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Droghe vegetali - Dipartimento di Farmacia
FARMACOGNOSIA Dott.ssa SHEILA LEONE Facoltà di Farmacia FARMACO • • • Sostanza o insieme di sostanze in grado di esplorare e modificare sistemi fisiologici o patologici con benificio di chi lo riceve. Prodotti naturali (droghe) Molecole isolate (principi attivi) 1) principi attivi di estrazione 2) principi attivi di semisintesi 3) principi attivi di sintesi ATTIVITA’ FORMA FARMACEUTICA FARMACO costituito da un singolo principio attivo Prodotto naturale • Si definiscono naturali tutti quei prodotti che derivano direttamente dalla natura. • Naturale è sinonimo di salutare? La risposta è no. • Possiamo aggiungere che maggiori sono le nostre conoscenze sul prodotto naturale, minori sono i rischi di incorrere in fenomeni di tossicità dal momento che in natura esistono numerosi “veleni” e numerose sostanze in grado di indurre tossicità dopo un uso cronico. Inoltre in ambito terapeutico l’impiego di un farmaco dovrebbe essere sempre subordinato ad una sperimentazione controllata atta a valutare efficacia e sicurezza del prodotto naturale. Pianta medicinale • Viene definita medicinale una pianta che possiede un’attività terapeutica provata. • Sono distinte in spontanee e coltivate. Droga • Prodotto complesso di origine vegetale o animale, conservato allo stato secco, ed usato come farmaco come tale o comunque sotto forma di prodotti di estrazione grezza, cioè non purificati nei singoli principi attivi. SETTORE DELLA FARMACOLOGIA CHE SI OCCUPA DELLO STUDIO DELLE “DROGHE”, CIOÈ DI PRODOTTI COMPLESSI, DI ORIGINE VEGETALE O ANIMALE, Storia dei farmaci, l'etimologia, l'origine (vegetale, animale, minerale, sintetica) Provenienza geografica, la raccolta, organolettiche, fisiche e chimico-fisiche, le caratteristiche Aspetto macroscopico e microscopico, la commerciabilità, i metodi di conservazione, le sofisticazioni e il loro riconoscimento, la composizione, le alterazioni cui vanno incontro i farmaci con l'invecchiamento o in seguito all'esposizione agli agenti chimici, fisici e biologici. Gli studi farmacognostici procedono in stretta correlazione con quelli di altre discipline scientifiche, quali la botanica, la zoologia, la mineralogia, la chimica e la tecnica farmaceutica Fonte Compiti della farmacognosia Metodi di preparazione Droga Identificazione Miglioramenti processi produzione Distribuzione Principali preparazioni galeniche Descrizione Uso farmaceutico Costituenti Droga vegetale • Pianta o una parte di essa (foglie, radici, corteccia, frutti, infiorescenze), conservata allo stato secco, ed impiegata per uso terapeutico come tale o per l’estrazione dei principi attivi in essa contenuta. • Da tale definizione si capisce che da una stessa pianta possono derivare più droghe, aventi una composizione qualitativa e quantitativa di principi attivi differente e quindi una diversa proprietà terapeutica. Droga vegetale • Droga organizzata: contiene elementi cellulari foglie, radici, fiori). • Droga non organizzata: non contiene elementi cellulari (resine, estratti) Droga vegetale • Può considerarsi l’equivalente di un medicinale complesso, contenente più di un principio attivo dotato di attività farmacologica nonché sostanze inerti che fungono da eccipienti naturali che danno consistenza al prodotto e modulano la farmacocinetica del prodotto stesso. Per droga s’intende ogni preparazione NATURALE (vegetale o animale), contenente PRINCIPI ATTIVI DROGA DROGA VEGETALE PARTE DELLA PIANTA UTILIZZATA COME MEDICAMENTO O PER L’ESTRAZIONE DI SOSTANZE MEDICAMENTOSE (droga come fonte naturale dei farmaci) DROGA VEGETALE corpo vegetale che possiede una serie di principi attivi con induzione di azione farmacologica PRINCIPI ATTIVI DI UNA DROGA VEGETALE molecole che, prodotte dal metabolismo di un organismo vegetale, sono dotate di attività farmacologica e risultano suscettibili di impiego terapeutico Si tratta cioè di molecole che, introdotte nell’organismo, sono in grado di provocare delle modificazioni funzionali ben precise, responsabili dell’effetto farmacologico Principi attivi delle droghe vegetali • Metaboliti primari: proteine, lipidi e zuccheri (biosintetizzate dalle cellule ed importanti per la sopravvivenza cellulare). • Metaboliti secondari: derivano dai primari e sono costituiti da sostanze peculiari di ciascuna specie e concorrono alla sopravvivenza e all’adattamento della pianta all’ambiente. Tra essi troviamo anche i principi attivi dotati di attività farmacologica appartenenti a diverse classi (glicosidi, composti aromatici e terpenici, alcaloidi). PIANTA MEDICINALE fitocomplesso FORMA FARMACEUTICA ATTIVITA’ FITOCOMPLESSO insieme di numerose sostanze presenti nella droga, dotate ciascuna di maggior o minor proprietà medicamentosa, ma tutte indispensabili per garantire la completezza dell’azione terapeutica FITOTERAPIA Il consumo di erbe medicinali, sempre più diffuso in tutto il mondo, avviene in massima parte in regime di autoprescrizione. I preparati erboristici non assicurano un dosaggio costante e corretto del principio attivo RISCHIO prodotti vengono ritenuti non dannosi dalla maggior parte della popolazione il loro uso quasi mai viene riferito al medico curante; manca quindi da parte dei pazienti che utilizzano le erbe medicinali (spesso contemporaneamente ai farmaci) la consuetudine di riferirlo al proprio medico Questo utilizzo aumenta i possibili rischi di interazioni con i farmaci,reazioni allergiche, effetti collaterali indesiderati. In una stessa pianta possono coesistere: un alimento un medicamento una tossina. Es: patata Tubercolo= contiene fecola ad azione emolliente sulle mucose irritate Germogli e parti verdi= glicoalcaloidi tossici (solanina inibitore della colinesterasi) PRODUZIONE DELLE DROGE VEGETALI Le droghe vegetali si ricavano: Da piante che crescono spontaneamente Da Da piante coltivate condizioni del terreno; luce umidità; essiccamento; conservazione; eventuale estrazione dei principi attivi Produzione delle droghe vegetali • Piante spontanee: di difficile utilizzo data l’elevata variabilità nel contenuto di principi attivi, la crescente necessità ambientale di preservare la flora spontanea nonché la difficoltà di contrallare le condizioni ambientali di crescita di una pianta spontanea. Nella raccolta è opportuno seguire un calendario di raccolta corrispondente al ritmo della vita vegetale. • La Farmacopea Ufficiale Italiana riporta le seguenti regole per la raccolta delle parti vegetali della pianta che costituiscono la droga: • Foglie a completo sviluppo; • Radici e rizomi durante la fase di quiescienza; • Cortecce e legni a completo sviluppo; • Fiori prima della completa fioritura; • Frutti appena maturi; • Semi a maturità piena. Produzione delle droghe vegetali • Piante coltivate: molte droghe possono essere ottenute da piante coltivate (canapa indiana, ginger, menta piperita, cannella, finocchio, china, oppio). Anche diverse piante medicinali spontanee vengono ora coltivate per la difficoltà di reperirle allo stato spontaneo, considerando ovviamente le condizioni di crescita della pianta nel suo habitat naturale. • La coltivazione ha il vantaggio di poter controllare le condizioni ambientali (terreno, luce, umidità) e le malattie che colpiscono le piante in modo da garantire uno sviluppo ottimale. Inoltre la coltivazione in aree ristrette facilita la raccolta della pianta e la sua successiva manipolazione . • La coltivazione può inoltre associarsi alla selezione di particolari varietà della pianta per avere una resa più elevata nel contenuto dei principi attivi. Variabilità nel contenuto di principi attivi • Le piante medicinali possono presentare grandi variazioni nel contenuto di principi attivi che possono dipendere da: • Fattori naturali: endogeni ed ecologici • Fattori artificiali: raccolta, produzione e conservazione, alterazione, processi di preparazione ed estrazione. Fattori endogeni • • • • • Età di sviluppo Tempo balsamico Selezione Polipolidia Ibridazione Età e stadio di sviluppo • La qualità dei principi attivi può variare in relazione allo stadio vitale, giovanile, maturo o senescente della pianta. • In generale si osserva che le piante annuali vanno raccolte a sviluppo completo mentre le biennali nel secondo anno di vita. Tempo balsamico • E’ il periodo dell’anno entro il quale è opportuno procedere alla raccolta della droga perché il contenuto di principi attivi è massimo. • E’ stato osservato in relazione al tempo balsamico che: • • • • • • Foglie si raccolgono a completo sviluppo; Radici e rizomi si raccolgono durante la fase di quiescenza; Cortecce e legni si raccolgono a completo sviluppo; Fiori si raccolgono prima della completa fioritura; Frutti si raccolgono appena maturi; Semi si raccolgono a maturità piena. Selezione • All’interno di una specie vegetale è possibile identificare delle piante medicinali che possiedono determinate caratteristiche utili in ambito farmacologico, quali ad esempio un maggior contenuto di principi attivi. • Selezionando tali piante e mettendole in condizioni di riprodursi è possibile ottenere nell’ambito della stessa specie vegetale una popolazione di piante medicinali dotati di tali caratteristiche. • La selezione può essere utile non solo per migliorare il contenuto di principi attivi ma anche per ottenere piante di maggiori dimensioni, più resistenti alle malattie ed in grado di crescere anche in terreni differenti da quelli dell’habitat originario. Poliploidia • E’ una particolare mutazione genetica che comporta un aumento del numero di cromosomi dalla condizione 2n (propria delle cellule somatiche) a 3n,4n, 5n, 6n, ecc… • E’ il risultato di un’alterata divisione cellulare che può essere spontanea nelle piante o indotta artificialmente dall’impiego di colchicina con buoni risultati. • Le piante poliploidi, anche se sterili, risultano essere di maggiori dimensioni e più resistenti alle condizioni climatiche avverse rispetto alle diploidi. • Inoltre in alcune piante (belladonna, stramonio, lobelia, tabacco, china) l’induzione della poliploidia ha determinato un aumento della qualità e della quantità dei principi attivi. Ibridazione • E’ un fenomeno genetico che comporta l’incrocio di individui geneticamente diversi per formare una progenie ibrida. Nel caso delle piante medicinali l’ibridazione è stata sfruttata per esempio per aumentare il contenuto di chinina della corteccia di china. • Tuttavia l’ibridazione fornisce delle caratteristiche instabili dal momento che per autoimpollinazione o per incroci spontanei possono dar luogo ad una progenie con caratteristiche genetiche diverse dalle parentali, anche per quanto riguardo il contenuto di principi attivi. Fattori ecologici • • • • Clima Latitudine ed altitudine Costituzione del terreno Fattori biotici Clima • Le piante costruiscono il loro nutrimento tramite la fotosintesi; pertanto la disponibilità di luce di opportuna intensità e durata è indispensabile per l’accrescimento e la sopravvivenza della pianta ma anche per la produzione di metaboliti secondari . Latitudine e altitudine • Fattori di grande importanza nella coltivazione delle piante medicinali. • La latitudine ad esempio influenza la composizione chimica dei grassi vegetali: • Piante tropicali: contengono quasi esclusivamente acidi grassi saturi (olio di palma, burro di cacao). • Piante subtropicali: contengono una maggiore presenza di acidi grassi insaturi (olio di olive, arachidi, mandorle). • Piante delle zone temperate: maggior grado di insaturazione negli oli di queste piante (cotone e girasole). • Piante dei climi freddi: massimo contenuto in acidi grassi insaturi (olio di lino). • Altitudine: determina variazioni nella quantità di principio attivo (es. valeriana coltivata in montagna ha una resa 3-5 volte superiore a quella coltivata in pianura; l’aconito di pianura è più attivo di quello coltivato in altura. Costituzione del terreno • La costituzione chimico-fisica del terreno è molto importante per la qualità della pianta medicinale (produzione di principi attivi) alla quale fornisce acqua, ioni inorganici e humus (materia organica in decomposizione presente nel suolo). • Ogni variazione nella composizione del terreno determina variazioni nel metabolismo della pianta medicinale. • Camomilla: si sviluppa in terreni acidi; • Digitale: massimo contenuto di principi attivi in terreni calcarei. • Anche la struttura fisica del terreno influenza la produzione di principi attivi: • Salvia: ha come habitat ideale i terreni sabbiosi (molto permeabili all’aria). • Valeriana: è poco attiva se cresce nei terreni paludosi. Fattori biotici • Rappresentano le influenze esercitate da un essere vivente sulla crescita e sullo sviluppo di un altro essere mediante la secrezione di sostanze organiche. Quando differenti piante crescono le une accanto alle altre possono esserci reciproche influenze sulla germinazione dei semi, sull’accrescimento, sullo sviluppo delle foglie, sulla maturazione dei frutti nonché sul contenuto di principi attivi. • Ad esempio la coltivazione della belladonna è influenzata dalla vicinanza di piante di assenzio che ne favoriscono sia l’accrescimento sia una elevata resa nel contenuto di alcaloidi. Fattori artificiali • Raccolta: influenzata dal tempo balsamico e favorita in caso di piante medicinali coltivate. • Conservazione • Alterazione • Preparazione della droga ed estrazione dei principi attivi Metodi di conservazione postraccolta • Il contenuto di acqua e l’attività enzimatica non permettono di conservare la pianta medicinale per un lungo periodo di tempo. Si rendono necessarie delle procedure di essiccamento del materiale vegetale che consentono la conservazione della droga. Infatti quando la percentuale di acqua di una droga scende al di sotto del 5%, tutte le reazioni enzimatiche o batteriche di degradazione vengono inibite. Metodi di conservazione postraccolta Essiccamento Liofilizzazione Metodi che provocano una temporanea inibizione enzimatica Stabilizzazione Conservanti Sterilizzazione Metodi che provocano una denaturazione enzimatica irreversibile Essiccamento • Processo che si colloca tra le operazioni di raccolta e quelle di conservazione di un droga vegetale • Dopo la raccolta l’equilibrio metabolico di una pianta viene alterato a tal punto da determinare il rilascio di enzimi litici che attaccano la cellula. Le reazioni catalizzate sono soprattutto reazioni di idrolisi che avvengono in presenza di acqua. Pertanto il processo di essiccamento (che per definizione elimina l’acqua) arresta le reazioni di idrolisi. • Nella maggioranza dei casi si opera ad una temperatura di 30-40 °C tenendo conto delle caratteristiche chimico-fisiche dei principi attivi che potrebbero degradarsi a valori troppo elevati di temperatura e di umidità. Metodi di essiccamento • Essiccamento all’aria: si svolge in locali ben aerati al riparo dalla luce del sole e dall’umidità. La droga intera o tagliata a pezzi viene disposta a strati su graticci in modo tale che l’aria possa passare liberamente. Il processo richiede un tempo di esecuzione piuttosto lungo (settimane) durante il quale si può avere una parziale alterazione della droga. • Stufe a secco (55-60 °C): accelerano il processo di essiccamento. Non adatto per sostanze termolabili. Le parti vegetali vengono spesse frammentate per facilitarne l’essiccamento. • Liofilizzazione. Liofilizzazione • Tecnica impiegata solitamente per stabilizzare e conservare nel tempo farmaci a struttura complessa e facilmente degradabili ad elevate temperature quali ormoni, vitamine, proteine. • Consiste nell’essiccamento per sublimazione del ghiaccio contenuto nella droga che viene posta in un frigorifero a -80 °C almeno per 24 h prima di essere sottoposta al processo di crio-essiccamento Stabilizzazione • Porta all’inattivazione irreversibile degli enzimi vegetali e ad una contemporanea sterilizzazione del materiale vegetale. Il processo consiste in una breve esposizione (pochi minuti) della droga a vapori di etanolo sotto pressione (0.5 atm) e ad una temperatura di 105-110 °C mediante l’impiego di un autoclave. • Metodo utilizzabile per principi attivi termostabili. Sterilizzazione • La droga vegetale sono tutte microrganismi di specie diverse: droga possa essere usata come deve rispondere ai requisiti di possono essere raggiunti trattamento della droga con: • Ossido di etilene. • Raggi gamma. inquinate da affinché una medicamento sterilità che mediante Conservanti • Additivi antimicrobici che evitano l’alterazione provocata dagli enzimi batterici. • Antiossidanti che evitano reazioni di degradazione ossidativa spontanee o indotte da microrganismi. Alterazioni • Enzimi litici propri della pianta. • Contaminazione batterica. • Luce, temperatura ed umidità. • Reazioni spontanee con sostanze sterilizzanti (ossido di etilene). • Erronea procedura di essiccamento e conservazione. Preparazione di una droga • E’ l’insieme delle procedure a cui vengono sottoposte le droghe vegetali per la produzione dei principi attivi e quindi di farmaci estrattivi. • I metodi di preparazione sono diversi e dipendono dal tipo di droga impiegata. • Si distinguono metodi di preparazione di tipo meccanico ed estrattivo che vengono spesso usati in successione per l’estrazione dei principi attivi. Metodi Meccanici • Frantumazione • Triturazione Si effettuano su droghe secche • Polverizzazione • Spremitura Si effettua su droghe fresche Frantumazione • Consiste nel ridurre il materiale vegetale in frammenti più o meno grossi; si applica soprattutto con materiale duri e consistenti (legni, radici, rizomi, cortecce e semi). • La frantumazione può essere realizzata mediante: • Mortaio e pestello. • Trinciatrici, macine a coltelli rotanti, frantumatoi (frantumazione meccanica). • Frantumazione a freddo (criofrantumazione): avviene a basse temperature e serve a ridurre i danni del calore prodotto dall’attrito durante la procedura di frantumazione. Triturazione • Consiste nel ridurre una droga in particelle minute; si applica alle droghe erbacee, alle foglie, ai fiori, alle gemme, ai bulbi, ai tuberi e alla frutta. Polverizzazione • Consiste nel ridurre in polvere le droghe frantumate o triturate. La polverizzazione facilita l’estrazione dei principi attivi dal momento che maggiore è la finezza della droga più rapida sarà l’estrazione dei principi attivi. • La polverizzazione può essere realizzata solo su droghe perfettamente secche. Spremitura • La spremitura consiste in una operazione “meccanica” di estrazione che si opera su una droga fresca che viene pressata in modo da lacerare il tessuto vegetale e farne uscire il contenuto. • Questa operazione può essere effettuata per ottenere succhi freschi, ricchi in vitamine, oli essenziali (per esempio dalle bucce degli agrumi) o oli vegetali (olio di oliva, olio di ricino…) Estrazione dei principi attivi • Droga fresca: spremitura. • Droga essiccata: estrazione. Metodi di estrazione • • • • • • • • • Estrazione con solvente Estrazione con fluidi supercritici Distillazione Infusione Decozione Distillazione Enfleurage Macerazione Percolazione Estrazione con solvente • Prevede la lenta diffusione, all’interno del materiale vegetale, di un solvente (acqua, etanolo, miscele di liquidi organici a diversa polarità) in cui i principi attivi da estrarre siano solubili (il simile scioglie il simile). • L’estrazione con solvente viene facilitata dai trattamenti preliminari effettuati sulla droga quali essiccamento, frantumazione o triturazione ed infine la polverizzazione che facilitano la penetrazione del solvente attraverso la parete vegetale di cellule ormai non più integre accelerando quindi la velocità del processo. Estrazione con fluidi supercritici • Fluido supercritico: sostanza che ad elevati valori di temperatura e pressione si presenta sotto forma di gas ad elevata densità, prossima a quella dello stato liquido, e che viene impiegata per l’estrazione di principi attivi dalle droghe. • Ad es. anidride carbonica allo stato supercritico viene impiegata per l’estrazione della caffeina dalle foglie di tè. Distillazione • La distillazione è una tecnica che serve a separare i liquidi che compongono una determinata miscela. Si opera riscaldando la miscela dalla quale le componenti volatili evaporeranno separatamente, in base alla temperatura di evaporazione, per poi essere ricondensate in un altro recipiente. • Tale procedura è utilizzata per estrarre i principi attivi volatili da una droga vegetale. Si opera mettendo a la droga su setacci attraverso i quali passano vapori di acqua di un altro solvente (es. etanolo) in modo tale che il loro passaggio attraverso la droga estrae dalla droga stessa le componenti volatili quali ad esempio gli oli essenziali. • La distillazione è impiegata anche come tecnica di separazione di principi attivi volatili estratti dalla droga mediante la tecnica della macerazione. • INFUSIONE: sulla droga secca viene versata acqua bollente: si lascia la droga a contatto con acqua bollente per alcuni minuti. Utilizzata per droghe costituite dalle infiorescenze e contenenti principi attivi termolabili. • DECOZIONE: la droga secca viene immersa in acqua fredda che viene portata all’ebollizione e mantenuta in tale stato per un tempo variabile (5-30 minuti). Enfleurage • E’ il processo di assorbimento delle essenze volatili di fiori e droghe delicate sul grasso solido. Ad assorbimento avvenuto l’essenza viene poi estratta dal grasso con solventi opportuni. • I petali sono disposti a formare un sottile strato su una pellicola di grasso animale sparso su una lastra di vetro, chiamata telaio. Trascorse 24 o 48 ore si tolgono scrupolosamente i petali. Questa operazione viene ripetuta parecchie volte fino alla saturazione del grasso. Finito l'enfleurage, si raschia lo strato di grasso ottenendo una sorta di pomata impregnata di profumo. Questa pomata viene poi lavata con alcol etilico per ottenere infusioni. Macerazione • La droga secca e polverizzata viene immersa in un liquido, generalmente alcool. La droga viene lasciata a bagno per circa una settimana al termine della quale il liquido viene filtrato. • La droga viene sottoposta a successive macerazioni fino ad “esaurimento”, ovvero fino ad ottenere un recupero praticamente totale dei principi attivi della droga solubili nel liquido. • L’operazione di macerazione è impiegata per l’estrazione di principi attivi volatili o per l’estrazione selettiva di principi attivi solubili in alcool. Digestione • E’ una macerazione condotta ad una temperatura compresa tra 40 e 60 °C. • Tale processo si applica per l’estrazione di principi attivi poco solubili nel liquido (alcool) a freddo. • Il riscaldamento del liquido aumenta la solubilità dei principi attivi da estrarre nel liquido stesso. Percolazione • Rappresenta il procedimento migliore per l’estrazione di principi attivi dalle droghe vegetali. • Viene eseguita in apparecchi chiamati percolatori e consiste nel far passare in maniera continua il solvente attraverso uno strato di droga finemente polverizzata e sottoposta preventivamente a macerazione per 24-48 h. • La velocità di percolazione deve essere bassa in modo tale che il solvente a contatto con la droga abbia il tempo di estrarre i principi attivi. • Generalmente si impiega una velocità di 20 gocce di solvente al minuto per 1 Kg di droga. Controllo di qualità delle droghe • Il controllo di qualità da effettuare sulle droghe vegetali comprende: • Controllo farmacognostico di identità. • Controllo della contaminazione. • Controllo quali-quantitativo. • Controllo di attività delle droghe. Controllo farmacognostico di identità • Le droghe vegetali provengono da piante o parti di esse che vengono sottoposte a processi di essiccamento e polverizzazione tale rendere difficoltoso l’identificazione immediata del prodotto. • In tale contesto una corretta procedura di autenticazione della droga vegetale è indispensabile l’uso corretto e sicuro della droga. Controllo della contaminazione • I controlli di contaminazione vengono realizzati sia sulla pianta, nel periodo post-raccolta, sia sulla droga stessa. • I controlli prevedono la ricerca di eventuali pesticidi, residui di solventi, metalli pesanti, carica microbica. Controllo quali-quantitativo • Il controllo quali-quantitativo sulle droghe ha lo scopo di verificare che: • Le droghe non siano state oggetto di sofisticazioni fraudolente con altri materiali meno pregiati o tossici. • Le droghe non siano deteriorate in seguito ad errate procedure di preparazione e/o conservazione. • Le droghe abbiano un contenuto di principi attivi nei limiti consentiti riportati dalla Farmacopea. Controllo di attività delle droghe • L’attività biologica delle droghe si attua tramite dosaggi farmacologici in vivo (modello animale) ed in vitro (cellule, tessuti, organi isolati). Preparazioni Vegetali Estratti • Sono preparazioni che risultano dalla evaporazione totale o parziale di soluzioni ottenute esaurendo, tramite macerazione o percolazione con opportuni solventi, droghe vegetali essiccate. • Gli estratti si classificano come: • estratti fluidi: contengono la stessa quantità di principio attivo presente nella droga e sono circa 10 volte più concentrati rispetto alle tinture. • estratti molli: il processo di concentrazione è spinto fino ad ottenere una consistenza paragonabile a quella del miele; sono da 2 a 6 volte più concentrati rispetto agli estratti fluidi. • estratti secchi: sono solidi polverulenti ottenuti per evaporazione totale del solvente di estrazione. Tinture • Sono preparazioni liquide ottenute esaurendo la droga tramite macerazione o percolazione con un opportuno solvente. • Nella maggior parte dei casi il solvente impiegato è una soluzione idroalcolica (miscela acqua-alcool) la cui gradazione viene scelta in funzione della solubilità dei principi attivi da estrarre. • Ciò che distingue gli estratti dalle tinture è che nel primo caso si ha un’operazione di evaporazione che porta ad un aumento della concentrazione dei principi attivi nel preparato. • Le tinture infatti si possono ottenere anche per semplice diluizione dell’estratto fluido corrispondente. Tintura officinale • E’ ottenuta esaurendo una droga secca polverizzata. • Il rapporto in peso droga/solvente è 1:5. • Nel caso di “droghe eroiche” (droghe molto attive e con basso indice terapeutico) il rapporto droga/solvente diventa 1:10. Tintura madre • E’ un preparazione idroalcolica (60-70°) ottenuta esaurendo per macerazione una droga fresca. • Idroliti: preparazioni farmaceutiche ottenuti esaurendo la droga con acqua. Tra essi vi sono gli infusi, i decotti e le tisane (tisane: soluzioni acquose molto diluite contenenti sostanze medicamentose). • Alcoolati: preparati ottenuti per distillazione della droga in alcool. • Idrolati: definiti anche acque aromatiche, sono preparati ottenuti per distillazione della droga in acqua. • Elisir: particolare tintura contenente sostanze aromatiche o toniche (china, rabarbaro, senna, cascara sagrada). • Essenza: miscela di sostanze di odore gradevole e natura oleosa che si ottengono dalle piante per distillazione. • Cataplasma: impasto curativo costituito da una droga che viene mescolata con una sostanza inerte (eccipiente), da applicarsi sulla cute a scopo emolliente o sedativo. IDENTIFICAZIONE 1. MORFOLOGIA DELLA PIANTA: foglie, radici, frutti, corteccia, fiori 2. CARATTERI FISICI: DROGHE ORGANIZZATE: consistenza struttura frattura DROGHE NON ORGANIZZATE: solubilità, punto di fusione, punto di ebollizione, peso specifico 3. CARATTERI ORGANOLETTICI: odore, sapore 4. ESAMI MICROSCOPICI: cellule, inclusi cellulari 5. ESAME CHIMICO: gascromatografia, elettroforesi PARTI DELLA FOGLIA FORMA DEL LEMBO FORMA DEL MARGINE FORMA COMPOSTE INSERZIONE DELLE FOGLIE SUL RAMO PARTI VEGETALI RACCOLTE ORGANI SOTTERRANEI RADICI BULBO TUBERI RIZOMI Si raccolgono di norma fuori dal periodo di piena vegetazione perché sono meno ricchi di acqua e quindi contengono una maggior quantità di principio attivo. CORTECCIA Si raccoglie in primavera fino alla fine dell’estate La raccolta delle radici e della corteccia porta a morte della pianta LEGNO Si raccoglie in pochi casi es: canfora generalmente nel periodo autunnoinverno; si confeziona in piccoli tronchi, rotelle, cubetti, trucioli 1. TUBERI: fusti molto grossi privi di radici ma con delle gemme che possono dare nuove piante (patata) 2. STOLONI: sono fusti striscianti, più o meno sotterranei. Quando l’apice è uno stolone cessa di accrescersi si formano delle radici e si sviluppa una nuova pianta che può distaccarsi dalla pianta madre (fragola) 3.4.5. BULBO: tipo di fusto appiattito, con foglie molto vicine a forma di squama (cipolla, aglio, tulipano, giacinto) 6. RIZOMI: fusti sotterranei e striscianti, orizzontali divisi in nodi e internodi (dal nodo originano le bozze fogliari che originano le gemme e quindi i rami laterali). A livello dei nodi, da un lato si formano le radici e dall’altro i germogli (felci, mughetto, viola) GEMME Più frequentemente raccolte sono quelle del pino e del pioppo FOGLIE Si raccolgono in genere nelle piante erbacee prima della fioritura, però spesso si praticano 2 raccolte (eccezione del Thè sono più apprezzate le foglie giovani) SOMMITA’ FIORITA Più frequentemente utilizzate sono quella della menta, lavanda, rosmarino, maggiorana, assenzio, ecc. FIORI Spesso raccolti non ancora sbocciati, a volte invece si raccolgono man mano che sbocciano, es camomilla e malva FRUTTI SECCHI Raccolti in completa maturità TERMINOLOGIA 1. TINTUTA MADRE: si lascia macerare la droga, fresca o secca in un alcol a 60 °C per un periodo più o meno lungo, si consuma mettendo un numero opportuno di gocce in un bicchiere d’aqua 2. DECOTTO: si ottiene facendo bollire in acqua fresca le erbe prescelte, per 5-10 minuti, si filtra e si beve caldo. 3. INFUSO: si ottiene lasciando la droga a riposo per 5-10 min in acqua precedentemente bollita 4. LINIMENTO: si lascia macerare la droga in olio (burro, strutto)