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Nel tuo silenzio accolgo il mistero venuto a vivere dentro di me

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Nel tuo silenzio accolgo il mistero venuto a vivere dentro di me
...Nel tuo silenzio accolgo il mistero venuto a vivere
dentro di me...
Incontro gruppo famiglia del 28/05/2012
Dal Vangelo di Marco
(7,31-37)
In quel tempo, Gesù, di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano.
E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!».
E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di
stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!» .
Ospite silenzioso del tabernacolo
Prendimi nel tuo silenzio,
lontano dai rumori e dall'agitazione del mondo.
In un silenzio in cui il mio essere si ritrovi
nella sua verità, nella sua nudità, nella sua miseria,
perché questo silenzio
mi permette di scoprirmi a me stesso.
Prendimi nella ricchezza divina del tuo silenzio,
pienezza capace di colmare tutto nell'anima mia.
Fa' tacere in me ciò che non è Te,
ciò che non è la tua presenza pura e semplice;
la tua presenza solitaria e pacifica.
Imponi silenzio ai miei desideri, ai miei capricci,
ai miei sogni di evasione,
alla violenza delle mie passioni.
Copri col tuo silenzio la voce
delle mie rivendicazioni, dei miei lamenti.
Impregna col tuo silenzio
la mia natura troppo impaziente di parlare,
troppo incline all'azione esteriore e rumorosa.
Imponi il tuo silenzio anche alla mia preghiera,
affinché essa sia un puro slancio verso di Te.
Fa' discendere il tuo silenzio
fino nell'intimo del mio essere,
e fa risalire questo silenzio verso di Te
come un omaggio d'amore!
«Quando sei faccia a faccia con Dio,
non puoi fare altro
che renderti conto di essere un nulla
e di non avere nulla.
Dio parla nel silenzio del tuo cuore.
Se ti metti davanti a Dio
in preghiera e in silenzio,
Dio sicuramente ti parlerà:
è soltanto quando realizzi la tua nullità,
il tuo vuoto,
che Dio può riempirti di sé…
Ma per ottenere questo
è necessario il silenzio.
Le anime di preghiera
sono anime di profondo silenzio.
Non potremo metterci
direttamente in presenza di Dio
senza obbligarci a un silenzio
interiore ed esteriore.
È la ragione per cui dobbiamo abituarci
al silenzio dello spirito,
degli occhi e della lingua».
(Madre Teresa)
Ritornello:
Nulla ti turbi, nulla ti spaventi:
chi ha Dio nulla gli manca.
Nulla ti turbi, nulla ti spaventi:
solo Dio basta.
Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Penetri da lontano i miei pensieri,
mi scruti quando cammino e quando riposo.
Rit.
Ti sono note tutte le mie vie;
la mia parola non è ancora sulla lingua e tu,
Signore, già la conosci tutta.
Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.
Stupenda per me la tua saggezza,
troppo alta, e io non la comprendo. Rit.
Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo, perché mi hai fatto
come un prodigio;
sono stupende le tue opere,
tu mi conosci fino in fondo. Rit.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
intessuto nelle profondità della terra.
Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo libro;
i miei giorni erano fissati,
quando ancora non ne esisteva uno. Rit.
Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio!
se li conto sono più della sabbia,
se li credo finiti, con te sono ancora.
Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri:
vedi se percorro una via di menzogna
e guidami sulla via della vita. Rit.
L'AMORE SI RIVESTE DI SILENZIO
Siamo qui, davanti alll'Eucaristia,
Segno avvolto di mistero
e di presenza, di luce e di ombra.
I nostri occhi abitualmente
si compiacciono di ciò che appare
e si lasciano riempire da ciò che impressiona,
mentre ora debbono sottostare
a ciò che non si vede,
a ciò che non colpisce, a ciò che non attrae.
Eppure questo fa parte di Te, Gesù-Eucaristia.
La tua presenza e la tua realtà
sono legate a queste “precarietà” umane.
Il tuo, Signore, è un nascondimento
che va al di là delle leggi della natura:
ti riveli velandoti, ci parli col silenzio,
ci ami morendo.
Questo tuo stile, Signore Gesù,
ci sconcerta e spesso ci appare quasi impossibile.
Non riusciamo a comprendere questo tuo essere
«Presenza nascosta».
Noi ci fermiamo ai frutti di un albero
e non alle sue radici,
ci fermiamo al volo degli uccelli
e non pensiamo all'aria
che li sostiene, ci rallegriamo per la spiga di grano
e non pensiamo a quel chicco che,
morendo, l'ha generata.
Anche adorare per noi, Signore, diventa difficile,
proprio perché non c'è nulla da vedere.
Non riusciamo a vedere quello che diciamo,
non riusciamo a capire quello che vediamo.
Bisogna entrare nel tuo stile di silenzio e di umiltà,
per amarti così come sei, o Gesù.
Dobbiamo entrare nella logica
per l' amore che si nasconde,
nell'amore per l'altro,
dando la prevalenza al «tu»
piuttosto che all ' «io» .
E allora eccomi, Signore,
come la sposa del Cantico dei Cantici
che cerca il suo amato,
e poi lo trova e poi lo perde
e poi lo ritrova ancora,
ma non cessa mai di amarlo.
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