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Lectio vangelo - Nuova evangelizzazione

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Lectio vangelo - Nuova evangelizzazione
Matteo 14, 22-33
Gesù cammina sulle acque e Pietro con lui
22 (Dopo che la folla ebbe mangiato), subito Gesù costrinse i
discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non
avesse congedato la folla. 23 Congedata la folla, sali sul monte, in
disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. 24
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle
onde: il vento infatti era contrario. 25 Sul finire della notte egli andò
verso di loro camminando sul mare. 26 Vedendolo camminare sul
mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e
gridarono dalla paura. 27 Ma subito Gesù parlò loro dicendo:
«Coraggio, sono io, non abbiate paura!». 28 Pietro allora gli rispose:
«Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». 29
Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare
sulle acque e andò verso Gesù. 30 Ma, vedendo che il vento era forte,
s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». 31
E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede,
perché hai dubitato?». 32 Appena saliti sulla barca, il vento cessò. 33
Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo:
«Davvero tu sei Figlio di Dio!».
( Bibbia Cei : Versione 2008 )
LETTURA (=leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Matteo 14, 22-33
Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo
sull`altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul
monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca
intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento
contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I
discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «E` un fantasma» e
si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non
abbiate paura». Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle
acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare
sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s`impaurì e,
cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù stese la mano,
lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla
barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti,
esclamando: «Tu sei veramente il Figlio di Dio!»
( Bibbia Cei : Versione 1971 )
Esegesi
Il racconto di Gesù che cammina sopra le acque segue il miracolo della
moltiplicazione dei pani sia in Matteo che in Marco 6 e in Giovanni 6; in Luca invece manca
questo data della tradizione. Nel raccontare l’episodio Marco mette in rilievo la
manifestazione di Cristo davanti ai discepoli. Per Matteo invece in primo piano è la barca
squassata dalle onde e dal vento impetuoso; è troppo chiaro che si tratta della Chiesa.
DOPO CHE A EBBE MANGIATO ( 22 )
Quest’asserzione e il soggetto “Gesù” sono aggiunte liturgiche che non si
trovano nel Vangelo di Matteo.
SUBITO ORDINO’ (22 )
Il prodigioso sostentamento delle folle ha talmente esaltato l’immaginazione della
gente che vuole acclamare Gesù re, come attesta Giovanni ( Gv 6, 4-15 ) e Gesù è costretto
ad allontanare in fretta i discepoli, affinché non si lascino contagiare dalle stesse frenesie
politiche. Non è detto come Gesù intendesse allontanarsi anche lui; Giovanni dice che lascia
la folla prima dei discepoli ( 6, 15 ).
SULL’ALTRA SPONDA ( 22 )
Non s’intende necessariamente la riva opposta del lago; forse la traversata deve
essere stata da un lato all’altro di un’insenatura della stessa riva orientale del lago.
SALI’ SUL MONTE SOLO (23 )
Gesù passa la sera e la maggior parte della notte in preghiera “solo” sul monte. In
queste parole si percepisce qualcosa della sua solitudine. I Vangeli dicono abbastanza
spesso che egli si ritirava per pregare. Ciò indica di quale fonte egli vivesse: della vicinanza
con Dio, che lo sottraeva alla cerchia del suo prossimo. Per capire la sua missione bisogna
capire anche questo.
AGITATA DALLE ONDE ( 24 )
La barca dei discepoli è violentemente scossa. Tutto l’episodio che qui inizia
ricorda quello della tempesta sedata ( 8, 25-26 ). I due brani dimostrano lo stesso interesse
per Cristo salvatore della sua Chiesa e intendono offrire un importante insegnamento alla
comunità sull’importanza della fede.
CAMMINANDO SUL MARE ( 25 )
Nel momento del pericolo, sul far del mattino ( “quarta vigilia” = tra le tre e le
sei del mattino ).
Il cammino di Gesù sul mare, come il comando perentorio dato ai
venti nell’episodio di 8, 25-26 rievoca chiaramente il dominio di Javhé sulle acque ( cnf Sl
76, 20 Gb 8, 9-11 ). Il mare nella Bibbia rappresenta il mondo del caos, delle potenze
infernali, della morte ( Ap 20, 13; 21, 1 ). Camminare sul mare significa anche la vittoria
sulla morte, cioè la risurrezione di Cristo.
FURONO TURBATI (26 )
I discepoli sono in grado di percepire del fatto solo l’elemento che ha
dell’irreale. Anche l’apparizione improvvisa di Gesù risorto nel cenacolo provocherà nei
discepoli la stessa impressione ( Lc 24, 37-39 ).
SONO IO ( 27 )
L’autopresentazione ( egò eimi = sono io ) di Gesù non è solo una formula di
identificazione, ma un’espressione di rivelazione, riservata ad Javhé nell’AT ( cfr Is 43, 20;
46, 49; 51, 12 ) e nel Nuovo, specialmente in Giovanni, a Gesù.
NON ABBIATE PAURA (27 )
L’invito a non temere ricorre frequentemente nelle apparizioni sia nell’AT, che nel
NT ( cf Gn 15, 1; Dn 10, 12; Lc 1, 13 ).
CHE IO VENGA DA TE ( 28 )
Pietro rappresenta qui il discepolo credente, guidato da una fede incompleta.
Tuttavia Matteo gli dà già il nome di Pietro, che riceverà più tardi ( 16, 18 ). La posizione
dell’apostolo perciò è messo in evidenza, mediante questa scena in cui si getta nell’acqua per
andare incontro a Gesù. Il comportamento di Pietro (passare da una fede ardente al dubbio )
è proprio del suo temperamento, come risulterà nel racconto della passione.
UOMO DI POCA FEDE (30 )
L’episodio di Pietro che cammina sulle acque finché ha fede ed affonda quando la
sua fede vacilla è anche simbolico. Dice quanto possa il discepolo di Gesù, ma anche
come non sia esente da cadute. Il rimprovero di Gesù ( “ uomo di poca fede”) lo troviamo
varie volte in Matteo ( 6, 30; 8, 26; 16, 8 ; 17, 20 ), ed è un invito al lettore ad interrogarsi
seriamente sulla sua relazione con Dio.
SEI IL FIGLIO DI DIO (33 )
E’ la prima volta in Matteo che gli uomini rivolgono a Gesù una simile professione
di fede e anticipa la confessione di Pietro a Cesarea (16, 16 ).
MEDITAZIONE (=meditare con attenzione e ascoltare con amore)
GESU SUL MONTE
Egli è solito, d`altra parte, quando compie grandi miracoli, congedare le turbe e
anche i discepoli, per insegnarci a non cercare in nessun modo la gloria degli uomini e a
non trascinarsi dietro la folla. La parola che usa l`evangelista, «obbligò», indica il gran
desiderio che i discepoli avevano di stare in compagnia di Gesú. Gesú, dunque, li manda via
con il pretesto che egli deve congedare la moltitudine, ma in realtà è perché egli vuole
ritirarsi sul monte. Il Signore si comporta cosí per darci un nuovo ammaestramento: non
dobbiamo cioè star continuamente in mezzo alla folla, né dobbiamo d`altra parte fuggire
sempre la moltitudine; dobbiamo, invece, fare entrambe le cose con profitto, alternando l`una
cosa e l`altra secondo la necessità e l`opportunità. Perché Gesú sale sul monte? Per
insegnarci che il deserto e la solitudine sono propizi quando dobbiamo supplicare Dio. Per
questo infatti egli si ritira spesso in luoghi solitari e ivi passa le notti in preghiera,
inducendo cosí anche noi a cercare sia il tempo sia il luogo piú tranquillo per le nostre
orazioni. La solitudine infatti è la madre della quiete, è un porto tranquillo che ci mette al
riparo da ogni tumulto. Ecco perché Gesú sale sulla montagna. (Giovanni Crisostomo, In
Matth. 49, 3; 50, 1-2)
I DISCEPOLI DI GESU’ TRAVOLTI DAI FLUTTI
I discepoli di Gesù sono travolti dai flutti e devono sopportare una tempesta
violenta come la precedente. Allora, però, il Signore era con loro nella barca, mentre qui essi
sono soli e lontani dal Maestro. Egli vuole infatti condurli soavemente e farli progredire a
poco a poco verso esperienze piú grandi; in particolar modo desidera che sopportino
coraggiosamente tutto quanto accade loro. Quando stavano per correre il primo pericolo, egli
era presente anche se dormiva, e poteva offrir loro un immediato conforto e un sostegno.
Ora, invece, per abituarli a una maggiore pazienza non resta con loro, ma si apparta
permettendo che si scateni una grande tempesta in mezzo al mare, tanto che sembra non
esservi da nessuna parte speranza di salvezza. E li lascia per tutta la notte in balia delle onde,
desiderando, come io credo, risvegliare il loro cuore indurito. Questo infatti era l`effetto del
terrore, cui contribuiva, oltre la tempesta, anche la notte con la sua oscurità. In realtà il
Signore, oltre a questo acuto e profondo spavento, vuole eccitare nei suoi discepoli un piú
grande desiderio e un continuo ricordo di lui: perciò non si presenta immediatamente a
loro. "Alla quarta vigilia della notte egli se ne venne a loro, camminando sopra il mare"
(Mt 14,25): voleva abituarli a non cercar subito di essere liberati dalle difficoltà, ma a
sopportare gli avvenimenti con coraggio. (G. Crisostomo, In Matth. 49, 3);
LA FEDE E DUBBI DI PIETRO
"Ma Gesú subito rivolse loro la parola dicendo: "«Fatevi coraggio, sono io; non
abbiate paura!»" (Mt 14,27). Queste parole dissipano del tutto il loro timore e ridanno loro
fiducia……. Ma che fa ora Pietro, che è sempre ardente e va sempre avanti agli altri? Gli
rispose Pietro: "«Signore, se sei tu, comandami di venire a te sopra le acque» (Mt 14,28).
Non gli dice: prega, o supplica, ma «comandami». Vedete quale fervore? E che fede! …."Ed
egli rispose: «Vieni». E Pietro, disceso dalla barca, si mise a camminare sulle acque e giunse
presso Gesú. Ma, vedendo il vento gagliardo, ebbe paura. E cominciando ad affondare,
gridò: «Signore, salvami». E subito Gesú, stesa la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di
poca fede, perché hai dubitato?»" (Mt 14,29-31). …….Gettatosi, dunque, dalla barca, Pietro
andava verso Gesú, felice non tanto di camminare sopra le acque, quanto di andare verso di
lui. Ma, dopo aver compiuto quanto era piú difficile, l`apostolo cominciò ad essere
sopraffatto da un pericolo minore, dall`impeto cioè del vento, non dalla violenza del mare.
Cosí è la natura dell`uomo: spesso, dopo aver trionfato delle piú grandi prove, cade nelle piú
piccole. Quando ancora è scosso dal terrore della tempesta, ha il coraggio di gettarsi in
acqua, mentre, subito dopo, non può resistere al gagliardo assalto del vento, nonostante sia
vicino a Gesú. Non giova a nulla infatti esser vicini al Salvatore, se non gli siamo vicini con
la fede. Ma perché, in questo caso, il Signore non comanda ai venti di smettere di soffiare e
stende invece la mano per afferrare e sostenere Pietro? Perché c`era bisogno della sua fede.
Quando noi cessiamo di fare la nostra parte, anche Dio cessa di aiutarci. Per far capire quindi
al suo apostolo che non è l`impeto del vento, ma la scarsezza della sua fede a farlo
affondare, Gesú gli dice: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Se la sua fede non si
fosse indebolita, egli avrebbe facilmente resistito anche al vento. E la prova sta nel fatto che il
Signore, anche dopo aver preso Pietro per mano, lascia che il vento continui a soffiare con
tutta la sua forza, per manifestare che esso non potrebbe assolutamente nuocergli, qualora la
sua fede fosse salda. (Giovanni Crisostomo, In Matth. 49, 3; 50, 1-2)
SEGNO DELA VITA CRISTIANA
Se un giorno saremo alle prese con tentazioni inevitabili, ricordiamoci che Gesú
ci ha obbligati ad imbarcarci e che vuole che lo precediamo sulla sponda opposta (cf. Mt
14,22). Infatti, è impossibile a chi non ha sopportato la prova delle onde e del vento
contrario (cf. Mt 14,24) pervenire sulla riva opposta. Poi, quando verremo avvolti da
difficoltà numerose e penose, stanchi di navigare in mezzo ad esse con la povertà dei nostri
mezzi, pensiamo che la nostra barca è allora in mezzo al mare (cf. Mc 6,47), scossa dalle onde
che vorrebbero vederci "far naufragio nella fede" (1Tm 1,19) o in qualche altra virtù. Se
d`altro canto vediamo il soffio del maligno accanirsi contro i nostri sforzi, pensiamo che
allora il vento ci è contrario. Quando perciò, in mezzo a tali sofferenze, avremo resistito per
tre vigilie della notte oscura che regna nei momenti di tentazione, lottando del nostro meglio
e rimanendo vigilanti su di noi per evitare «il naufragio nella fede» o in un`altra
virtù….siamo certi allora che, venuta la quarta vigilia, "quando la notte sarà avanzata e già
il giorno si avvicina" (Rm 13,12), arriverà accanto a noi il Figlio di Dio, per renderci il
mare propizio, camminando sui suoi flutti. E quando vedremo apparirci il Logos, saremo
assaliti dal dubbio (cf.Mt 14,26) fino al momento in cui capiremo chiaramente che è il
Salvatore esiliatosi (cf. Mt 21,33; Mc 12,1; Lc 20,9) tra noi e, credendo ancora di vedere un
fantasma, pieni di paura, grideremo; ma lui ci parlerà tosto, dicendoci: "Abbiate fiducia,
sono io; non abbiate paura!" (Mt 14,26-27). A queste parole rassicuranti, ci sarà forse tra
noi, animato dal piú grande ardore, un Pietro in cammino "verso la perfezione" (Eb 6,1) senza che vi sia ancora pervenuto -,che scenderà dalla barca, nella coscienza di essere
sfuggito alla prova che lo scuoteva; dapprima, nel suo desiderio di andare davanti a Gesú, egli
camminerà sulle acque (cf. Mt 14,29), ma, essendo ancora la sua fede insufficiente e
permanendo lui stesso nel dubbio, vedrà la "forza del vento" (Mt 14,30), sarà colto dalla
paura e comincerà ad affondare; peraltro sfuggirà a tale sciagura, poiché invocherà Gesú a
gran voce, dicendo: "Signore, salvami!" (Mt 14,30). E, appena quest`altro Pietro avrà finito di
parlare, dicendo: «Signore, salvami!», il Logos stenderà la mano, gli arrecherà soccorso e lo
afferrerà nel momento in cui cominciava ad affondare, rimproverandogli la sua poca fede e i
suoi dubbi. Stai attento, tuttavia, che egli non ha detto: «Incredulo», bensí: «Uomo di poca
fede», e che sta scritto: «Perché hai dubitato, poiché avevi un po` di fede, ma tu hai piegato
nel senso ad essa contrario» (cf. Mt 14,31). Dopodiché, Gesú e Pietro risaliranno sulla
barca, il vento cesserà e i passeggeri, comprendendo a quali pericoli sono sfuggiti, lo
adoreranno dicendo, non semplicemente: "Tu sei il Figlio di Dio", come hanno detto i due
ossessi (Mt 8,28), ma: "Veramente, tu sei il Figlio di Dio" (Mt 14,33); e questa parola sono i
discepoli saliti «sulla barca» a dirla, poiché io ritengo che non avrebbero potuto essere altri
che i discepoli a dirla. (Origene, In Matth. 11, 6-7)
DOMINIO SULLE ACQUE
La teofania rivolta a quelli della barca, disperati per il mare infuriato,
rappresenta una salvezza inattesa e imprevista. Dalla solitudine della preghiera, Gesù
irrompe nella situazione precaria dei discepoli, sconvolgendoli e terrorizzandoli. “ Sono io,
non abbiate paura”. Il fatto di camminare sulle acque è azione d Dio: basta pensare al
potere di Dio sulle acque al momento della creazione e durante l’esodo. Gesù si pone in
continuità con Javhé. ( Giuseppe Carata )
FEDE PROVATA
Sembra che Gesù voglia mettere alla prova i discepoli per rafforzarli nella fede. S.
Ambrogio, commentando questo episodio afferma che, dopo tutto, è provvidenziale che ci
siano persino eresie nella chiesa per rafforzare la fede dei più buoni, impedendo che la
quantità sia a svantaggio della qualità.
La nostra fede è continuamente insidiata
nell’esperienza della vita cristiana, nella monotonia del quotidiano, nel perseverante stato di
crisi spirituale. Anche Pietro ne è sottoposto. Ma Cristo non abbandona che sta per
affondare, perché egli è il Signore della vita, purché ci si aggrappi a lui. Gesù “afferrò”
Pietro e insieme salgono sulla barca, e subito ritorna la calma. (Giuseppe Carata )
VITTORIA SU INSICUREZZA E INSTABILITA
Gesù viene incontro ai discepoli in difficoltà, camminando sul mare. Il dominio sulle
acque è la
vittoria sull’insicurezza e l’instabilità, è l’uomo che ritorna signore della
creazione, come alle origini, quando Dio l’aveva chiamato a “dominare il mondo” (Gn
1,28). Dopo il peccato questo potere è prerogativa esclusiva di Dio: “Sul mare passava la
tua via, i tuoi sentieri sulle grandi acque” (Sl 77, 20 ). In Gesù l’uomo ritorna re del creato
e può soggiogare a sé tutte le paure e tutte le forze del male che si ribellano e costituiscono
una minaccia di morte. Gesù, aderendo alla richiesta di Pietro è pronto a trasmettere a chi
crede e gli si affida questa nuova sicurezza. Anche Pietro infatti, cammina sulle acque e
condivide quindi con Gesù la vittoria sugli elementi infidi e ostili. ( Domenico Pezzini )
IMMAGINE DELLA CHIESA
Una barca in balia delle onde agitate e dei venti contrari, un gruppo di uomini che
non riescono a raggiungere la meta a cui sono diretti, e Gesù assente e lontano. In quella
barca, che da sempre è immagine della chiesa, i discepoli fanno esperienza della loro
fragilità, della loro radicale povertà, si trovano a vivere un’ora di totale insicurezza.
Sembra che la vera esperienza di fede non possa fare a meno di questi momenti in cui
siamo brutalmente ricondotti alla nostra insufficienza, alle nostre dimensioni di creature
incapaci di salvarsi da soli. ( Domenico Pezzini )
PREGHIERA E FEDE
Andare incontro a Gesù significa camminare sull’acqua, non avere sostegni
mondani che garantiscano la sicurezza. Pietro fa un grande atto di fede scendendo dalla
barca per andare incontro a Gesù; è lo stesso atto di fede che aveva fatto all’inizio, quando
aveva abbandonato tutto per diventare discepolo. “Ma per la violenza del vento s’impaurì” e
cominciò ad affondare. Il messaggio è chiaro: il discepolo vive sostenuto dalla fede: fino a
che il suo sguardo è rivolto a Gesù il cammino sulle acque gli è possibile. Ma se
comincia a guardarsi intorno, a misurare i pericoli, a pensare a se stesso a garantire la
propria difesa, sorge inevitabilmente la paura e con la paura il ripiegamento su di sé.
C’è
ancora però una possibilità di recupero: la preghiera che s’appella all’aiuto del Signore:
“Signore salvami”. E la preghiera non è frustrata: “ Subito Gesù stese la mano, lo afferrò e
gli disse: uomo di poca fede, perché hai dubitato ?” Uomo di poca fede è un rimprovero
che viene rivolto a chi è un credente e dovrebbe mostrare la fede anche nei momenti di
prova. Quando invece prevale la paura, vuol dire che la fede ha ancora da camminare per
diventare matura. E’ il caso di Pietro, ma è anche il nostro caso. (L Monari )
DIO SI RIVELA ATTRAVERSO SEGNI
La presenza di Dio, per quanto realissima, non è però materiale: si rivela
attraverso segni sensibili. Il “segno” ha la funzione di rendere Dio visibile e tangibile. E’ una
realtà sensibile che lo rivela presente e insieme lo nasconde. La nube che riempiva il
tempio di Salomone lo esprimeva in modo suggestivo. Già la natura è uno specchio che
riflette la bellezza di Dio. Il Creatore è presente nella sua opera e il creato è il tempio
della sua gloria. Al Popolo d’Israele Dio rivela il suo carattere personale. Dai Patriarchi
all’Alleanza, vediamo sempre Dio desideroso di stabilire la sua Presenza tra gli uomini e
di fare di un popolo la sua dimora viva e santa. Con la costruzione del Tempio la Presenza
sembra fissarsi in un luogo, ma i profeti diranno che neppure i cieli e la terra
contengono Dio e che il Signore vuol stabilire la sua dimora nel cuore degli uomini.
Cristo segna la tappa definitiva. La sua umanità è il Tempio vivente e la sua persona è la
suprema manifestazione di Dio. L’incontro con Lui è l’incontro col Dio vivente. ( M.
Magrassi )
NELLA BREZZA LEGGERA
Davvero Dio è sorprendente: è il Signore del mondo, ma a volte nasconde la sua
potenza e chiede all’uomo di fidarsi di lui, anche se si manifesta nella semplicità del
quotidiano, nel mistero di ciò che appare usuale. La Chiesa dovrà impararlo sempre di nuovo:
essa può contare sulla promessa del Signore ( “io sarò con voi” ) ma dovrà accettare che
questa presenza si manifesti secondo modalità sorprendenti. ( S. Sibroni )
DIO NELLA SOLITUDINE DELL’UOMO
La solitudine è una delle più grandi afflizioni dell’uomo. E’ come un clima
gelido che illanguidisce e le energie, oscura l’intelligenza, spegne l’ottimismo. La vera
solitudine è il deserto dello spirito che taglia l’anima dalla circolazione vivificante e la
intossica. La folla, il via vai, il chiasso delle feste o della polemica, la valanga dei suoni e
delle immagini, che viene rovesciata in casa dai moderni mezzi della comunicazione, non
sono un antidoto efficace per chi si sente indifeso e unico compagno di se stesso. La
presenza di un buon samaritano può sottrarre alla disperazione e il calore dell’amicizia vale a
disgelare il freddo dell’anima. Ma nessuna presenza umana riesce a colmare
completamente le carenze dello spirito, dare autentica sicurezza e pace solida. L’uomo, in
quanto creatura, amico e figlio di Dio ha una nostalgia, anche se non sempre conscia e
riflessa, che solo Dio, creatore, padre e amico può guarire. La presenza di Dio, d’altronde, è
così polivalente e così ridondante che può compensare anche quella umana, ma non
viceversa.
Anzi spesso la solitudine umana, quando c’è vera capacità di ricevere il
visitatore divino, diventa una condizione assai favorevole per una più gustata e saporosa
presa di coscienza della presenza di Dio. Allora la solitudine da triste diventa beata. “ O beata
solitudine, o sola beatitudine”. Il vuoto umano e terrestre può diventare pienezza di Dio. (
R Raffa )
DIO NEL SILENZIO
Incontreremo Dio quando ameremo il silenzio, quando riusciremo a fare silenzio
in noi. Tanti persone di pensiero, studiosi, che per il loro tipo di lavoro abitano nel silenzio,
hanno elogiato il silenzio! Giudizi, per esempio come i seguenti, portano firme illustri:
“Il silenzio è la sede della Parola di Dio” . ( Madeleine Debrel)
“Dio ci parla quando ci trova in silenzio”. ( Giacomo Alberione )
“Tacendo con gli uomini si parla meglio con Dio”.( S. Bernardo )
“Le grandi azioni maturano nei momenti di silenzio”. ( Emerson )
“Chi distrugge il silenzio distrugge una delle vie che portano a Dio”. ( Sergio Zavoli )
“L’anima ha bisogno del silenzio per adorare”.(S.Elisabetta della Trinità )
“La gente è chiassosa. Per vedere Dio occorre il silenzio”. ( S. Agostino”)
“Il silenzio è’ l’aiuto che prestiamo a Dio, perché possa comunicare con noi. (Godefroid
Belorgey)
E’ CREDENTE CHI SA AVVERTIRE LA PRESENZA DI DIO
Elia la percepisce nella brezza leggera che lo sfiora: era il Signore che passava. ( 1°
Lett. ) Pietro la coglie nella figura umana che cammina sul mare e l’intuizione di fede gli
strappa l’esclamazione “ “ E’ il Signore” ( Vangelo). Tutta la Storia Sacra è l’esperienza di
una presenza e di una vicinanza con Dio. Nella Bibbia Dio appare trascendente eppure
vivente col popolo, lontano eppure meravigliosamente vicino, infinitamente perfetto, ma non
isolato dagli uomini.
PREGHIERA
(=pregare la parola )
• Signore Gesù, guida nel nostro cammino per giungere a contemplare il volto del Padre, sia
luce che rischiara la nostra ascesa verso la montagna del Signore, per essere sempre più in te
e adorare il tuo mistero e riconoscerti come Signore e Dio.
• Cristo Gesù, pienezza delle divine promesse e fonte di fecondità nella vita quotidiana,
irrobustisci nel nostro spirito la convinzione che tu non verrai mai meno nella nostra vita e
riempici di inesauribile speranza.
• Cristo Gesù, orante nella notte per celebrare la signoria del Padre nella vicenda umana,
rischiara l’oscurità del nostro quotidiano, perché possiamo percorrere nelle scelte della
vita e solo e sempre le vie di Dio.
• Cristo Gesù, sicurezza dei discepoli che nella paura vivono le difficoltà della tua sequela ,
rendici docili nell’accoglierti nelle nostre giornate per ritrovare in te e solo in te la vera
fiducia nei confronti delle delusioni e delle complessità del quotidiano.
• O Padre, la nostra vita è guidata dalla tua mano, fa che non ci lasciamo intimorire dalle
difficoltà di ogni giorno, ma sostienici col tuo Spirito, perché possiamo camminare secondo
il tuo mistero di amore e giungere a contemplare la tua gloria. ( Antonio Donghi )
• Oggi, Signore, la folla si congeda da sola, sazia di molte altre cose, e la grande Scienza pensa
di far fronte a tutte le bufere, e tu non sei nulla di più di un fantasma; e anche Pietro ha
paura e non cammina più sulle acque; oggi è solo tempo di paura e non di fede, per questo è
tempo solo di maghi e di oroscopi, tutti sommersi da un oceano di superstizioni. Signore,
salvaci, che periamo! ( David Maria Turoldo)
• Onnipotente Signore, che domini tutto il creato, rafforza la nostra fede e fa che ti
riconosciamo presente in ogni avvenimento della vita e della storia, per affrontare
serenamente ogni prova e camminare con Cristo verso la pace. ( Colletta 19 perannum A )
• Signore, non permettere che quando sentiamo di notte la forza del vento e l’urlo delle onde ci
comportiamo come uomini e donne di poca fede. Dacci la tua mano per seguire
l’avventura della fede e per passare oltre le sicurezze “ragionevoli” senz’altro punto
d’appoggio che un’assoluta fiducia in te. ( Basilio Caballero )
• Signore, che conosci le nostre paure e le nostre inquietudini quando la tempesta urla. Resta
con noi e mostraci il tuo volto. Insegnaci ad avere piena fiducia e a stare sicuri che tu ci
tendi sempre la mano nelle difficoltà della vita. ( Charles Berthes )
• Ave, stella del Mare,.. Spezza i legami agli oppressi, rendi la luce ai ciechi, scaccia da noi
ogni male, chiedi per noi ogni bene….Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino, fa
che vediamo il tuo Figlio, pieni di gioia nel cielo. ( Dall’Ave Maris Stella )
CONTEMPLAZIONE (=silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE (=assunzione di impegni concreti)
Non scoraggiamoci quando ci troviamo in mezzo alla tempesta degli
avvenimenti di ogni giorno: Gesù è sempre con noi.
19 Domenica durante l’anno A
12
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