOTO 46 GIUDIZIO 1-2 NULLO Rifiuto sistematico del dialogo educativo, dello studio e delle verifiche. 3 SCARSO Non possiede alcun contenuto minimo o elabora prove dal contenuto estremamente povero e privo di connessione logica. La grafia è caratterizzata da segno decisamente impreciso, “sporco”, non conosce l’uso degli strumenti e non si fa apprezzare per la consapevole scelta della grafite idonea, Non riesce a portare mai a termine un lavoro. 4 GRAVEMENTE INSUFFICIENTE Dimostra ampie lacune nei contenuti minimi, presenta lavori mal impostati, stentati, disordinati. Le sue tavole sono povere di contenuto e/o gravemente scorrette nella forma. Mantiene resistenze di carattere concettuale e grafico. 5 INSUFFICIENTE Possiede solo contenuti minimi che definisce, però, in modo approssimativo ed impreciso; le tavole sono eseguite in modo non del tutto corretto e ordinato. Evidenzia larghissimi, potenziali, margini di miglioramento ma ha ancora delle resistenze di carattere grafico e concettuale. 6 SUFFICIENTE Possiede i contenuti minimi e li rappresenta in modo abbastanza corretto. Elabora tavole dal contenuto sufficiente e dalla forma sostanzialmente corretta. Possiede un metodo di studio sufficiente (ha imparato ad abbinare la teoria e la pratica) ma è ancora insicuro sulla sua qualità. Interagisce positivamente con gli altri. 7 DISCRETO Dimostra padronanza dei contenuti minimi. Realizza le tavole correttamente, in modo ordinato ed appropriato, coerente e disinvolto. Possiede un metodo di studio senz’altro più che sufficiente, autonomo. 8 BUONO Possiede, ovviamente, sia i contenuti minimi sia qualcosa di ben più solido e specifico e realizza prove caratterizzate da una grafica personale e riesce sempre a sapere i concetti base della teoria con coerenza e intuizione. Dimostra capacità di analisi e sintesi. Elabora prove che si apprezzano per qualità dei contenuti, buona analisi delle problematiche esposte che gli permettono di giungere a risultati apprezzabili. 9 OTTIMO Possiede tutto quanto già espresso sopra ma dimostra, inoltre, di avere anche la furbizia e astuzia geometrica tanto da permettersi percorsi risolutivi personali, originali. Sa spiegare le procedure geometrico-proiettive utilizzando il linguaggio specifico, in modo elegante, preciso, personale. Elabora prove perfette sotto l’aspetto grafico-contenutistico. BIBLIOGRAFIA per DOCENTI ARNHEIM RUDOLF, Arte e percezione visiva, Feltrinelli, Milano, 1989. BENEVOLO LEONARDO, La città industriale, Laterza, Bari, 1992. CRICCO GIORGIO, DI TEODORO F. PAOLO, Itinerario nell’arte (edizione verde), Zanichelli, Bologna, 2003. FERRARA MARIO, FotograFare – Tecnica e cultura fotografica, Clitt, Cerbara di Città di Castello (PG), 2002. GENTILE Gianni, RONGA Luigi, Storia & Geostoria – Dalla metà del Seicento alla fine dell’Ottocento, Editrice La Scuola, Brescia, 2005. GUADAGNINI WALTER, Quarc – Quaderni di arte e comunicazione - Fotografia, Bologna, Zanichelli, 2000. LANGFORD M.J., Trattato di fotografia moderna, Il Castello, Milano, 1985. MARCOLLI ATTILIO, Teoria del campo, Santoni, Firenze, 1986. MENCARELLI SILVIO, Manuale di fotografia, Edup, Roma, 2007. PIERONI AUGUSTO, Leggere la fotografia, Edup, Roma, 2007. TORNAGHI ELENA, Il linguaggio dell’arte, Loescher, Torino, 2001. WEBER ERNEST A., La foto: Come si compongono e giudicano le fotografie, Capanna, Roma, 1981. BIBLIOGRAFIA per ALUNNI CRICCO GIORGIO, DI TEODORO F. PAOLO, Itinerario nell’arte (edizione verde), Zanichelli, Bologna, 2003. GENTILE Gianni, RONGA Luigi, Storia & Geostoria – Dalla metà del Seicento alla fine dell’Ottocento, Editrice La Scuola, Brescia, 2005. GUADAGNINI WALTER, Quarc – Quaderni di arte e comunicazione - Fotografia, Bologna, Zanichelli, 2000. Riviste fotografiche: ZOOM e affini. TORNAGHI ELENA, Il linguaggio dell’arte, Loescher, 1996. SITOGRAFIA www.abc-fotografia.com www.url.it/ambienti/foto/indice.htm 47 Allegati ABSTRACT LEZIONE SULLA LUCE DEL PRIMO ANNO LA LUCE Cos’è la luce? Per un fisico la luce è una forma di energia radiante; e quella visibile all’occhio umano è formata da una serie di lunghezze d’onda, ognuna con un proprio colore, che insieme producono quella che per noi è la luce bianca. Le radiazioni visibili sono una piccolissima parte di quello che viene chiamato spettro elettromagnetico che va dalle onde radio ai raggi cosmici, compresi raggi gamma, X, ultravioletti, infrarossi, etc. La luce è per il fotografo l’elemento primo ed indispensabile per produrre un’ immagine. E’ la luce che ci permette di vedere gli oggetti, di dargli una forma e soprattutto il colore. E’ la luce che crea le atmosfere, caratterizza i luoghi, da sensazioni. Quello che per il momento è importante sapere, per un uso corretto della luce in fotografia, sono: • I tipi di illuminazione • La temperatura della luce • Tipi di luce nella giornata Per comprendere meglio i punti che seguiranno sarà utile chiarire due elementi che ritroveremo spesso, ovvero l’intensità della luce ed il contrasto. L’intensità è la quantità di luce che illumina il soggetto, questa varia in rapporto alla sua vicinanza e grandezza (intesa come fascio di luce). L’intensità della luce che raggiunge un soggetto aumenta man mano che si avvicina (per l’esattezza raddoppia al dimezzarsi della distanza), oppure diminuisce se il fascio di luce viene allargato. Il contrasto di illuminazione è dato dalla differenza tra la luce ricevuta dalle zone più illuminate del soggetto e le zone in ombra più profonda. Quindi un’immagine molto contrastata è caratterizzata da grosse differenze di illuminazione. 48 I tipi di illuminazione La luce per il fotografo è l’equivalente del pennello per un pittore, il corretto uso e la conoscenza degli effetti che provoca sono l’elemento necessario affinché l’immagine possa effettivamente rappresentare gli intenti del fotografo. Passiamo adesso ad analizzare la luce secondo il tipo di luce e la posizione della luce. Tipi di luce Secondo il tipo di luce possiamo distinguere per prima cosa tra luce artificiale e naturale; la prima è quella delle lampade ed altre fonti create dall’uomo, la seconda quella del sole, inoltre in base alla sua intensità può anche essere spot o diffusa. La luce di tipo spot (o luce “dura”) è una luce intensa e concentrata, che permette di illuminare zone ristrette del soggetto, creando così forti contrasti. Un esempio di luce spot, oltre quella delle lampade così chiamate, può essere il classico raggio di sole che entra in una casa da una piccola finestra. La luce diffusa, al contrario, diminuisce il contrasto generale dell’immagine, eliminando parte dei difetti delle superfici illuminate. Esempi possono essere le luci di una stanza proiettate contro il soffitto od una parete, le lampade con strutture per diffondere la luce, o in esterni le giornate con cielo coperto e le situazioni in cui il soggetto è in ombra. In questi esempi possiamo notare che tranne per le lampade a luce diffusa, in tutti gli altri casi si fa riferimento alla luce riflessa, che forse è il tipo di luce diffusa più comune. La luce riflessa è un tipo di luce indiretta, generalmente morbida e caratterizzata dalla tonalità di colore dell’elemento che la riflette; per es.: una persona all’ombra di un’albero su di un prato risulterà leggermente verde per effetto della luce riflessa da quest’ultimo. 49 Posizione della luce La posizione della luce rispetto al soggetto e la macchina da presa è fondamentalmente di tre tipi : frontale, radente e posteriore. La luce frontale rispetto al soggetto, ed in linea con la macchina fotografica, crea un’illuminazione senza ombre ed appiattisce il soggetto. Con la luce frontale occorre stare attenti agli effetti che possono crearsi con materiali lucidi o riflettenti. La luce radente produce ombra e mette in evidenza la “trama” del soggetto, fa risaltare le sporgenze che ne delineeranno meglio le forme, permettendo così di avere più informazioni. Inoltre le ombre marcate che vengono a crearsi daranno un tono più drammatico e personale all’immagine. La luce posteriore (controluce), è quella che illumina il soggetto da dietro e frontalmente rispetto la macchina fotografica; è probabilmente il tipo di illuminazione più difficile da usare, ma anche quella più creativa e particolare. La difficoltà d’uso sta nell’eccessivo contrasto che crea, tale da non permettere di riuscire (a meno di schiarite) ad esporre correttamente sia le parti chiare che quelle scure; in questi casi il fotografo deve scegliere cosa privilegiare ed inoltre gli obiettivi non buoni possono creare aloni e riflessi non sempre prevedibili. LUCE FRONTALE LUCE LATERALE CONTROLUCE Esempi di posizione della luce rispetto alla macchina da presa 50 La temperatura della luce Abbiamo detto che la luce del sole è dominante arancione (in quanto la composta da una serie di colori, che sua temperatura è di circa 2800°). Noi insieme danno la luce bianca, quello generalmente non ci facciamo caso in che non avevamo visto è che il colo- quanto il nostro occhio (più precisa- re degli oggetti in realtà non esiste, o mente la nostra mente), si adatta auto- meglio che il loro colore è dato dall’as- maticamente alla luce ed attribuisce i sorbimento e dalla riflessione dei colori colori memorizzati alle cose conosciu- di cui è composta la luce. Sono quindi te. Siamo quindi in grado di valutare le lunghezze d’onda (colori della luce) ugualmente se l’oggetto che vediamo riflesse dall’oggetto a dare all’occhio la è di un colore od un altro. Le pellicole sensazione del colore. sono tarate per un particolare tipo di Il termine “Temperatura colore” indica illuminazione che, il più delle volte, è la relazione che esiste tra la temperatu- quella naturale (il sole a cielo sereno a ra (espressa in gradi Kelvin) di un corpo mezzogiorno). Per mantenere i colori incandescente (il sole, la lampadina, la naturali occorrerà, con luce artificiale candela) ed il colore di luce che emette. filtrare (ne parleremo nei filtri) la luce Se riscaldiamo un oggetto di metallo il che arriva sulla pellicola correggendo suo colore passerà dal grigio al rosso le varie dominanti od usare una pellico- per diventare, man mano che aumenta la corretta per quel tipo di luce. Segue la temperatura, arancione, bianco ed una tabella con le temperature colore infine azzurro; il colore emesso dipen- di vari tipi di sorgenti luminose, che ci derà dalla temperatura che raggiunge sarà utile per determinare la filtratura . Questo fa si che la luce di una lampa- necessaria ad adattare la pellicola per dina illumini gli oggetti con una forte una resa fedele del colore. Fonte luminosa Temp.colore in gradi Kelvin Fiamma di candela 1500 Lampadina incandescenza 40W 2750 Lampadina incandescenza 60W 2800 Lampadina incandescenza 100W 2850 51 Fonte luminosa Temp.colore in gradi Kelvin Lampade fotografiche o al quarzo 3200-3400 Sole mattino e tramonto 5000-5500 Cielo completamente coperto 6000-6800 Cielo velato 6800-7000 Soggetto in ombra con cielo azzurro 10.000-12.000 Tabella delle temperature colore in gradi Kelvin nelle situazioni più comuni Tipi di luce nella giornata Fino a questo punto sono state prese in considerazione situazioni generiche e teoriche di luce, nell’arco di una giornata troviamo quasi tutte le forme di illuminazione viste e questo caratterizzerà fortemente le immagini che verranno realizzate. Alba e tramonto La luce è radente e non molto forte , le ombre lunghe, è ricca di dominati (azzurro all’alba, arancione al tramonto). La luce dell’alba e sempre più limpida (c’è meno pulviscolo nell’aria). Mattina - Primo pomeriggio In una giornata serena la luce è molto forte, crea grossi contrasti. Dipende dalle esigenze, ma in genere è preferibile evitare di scattare in queste ore Cielo velato Luce abbastanza diffusa, ombre presenti ma non marcate, contrasto generale ottimo per la fotografia a colori. Può dare foto piatte ,sopratutto in B/N, le ombre non hanno particolari dominanti cromatiche. Cielo coperto La luce è diffusa, mancano completamente le ombre. Può essere utile per fotografare soggetti molto contrastati o ricchi di dettagli, manca completamente di tridimensionalità. Le ombre tendono all’azzurro. Nuvole sparse E’ probabilmente il tipo di illuminazione migliore per l’equilibrio dei colori, se le nubi sono molte i raggi di sole che filtrano attraverso creano delle situazioni molto particolari ed interessanti. 52 STUDIO DI LUCE REALIZZATI IN LABORATORIO Controluce Luce dall’alto dura Luce dall’alto morbida 53 Luce frontale Luce radente Luce laterale 54 ESEMPIO DI SCHEDA DIDATTICA PER ANALISI CRITICA LA SIMMETRIA Si ha una simmetria quando vi è ripetizione di elementi figurativi uguali sotto forma di allineamenti, di rotazioni o di disposizioni speculari. Le immagini simmetriche sono rigide, chiare, riposanti e facilmente comprensibili. Perciò, in certe occasioni, possono anche sembrare noiosi. Figura-sfondo e contrasto Informazione e analogie A causa dell’allineamento e della ripetizione plurima di elementi figurativi uguali, non è molto chiaro il rapporto figura-sfondo. Si può tuttavia considerare come figura il viale, tutto il resto è sfondo. Nella ripartizione del contrasto predominano le tonalità grigie e scure. La fotografia ci mostra un viale nel parco del castello di Charlottemburg, a Berlino. La simmetria pressoché speculare della fila degli alberi ci fa pensare alla ripetizione del soggetto alla destra ed alla sinistra di un immaginario asse verticale Illuminazione e senso dello spazio La nebbiosa luce autunnale schiarisce la scena uniformemente, senza sottolineare alcunché. Solo il contrasto dei singoli oggetti riesce a differenziarne i diversi elementi figurativi. L’effetto di profondità viene reso dalla prospettiva ad altezza d’occhio, dalla differenza di struttura e dal taglio. L’effetto di simmetria sarebbe perfetto, se il cielo sul viale fosse coperto da un maggior numero di rami e avesse raggiunto la stessa tonalità di grigio del restante panorama. In questo caso c’è una certa contrapposizione tra i due punti più chiari della fotografia: le quattro finestre al centro e il buco chiaro del cielo. Andamento delle linee e formato La figura è dominata da nette diagonali, diagonali contrapposte e da linee verticali. I rami di forma irregolare vanno considerati come dettagli e non modificano la regolarità delle linee. L’impressione di simmetria di questa fotografia viene accentuata dal formato rettangolare. 55 RAPPRESENTAZIONE ELETTRONICA 56 RAPPRESENTAZIONE ELETTRONICA 57 RAPPRESENTAZIONE ELETTRONICA 58 RAPPRESENTAZIONE ELETTRONICA 59 RAPPRESENTAZIONE ELETTRONICA 60 RAPPRESENTAZIONE ELETTRONICA 61 RAPPRESENTAZIONE ELETTRONICA 62 RAPPRESENTAZIONE ELETTRONICA 63 RAPPRESENTAZIONE ELETTRONICA 64 VERIFICA TIPOLOGIA B (risposta breve) Gabriele Basilico, Milano, 1978 1. In questa fotografia si può parlare di simmetria? q Si q No Perchè: ____________________________________________________________ ___________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ 2. L’occhio umano potrebbe cogliere la stessa immagine? q Si q No Perché: ____________________________________________________________ ___________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ 3. Guardando questa fotografia ti viene in mente un’altra immagine, un oggetto, un fatto? q Si q No Scrivi quale o descrivilo/a: ______________________________________________ ___________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ 4. E’ determinante l’inquadratura in rapporto al soggetto? q Si q No Perché: ____________________________________________________________ ___________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ 65