Provare risentimento è come bere veleno sperando che ciò uccida il
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Provare risentimento è come bere veleno sperando che ciò uccida il
LUGLIO (2) 2015 Newsletter n. 14/2015 Eccoci al quattordicesimo appuntamento del 2015 con la newsletter di “LIBROMONDO”, Centro di Documentazione sull’Educazione alla Pace e alla Mondialità che si trova all’interno della Biblioteca del Campus Universitario di Legino a Savona. La Biblioteca o Centro di Documentazione è un servizio di completo volontariato. Le case editrici e gli autori offrono libri come Saggi Gratuiti per l’uso in Biblioteca. I ragazzi delle Scuole Superiori e alcuni adulti, in qualità di volontari, leggono per primi i libri nuovi e ne fanno la recensione che viene pubblicata su newsletter come questa e poi inviata a un cospicuo indirizzario. Le newsletter sono archiviate e sempre disponibili per consultazione su vari siti, come annotato sotto. Tutti gli autori di libri relativi alle nostre sezioni e le Case editrici che lo desiderino possono inviare libri in saggio alla Biblioteca. I libri saranno recensiti come sopra. Per informazioni si può scrivere a [email protected] Le sezioni della Biblioteca di Documentazione sono: Europa, Asia, Africa, Americhe, Italia, Donne, Bambini, Religioni, Cooperazione Internazionale, Migranti, Popoli, Diritti, Salute, Hanseniani, Educazione alla Mondialità, Pace, Economia, Sviluppo, Alternative allo sviluppo, Agricoltura, Ambiente, Terzo Settore, Mass Media, Protagonisti, Letterature, Fiabe, Favole, Narrativa Ragazzi. N.B. L’orario di apertura della Biblioteca segue l’orario della Biblioteca del Campus Universitario, dal lunedì al giovedì: 9.00-17.45; venerdì 9.00-12.45. Il servizio è interrotto durante le vacanze natalizie, pasquali, in agosto e il 18 marzo per la festa del S. Patrono di Savona. Lunedì, ore 15-17,30, e giovedì, ore 9,30-12, sono presenti in loco i volontari AUSER. SOMMARIO NEWSLETTER SLOWFOOD: QUANDO FAI LA SPESA USA LA TESTA Considerazioni di Giuseppe Alessandro Poesia per EXPO di Francesco Di Ruggiero Libri Sezioni: RELIGIONE, AMERICHE, AFRICA, LETTERATURE LA MODA HALAL a Torino il 28 luglio, da www.lafinanzaislamica.it N.B. Le newsletter sono archiviate su: www.ildialogo.org nella sezione Cultura; www.zacem-online.org http://artistiamatoriali.forumattivo.com/; www.borgo-italia.it (http://www.borgo-italia.it/news-SAVONA/_news-savona.php) Per informazioni è possibile visitare il sito dove si trova l’archivio delle precedenti newsletter (fino al maggio 2012): http://informa.provincia.savona.it/cooperazione/libromondo La Biblioteca è anche su http://www.campus-savona.it/biblioteca.htm e http://www.savonagiovani.it/IT/Page/t01/view_html?idp=24 Provare risentimento è come bere veleno sperando che ciò uccida il nemico. Nelson Mandela da SLOW FOOD: QUANDO FAI LA SPESA USA LA TESTA da leggere al link: http://www.slowfood.com/sloweurope/wpcontent/uploads/ita_guida_consumo_b1.pdf Considerazioni sul tema di: Giuseppe Alessandro Slow Food, ormai da molti anni, svolge un’importante e meritoria opera di informazione, potremmo dire di educazione, per la diffusione della consapevolezza che i consumi, in particolare quelli alimentari, hanno un importante impatto sull’ambiente di tutto il Pianeta e sull’ecosistema. Le scelte ecocompatibili iniziano all’atto di acquistare i prodotti e ciò in più modi. Prima di tutto, nello scegliere prodotti di stagione, sia la frutta e verdura che il pesce. La pubblicazione riporta un utile calendario. Poi, nell’acquistare e consumare meno carne, utilizzando anche i tagli meno “nobili”, ugualmente saporiti e nutrienti. Esistono pesci ottimi che non vengono consumati a causa di abitudini consolidate che li considerano di “seconda categoria” erroneamente: la pubblicazione ne fa un elenco. Acquistare, quando possibile, prodotti a km 0, cioè ortaggi, frutta e verdura prodotti nelle vicinanze. Bere l’acqua del rubinetto: le cosiddette “acque minerali” viaggiano di solito per km, in bottiglie di plastica che costituiscono un aggravio nel problema dei rifiuti urbani. Fare attenzione al confezionamento, il cosiddetto “packing”, che sia costituito da materiale riciclabile, ecocompatibile. Controllare bene l’etichetta sulle confezioni, sia la scadenza del prodotto, che l’elenco degli additivi, dei conservanti, coloranti etc per eventuali incompatibilità personali, come allergie ecc. Anche la produzione avi-ovicola ha i suoi riferimenti normativi, per quanto riguarda il tipo di allevamento, la data di deposizione delle uova etc. Si tratta di un importante documento in un’epoca, la nostra, in cui fare la spesa e scegliere i prodotti è divenuto un atto con numerose implicazioni , oltre che economiche personali, anche generali di carattere ecologico e di compatibilità ambientale: quasi un atto “politico” in senso lato. EXPO – NUTRIRE IL PIANETA ALBA DI VITA Con le mani affondate nelle tasche sotto un cielo di polvere e luce in questo giorno che pulsa vita i pensieri spaziano infiniti. Raccontano della terra storie mai finite, incontri intrecciati, abbracci nel verde, silenzi abitati, cuori in ricerca, ricami di sogni… Sotto questo cielo che transita ricordi le emozioni si inseguono… respiro vita. Poi una voce incalza e porta quiete e fuoco: “L’uomo può nutrire il pianeta?” Come un’eco la risposta si diffonde : “E’ possibile se il seme gettato germoglia, se si raccolgono frutti, se si rispettano i tempi delle stagioni, se nessuno muore più di fame, se non si inquina per profitto, se l’acqua diventa un diritto di tutti. se disponibilità e consumo trovano equilibrio.” Intanto un raggio di luce trafigge prati e fiori, colorando il giorno di amarezza. La realtà vede l’uomo ancora lontano dall’essere capace di nutrire il pianeta, anche se la speranza di un mondo migliore già albeggia quando l’uomo si accorge dell’altro, quando si ferma per ascoltare, quando si curva e tende la mano, quando non muta la natura, ma la rispetta, quando la terra racconta … vita. Francesco Di Ruggiero LIBRI – SEZIONE RELIGIONE Ai nostri giorni, la reciproca comprensione tra persone appartenenti a diversi credo è fondamentale per combattere l’ideologia che solo una sia la religione che gli uomini devono seguire. Questa collana di libri, scritti con un linguaggio facilmente comprensibile a tutti, aiuta le ideologie integraliste ad essere sconfitte. Sono libri bellissimi che, con molte immagini, aiutano a comprendere le grandi religioni perché è giusto che ognuno creda in un suo Dio, purché ciò ci renda più giusti e più buoni. Gabriele Laganaro – studente Scuola Media - Savona ARMONIE DEL TAO Il Confucianesimo e il Taoismo raccontati ai bambini LA TERRA DEL BOSCO SACRO Lo Shintoismo raccontato ai bambini IL GIROTONDO DI SOFIA Il Cristianesimo raccontato ai bambini MIO CUGINO HA LA KIPPÀ L’Ebraismo raccontato ai bambini IL COMPLEANNO DI GANESH L’Induismo raccontato ai bambini LA LUCE SUL TETTO DEL MONDO Il Buddhismo raccontato ai bambini SALAM ALEIKUM L’Islam raccontato ai bambini Lucia Bonfiglioli, Ferdinando Costa, Giorgia Montanari, Stefano Ottani, Anna Claudia Mirarchi; Edizioni Dehoniane Bologna, euro 6,50 l’uno; da 5 anni CON I DERVISCI Otto incontri sul campo a cura di Giovanni De Zorzi, Mimesis, 2013, pagg. 248, euro 20,00 Il testo si rivolge a un pubblico vasto e, riconoscendo che non sia facile ridurre il sufismo a un mero approccio verbalescritto, presenta diversi contributi tratti da esperienze e incontri di giovani studiosi italiani con maestri dervisci, cioè con chi percorre la Via di distacco e rinuncia sia materiale che spirituale. Nel capitolo introduttivo, “Preludio al viaggio”, vengono chiariti i termini specifici usati nel volume e si accenna brevemente la storia del sufismo. Nei vari saggi, poi, si racconta di Fez, la città santa; dell’Albania e dei Bektashi; di Harar, in Etiopia, la città dei santi. Viene ricordato che l'Islam in Etiopia è antico quasi quanto la religione stessa: nel 615, ossia sette anni prima dell'Egira, Maometto ordinò a un gruppo di seguaci di emigrare dalla Penisola verso l'antistante regno cristiano di Axum per sfuggire alle persecuzioni dei Quraysh. Gli Abissini accolsero calorosamente gli ospiti musulmani e in seguito rifiutarono la loro espulsione. Il primo muezzin fu abissino. Per questo, l'antica città di Harar è considerata la quarta città santa dell'Islam dopo la Mecca, Medina, Gerusalemme. Nel Kitab Al-Fara'id (Libro dei doveri, XVII sec.) è scritto: "Quelli che diventarono santi e giusti per sei cose lo diventarono: Non essere incostante in quel che si ama; non sospettare di quello in cui si crede; non dir male di quel che si odia; non umiliare l'umile; umiliare se stessi; vivere secondo la Legge.” Nel saggio seguente su Aleppo, viene citato, tra l’altro, Padre Paolo Dall'Oglio (rapito il 29 luglio 2013 e di cui non si sa se sia ancora vivo), fondatore della comunità di Deir Mar Mussa, aperta al dialogo interreligioso e luogo d'accoglienza di pellegrini d'ogni confessione. Il misticismo cristiano e quello islamico, infatti, si ritrovavano accomunati di fronte alla necessità di tessere solidi rapporti di dialogo, frequentazione e amore tra le due comunità. Nel Kurdistan iraniano, poi, sono le donne a praticare riti e cerimonie mentre altri studi si addentrano nella valle del Fergana e a Hyderabad. Inoltre, viene citato il maestro iraniano Nûr ‘Alî Tâbandeh: egli racconta che a Teheran, quando ancora non c'era l'acqua corrente, l'acqua della fontana Masjed-e Shah era molto sporca. Quando si fa abluzione, per ripulirsi prima della preghiera, la tradizione raccomanda che ci si sciacqui la bocca e si aspiri l'acqua dalle narici. Quindi, coloro che pregavano in quella moschea, per obbedire al precetto, si sciacquavano bocca e naso con acqua sporca. Al contrario, lo spirito del precetto è legato alla necessità che l'acqua usata per abluzione sia pulita, così pulita che si possa anche bere. Se, dunque la raccomandazione ha l'effetto contrario, essa diventa dannosa allo stato spirituale di chi l'osserva. La gnosi impone pertanto di conoscere lo spirito dell'atto rituale, e il sufismo è una delle vie che conduce a questa conoscenza. Dunque, noi obbediamo ai precetti senza porre questioni. Nel caso, ad esempio, della preghiera, non ci domandiamo se chinarsi, inginocchiarsi, prosternarsi, rialzarsi sia utile o meno. Quello che invece dobbiamo comprendere è lo “spirito” della preghiera stessa, quale sia il suo fine. Questo è il fondamento del sufismo e della gnosi. Il testo ci introduce così a varie esperienze mistiche osservate in diverse località ed è, perciò, di grande interesse filosoficosociale. Ma questo libro può anche essere letto per cercare di apprendere qualche passo nella via del proprio unico e irripetibile percorso spirituale: qualche goccia d'acqua pura per tutti noi assetati di eterno. Renata Rusca Zargar LIBRI – SEZIONE AMERICHE NELLE VENE DELL’AMERICA William Carlos Williams, Adelphi, 1969, III ed., pagg. 307, euro 14,02 Esistono vari modi per raccontare un Continente: c’è quello del geografo, dello storico, dell’etologo, dell’etnologo, ma William Carlos Williams è un grande poeta. La poesia, quando è “grande” poesia, come nel caso di questo libro, è capace di esprimere tutte le emozioni di un viaggio nella storia e nella geografia di un grande Continente come l’America. Un percorso storico fantastico su piani temporali diversi: da Eric il Rosso, giunto in prossimità del Nuovo Mondo attraverso la Groenlandia, al viaggio di Cristoforo Colombo verso la scoperta delle “Indie”. E poi le conquiste di Cortés con la distruzione di Tenochtitlán e i rapporti con Montezuma e Pizarro, Coronado, Hernando de Soto e Sir Walter Raleigh. Un salto temporale che nulla toglie alla cifra stilistica del racconto sempre di grande immediatezza poetica. L’Autore, nel lungo racconto, miscela i colori, salta i tempi, i luoghi, i personaggi, gli avvenimenti: dal processo alle streghe di Salem, alla conquista del Kentucky, al viaggio del Mayflower, dal personaggio di Lincoln a quello di Washington, dalla tratta degli schiavi alle guerre di resistenza dei cosiddetti “indiani”, nativi americani, alla colonizzazione da parte dei conquistatori arrivati dall’Europa. Nella “penna” di uno scrittore mediocre da questa serie di personaggi, avvenimenti, luoghi e salti temporali, potrebbe generarsi un testo confuso. Ma, come abbiamo detto, William Carlos Williams è un grande poeta, e il racconto che ne risulta è un affresco letterario che conduce il lettore in un percorso storico e immaginifico di grande fascino, con tutto il “colore”e la drammaticità che si addice alla nascita di una grande civiltà come quella del Continente americano. Giuseppe Alessandro IO NON DIMENTICO I MIEI SAPORI Cucina tipica ecuadoriana Ricette facili, da provare e ricordare Lucety Bone, 2013, pagg. 180, euro 22,50 L’autrice di questo libro è LUCETY BONE (https://www.facebook.com/lucety.bone). Nata in Esmeraldas, Ecuador, Lucety Bone da 16 anni vive in Italia dove si è trasferita per motivi di lavoro, ma soprattutto per la sua grande passione per la cucina, in modo particolare per la cucina italiana. É appassionata di teatro, sport, musica, ma la prima delle sue passioni è la cucina tipica del suo Paese: l’Ecuador. Questa sua passione l’ha portata a scrivere un libro dal titolo: “IO NON DIMENTICO I MIEI SAPORI”, sapori del cibo del suo paese. Il libro è stato presentato a Genova giovedì 23 gennaio 2014 presso la sede del Consolato Generale dell’Ecuador in via XX Settembre. É stata proprio la Console. Esther Cuesta, a fare quella presentazione. Si tratta di un libro di cucina tipica ecuadoriana con ricette dei principali piatti tradizionali dell’Ecuador. Sono piatti esotici, facili da preparare e da provare. Il libro è scritto in lingua italiana ed è in vendita nelle nostre librerie e in internet (http://www.lafeltrinelli.it/libri/bone-lucety/io-non-dimentico-i-miei/9788891049834). Questo libro rappresenta per lei un riconoscimento alle sue origini sudamericane in ambito culinario, origini che, come dice il titolo, lei non dimentica. La sua è una cucina arricchita da esperienze della cucina in generale grazie all’influenza di quella italiana. Infatti, ella ha lavorato parecchio in alberghi e ristoranti in Italia e, dunque, conosce bene gli usi italiani: offre i suoi piatti in modo che, pur rispettando l’identità del paese di provenienza, siano presentati come piacciono agli italiani anche dal punto di vista estetico, le illustrazioni presentate a corredo delle sue ricette, lo dimostrano. Continua, inoltre, a portare avanti la sua passione anche con la cucina a domicilio, oggi di moda, andando in famiglie e altri luoghi di riunione per preparare i suoi cibi ricchi dell’identità ecuadoriana. Le ricette del suo libro sono semplici, chiare e spiegano come vanno usati gli ingredienti base, ingredienti che ormai si trovano non soltanto nei negozi etnici, ma molto spesso nei supermercati. Alla fine della presentazione, nel Consolato Ecuadoriano di Genova, le persone presenti hanno avuto l’opportunità di fare qualche assaggio che l’autrice aveva preparato per loro: mini panini con maiale arrosto e salsa di cipolle, torta salata di mais e formaggio, frittelle di platano maturo, dolce di riso con latte, uvetta e cannella. Il libro, infatti, oltre ai vari piatti tradizionali, offre l’opportunità di preparare semplici spuntini, tutti gustosissimi: veramente da provare e non dimenticare!! Maria Pera LIBRI – SEZIONE AFRICA QUELLE TENACI PRIMAVERE ARABE Samir Khalil, EMI, 2013, pagg. 64, euro 4,50 Piccolo ma denso “pamphlet ”in cui l’Autore espone, attraverso le esperienze personali, le condizioni sociali, economiche, religiose, che hanno determinato l’insorgere di movimenti politici alternativi a quelli dominanti nei Paesi Arabi e del Medio oriente quali la Tunisia, l’Egitto, la Siria. Alla richiesta di democrazia, soprattutto da parte dei giovani, in termini di sviluppo culturale, di libertà di fede religiosa, di uguaglianza di diritti uomo-donna, di diritto allo studio “laico”, cioè non vincolato al credo religioso dominante, quindi al Corano nelle sue interpretazioni più arcaiche, le Autorità, rispondono con la violenza. L’Autore propone un’analisi delle varie situazioni in ognuno dei Paesi coinvolti nella “primavera araba”, esponendo le ragioni delle diverse appartenenze etniche e religiose. Il libro ha un suo evidente e rilevante interesse di attualità. Giuseppe Alessandro GHIBLI Luciana Capretti, Rizzoli, 2004, pagg. 204, euro 14,50 In Europa, i secoli XIX e XX sono stati caratterizzati, oltre che dalle guerre fra i Paesi dominati dalle Monarchie dinastiche e poi dalle dittature, anche dalle politiche colonialistiche delle maggiori potenze: Inghilterra, Francia, Spagna, Portogallo, Olanda, Belgio. L’Africa, continente più vicino all’Europa, ha subìto in modo quasi generalizzato un processo di colonizzazione o di “protezionismo politico” molto vicino alla colonizzazione. L’ Italia, a causa del ritardo con cui è giunta ad una dimensione nazionale di una certa consistenza geografica e politica, solo nel 1911, dopo una guerra contro la Turchia è diventata una “potenza” coloniale con l’acquisizione della Libia. Acquisizione ampliata e consolidata nel 1932, in epoca fascista. La politica coloniale delle Potenze europee è sempre stata quella dello sfruttamento delle risorse naturali dei paesi colonizzati, dello sfruttamento della manodopera locale, nonché quella di impedire la crescita culturale e la maturazione politica di quelle popolazioni, per evitare una presa di coscienza che avrebbe messo fine alla colonizzazione. I coloni inviati dall’Italia in Libia furono circa 30000, scelti prevalentemente fra le povere famiglie di contadini della provincia siciliana. Nel 1969, con il colpo di stato del Colonnello Gheddafi, con l’esautorazione e l’espulsione del re Idriss, venne deliberata l’espropriazione di tutte le proprietà degli italiani e la loro espulsione dal territorio libico. Questo libro è la storia di un esodo verso una patria sconosciuta, narrata attraverso il racconto delle “odissee” attraversate dai vari personaggi per fuggire dalla Libia e fare ritorno in Italia. Nel racconto di Luciana Capretti emergono, con ammirevole realismo, il timore di una voglia di vendetta del nuovo governo libico per le stragi del periodo coloniale in epoca fascista; l’angoscia del dovere lasciare un benessere consolidato, per affrontare un futuro incerto in Italia. Luciana Capretti ha grandi capacità di narratrice ed “entra” in questi drammi personali con emozione, restituendo al lettore tutta l’intensità del dramma e delle disavventure familiari, in alcuni casi con una vena di triste ironia. Notevole la descrizione dell’ambiente nel quale si svolge il dramma storico: gli italiani non si sono comportati in modo esecrabile come nel periodo fascista: sono passati molti anni, si sono instaurate buone relazioni con molti arabi e sono sorte collaborazioni produttive che verranno espropriate a vantaggio dei collaboratori libici. Sul dramma degli Italiani si depone implacabile la sabbia calda portata dal Ghibli. Giuseppe Alessandro FORESTA DI FIORI Ken Saro-Wiwa, Socrates, 2010, pagg. 168, euro 8,10; ebook 5,99 Diciannove racconti intrisi di un forte sentimento di “Africanità” da parte di un Autore che per la sua strenua lotta in difesa dell’ambiente nel suo Paese, la Nigeria, contro le compagnie petrolifere, fu impiccato il 10 novembre 1995, dal regime militare nigeriano. Si tratta di racconti di varia umanità, tristi e allegri, dove prevale il carattere, al tempo stesso ingenuo e aperto, a istanze di evoluzione da parte femminile frustrate tuttavia da costumi sociali radicati: anche le donne che hanno studiato hanno un ruolo “ancillare”, essendo considerate ancora per le loro potenzialità sessuali e riproduttive. La descrizione dell’ambiente è fedele ad una realtà in evoluzione, tuttavia ancora tradizionalmente legata ad abitudini ancestrali: iniziative di modernizzazione del sistema commerciale vengono contrastate. Incombono malattie endemiche, l’igiene pubblica lascia a desiderare. Ma c’è una forza, un sentimento, che attraversa i racconti ed è un forte senso di identità culturale. Si sente la forza della foresta, i suoi colori, la “voce” degli animali che la abitano, l’attaccamento di quel popolo alla sua cultura ed alle sue tradizioni. Un libro da leggere e che fa riflettere sulla situazione attuale della globalizzazione e della tendenza delle popolazioni africane a trasferirsi nel Continente Europeo spinti dalle loro necessità vitali. Un libro d’attualità. Giuseppe Alessandro LIBRI – SEZIONE LETTERATURE AL DI LÀ DEI GIRASOLI Nunzia Coppedè, Sensibili alle Foglie Editore, 1993, pagg. 112, euro 6,20 Chi ha la sfortuna di nascere con un grave handicap fisico come l’Autrice di questo libro ne porterà i segni nel corpo e nell’anima per tutta la vita. Il rifiuto della famiglia all’accudimento della sfortunata bambina, il ritiro in un Istituto, il Cottolengo, assieme ad altre sfortunate creature, sono le tappe obbligate dell’infanzia della bambina. Poi i rapporti con le suore ed il loro carattere autoritario ed oppressivo nella stretta osservanza giornaliera dei cerimoniali religiosi. I viaggi della superstizione e della problematica speranza a Lourdes, i rapporti non sempre amichevoli con le compagne di sfortuna. Ma Nunzia ha forza d’animo e determinazione, pur nel suo stato d’infermità, a trovare ragioni di vita nel superamento dell’handicap, sul piano intellettuale e della partecipazione alla vita, al di fuori della segregazione nell’istituto del Cottolengo. Incomincia a dipingere e poi a partecipare agli incontri con una comunità di volontari dediti all’assistenza ai portatori di handicap. Uscirà dall’Istituto e si dedicherà a tempo pieno alle iniziative della comunità divenendone un importante elemento di riferimento. Crescendo scoprirà anch’ella, nonostante l’handicap, le gioie dell’amore. Il problema dell’handicap è trattato dall’Autrice con la dolente consapevolezza derivante dal suo stesso stato, vissuto fin dall’infanzia, con l’isolamento dalla famiglia e la deprivazione dei giochi e delle amicizie infantili normali per quell’età. Si tratta di un libro autobiografico di notevole impatto emotivo e di valore documentaristico dove non viene mai meno il senso di “pietas” ed è anche una testimonianza di coraggio e di atteggiamento positivo nella vita pur nella sfortuna. Giuseppe Alessandro UN VOLTO, LA SUA VOCE Eliana Biagini, L. Editrice, 2013, pagg. 106, euro 10,20 L’autrice di questo romanzo è Eliana Biagini, savonese e giornalista pubblicista. Attualmente collaboratrice de “Il Letimbro”, un periodico locale. La protagonista del romanzo è Beatrice, una donna malata, e questa è la storia di una delle sue nevrosi, quella di un uomo di cui si era innamorata al suo secondo incontro con lui e in lei era scattato il classico colpo di fulmine. Lo aveva incontrato casualmente all’uscita di un bagno di un bar dove si era recata per bere un caffè. In quel momento, si era accorta di aver smarrito il biglietto per il tram che avrebbe dovuto condurla a Milano 2, il lussuosissimo nuovo quartiere di Milano. Si mise a cercarlo e quel signore incontrato casualmente si offerse di aiutarla, ma invano. Si salutarono e lei salì sul primo tram che sarebbe andato in quella zona. Quando fu a bordo, vide in piedi in fondo al mezzo il signore che aveva incontrato al bar e gli disse: “Io e lei siamo destinati ad incontrarci! Ha per caso un biglietto da vendermi?”. Lui rispose negativamente, anche lui ne era sprovvisto, sarebbe sceso per comprarlo e ne avrebbe preso uno anche per lei. Rifiutò il denaro del biglietto dicendole: “Non importa, vuol dire che rimarrà in debito con me di un biglietto del tram!”. Fecero il percorso insieme chiacchierando. Era un uomo simpatico e cordiale, molto abile nell’instaurare rapporti con gli sconosciuti, vestito elegantemente ma, fisicamente, quasi insignificante. Lavorava al “Teatro Nuovo” di Milano e lei, che aveva presentato la domanda per fare la figurante in qualche spettacolo, gli chiese se avrebbe potuto aiutarla. Lui rispose affermativamente dicendo che l’avrebbe chiamata e si fece dare il suo numero di telefono. Era stato il Direttore Generale di quel teatro, ma a seguito di una vicenda giudiziaria ne era stato sollevato e si occupava, al momento, di aspetti legislativi. Quando la chiamò per recarsi al suo ufficio, Beatrice incominciò a fantasticare. Alla presenza di Emanuele, quello era il suo nome, fu presa dalla voglia di baciarlo sulle labbra, ma si trattenne, una vampata di calore l’avvolse e il suo viso si colorò di rosso. Lui le parlò dei suoi figli, era sposato. Tutti gli uomini che aveva frequentato erano sposati. Presero a parlare d’amore e lui disse: “Su questo piano tutto è lecito!”. Il cuore di Beatrice si riempì di gioia e rispose: “Io mi innamoro solo di uomini che hanno circa 60 anni!”. “ Io ne ho 53.” ribatté lui, alimentando le sue fantasie. Sperava che i suoi rapporti con la moglie non fossero idilliaci e sperava di farlo innamorare di lei, ripensando alla sua frase: “Sul piano dei sentimenti tutto è lecito”. Si rividero un’altra volta e si sentirono per telefono una dozzina di volte, lei era innamorata anche della sua voce dolce. La sua mente continuava a fantasticare e le sue fantasie aumentavano sempre di più, alimentate da amici compiacenti e da un mazzo di Tarocchi. Al ritorno da un suo viaggio si risentirono e lei chiese di vederlo perché doveva parlargli di alcune cose importanti. “Che cosa mi devi dire?” chiese con la voce dolce che lei era abituata a sentire. Beatrice sudava, tremava, la tachicardia a 1000 la costrinsero a sedersi accanto al telefono. “Credo,” cominciò “ di essermi innamorata di te”. Lui rispose con tono durissimo, non con la solita voce dolce: “Se si tratta di questo, toglitelo dalla testa! Io non c’entro con la tua vita! Continua a curarti con i farmaco, ma lascia stare me!”. Mentre Beatrice piangeva disperatamente, chiuse il telefono. Era stato durissimo e la sua voce dolce e bellissima si era accanita contro di lei rifiutandola, forse sentendosi minacciato in ciò che gli era più sacro e caro: la famiglia e facendo crollare in lei tutte le sue fantasie. Maria Pera IL SALOTTO DI DARIO E AGATA Curiosità e provocazioni Romano B. Bianchi, Enter, 2013, pagg. 132, euro 10,00 Dario e Agata, nell’immaginazione dell’Autore, sono due fidanzati che ricevono nel salotto della loro casa vari personaggi: dallo scienziato all’artista, dallo storiografo al filologo… Lo scopo è di interrogarli su svariati argomenti: dalla storicità di Gesù Cristo all’esistenza di altri pianeti simili alla terra nell’universo, dalle Crociate all’Arca dell’Alleanza, ai nubifragi in Italia. Si tratta di un “divertissement” letterario che può costituire un momento di svago, con un certo impegno intellettuale. Giuseppe Alessandro PENSIERI DI UNGIOVANE UMANISTA Piero Posillico, Multimage, 2015, pagg. 140, euro 10,00 Possono pensieri che afferiscono a cose e persone diverse, alla vita e alla morte, all’amore, al tempo che passa, tramutarsi in poesia, come in un gioco catartico? Piero Posillico, in “Pensieri di un giovane umanista”, compie questa trasposizione con esiti di intensità letteraria sempre acuta e piena di risonanze classiche e/o intimistiche. La sua poesia, dotata, a volte, di forza liberatoria rispetto ai condizionamenti della vita reale, si libra felice e incontaminata in regioni immaginarie governate dall’amore e dall’imprevisto. Seguire Piero Posillico nelle sue fantasie letterarie e poetiche è una parentesi ideale, un viaggio nell’epifania del pensiero catartico. Giuseppe Alessandro OTTO RACCONTI PER IL MILLENNIO AA.VV., Colla editore, 2011, pagg. 184, euro 16,00 I recenti tragici avvenimenti, legati all’incontrollata immigrazione dai Paesi del cosiddetto “terzo mondo”, riporta d’attualità il problema dell’auspicabile sviluppo di quei Paesi per i quali, nel lontano settembre dell’anno 2000, erano stati varati dall’ONU gli “8 Obbiettivi di Sviluppo del Millennio”. É di tragica attuale evidenza che quegli “Obbiettivi” sono lungi dall’essere stati raggiunti. É un problema che accompagnerà l’umanità negli anni e nei secoli a venire, poiché la sua soluzione è necessaria per la stessa sopravvivenza del Pianeta. Questo libro fornisce un piccolo contributo letterario per un approccio alla comprensione degli otto “Obbiettivi” attraverso otto racconti di prestigiosi scrittori di fama internazionale. Il libro è già stato pubblicato in Francia nel 2008 con il titolo “Huit Nouvelles”. Il primo obbiettivo, eliminare la fame e la povertà estrema, è il soggetto del primo racconto, “La mano aperta”, della scrittrice cubana Zoè Valdés. Nel racconto, una documentarista-reporter cubana percorre le strade della capitale di Haiti Port-au-Prince e può rilevare che esiste una dignità nelle persone e un coraggio atti a superare le situazioni di violenza alla ricerca di migliori condizioni di vita. Il secondo obbiettivo, educazione primaria dei giovani, è il tema del racconto “Scuola chiusa causa genocidio” dello scrittore svedese Bjorn Larsson. Mamadou è un giovane ragazzo, unico componente della famiglia sopravvissuto al genocidio che nella primavera- estate del 1994 contrappose le etnie hutu e tutsi. Il desiderio di Mamadou di emigrare in Europa per migliorare le sue prospettive di vita ed il suo desiderio di crescita culturale sarà frustrato da un muro di difficoltà burocratiche e incomprensioni. Il finale è un’amara constatazione sull’impossibilità della gioventù locale ad avere una vita produttiva, con una formazione scolastica adeguata e prospettive di crescita economica. Il terzo obbiettivo, la parità fra i sessi, è il tema del terzo racconto, “Come foglie morte”, della scrittrice bangladese Talisma Nasreen. É la storia di una ragazza quindicenne, Anguri, che vive in un piccolo villaggio bengalese, Rasulpur, dove la cultura popolare radicata alle antiche e ataviche condizioni di sottosviluppo culturale delle donne, impedisce ad Anguri di affrancarsi dal suo destino già segnato: quello di un matrimonio che le assicuri di “che mangiare e vestirsi”. Questa è la volontà della madre, cui Anguri, ragazza volitiva e coraggiosa, si ribella, ma dovrà affrontare la violenza degli uomini. Questa dura esperienza la farà crescere: presa maggiore coscienza di sé, si allontana dal suo villaggio, ma alla fine dovrà pagare un prezzo per questo suo atto di indipendenza. La mortalità infantile è il tema del quarto breve racconto, “I giorni senza sole”, di Moussa Konatè. É la storia amara e drammatica del nobile decaduto Badji che non possiede il denaro per curare il figlioletto malato Sibiri. La ricerca del denaro risulta sempre vana e grande è la disperazione e la frustrazione di Baddji. Tornato a casa, la vista del figlioletto malato lo induce alla rassegnazione: “É inutile farsi domande alle quali non c’è risposta.” Migliorare la salute materna, quinto obbiettivo, è il tema del racconto della scrittrice libanese Vénus Khoury-Gatha. Hafia, ragazza libanese di 16 anni, proviene da un poverissimo villaggio dal sud del Libano che non è frequentato neanche dalle cavallette che non troverebbero niente da mangiare. Hafia ha un carattere molto riservato, quasi misterioso, e lavora come collaboratrice domestica presso una benestante signora di Beirut con la quale ha un buon rapporto. Improvvisamente, Hafia resta incinta e sua madre accusa la sua datrice di lavoro di non averla sorvegliata adeguatamente allo scopo di evitare rapporti con l’ambiente esterno che la mettessero in quella situazione così sconveniente per una giovane ragazza nubile. I suoi fratelli, secondo il principio dell’“onore” radicato nella società, minacciano di uccidere la ragazza. Ma la “padrona” di Hafia deciderà di prendersi maggior cura della ragazza, a seguito di un grave episodio di febbre puerperale. Hafia nasconde a tutti un terribile segreto, che verrà scoperto dalla signora e determinerà la decisione della ragazza di abbandonarsi al suo destino. Il sesto racconto, “Le zanne del lupo”, di Philippe Besson si collega al punto 6 del Programma: combattere l’AIDS, la malaria e le altre malattie. La perdita di una persona cara può portare, come avviene al protagonista di questo racconto, ad isolarsi in un rifugio lontano, abbandonando i legami del passato. Tuttavia, l’elaborazione del lutto e la consapevolezza della fragilità della natura umana porteranno il protagonista all’accettazione ed alla condivisione del dolore. Il settimo racconto, “Tutti i cani tristi”, di Simonetta Greggio, ambientato in Francia, fra Parigi e la Costa Azzurra, è intriso di macabro umorismo. I due protagonisti, Paul e Julie, appartengono ad una società benestante, ben lontana dalle situazioni di degrado e di sofferenza dei racconti precedenti. Una bizzarra sventura costringe Paul a confrontarsi con i suoi cari defunti. Il grottesco della situazione induce però Paul ad una inquietante riflessione sul rapporto fra uomo e ambiente: anche la terra può non volere più i suoi figli. L’ottavo racconto si impernia su un’autoreferenziale riepilogo dei problemi oggetto dei sette racconti precedenti. L’Autore, Alain Mabanokou, immagina di partecipare ad una Conferenza Internazionale dove si discutono gli otto punti del Programma ONU, riportando la discussione su una scala di più ampio respiro, che coinvolga tutti i Paesi Occidentali per rispondere ad una domanda ancora di drammatica attualità: cosa possono fare i Paesi dell’Occidente per aiutare le popolazioni in crisi? Il dibattito, molto animato, è imperniato attorno a questa domanda e mette in discussione anche la vulnerabilità sociopolitica dei paesi sottosviluppati, dove talvolta una classe dirigente inefficiente e corrotta ne impedisce lo sviluppo economico e sociale. Tuttavia la conclusione lascia al lettore uno spiraglio di speranza sul futuro, non si sa quanto realistico a fronte degli attuali eventi: un mondo in rapida evoluzione rende ancora possibile la speranza di un nuovo sviluppo economico e umano. Il libro termina con un breve profilo biografico degli Autori e con l’esposizione per esteso degli Otto punti programmatici dell’ONU, che hanno costituito “l’anima” del testo. La conclusione che possiamo trarre dalla lettura è che, viste le situazioni di guerra in alcuni Paesi in via di sviluppo e il fenomeno incontrollato di “fuga” di popolazioni disperate e impaurite, poco o niente è stato realizzato di ciò che era stato previsto negli otto punti di quel programma. Si tratta di un libro di notevole interesse storico. Giuseppe Alessandro IL TEMPO NON RITORNA Bruno Marengo, De Ferrari, 2011, pagg. 80, euro 10,20 Un piccolo-grande romanzo di Bruno Marengo dove il Tempo ha un sapore vagamente Proustiano: la ricerca del tempo che non ritorna di due giovani innamorati che vivono una vita parallela fra la Liguria ed una Torino dal “sapore” gozzaniano. Una vicenda di mezzo secolo di incontri amorosi fugaci, dalla giovinezza trascorsa nel periodo bellico, con attività nella Resistenza ad un’attualità che vede lei, “la ragazza dalle fossette sulle guance”, imprenditrice di successo, lui intellettuale comunista e scrittore. Come nello sterminato capolavoro di Proust, anche qui il protagonista principale del romanzo è il tempo: i due protagonisti non hanno nome: lui è “l’uomo senza età” lei è “la donna senza età”. Gli incontri amorosi scandiscono il tempo della storia e Bruno Marengo possiede l’arte rara di lasciare intuire una passione amorosa intensa ma transitoria, perché il tempo proporrà future illusioni… Due vite parallele che si rincontreranno alla fine del romanzo, ormai anziani, non sapendo, e non lo sapremo neanche noi, come sarebbe stata tutta la loro vita condivisa. Giuseppe Alessandro UNIVERSO DES Giuliana Braseschi Dallera, Loquendo, 2011, pagg. 122, euro 7,74 In dialetto milanese “des”, dieci, è il numero delle novelle di questo piccolo libro della milanesissima Autrice ed è anche il numero civico della casa di ringhiera della stessa da bambina negli anni ‘50 del secolo scorso. Le case di ringhiera ai nostri giorni sono state ristrutturate quasi tutte da architetti di tendenza in alloggi di lusso e sono abitate da ricchi professionisti e artisti di “grido”. In passato, erano abitate da operai e persone della piccola borghesia impiegatizia. La scrittrice Giuliana Braseschi Dallera in questo suo primo libro, in dieci gustosi racconti, ci offre un affresco dell’umanità che abitava o frequentava la casa di ringhiera dove è nata e cresciuta. Si tratta di una normale umanità di una grande città come Milano negli anni ‘50: ci sono gli operai che escono presto al mattino, ci sono le donne di casa che vanno a fare la spesa nelle vicine botteghe e c’è anche l’omosessuale oggetto di scherno da parte dei ragazzi e la ballerinetta resa madre dall’impresario. Sono gustosi “quadretti” raccontati con vivacità dall’autrice, arricchiti da notazioni in perfetto dialetto meneghino. Erano i tempi in cui le gite in Riviera si facevano in treno portandosi dietro la merenda e alla corsa ciclistica Milano - Sanremo gareggiavano Bartali e Coppi. L’Autrice del racconto non nasconde un po' di nostalgia per un’Italia uscita da poco dalla guerra e alla vigilia di quello che fu definito “miracolo economico” . Il libro si conclude con un’elencazione di mestieri in dialetto meneghino. Giuseppe Alessandro INSEGUENDO LA LUCE Eugene O’ Kelly, Piccin-Nuova Libraria, 2007, pagg. 170, euro 10,63 Eugene O’ Kelly, l’autore di questa autobiografia è il Presidente della KPMG, una delle più importanti Compagnie di revisione contabile degli Stati Uniti con più di 20000 dipendenti. Un brutto giorno, il 24 Maggio 2005, all’età di soli 53 anni, nel pieno della vita, colma di amore all’interno della famiglia, ricco di amicizie, interessi sportivi - è un appassionato di golf- gli viene diagnosticato un tumore al cervello non operabile e una prospettiva di vita di soli tre mesi. Eugene O’ Kelly decide di razionalizzare l’approccio all’evento, pur decidendo di sottoporsi alle terapie classiche tese a ritardare l’evento inevitabile. E’ un resoconto pieno di “pathos” dell’atteggiamento positivo di un uomo davanti all’ineluttabile, che non si lascia andare al panico, ma sfrutta tutti i suoi momenti per raccogliere le ultime gioie della famiglia e delle cose belle della vita, la natura, gli amici, quando possibile, le ultime partite di golf. Infine programma da quel dirigente che è stato, le ultime disposizioni. Un libro da leggere con la giusta predisposizione psicologica… Giuseppe Alessandro IL CANTO D'AMORE DEI GRILLI Clara Colombatto, Baima-Ronchetti, 2014, pagg. 372, euro 12,75 Può la vita di una famiglia contadina della Valle dell’Orco divenire materia di un romanzo denso di avvenimenti e di pathos? La risposta è positiva nel caso di questo terzo romanzo di Clara Colombatto che ha la capacità di “sublimare” gli eventi, traendone emozioni anche per il lettore più esigente. Sono avvenimenti che si svolgono dal 1920 al 1972. Si tratta storie di vita contadina: la coltivazione della terra, il raccolto, l’allevamento del bestiame, ma anche storie di uomini e di donne, di matrimoni, di madri prolifiche, di mariti ubriaconi e violenti, in un’epoca in cui la consapevolezza della dignità delle donne, specie negli ambienti meno “evoluti” dal punto di vista sociale, era ancora latente e non esisteva il divorzio. La scrittrice riesce a dare un’immagine fedele e molto persuasiva dell’atmosfera dell’epoca, fatta di sacrifici e fatica, specie per le donne impegnate nell’accudimento delle numerose famiglie, nella cura degli anziani e nel duro lavoro dei campi. Poi la seconda guerra mondiale, gli uomini devono partire, alcuni andranno fra i partigiani a combattere i nazifascisti… Si tratta di un racconto corale in uno stile letterario semplice ma sempre avvincente. Giuseppe Alessandro LA MODA HALAL A TORINO il 28 luglio, da http://www.lafinanzaislamica.it/ La moda halal arriva a Torino! da http://www.lafinanzaislamica.it/ É il primo evento del suo genere in Italia, e si terrà il 28 Luglio a Torino. Si tratta di una tavola rotonda sulla moda halal, o modest fashion, promossa dal Global Islamic Economic Summit, con la strategica partnership del Comune di Torino e di CRT. La tavola rotonda vuole fare una mappatura degli attori e delle realtà imprenditoriali che oggi giocano un ruolo importante nella moda islamica, ma vuole anche aprire un dibattito etico sulla necessità di stabilire degli standard del settore di nicchia della moda halal. Nel 2013 il mercato dell’abbigliamento e della moda è aumentato dell’11,9%, raggiungendo i $266 miliardi. Si stima che entro il 2019 i miliardi raggiunti saranno $488. I paesi protagonisti di queste cifre saranno la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti, l’Indonesia e l’Iran. In questo segmento, la moda halal sta acquisendo grande notorietà e un’importante diffusione. Non é un caso che questo evento si svolga a Torino. L’attenzione si é spostata sul nostro paese dopo che il Rapporto sullo Stato Globale dell’Economia Islamica (http://www.lafinanz aislamica.it/lindustria-halalrecord-37-trilioni-litalia-top3-nel-settore-moda/) di quest’anno ha collocato l’Italia tra i primi tre paesi al mondo secondo l’“Halal Fashion Indicator”. L’evento torinese sarà un’importante occasione d’incontro tra stilisti e imprenditori internazionali, protagonisti della moda halal con imprenditori Italiani.