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Ho udito il Signore che diceva: "Chi manderò?" Ho detto al Signore

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Ho udito il Signore che diceva: "Chi manderò?" Ho detto al Signore
n.5
- ottobre 2011
IL PONTE - Anno XXXX
Supplemento al n. 34 del 30 settembre 2011 de “IL NUOVO GIORNALE”
Autorizzazione Tribunale di Piacenza con decreto n. 4 del 4 giugno 1948
40° ANNO DI FONDAZIONE
Ho udito il Signore che diceva: "Chi manderò?"
Ho detto al Signore con gioia: "Se vuoi, manda me"
Bimestrale d’informazione e attualità
Fondato nel 1971: da don Dante Concari
Direttore responsabile: don Davide Maloberti
Direzione editoriale
don Renzo Corbelletta
Collaboratori: Paolo Labati ([email protected]), don Cesare Lugani, don Paolo Camminati, Sabrina
Mazzocchi, Loris Caragnano, Ennio Torricella, suor Luisella, Annalisa Cristofoli, Lorenzo Migliorini, Federico Zanelli, Michela Migliorini, Gianmarco Zanelli, Alberto Burgazzi, Michele Malvicini, Michele Anselmi, Chiara Ratti, Elena Fogliazza, Gianmarco Ratti, Gian Carlo Anselmi, Claudia Cigalla, Manuela
Gentissi.
Per le fotografie: Foto Cavanna, Oreste Grana, Foto Gaudenzi, Foto Stefano Maggi - “Il colore del Sole”.
Redazione, amministrazione e pubblicità: Pontedell’Olio - Tel. 0523 875328
Stampa: Grafiche Lama - Piacenza, Strada Dossi di Le Mose 5/7 Tel. 0523 592859
Le collaborazioni sono sempre gradite.
Articoli, suggerimenti, notizie, lettere.... possono essere inviate a:
- fax 0523 871610 - E-mail: [email protected]
Testi e fotografie non si restituiscono se non dietro espressa richiesta.
Il Nuovo Giornale del 16/09/2011 pubblica l’intervento in cui Mons. Gianni Ambrosio, vescovo
della Diocesi di Piacenza-Bobbio, annuncia nomine che toccano da vicino le nostre comunità:
- Don Renzo Corbelletta: Rettore del Seminario di Bedonia e del Santuario di Madonna di San
Marco;
- Don Cesare Lugani: parroco di Bacedasso Basso;
- Don Gigi Bavagnoli: parroco di Ponte dell’Olio;
- Don Piero Lezoli: parroco di Vigolzone e moderatore dell’Unità Pastorale.
AVV I S I
Domenica 9 ottobre verranno celebrate solo le seguenti S. Messe:
08,00: San Giacomo 09,00: Ricovero - 10,00: San Giacomo - 11,00: Riva
15,00: San Giacomo: Saluto a Don Renzo
Domenica 16 ottobre verranno celebrate solo le seguenti S. Messe:
08,00: San Giacomo - 09,00: Ricovero
16,00: San Giacomo - Ingresso di Don Gigi
Per preparare le celebrazioni di saluto ed ingresso:
• Sono tutti invitati a portare vivande per il rinfresco di domenica 9 e 16. Si prega di farle pervenire la domenica (9 e 16) mattina presso l’ANSPI dopo le ore 10.00 o nei giorni precedenti in segreteria.
• Tutte le comunità parrocchiali sono invitate a preparare una preghiera per don Renzo e don Gigi.
Venerdì 14 ottobre: Apertura del Catechismo alle ore 15,30 presso la Casa del Catechismo.
Domenica 23 ottobre: Ingresso di Don Renzo e Don Franco Cattivelli
in Santuario a Bedonia alle ore 16,00
Editoriale
Il saluto di don Renzo
G
li amici del “Ponte” mi hanno costretto a
scrivere l’articolo di “fondo”, ben conoscendo la mia ritrosia a scrivere… preferisco parlare.. forse anche troppo a volte, ma mi “tocca”.
In questi ultimi tempi sono stato sotto pressione
per le note vicende, per la precisione, è dai primi
mesi dell’anno che sono sotto tiro.
Mi hanno confortato soprattutto due frasi bibliche: la prima – “tutto è dono”, la seconda – “I
miei pensieri non sono i vostri pensieri..”.
Tutto è dono anche quando non lo comprendiamo. Il nostro Dio è misterioso, ci fa dei regali
grandiosi, ma i nostri occhi e il nostro cuore non
riescono a metterli a fuoco…. e magari li sottovalutano. Li comprendiamo quando ci vengono
a mancare. Così è il cuore dell’uomo: ballerino,
insicuro, instabile.
Quanto è vera la frase di Gesù: “I miei pensieri
non sono i vostri pensieri”. Se il mondo lo mandassimo avanti noi, chissà che guasti combineremmo… eppure, tante volte parliamo dall’alto
del nostro sapere (effimero) e abbiamo la pretesa
di dare consigli agli altri…. e non solo, ma anche a Dio!
Come siamo bravi noi a fare il mestiere di Dio,
ma per fortuna “Lui” non si cura del nostro blaterare, probabilmente ride di noi (anche Dio ha
bisogno di divertirsi) e manda avanti il mondo
e la storia come vuole Lui …. E allora che possiamo dire?, una sola cosa: “Grazie Dio!”.
E questo “Grazie Dio” lo faccio mio e lo estendo
a tutte le nostre Comunità Parrocchiali, ai sacerdoti che hanno condiviso con me questi anni
di apostolato, alle autorità pubbliche e civili, ai
consigli pastorali – economici, alle associazioni
di volontariato presenti in zona, a ogni collaboratore e a tutti gli amici che ho conosciuto in
questi quasi 15 anni.
Vorrei dire tante cose, ma mi è difficile esprimere i sentimenti e tutto quello che passa nel cuore,
allora mi affido alla bontà di tutti voi. Dico la
sola parola che conta: “Grazie!”.
Questa parola io la porterò nel cuore e la affido
a ognuno di voi. E’ la parola chiave che permette alla lontananza, ma anche alla amicizia, di
vivere e continuare a tenerci uniti.
Allora: “Grazie!”.
Don Renzo
Sarà a disposizione un pullman con partenza da Riva alle ore 13,00. Prenotarsi in segreteria.
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Per l'allestimento dell'immagine di copertina si ringrazia Alberto Cavanna
3
L'inizio di un nuovo cammino
Q
uando il Ponte entrerà nelle case
del paese sarò parroco, il vostro
parroco. Mi piace dire "vostro", perché nell'aggettivo possessivo c'è l'idea di
un'appartenenza, di un legame affettivo
e speriamo affettuoso.
Tutti si chiederanno: "come sarà il nostro
parroco?" e quelli che mi conoscono già,
almeno un po', si chiederanno: "come si
comporterà da parroco don Gigi?". Domande alle quali solo il tempo che vivremo insieme
potrà dare risposta.
Posso dire questo: quando quindici anni fa entravo come parroco al Preziosissimo Sangue, insieme a
don Riccardo Lisoni, ero molto più sicuro di me e di
come mi sarei mosso. Poi ho imparato, a mie spese
ma anche a spese dei parrocchiani, che è meglio non
avere troppi progetti, se non quello di ascoltare e di
condividere. Ecco, mi piacerebbe poter condividere
con tanti, se non con tutti, un pezzo di vita, fare
un po' di strada insieme, diventare un po' padre, un
po' fratello, in qualche caso ahimé un po' nonno di
ciascuno. E magari condividere quella Parola in cui
“Addio miei compagni, la mia opera è terminata.
Qui sulle rive del mare si scioglie la nostra compagnia.
Non vi dirò non piangete perché non tutte le lacrime sono un male”
i piace pensare a queste parole, utilizzate in un finale di un grande film per riflettere su questo intenso periodo per
la nostra parrocchia: addii, arrivi e conferme che ci proiettano nel futuro portandoci dietro ricordi importanti e
volti speciali. Ma anche attese che si rivelano e nuove persone con cui ci confronteremo e a cui ci affideremo sul nostro
cammino, che prosegue inesorabilmente verso obiettivi e traguardi da ricercare e cogliere con passione e coraggio.
I ricordi che ritroviamo oggi nel nostro zaino di viaggiatori sono sicuramente i suoi..quelli del mitico Don Renzo: la sua
tranquillità di fronte alla mole di lavoro che il nostro Paese comporta, la sua vitalità con tutte le persone, giovani e meno
giovani, il suo essere presente sempre con discrezione, il suo continuo correre tra un paese e l'altro, sulle nostre colline
che non dimenticherà.
Un'attenzione e un amore per il suo mandato che sempre lo ha contraddistinto nel suo vivere a Ponte.
Oltre ai ricordi di don Renzo nel nostro zaino, ora mettiamo anche delle nuove scoperte..
Nuove scoperte poiché due nuove figure abiteranno la nostra parrocchia.
Don Gigi e Don Giuseppe nei mesi scorsi hanno avuto il piacere e la fatica di conoscere il nostro paese con le sue potenzialità, la sua gente,le sue problematiche e i suoi desideri. Hanno saputo farsi apprezzare e conoscere e ora per loro è il
tempo di tendere la mano e trascinare la gente nella quotidianità della cristianità.
Il nostro zaino così è ricco di idee, aspettative di nuove persone ed esperienze lasciate da altri...ci lasceremo condurre,
consapevoli che la parrocchia siamo tutti noi e che si può essere gruppo solo coltivando stimoli e fidandoci di chi indica la via. Quello che è certo è che la parrocchia per anni è stato un faro importante nella vita di un paese, un luogo
di certezze e di lavoro concreto per giovani e adulti, un luogo vivo e animato per le persone anziane in cerca di nuovi
stimoli...l'obiettivo di tutti è che questo ambiente non muti i suoi caratteri; cambierà aspetto come è giusto che sia..chi
arriva porterà una freschezza e una idea nuova ma l'idea di una parrocchia libera, aperta,sognatrice deve continuare
a rinnovarsi nel tempo.
Un augurio quindi per tutti di trovare sulla propria strada persone decise a lavorare e ad impegnarsi per un futuro sereno
coltivando la propria idea di parrocchia. Grazie a chi parte con la consapevolezza di aver dato tutto e grazie a chi arriva
per iniziare un nuovo percorso. A tutti un buon inizio di viaggio... La comunità
M
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ho trovato e trovo ogni volta la gioia di
essere un uomo, di essere un discepolo
del Signore.
Mi conforta il fatto di avere accanto
a me don Giuseppe, tanti catechisti
e tanti ragazzi: tutte persone con le
quali abbiamo intrecciato relazioni e
amicizie, e condiviso problemi e fatiche. Mi conforta la semplicità con cui
in tanti mi hanno accolto, in questi
mesi di supplenza di don Gino. Certo don Renzo e
don Gino saranno per un po' punti di riferimento,
amici con cui confrontarci e da cui ricevere consigli
preziosi.
Posso dire che mi sento già un po' a casa a Ponte,
perché in questi ultimi anni, in particolare quest'ultimo, ho celebrato, ho incontrato, ho vissuto in mezzo
a voi. Mi auguro di crescere in questo sentimento e,
nello stesso tempo, di farvi sentire a casa quando ci
vedremo in Chiesa, o in canonica o per le strade del
borgo. E spero di potervi chiamare "miei" parrocchiani con la stessa libertà e amicizia con cui mi sento
già "vostro" parroco.
Don Gigi Bavagnoli
A don Renzo un saluto da don Gino
È sempre un piacere leggere alcune righe che un amico prima ancora che un don ci ha mandato. Quando gli
abbiamo chiesto di scrivere l'editoriale per la serie “I 40 anni del Ponte”, non sapevamo che sarebbe venuto a
coincidere con uno di quei momenti di passaggio che nell'ultimo anno la nostra comunità ha imparato a conoscere e ad affrontare. Anche in questa occasione i dubbi, le nostalgie e le insicurezze prendono il sopravvento
e non lasciano spazio alla curiosità e alla voglia di conoscere qualcosa di nuovo.
Credo fortemente che queste parole siano la testimonianza concreta che l'affetto e l'amicizia vanno ben oltre
la distanza fisica e testimonino che possediamo qualcosa di intimo e prezioso che prende il nome di ricordo.
Claudia
Il 9 ottobre, dopo 15 anni di servizio presso la nostra comunità, don Renzo saluterà Ponte dell’Olio …
È decisamente strano da parte mia non tanto darne
notizia, quanto, in questa occasione, tentare alcuni
liberi pensieri che definiscano un po’ l’orizzonte di
questo nuovo numero de “Il Ponte”. È strano perché tutto questo per me è stato l’altro ieri, perché
il 14 novembre scorso è stato proprio don Renzo
a salutarmi ufficialmente a Ponte dell’Olio, perché
non c’è stato giorno in cui in questi mesi non lo
abbia sentito, in cui non abbia trovato una scusa per
incontrarlo, per potermi sedere a tavola con lui o
prendere, semplicemente, un caffé al volo. Ma la vita
– lo sappiamo- ha i suoi percorsi e anch’essa talvolta
è davvero strana, talmente strana che spesso la comprensione delle sue trame preziose te la dona solo
alla fine, nella distanza o nella lontananza, inaspettatamente, come decide lei, con le sue forme, i suoi
modi, i suoi tempi e i suoi ritmi. In ragione di tutto
questo, ora come in passato, è per me davvero una
felice opportunità poter scrivere nuovamente una
pagina de “Il Ponte”, l’opportunità di poter fermare
una piccola parte della storia della nostra comunità
rimanendo semplicemente fedeli al proprio sentire e
restituire e donare con libertà pensieri, percezioni,
intuizioni, emozioni, sentimenti …
Sono stati anni belli quelli vissuti insieme con don
Renzo, credo che mai tanta diversità potesse convivere insieme: storie differenti, stili di vita completamente “altri” dall’altro, percezioni, intuizioni … spesso anche discordanti e dissonanti di fronte alle quali
però non abbiamo mai finto, ma abbiamo sempre
avuto la paziente umiltà di saperci raccontare e di
saperci umanamente com-prendere e capire.
Renzo è un caro affetto e così desidero comunicarlo
a chi mi chiede di lui. Non è vero – spero di non
scandalizzare nessuno con questa mia franchezzache i preti si vogliono sempre e tutti bene, parliamo
bene, ma razzoliamo male … c’è sempre, infatti, un
conflitto di interessi nelle nostre azioni, una sorta di
potere da dovere rivendicare a chi ti è vicino e quando nella tua vita compaiono volti amici benedici davvero Dio respirando l’inatteso profumo del dono.
Caro Renzo, in questo giorno in cui torni ai tuoi
monti, ti ringrazio per l’affetto e la stima che mi hai
sempre mostrato in questi anni, per la discrezione
con cui mi sei stato vicino in tanti momenti e per la
fiducia che mi hai sempre accordato nei tanti azzardi del mio lavoro. Ti ringrazio per la libertà del tuo
cuore, di quando insieme abbiamo lasciato cadere
le barriere della convenzione e della circostanza e
siamo stati umanamente umani uno di fronte all’altro, fragili, senza difese, semplicemente noi, Renzo
e Gino.
Grazie per come ti sei fatto strumento di Dio per
la nostra comunità, per tutte quelle gentilezze che
spesso solo alla fine cogli e toccano il tuo cuore.
Grazie perché non ti sei mai sottratto al confronto,
perché l’ospitalità ha sempre saputo raccontarti, perché hai sempre permesso che la nostra casa fosse
aperta e accogliente, perché il colore e la fantasia
dei nostri ragazzi potessero sempre danzare tra le
nostre mura.
Tre immagini mi legheranno sempre a te, sono parte
della mia intimità con te e spero, davvero, che non ti
imbarazzerai se te le dono donandole contemporaneamente anche a chi leggerà questa pagina. Con tenerezza e forza sono incise nel mio cuore le lacrime
di un buio e freddo mattino di inverno, il suono del
tuo “fischio” di quando alla sera rincasando spesso
tardi mi davi la buonanotte e il profumo del caffé
nella nostra cucina con cui auguravi a tutti la buona
giornata.
Che siano anni belli, d’incontri e di relazioni, di affetti e di legami, di semplicità di gesti e di tanta umanità… buona strada ovunque tu vada.
Gino
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Editoriale per i 40 anni
Anche il Parroco di Vigolzone cambia sede
S
ul settimanale diocesano Il Nuovo Giornale edizione del 18 settembre 2011 è stato reso noto il
mio trasferimento da parroco di Vigolzone a parroco
di Bacedasco Basso: ho accettato con serenità questo
atto dell’autorità ecclesiastica della nostra diocesi,
convinto che il Vescovo, al quale ho promesso riverenza e obbedienza durante il rito della mia consacrazione sacerdotale, mi aiuta in concreto a rispondere alla volontà di Dio che è sempre provvidenza
per ciascuno di noi. In realtà questa nomina non
mi ha sorpreso più di tanto, anche se, come è ovvio,
ha destato in me un certo rammarico per lasciare
una comunità dove ho lavorato tanto ed anche con
discreto successo e dove mi trovavo sostanzialmente bene. Il mio rammarico nasce anche per lasciare
tanti amici che nel corso degli anni ho incontrato,
molti dei quali son stati miei fattivi collaboratori e
che da queste pagine voglio profondamente e pubblicamente ringraziare. Il motivo fondamentale per cui
questa nomina non mi ha eccessivamente sorpreso è
perché il nuovo codice di diritto canonico, in un canone riguardante i parroci, stabilisce che essi siano
nominati per “un tempo determinato” che i vescovi
italiani hanno interpretato per ”nove anni”: io son
qui a Vigolzone da quindici dove appunto venni il
22 settembre 1996.
Questa nomina è giunta al compimento del mio trentanovesimo anno di sacerdozio: quando sono stato
ordinato prete era appunto il 21 ottobre1972 giornata missionaria mondiale. Sentii il pressante impegno
di essere annunciatore del Vangelo, per cui la mia
azione pastorale ha sempre cercato modestamente di
compiere scelte atte a far vivere e crescere la comunità cristiana. Mie guide sono state la costituzione
conciliare sulla Chiesa “Lumen gentium” e sui preti
“Presbyterorum ordinis”, il Sinodo Diocesano 1991
di Piacenza ed anche il Codice di Diritto canonico
che, con i loro enunciati mi son stati di valido aiuto per le mie scelte pastorali concrete. Questa nomina in particolare mi fa riflettere anche che la vita
di ciascuno è “dono e mistero”, ma ciò lo sento particolarmente vero per me che lungo questi anni mi
son sentito tanto amato da Dio: provengo da onesti e laboriosi genitori da cui nacqui il 31 dicembre
1947, che mi fecero battezzare il 1 gennaio 1948 e
che mi hanno insegnato a vivere concretamente e
nell’onestà verso tutti la mia fedeltà al Signore non
lasciandomi spaventare dalle varie vicende della vita
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La rubrica degli editoriali dedicati al 40° anniversario di fondazione de “Il Ponte” si avvicina al nostro tempo
e incontra Don Gino. Ripubblichiamo l’editoriale apparso sul N. 2 del 2005, riconoscendo nella dolcezza e nel
rispetto alcune parole-chiave fondamenta del dialogo che la redazione cerca di instaurare all’interno della
comunità.
Chiara
DOLCEZZA E RISPETTO
«Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto…»
(1Pt, 3 15-16)
che talvolta non sono sempre “esilaranti”. Come dissi
quando sono venuto mi son sentito mandato a tutti:
bambini - giovani - adulti - anziani - sofferenti e mi
sono impegnato per esser loro vicino memore di una
espressione di S. Agostino che recita appunto “io per
voi sono vescovo [per me traduco sono parroco] ma
insieme con voi sono cristiano discepolo di Cristo”.
La vita sacerdotale è una modalità di risposta alla
fondamentale vocazione alla santità ricevuta nel
battesimo. Ora serenamente continuerò a rispondere alla mia vocazione sacerdotale dove il vescovo
ha ritenuto opportuno di mandarmi come nel 1996
venni serenamente qui a Vigolzone dopo l’esperienza
di parroco a Chiavenna Rocchetta, Diolo e Prato Ottesola dove pure mi ero trovato bene e conserverò un
grato ricordo di Vigolzone e della sua gente buona e
laboriosa che da queste pagine cordialmente saluto.
Don Cesare
Con dolcezza e rispetto, dice San Pietro. E immediatamente il mio pensiero corre alla nostra vita, a quello che
vediamo e che si muove attorno a noi, a quello che più o meno direttamente ci coinvolge prendendoci con sé
ed il tempo e la storia, da questo punto di vista, sono inesorabili nei nostri riguardi. Un continuo appello alla
nostra libertà è quanto essi, infatti, non solo invocano, ma impongono al nostro vivere. Se e comunque noi
decidiamo di noi e della nostra vita anche quando questa sembra essere totalmente distante ed estranea alle
nostre decisioni. Siamo ospiti della terra – scriveva Dietrich Bonhoeffer nel campo di concentramento di Tegel
– la terra ci nutre avanza un diritto sul nostro lavoro e sulle nostre energie. Le dobbiamo fedeltà e gratitudine.
Non possiamo sottrarci alla nostra sorte, per cui siamo necessariamente ospiti e stranieri. Ma quanta dolcezza
e quanto rispetto abitano la nostra fedeltà alla terra? Noi alziamo sempre di più la voce quando comunichiamo: è urlando, infatti, che spesso ci scopriamo a rivendicare le ragioni del nostro essere. Il dialogo si arrende
all’aggressività dell’interlocutore, apparentemente più forte e riconosce nel tratto della brutalità della forza
la sua sola ragionevolezza. Non voglio perdermi nel ricercarne la causa di cui, sono sempre più convinto, la
paura e confusione, rappresentano il nutrimento maggiore, ma solo tentare di riflettere su questo accadere
che ci qualifica più di quanto non pensiamo.
La politica urla le sue ragioni, i dibattiti televisivi sono sempre più ad appannaggio di grida invereconde, le
nostre relazioni, i nostri incontri, la nostra ordinaria convivenza, naufraga spesso in questo vortice di non
ascolto. È da quando sono piccolo che sento parlare di noi che non ci guardiamo e non sappiamo ascoltarci.
Una stucchevole retorica circonda sempre questi pronunciamenti: che cosa è infatti mai cambiato! Questo è
l’uomo, questi siamo noi e questa è l’amara storia dell’uomo che continua da sempre a rivendicare ascolto e
tolleranza, ma sempre nella tutela dei propri spazi. Quando pensiamo alla storia, non è forse l’immagine della
guerra quella che più istintivamente balza ai nostri occhi?
Personalmente se riesco, non a giustificare, ma minimamente a comprendere il fatto che questa aggressività,
all’interno delle istituzioni civili, possa anche accadere, mi è invece totalmente incomprensibile ed ingiustificabile quando questa giunge a definire lo spazio dell’esperienza della fede. È, infatti, questo il luogo dove
San Pietro rivendica dolcezza e rispetto: nelle ragioni della nostra speranza. Quasi a dire che anche lo spazio
di Dio, talvolta, vacilla da questo punto di vista. Ma se Dio è amore e l’amore per l’uomo è ciò che qualifica
radicalmente il suo annuncio, come possiamo arrenderci, nel nostro essere credenti, alla possibilità di una non
dolcezza e di un non rispetto tra noi? Mi chiedo, ma quando parliamo o invochiamo Dio qual’é il confine tra la
mia parola e la Sua parola? Se il mio parlare distrugge l’altro, o non permette l’esprimersi dell’altrui differenza,
o se noi stessi percepiamo, innanzi ad un presunto parlare di Dio, che qualcosa di noi non sta vivendo, penso
più all’uomo intento a difendere e a tutelare un suo spazio e non lo spazio di Dio. Le ragioni della nostra
speranza non possono scendere dal legno della Croce di Gesù, dalle Sue parole di speranza radicale per la
vita e per la storia dell’uomo. L’amore di Gesù non era un amore a metà, ma nelle Sue braccia c’era tutta la
sua creazione: c’era anche il suo carnefice ed è questo l’incredibile che a volte ci spaventa facendoci chiudere
l’orizzonte dell’amore. La nostra Chiesa ha vissuto e sta vivendo vicende epocali serie e profonde. Per favore,
non chiudiamo le porte al dialogo e al confronto, non arrendiamoci al cinismo di chi chiude l’uomo in un
bieco meccanicismo, ma che la dolcezza e il rispetto definiscano sempre più il tempo di Dio.
Don Gino Costantino
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Villò, risistemare una chiesa. Una cura reciproca
Viaggio in Brasile
I
l vicario generale mons. Giuseppe Illica e il diacono Roberto Porcari, responsabile del centro
missionario diocesano mi hanno invitato con loro a
visitare il nord del Brasile, precisamente nella zona
di Picos, nello stato di Piauì, e nella zona di Boa
Vista nello stato del Roraima.
Occorre sicuramente un periodo di tempo lungo per
addentrarsi nelle problematiche esistenti, ma il clero
e laici sono sicuramente capaci di guidare gli ospiti
italiani ad un fruttuoso inserimento sociale per ritornare poi a casa con un qualcosa in più. Così è stato
anche per altri tre ragazzi italiani, accompagnati da
don Mauro Bianchi, con cui ho condiviso i primi
giorni a Picos: Gaia Paradiso, laureanda in economia alla Cattolica di Piacenza che ha raccolto documentazione per la sua tesi di laurea specialistica in
“social business”, Tino Braga di Castel San Giovanni,
pedagogista, che ha visitato le strutture educative
presenti in questo territorio così pieno di bambini
e di giovani, Donata Meneghelli corrispondente di
Libertà che ha pubblicato un reportage riguardo a
Picos sul quotidiano piacentino. Tutti e tre sono stati
molto coinvolti e sorpresi da questa esperienza.
Mi ha colpito molto la dinamicità della gente in città.
Si ha l’impressione che ci sia la possibilità per ciascuno di costruirsi un futuro. Ma i problemi a livello
sociale non mancano, i politici non sono ben visti
a causa della corruzione, c’è l’esigenza di uno stato
intermedio di associazioni che difenda i diritti delle
persone e crei un maggior senso di comunione.
Le comunità cristiane trovano un riferimento nei catechisti che curano le attività pastorali. I missionari,
ma in particolare i laici, anche italiani, tentano di
portare avanti progetti sociali che hanno contribuito
negli anni a smuovere le coscienze dei cattolici locali, invitandoli tramite un’esperienza di volontariato
ad aprire gli occhi sulla realtà di miseria e povertà
materiale e morale con la quale non avevano fino a
quel momento voluto confrontarsi. La sfida è di mettere questi progetti totalmente nelle mani dei laici
locali, rendendoli responsabili del loro futuro.
Nella missione nello stato del Roraima abbiamo incontrato don Giancarlo Dallospedale (che è anche
vicario generale della Diocesi) e la laica Giuseppina
Fiorani; le sfide più importanti che abbiamo colto a
Roraima sono: la crescita frettolosissima della capitale, che oggi conta circa 350.000 abitanti, ma che in
pochi anni raggiungerà gli 800.000; la mancanza di
una identità culturale, visto che la popolazione arriva
da ogni parte del Brasile senza l’idea iniziale di fermarsi se non per pochi anni; la questione indigena.
Quest’ultima è annosa: fin dall’inizio dell’invasione
dello stato (allora territorio) di Roraima, i padroni
della terra, gli indios Makuxi e Wapixana, sono stati
sempre trattati come gente di serie B, buoni al massimo per servire negli allevamenti di bestiame e comunque non padroni della terra. Solo pochi anni fa
il governo centrale ha riconosciuto la devoluzione di
una buona parte del territorio a loro, ma la reazione
locale è molto contraria e dura e la questione non è
ancora risolta. Gli indios vivono comunque una forte
dipendenza culturale e un forte senso di inferiorità.
L’aver visto direttamente i luoghi ed aver incontrato
le persone con cui i nostri missionari si sono rapportati, mi da una certa sicurezza nell’invitare altre
persone ad andare a visitare questa parte di mondo.
I missionari italiani hanno dato una testimonianza
molto apprezzata e la gente non dimentica il bene
ricevuto, la relazione avuta con loro.
Grazie a tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo viaggio.
don Giuseppe
Un momento di fraternità fra missionari a Boa
Vista.
8
“Cos’è dunque l’essenza dell’abitare? E’ essere posti nella pace,
rimanere nella protezione entro
ciò che ci è parente e che ha cura
di ogni cosa nella sua essenza. Il
tratto fondamentale è questo avere cura[…]L’abitare, in quanto
mettere a riparo l’essenza delle
cose, rimanda al costruire e la
sua essenza è il far abitare ovvero edificare luoghi disponendo i
loro spazi”
(G. Giordano, La casa vissuta)
L
a parrocchia, immagine della
cura di Dio per gli uomini, ha
bisogno di cura. Il luogo fisico
nel quale dovrebbe manifestarsi la cura che il Padre ha per gli
uomini, è esposto e dipende dalla cura che questi
ultimi hanno nei suoi confronti.
Ogni domenica, e non solo, cerchiamo pace, serenità, ascolto, riposo in Dio, desideriamo la sua cura
per la nostra vita, ma sappiamo che questo desiderio
ha bisogno di un luogo nel quale essere vissuto; non
sempre è e deve essere la chiesa del paese o del
quartiere, ma sicuramente quello è il luogo nel quale comunitariamente possiamo vivere quel desiderio.
Però tutti, più o meno, sappiamo che quel luogo,
ha bisogno di essere pulito, accogliente, sano, caldo,
curato insomma.
Ecco allora che la fatica, lo sforzo, a volte il sacrificio
che una comunità compie per prendersi cura dell’edificio parrocchiale non è che un altro modo per invocare la cura di Dio su di essa. Prendersi cura della
propria chiesa, con il sentimento e la professionalità
dovute, significa anche chiedere che Dio continui a
prendersi cura di noi, della nostra comunità.
Ovvio che ci sono altri luoghi nei quali si manifesta
la cura di Dio per l’uomo, ma se la nostra storia ci
ha consegnato la “parrocchia” come casa di Dio tra
le case, non possiamo non riservarle un’attenzione
particolare.
A Villo’ abbiamo messo in atto questa cura per la
nostra Casa. Ciò che ora appare, come sempre, è l’esterno, il “vestito”, ma l’intervento sulla nostra chiesa
è stato ben più radicale, e per questo più oneroso. Abbiamo cominciato con la sistemazione esterna
per lo smaltimento delle acque meteoriche, smaltimento che prima era a perdere con gravi infiltrazioni di umidità nelle fondamenta. Poi c’è stato lo
scrostamento dell’intonaco esterno vecchio rovinato
dall’umidità e il rifacimento dell’intonaco nuovo con
materiali innovativi in grado di
resistere più a lungo all’umidità e all’acqua. Prima dell’ultimo
passaggio della verniciatura
dell’edificio, c’è stata un’accurata pulizia di tutte le parti dell’edificio non soggetto allo scrostamento dell’intonaco.
Non solo colore quindi, ma
anche tutta una serie di lavori
molto meno visibili ma certamente importanti, che dovrebbe consentire alla nostra bella
chiesa, che da sempre è stata
custodita con cura e passione
dai parrocchiani e dai parroci
di Villo’, di resistere alle intemperie e al passare degli anni
con una certa dignità.
Un grazie a tutta la comunità di Villo’ che sta sostenendo e sosterrà le spesa di questa sistemazione.
Tutti noi desideriamo la cura di Dio, ecco perché
abbiamo voluto la nostra chiesa ancora più bella e
sana.
La comunità parrocchiale di Villo’
La nossa ciesa
Tant cme una bella donna innanz cun i’ann
Taccäva saltä fora tütt ill mangagn.
Dal so rughi e dalla so etä,
at capiss cul ca l’ha passä:
ann d’intemperii, inveran frëd e nebbius
e adess anca i pisson poc rispettus.
La nossa ciesa…
Dua um bättezza i noss ragass
e po i’um vist a spus; dua un benedì i nos mort;
dua um cundivïs mumëint bei e dulurus,
l’äva pers al so aspett decurus.
E allura, sa për al’malä a sciama al dutur,
chimò sërviva la man d’un bon pittur.
E adess guardäla! L’e turnä al so antïg splendur!
Bella…, fora e deintar
da i so mür ai pavimeint
as pol propria dì
ca al restauro l’e riuscì.
Hoi esagerä un po’?
Si, però l’è la cà dal Signur
L’è bella la nossa ciesa…
L’è la ciesa ad Villò!
Isa Adorni
9
16 Agosto 2011, festa di San Rocco
O
gni giorno passiamo davanti all’oratorio di San
Rocco innumerevoli volte… è una presenza
che ci accompagna da sempre... la facciata è così
dal 1803-1804. Una volta all’anno diventa il centro
della festa religiosa e civile della nostra comunità
che festeggia con particolare solennità la ricorrenza
patronale. Anche quest’anno la festa di San Rocco
è stata occasione per ritrovarci insieme, per trovare
uno spazio, un momento di riflessione e preghiera,
pur tra il chiasso delle bancarelle e della fiera. La
devozione a San Rocco ha radici antichissime nella nostra comunità, un ex voto per la liberazione
dalla pestilenza portò i nostri padri a costruire, con
un grande impegno comune di tutti i pontolliesi di
allora, verso la fine del 1400, un oratorio dedicato
a San Rocco che certamente era uno dei primi a
lui dedicati. Il vecchio oratorio ormai decadente tra
il 1606 e il 1612 fu sostituito nella forma che oggi
conosciamo ad opera della Confraternita dei Disciplinati di San Rocco. Nel corso dei secoli tante volte
i pontolliesi hanno innalzato suppliche e preghiere
per avere protezione durante le epidemie di peste
e di colera, i registri parrocchiali ci raccontano che
nel 1835 e in particolare nel 1836 “….fu fortissima la
devozione al santo protettore con larghissima partecipazione tant’è che il podestà Pattoni e il prevosto
Caneva fecero porre, il giorno della festa, la statua
grande di San Rocco nella piazza tanta era la ressa
di popolo all’interno dell’oratorio..” e sempre le cronache ci raccontano che in quella circostanza “ ..solo
sette perirono per il morbo mentre non vi fu paese
ossia borgata che non abbia sofferto moltissimo di
più.” Oggi la devozione si esprime
in modi rinnovati. Ricorda il passato con la tradizione dei ”micchini di
san rocco” e vive il presente con la
celebrazione della liturgia solenne a
cui partecipano le Autorità e le Associazioni del nostro paese. La nostra comunità invita tutti a rinnovare
nell’offerta del cero un segno che ci
lega alla nostra storia, alle radici da
cui proveniamo, ma soprattutto e anzitutto vuol essere invito e impegno
a vivere, ciascuno nel proprio ruolo,
l’unità che diventa momento di pace
e di crescita per tutti noi. La supplica
a San Rocco nei secoli è stata quella
di liberarci dalle pestilenze, oggi è
supplica a liberarci dalle nuove pestilenze… Don Renzo ogni domenica ci ricorda nella liturgia eucaristica quali sono le nuove pestilenze..
“Liberaci Signore dal nostro odio,
dal nostro egoismo dalla nostra violenza…e così ha pregato il vescovo
Giorgio Corbellini che ha presieduto
la celebrazione .
antonio
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A Riva la festa della Madonna della Neve
A
nche quest’anno il Santuario della Madonna della Neve di Riva ha celebrato la festa mariana che ricorda una miracolosa nevicata avvenuta a
Roma un 5 agosto nel IV sec., come segno concesso
dalla Madonna a dei noboli romani che volevano
erigere una chiesa in Suo onore. Secondo la tradizione secolare, così nacque la Basilica di Santa Maria
Maggiore di Roma.
Come sempre, la ricorrenza ha richiamato molti fedeli che hanno partecipato alle messe del mattino e
alla processione serale.
Non si sa a tutt’oggi quale sia l’origine di questo
culto in val Nure e in particolare nella Parrocchia di
Riva. Il primo nucleo dell’attuale santuario sembra
essere la capella meridionale, dove è conservato un
affresco risalente, pare, al 1500. Si tratta di un’immagine della Madonna in trono col Bambino, eseguita
da un ignoto pittore locale.
In un documento del 1560 l’immagine viene denominata “ Nostra Signora della Maestà “ , mentre due
anni più tardi è definita “ Nostra Signora della Neve”.
Successivamente quello che doveva essere un modesto sacello di campagna fu inglobato nella più ampia
struttura dell’attuale santuario, segno della diffusione
del culto in questo luogo, forse a seguito di un miracolo narrato in un ingenuo ex voto conservato nella
cappella .
Di alcune opere contenute nella nuova chiesa conosciamo la data: la statua lignea della Madonna,
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che sovrasta l’altare maggiore, opera dello scultore
Ghernaert, è del 1739 e la pala marmorea dell’altare,
di grande interesse per la complessità e la bellezza
dell’intarsio,porta la data del 1704.
La quantità di ex voto appesi nella cappella testimoniano quanto sia stato vivo nei secoli il culto della
Madonna della Neve, prodiga di grazie per i suoi
devoti.
Certo, nel tempo sono cambiate le modalità in cui la
devozione si esprime.
Nei miei ricordi di bambina rivedo Anna e Silvio che,
agili e spericolati, in piedi sul cornicione della chiesa, nei giorni precedenti la festa, spazzavano via la
polvere e lavavano i finestroni sovrastanti; gli uomini, nel piazzale antistante la cappella e la sacrestia,
piantavano lunghi pali per sorreggere un ampio telo
grezzo che avrebbe ombreggiato le numerose bancarelle di dolci e giocattoli.
Le donne pulivano la chiesa e il piazzale, lucidavano
le panche e chissà che altro, mentre noi bambini, incuranti del pericolo,ci aggiravamo in quel gran polverone, tanto nessuno badava a noi.
Intanto le ultime sere della novena, le “ canterine”,
guidate dal sig.. Nardo Spelta all’armonium, provavano a più voci canti della tradizione popolare più
o meno antichi, alcuni bellissimi, che non ho più
sentiti: che peccato!
La vigilia poi aveva altri suoni, movimenti e profumi:
pane e torte cotte nei forni a legna dell’abitato.
Il giorno della festa iniziava all’alba con l’arrivo delle bancarelle e con le prime messe, sempre affollate. Fuori dalla chiesa i commerci di articoli rivolti
soprettutto ai bambini. La sera la statua della Madonna, portata a spalle dalle ragazze, percorreva in
processione le sttradine dell’abitato; dalle
finestre pendevano le coperte e le lenzuola
più belle e sui davanzali brillavano lumini
e candele: ci sentivamo benedetti e protetti.
Ora i ritmi del tempo sono cambiati e così
l’espressione della fede popolare, ma non
la fede stessa. La festa è celebrata con maggior sobrietà, ma le messe vedono accorrere molta gente e la processione, che porta
la benedizione di Maria alla casa di riposo”
Balderacchi”, è sempre frequentata.
E’ scomparsa la “ fiera”, ma è rimasto l’aspetto strettamente religioso che più importa.
Fuori dalla chiesa il 5 agosto c’è un’unica
bancarella di giocattoli che fa magri affari, mentre è
presa d’assalto la bancarella dove le parrocchiane offrono torte, ciambelline, pane casereccio in cambio
di contributi alla manutenzione del nostro Santuario.
C.V.
Eugenia Merlini si racconta...
La centenaria di Pontedell'Olio nel giorno della festa per il suo centesimo compleanno racconta la sua
storia alle telecamere di Ponte Magazine (servizio del 21 agosto 2011). L'intervista inizia con il racconto
della sua gioventù, dei suoi tanti anni trascorsi a lavorare nelle vigne e si snoda fra le simpatiche battute
in dialetto della signora Eugenia e i ricordi di un'infanzia caratterizzata da povertà e miseria, in cui non
c'era nient'altro da mangiare se non erba selvatica.
Un ricordo della festa di compleanno.
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VACANZE A PRADOVERA
Prado by night, happy Prado, PCC (Pradovera che
conta) e Polo Nord, quattro le camere che hanno
dato vita al campeggio che i ragazzi di Vigolzone
hanno vissuto dal 30 luglio al 7 agosto. Nove giorni trascorsi tra i monti dell’alta Valperino, caratterizzati da escursioni, giochi in gruppo, momenti
di preghiera e tanta allegria, il tutto condito da
prelibati manicaretti preparati dalla mitica cuoca
Alba.
Grazie al bel gruppo di ragazzi, noi educatori siamo riusciti con inaspettata facilità a vivere una
settimana non solo di divertimento, ma anche di
condivisione di momenti forti, quindi….
Grazie a voi ragazzi che ci avete fatto sentire non
solo educatori, ma soprattutto vostri amici.
LA PAROLA AI RAGAZZI
Settimana ... FANTASTICA
Gruppo ...AFFIATATO
Educatori ...IL TOP
Incontro con Dio ... FONDAMENTALE
Vi aspettiamo il prossimo anno ancor più numerosi e più carichi che mai per rendere una piccola
parte della vostra vacanza indimenticabile.
Gli educatori
A
nche quest'anno ho voluto vedere il mio nome tra l'elenco dei partecipanti alla vacanza proposta dalla parrocchia,
dopo un anno di attesa il 30 agosto partimmo alla volta di PRADOVERA. C'erano ragazzi nuovi, ma subito, si sono
integrati nel gruppo. La presenza di Dio nel gruppo era concreta, piccoli grandi si davano una mano nel superare le difficoltà di ogni giorno (nostalgie, "mal di pancia", difficoltà del cammino). La Santa Messa celebrata nel bosco mi ha dato
l'opportunità di riflettere, di sentirmi faccia a faccia con Dio... un'emozione indescrivibile!
E come scritto nell'invito alla vacanza "questo è il segno di una vacanza che vorrei potesse non finire mai!".
Ps. Se la settimana è stata fantastica credo di dover ringraziare chi ha dato tanto impegno, tempo, volontà, voglia di farci
crescere... GLI EDUCATORI!! Ma anche chi ci ha fatto avvicinare a Dio... DON CESARE! Un grazie va anche a lei, che
dopo le camminate ci ha fatto "rinascere" con la sua cucina, la cuoca... ALBA!!!
W sempre e comunque la Prado by night.
Greta
Un’altra estate a Pradovera, il posto dove ognuno riesce ad essere se stesso e dove la parola chiave di tutto è INSIEME.
Camminare INSIEME, pregare INSIEME, parlare, ballare, cantare, giocare INSIEME e tante altre azioni che hanno riempito
questi sette giorni. In questa settimana tutti noi abbiamo fatto esperienze fantastiche, come la messa nel bosco, e anche
se nel nostro piccolo, abbiamo fatto piccoli passi avanti e come su una nave abbiamo collaborato per poter continuare
a farla navigare...
Stefania
Pradovera, anche se piccola è ricca di emozioni che danno vita alla nostra vacanza:
piena di passeggiate che piano piano nel corso della settimana possiamo fare guidati dagli educatori, i giochi che tutti i giorni cambiano in base alla guida dei pirati,
i momenti di preghiera che facciamo tutti insieme e il conoscere nel profondo le
persone che anche se vicine non conoscevamo bene.
Lucia
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Per me la vacanza a Pradovera di quest’anno è stata un’esperienza divertente
e istruttiva sull’amicizia e la felicità dello stare insieme. Durante le passeggiate
abbiamo imparato a rispettare il passo e le caratteristiche di ognuno di noi e nei
momenti di gioco ci siamo divertiti insieme. Non tutto è andato come si sperava...
ma anche se ci sono stati momenti di paura e rabbia il bello della vacanza è stato
proprio vivere ogni cosa insieme!
Martina
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RESY: UNA STORIA....
RESY E’ UNA STORIA
Al primo turno, quello dei ragazzi più giovani, eravamo in 52, al secondo, per quelli più grandi, eravamo
in 62.
Centoquattordici nomi che allungheranno la fila di
quelli già presenti nei registri di Resy, conservati nella Cappellina della casa. Perché questo è Resy, una
storia, con tutte le fatiche e le ricchezze che una storia comporta: alti e bassi, lotte e pace, costruzione e
ristrutturazione, prospettiva e memoria.
L’Azione Cattolica di Piacenza-Bobbio è da più di
quarant’anni che considera la casa di Resy come un
elemento fondamentale della propria proposta educativa e associativa: la bellezza del luogo, lo stile di
comunione e sobrietà, la condivisione del servizio
per mantenere le casa e della fatica nelle escursioni e
la spiritualità sono alcuni degli ingredienti che mantengono viva e vivificante questa esperienza.
E poi ci sono le persone, perché sono loro che fanno la storia. Quelle che ci sono passate una volta e
quelle che potrebbero salire a memoria il sentiero da
S. Jacques; quelle che ci sono state tanti anni fa e “…
ma non era così!” e quelle che conoscono a memoria
ogni asse e trave della casa; quelle che non ci torneranno mai più perché quei tornanti che salgono da
Verres sono terribili e quelle che non possono fare
a meno della sosta all’autogrill di Viverone, quelle
che…”un cielo così non l’ho mai visto!”, quelle che…
A noi dell’Azione Cattolica che la proponiamo, piace
però pensare – e sperare – che ciò che rimane alle
persone che salgono a Resy sia la memoria di una
“prossimità” all’Altissimo vissuta in una rete di relazioni con le altre persone, in uno stile semplice ma
profondo. Per noi dell’AC, Resy non è una vacanza,
ma un’esperienza di Chiesa.
Spero che i ragazzi delle nostre parrocchie che
quest’anno sono stati a Resy abbiano fatto questa
esperienza: cinque nel turno dei ragazzi (Greta, Nicole, Leo, Riccardo e Fabio) e quattordici nel turno
dei giovani. Quando un’esperienza è bella è sempre
arricchente; facciamo che questa ricchezza arrivi anche nelle parrocchie di questi ragazzi.
don Paolo
RESY: SOGNO O REALTA’
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Quest'anno siamo andate per la prima volta a Resy;
abbiamo apprezzato tantissimo questo luogo perché,
oltre ad essere immerso nella natura, è tranquillo e
sereno: tra suoni di chitarra e scampanelli del bestiame, si libera la mente dai problemi e si respira
costantemente una forte sensazione di pace.
All'inizio si pensava che non riuscissimo a socializzare bene,invece...si arriva ad un punto dove si desidera solo quell'essenziale, che ti porta a far brillare il cuore di gioia e di una splendida amicizia.
Le escursioni sono state lunghe e faticose ma una
volta arrivati a destinazione, i nostri sforzi venivano ripagati dal panorama mozzafiato. Le serate erano organizzate con giochi, balli, canti e altre attività
molto divertenti e naturalmente, non sono mancati i
momenti di preghiera.
A Resy ti senti in famiglia, non si ha paura di essere
se stessi, gli amici ti ammirano per quello che sei,
non tanto per la quantità di quello che doni, ma per
la qualità.
Aspettiamo i “dopo Resy” per poter rivedere tutte le
stupende persone che abbiamo conosciuto in questa
avventura! Resy ci ha lasciato un'intensa emozione
che resterà per sempre nel profondo del nostro cuore, sperando di poterla rivivere anno dopo anno.
Il gruppo di Ponte: Chiara, Rita, Giorgia e Sara
Resy 2011 verso l’alto
Grazie ai calorosi compagni d’avventura che riscaldavano le gelide giornate d’estate, alle lunghe camminate, dove la meta sembrava irraggiungibile, e ai
momenti di riflessione utili per darci sempre un insegnamento e talvolta chiarire qualche dubbio abbiamo capito che Resy si può portare nel cuore ma non
si può vivere altrove.
Qualsiasi altra cosa potessimo dire non sarebbe percepita come meriterebbe perché per capire ciò che
ha lasciato in noi Resy ci sarebbe solo una soluzione:
VIVERLO!
Quelli di Vigolzone: Barbara, Francesca, Marco,
Sara e Samuele
....VERSO L’ALTO
“VERSO L’ALTO”
Ci sono luoghi in cui soffia lo Spirito, uno di questi
è Resy. Quest’anno il tema affrontato nel turno dei
giovanissimi era “verso l’alto”. Un tema ampio che
abbiamo trattato suddividendolo in tre argomenti:
affettività, fragilità e cittadinanza. Abbiamo dialogato, con l’aiuto degli educatori, e ci siamo confrontati
con le nostre paure e le nostre relazioni. Insieme
abbiamo riflettuto sull’amicizia, sul suo significato e
sul suo valore; un’amicizia è tale se è condivisa e
coltivata, deve essere curata e alimentata. Amicizia è
due, che a sua volta è contrario di uno, infatti quando si ha l’amicizia non si è più soli. Più profondo è
stato meditare sulla fragilità; dobbiamo riconoscere
ed accettare le nostre fragilità per evitare che esse
abbiano il sopravvento sulla nostra vita e superarle
dove è possibile. Ci rendiamo conto che molte persone hanno delle paure nascoste che faticano ad ammettere, ma spesso questi timori rendono più forti,
se siamo in grado di dominarli. Siamo più saldi nella
vita se sappiamo accogliere la fragilità dei giorni che
passano e se la sappiamo impiegare come pane del
nostro futuro. Il terzo argomento era la cittadinanza,
in cui abbiamo parlato del nostro ideale di città, il
tutto approfondito dal lavoro di costruzione di un
plastico su ciò che riteniamo manchi di utile in una
città come Piacenza. Resy è un ottima occasione per
riflettere e per crescere, sempre. Nel nostro lavoro di
approfondimento abbiamo esaminato la vita di alcuni personaggi rilevanti in quanto modelli di fede cristiana. Uno fra questi il giovane Pier Giorgio Frassati,
di cui porta il nome un sentiero di Resy. Ed è proprio
lì a Resy che si impara a seguire gli obbiettivi e a
puntare in alto, verso quel qualcosa in più…
“Possa il cielo ascoltare le parole ricamate sulla trama dei nostri sogni e sulle nostre dimore provvisorie, nel profondo dei nostri cuori, nel segreto dei
nostri passi…”.
Gli amici di Villo’: Marco, Marina, Alice, Beatrice e
Riccardo.
Le parole dei più giovani
Resy è stata una vacanza che mi ha dato l’opportunità di condividere con altri ragazzi un percorso spirituale molto bello. Spero non finisca mai! Riccardo
La mia prima vacanza a Resy è stata un’esperienza
bellissima, che non dimenticherò mai. Voglio andarci anche il prossimo anno!
Leonardo
L’avventura di Resy
Resy è stata un’ esperienza fantastica dove ci hanno
dato l’opportunità di riprovare l’ emozione di far nascere delle amicizie che col tempo possono diventare più solide o rimanere come sono nate.
Oltre a questo, a Resy ho potuto vivere un’ esperienza in alta montagna suggestionato da paesaggi
stupendi. Grazie a questo mi sono potuto rendere
conto di quanto siamo piccoli e indifesi rispetto alla
natura. E’ un posto tranquillo dove vivere a contatto
con Dio e con gli altri. In questa vacanza ci sono
stati momenti di felicità, di serietà e di tristezza, insomma, emozioni forti ma quotidiane. Io consiglio
questa vacanza a tutti perché è un momento di serietà ma anche di felicità!
Fabio
Resy è stata un’esperienza non da tutti i giorni che
mi ha affascinato moltissimo. Mi ha dato la possibilità di conoscere nuove persone. Le escursioni, anche
se faticose, sono state piacevoli. Le persone che ci
hanno assistito ci hanno insegnato a stare in sintonia
con la natura. Resy aspettami che sto arrivando!!!
Greta
Per me Resy è stata un’esperienza bellissima, ho conosciuto nuovi posti e nuove persone. Io spero di
poterci andare tutti gli anni e scoprire nuovi posti e
persone bellissime.
Nicole
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Notizie dalla Comunità
Una frase per Torrio...
I ragazzi della Polisportiva Pontolliese quest’estate
hanno trascorso alcuni giorni in ritiro a Torrio, di
seguito pubblichiamo le loro impressioni.
Grazie ragazzi e grazie alle famiglie che ci hanno
dato l’opportunità di trascorrere meravigliosi giorni
in allegria e spensieratezza.
gli allenatori
Torrio è la corsa sfrenata per organizzare in ogni dettaglio la permanenza...è la preoccupazione di dimenticare il necessario per la sopravvivenza..è la speranza che le previsioni atmosferiche siano favorevoli...è
la gioia e la felicità che leggo nei giorni precedenti
sui volti dei bambini...è la nostalgia quando saluto
ragazzi e famiglie e torno a casa.
Matteo.
Torrio è l’impazienza e la gioia dell’attesa..la felicità, l’allegria, la fatica, le sudate, gli allenamenti,
le lunghe camminate, l’arrivo sulla cima del passo
Crociglia, gli scherzi e le chiacchierate durante la
permanenza.Quando poi si riparte per tornare a
casa c’è già nostalgia per questo posto bellissimo,
insieme alla speranza per il prossimo anno di essere
ancora più numerosi. Infine un grazie speciale a tutti i nostri allenatori che ci hanno permesso di vivere
questa bella esperienza.
Thai
Anche quest’anno come lo scorso gli allenatori ci
hanno dato l’occasione di andare in vacanza in un
posto che per me è stato bellissimo: Torrio. Ci siamo allenati a giocare a pallone, abbiamo fatto lunghe camminate, nei momenti liberi organizzavamo
dei tornei di ping-pong e alla sera degli ultimi due
giorni abbiamo deciso per un torneo con la play.
Ogni giorno il divertimento era assicurato; facevamo
diverse ammucchiate e per me questi 4 giorni sono
stati stupendi e istruttivi per aiutarci a vivere insieme. Mi ritengo veramente fortunato ad aver vissuto
questa esperienza a contatto con la natura insieme
ai miei migliori amici, confrontandoci e sopportandoci, litigando e aiutandoci. Gli allenatori si sono
dimostrati eccezionali. Molto pazienti con noi, guide
instancabili ma soprattutto insostituibili amici, partecipi ai nostri giochi e alle nostre camminate. Si sono
dovuti improvvisare medici, genitori, cuochi e fare
le pulizie. Io augurerei a qualsiasi bambino di poter
fare questa indimenticabile esperienza.
Per me l’esperienza a Torrio è stata come una botta
di felicità che non dimenticherò; soprattutto perchè
l’ho vissuta con i miei amici.
Giacomo
La vacanza a Torrio seppur breve, ma intensa, è stato
un modo per vivere esperienze divertenti condivise
con gli amici e gli allenatori.Grazie di tutto e alla
prossima volta
Federico
E’ il secondo anno del nostro ritiro a Torrio! Bhè...
Secondo me un’esperienza da ripetere sicuramente con un po’ meno camminate ma quello che mi
piace sempre di più è giocare e confrontarsi l’uno
con l’altro perchè ci aiuta a capire il carattere dei
propri compagni. Comunque grazie anche ai mister
per tutto quello che avete fatto anche quest’anno.
Andrea
Ricordando la mia vacanza a Torrio posso dire di essermi divertito molto a giocare con i miei amici e gli
allenatori. La cosa più divertente è stata senz’altro
l’ammucchiata anche se capitava spesso di prendere
qualche bottarella! E’ stato bello anche fare le camminate all’aperto anche se alla sera eravamo molto
stanchi!
Quando però ci ritrovavamo alla sera tutti insieme
era bellissimo!.
Luca
L’esperienza di Torrio è stata molto bella..arrivati
là ero emozionato perchè dormivo fuori casa per
ben 3 giorni!!...la vacanza non è incominciata molto
bene e io volevo andare a casa quasi subito perchè
non tutti andavamo d’accordo; invece poi mi sono
divertito moltissimo e spero che il prossimo anno
torneremo a Torrio per una nuova bellissima esperienza.
Federico
18
Giancarlo
e dai monti al mare
Un saluto da Gatteo mare da Marco,
Sandra e Michele durante la loro settimana di vacanza avvenuta a fine
agosto.
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Un Ponte
lungo
40 anni
1998 – L’anno si apre con la lettera indirizzata dal vescovo a tutte le famiglie della Media Val Nure per annunciare la prossima Visita Pastorale nella nostra zona; a pag. 3 Mons. Monari scrive, riprendendo le parole
di san Paolo: «Ho un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché siate fortificati,
o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in comunione, voi ed io». Sempre
nel numero di gennaio troviamo anche traccia dell’intervento condotto da Gianmarco Ratti, relativo all’emittente TelePonte, nell’ambito del Convegno Diocesano sui Mass Media: «La parrocchia non è la “voce del
padrone”, ma compie lo sforzo di attrezzare uno spazio di dialogo in cui le persone e le idee possano incontrarsi e trarre comune arricchimento […] Siamo portatori consapevoli di un piccolo patrimonio di libertà, che
per non svanire ha bisogno di allargare i propri confini».
Nel numero di aprile la copertina è rappresentata da una foto d’epoca (riportata qui sotto) tratta dalla mostra
iconografica ospitata in quel periodo a Grazzano Visconti dal titolo “Le comunicazioni locali in provincia
di Piacenza. Dal tramway a vapore alla ferrovia elettrica”, fruendo il materiale messo a disposizione
dai collaboratori del gruppo di ricerche storiche pontolliese animato da Giancarlo Anselmi. Sfogliando le
pagine del N. 2 apprendiamo che domenica 8 marzo la nostra unità pastorale ha festeggiato i tre anni della
comunità “Luna stellata” di Justiano nata con l’obiettivo di accogliere giovani mamme che seguono il programma terapeutico di recupero con la possibilità di avere accanto i propri figli. L’occasione è particolare
perché segna l’inizio di una nuova collaborazione con la nostra comunità che ha messo a loro disposizione
un appartamento nella Casa della Carità, al piano superiore della Casa del Catechismo. Il numero di Maggio
è ampiamente dedicato alla Visita Pastorale del vescovo, impegnato ad incontrare le diverse realtà attive sul
territorio e sempre sul n. 3 si celebra il 15° anniversario della Pubblica Assistenza unitamente all’inaugurazione del sagrato della chiesa della Beata Vergine di Bicchignano. A giugno il nostro giornale riporta l’inizio di
un’importante iniziativa: 11 bambini russi, provenienti dalla zona di Tula, ancora segnata dalle conseguenze
del disastro radioattivo, sono ospitati da altrettante famiglie pontolliesi; «un ponte di solidarietà internazionale
che rappresenta una finestra aperta su problematiche geograficamente lontane da noi ma ben riconoscibili
nei volti dei bimbi che hanno partecipato alla vita della nostra comunità».
L’ultimo numero dell’anno ospita un breve resoconto relativo ai primi passi mossi nella Media Val Nure per
l’avvio di una nuova missione popolare a fine novembre, tra le iniziative anche un ciclo di incontri di approfondimento e riflessione iniziato con l’intervento di Don Roberto Tagliaferri sul tema «Quale linguaggio
per la missione?». Tra le notizie riportate anche l’anniversario trentennale del Coro Montenero, celebrato
per l’occasione con la preparazione del primo cd musicale.
20
1999 - Nei primi mesi dell’anno viene apportata un’importante modifica per la chiesa di San Giacomo: viene
sostituito il congegno meccanico che regolava il campanile di San Giacomo. Si trattava di un meccanismo
vecchio di 100 anni, che rappresenta comunque una parte di storia per la parrocchia. Il secondo numero del
giornale dedica alcune pagine all’archeologia industriale pontolliese e alla storia delle fornaci, simbolo
del paese. Un altro simbolo del paese, il Fontanasso, viene restaurato nei primi mesi dell’anno e si ripercorrono le sue origini come lavatoio pubblico, creato nel luogo in cui sgorgava un’antica fonte. Nel numero del
mese di maggio compare lo spazio giovani dedicato alla riflessioni dei ragazzi sul tema del viaggio svolto ad
Assisi insieme a Don Gino. Pontedell’Olio spicca anche per la rilevanza che offre ai canti corali, tra i quali
occorre ricordare l’attività del coro Montenero. Il numero che compare dopo l’estate apre con un articolo dedicato a Suor Dina in occasione della festa dell’”Angil dal Dom” che viene consegnato alla suora piacentina
che ha dedicato gran parte della sua vita missionaria all’assistenza dei bambini in Colombia. Padre Giancarlo
Passerini viene nominato Visitatore della Provincia Romana della Congregazione della Missione; l’articolo riporta che “ora nuovi impegni lo attendono. Sappiamo, però che, appena possibile, tornerà in mezzo a noi per
condividere momenti di preghiera e fraternità”. Il penultimo numero dell’anno apre con l’immagine dell’organo Sangalli, situato in San Giacomo, a cui viene dedicato un libro. Lo spazio giovani di questo numero è
dedicato ai pensieri raccolti sul cammino di Santiago che ne descrivono la magia e la bellezza. Il numero,
uscito nel periodo natalizio, apre all’insegna dell’iniziativa “Viviponte”, nome per indicare un’associazione
di volontari che si impegna ad organizzare iniziative che hanno la finalità di promuovere il paese e i prodotti
locali. Il diacono Stefano Antonelli, che ha operato a Pontedell’Olio per qualche tempo, viene ordinato
sacerdote dal vescovo in cattedrale. Da questi numeri la comunità di Pontedell’Olio comincia a conoscere la
realtà di Tula, cittadina della Russia, dalla quale provengono alcuni bambini che trascorrono alcuni mesi estivi
presso alcune famiglie pontolliesi. Fra le famiglie e i bambini nasce una costante corrispondenza che viene
riportata sul giornale.
21
2000 - Il comune di Ponte dell’Olio riceve a Roma
il premio nazionale “100
progetti a servizio del
cittadino” perché rappresenta un esempio di amministrazione pubblica attenta
alla qualità dal punto di vista dell’utente e dell’organizzazione.
Stefano Antonelli diventa
prete
Ritorna Teleponte News.
I ragazzi di Ponte dell’Olio
e Vigolzone partecipano
alla GMG.
2001 - “C’è un tempo per
22
soffrire e un tempo per danzare”. Così sul Ponte viene scolpito il ricordo commosso di Sara – “le sue passioni erano gli amici, la danza, il canto, i ragazzi ed il divertimento” – giovane vittima di un incidente stradale.
A Vigolzone nasce il GEV (Gruppo Escursionisti vigolzonesi) che coinvolge un crescente numero di persone, accomunate dall’amore per la montagna, la passione per la natura, l’entusiasmo per le passeggiate all’aria
aperta.
Scompare il dottor Luigi Burgazzi, popolare e stimato medico: ha curato per decenni generazioni di pontolliesi e legato il suo nome alla realizzazione della Casa di Cura S. Giacomo, struttura sanitaria pensata come
servizio di vallata.
La Chiesa piacentina si riorganizza e da vita alle Unità Pastorali (di cui la Media Valnure è stata anticipatrice)
e ai Vicariati, non come semplice superamento delle parrocchie tradizionali ma, come evidenzia il Vicario Generale, Mons. Lanfranchi, sulle pagine del nostro giornale, per “un impegno comune a programmare insieme,
adeguando alle possibilità e alle esigenze locali le linee pastorali diocesane”.
Si costituisce a Pontedell’Olio il Consiglio Comunale dei ragazzi, una nuova opportunità di crescita civica,
che coinvolge gli alunni degli ultimi due anni di scuola elementare e delle medie. Primo Sindaco dei Ragazzi
viene eletto Federico Ratti. Una bella iniziativa, chissà che fine ha fatto.
Un altro lutto per la comunità pontolliese: se ne va, in tragiche circostanze, Rina Cò, dopo una vita spesa al
servizio degli altri: nel Volontariato Vincenziano, nella Pubblica Assistenza, nel Ponte, ovunque ci fosse bisogno della sua generosità.
2001, anno di lutti nella comunità.
Il giorno della festa della Madonna della Neve, muore don Bruno Perotti, parroco di Riva per 28 anni. Un
parrocchiano, sul Ponte, lo saluta così: “La ringrazio perché mi ha sempre accompagnato nel cammino della
mia vita”.
Poche settimane dopo muore, don Piero Zanrei, parroco di Grazzano Visconti e, negli anni ’70, al fianco di
don Dante a Pontedell’Olio, dove ha lasciato una testimonianza di fede vissuta che ha positivamente segnato
un’intera generazione.
Con il supporto tecnico di Teleponte, si gira nella nostra vallata il film “Principessa Nure”, destinato a non
essere citato nella pagine del “Morandini”.
A Vigolzone, per i più giovani, l’estate trascorre nel segno del Grest, esperienza di
gioco, di tempo donato, di gioia condivisa.
A Pontedell’Olio, in autunno, arrivano Alessandro e Boniface, due giovani seminaristi:
resteranno per un solo anno nella nostra comunità e la loro presenza sarà lieve e fugace.
In novembre l’Amministrazione Comunale
e tutta Ponte festeggiano i 50 anni di attività della famiglia Molinari nella “Trattoria
della Posta”, situata nello stesso edificio,
posto nel cuore del borgo, in cui già agli inizi
dell’800 era aperta un’osteria.
La fine del 2001 segue anche il passaggio
della lira all’euro, la moneta unica europea:
sul Ponte, nel corso dell’anno, il tema viene
sottolineato a più riprese, illustrando i meccanismi e la tempistica del cambio di valuta.
Interessante convegno a Villa Sanbono in cui
si presenta la Valnure come “Museo diffuso”, ossia un territorio con luoghi al coperto
e all’aperto, naturali e artificiali, con manufatti produttivi, ma anche biotipi, impianti,
architetture; un patrimonio fisicamente legato ai suoi contesti. SI tratta di un tema, quello
del “Museo diffuso”, troppo presto accantonato e che meriterebbe invece nuove riflessioni e qualche ipotesi progettuale.
2002 – Nel mese di gennaio il lungometraggio di Dino Maucci intitolato “Nure” viene proiettato per la
prima volta davanti all’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano; la realizzazione è stata resa possibile grazie alla preziosa collaborazione di Teleponte. Qualche mese dopo Pontedell’Olio e la sua emittente
televisiva sono protagonisti di alcune riprese della televisione franco tedesca “Arte”; questo avvenimento
coincide anche con l’anniversario dei 20 anni di Teleponte. Nel mese di aprile le parrocchie della nostra Unità pastorale sono meta della visita pastorale del vescovo Luciano Monari; la visita è un’occasione per
dibattere di svariati argomenti tra cui i questioni fondamentali della vita della chiesa nel nostro territorio. Il
corpo bandistico pontolliese compie il suo 250° anno dalla sua fondazione; l’occasione è buona per
festeggiare con musica e balli. La proloco del paese organizza la festa della pancetta con l’intento di promuovere sia il paese sia alcune attività commerciali locali. Nel numero di luglio dedica alcune pagine ad uno
dei fiori all’occhiello dell’imprenditoria piacentina, la ditta Celaschi, nata grazie alla lungimiranza dei fratello
Pietro e Remo Celaschi. Il numero di Natale annuncia la nuova apertura dell’asilo nido di Pontedell’Olio
che avverrà all’inizio dell’anno 2003.
2003 - Il 3 giugno 1983 nasce a Ponte dell’Olio la Pubblica Assistenza Valnure che quest’anno compie
vent’anni. Nata grazie ad alcuni obiettori, in pochi giorni le persone sono aumentate e sono iniziati i servizi
con un’ambulanza donata dalla Pubblica di Fiorenzuola.
Le “Littorine” della ferrovia elettrica Piacenza Bettola sono entrate nel mondo del collezionismo grazie
all’arch. Claudio Cerioli direttore della società di trasporto pubblico “Linee” di Lodi.
Il 31 ottobre 2002 nasce la Polisportiva Pontolliese, che era stata di Ponte dell’Olio dal 1907. Il 1 e 2 giugno
2003 c’è stato il battesimo ufficiale.
Lo Sciclub Ponte dell’Olio compie 35 anni.
23
2004– Il primo numero dell’anno riporta il contenuto degli interventi svoltisi durante il Consiglio Comunale
del 18 febbraio che ha approvato, coi i soli voti della maggioranza, il progetto relativo all’ex area Cementirossi, la nuova urbanizzazione è oggetto di un vivace dibattito consigliare, dibattito che arriva ad interessare
anche la rubrica riservata da “Il Ponte” alle opinioni dei lettori, ospitando diversi interventi.
Il N. 1 ospita anche la notizia dei neonati “Leoni della Notte”, il gruppo organizzatore della Festa Giovani
infatti, sull’onda del successo della prima rassegna, assume ufficialmente connotazione associativa con lo
scopo di dare vita ad ulteriori iniziative per i giovani del paese e non solo. A febbraio viene presentato il
programma della Prima Rassegna Internazione d’Organo nella Chiesa di San Giacomo. Nata allo scopo
di valorizzare le potenzialità offerte dall’organo Sangalli, la nuova rassegna musicale ha lo scopo di proporre
un approfondimento del vastissimo repertorio che è stato dedicato all’organo nel corso dei secoli, affidando
ad organisti di differenti nazionalità la proposta di musiche tipiche della propria terra d’origine.
Il numero 3 festeggia il 25° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di Don Angelo: «rendiamo grazie al
Signore per il dono elargitoci» si legge nella lettera letta da Emma Baio a nome di tutta la comunità. Sfogliando
il giornale di luglio si trova notizia anche dell’esito delle elezioni amministrative: Roberto Spinola e Mario
Chiesa sono eletti sindaci rispettivamente di Ponte dell’Olio e Vigolzone. Sempre nello stesso anno viene
attivata la locale sezione AIDO, il consiglio direttivo, formalizzato alla presenza del Presidente provinciale, è
guidato da Emanuela Dodici. Il 2004 è inoltre l’anno del “Premio ing. Aldo Aonzo – Imprese di Valore”
istituito dall’Amministrazione comunale Montanari per riconoscere le aziende locali che hanno contribuito a
valorizzare l’immagine del paese a livello nazionale e internazionale. La giuria assegna i premi alla Casa di
Cura San Giacomo, MetalGennari e Salumificio Valnure, ulteriori riconoscimenti vengono attribuiti ad Achille
Dodici e alla famiglia Faleggi. “Telecamere giapponesi su TelePonte” è il titolo dell’articolo che narra le
esperienze pontolliesi della troupe televisiva guidata dal giornalista Sylvain Pilhion, coordinatore per la Francia dell’emittente giapponese Fuji Television giunta di venerdì santo per seguire da vicino l’attività dell’emittente locale. «L’originalità di Teleponte - commentano gli ospiti - è data dal fatto che oltre ad informare, svolge
un servizio sociale interattivo con la comunità di appartenenza».
Sul numero di settembre il consiglio direttivo della Pubblica Assistenza Valnure informa che, a spese dell’associazione, viene attivato il servizio di guardia medica anche a Ponte dell’Olio per i giorni di sabato e festivi.
A ottobre arriva la nomina di Don Angelo Busi a Parroco di Sant’Antonino Martire in Borgotaro, nel suo
editoriale di congedo scrive: «L’affetto di tutti mi accompagna e non mi permette mai di sentirmi solo. […]
La cosa più bella di questo “trasferimento” è proprio questa, desidero trasferirvi tutti nel mio cuore, nessuno
escluso. So che me lo permetterete. Grazie».
“Con il velo nel mondo del disagio piacentino”
Q
uesto il titolo del convegno che ha portato un
folto pubblico in via Sant’Eufemia, 12 presso
l’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano per la presentazione del libro di F. Fiorentini,
(per l’occasione coordinatore e presentatore del volume) “le Figlie di Gesù Buon Pastore” cui ha contribuito, per le foto della sede di Piacenza, il nostro
Oreste Grana.
Ha aperto i lavori l’attuale madre generale suor
Franca Barbieri, indimenticata animatrice della parrocchia e della scuola materna di Vigolzone che ha
illustrato le varie attività di sostegno e di aiuto nel
sociale che vedono impegnate le consorelle a Piacenza e nel mondo, in particolare il Messico. Al tavolo dei relatori, oltre a padre Sisto Caccia che ha
illustrato la funzione delle suore nella pastorale diocesana, all’assessore alle politiche sociali del comune di Piacenza, anche Calogero Germanà, questore
di Piacenza. Il suo intervento, brillante e denso di
Il tavolo dei relatori.
24
umanità, ha messo in rilievo, con disarmante semplicità, le condizioni in cui lavora la polizia. Quando un
poliziotto preleva, per esempio, dal pronto soccorso
una donna maltrattata che non ha una casa o, se ce
l’ha per lei non è sicura, dove la porta? Ma dalle suore no? Ecco, in una battuta ha condensato la drammaticità di un quotidiano in cui le buone intenzioni
si scontrano con la penuria dei mezzi di una società
civile che non dispone di un “luogo laico” per situazioni simili che ormai sono una vera emergenza. Nel
contempo, ha messo anche in luce il solco secolare
della genuina tradizione della carità organizzata dalla chiesa, e dalle consacrate in particolare, proprio là
dove la società civile viene meno (perchè non vede
o non vuole vedere o, peggio, vuole lasciare le cose
come stanno.)
Al termine dell’incontro, ai presenti è stato distribuito il libro di Fiorentini.
Ennio Torricella
Foto Grana
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A Pontedell’Olio e Vigolzone
le “Giornate della sostenibilità”
S
i è svolta il 21
e il 22 maggio scorso la prima edizione delle
“Giornate della sostenibilità”, manifestazione organizzata da un nutrito
gruppo di associazioni, gruppi ed
istituzioni che ha
coinvolto adulti e
bambini in attività,
giochi e momenti di riflessione su
come sia possibile
fare qualcosa, ciascuno nel proprio
piccolo, per vivere bene nel presente senza compromettere la capacità delle future
generazione di rispondere alle proprie esigenze.
La manifestazione ha offerto una pluralità di proposte culturali, informative e di divertimento ai numerosi bambini e adulti che hanno animato il centro
sportivo, le colline e il lungo Nure di Ponte dell’Olio
e Vigolzone in due giornate vissute all’insegna della
condivisione delle emozioni e delle idee, una festa
per una comunità che si incontra e si confronta scoprendo la ricchezza del territorio in cui vive.
Tra le principali attività la pulizia di una parte del
torrente Nure, la camminata della sostenibilità alla
scoperta di monumenti, storia e natura, l’incontro
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per i più piccoli con un autentico esemplare di lupo,
le lezioni di flora e fauna, il campo scuola di archeologia, la caccia al tesoro, le olimpiadi ecosostenibili, i laboratori didattici, i tornei sportivi, il saggio
di danza della scuola Tersicore, lo stand informativo
sull’acqua del Consiglio Comunale dei ragazzi, gli
incontri di approfondimento per adulti sui temi del
risparmio energetico, dei gruppi di acquisto solidale
e della produzione di energia da fonti rinnovabili,
la mostra fotografica under 14, la conclusione con i
canti del Coro Montenero e la consegna ai bambini
dell’attestato di partecipazione alla giornata.
Un traguardo importate della manifestazione è stato
senza dubbio quello di essere
riusciti a lavorare e a coordinarsi con molte associazioni ed
enti del territorio, un’occasione
importante per conoscere le reciproche attività e peculiarità e
gettare le basi per costruire una
strategia comune di rispetto e
valorizzazione del territorio. Tra
le realtà coinvolte (sperando di
non dimenticare nessuno): Associazione Genitori, AINA nucleo
ambientale, Consiglio Comunale dei ragazzi di Pontedell’Olio, SVEP, Ass. Tersicore, Coro
Montenero, Pubblica Assistenza
Valnure, Bipedi, Iren- Sviluppo
Fonti Rinnovabili, Consorzio
LEAP, Istituto Raineri di Piacen-
za, Legambiente, Gruppo intercomunale protezione
civile Bassa Valnure, Corpo Forestale dello Stato,
Polizia Provinciale, Pro Loco di Vigolzone, Enalcaccia e FederCaccia, Alpini Sez. Ponte dell’Olio, Ass.
Carabinieri in congedo, Liceo Scientifico Respighi,
Gass’osa, Associazione La Pecora Nera, Associazione Ponte Immagine, Virtus, Polisportiva Tennis, Polisportiva Calcio, Az, agricola Modolo, Ass. Piccolo
Mondo. Tra le istituzioni i Comuni di Ponte dell’Olio
e Vigolzone, il Consorzio ambientale Pedemontano
e la Provincia di Piacenza.
Un grazie sincero a tutti coloro che si sono impegnati per la buona riuscita della manifestazione ma
soprattutto ai numerosi bambini ed adulti che vi
hanno partecipato e che con la loro carica di allegria, interesse e gioia di vivere ne hanno decretato
il successo.
Manila Bergonzi
Foto Stefano Maggi "Il colore del sole".
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Festa Giovani 2011
P
rendendo spunto da un intervento apparso sul
quotidiano “Libertà” di un amico carissimo, il
maestro Carlo Devoti, il quale poneva l’accento sul
fatto che il successo delle feste e sagre che si sono
susseguite nei vari paesi della nostra provincia, non
fosse da ascrivere al numero di bevande o ai quintali
di cibo venduti, ma andrebbe invece riconosciuto
nella possibilità che questi eventi offrano spazi per
favorire il diagolo, la conoscenza e il sano divertimento, penso di poter affermare dal mio piccolo angolo di osservazione che anche l’edizione 2011 di
Festa Giovani ha raggiunto in pieno questo scopo.
Tante sere, ben nove, di buona musica, cucina tradizionale piacentina, giochi per i più piccoli e un
mercatino di bancarelle hanno accolto i numerosi
visitatori giunti a Ponte dell’Olio nello splendido scenario dell’anfiteatro parrocchiale, storica casa della
nostra festa, sfidando, almeno per le prime serate,
il clima più autunnale che agostano. I molti ospiti
hanno tuttavia riconfermato il ruolo di primo piano
nel panorama provinciale raggiunto da Festa Giovani, facendo registrare il tutto esaurito nella serata
dei fuochi d’artificio. Tra le novità di quest’anno, un
forno professionale per la cottura ottimale dei famosi
spiedini che ha fatto risparmiare tempo e addetti e
l’esordio assoluto della NOTTE BIANCA, evento di
chiusura della manifestazione.
Fin qui la cronaca di Festa Giovani, tra collaborazioni storiche, prime fra tutti la Parrocchia di San Giacomo Maggiore e poi l’Amministrazione Comunale,
Vigolzone: inaugurazione del nuovo Polo Scolastico
ProLoco di Vigolzone, Carmiano e Podenzano, Futuro Valnure, Pubblica Assistenza, sponsor, fornitori,
tanti amici che da sempre ci consentono di realizzare
la festa e nuove collaborazioni, quest’anno i Leoni
hanno deciso di sponsorizzare il Volley Pontolliese
felicitandosi per la prestigiosa promozione raggiunta
lo scorso anno.
I giovani del nostro paese hanno dimostrato ancora una volta di poter essere organizzatori, cuochi,
dispensieri, cassieri, attrezzisti, sono pieni d’entusiasmo e desiderosi di fare bella figura.
Porto con me alcune immagni: l’armonia goliardica
del mio settore - le patatine – il complenno del Teo,
che ha i Leoni nel cuore, il sorriso della Lidia che
ritornava bambina davanti allo zucchero filato, trovare il coraggio di salire sul palco per ringraziare il
presidente, l’anima di Festa Giovani e finalmente la
nostra prima foto di gruppo anche se..come sempre
manca qualcuno.
L’ultima notte, dopo aver smantellato l’amico “lamierone” (questo l’appellativo che si è meritata la
struttura che accoglieva la cucina) abbiamo lasciato
l’anfiteatro con lo sguardo velato da un po’ di malinconia e nel sospirone di Chiara ho colto il sollievo
di chi aveva vissuto l’avventura a 1000: «Grazie di
tutto mamma»; è il compenso che lei e tutti coloro
che hanno organizzato la festa hanno rivolto ad ogni
singolo volontario. Chiedono molto ma non è nulla
di più di quanto loro per primi sono disposti a fare
ed è bello constatare ogni volta che sono generosi.
A.B.
28
U
na calda e assolata giornata di
fine estate ha fatto da
contorno lo scorso sabato 17 settembre all'inaugurazione del nuovo plesso scolastico e
dell'asilo nido di Vigolzone. Tantissimi genitori, bambini, nonni e
curiosi hanno riempito
lo spiazzo che separa
il centro sportivo dalle
due nuove palazzine
che ospiteranno una i
piccoli fino ai 3 anni,
l'altra gli studenti delle classi elementari e
medie.
“Una giornata storica
per Vigolzone...” ha
ricordato il sindaco
Francesco Rolleri “...
perché a meno di due
anni dalla posa della prima pietra consegniamo alla
cittadinanza due opere che vanno nella direzione di
sostenere le famiglie e consentire lo studio in un
ambiente sano e funzionale”.
Numerose le autorità presenti: l'Onorevole piacentina Paola De Micheli, gli assessori regionali Paola
Gazzolo (anch'essa piacentina) e Teresa Marzocchi,
il Presidente della Provincia Massimo Trespidi, l'assessore provinciale Pier Paolo Gallini, i sindaci dei
comuni limitrofi, il direttore dell'istituto scolastico
Prof. Francesco Cassola, il parroco di Vigolzone don
Cesare Lugani, gli assessori ed i consiglieri del nostro
Le mani dei genitori che hanno dato una mano per
i ritocchi finali
Pronti via! scolari ansiosi di visitare le loro scuole
nuove!
Comune, l'ex sindaco Mario Chiesa, i Carabinieri della caserma di Ponte dell'Olio.
Straordinaria la vitalità dei bambini che hanno accolto con un'ovazione il taglio del nastro dell'asilo
nido che il sindaco Rolleri ha voluto condividere
con l'assessore comunale ai servizi sociali Bolzoni.
Quando l'assessore Bernazzani ha tagliato il nastro
della nuova scuola i ragazzi hanno fatto a gara ad
entrare, lasciando esterrefatti gli ironici genitori che
raramente hanno visto nei loro figli una tale voglia
di andare a scuola.
Tanti i ringraziamenti, prima di tutto ai volontari che
hanno aiutato per il trasloco e la pulizia della scuola
a cui è stato dedicato un quadro con le impronte
della mano di ognuno, a futura memoria. L'asilo nido
non si sarebbe potuto realizzare senza i contributi
economici della regione Emilia Romagna attraverso
la Provincia di Piacenza, della Fondazione di Piacenza e Vigevano e della società Albero.
I cittadini di Vigolzone sono stati i veri protagonisti
animando la giornata con la loro allegria e con la
gioiosa curiosità dei bambini, alimentando una sensazione di grande coesione che ha pervaso tutti e
che ha suscitato le più vive congratulazioni a tutta la
nostra comunità da parte delle autorità convenute.
Loris Caragnano
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Vigolzone: un forte impegno per il settore giovanile
Vigolzone calcio: prima e dopo
G
A
rande fermento allo stadio comunale di Vigolzone con i tornei organizzati dall'UPD Vigolzone 1968 in collaborazione con la proloco del vapoluogo ed altre associazioni del territorio.
Il settore giovanile è la vera passione del patron
dell'UPD Gabriele Rasparini che, armato di buona
volontà e supportato da tutto il direttivo della società sportiva e da tanti collaboratori provenienti dalla
proloco e da altre associazioni, ha lanciato la prima
edizione del torneo alla memoria di Mario Garatti,
grande appassionato di calcio che si impegnò in prima persona affinché Vigolzone potesse contare su
una società sportiva in grado di offrire prime squadre di livello e floridi settori giovanili. Martedì 13,
giovedì 15 e venerdì 16 settembre 16 squadre della
categoria pulcini 2001, 2002 e 2003 si sono sfidate
Paola Garatti con il S. Lazzaro pulcini 2002
su 2 campetti all'interno del comunale, all'insegna
del divertimento, ma anche della sana competizione. Tanti i genitori e gli amici che hanno gremito gli
spalti e che hanno cenato con le specialità cucinate
dagli amici della proloco di Vigolzone e dell'UPD.
Impressionante vedere questi giovanissimi giocatori
esultare con le movenze del loro idoli in TV, con
tanto di scivolate celebrative.
“Tanta fatica ma tanta soddisfazione. Questo torneo
ed il memorial Poggioli da ripetere sicuramente”
dice il presidente Rasparini. “Il nostro impegno per il
settore giovanile è massimo e quest'anno avremo 2
squadre di pulcini e la scuola calcio che non disputerà un vero e proprio campionato ma che giocherà
in occasione di tornei ed altre manifestazioni. Inoltre per il secondo anno avremo l'attività motoria di
avviamento allo sport per i bambini e
le bambine dai 5 anni in su, con istruttori qualificati ISEF”. E c'è spazio anche
per i desideri e, sempre Rasparini, dice:
“il mio sogno e quello della società è
quello di far rientrare i bambini ed i
ragazzi più grandicelli che giocano in
altre squadre della provincia (esordienti). Oggi siamo fermi a 5 o 6 bambini
e purtroppo non bastano per fare una
squadra. Ma non smettiamo di crederci”.
Un grande impegno in termini di lavoro
ma anche di risorse economiche necessarie per organizzare e portare avanti le
attività dei ragazzi. Da qui l'idea della
proloco di Vigolzone di devolvere al
settore giovanile dell'UPD Vigolzone
l'incasso degli stand gastronomici della
Fiera d'autunno e della castagnata del 9
ottobre.
Buon campionato a tutti.
gli amici de Il Ponte un amarcord: il "Prima" (anno 1954) e il "Dopo" (anno 2011) della gloriosa squadra
di Calcio del Vigolzone.
Rimpatriata alla festa del Tortello della mitica squadra del Vigolzone Calcio del 1954: quanti ricordi e quanti
aneddoti tra un piatto di tortelli, uno spiedino ed una o più bottiglie di Gutturnio.
Nell'attuale foto si distinguono da sinistra: Sandro Rolleri, Giorgio Calandroni, Luigi Bisi, Fernando Loffi,
Piero Formaleoni, Giorgio Capra, Gaetano Morosoli, Guido Calandroni, Giorgio Gandi.
Un pensiero va anche agli altri componenti che non ci sono più: Giorgio Losi, Aldo Brizzolari e Renato Rizzi
scomparso recentemente.
Gaetano Morosoli
1954
2011
Loris Caragnano
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Rasparini con il Vigolzone
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I nostri bimbi
Chiara Tinelli nata il 23 maggio 2011
e battezzata il 18 settembre.
Battesimo per Eleonora Bellini
Vigolzone, Battesimo per Mia Molinelli
Il Battesimo di Rosa Molinari
Battesimo per Sara Tedeschi
Anita Burgazzi nel giorno del suo Battesimo.
Foto Stefano Maggi "Il colore del sole".
Federica Rossi e Michele
Bernardi nel giorno del
loro matrimonio nella parrocchia di Villò con la piccola
Nicole nel giorno del
suo Battesimo.
.
Tre generazioni di donne accolgono l’ultima arrivata: Benvenuta alla piccola
Luna Valdiserra.
Foto di Stefano Maggi “Il colore del sole”.
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Laura De Maio con i cuginetti Alfredo e
Diego
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Eleanor Chicchi
Danila Poggioli e Simone Bastoni, sposi a Vigolzone l’11 settembre 2011
Tommaso e Simone Rossetti
Momenti felici
Simona Devoti e Lorenzo Perani sposi il
3 settembre 2011 nella chiesa di Riva.
Foto Gaudenzi
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Edoardo Mazzoni e Nadia Plucani nel giorno del loro matrimonio il 3 settembre 2011
Il 23 settembre 2011 Franco e Luisa hanno festeggiato le loro nozze d’oro.
Auguri!
Foto Oreste Grana
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Rubrica di cucina
a cura di Antonietta Spelta
Torta di grano saraceno
INGREDIENTI:
Per la pastafrolla:
Nr. 5 uova
Gr 200 zucchero
Gr 100 nocciole tostate o mandorle
Gr 100 farina di grano saraceno (si trova nei supermercati)
Cannella qb
Buccia grattata di un limone
1/3 di bustina di lievito
Per la farcia:
1 vasetto di mirtilli rossi o lamponi
PREPARAZIONE:
Montare gli albumi a neve con un bel cucchiaio di
zucchero
Montare i tuorli col restante zucchero, aggiungere la
farina, le nocciole o mandorle tritate, la cannella, il
lievito, la buccia di limone.
Per ultimo aggiungere gli albumi rigirando il composto dal basso verso l’alto per non far smontare
l’impasto.
Mettere in una teglia imburrata e infarinata e cuocere a 160/170 gradi per circa mezz’ora.
Quando è fredda, toglierla dalla teglia, tagliare a
metà, spalmare di marmellata una parte e sovrapporre all’altre per ricomporre la torta. Spolverare di
zucchero al velo.
Vigolzone “Circolo Rifugio Alpino”: Concorso fotografico
T
ermina con la mostra il 3° concorso fotografico organizzato dal Circolo Rifugio Alpino e dal G.E.V. Gruppo
escursionisti Vigolzonesi con il patrocinio del comune di Vigolzone.
Il tema di quest’anno: “scatto un’immagine dal mio balcone” (cosa vedo o cosa vorrei vedere dal mio balcone
immaginario ).
Ben trenta i partecipanti, provenienti da tutta Italia; forte la presenza femminile con dodici presenze.
La mostra allestita con settantatre opere nel salone della baita sede del circolo ANSPI ha ospitato numerosi
visitatori nei giorni 20, 21, 22 agosto durante la “sagra della polenta”.
Con grande soddisfazione abbiamo ricevuto visitatori dalle province limitrofe di Milano, Cremona, Pavia.
La domenica sera, chiedendo in prestito dieci minuti all’orchestra, si è svolta la premiazione.
Riconoscimento come “migliore istantanea” al sig. Nicola Esposito di Treviso che ha ritratto una vecchia osteria in una antica piazzetta con alcuni bimbi intenti a giocare.
Un “premio speciale giuria” al sig. Ferruccio Zanone di Biella che ritrae un tramonto alle spalle di un antica
balconata .
Il terzo premio è andato a Giuliana Maschi di Ponte dell’Olio, già vincitrice lo scorso anno del premio “opera
segnalata dalla giuria”: quest’anno ha immaginato un balcone che si affaccia sulle bellissime montagne bellunesi dai tenui colori autunnali.
Secondo premio a Leonardo Arrisi di Niviano che ha ritratto uno scorcio di Niviano (vecchia) sotto la neve,
che ne esalta i colori pastello delle case.
Primo premio a Luciano Zilli di Vigolzone, già vincitore del premio “opera segnalata dalla giuria” nella prima
edizione, che dal suo balcone (quello vero) ha ritratto una panoramica in veste autunnale di piazza Serena
e di parte del castello .
L’edizione del 2012 avrà anch’essa un tema curioso e nello stesso tempo stimolante, invitiamo perciò tutti i
fotoamatori a consultare nei prossimi mesi i nostri siti internet www.baitavigolzone.altervista.org e www.gevvigolzone.altervista.org sempre aggiornati sulle attività delle due associazioni.
Le foto, come scritto sul volantino del concorso, saranno (montate su supporto rigido) vendute in apposito
gazebo allestito durante la fiera di Ottobre a Vigolzone (salvo problemi burocratici o organizzativi) ed il ricavato devoluto in beneficienza: siete quindi tutti invitati alla fiera e naturalmente al gazebo.
Un saluto a tutti e grazie a tutti coloro che hanno partecipato, a coloro che hanno aiutato ad allestire e a coloro che vorranno partecipare al concorso del prossimo anno.
Fausto Bessi
Auguroni zia!!!
Zia Anna ha festeggiato i
suoi bellissimi 96 anni con
il fratello Vittorio e i nipoti Pinuccia con Giovanni e
Luciano con Luisa.
A Luciano Zilli di
Vigolzone il primo
premio.
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La ciclabile dell’Inn fra Austria e Germania
Diario clandestino di una ragazza e nove matusa
Domenica, 17 luglio 2011
Ore 5.30 in via de Gasperi a Vigolzone: un gruppo
di ciclisti amatoriali si appresta per il sesto anno ad
aggiungere l’ennesima ciclabile al palmares del GEV
(Gruppo Escursionisti Vigolzonesi).
Dopo aver recuperato l’ultimo componente del gruppo, alle 6.00 esatte partiamo da Podenzano alla volta di Innsbruck.
Viaggio tranquillo e piacevole fra battute e caffè
all’autogrill per svegliarci del tutto. Verso le 11.00
arriviamo a Hall in Tirol, poco fuori Innsbruck ,
punto iniziale della “nostra” ciclabile. La pre-partenza è risultata un pò movimentata per la difficoltà
di trovare un posteggio auto per una settimana ma
alla fine, dopo la foto di rito, alle 12.00 è scoccata
l’ora X: tutti in sella e.... partenza!
Prima tratta breve perchè dopo pochi chilometri, vista l’ora, il camper di supporto degli amici Lucia e
Fausto ci attendono ai bordi della ciclabile in uno
spiazzo erboso e ombreggiato, con la tavola imbandita.
Dopo circa un’ora, forse un pò appesantiti, ripartiamo e sotto un cielo plumbeo pedaliamo per circa 30 km raggiungendo il paesino di Strass, porta
d’ingresso dell’incantevole valle Zillertal dove veniamo accolti nell’accogliente Gasthof Post. E qui dopo
una doccia ristoratrice ceniamo, trascorrendo una
tranquilla e piacevole prima serata del nostro giro
ciclistico, mentre fuori inizia a piovviginare ed il
trenino a cremagliera dell’adiacenta stazioncina (il
più antico d’Europa, costruito 119 anni fa) passa
sbuffando.
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Lunedì, 18 luglio, Martedì, 19 luglio, Mercoledì,
20 luglio
Partenza alle 09.30 con una lieve pioggerellina che
ci accompagna per un breve tratto lasciando poi spazio ad una giornata di sole. Il paesaggio è piacevole e
il primo paese che incontriamo sul tragitto è incantevole: Rattenberg è un caratteristrico borgo austriaco
dalle case a tinte pastello con tanti negozietti di artigianato e di cristalli; immancabile è stata una visita
ai quattro piani espositivi di cristalli Swarovski che,
persi li dentro, abbiamo rischiato di perdere la cena.
Martedì non limpido ma soleggiato. Ci lasciamo alle
spalle l’Austria ed entriamo in territorio tedesco dove
resteremo fino a venerdì. Wasserburg, detta forse
un pò pomposamente la Venezia sull’Inn, ci ha visto passeggiare nel dopo cena preceduto da un forte
temporale.
Mercoledì con una lieve pioggerellina ma ottimisti in
quanto il barometro detto “alberino” del camper di
supporto prevedeva tempo sereno: infatti dopo poco
iniziava una forte pioggia che ci avrebbe accompagnato per tutto il giorno, tanto insistente che ha
costretto parte del gruppo, a circa metà percorso, a
proseguire il viaggio in treno per i restanti 25 km. La
compagnia si ricompattava due ore più tardi con i
tre temerari che proseguivano in bici.
Giovedì, 21 luglio
Al risveglio, dopo una “XXL frustuck” (traduzione:
ricca e abbondante colazione), breve visita al centro di Muhldorf e partenza verso Burghausen. Dopo
circa 20 km. giungiamo nella cittadina di Altotting
(poco distante da Marktl am Inn, paesino natale di
Papa Benedetto XVI), dove ci sorprende uno stupefacente centro di religiosità: siamo entrati in una magnifica piazza (Kapelleplatz) completamente circondata da edifici storico-religiosi: il santuario mariano
(di cui quest’anno ricorre il 500° della sua costruzione), la Cappella delle Grazie (Gnadenkapelle),
al cui interno vi è una magnifica Madonna Nera e
tanti ex-voto, il palazzo vescovile (dove era “padrone di casa” Papa Ratzinger quando era vescovo di
Monaco) altri palazzi d’epoca e, più in là, la basilica di S. Anna. Un luogo di fede, di preghiera e di
liturgie festose, cuore cattolico della Baviera, considerato patrimonio della cultura mondiale e tutelato
dall’Unesco; visitato ogni anno da oltre un milione
di persone. Dopo questa “immersione” di cultura e
religiosità ci ristoriamo al camper-chiosco di Lucia
e Fausto per poi riprendere a pedalare, non prima
di aver permesso a (papà) Dario di fare un’attenta
ricerca con conseguente acquisto di un paio di “boccali da birra da collezionismo” suo pallino da ormai
diversi anni.......
Riusciamo anche a fare una passeggiata pre-cena
nella “via del jazz”. Infatti sul pavé di questa contrada si notano le numerose targhe firmate dai più
importanti jazzisti che sono venuti a suonare a
Burghausen, borgo amante di questo particolare genere musicale. Nel dopo-cena allunghiamo invece la
passeggiata nella parte alta del paese per visitare il
maestoso e imperioso castello, un edificio enorme che
sovrasta il borgo con i suoi 1.043 metri di lunghezza:
il castello più lungo d’Europa.
Venerdì’, 22 luglio, Sabato, 23 luglio, Domenica,
24 luglio
Venerdì visitiamo la cappella di St. Nikolaus dove la
vigilia di Natale del 1818 risuonò per la prima volta
la musica di “Stille Nacht” (Astro del ciel), canto natalizio per eccellenza, scritto due anni prima dal sacerdote Joseph Mohr ma composto musicalmente da
Franz Xaver Gruber, allora insegnante organista e
suonata per la prima volta in quella fatidica notte di
Natale. Sabato salutato e ringraziato i nostri “colleghi” camperisti, Lucia e Fausto per l’ottimo supporto
fornito, li lasciamo al loro destino che li vede proseguire per altri itinerari. Noi ci godiamo la città e, il
giorno dopo, siamo ad Innsbruck da dove comincia
il viaggio di ritorno verso Vigolzone dove arriviamo
verso le 18.00 lasciando lungo il tragitto il brutto
tempo e una temperatura fresca ma gradevole che ci
ha accompagnato per l’intera settimana, ritrovando
invece, man mano che ci avviciniamo alla pianura
padana e alla Valnure, l’aria di casa nostra (ma già
afosa e umida)
Questo il mio diario (poco clandestino) dove ho descritto gli otto giorni (da domenica a domenica)
durante i quali il GEV (Gruppo Escursionisti Vigolzonesi) ha percorso 320 chilometri della “Ciclabile
dell’Inn” e dove ho piacevolmente constatato, nei
miei “vecchi” compagni di avventura:
- La prudenza di Agostino nelle discese ( e il suo appetito durante le cene);
- La pazienza di Dario (mio padre) nel supportare le
forature e i vari incovenienti di tutti noi;
- L’organizzazione logistica di Valter;
- La competenza di Gianfranco nella navigazione a
vista;
- La cucina istantanea e il trasporto bagagli di Lucia
e Fausto;
- L’enorme mole di chiacchiere che riescono a produrre tre signore messe insieme (Annalisa, Gabriella
e Marisa)........
............alla prossima.
Camilla Gandi
39
Ricordiamoli
40
Boselli Gino
n.09.04.1925 - m.29.07-2011
Colla Andrea
n.15.12.1919-m.30.07.2011
Groppi Guido
n.02.03.1929-m.04.08.2011
Idi Francesco
n.22.08.1927 - m.24.07-2011
Zerbini Tiziana
n.11.01.1957-m.29.08.2011
Rossi Carla ved.Farina
n.25.11.1929-m.08.08.2011
Mondani Giovanni
n.08.12.1946 - m.31.08-2011
Agnelli Margherita ved. Agnelli
1921 - 2010
Villa Giuseppe
n.25.07.1933-m.06.09.2011
“GITA AL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA CORONA”
Il gruppo dei Vigolzonesi con don Cesare al Santuario della Madonna della Corona a Spiazzi (VR).
41
Funzioni religiose ai cimiteri
Mercoledì 2 Novembre 2011
Ore 08,00: Grazzano
Martedì 1° Novembre 2011
Ore 09,00: Veano
Ore 09,30: Pontedell’Olio
(S.Giacomo e cimitero)
Ore 10,30: Riva
Ore 09,30: Castione
Ore 10,00: Vigolzone
Ore 10,00: Bicchignano
Ore 15,00: Biana
Ore 14,30: Albarola
Ore 15,30: Villò
Ore 15,00: Torrano
Ore 15,00: Carmiano
Domenica 6 Novembre 2011
Ore 15,00: Vigolzone
Ore 15,30: Pontedell’Olio
Ore 09,00: Sarmata
(in chiesa poi al cimitero)
Ore 15,00: Folignano
Ore 15,30: Riva
Ore 15,00: Vigolzone
Ore 15,30: Villò
Ore 15,00: Cassano
Ore 15,00: Grazzano
Situazione economica delle Parrocchie
Albarola
Bicchignano
Castione
Folignano
Pontedell'Olio
Riva
Sarmata
Torrano
Veano
Totale
42
2004
2005
2008
2009
2010
2011
-10.000,00
-8.000,00
-3.500,00
0,00
0,00
0,00
-70.000,00
-54.000,00
-42.500,00
-37.000,00
-32.000,00
-17.000,00
40.000,00
40.000,00
30.000,00
25.000,00
22.000,00
18.000,00
-10.000,00
20.000,00
25.000,00
15.000,00
15.000,00
15.000,00
-300.000,00
-255.000,00
-180.000,00
-150.000,00
-90.000,00
-45.000,00
0,00
15.000,00
-30.000,00
-15.000,00
0,00
10.000,00
-40.000,00
-25.000,00
-15.000,00
-8.000,00
-5.000,00
-5.000,00
-200.000,00
-215.000,00
-160.000,00
-140.000,00
-110.000,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
5.000,00
-590.000,00
-482.000,00
-376.000,00
-310.000,00
-200.000,00
-19.000,00
43
Banca di Piacenza
44
Fly UP