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l`impiego delle ceneri di carbone nei calcestruzzi
L’IMPIEGO DELLE CENERI DI CARBONE NEI CALCESTRUZZI Giulio Belz - Enel Ricerca [ 1 ] COSA SOMMARIO: Cosa sono e come si generano le ceneri di carbone 1 Principali caratteristiche delle ceneri di carbone 1 La legislazione italiana sul riutilizzo delle ceneri di carbone 2 I vantaggi conseguenti all’uso delle ceneri nei calcestruzzi 2 Le norme tecniche per il riutilizzo delle ceneri nei calcestruzzi 4 Schema della linea fumi di una centrale termoelettrica a carbone Caldaia SONO E COME SI GENERANO LE CENERI DI CARBONE Le ceneri sono il prodotto della trasformazione subita dalle impurità minerali presenti nel carbone (principalmente quarzo, argilla e pirite) a seguito della sua combustione nelle caldaie delle centrali termoelettriche. Questa frazione non combustibile, riscaldata ad oltre 1400°C nella camera di combustione, fonde formano piccole goccioline trascinate dai fumi, che in uscita dalla caldaia subiscono un brusco raffreddamento e solidificano sotto forma di particelle vetrose di forma sferoidale. L’impianto di abbattimento pol- Le ceneri di carbone osservate al microscopio elettroveri, costituito da precipitatori nico (3000x) elettrostatici o da filtri a maniche, provvede a purificare i fumi separando le ceneri, che vengono successivamente inviate per via pneumatica ai sili finali di stoccaggio, pronte per il loro riutilizzo. Catalizzatore DeNOx Filtro polveri Torre di lavaggio DeSOx Silo Ceneri Carbone Camino P R I N C I PA L I Le ceneri di carbone si presentano come una polvere fine di colore grigio, di dimensione compresa tra 1 e 100 micron (1 mm = 10-3 mm), paragonabile a quella di un cemento. La massa volumica reale delle ceneri varia tra 2100 e 2400 kg/m3; quella apparente è compresa tra 600 e 800 kg/m3. Distribuzione granulometrica tipica delle ceneri di carbone Distribuzione (%) CARATTERISTICHE DELLE CENERI DI CARBONE 100 80 60 40 20 0 1 10 100 Diam etro particelle (m icron) 1000 P a gi n a 2 Elemento componente Si (%) Al (%) Fe (%) Ca (%) Mg (%) K (%) Na (%) C (%) Ceneri da carbone 16÷22 12÷18 1,5÷8,7 0,7÷6,5 0,1÷1,1 0,4÷0,9 0,1÷0,4 4,0÷8,0 Pozzolana naturale 21÷31 8,0÷16 3,0÷8,0 2,0÷7,0 0,5÷2,0 1,0÷7,0 0,6÷3,2 - Dal punto di vista chimico le ceneri sono principalmente costituite da silice (SiO2), allumina (Al2O3) e ossido di ferro (Fe2O3). La loro composizione è assimilabile quella di una pozzolana naturale di origine vulcanica, cui le ceneri sono paragonabili anche dal punto di vista microstrutturale, essendo costituite per più del 70% da particelle di natura vetrosa amorfa. Intervalli di composizione chimica delle ceneri di carbone LA L E G I S L A Z I O N E I TA L I A N A S U L RIUTILIZZO DELLE CENERI DI CARBONE In base al Decreto Ronchi (DLgs n° 22 del 05/02/97) che riporta in allegato il Catalogo Europeo dei Rifiuti, recentemente aggiornato dalla Direttiva n° 102 del 9 aprile 2002 (s.o. G.U. n° 108 del 10/05/02), le ceneri di carbone sono identificate dal codice CER 10 01 02 e classificate come rifiuto speciale non pericoloso. Il Decreto Ministeriale 05/02/98, che individua le attività di recupero agevolate cui destinare i rifiuti non pericolosi, indica la produzione di calcestruzzi e di manufatti prefabbricati in calcestruzzo fra i settori produttivi di riutilizzo delle ceneri. I V A N TA G G I CONSEGUENTI ALL’USO DELLE CENERI NEI CALCESTRUZZI “I requisiti fondamentali di un calcestruzzo sono la lavorabilità, la resistenza e la durabilità” I requisiti fondamentali di un calcestruzzo perficiale e più compatti, quindi più residi qualità sono la lavorabilità, la resistenza stenti, impermeabili e durabili nel tempo. a compressione, la durabilità agli agenti L’aggiunta di ceneri rappresenta inoltre la atmosferici. soluzione più immediata a problemi di seUna buona la lavorabilità consente la posa gregazione dei componenti di impasto e di in opera di getti a matrice compatta (privi affioramento dell’acqua di miscela di difetti microscopici) ed esenti da difetti (bleeding) conseguenti alla carenza di comdi riempimento dei casseri (difetti macroponenti fini. scopici). La resistenza meccanica è imposta Una migliore fluidità del calcestruzzo fredal progetto finale dell’opera i calcestruzzo, sco consente inoltre di adottare rapporti che definisce i carichi che esso dovrà sopacqua/legante più bassi (minore richiesta portare. La durabilità è infine la capacità d’acqua), elevando così le resistenze finali del calcestruzzo di resistere nel tempo del manufatto con ceneri. all’aggressione degli agenti atmosferici specifici dell’ambiente cui l’opera verrà esposta. Le ceneri leggere di carbone contribuiscono a migliorare tutti i precedenti requisiti, agendo nei calcestruzzi sia come filler (contributo fisico), sia come pozzolana artificiale (contributo chimico). L’elevata finezza e la forma sferoidale delle particelle di cenere di carbone migliorano la fluidità del calcestruzzo fresco e quindi la sua lavorabilità e pompabilità. Miscele più omogenee e prive di difetti, grazie all’effetto filler delle ceneri, geneInfluenza dell’aggiunta di ceneri sulla richiesta rano calcestruzzi di migliore finitura sud’acqua di impasto L ’ i mp ie g o d e ll e c en e ri d i c a rb on e n ei ca lc es tr u z z i Dal punto di vista chimico, le ceneri di carbone, al pari delle pozzolane naturali finemente macinate, sono capaci di reagire a temperatura ambiente con l’idrossido di calcio (Ca (OH)2) liberato dall’idratazione del cemento Portland generando silicoalluminati idrati di calcio del tutto simili a quelli prodotti dalla reazione del cemento. L’eccesso di calce idrata rappresenta un componente di indebolimento del manufatto finale in calceAcqua bleeding raccolta nel calcestruzzo fresco in funstruzzo, spesso all’origine del suo zione del tempo degrado nel tempo. I cristalli di idrossido di calcio sono infatti poco comconfezionati, nei quali risulta ridotta la perpatti e resistenti, e risultano chimicamente dita di lavorabilità nel tempo (fase di trareattivi con numerosi agenti chimici esterni. sporto), e dei getti di grosse dimensioni. In Fra questi l’anidride carbonica e le acque questi ultimi, l'adozione delle ceneri concarbonatiche (con formazione di carbonato sente di ridurre i forti aumenti di temperatura interni al getto conseguenti ai processi esotermici di idratazione del cemento ed alla bassa conducibilità termica propria del calcestruzzo. Viene così eliminato il pericolo di fessurazioni e di cedimenti conseguenti alle tensioni generate dalla dilatazione differenziale fra le zone interne ed esterne del getto. L’adozione delle ceneri di carbone consente infine di prevenire efficacemente il potenziale degrado da reazione alcali-aggregati. La silice finemente suddivisa della cenere risulta infatti molto reattiva nei confronti degli alcali (NaOH, MgOH) eventualmente presenti nell’impasto, che vengono fissati dalle ceneri all’interno della matrice ceRiduzione del tenore di calce idrata nelle mentizia allorché essa è ancora plastica. Gli miscele con ceneri alcali risultano in tal modo sottratti da potenziali fenomeni di lenta reazione con e bicarbonato di calcio che causano effetti l’eventuale silice amorfa presente negli espansivi o dilavanti e la depassivazione aggregati naturali utilizzati nel calcestruzzo dei ferri di armatura) ed i solfati (con proche sono causa degli effetti espansivi e diduzione di ettringite espansiva). struttivi tipici di questa forma di degrado. Le ricerche dell’Enel[2] hanno dimostrato che l’introduzione delle ceneri, che fissano la calce in prodotti stabili e resistenti, consente di ottenere il duplice risultato di contribuire allo sviluppo della resistenza del calcestruzzo e di renderlo meno permeabile e più durabile. Se le ceneri sostituiscono parte del cemento, si osserva nel getto una presa più lenta ed più lento sviluppo delle resistenze alle basse stagionature (3÷28 giorni), a parità di resistenze finali (a 28÷90 giorni). Tale comportamento, più evidente nei calcestruzzi con cemento di classe 32,5 e molto meno con cementi di classe 42,5 e 52,5 in virtù del più rapido rilascio della calce di idrolisi che accelera la reazione pozzolanica delle ceneri, costituisce spesso un vantagSviluppo delle resistenze in una miscela gio. E’ questo il caso dei calcestruzzi precon ceneri P a gi n a 3 “L’introduzione delle ceneri, … contribuisce allo sviluppo della resistenza del calcestruzzo, lo rende meno permeabile, più durabile e meno soggetto al degrado.” P a gi n a 4 Effetto dell’aggiunta di cenere sul gradiente termico all’interno del getto LE NORME TECNICHE PER IL RIUTILIZZO DELLE CENERI NEI CALCESTRUZZI In base alla normativa tecnica vigente le ceneri di carbone possono essere utilizzate nelle miscele per calcestruzzi: • come aggiunte di tipo II (pozzolane), in parziale sostituzione del cemento, secondo le modalità descritte nella UNI EN 206-1 e in accordo alle prescrizione della UNI EN 450 “Ceneri volanti per calcestruzzo” (1995); • come aggiunte di tipo I (filler), ad integrazione della frazione fine degli aggregati, secondo le modalità descritte nella UNI EN 206-1 e in accordo alle prescrizione della UNI prEN 12620 “Aggregati per calcestruzzo” (2000). La norma UNI EN 206-1 “Calcestruzzo: Specificazione, prestazione, produzione e conformità” (2001) distingue i calcestruzzi in base alle classi di esposizione ambientale cui saranno soggetti in esercizio (ambiente secco o umido, con gelo, marino, chimicamente aggressivo, ecc.) e per ciascuna classe indica il contenuto minimo di cemento (cmin) necessario per garantire una sufficiente durabilità del manufatto all’azione degli agenti atmosferici. Nel calcolo del tenore di cemento, la norma consente di tener conto delle ceneri introdotte utilizzando un fattore di equivalenza “k” . Secondo il concetto di “legante equivalente”, il tenore minimo di cemento prescritto dalla UNI EN 206-1 per la durabilità del calcestruzzo può essere calcolato applicando la formula [cemento] + k · [cenere]. Il valore di “k” da assumere nella formula è pari a 0,4 se le ceneri sono introdotte in parziale sostituzione di cemento tipo I con classe di resistenza ≥ 42,5 N/R; è invece pari a 0,2 se si adotta un cemento tipo I, [1] http://www.enel.it/it/produzione/ricerca/script/05_1.asp [2] http://tecnet.pte.enel.it classe 32,5 N/R o cementi tipo II A, III A, IV A, V A con classi di resistenza 32,5 N/R o ≥ 42,5 N/R. Il tenore massimo di cemento sostituibile, ∆c, è indicato dalla relazione: ∆cmax ≤ k (cmin - 200) [kg/m3], mentre la quantità massima di ceneri considerate nel calcolo del legante equivalente è dato dalla ulteriore relazione cenere/cemento ≤ 0,33. Ad esempio, volendo progettare un calcestruzzo da esporre in opera a fenomeni corrosivi indotti da carbonatazione e cicli bagnato/asciutto (classe di esposizione XC4) ovvero indotti da cloruri per nebbia salina (classe XS1), il contenuto minimo di cemento consigliato è di 300 kg/m3. Utilizzando un cemento tipo CEM I 42,5 per il quale vale k=0.4, dalla prima delle precedenti disuguaglianze si ricava con facili passaggi un tenore limite di ceneri di 100 kg/m3, mentre dalla seconda di 88,2 kg/m3. Assumendo la condizione più restrittiva, è quindi possibile introdurre 88,2 kg di ceneri per m3 di calcestruzzo sostituendo 35,2 kg/ m3 di cemento. Le ceneri non conformi alla UNI EN 450, e con valori di incombusti fino al 10%, possono essere utilizzate nei calcestruzzi come aggiunte di tipo I (filler) in aggiunta al cemento (quindi con k=0), adottando un tenore limite suggerito di 45 kg/m3. Il loro utilizzo è comunque sconsigliato nel caso di calcestruzzo soggetto a cicli alternati di gelo/disgelo (classe di esposizione ambientale XF1-4), essendo stata talvolta osservata in corrispondenza dei più elevati tenori di incombusti (7-10%) una riduzione dell’efficacia degli additivi aeranti utilizzati per contrastare questa forma di aggressione.