afide cenerognolo edolio di neem (azadirachta indica)
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afide cenerognolo edolio di neem (azadirachta indica)
RICERCA/DIFESA È uno dei fitofagi più pericolosi e temuti in frutticoltura AFIDE CENEROGNOLO EDOLIO DI NEEM (AZADIRACHTA INDICA): esperienze di contenimento nel 2003 Mattedi Luisa Forno Flavia Gobber Marino Cappello Silvano TERRA TRENTINA Istituto Agrario S.Michele a/A 32 L’afide cenerognolo è uno dei fitofagi più pericolosi e temuti della frutticoltura. La sua aggressività l’ha fatta ricordare in diverse recenti annate (1995, 1996, 1998, 2002) e nel 2003 è stato particolarmente presente nelle zone collinari. Questo fitofago è stato oggetto di ripetute osservazioni e prove di contenimento che, nel corso degli anni ’90, hanno consentito di riconfermare diversi aspetti essenziali per la sua gestione. Gli elementi riassuntivi più importanti vengono riportati nell’appendice. L’alternarsi di pullulazioni è un fenomeno che è strettamente legato alla dinamica di qualsiasi fenomeno naturale che prevede sempre un legame fra patogeno – andamento climatico – attività degli utili – pianta ospite. In questo delicato rapporto l’uomo assume, quasi sempre, un ruolo di spettatore e la difesa applicata cerca di contenere i danni, ma non elimina mai le popolazioni. Gli afidi, fra gli insetti, rappresentano inoltre un esempio di forza sorprendente della Natura: non dimentichiamoci che se non intervenissero gli agenti di controllo naturali che inducono sempre mortalità superiori al 95%, da un unico individuo ad inizio stagione si arriverebbe, in pochi mesi, a 600 tonnellate di afidi! Ecco perché eliminare è umanamente impossibile, soprattutto se la natura si sfoga nella sua aggressività. Esperienze di contenimento La difesa si pone, in questo quadro generale, come un importante fattore di contenimento, specialmente del danno, purché vengano rispettati i parametri di ottimale ed accurata distribuzione dei prodotti proposti. Fra le molecole di recente comparsa sul mercato, c’è l’olio di Neem, un prodotto di origine naturale che risulta interessante nel contenimento dell’afide cenerognolo. La sua applicazione è possibile sia nella frutticoltura convenzionale, sia in quella biologica. Negli ultimi anni sono stati proposti diversi formulati e nel 2003 alcuni di questi sono stati messi a confronto in un’esperienza applicativa eseguita nella zona del Bleggio, su Golden Deliciuos innestata su M 9 alla sesta foglia. Prodotti utilizzati, dosi e schema di contenimento La ripresa vegetativa è avvenuta verso il 25 marzo, il 10 aprile si è intervenuti con olio bianco alla dose di 2,7 l/hl; si riconferma l’importanza del trattamento con olio per la riduzione delle prime fondatrici già in attività in questo periodo. La fioritura è iniziata verso il 28 aprile, piena fioritura al 4 maggio. Nell’esperienza sono stati usati i seguenti prodotti: Ditta Data trattamento Pre-fioritura Post-fioritura Neem Azal T/S INTRACHEM 15/04 – 24/04 Neem Azal T/S INTRACHEM 24/04 Diractin SERBIOS 24/04 16/05 Azatin SCAM 24/04 16/05 Oikos plus SIPCAM 24/04 16/05 TESI NEEM AZAL T/S (2x) Mazzetti occupati 20 aprile 4% NEEM AZAL T/S (1x) 8% DIRACTIN SERBIOS 6% AZATIN SCAM 9% OIKOS PLUS 5% 13 maggio 11,5% 8 vuote e 5 attive 17,6% 9 vuote e 32 attive 13,8% 21 vuote e 10 attive 9,5% 7 vuote e 16 attive 13,7% 21 vuote e 10 attive Dose Pre-fioritura 70 cc/hl – 130 cc/hl 130 cc/hl 75 cc/hl 50 cc/hl 75 cc/hl Piante con colonie 21 maggio 11,3% 7 vuote e 4 attive 11,4% 23 vuote e 3 attive 8,2% 17 vuote e 2 attive 8,2% 17 vuote e 2 attive 17% 23 vuote e 13 attive Post-fioritura 30 cc/hl 20 cc/hl 30 cc/hl 4 giugno 11% 10 vuote e 1 attiva 12% 10 vuote e 2 attive 12% 12 vuote 15% 12 vuote e 3 attive 19% 16 vuote e 3 attive TERRA TRENTINA Prodotto 33 TERRA TRENTINA RICERCA/DIFESA Tutti i prodotti sono stati distribuiti utilizzando 370 l di acqua per ettaro (4 concentrazioni) in miscela con Ossicloruro di rame 50% a 35 g/hl, olio bianco a 0,5 l/hl e aceto alla stessa dose. Olio e aceto non sono stati concentrati. La strategia proposta tiene conto di pluriennali esperienze, derivanti da diversi ambienti italiani ed europei, che evidenziano, che per gestire al meglio l’afide cenerognolo è importante ridurre le fondatrici. é risaputo che la loro comparsa è scalare, inizia alla ripresa vegetativa e si prolunga per una ventina di giorni: si completa però sempre prima della fioritura. Questa fase rappresenta perciò il momento fondamentale per il contenimento e tutto ciò che compare dopo la fioritura è il risultato della difesa più o meno efficace, applicata nell’epoca pre-fiorale. 34 Organizzazione esperienza e risultati Prima dell’intervento (20.04) e in 3 epoche successive (13.05, 21.05 e 04.06) sono stati eseguiti dei controlli rispettivamente per valutare la popolazione prefiorale (su 100 mazzetti fiorali) e il successivo controllo dell’efficacia. I risultati vengono riportati nelle tabelle successive. I controlli dell’efficacia, risaputamente lenta, sono stati eseguiti controllando da 100 a 240 piante per tesi, a seconda dell’epoca, verificando la presenza di colonie e la loro situazione: attive o vuote. Le colonie attive sono state descritte nell’eventuale numerosità. Tutte le colonie attive al 4 giugno erano di scarsa entità (dai 2 ai 30 individui al massimo), solo una (su Azatin) era superiore a 75 individui. Influenza della quantità di acqua per ettaro sull’ efficacia dei prodotti a base di Neem Nella primavera del 2002 era stata rilevata la differenza di efficacia del prodotto Oikos distribuito con 370 litri/ettaro di acqua (4 concentrazioni ) e 210 litri/ettaro (7 concentrazioni). Il trattamento era stato eseguito in prefioritura il 18 aprile alla medesima dose per ettaro: 1,5 litri/ettaro di Oikos in miscela con rame contro la ticchiolatura, olio bianco con funzione di bagnante e aceto come acidificante. Al primo controllo postfiorale la zona trattata con 4 concentrazioni presentava una infestazione di afide grigio assai contenuta con colonie di scarsa entità, buona presenza di utili tale da non richiedere alcun intervento supplementare in post fioritura (su 100 piante controllate, 27 presentavano colonie). La zona trattata con 7 concentrazioni presentava invece un attacco molto consistente di cenerognolo (su 100 piante controllate 96 presentavano nidi) con colonie di maggiore entità. Nonostante un’elevata presenza di predatori (coccinelle, silfidi, cecidomidi) e l’inizio di parassitizzazione (imenotteri), è stato eseguito un ulteriore intervento con Oikos a 1 litro /ettaro. Al controllo successivo le colonie erano nella maggior parte completamente vuote o con pochi individui; limitati si presentavano i danni a carico dei frutti visto il breve periodo di permanenza del cenerognolo. Considerazioni Le considerazioni relative a queste esperienze possono essere così riassunte: - Tutti i prodotti a base di Neem risultano interessanti - - - - - - - - - Conclusioni Ci sono diverse opportunità per contenere in modo efficace l’afide cenerognolo nelle fasi di inizio stagione. L’agricolto- re deve però attivarsi a curare tutte le fasi di bagnatura e ad affrontare con serenità un fitofago che talora può creare ingenti preoccupazioni. Le diverse annate con popolazioni consistenti ed aggressive di afide cenerognolo evidenziano delle grandi lezioni di umiltà: quando la Natura vuole, i fenomeni biologici sono tamponabili, ma non eliminabili con i metodi umani; le popolazioni si abbassano, il danno diretto viene egregiamente contenuto, ma la presenza del fitofago può mantenersi elevata. Sono poi evidenziabili gli enormi limiti della difesa: nonostante l’afide cenerognolo venga combattuto da almeno 40 anni, quando la Natura lo vuole può esplodere in modo impressionante, noi infatti conteniamo, ma non eliminiamo! Conoscenze essenziali per una buona gestione del cenerognolo - Sverna come uovo sul legno di almeno 2-3 anni del melo. - Le prime fondatrici sono presenti con la ripresa vegetativa e la ricomparsa scalare dura mediamente 24 giorni. - Le fondatrici riprendono tutte la loro attività prima della fioritura. - La maggior parte delle fondatrici (+ del 90%) sono collocate nelle parti mediobasse della pianta, compresi i polloni radicali. - La maggior parte delle fondatrici è presente sui TERRA TRENTINA - nella gestione dell’afide cenerognolo; Risulta interessante sia la formula di 2 interventi a metà dose in pre-fioritura (Neem Azal T/S 2 volte), sia la formula di spezzare la dose in 2/ 3 pre-fiorale e 1/3 post-fiorale (Diractin, Azatin, Oikos plus) Nel 2003 anche l’unica dose prefiorale è stata in grado di contenere egregiamente la popolazione di afide cenerognolo; é consigliabile aggiungere ai prodotti a base di Neem, olio bianco a 500 cc/hl come bagnante ed aceto o altre sostanze acidificanti per migliorare l’ efficacia; Utilizzare almeno 300 litri di acqua per ettaro, intervenire possibilmente la sera o al mattino; Le prove sperimentali eseguite nel 1995 a S.Michele a/A con Neem Azal T/S avevano evidenziato un’efficacia prefiorale uguale a quella di Pirimor. L’efficacia dei prodotti a base di Neem è molto lenta e spesso complessa: sovente la fondatrice rimane viva ed origina eventualmente colonie di scarsa entità. Verificare perciò attentamente e ripetutamente la reale efficacia dei prodotti; I colleghi tedeschi segnalano un contenimento interessante dei geometridi (Falena), ma in questa esperienza non era presente una popolazione interessante; L’efficacia contro le falene dovrebbe essere esaltata dalla miscela con Bacillus Thuringensis Tutti i formulati utilizzati ad esclusione dell’Oikos plus sono consentiti in agricoltura biologica 35 RICERCA/DIFESA - - - - - - TERRA TRENTINA - 36 - - mazzetti fiorali (i primi a comparire nelle fasi iniziali). La maggior parte delle fondatrici sono presenti sulle piante collocate ai bordi degli appezzamenti (lungo strade, capezzagne, fossi,...) spesso fino al 50% delle totali. I controlli pre-fiorali, indispensabili, sono assai difficili ed abbisognano di un buon allenamento nello spirito di osservazione. Non c’è interferenza sul numero di fondatrici rilevate su portainnesti deboli o vigorosi: se l’annata è propizia non sono state notate differenze di entità di infestazione fra Golden su Franco o Golden su M9. L’eventuale differenza è sulla popolazione post-fiorale spesso maggiore su portainnesti vigorosi per le difficoltà di distribuzione. L’osservazione per 3 anni dell’interferenza sul numero di fondatrici in presenza di una diversa gestione del prato (sfalci a filari alternati o contemporanei su tutto il prato) non ha evidenziato differenze particolari. Il danno sul frutto può essere determinato nelle fasi precoci, ma sono specialmente le infestazioni dell’immediata post-fioritura che evidenziano la maggiore aggressività. L’olio bianco è sempre un ottimo prodotto che riduce più del 70% la presenza di fondatrici. Non esistono relazioni note fra attacco dell’anno precedente e popolazione dell’annata successiva. Tutte le varietà tradizionali sono molto sensibili: Golden, Gala, Granny, Morgen, Red Delicious,... ed in campo anche Freedom ed in misura minore Florina e Goldrush. Lo sviluppo dell’afide cene- rognolo è condizionato dal clima: più è fresco e umido e più diventa aggressivo. - Sul melo compie 3-5 generazioni a seconda delle stagioni, poi migra principalmente su Plantago lanceolata. - In tarda estate – autunno compaiono femmine e maschi che ritornano sul melo, si accoppiano e la femmina depone le uova invernali. - Il ruolo degli utili è importante soprattutto in maggio-giugno. - Per il contenimento risulta fondamentale ridurre le fondatrici: più limitiamo la popolazione in questa fase e minori saranno i problemi postfiorali. - Prestare attenzione, durante i trattamenti pre-fiorali, alle fondatrici presenti sui polloni e sulle piante di bordo: in queste posizioni la distribuzione della miscela è sempre problematica. - Con condizioni climatiche ideali, basta una limitata presenza di cenerognolo in postfioritura per determinare gravi infestazioni. - É importante ricordare che il risultato dell’eventuale trattamento post-fiorale è legato oltrechè alla manualità, anche al momento di intervento; in presenza di colonie affermate è determinante la loro eliminazione meccanica. - Non ci si deve assolutamente dimenticare che il successo della difesa dipende esclusivamente dalla popolazione presente: più la presenza è elevata, più il contenimento risulta problematico e più i limiti offerti dalla distribuzione saranno importanti. - Sarebbe importante, come regola generale, ridurre la paura: l’unico modo per affrontarla è quello di aumentare le conoscenze e la confidenza personale; la confidenza non è un fattore delegabile!!! NOTIZIE DAL • I tecnici del Centro di assistenza dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige che operano nella zona frutticola che fa capo alla Cooperativa COFAV di Caldonazzo hanno presieduto un incontro con gli associati in vari frutteti per discutere modalità e tempi di diradamento chimico a partire dalla fioritura. L’iniziativa rientra in un programma di incontri dimostrativi che il Centro di assistenza intende promuovere nel corso della stagione per migliorare la qualità delle mele della zona. • L’Unità operativa foreste dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige ospiterà il 22 giugno 2004 un seminario specialistico di aggiornamento su “Stabilità delle piante in ambito urbano: ricerca, aspetti gestionali e responsabilità”. Saranno invitati a partecipare gli amministratori e gli addetti alla manutenzione del verde urbano dei 223 comuni del Trentino, oltre a tecnici di settore. Nell’occasione il responsabile dell’unità operativa, Paolo Ambrosi, presenterà una proposta di regolamento per la gestione del verde urbano predisposta in collaborazione con un esperto esterno che ha lavorato per molti anni a Merano. • Il 10 maggio 2004 il dr. Agostino Cavazza, responsabile dell’Unità operativa tecnologie alimentario e microbiologia dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige, si è recato a Stoccarda invitato in qualità di relatore ad un convegno che si svolge nell’ambito di INTERVITIS-INTER-