Pompe di circolazione per gli impianti di riscaldamento
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Pompe di circolazione per gli impianti di riscaldamento
Corso di IMPIANTI TECNICI per l’EDILIZIA Pompe di circolazione per gli impianti di riscaldamento Prof. Paolo ZAZZINI Dipartimento INGEO Università “G. D’Annunzio” Pescara www.lft.unich.it Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Pompe di circolazione Negli impianti di riscaldamento la circolazione dell’acqua avviene mediante pompe di circolazione azionate da motori elettrici (elettropompe) circolazione forzata. Gli impianti a circolazione naturale sono in disuso. Gli impianti a circolazione forzata sono a circuito chiuso. Eventuali reintegri vengono fatti per compensare possibili perdite, che possono aver luogo nei giunti, nei raccordi, etc. Le pompe di circolazione forniscono all’acqua l’energia sufficiente per alimentare i terminali dell’impianto (corpi scaldanti) vincendo le perdite di carico distribuite e concentrate Sono in commercio diverse tipologie di pompe, tra cui: Pompe centrifughe Pompe assiali (ad elica) Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Nelle pompe assiali una girante elicoidale imprime una spinta al fluido nella direzione dell’asse di rotazione, la stessa in cui il fluido viene aspirato Nelle pompe centrifughe una girante con le pale perpendicolari all’asse imprime una spinta centrifuga all’acqua. L’aspirazione avviene in direzione assiale mentre la mandata è in direzione radiale all’estremità delle pale della girante. Le pompe di circolazione utilizzate negli impianti idro-termosanitari sono di solito di tipo centrifugo. Le elettropompe centrifughe possono essere con motore esterno (a tenuta meccanica) oppure inglobato nel corpo della macchina (circolatori). Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Sezione di una pompa centrifuga 1. Corpo pompa centrifuga 2. Girante 3. Scatola di comando 4. Motore elettrico 5. Selettore di velocità 6. Tappo di ispezione per il controllo della rotazione e per lo sfiato dell’aria 7. Cuscinetti da: Catalogo RIELLO Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Curva caratteristica di una pompa Ad ogni pompa è associabile una curva di funzionamento determinata sperimentalmente (curva caratteristica) che mette in relazione la portata volumetrica del fluido trattato con la prevalenza della pompa ∆p G Ad ogni valore della portata corrisponde il valore della prevalenza che la pompa fornisce al fluido Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Le elettropompe a tenuta meccanica, rispetto ai circolatori, presentano costi minori e rendimenti più elevati, nonché intervalli di portata più ampi I circolatori sono in grado di elaborare portate massime dell’ordine di 80-90 m3/h. Per contro sono meno rumorosi e presentano minore ingombro I circolatori consentono di scegliere tra 3 o 4 curve di funzionamento Ad ogni valore del numero di giri corrisponde una curva caratteristica. ∆p n3 > n2 > n1 n1 n2 Le varie curve sono congruenti fra di loro (sovrapponibili per traslazione) n3 G Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Ad ogni circuito si può associare una curva caratteristica che dà le perdite di carico in funzione della portata. Poiché le perdite di carico dipendono dalla pressione cinetica (quadrato della velocità), risultano proporzionali al quadrato della portata e la curva del circuito è un ramo di parabola con vertice nell’origine degli assi ∆p G Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Il punto di funzionamento della pompa P viene ottenuto intersecando la curva caratteristica della pompa con quella del circuito. Esso di solito non coincide con il punto di funzionamento teorico P’ che è dato dalla coppia prevalenza portata calcolate nel processo di dimensionamento delle reti di distribuzione La scelta della pompa porterà a selezionare la curva caratteristica in maniera tale che il punto di funzionamento effettivo sia il più vicino possibile a quello teorico ∆p P ∆p P’ ∆G G Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Per determinare il punto di funzionamento teorico si fa riferimento ad un valore di portata pari alla somma di tutte le portate dei corpi scaldanti alimentati dall’impianto e ad una prevalenza pari alla perdita di carico totale del circuito più sfavorito, maggiorando entrambe del 10 % per compensare le inevitabili approssimazioni di calcolo. La potenza ottenuta dalla pompa (potenza ideale) si calcola con la formula seguente: Ppompa = GH O ⋅ ∆p 2 in cui: Ppompa : potenza ideale della pompa [W] GH O : portata volumetrica d’acqua trattata dalla pompa [m3/s] 2 ∆p : prevalenza impressa dalla pompa alla portata d’acqua [Pa] Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Si definisce rendimento il rapporto tra la potenza ideale (Portata x Prevalenza ) e la potenza assorbita dal motore elettrico. η= Ppompa Pel Le pompe centrifughe di piccola potenza hanno di solito rendimenti molto bassi (≅ 0.2). Il rendimento aumenta all’aumentare della potenza, fino ad un valore massimo di circa 0,7. Nota la potenza elettrica assorbita si può determinare la potenza ottenibile dalla pompa attraverso la conoscenza del rendimento. Ppompa = η ⋅ Pel Analogamente, nota la potenza ideale della pompa, si può determinare la potenza elettrica assorbita Ppompa Pel = η Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it 6 70,0 5 60,0 50,0 4 40,0 3 30,0 2 20,0 P o ten z a (W ) P revalen z a (m c.a.) Esempio di prestazioni di una elettropompa centrifuga di potenza elettrica fissata G(m3/h) ∆p (mH2O) Pid (W) Pel (W) η 2 5,5 30,0 100 0,30 4 4,5 49,0 100 0,43 6 3,5 57,2 100 0,57 1 10,0 8 2,3 50,1 100 0,50 0 0,0 10 1 27,2 100 0,27 2 4 6 8 10 Portata (m3/h) Curva caratteristica Potenza ideale Il massimo rendimento si ha in corrispondenza della massima potenza ideale Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Le linee tratteggiate individuano aree di funzionamento a diverso rendimento ∆p ∆p 0,7 0,5 P P 0,5 n1 G 0,7 n2 G La pompa va scelta in modo da far cadere il punto di funzionamento all’interno della zona di massimo rendimento o il più vicino possibile ad essa. E’ possibile cambiare il numero di giri per far sì che il punto di funzionamento ricada in una zona ad elevato rendimento Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it L e caratteristiche e le prestazioni della pompa devono essere adeguate alle esigenze del circuito: verificare il livello di rumorosità soprattutto per installazioni vicine ad ambienti che richiedono bassi valori del livello sonoro. E’ consigliabile installare a monte e a valle di ogni pompa valvole di intercettazione per agevolare interventi di manutenzione, nonché manometri per effettuare il controllo della pressione differenziale, la cui diminuzione può essere indice di logoramento della girante o della presenza di ostruzioni nei passaggi tra le palette. Può accadere che le pompe di circolazione disponibili non rispondano ai requisiti di prevalenza e portata dell’installazione. In questo caso è possibile accoppiarne due o più pompe in serie o in parallelo per ottenere le prestazioni richieste. Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Accoppiamento in serie di due pompe uguali ∆p b ∆p1 a ∆p1 G1 ∆p2 a: curva caratteristica di una pompa b: curva di due pompe uguali in serie ∆p2 G2 G Stessa portata G, prevalenza somma delle prevalenze ∆ptot=2 ∆p Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Accoppiamento in parallelo di due pompe uguali ∆p b a ∆p2 ∆p1 G2 G2 G1 G1 a: curva caratteristica di una pompa b: curva di due pompe uguali in parallelo G Stessa prevalenza ∆p, portata somma delle portate Gtot = 2 G Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Cavitazione Consiste nella formazione di bolle di vapore instabili all’interno del fluido. L’implosione di queste bolle produce un rumore caratteristico. Può essere generata da una diminuzione della pressione locale (p ps)spinta fino al valore della tensione di vapore del liquido (pressione alla quale il liquido vaporizza per un valore dato di temperatura). p TC T GAS C Liquido p P ps Vapore V La pressione del liquido scende localmente per cui le bolle di vapore che si formano si trovano ad un valore di pressione inferiore a quello del liquido circostante. Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Nell’ebollizione il liquido vaporizza perché raggiunge le condizioni di saturazione all’aumentare della temperatura a pressione costante, per cui il vapore contenuto nelle bolle ed il liquido circostante si trovano allo stesso valore di pressione (tensione di p vapore). TC T Ts GAS C Liquido p≡ ps P Vapore V A differenza di ciò che avviene nell’ebollizione, le bolle generate per cavitazione sono meccanicamente instabili. Resistono finché rimangono nella zona di bassa pressione, ma appena escono da questa per ritornare in una zona di fluido in quiete, la pressione del vapore non riesce a contrastare la pressione idrostatica esterna ed avviene l’implosione delle bolle. Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it La formazione delle bolle di vapore per cavitazione è legata alla presenza sulle pale della pompa di un centro di nucleazione, costituito da asperità presenti sulla sua superficie o da impurità trasportate dal liquido e depositate su di essa. La cavitazione è favorita dalle seguenti situazioni: Ingenti perdite di carico a monte della pompa (in aspirazione); Differenza di quota tra serbatoio e pompa; Alto valore della tensione di vapore dell’acqua a causa di un elevato valore della temperatura. In corrispondenza della girante il moto rotatorio delle pale, spostando il liquido, può creare zone di bassa pressione potenzialmente causa di cavitazione. La cavitazione causa una diminuzione delle prestazioni ottenibili dalla pompa. Di solito si ritiene che il fenomeno sia in atto quando si nota un abbassamento di potenza, prevalenza o portata superiore al 3%. E’ anche causa di emissione di rumore e danneggiamento dei componenti meccanici della pompa, fino alla rottura della girante a causa del collasso delle bolle che genera urti meccanici intensi in grado di scavare dei fori sulle parti metalliche. Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it La cavitazione può essere in fase di aspirazione o di scarico. La cavitazione in aspirazione si ha quando il liquido entra nella pompa in condizioni di bassa pressione per cui bolle di vapore si formano all’ingresso della pompa, attraversano la girante e implodono in corrispondenza della sezione di uscita dove incontrano una zona ad alta pressione. Per evitare questo fenomeno bisogna garantire un valore minimo di pressione all’ingresso della pompa, definito da una grandezza particolare caratteristica della pompa: NPSH (Net Positive Suction Head - carico netto sulla aspirazione) Il valore dell’NPSH rappresenta la pressione minima che deve essere garantita all’ingresso della pompa per evitare fenomeni di cavitazione. L’NPSH è di solito espresso in m c.a. (Sistema Tecnico) Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it La cavitazione in fase di scarico si manifesta quando la pressione di uscita della pompa è molto alta (di solito quando la pompa lavora a meno del 10% delle sue condizioni di massima efficienza). A causa del valore elevato della pressione all'uscita, può avvenire che una parte del liquido ricircoli nella pompa invece di uscire, passando ad alta velocità nello spazio tra la girante e lo statore. L'alta velocità di cui è dotato il fluido causa la formazione di zone di bassa pressione e la conseguente generazione di bolle di vapore. Questa situazione può provocare notevole usura della girante e dello statore, oltre che dei cuscinetti e delle guarnizioni. In condizioni estreme si può avere anche la rottura dell’albero. Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it