Comments
Description
Transcript
Adozioni coppie omosessuAli
sara Pezzuolo Adozioni coppie omosessuali: confronto scientifico o a-scientifico? © 2015, by Associazione Lmpt Italia è vietata la riproduzione anche parziale del testo. All’interno del confronto scientifico sul tema delle adozioni alle coppie omosessuali è necessario, al fine di formarsi un’idea più ampia e completa visionare la documentazione prodotta sia da chi si dichiara “favorevole” sia da chi si dichiara “contrario” alla famiglia omosessuale. Nella ricerca bibliografica condotta dalla scrivente trova spazio il contributo della prof.ssa Anna Maria Speranza pubblicato sulla rivista Medico e Bambino (2/2015) all’interno del quale l’autrice, condivisibilmente, auspica “una visione non più ideologica ma fatta di argomentazioni scientifiche”. Proprio consapevole della centralità di questo aspetto ho visionato con attenzione l’elaborato redatto da Speranza. Nella prima parte del contributo1 l’autrice fa riferimento ad un presunto numero di 100.000 bambini cresciuti da genitori omosessuali in Italia: come noto il valore di 100.000 figli cresciuti all’interno di coppie gay è totalmente inventato. L’origine di tale dato manca di qualsiasi riscontro o fonte bibliografica che Paragrafo “Lo studio dell’omosessualità e la famiglia contemporanea”, pag. 95; 1 3 ne spieghi l’origine2. In Italia, il censimento ISTAT del 2011 (pubblicato 2012) rinveniva 529 minori conviventi in coppie di persone dello stesso sesso e, la presidente delle Famiglie Arcobaleno nel 2014 dichiarava la presenza di 300 figli nelle coppie iscritte all’Associazione3. La prof.ssa Speranza prosegue facendo riferimento all’importante comunicato redatto dall’American Academy of Pediatrics (2013) riferendo che “un numero ormai molto ampio di dati, provenienti dalle ricerche degli ultimi 30 anni, sembra indicare chiaramente una buona resilienza dei bambini cresciuti da genitori gay e lesbiche: questi bambini presentano uno sviluppo psicologico, sessuale e sociale paragonabile in larga misura a quello dei bambini cresciuti in famiglie tradizionali, anche a fronte delle disparità economiche, giuridiche e dello stigma sociale che devono invece spesso affrontare”. Totalmente opposta alla posizione dell’American Accademy of Pediatrics, è la posizione dell’American College of Pediatricians (2013)4. Le motivazioni addotte, circa “uno sviluppo psicologico, sessuale e sociale paragonabile in larga misura a quello dei bambini cresciuti in famiglie tradizionali” sembrano non tenere in considerazione le ricerche che, di contro, evidenziano risultati del tutto contrari5 (Gartrell et La fonte di tale dato, infatti, non trova spazio nemmeno nell’elaborato della dottoressa Speranza; 2 Un contributo preciso e puntuale su “I fantomatici “100.000 figli di coppie gay” è quello redatto da Savarese Filippo e disponibile al link http://www. lamanifpourtous.it/sitehome/in-evidenza/fantomatici-100-000-figli-dicoppie-gay-2/; 3 http://www.acpeds.org/the-college-speaks/position-statements/parentingissues/homosexual-parenting-is-it-time-for-change; 4 Per motivi di sintesi ne riportiamo solo alcuni tra quelli maggiormente significativi; 5 4 al. 2011; Schumm 2010; Allen et al. 2013; Potter, 2012; Regnerus 2012; Douglas, 2013; Sullins, 2015a; 2015b; 2015c) solo per citarne alcune. Laddove l’Autrice elenca le principali fonti bibliografiche prese a riferimento segnala, tra le altre, Amato (2012), Erich et al. (2009), Golberg (2010), Patterson (2009b) e Patterson e Wainrigh (2011). In merito a tali studi è però doveroso fare delle precisazioni. Amato (2012) esplicita la propria posizione in funzione della sua esperienza professionale citando letteratura a sostegno delle adozioni alle coppie omosessuali che smentirebbe, in particolare, i risultati ottenuti dagli studi di Marks (2012) e Regnerus (2012): quindi nessun nuovo contributo di ricerca. Lo studio di Erich et al (2009) offre ulteriori spunti di riflessione. Gli autori, nel paragrafo dedicato alla metodologia di raccolta dati, affermano di aver raccolto 259 questionari da soggetti volontari che partecipavano alla ricerca dietro l’incentivo di un piccolo compenso economico ($50.00). Di questi 259 protocolli ne sono stati utilizzati, ai fini della ricerca, solo 154 ovvero il 59,5%: poco più, quindi, della metà dei protocolli raccolti. Ancora, la ricerca prevedeva l’analisi di tre sezioni: 1) domande ai genitori concernenti loro stessi e i loro partner; 2) domande ai genitori su ciascun adolescente da loro stessi adottato; 3) domande dirette agli adolescenti adottati che rispondevano su loro stessi. I confronti sono stati condotti nel seguente modo: di 154 genitori che hanno completato la prima sezione sono stati confrontati i questionari dei genitori eterosessuali (n. 127) con i questionari di genitori gay e lesbiche (n. 27). Su un totale di 210 5 questionari della seconda sezione sono stati confrontati n. 176 questionari provenienti da adolescenti con genitori eterosessuali con n. 34 questionari di adolescenti con genitori omosessuali e, infine, la terza sezione ha visto il confronto tra n. 70 questionari di adolescenti con genitori eterosessuali e n. 16 questionari di adolescenti con genitori gay/lesbiche. N. 16 soggetti adolescenti cresciuti da coppie omosessuali come è possibile rappresentino le realtà di tutti gli adolescenti cresciuti all’interno di coppie omosessuali? Non si sbaglia poi tanto a dire che potremmo condurre una ricerca con un campione di soggetti adolescenti di una singola classe di una scuola e generalizzare i risultati a tutti gli adolescenti delle superiori! Golberg (2010) raccoglie una bibliografia di studi che sono per la maggior parte inerenti le coppie di madri lesbiche i cui limiti statistici – e la conseguente scarsa validità dei risultati – vengono tenuti in scarsa considerazione6. Anche gli studi di Gartrell et al. (1996-2006), basati su interviste alle madri lesbiche, rischiano di apparire poco oggettivi. Infine, Patterson (2009b): la Patterson stessa, ha dichiarato in riferimento al suo proprio studio pubblicato sulla rivista American Psychologist (Patterson, 2009a) “…i campioni studiati, piccoli e non rappresentativi, e la relativamente giovane età della maggior parte Lo stesso Goldberg (2015) prende in rassegna gli studi e le ricerche in merito alle famiglie con genitori gay e lesbiche ne rappresenta i limiti metodologici delle ricerche esistenti sostenendo però “… i problemi delle dimensioni ridotte del campione e dell’autoselezione riguardano la gran parte della ricerca in psicologia” (Golberg, 2015, 25). Tale affermazione non è, secondo la scrivente, atta a risolvere la questione intrinseca alla validità dei risultati stante che un campione esiguo può compromettere la credibilità dei risultati dell’indagine; 6 6 dei bambini suggeriscono alcune riserve” ma non solo, lo studio della Patterson presenta, come da lei stessa ammesso, limiti sull’ampiezza del campione preso in considerazione (n=44) e, in passato la Corte della Florida aveva stabilito che: “l’imparzialità della Patterson è venuta in discussione quando prima del processo si è rifiutata di consegnare ai suoi legali le copie della documentazione da lei analizzata negli studi. Questa corte le aveva ordinato di farlo ma lei ha unilateralmente rifiutato, nonostante i continui sforzi da parte dei suoi avvocati di raggiungere tale scopo. Entrambe le parti hanno stabilito che il comportamento della dott.ssa Patterson è una chiara violazione dell’ordine di questa corte. La dott.ssa Patterson ha testimoniato la propria condizione lesbica e l’imputata ha sostenuto che la sua ricerca era probabilmente viziata dall’utilizzo di amici come soggetti per la sua ricerca. Tale ipotesi ha acquisito ancora più credito in virtù della sua riluttanza a fornire i documenti ordinati”7. Nell’articolo preso in esame si fa riferimento anche al contributo di Biblarz & Stacey (2010) che consentirebbe di affermare che “… il benessere psicosociale di bambini e adolescenti cresciuti da almeno un genitore omosessuale poteva considerarsi nella norma, quando non superiore a quello vissuto da bambini cresciuti in famiglie eterosessuali”. Il più importante studio condotto sulla tematica è però quello di Regnerus (2012)8 che di fatto evidenzia che i minori cresciuti http://www.narth.com/#!narth-and-the-apa---a-brief-history/c226l; 7 Tale studio è stato fortemente criticato dalle lobby gay e lesbiche. L’inchiesta aperta dall’Università del Texas nei confronti dell’autore per presunte irregolarità nella ricerca non è proseguita per mancanza di prove a sostegno di tale accusa (http://www.utexas.edu/news/2012/08/29/regnerus_scientific_misconduct_ inquiry_completed/). Come rilevato dal medesimo autore l’errore è stato quello di definire “madri lesbiche” e “padri gay” senza conoscere l’orientamento sessuale ma solo sulla scorta del comportamento sessuale. I dati si riferiscono, quindi, ai 8 7 all’interno di coppie omosessuali hanno un aumento significativo di problematiche psicofisiche rispetto a figli cresciuti all’interno delle coppie eterosessuali in accordo anche con i dati ottenuti da Potter (2012).. Uno dei principali limiti associati alla ricerca sulle adozioni omosessuali è il fatto che essa si basa sulla partecipazione volontaria dei soggetti di contro ad un campionamento casuale che determina una maggiore affidabilità e validità dei risultati ottenuti9 nonché, troppo spesso, la esiguità del campione di riferimento. In questo panorama, Speranza (2015) cita il contributo redatto dal National Longitudinal Lesbian Family Study di Gartell & Boss (2010). Lo studio era condotto su coppie di madri lesbiche volontarie (quindi la problematica del campionamento permane) che tra gli anni 1986 e 1992 avevano concepito un bambino tramite l’inseminazione. Le interviste venivano condotte attraverso la somministrazione di interviste e della Child Behavior Checklist in momenti temporali diversi dalla nascita fino all’età adulta del figlio. Il limite di tale studio è però quello che le interviste soli genitori che hanno avuto una relazione omosessuale senza ricavare dettagli quali la durata e le caratteristiche di queste relazioni; Come evidenziato anche da Sulins (2015c) vi sono forti limiti nell’analisi statistica nelle ricerche che utilizzano campioni di popolazione reclutati e non casuali. Il pregiudizio è quello che si arrivi a sottovalutare le difficoltà psicologiche dei bambini cresciuti in coppie omosessuali proprio per l’errato campionamento: per questo “gli studi dovrebbero basarsi sui campioni reclutati, ma rigorosamente casuali. Allo stesso modo le riviste scientifiche o accademiche dovrebbero astenersi dal pubblicare studi basati su campioni di popolazione reclutati non anonimi”. Tale aspetto viene comunque ammesso nell’articolo della prof. ssa Speranza laddove (p. 96) ammette che vi può essere una sopravvalutazione del benessere dei figli data la partecipazione volontaria agli studi; 9 8 sullo stato di benessere psicologico dei minori, in accordo con la procedura di somministrazione dello strumento scelto, veniva stabilito in funzione dei resoconti delle loro madri10. Detto in altri termini erano le madri a valutare lo stato di presunto benessere psicofisico dei figli che, loro stesse, stavano crescendo. Le numerose critiche rivolte a sostenere la presenza di un bias pro-omosessuale nei risultati che evidenziano un funzionamento superiore dei figli cresciuti all’interno delle coppie omosessuali nelle relazioni sociali e nel percorso scolastico traggono origine proprio da queste scelte metodologiche. Nondimeno, lo stesso studio evidenzia la presenza di vittimizzazione per atteggiamenti discrimanti11 nei figli cresciuti da genitori omosessuali. Per ciò che concerne il percorso scolastico Rosenfeld (2012) aveva osservato che non vi erano differenze di progressione scolastica tra i figli cresciuti da coppie omosessuali rispetto a quelli cresciuti da coppie eterosessuali ma, Allen et al. (2013), riprendendo i medesimi dati su cui si era basato Rosenfeld, avevano evidenziato i figli cresciuti all’interno di coppie omosessuali presentavano il 35% in meno di possibilità di progredire attraverso un percorso scolastico normale evidenziando le forti limitazioni presenti nello studio precedente. Uno studio, sempre riferito al percorso scolastico, effettuato da La Child Behavior Checklist (CBCL/6-18 -- Achenbach & Rescorla, 2001) è un questionario, compilato dai genitori, che valuta le competenze sociali e i problemi emotivo-comportamentali di bambini ed adolescenti di età compresa tra i 6 e i 18 anni; 10 Anche Sullivan (2015a-b) ha evidenziato che i bambini cresciuti con genitori dello stesso sesso hanno più probabilità di sviluppare problemi emotivi e scolastici a causa di fenomeni di bullismo e discriminazione posti in essere dai coetanei. E’ opportuno precisare che qualsiasi forma di discriminazione non trova, secondo la scrivente, giustificazione; 11 9 Wallen (2013) sul censimento nazionale del Canada del 2006 condotto su circa 2 milioni di adolescenti ha evidenziato che, a parità di fattori, quelli cresciuti in famiglie omosessuali hanno il 65% di probabilità di diplomarsi rispetto al 100% riscontrato nel gruppo di controllo costituito da figli di coppie eterosessuali. L’articolo di Speranza cita anche una serie di istituzioni nazionali ed internazionali che si sono espresse a favore delle adozioni all’interno di coppie omosessuali tra le quali l’American Academy Pediatrics, l’American Psychological Association e l’Ordine Nazionale degli Psicologi. Non possiamo esimerci dal spendere due parole anche sotto questo aspetto. Come detto altrove in questo contributo la posizione dell’American College of Pediatricians12 discosta da quella dell’Academy American of Pediatrics, e la posizione dell’American Psychological Association è stata fortemente criticata dagli ex Presidenti (Wright & Cunnings, 2005): lo stesso Cunnings (2005) denunciò che le poche ricerche che sostengono la teoria del “no differences” oltre a presentare numerose lacune metodologiche, sembrano rispondere più ad esigenze politiche che a esigenze scientifiche arrivando ad affermare che “L’APA ha permesso che la correttezza politica trionfasse sulla scienza, sulla conoscenza clinica e sull’integrità professionale”13. 12 http://www.acpeds.org/the-college-speaks/position-statements/parentingissues/homosexual-parenting-is-it-time-for-change; 13 http://www.narth.org/docs/cummings.html; 10 Il noto studio APA (2005)14, Lesbian and Gay Parenting a favore del no differences – da molti proprio citato a sostegno delle adozioni omogenitoriali - conclude che non esistono studi scientifici che evidenziano differenze tra bambini cresciuti da coppie omosessuali rispetto ai bambini cresciuti dalle coppie eterosessuali, ma è opportuno precisare che esso è stato fortemente criticato da Marks (2012) per motivi che possono così essere sintetizzati: a) all’origine dello studio vi è pregiudizio ideologico dal momento che la principale ricercatrice che si occupa dei pronunciamenti ufficiali sull’omosessualità è Charlotte Patterson, lesbica e attivista del movimento LGBT. La Patterson è stata al centro di controversie giudiziarie che hanno visto il Tribunale della Florida escludere i risultati di alcune su ricerche per “mancanza di imparzialità, osservabile nei gravi difetti di campionamento” (1997, June Amer, Petitioner v Floyd P. Johnson, p.11); b) nei 59 studi presi in considerazione i campioni dei soggetti esaminati non sono stati adeguatamente selezionati e randomizzati; c) in molti studi il numero dei figli delle coppie omosessuali non è rappresentativo e rende non affidabili le indagini statistiche (n<40); d) sono presenti importanti difficoltà di esame a causa del numero ridotto del fenomeno e della sua dispersione geografica; e) delle 59 ricerche visionate n. 26 si limitano a descrivere il 14 Disponibile al link http://www.apa.org/pi/lgbt/resources/parenting-full.pdf; 11 funzionamento all’interno delle famiglie con i genitori dello stesso sesso senza porsi il problema del confronto. Delle restanti 33 ricerche che si occupano del confronto n.13 fanno rientrare nel campione (famiglia eterosessuale) madri single, ragazze madri, madri divorziate e/o separate mentre n. 20 studi non specificano cosa intendono per famiglia eterosessuale (si tratta di coppia convivente?; sposata?; formatisi a seguito di una nuova unione?); f ) le coppie omosessuali esaminate sono soprattutto coppie lesbiche, principalmente bianche, istruite e della classe media; Per ciò che riguarda il comunicato stampa del Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi Fulvio Giardina del 20.09.2014 egli afferma che “la letteratura scientifica e le ricerche in quest’ambito sono concordi nell’affermare che il sano ed armonioso sviluppo dei bambini e delle bambine, all’interno delle famiglie omosessuali, non risulta in alcun modo pregiudicato o compromesso”. Come dimostrato e come facilmente dimostrabile, le ricerche sul tema sono varie e, la concordanza dei risultati è proprio ciò che manca nel dibattito scientifico. Vengono poi dimenticati i pronunciamenti di altre importanti istituzioni nazionali che hanno espresso parere totalmente negativo rispetto alle adozioni omosessuali. Tra queste, la Società Italiana di Pediatria Ospedaliera (SIPO)15, l’Associazione Nazionale Sociologi16, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e 15 https://www.youtube.com/watch?v=WWnlEJW0VBU; 16 http://qn.quotidiano.net/cronaca/2013/01/12/828973-coppie-gay-coro-nocontro-sentenza-cassazione.shtml; 12 Sociale17, l’Osservatorio sui diritti dei minori18. Il giudizio su eventuali provvedimenti giuridici atti all’adozione omosessuale deve essere corrispondente al primario interesse del minore e a ciò che garantisce il suo miglior sviluppo psicofisico. Riassume perfettamente il pensiero della sottoscritta la dichiarazione di Pessina “Un conto è parlare del riconoscimento di alcuni diritti giuridici degli omosessuali (che ritengo giusti), un conto è sostenere il diritto ad avere figli (come se esistesse, poi, questo diritto: nessuno ha diritto a un figlio, perché i diritti si hanno sulle cose, non sulle persone)”19 . I diritti si hanno sulle cose, non sulle persone. E’pertanto necessario approfondire attraverso ulteriori ricerche scientifiche la problematica in oggetto al fine di, coscientemente, decidere nell’interesse del minore senza tutelarsi dietro la notevole capacità di adattamento che, per fortuna, i bambini hanno. Il dibattito è aperto e, auspicando un confronto scientifico, laddove le evidenze conducano ad una presa di posizione a favore delle adozioni alle coppie omosessuali, quale professionista della salute mentale non posso esimermi dal condividerla. Allo stato attuale, le evidenze scientifiche, i dati disponibili, sostengono l’importanza di crescere in una famiglia eterosessuale dove ciascuno, padre e madre, contribuisce al sano ed armonico sviluppo del minore. 17 http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/adozione-ai-gay-figli-disturbati.aspx; 18 http://qn.quotidiano.net/cronaca/2013/01/12/828973-coppie-gay-coro-nocontro-sentenza-cassazione.shtml; 19 http://www.uccronline.it/2012/03/27/psicologi-filosofi-e-giuristi-sioppongono-alle-nozze-gay/; 13 14 Bibliografia - - - - - - - - - Amato P.R. (2012). The well-being of children with gay and lesbian parents. Social Science Research, 41(4), 1374-83; Allen, D. W., Pakaluk, C., & Price, J. (2013). Nontraditional families and childhood progress through school: A comment on Rosenfeld. Demography,50(3), 955-961; Biblarz T.J., Stacey J. (2010). How does the gender of parents matter? Journal Marriage Family, 72, 3-22; Douglas, A. W. (2013). High school graduation rates among children of same-sex households. Review of Economics of the Household, 11(4), 635-658 Erich S., Kanenberg H., Case K., Allen T., Bogdanos T. (2009). An empirical analysis of factors affecting adolescent attachment in adoptive families with homosexual and straight parents. Children and Youth Services Review, 31 (3), 398-404; Gartrell, N., Hamilton, J., Banks, A., Mosbacher, D., Reed, N., Sparks, C. H., & Bishop, H. (1996). The national lesbian family study: 1. interviews with prospective mothers. American Journal of Orthopsychiatry, 66(2), 272; Gartrell, N., Banks, A., Hamilton, J., Reed, N., Bishop, H., & Rodas, C. (1999). The National Lesbian Family Study: 2. Interviews with mothers of toddlers. American Journal of Orthopsychiatry, 69(3), 362. Gartrell, N., Banks, A., Reed, N., Hamilton, J., Rodas, C., & Deck, A. (2000). The National Lesbian Family Study: 3. Interviews with mothers of five-year-olds. American Journal of Orthopsychiatry, 70(4), 542. Gartrell, N., Deck, A., Rodas, C., Peyser, H., & Banks, A. (2005). The national lesbian family study: 4. Interviews 15 - - - - - - - - - with the 10-year-old children. American Journal of Orthopsychiatry, 75(4), 518. Gartrell, N., Rodas, C., Deck, A., Peyser, H., & Banks, A. (2006). The USA national lesbian family study: Interviews with mothers of 10-year-olds. Feminism & Psychology, 16(2), 175-192. Gartrell, N. K., Bos, H. M., & Goldberg, N. G. (2011). Adolescents of the US national longitudinal lesbian family study: sexual orientation, sexual behavior, and sexual risk exposure. Archives of Sexual Behavior, 40(6), 1199-1209; Goldberg A.E. (2010). Lesbian and gay parents and their children: Research on the family life cycle. Washington, DC: American Psychologycal Association; Goldberg A.E., Omogenitorialità. Famiglie con genitori gay o lesbiche.: studi e ricerche. Erickson Editore, Treno; Marks, L. (2012). Same-sex parenting and children’s outcomes: A closer examination of the American Psychological Association’s brief on lesbian and gay parenting. Social Science Research, 41(4), 735-751; Patterson, C. J. (2009a). Children of lesbian and gay parents: Psychology, law, and policy. American Psychologist, 64(8), 727. Patterson C.J. (2009b). Lesbian and gay parents and their children: a social science perspective on lesbian, gay, and bisexual identities. New York: Springer, 141-182; Patterson C.J. Wainright J.L. (2011). Adolescents with same-sex parents: Findings from National Longitudinal Study of Adolescent Health. In: Brodzinsky D.M., Pertman A. (Eds.). Adoption by lesbian and gay men: a new dimension in family diversity. New Yourk: Oxford University Press, 85-111; Potter, D. (2012). Same‐Sex Parent Families and 16 - - - - - - - - - Children’s Academic Achievement. Journal of Marriage and Family, 74(3), 556-571 Regnerus, M. (2012). How different are the adult children of parents who have same-sex relationships? Findings from the New Family Structures Study. Social Science Research, 41(4), 752-770; Rosenfeld, M. J. (2010). Nontraditional families and childhood progress through school. Demography, 47(3), 755-775; Schumm, W. R. (2010). Children of homosexuals more apt to be homosexuals? A reply to Morrison and to Cameron based on an examination of multiple sources of data. Journal of biosocial science, 42(06), 721-742; Speranza A.M. (2015). Crescere in una famiglia omogenitoriale. Medico e Bambino, 2, 95-98; Sullins D.P. (2015a) Emotional Problems among children with same-sex parents: difference by definition. British Journal of Education, Society and Behavioural Science, 1-30; Sullins, D.P. (2015b). Child attention-deficit hyperactivity disorder (ADHD) in same-sex parent families in the United States: prevalence and comorbidities, British Journal of Medicine & Medical Research, 6(10), 987-998; Sullins D.P. (2015c). Bias in recruited sample research on children with same-sex parents using the strengths and difficulties questionnaire (SDQ), Journal of Scientific Research & Reports, 5(5), 375-387; Wallen D.A. (2013). High school graduation rates among children of same-sex households. Review of Economics of the Household, 11(4), 635-658; Wright, R. H. & Cummings, N. A. (2005). Destructive trends in mental health : the well-intentioned path to harm. Brunner-Routledge, New York 17 L’Associazione “La Manif Pour Tous Italia” nasce in stretto legame con l’omonima realtà francese con lo scopo di mobilitare i cittadini italiani di tutte le confessioni religiose, politiche e culturali e risvegliarne le coscienze in merito alle problematiche riguardanti le recenti leggi su omofobia e transfobia, teoria del gender, matrimoni e adozioni a coppie omosessuali. Il suo scopo è garantire la libertà di espressione, preservare l’unicità del matrimonio tra uomo e donna e il diritto del bambino ad avere un padre ed una madre. www.lamanifpourtous.it [email protected] Sara Pezzuolo, psicologa Giuridica esperta in Scienze Criminologiche. Ringrazio il dott. Cristiano Ciacci, pediatra ospedaliero, per i consigli ed il materiale fornitomi. Il dibattito sulle adozioni alle coppie omosessuali è tema di confronto e scontro tra i professionisti della salute mentale e non solo. Il presente contributo vuole porre in evidenza come sia importante, al fine di formarsi una coscienza informata sull’argomento, che coloro che si esprimano sulla materia abbiamo un approccio critico alla problematica analizzando sia gli studi a favore che gli studi contro le adozioni omosessuali perché, consapevole degli eventuali limiti degli uni e degli altri, il pensiero ed il confronto siano costruttivi e propositivi, ma, soprattutto, guidati dal principio del miglior interesse del minore. € 3,00