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La Depressione nell`anziano

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La Depressione nell`anziano
La Depressione nell’anziano
Il processo di invecchiamento della popolazione ha rappresentato una vera e propria rivoluzione
demografica per l’intensità e la rapidità con cui si è realizzato negli ultimi 100 anni. Si prevede
che nel 2050 in Italia giunga a deformare la struttura della popolazione per età, con una quota
di anziani (33,6% del totale della popolazione) oltre due volte emezzo la quota di giovani (solo il
12,7%).
Simona Gotelli*, Marco Vaggi**, Lucio Ghio***
L' invecchiamento è un processo fisiologico, non una malattia e non necessariamente porta alla
compromissione delle funzioni psichiche o ad un deterioramento cognitivo.
Tuttavia alcuni disturbi mentali possono manifestarsi nell'età senile: la depressione e la
demenza.
La Depressione è il disturbomentale più frequentemente riscontrato nell'anziano.
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La Depressione nell’anziano
La sua prevalenza in età geriatrica è superata dalle demenze solo dopo i 75 anni: 10% dei
soggetti che vivono nella comunità, 25% dei soggetti affetti damalattie fisiche croniche.
Una percentuale superiore e spesso sottostimata si riscontra nei pazienti ricoverati in ospedale
o in residenze assistite. Il fenomeno costituisce un problema prioritario di sanità pubblica: vedi,
infatti, il rischio di suicidio stimato intorno al 35-40% in persone con più di 65 anni, la frequenza
dei ricoveri ospedalieri (il 30% dei pazienti ricoverati per depressione ha più di 65 anni) e
l'influenza negativa sulle patologie fisiche croniche (e quindi sulla mortalità).
A ciò si aggiunga che la depressione dell'anziano è riconosciuta in meno del 20% dei pazienti
da parte dei medici di medicina generale e nel 10% dei pazienti ricoverati per altre patologie.
Sovente non viene neanche adeguatamente trattata, vuoi per gli stereotipi che la identificano
come espressione parafisiologica dell'invecchiamento o perchè considerata reattiva ad una
grave malattia fisica e quindi, non me r i t e v o l e d i trattamento. Le difficoltà diagnostiche
sono in parte dovute alle modalità di esordio ed al tipo di sintomatologia che nell'anziano sono
differenti rispetto al giovane adulto. Infatti, il quadro clinico si caratterizza per la minore
frequenza di umore depresso e per la prevalenza di sintomi somatici, ansia e deficit cognitivi.
Talora il paziente anziano esprime la propria "depressione senza tristezza" con sintomi
quali iporessia, perdita di peso, astenia, insonnia, ai quali si accompagnano ansia,
lamentosità, agitazione o l'aggravarsi dei sintomi dimalattie fisiche preesistenti. Nelle
forme gravi si riscontrano rallentamento fino all'arresto psicomotorio, deliri di colpa, di
rovina e di persecuzione.
Anche se manifesta soltanto sintomi somatici, nell'anziano bisogna considerare l'alto rischio di
suicidio. Inoltre le forme di depressione sono più sfumate rispetto all'età adulta. Solo l'1-4% dei
soggetti oltre i 65 anni sarebbe affetto da Depressione Maggiore o da Distimia (circa 2%); molto
più numerosi sono gli anziani che presentano sintomi depressivi meno strutturati. Il frequente
riscontro nell'anziano di sintomi depressivi isolati, depressione subclinica o di sintomi
depressiviminori, indicano che i criteri diagnostici delle classificazioni internazionali dei disturbi
mentali non rispecchiano l'eterogenità della depressione nell'anziano. L'eziologia della
depressione senile, oltre che ai geni, rimanda sia a fattori biologici (riduzione delle amine
cerebrali e possibile ruolo di microlesioni del S.N.C.) sia a fattori psicosociali e psicodinamici
(concorso di molteplici esperienze di perdita). Fattori di rischio vascolare sembrano giustificare
l'elevata comorbidità tra depressione nell'anziano e demenza vascolare. Per quanto riguarda il
trattamento sono utili sia terapie farmacologiche che psicologiche o interventi psicosociali.
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La Depressione nell’anziano
L'utilizzo degli antidepressivi negli anziani è giustificato, sebbene spesso si osservi una
risposta tardiva. Non essendo stata dimostrata una differenza significativa di efficacia tra i
diversi antidepressivi, la scelta del tipo di farmaco varia in relazione al profilo di tollerabilità e
alla presenza o meno di patologie somatiche concomitanti.
La psicoterapia è largamente impiegata per contrastare i numerosi problemi psicologici
correlati alle vicende di quest'epoca della vita, che rappresenta un periodo a rischio in cui la
persona si confronta con la solitudine, con la perdita dei ruoli sociali e la restrizione delle
aspettative di vita.
Ad esempio, le tecniche cognitivo - comportamentali aiutano ad adattarsi ai cambiamenti di
ruolo sociale (es. pensionamento), a convivere con patologie croniche o invalidanti, a migliorare
l'autostima e la fiducia in se stesso ed, inoltre, riducono il senso di inutilità, facilitando le
relazioni interpersonali.
La longevità, di per sé una conquista, determina comunque un aumento di soggetti affetti da
malattie croniche, che richiedono elevate competenze professionali e un'organizzazione
assistenziale specializzata. La crescente richiesta di intervento psichiatrico da parte di soggetti
anziani e, in particolare, dei c.d. "grandi anziani" (gli ultra 85enni sono il gruppo di età in più
rapido aumento nei paesi industrializzati), ha stimolato lo psichiatra ad affinare strumenti
diagnostici e terapeutici. La Psicogeriatria rappresenterà nei prossimi anni il banco di prova per
le capacità dello psichiatra e dei servizi di salutementale che dovranno assumere competenze
nuove, sviluppare reti di assistenzamultidisciplinare, realizzare nuovi percorsi di liason e
trasmettere alle discipline "mediche" unamigliore versatilità nelle relazioni umane.
* Psichiatra - Ambulatorio Idea Genova Dottoranda in Neuroscienze - Università di
Genova
** Psichiatra - DSM ASL3 Genovese
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La Depressione nell’anziano
*** Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica - Università di Genova
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