17901 GENOVA PARLIAMO DI DONNE due atti unici L`EROINA LA
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17901 GENOVA PARLIAMO DI DONNE due atti unici L`EROINA LA
17901 GENOVA PARLIAMO DI DONNE due atti unici L'EROINA LA DONNA GRASSA! di Franca Rame e Dario Fo Illustrazioni di Jacopo Fo Copione di scena 3° edizione. 2 marzo 1992 Santa Cristina di Gubbio Copyright Franca Rame Dario Fo PROLOGO I due atti unici che state per vedere nascono da una mia esigenza di mettere nero su bianco alcune esperienze personali. Il primo atto, l'Eroina intesa sia come droga sia come madre di ragazzi tossicodipendenti è tragico grottesco anche sa ha momenti di grande comicità. Da quando è arrivata la droga pesante nel nostro paese sono nati molti comitati contro la tossicodipendenza composti da addetti ai lavori, medici, famigliari di tossicodipendenti e soprattutto madri che io ho frequentato. Ho conosciuto madri di tossici, anche padri per la verità, anche se chi paga più duramente il fatto di avere figli tossicodipendenti sono le madri che li hanno messi a mondo curati, cresciuti e ora si ritrovano davanti degli zombi. Il dolore di una madre può portare anche alla pazzia: tre mesi fa a Savona una madre ha ucciso il figlio tossico a martellate in testa; tre anni fa una madre a Milano ha ucciso il figlio a coltellate. Mi sono occupata di tossici e nella mia grande ingenuità e buona volontà ho accolto in casa mia una ragazza che avevo visto crescere, diventata tossicodipendente. L'ho portata a Milano, ho cercato di allontanarla da quel mondo; purtroppo la ragazza in questione non solo non ce l'ha fatta, ma è morta due anni fa per overdose. Mi sono occupata di tossicodipendenti ammalati di AIDS; i genitori dovrebbero portare i ragazzini di 11 - 12 anni a vedere da vicino un ammalato terminale di AIDS, forse questi ragazzini rifiuterebbero la droga. "Mi sono vista marcire mio figlio sotto gli occhi", dice una battuta dello spettacolo, è vero... questi giovani, anche giovanissimi, ammalati di AIDS arrivano ad avere malattie assurde... all'ospedale Sacco di Milano una ragazza ha avuto addirittura un tumore al sesso... malattia che viene agli uomini di 80-90 anni. Tragedia l'eroina, tragedia il fato che abbia costi altissimi (con Lit. 50.000.000.000 cinquantamila miliardi di fatturato in nero per la mafia) e che i tossici per procurarsela siano costretti a scippare, rubare e prostituirsi diffondendo sempre di più il pericolo di AIDS. Io non so se la tesi che porto avanti sia giusta, ma so che la legge in vigore adesso non riesce a migliorare la situazione. Il secondo atto, comico grottesco, è una riflessione sulle donne: la donna non più ventenne abbandonata dal marito. Ci sono donne che per la disperazione di trovarsi sole, cominciano a prendere pastiglie per dormire, pastiglie per svegliarsi, psicofarmaci... e poi finiscono al manicomio; altre cominciano a bere (infatti le più grandi consumatrici di superalcolici sono le donne casalinghe in particolare quelle sole)... e diventano alcolizzate. Poi ci sono quelle che ingrassano... ed è il caso della signora del secondo atto, che è grassa di malinconia. Vorrei sottolineare due punti: 1° che ci noi donne siamo magnifiche... sacrifichiamo per la famiglia, i figli, il marito... ma in certe situazioni questo essere meraviglioso sparisce e perde anche di dignità; 2° che cos'è la liberazione della donna? Se l'abbiamo raggiunta... e che cos'è la liberazione sessuale. Vi prego di rilassarvi e di godere lo spettacolo. Che non mi capiti come qualche anno fa a Enna: in un grande cinema, zeppo di gente, recitavo "Tutta casa letto e chiesa", uno spettacolo comico-grottesco sulla condizione della donna, pieno di risate... la prima risata non viene, la terza non viene, la decima non viene. Un silenzio mortale! Io recito senza occhiali tant'è che ad un certo punto chiesi in quinta "datemi gli occhiali... fossero usciti tutti... e non mi hanno detto niente per non farmi star male". Invece erano tutti lì... zitti, attenti, ma... immobili, senza ridere. Alla fine dello spettacolo... applausi. Io non capivo cosa fosse accaduto. Arrivò il direttore del Teatro e mi disse "Che bella serata, ha visto che successo!!" Risposi "Ma come, mi sento male, sono agghiacciata dalla freddezza del pubblico... ma perché non hanno mai riso?" "No, signora, noi non ridiamo... per non disturbare". Può far sorridere, ma evidentemente è la loro abitudine. Questo non deve meravigliarvi perché ad esempio, a Londra, non battono mai le mani durante uno spettacolo... per non disturbare. Io questa piccola storia ve l'ho raccontata pregandovi di disturbarci moltissimo. L'EROINA Atto unico PERSONAGGI in ordine di apparizione: Carla: la madre Passanti Antonio: primo tossicodipendente Ragazza pallida Extracomunitario lavavetri Il cieco Il sordomuto Colombia: lo spacciatore Il commissario Primo poliziotto Secondo poliziotto Secondo tossicodipendente Maria Un barbone Banditi Un giorno qualsiasi, in un paese qualsiasi, da qui al 2000 E' sera, ore 19 circa. Pioggia e nebbia; la pioggia cade a intermittenza. Ci troviamo nello slargo di un parco cittadino sovrastato da un grande albero (sinistra-palcoscenico) completamente spoglio; sotto l'albero una panchina. Sul lato destro, troviamo un grande ombrello a riparare una bancarella, con esposte cianfrusaglie varie: dolciumi, cassettevideo, telefoni digitali veri e finti, radio, scatole, una parrucca televisori, da donna, confezioni di calze - tra l'altro anche scatole di profilattici. Dietro la bancherella un porta-abiti da sartoria con appesi indumenti vari, usati. Dall'ombrellone scende una lampada, che illumina la scena. Accanto alla bancarella due sgabelli e una stufa a carbonella. All'alzarsi del sipario, troviamo Carla, la venditrice, una donna sulla cinquantina, che si ripara sotto ad un ombrello ed urla in un microfono con amplificatore, reclamizzando la sua mercanzia. Indossa un impermeabile ed un grande cappello, il tutto privo di eleganza ma niente di barbonesco. In centro palcoscenico, sul fondo, un' edicola chiusa. In un angolo s'intuisce il furgone scassato della donna. Alcune persone, uomini e donne con ombrelli e impermeabili, vanno e vengono. Sottofondo di rumori di strada: motori di macchine, claxon, musiche di un'autoradio e annunci pubblicitari. CARLA: Registratori, cassette audio, videocassette di films muti, muti, ma in lingua originale... Telefoni portatili finti, per dar ad intendere che siete degli arrivati:"Pronto? Sì sono qui che passeggio col mio cellulare da viaggio e mi sento un Dio!... Offerta speciale! Preservativi anche riciclati! Non interessa? (Donne e uomini se ne vanno) Tutti morti di sonno!... Ci mancava anche la tramontana... senti che freddo è venuto giù... (Rimasta sola, delusa, si siede, accende la radio che trasmette annunci pubblicitari e notizie varie inizia a ritirare la sua mercanzia in scatoloni che prende da sotto la bancarella). SPEAKER UOMO: Se risponde esatto, vince 30 milioni! ALTRO SPEAKER UOMO: Gli ammalati di Aids, tra qualche mese, saranno 10.000... Siamo secondi in Europa... CARLA: Forza Italia! SPEAKER UOMO: Andreotti ha partecipato al convegno sull'Aids... ha assicurato che il suo governo e il suo partito sono sani, a parte Forlani, che è morto già da tre anni, ma nessuno ha il coraggio di dirglielo. Un ragazzo si avvicina alla bancarella. RAGAZZO: Mi dà questa cassetta?... Quanto costa? CARLA: Trentamila...(Il ragazzo, paga e se ne va) Che ore sono? Nessuno... non arriva nessuno... (Infila nel registratore un cassetta audio, ascolta una canzone dei Beatles: "Eleanor Rigby" e cerca di ripetere le parole) "Ah, look at all the lonely people... Eleanor Rigby, picks up the rice in the church where a wedding has been, lives in a dream... waits at the window... " Quando sarò a Liverpool parlerò l'inglese come l'italiano! (Stanca, appoggia la testa sul suo banchetto, poi chiude gli occhi, mentre la musica continua). Passaggio di un altro gruppo di persone, tra cui un ragazzo tossicodipendente e un uomo che si dirige al banchetto, sceglie una videocassetta, si avvicina alla donna addormentata, la scuote. UOMO: Signora..signora..si sente male? (Colpo di tuono e lampi). CARLA: (svegliandosi di colpo) Oh, scusi...mi ero addormentata svegliato, ...Meno male che mi ha altrimenti, oltre al banchetto, rubavano anche me! Grazie... UOMO: (indicando la videocassetta) Quant'è? CARLA: Trentamila..(L'uomo paga e se ne va) Videocassette, filmini porno...(Il tossicodipendente le si avvicina) Chi sei? Ti conosco? Cosa vuoi? TOSSICODIPENDENTE: (un ululato di sirena copre la sua voce) Sei tu la Mater Tossicarum? CARLA: Chi sono io? Ripeti... TOSSICODIPENDENTE: Mater Tossicarum... CARLA: Tossicorum, ignorante: genitivo plurale! Sì, sono io... Se cerchi quello che io penso tu stia cercando caschi male. Non ne ho... Però ti posso offrire un telefonino finto di legno con i numeri dipinti a mano! Fa un effetto straordinario! Chi ti manda? Cosa ne sai del fatto che sono spariti tutti... Han fatto qualche retata? (La pioggia aumenta) Vieni qua sotto... non senti che acqua? Non ti ho mai visto prima... Chi ti ha detto di venire da me? TOSSICODIPENDENTE: Ho bisogno che mi aiuti... sto male non ho trovato neanche una bustina... I soldi li ho... li ho fatti su... a parte quel boia che m'ha dato il dieci per cento del valore, mi sarebbero bastati... Ma non ho trovato da farmi manco uno schizzo... CARLA: Lo so, oggi pare sia passato l'aspiratore turbo del Comune... E' sparita tutta la polvere. TOSSICODIPENDENTE : Hai voglia di darmi una mano? CARLA: No. Non ho più tempo per nessuno. RAGAZZO: M' han detto che se ti ritrovo di luna buona capace che lo fai. CARLA: Oggi, la mia luna è una schifezza...Vattene. (Il ragazzo si allontana di qualche passo. Un attimo di silenzio) Vieni qua... siediti... Mi hai chiesto una mano... te ne do due... (Lo fa sedere su uno sgabello, gli si mette dietro, si strofina le mani, le articola e gliele pone sulla testa, passando via via, ad altri punti del viso). TOSSICODIPENDENTE: Che mi fai? CARLA: Niente...un servizio sociale: ti strozzo. Sta calmo... fammi tirare su i capelli... sembri la Bella Otero... Rilassati... ora ti faccio una seduta d'ipnosi proiettata... ecco, io pigio qui con l'unghia, (indica un punto dell'orecchio del ragazzo) qui, ci sono i assuefazione... è come se centri ti dell' facessi l'agopuntura... Tra poco ti arriverà un gran caldo... Come ti chiami? TOSSICODIPENDENTE: Antonio... CARLA: Rilassati... Antonio... Anche il mio primo ragazzo, nel senso del mio primo innamorato si chiamava Antonio... La conosci la famosa barzelletta... quella del ragazzo e dalla ragazza che vanno fuori porta a far l'amore e lei tutta languida si lascia andare nell'erba e dice: "prendi di me tutto quello che vuoi!" e il ragazzo salta sulla motoretta della ragazza e via che scappa? A me è successo più o meno lo stesso! Ho cominciato bene con gli uomini... e peggio sono andata avanti. Ecco... seduta finita! Come va?... Alzati... fai due passi... Ti senti un po' meglio? RAGAZZO: Sì... mi sento meglio... (Si va a sedere sulla panchina). CARLA: Vedi?... (Tra se) E' l'effetto della suggestione... non so far nulla, ma faccio camminare anche paralitici... (Gli passa un vecchio impermeabile) Mettiti addosso questo impermeabile... Me lo riporti eh? RAGAZZO: Sì... certo... CARLA: Mi par di vederlo... Quanti anni hai? RAGAZZO: Ventuno... CARLA: Ventuno... Che Dio li stramaledica! (Viene in proscenio guarda verso il cielo ed inizia uno dei suoi sproloqui con Dio) Senti tu, Eterno... (Si sente un colpo di tuono) Sì... sto proprio parlando con te!... Sto per finire la mia giornata... ti costava tanto farlo arrivare qui tra un'ora che così io non c'ero? Perché lo fai?... Per accrescere il mio senso materno- samaritano-stronzo? (Altro colpo di tuono) Ah sì? Guarda che io mica voglio diventare una beata martire... figlia di Maria o di chi so io... (S'interrompe) Non piove l'ombrello) Maledizione, più... (Chiude ma perché non vengono? Non è mai capitato... (Estrae di tasca un telefono digitale e forma un numero) Vediamo se li trovo alla sala corse... RAGAZZO: Ci fai anche tu con quell'aggeggio fasullo? CARLA: Macché fasullo, questo è vero, è un articolo da tre milioni e passa... Io ho tutto vero e tutto falso... Sono l'ambiguità in persona... Faccio concorrenza a Dio. (Altro colpo di tuono) No, qui non ci sta nessuno. (Altro colpo di tuono). RAGAZZO: Mater Tossicorum... se io stessi con te, forse ce la farei a smettere... mi faccio solo da sei anni... CARLA: Come dire che hai cominciato a ciucciare droga col biberon... Hai detto "smettere"? L'ho già sentita... RAGAZZO: Non mi vuoi! Io ti pago, se tu mi tieni con te... Ho soldi... voglio dire, me li posso procurare... CARLA : Immagino anche come... TOSSICODIPENDENTE: (nervoso) Ti prego, tienimi con te. Portami a casa tua ! Adesso! CARLA: (lo guarda con un mezzo sorriso) A casa mia? Se tu sapessi!... Antonio... lascia perdere... TOSSICODIPENDENTE: (di colpo violento) O mi porti a casa tua, o mi prendo il telefonino. (Le salta addosso e le strappa il telefono). CARLA: (estrae una pistola dalla tasca e la punta alla fronte del ragazzo) Molla il telefono o ti sparo! TOSSICODIPENDENTE: (alza le mani e indietreggia spaventato) No! (Le consegna l'apparecchio telefonico). CARLA:Mani in testa! Faccia all'albero e non muoverti! Seduto! (Il ragazzo esegue, sedendosi sulla panchina, spalle al pubblico) Fermo, o ti faccio un passaggio segreto tra il frontale e il cervelletto. Tanto nessuno ti reclama a te. Ma guarda 'sto bastardo! (Gli molla un calcio nel sedere) Gli pongo le mani, gratis... gli regalo pure l'impermeabile... e lui 'sto disgraziato mi vuole fottere anche il telefono! Voce amplificata da un altoparlante su di una macchina in transito. VOCE UOMO: Attenzione, attenzione: 'Stasera alle 21, al Palalido, grande meeting della chiesa evangelica, sul tema: Dio esiste, Dio c'è. CARLA: Sì, telefonate solo negli orari d'ufficio. (Tuoni e lampi) Ah, sei là... Che fai creatore? Contesti?... Ho esagerato?... Ah perché, se io non avessi tirato fuori la pistola, tu, che facevi? Lo paralizzavi con il tuo sguardo di giustizia? No, ti conosco... tu avresti lasciato che mi ripulisse tranquillo e magari ti saresti fatto anche una bella risata. (Antonio estrae dalla tasca varie pastiglie, una siringa già usata, e traffica per prepararsi un palliativo alla droga) Antonio, non lo fare... Lascia perdere quelle pastiglie! Ti ammazzi..Non lo fare! (Al cielo, molto intensa:) Guarda cosa sta combinando! Fermalo! Fermalo! Fammi vedere una volta un miracolo!..Ah, non puoi intervenire per non rovinare la media...Tre morti al giorno... E' la statistica ufficiale...Se no poi la Jervolino si dispiace... (Ad Antonio) Antonio... (Contemporaneamente ad Antonio, in due punti diversi del palcoscenico appena illuminato, vediamo atri due ragazzi e una ragazza che compiono gli stessi gesti di Antonio. Carla passa con lo sguardo dall'uno agli altri, stravolta.Antonio si è infilato l'ago nel braccio o nella mano all'unisono con gli altri tossicodipendenti) Ah, ecco gli altri per la media... Ma da dove son sbucati?... Son come i topi... appaiono... scompaiono... (A Dio) Mandali via! (Direttamente ai ragazzi) Andate via! (A Dio) Basta! Sto male... Non posso vedere... lo sai che non posso vedere! Rombi di motori, scoppi in lontananza, luci e lampi. Andirivieni di gente varia. Dissolvenza dei tre tossicodipendenti. Mentre Antonio resta seduto sulla panchina, Carla riprende a la sua merce. Le si avvicina un extra-comunitario. EXTRA-COMUNITARIO: Mater Tossicorum.. mi fai lavare i vetri del tuo furgoncino? CARLA: Volentieri, ma purtroppo me li hanno spaccati per rubarmi la radio... EXTRA-COMUNITARIO: Non hai qualche altro vetro da farmi lavare? CARLA: Beh... lavami i vetri degli occhiali. (Eseguono l'azione) Tieni mille lire... (L'uomo prende i denari e se ne va) Videocassette porno con didascalie per non udenti...Preservativi anche giapponesi... ma di misura omologata secondo gli standard della CEE! Novità assoluta: Peter Pan che sodomizza le libellule... Pistole "finte" per rapine e estorsioni autentiche! Entra, dalla parte opposta da dove è uscito l'extra-comunitario una ragazza, che cammina assai incerta, tanto da sembrare ubriaca e va letteralmente a sbattere contro Carla. RAGAZZA: Oh, scusi... non so che mi succede... CARLA: La miseria! Stia attenta! Cos'è, ubriaca? RAGAZZA: Scusi, in che reparto mi trovo? CARLA: Reparto? Ma dove ti credi di stare? Chi sei? RAGAZZA: (sopra le righe) Dove sono?... L'avete già fatto? E' finita?... Sono sveglia... dormo?... Sono sotto anestesia? CARLA: (a Dio) E quest'altra chi è? Una zombi cadente? (Alla ragazza) Ehi, vattene! RAGAZZA: Ho freddo... CARLA: Certo... fa freddo... (Le indica la stufa) Scaldati... (La ragazza si lamenta) Ma che hai? Ti senti male? Vattene a crepare da un'altra parte! Togliti dal mio banchetto! Attraversa la scena, sul fondo, un cieco con bastone bianco. Uscito il cieco entra una donna che spinge una carrozzina con dentro un bambino e una grande radio in funzione che trasmette musica. Dalla parte opposta entra un uomo che la schiaffeggia violentemente e la mette in fuga. L'uomo afferra la carrozzina e fa per uscirsene ma viene bloccato da un' altra donna che lo aggredisce a sua volta, riesce ad appropiarsi della carrozzina e fugge. Anche Antonio esce di scena. CARLA: Cosa fate?! (Corre da una all'altro cercando di fermarli) Smettetela! Fermi! (Tornata la calma si rivolge a Dio) Senti... fammi passare ogni tanto qualcuno di normale... anche per farmi riposare un momento!... non ce la faccio più! Ma lo sai che se invece di fare il creatore unico e infallibile, avessi fatto lo sceneggiatore, regista di films, con i personaggi e le storie a scarampazzo che mi tiri tra i piedi, saresti già fallito da quel dì? Manco in TV ti facevano lavorare... con tutto che la prima rete è la tua!... (Tuono a mo' di risata) Cos'è? Una risata quella? Rido meglio io... RAGAZZA: Scusa, con chi stai parlando? CARLA: Niente, con un amico mio che... sta un po' qua e un po' là... un po' sull'albero... RAGAZZA: Abita sull'albero?! CARLA: Sì, è un Tarzan metropolitano. RAGAZZA: Macché Tarzan... Ho avuto l'impressione che tu parlassi addirittura con il padreterno. CARLA: Uheila!..Non ti sfugge niente! Sì, parlavo col padreterno... ci facevo quattro chiacchere... Poveraccio, da quando ha litigato col figlio è sempre così solo. RAGAZZA: Non bestemmiare per favore! E' una vergogna! CARLA: Ma chi bestemmia? Sono espressioni colorite di una credente appassionata! RAGAZZA: Macché credente!...Tu non credi a niente e a nessuno! CARLA: No, no, io ci credo!... Peccato che non c'è. (Tuono) No, non ci sei! Non ci sei! E se ci sei...delle nostre tragedie... delle nostre disperazioni... delle nostre storie miserande... non t'importa niente! Non muovi un dito per un Cristo! (Tuono) A lui piacciono storie molto più sofisticate...Va pazzo per BEAUTIFUL! (Colpo di tuono violento) Esagerato! (Alla ragazza) Senti?... S'arrabbia... Non vuole che si sappia in giro che gli piace BEAUTIFUL... fa come gli intellettuali che lo guardano e negano di vederlo. RAGAZZA: Basta! Non ti voglio più ascoltare! (Si va a sedere sulla panchina). CARLA: E chi se ne frega? Passaggio di gente, un uomo si avvicina alla bancherella, è il sordomuto. CARLA: Videocassette... tutte le partite di serie A con gli scontri sugli spalti! Primi piani dei feriti gravi e dei linciaggi truculenti! Preservativi nazionali ed esteri... (Scorge il sordomuto e lo scambia per lo spacciatore che sta aspettando) Ah, finalmente! Sono due ore che aspetto! Che roba hai? Quanto viene? (Il sordomuto gesticola) Come non... (Il sordomuto si esprime a gesti usando il linguaggio dei sordomuti. Carla gli risponde allo stesso modo) Ah, lei vuol comprare... S'accomodi... Cosa desidera? Preservativi?... (L'uomo continua a gesticolare) Ho capito! Non mi faccia il disegno! (Prende dal banchetto alcune scatole) Ne ho di tutti i tipi... Ho anche quello alla fragola... e poi ho anche quello con la manina... (meraviglia del sordomuto) sì... in cima c'è una manina... non so a cosa serva... forse si salutano prima... Guardi... questo è speciale... elasticissimo... rinforzato. Ha figli lei?... (L'uomo risponde affermativamente) Bene, quando l'ha usato, anche cinque volte... lo lava... (l'uomo mima una lavabiancheria) no, non con la lavatrice... gli dà una sciacquatina... poi lo può regalare al suo ragazzino, che ci può fare un gran bel tirasassi... (Vistosa reazione del sordomuto) Ah, lei è contro le armi e la guerra? Bravo! Allora, lo da al suo ragazzino che ci soffia dentro... così lei, potrà misurare il tasso di alcolismo del suo bambino. Lo provi, lo provi... tenga, lì provi tutti... c'è anche questo, firmato ... che quando lo infila, parla e grida: "Oh, no!... E' troppo!! Mi sta calzando un re!". Così fa una gran bella figura con la sua ragazza. RAGAZZA: Senti... hai un linguaggio e dei modi... proprio da vomito! CARLA: E allora vomita, così tieni la bocca occupata! (All'uomo) S'accomodi... li provi, li provi tutti... (indica l'edicola sul fondo) questo è il gabbiotto apposito... lì dentro ci sono delle riviste porno... le sfoglia... quando ha raggiunto "lo stato di grazia" se lo calza... (Gesticolare del sordomuto) No, no, io non l'aiuto mi fa orrore! (Alla ragazza) Lo vuoi aiutare tu smortina? RAGAZZA: (seccata) Per favore! CARLA: (al sordomuto) No, la ragazza non collabora. Faccia presto che devo chiudere. (Il cliente si apparta). RAGAZZA: Certo che sei di bell'esempio per i ragazzi che bazzicano qui intorno. Vorrei vedere se fossero tuoi figli. CARLA: (riprende a ritirare la sua mercanzia) Ci mancherebbe! Grazie, ne ho abbastanza di quelli che avevo. RAGAZZA: Perché dici "avevo"? Non li hai più? CARLA: No, non li ho più... sono morti. Due figli morti schiattati. E non per una pistolettata o un incidente di macchina dopo una notte balorda in discoteca... dall'eroina e dall' Aids. No, mangiati RAGAZZA: Tutti e due? CARLA: Sicuro. Dopo due esempi in casa, così nefasti... uno dice: "vedrai che la sua terza, una ragazzina così per bene... che ha studiato dalle suore... se ne sta fuori..." E invece, quando tradizione": si dice tossico "la forza della anche lei! Miracolosamente viva... per adesso. RAGAZZA: Scusa, perché ti chiamano Mater Tossicorum? CARLA: Per via che fino a poco tempo fa ero professoressa di latino. (Indica il banchetto) Ho fatto una bella carriera! Anche i miei figli mi chiamavano così. Se penso a loro, le prime cose che vedo, che mi vengono in mente sono violenze, galere, ospedali... e funerali. Vuoi una caramella per addolcirti la storia? (Eseguono l'azione) Sono senza zucchero, senza coloranti, senza grassi. Fanno schifo. Tre figli, 27 mesi con la pancia... e sempre a vomitare che ci ho le gravidanze così... Manco a dirlo: parto cesareo, per tutti e tre... Che a saperlo prima, mi sarei fatta applicare sul ventre una cerniera lampo, apre e chiude: "Nasce! Nasce!" Zak! Aperto! Fuori uno! Zak! Si chiude! RAGAZZA: Scusa, ma è un'ironia che non mi diverte... CARLA: E chi se ne frega... non sto parlando per te... è un mio soliloquio del tutto intimo... Se non ti va di ascoltare, vattene! Menare! Li ho tirarti su nella bambagia per poi vederli di colpo... Degli zombi! Mi hanno svaligiata... sfasciata la casa... ma sarebbe niente... mi hanno riempita di debiti con tutti... ma anche questo sarebbe niente...è che mi hanno picchiata. Le botte! I miei figli mi hanno dato le botte! "E' d'affetto... è d'amore, di comprensione che hanno bisogno..." mi dicevo... e loro... Zombi, ho messo al mondo degli zombi! Eccomi qua come una scorza d'anguria sbranata a tormentarmi... E dove ho sbagliato? E come mai? E perché? Ma porca puttana! (Estrae da sotto il banchetto una bottiglia di Brandy ed un bicchiere e si versa da bere) Ho una vicina di casa che dà i soldi a strozzo... suo marito è un pappone, ladro, bastardo... hanno un figlio che è una perla! Medico volontario in India. 29 anni. E ha già la lebbra! Ne vuoi un goccio anche tu? (Le si avvicina offrendole il bicchiere). RAGAZZA: No, grazie. CARLA: Cos'è?..Hai schifo di me? Hai paura che sia sieropositivo?... Che psicosi! Ho fatto le analisi l'altro giorno... non sono sieropositivo... Ho tutto negativo... anche il carattere. Bevi, bevi che fa freddo... (La ragazza beve) Non è vero (si riprende il bicchiere) che ho fatto le analisi... posso benissimo essere almeno per il 7O per cento... (La ragazza sputa schifata) Così impari a fidarti del primo imbecille che incontri! Scherzo...scherzo...(Si versa da bere, si porta il bicchiere alla bocca ma si blocca. Tra sè) Nel bicchiere dove ha bevuto quella così pallida, non ci bevo! (Butta il bicchiere e ne prende un altro) Adesso poi che anche le lacrime e il bacio sono pericolosi! (Alla ragazza) Hai capito che storia ho? Sono i controsensi del creatore lassù! GIi piace l'assurdo metafisico... Ci va pazzo! (A Dio ) Eh? Non ti bastavano due figli... anche l'Anna! Anche l'Anna! RAGAZZA: Chi è quest'Anna? CARLA: E' mia figlia... te ne ho parlato due minuti fa... Stai un po' attenta! Ha 24 anni. La tengo legata in casa... la buco io, personalmente... RAGAZZA: Tu la buchi?! CARLA: Certo, se no lei si spara in vena certe schifezze o va a battere, con chi capita capita... Mi sono presentata. Questa è la mia famiglia. Famiglia cristiana. Bella eh? Comunque, con 'sta storia dell'Anna legata al letto, ho realizzato Liverpool in proprio a casa mia. RAGAZZA: Liverpool?! CARLA: Ma non sai proprio niente! Dove vivi? Ne hanno parlato tutti i giornali... Anche la televisione! A Liverpool... stanno portando avanti un esperimento... Guarda qui... sull'Espresso... Distribuzione controllata e quasi gratuita, siringhe comprese al drogato. In un anno nessun morto per overdose, da noi tre al giorno... Sieropositivo, 1 su 60 tossici. Da noi sono il 75 per cento dei circa trecentomila tossici. Appena ho fatto su i soldi... sono decisa a portarlo avanti 'sto mio progetto, a costo di... Se tentano di buttarmelo all'aria, sparo. (Estrae dalla tasca una pistola che punta, involontariamente, contro la ragazza). RAGAZZA: No, che fai? Ferma! (Afferra dal banchetto un oggetto qualsiasi che lancia contro la pistola. Parte un colpo in direzione del cliente che proprio in quel momento rientra in scena e si tocca il petto, barcollando). CARLA: Ehi, deficiente, mi hai cliente! (Al cliente, dopo beccato avergli il dato un'occhiata) Stia tranquillo... non è successo niente....Guarda come è pallido! (Corre a prendere la bottiglia di Brandy) S'è spaventato eh?... Beva un goccio di Brandy originale francese... lo fanno a Napoli. Allora, li ha provati tutti? Ah no... solo una ventina... Quando si dice la fiducia!... Ha scelto? Quanti ne prende?! Tutti?! Saranno mica per uso personale... Sono 320 pezzi... Vuole suicidarsi col profilattico? Che mestiere fa? Ah, gestore di una sauna con massaggio per sordomuti... Capisco. Fa 400.000 per tutti... è già un prezzo scontato... e in più le regaliamo una parrucca da donna di nylon e un paio di calze di seta per giocare ai travestiti nella sauna, tra i non audenti... deve essere uno spasso! Smortina, perché non ne approfitti e chiedi un passaggio al direttore della sauna, così ti tiri via dai piedi e magari lo aiuti a collaudare l'elasticità del . RAGAZZA: (risentita) Per favore! (Il sordomuto paga e se ne va). Passano correndo uomini in tuta mimetica, volano colpi di pistola. Carla si ripara sotto al banchetto, la ragazza viene sbattuta a terra. CARLA: La miseria, Serbi e Croati sono già arrivati fin qua! Domani, faccio scavare una trincea attorno alla bancherella! (Si avvicina alla ragazza e l'aiuta a rialzarsi) Che t'è successo! Che t'hanno fatto! RAGAZZA: (quasi risvegliandosi) Ma che ci faccio io qui?... Dove sono?... E' qui che si abortisce? CARLA: Come no!... E' la succursale della Mangiagalli... Qui c'è sempre la coda... e neanche un obiettore di coscienza! Facciamo aborti veloci...in piedi... con la pompa della bicicletta. (Tra sè) La miseria, come è fuori rigolo questa! Una luce tenue si leva ad illuminare Antonio che sta parlando con un uomo che si tiene le mani sul ventre a reggersi le budella: è il Colombia. CARLA: Antonio... ma con chi stai parlando?... (Riconosce lo spacciatore) Ah, è il Colombia?... Finalmente! E' tutto il giorno che ti aspetto... Hai portato la roba?... E' pulita? Quanto costa?... Fa vedere... E rispondi! (Lo tocca appena: il Colombia stramazza a terra). CARLA: Porca d'una miseria schifa... e che è?! TOSSICODIPENDENTE: (si avvicina all'uomo steso a terra) L'hanno beccato! Gli hanno sparato nella pancia... ha le budella fuori... non vedi... CARLA: Oddio... TOSSICODIPENDENTE: E' spacciato... Ci avrei giurato che una volta o l'altra l'avrebbero fatto fuori. CARLA: Columbia, mi senti?... Dove l'hai nascosta? Dimmelo... ti prometto che poi chiamo l'autoambulanza... (Gli fruga in tasca) Macchè, nelle tasche non tiene niente. TOSSICODIPENDENTE: Nella cintura... è lì che la tiene di solito... nella fibbia della cintura... RAGAZZA: Ma che fate! Chiamate subito il pronto soccorso... CARLA: Senti, non rompere, se no ti prendo a cinghiate... Niente, niente... neanche qui... (La ragazza ha afferrato il telefono digitale di Carla e compone un numero) Colombia sveglia!... Non mi dire che te la sei nascosta nel sedere, in una capsula magari... Ehi Antonio... fagli un po' un sondaggio... TOSSICODIPENDENTE: Io?... Ma figurati! RAGAZZA: (al telefono) Sì, ingresso ovest. CARLA: Ehi tu, cosa stai combinando col mio telefono stronza! Chi hai chiamato? RAGAZZA: La polizia ho chiamato... CARLA: 'Sta disgraziata! Fa la svampita... straparla dell'aldilà e poi chiama la polizia nell'aldiqua, 'sta bastarda! RAGAZZA: Bastarda tu! Non vedi che a 'sto disgraziato gli stanno uscendo le budella? CARLA: Gli uscissero anche le bustine... (Lo strattona violentemente) Ma dove le hai nascoste?... Maledetto! Ti vuoi decidere a dirmelo? Entrano il commissario seguito da due poliziotti. COMMISSARIO: Fermi! Fate largo! Polizia! CARLA: (a parte) Quando si dice "pronto intervento"! COMMISSARIO: Che state combinando su quel corpo? CARLA: Niente... cercavo di rianimarlo... COMMISSARIO: E per rianimarlo gli tiri giù i pantaloni? CARLA: E sì... per via che la cinghia lo stringeva... vede commissario... qui... il ventre gli è un po' strabordato... COMMISSARIO: Fatti in là!... (I poliziotti sollevano il Colombia e lo distendono sulla panchina) Come fai a sapere che io sono commissario? Ci conosciamo noi? CARLA: Altro che conoscerci... E che, adesso fa lo gnorri dottore? Mi ha fermata almeno dieci volte... Sempre pulita! COMMISSARIO: Ah, sei Mater Tossicorum e stavi spogliandolo per vedere se gli trovavi la roba, vero? CARLA: (ad Antonio) Ecco, vedi... una si prodiga... e subito è uno sciacallo! COMMISSARIO: Poche storie! Tira fuori la roba che gli hai trovato addosso. CARLA: Macché roba... non ha neanche uno schifo di bustina, 'sto figlio di... COMMISSARIO: Come fai ad essere tanto sicura che sia pulito? CARLA: Perché... casualmente... m'è scivolata una mano... E poi, oggi non se ne trova da nessuna parte. COMMISSARIO: Ah, ne sei al corrente anche tu... (Solleva la parrucca calzata dal Colombia: cadono bustine in quantità) Oh tu guarda: sorpresa! CARLA: Maledetto!...Sotto il parrucchino! (Cerca di afferrare una bustina) Mi fa vedere che roba è? COMMISSARIO: Giù le mani! (Raccoglie tutte le bustine). CARLA: Volevo solo farle un espertis gratis. COMMISSARIO: l'autoambulanza? Avete Fa un chiamato cenno ai due poliziotti che si avvicinano al cadavere del Colombia e gli stendono tutt'intorno, fissato su quattro aste, un nastro di plastica bianco e rosso). RAGAZZA: No, io ho chiamato voi... la polizia... pensavo che poi a vostra volta... Ad ogni modo se vuole chiamarla direttamente lei... (Gli offre il telefono). COMMISSARIO: Brava. E' tuo 'sto telefono cellulare? CARLA: Sì, è suo. COMMISSARIO: (a Carla) Ho capito, è tuo. CARLA: Sì, è mio. COMMISSARIO: Certamente roba rubata. Te lo confisco, poi si vedrà! (Compone un numero al telefono di Carla). CARLA: Ma sì... facciamo un regalo a questo stato... che col mio telefonino e la multa al ragazzino di sette anni trovato senza scontrino fiscale... pareggierà il bilancio dello stato. (Alla ragazza) Ecco, 'sta stronza... fa la generosa..."Vuole il telefonino?... Un caffè?" Ma fai la generosa con la roba tua, deficiente pallida! COMMISSARIO: Niente da fare... le autoambulanze sono fuori tutte... c'è stata una rissa allo stadio, con un sacco di feriti. CARLA: Ma oggi la partita non c'è stata... Han detto alla radio che è stata sospesa. COMMISSARIO: Sì, ma loro si sono menati lo stesso! CARLA: E' gente di parola! COMMISSARIO: Tanto poi, questo è morto. CARLA: Morto? Mi spiace... in fondo... era una carogna... ma schifo per schifo... COMMISSARIO: Chi gli ha sparato? (Si avvicina alla bancarella di Carla). CARLA: Non so, è arrivato già bucato... TOSSICODIPENDENTE: Barcollava... ma sembrava solo un po' ubriaco... RAGAZZA: Poi è crollato a terra di schianto. COMMISSARIO: Sì, va bene, ne parliamo dopo. Adesso noi dobbiamo correre immediatamente allo stadio. CARLA: Come sarebbe a dire, ne parliamo dopo devo correre allo stadio?... Ma lei mi pianta qui il cadavere così?! COMMISSARIO: Non "così", te lo affido. Non consegnarlo a nessuno, solo all'autoambulanza! (Il commissario si avvia verso l'uscita seguito dai poliziotti). CARLA: Commissario, la prego...non mi faccia uno scherzo così... Non può nominarmi guardiacadaveri sul campo! Mi rilasci almeno una bolla di consegna. (Alla ragazza) Tu stammi alla larga che mi hai combinato un bel casino, impicciona che non sei altro! E mi ha lasciato anche il morto! (Corre al banchetto e ritira altra merce). Entra un ragazzo: è un altro tossicodipendente. Si regge a fatica. E' carico di zaino, borsone di plastica e un sacco delle Poste. Si avvicina a Carla. II TOSSICODIPENDENTE: Mater Tossicorum... . CARLA: Sono qui! II TOSSICODIPENDENTE: Ti ho portato... (Depone le borse a terra). CARLA: Ah finalmente! L'hanno data a te? Allora ce n'è ancora... (Corre a prendere del denaro dalla tasca di uno degli abiti appesi). II TOSSICODIPENDENTE: (vede il cadavere) E' il Colombia... l'avevano segnato da un pezzo. CARLA: Su, muoviti, passami tutto quello che hai... ho un milione... (Consegna i denari al ragazzo che glieli restituisce immediatamente). II TOSSICODIPENDENTE: Ma che fai?... Sono io che devo darne a te... (Estrae da una delle sue borse alcune mazzette di denaro e gliele consegna) Ecco, sono tutti come questo... cento ogni mazzetta... CARLA: Tutti da cento? Da dove vengono tutti 'sti soldi? Mi volete incastrare? C'è in giro polizia... il commissario... II TOSSICODIPENDENTE: (posa le borse accanto alla bancherella) Cazzi tuoi... E' roba tua... CARLA: Ma sono piene zeppe! Chi te li ha dati? (Il ragazzo non risponde) Ma perché li portate a me?! (La ragazza si avvicina alle borse e controlla l'autenticità delle banconote) Avete svaligiato una banca? Sono falsi?... RAGAZZA: Sono veri... CARLA: Sono veri?!... Ma chi me li manda? Sono più di due miliardi...Che soldi sono? (Afferra le borse e le deposita vicino alla pianta) Via! Portali a qualcun'altro, prima che torni il commissario... Mi puzza di mafia... Tu piuttosto fammi trovare... Adesso io voglio solo trovare... II TOSSICODIPENDENTE: E' inutile... roba non ce n'è più... Non si trova più niente... L'ultima ce l'aveva lui sotto il parrucchino. Ho fatto la mia commissione... Ora andarmene, ma sto dovrei da cane... sto male... aiutami... (si avvicina a Carla) non mi reggo in piedi... Dammi almeno del Metadone... lo so che ce l'hai... CARLA: Non ho Metadone... se ne avessi lo porterei subito a mia figlia. Vattene...Tra poco torna il commissario... c'è un' inchiesta... è meglio che sloggi... Se non ti reggi in piedi, vai al centro soccorso tossici... lì ti mandano alla Ussl, alla Ussl ti dicono di andare al Policlinico, al Policlinico ti cacciano via perché non ci sono posti letto per i tossici... allora fai uno scippo, ti fai beccare e se non ti sparano subito ti sbattono in galera... dove finalmente, prostituendoti, trovi la droga, la meglio che c'è in commercio! (Il ragazzo esce di scena) Qui c'è sotto qualche cosa... Qui mi vogliono incastrare... Dove li metto?... (Si guarda intorno preoccupata, guarda la ragazza che se ne sta indifferente, come non avesse notato nulla) Ah, sì... la mia corda dell'emergenza. (Corre alla pianta, traffica con una corda nascosta nel cavo del tronco, dall'alto scende l'altro capo della fune al quale lega le borse issandole, il più in alto possibile, a nasconderle) Certo che ad esser sicuri che son puliti, prendo su la mia Anna, e me la porto a Liverpool... Con 'sto malloppo me la tiro fuori di sicuro... Ma chi si fida... (Corre alla bancherella) Adesso ritiro la merce... e poi corro alla stazione... che lì, forse riesco a trovarne per questa notte... RAGAZZA: Non c'è più la stazione. CARLA: (prende dalla quinta un carrello con scatoloni nei quali ritira tutta la mercanzia) Sì... ma non diciamolo in giro... sennò poi la gente perde il treno e s'incazza! Piantala di dire stupidaggini e dammi una mano a ritirare la roba... Il Colombia accenna a muoversi. RAGAZZA: (spaventata indicando il morto) Guarda, il Colombia si muove... sta rinvenendo... CARLA: Impossibile!... se è morto! E già, si muove proprio... Cos'è, la resurrezione del bastardo? (Il Colombia si mette a sedere) E no eh... Colombia, non fare scherzi... resta lì, al tuo posto: morto composto... che poi il commissario se non ti ritrova dove t'ha la- sciato se la prende con me... (Il Colombia cerca di distende nella posizione contraria a quella che aveva prima) Rigirato com'eri prima... che ti hanno fatto anche la fotografia! (Lo spacciatore si lascia scivolare a terra reggendosi le budella, con il parrucchino in bocca, camminando a carponi, lentamente esce di scena. Sottofondo di un ululato di sirena) Dove credi di andare con le budella in mano e il parrucchino in bocca? Aspetta che arrivi l'ambulanza, no?... Ehi, che modi! E' proprio vero che le pelli grame non crepano mai!... Ecco, adesso vorrei proprio sapere che cosa gli dico io al commissario quando arriva e trova la panchina vuota...Tanto per cominciare, come torna io gli rifilo tutto 'sto malloppo che sta sull'albero in cambio di una bustina! (A Dio) Eterno! Maledizione, aiutami! Una bustina!...Ti do tutti i quattrini! RAGAZZA: No, dammi retta, tu non devi dare niente a nessuno... tienteli... sono soldi tuoi! Nessuno te li può portar via... (indicando Dio) nemmeno lui. (Tuoni e lampi). CARLA: Soldi miei?... Fosse vero... RAGAZZA: Sono i denari che hanno speso i tuoi figli in tutti questi anni... CARLA: Che sciocchezze stai dicendo... che ne sai tu...? Figurati se i miei figli hanno speso tutti 'sti soldi!... (Tra sè, dubbiosa) I miei figli... (Prende dal banchetto una calcolatrice e calcola) facendo i conti... in tre... a stare molto stretti...almeno... novecentomila lire al giorno... per trenta giorni... per un anno... per dodici anni... duemila... (S'interrompe sconvolta) I miei figli?!... Oddio, mi sento male! Ma com'è possibile?! Come se li sono procurati tutti 'sti schifezze hanno soldi i miei figli?... Che combinato? Avranno spacciato... corrotto altra gente... scippato... rapine... prostituzione... Devo correre dall'Anna. Un altoparlante trasmette in lontananza un annuncio, mentre Carla corre al suo banchetto e ritira le scatole rimaste. VOCE ALTOPARLANTE: Questa sera, Palalido, al meeting evangelico delle cinque chiese, sul tema: "Dio c'è? Dov'è? Bisogna cercarlo." CARLA: Già, chi l'ha visto? Telefonate alla trasmissione omonima. Ma chi me li ha fatti avere 'sti quattrini... e a che scopo? (Alla ragazza) Tu, sbrigati a passarmi la roba... (Entra un nuovo personaggio: è Maria. Indossa una tonaca arancione a ricordare i monaci buddisti, porta un cesto pieno di fiori, attraversa la scena senza parlare) E questa che arriva chi è?... Guarda se è la maniera di andare in giro vestita!... Viene a vendere i fiori in questa zona... (a Maria) Te li mangiano qui i fiori!... (Alla ragazza) Quei fiori, li rubano nei cimiteri... poi li vanno a vendere nei ristoranti. Entra un barbone che raccatta da terra, vicino alla pianta, una bustina di eroina. CARLA: E' una bustina del Colombia... Dalla a me!... Te la pago quello che vuoi... Ti do anche quelli sull'albero... (Il barbone estrae dalla tasca un palloncino sgonfio, ci soffia dentro e ci versa il contenuto della bustina) Ma che fai!! Che stai combinando?... Vendimela!... Ma che fai?!... (Il barbone, aspira fortemente dal palloncino, e agitandosi come un burattino impazzito, esce di scena? Sottofondo musicale. Furente, a Dio:) E' una beffa! E' una beffa... Il Colombia rientra in scena e torna a distendersi sulla panchina. CARLA: Oddio, ho le traveggole?! (Alla ragazza) Senti, guarda tu... è il Colombia questo o no? RAGAZZA: E sì... CARLA: La smetti di farmi scherzi!... Guarda che se ti ammazzo io, non ti alzi più! Rientra Maria. CARLA: Rieccola! MARIA: (rivolgendosi a Carla) Buonasera signora... CARLA: (ha terminato di ritirare la sua mercanzia) Il banchetto è chiuso. Finish! MARIA: (ripete decisa) Buona sera signora... CARLA: Sto proprio diventando vecchia... (estrae i denari dalla tasca e si avvicina a Maria) Quanta roba hai?... MARIA: No, non ho niente di quello che vai cercando... Carla... CARLA: (meravigliata) Carla? Com'è che sai il mio nome? Chi sei? MARIA: (si siede sullo sgabello vicino al banchetto) Calmati... come ti sei ridotta!... Di me ti puoi fidare... Mi chiamo Maria... CARLA: (l'interrompe) Ah... ah... se si presenta così... capirai: Maria... massima garanzia! Conosco almeno ventotto Marie, figlie di puttana come poche. E poi "come s'è ridotta" a chi? (Alla ragazza) Aiutami a caricare gli scatoloni sul furgoncino... anzi caricali tu che poi ti do 10.000 lire. (La ragazza esce con il carrello carico e rientra subito trascinandosi appresso il carrello vuoto) Ma come ti permetti? Cosa ne sai tu della mia vita? Chi t'ha mai vista? (Tra se) Che ore sono? Accidenti, bisogna che mi sbrighi ad arrivare alla stazione... MARIA: Ti ho detto di calmarti... tanto è inutile che tu vada alla stazione. RAGAZZA: Gliel'ho detto anch'io, ma lei non dà retta... MARIA: Tu stai zitta!... Con te me la vedo dopo! CARLA: Allora vi conoscete?! Ma che storia è? MARIA: (A Carla) E' inutile che tu vada alla stazione... Non si trova niente nemmeno là... CARLA: Ah, ci sei stata allora... vai cercando roba anche tu! Sei una tossico... MARIA: Ma che dici?! (Si alza e se ne va). CARLA: Fermati!...Chi sei?... Rispondimi!... Dove vai?... Tuoni e scroscio d'acqua. Entrano due nuovi personaggi: i banditi. Armi alla mano, dopo aver dato un'occhiata in giro, si avvicinano alle due donne, le legano saldamente allo schienale del carrello. Il Colombia si alza dalla panchina ed esce di scena. CARLA: Ehi, giù le mani! Qui si sta peggiorando! Perché ci legate? Che vi prende?! Guardate che qui c'è un equivoco... Io sono Mater Tossicorum! Io sono conosciuta nell'ambiente... Ve la faccio pagare! I BANDITO: Di' un po', chiaccherona, hai visto un certo passaggio di denari da queste parti? CARLA: Sì, li ho visti... tutti biglietti da centomila che ballavano il can-can. BANDITO: (le da un tremendo ceffone) Non sfottere! CARLA: Come non sei spiritoso! Ad ogni modo non ho visto niente... non so niente! (Ululato di sirena. I due banditi scappano. Sul fondo passano, correndo, due poliziotti) Bravi! Siete arrivati proprio in tempo! Al momento giusto! (I due si guardano intorno ma non si accorgono delle donne legate. Escono di scena e rientrano subito) Ma porca puttana! Dove andate?... Slegateci! Ehi, siete al servizio del cittadino! La polizia è tenuta a liberarlo! Pago le tasse! (Sempre correndo, i due se ne vanno) Meno male che non le pago! Mi sento male... mi gira la testa... Per fortuna che sono legata, se no cadevo... Ma che giornata è? Questa non ci voleva! Dove s'è cacciata quella matta della Maria... Ah eccola... (Maria attraversa la scena, sul fondo, sorreggendo il Colombia senza dire una parola) Maria, vieni qui a slegarci... lascia correre il Colombia che tanto è spacciato... (Alla ragazza) Macché, manco ti dà retta! Oh, meno male... arriva qualcuno... (Attraversa la scena il cieco che già conosciamo) Oddio, è il cieco! Che giornata! Signore, ci aiuti... ci sleghi... siamo qui!... (Il cieco se ne va senza reazione alcuna) E' pure sordo! RAGAZZA: Speriamo di essere più fortunate col prossimo. CARLA: Guarda che rogna... io qui legata come un salame e a casa mia figlia incatenata al letto. Che famiglia! RAGAZZA: incatenata? Ma davvero tua figlia l'hai CARLA: Sì. E' stato un giorno che...Dopo che il mio primo figlio è morto di overdose, il mio secondo s'è deciso a smettere. Tre anni... si era ripreso... studiava... stavamo bene... Poi... un giorno... di colpo... gli è scoppiato l'Aids... Non puoi immaginare che malattia sia... Quando l'ho vestito, la mattina che è morto...pesava trentacinque chili... non avevo mai visto una cosa così... la testa piccola... come rinsecchita... la faccia a macchie... marroni... le mani anche loro macchiate... Sono rimasta lì a guardarmelo non so per quante ore... lo guardavo... lo guardavo... e mi passava davanti tutta la mia vita disperata... "Una la salvo...una la devo salvare!" mi son detta. Sono corsa a casa... Sono entrata in camera sua... l'Anna era a letto, piena come un uovo. L'ho fatta su con la catena per bloccare la bicicletta... manco se ne è ac- corta. Le ho puntato un coltello alla gola e le ho detto:"Tuo fratello è morto 'stamattina alle otto...o tu ne esci, o ti sgozzo come una gallina, così con voi tre è finita!" RAGAZZA: E' terribile... mi sembra di essere tua figlia, legata in 'sto modo. CARLA: (si divincola) Stà buona... buona che forse riesco a liberarmi... (si contorce tutta. Durante il monologo completamente dalla riesce corda) a liberarsi Sì, l'ho incatenata, ma non le ho fatto mancare nulla, dico, della sua dose... la bucavo... ma a scalare... ho tentato col Metadone... Ho tentato per un po', ma non ce l'ho fatta... perché vedi, il problema non è tanto chimico... RAGAZZA: Come non è chimico? CARLA: Sì, voglio dire... non è tanto il problema di piantarla con l'eroina. (Si è liberata e libera anche la ragazza) Togliersi dall'assuefazione, ce la puoi anche fare...è duro, ma ce la puoi fare. Invece il difficile è togliersi (Si dallo sbattimento. toglie l'impermeabile). RAGAZZA: Lo sbattimento? CARLA: (prende dallo stand una pelliccia elegante e l'indossa) Sì, lo sbattersi. RAGAZZA: Accidenti, che pelliccia! Ma dove l'hai presa? CARLA: Roba rubata. Ho sempre paura d'incontrare incontrare la padrona... che la riconosca e me la strappi dalle spalle. Lo sbattersi... Ti spiego: i tossici, quasi tutti, dopo aver dissanguato le famiglie, per procurarsi la roba, scippano, spacciano, rapinano, si prostituiscono. Questo è lo sbattersi... che poi diventa un'orribile filosofia... un modo di vivere, dove più sei scafato, infame, puttana..più sei qualcuno...Un bastardo che vive una vita di merda..ma merda frizzante. (Calza un paio di stivali con tacco alto). RAGAZZA: Ma è una logica aberrante! CARLA: A costo di tenerla coatta, tutta la vita io la raddrizzo... Ma per riuscire ho bisogno di un sacco di quattrini... a casa da vendere non ho più niente, qui guadagno poco... perciò... vado a battere. RAGAZZA: A battere tu?! CARLA: Sì a battere. (Si trucca) Se ti viene da ridere... ridi pure, mica m'offendo. Lo so che gli uomini vogliono le ragazze giovani fresche e stagne... ma spesso la fantasia è più suggestiva, eccitante della semplice carne fresca. Io poi ho una tecnica infallibile! Mi piazzo in un punto strategico ad un semaforo... al primo uomo che si ferma in macchina che mi pare "giusto": "Buona sera... mi scusi, ma dove siamo? Che strada è questa? Mi sono perduta... avevo un appuntamento con mio marito... E' che lui fa tanto tardi in ospedale... magari deve operare d'urgenza... E' un ora che cammino alla ricerca di un taxi... mi sono persa... Abito in centro... Corso di Porta Nuova... "... RAGAZZA: Che coraggio! CARLA: Ah, non credere... Le prime volte, il cuore mi usciva ... me ne stavo il più dritta possibile... sorridevo... "S'accomodi signora, se permette l'accompagno io..." Montata macchina lo ubriacavo con le in solite fregnaccie, tentavo di disarticolare il più possibile le gambe... fingevo mi si fosse spaccata la gonna... preoccupata di rimediare allo strappo... mi trovavo scoperta di coscia... calze nere, giarrettiera... tutte le banalità dei films osé di terza categoria. Ridevo... ero spiritosa... poi portavo il discorso sull' Aids... RAGAZZA: Capirai la pacchia! CARLA: Certo era la contromossa-trappola, per incastrarlo: "Ma ha sentito che macello? E' un flagello! Non si può più far l'amore in santa pace! mio marito dice che non c'è rimedio... Per fortuna io sono anni che non ho più rapporti di sesso con nessuno, nemmeno con mio marito... perché, scusi la trivialità, quello è un puttaniere! Così, ibernata... pura, mi sono casta... "sana"... Una vestale! RAGAZZA: Che forza! CARLA: "Certe volte però mi scoppia una voglia di buttare veli e cilicio... mi vien la tentazione di sbattermi alla follia!... Prostituirmi perfino!"-"Davvero farebbe una cosa simile?" - "Sì, ma non col primo che capita... Dovrei trovare il tipo giusto! Ah , ah... Sì, perché l'idea di vendermi, le dirò in confidenza, pur sconvolgendomi... sono cattolica... mi eccita... tremendamente! Ecco per esempio... lei... sarebbe il tipo d'uomo col quale potrei... lasciarmi andare al piacere liberatorio della trasgressione... Sto scherzando, naturalmente... " RAGAZZA: E' incredibile che abboccassero! CARLA: Tutti! Loro convinti di giocare alle puttane con una signora per bene... e io a contare i soldi che mi davano. RAGAZZA: Ma tutti quegli assatanati non ti davano disgusto? CARLA: Disgusto? Ma scherzi? Li amo, li amo! (Attraversa la scena il solito cieco che si blocca per un'attimo al "li amo") Quando vuole, ci sente questo! L'Anna è lì sempre legata. Quando non ce la fa più, va in crisi: "Vuoi la tua dose, cara? Aspetta, la mamma va a farsi una marchetta e te la porta subito. Ti buco io, con roba pulita, siringa pulita... perché di droga si può anche guarire, di Aids, purtroppo, si muore e basta!" (Rumori di fondo. Una luce fioca illumina Maria, che appare seduta alla panchina) Ah, sei qui? Dov'eri sparita?... Se aspettavamo te per slegarci... potevamo crepare! Ha giusto smesso di piovere. (Tra sé) Adesso devo proprio sbattermi per trovare la roba... che l'Anna starà perdendo la bava... ha giusto smesso di piovere... e poi vado a fare la moglie del professore... 'Stasera però mi sento così stanca... così... (barcolla, Maria la regge e l'accompagna a sedere sulla panchina) Grazie... quasi mi sta passando. (Alla ragazza) Ehi tu, siediti qua vicino a noi... Mi sento proprio fuori posto... stcentrata... (Nella penombra, scorgiamo ragazze e ragazzi che mimano a ripetizione i gesti abituali dei tossicodipendenti: preparare la dose e farsi. Sul fondo scorgiamo in controluce anche il Colombia, si regge le budella. In sottofondo lo "STABAT MATER") Ah, ci rifacciamo con la sceneggiata da incubo voltastomaco? Cos'è che mi capita?... Sto scottando un sacco, deve essere per via di tutta quell'acqua che ho preso... e 'ste traveggole saranno per la febbre... Mi spiegate? Mi date una mano a capire? Io devo andare da mia figlia... Perché non mi riesce di muovermi? Ehi tu, Maria... cosa mi sta capitando... parla... spiegami... (Maria spiega. La sua voce è sommersa dai rumori di fondo. Carla ascolta con attenzione. Ululati di sirena. Passaggio di macchine amplificatori e autoradio a tutto Lampi di fari) A sì?!...Ma con volume. che dici?! Veramente?...Ma quando è successo?...Non me ne sono neanche accorta...Finalmente posso stare tranquilla... ho finito di correre...? (Indica la ragazza) E lei?... Può stare qui anche lei?... (Meravigliata) Anche lei qui! Bene...sono contenta. (Si guarda intorno) Ma com'è che siamo ancora nella mia piazzetta?... Per non darci lo shock del trapasso? A poco a poco... Grazie... siete gentili. Ma sei sicura che sia il mio posto giusto?... Guarda che negli ultimi tempi io... non sono stata mica tanto... come dire... di buon esempio per le giovani fanciulle... Non importa?!... Come, come?... Tu, al posto mio, avresti fatto come me?... Dai i numeri! Attenta, che se ti sente l'Eterno, ti caccia via, te, tuo figlio, putativo! l'asino e anche il Giuseppe Qua dentro non ho il coraggio manco di alzare gli occhi! Che ci faccio in 'sto posto? Sono a disagio... Conosco un sacco di morti, ma non ne voglio incontrare neanche uno... Oddio!, mica ci saranno anche i miei genitori?... Erano così due brave persone... E i miei figli... con tutto quello che hanno passato, sono qui di certo...Non li voglio vedere! Ho vergogna... (Spaventata) Anche mio marito è qui?... Non è che sarò costretta a vivere con lui per l'eternità?... Vuoi vedere che l'aldilà paradisiaco è un posto che ti ripropone quello che hai già vissuto? Mamma mia, che bidone che mi hanno tirato! (Di colpo) L'Anna!... No, non posso stare qui... Maria, anche tu hai avuto dei problemi con tuo figlio... mi devi dare una mano... aiutami... Che farà l'Anna senza di me?... Ha solo vent'anni... non farla venire qui... Lasciami andare giù fino a quando non ce l'ho fatta... ti giuro che poi torno... Ti dico una preghiera... (Pausa) Non mi ricordo più... Aiutami... aiutami lo stesso... aiutami... ti giuro che torno... torno... Frastuono tremendo. La luce che illumina le due donne si abbassa, per arrivare al buio totale. Risentiamo la canzone dei Beatles. Lentamente s'illumina la bancarella: ritroviamo Carla vestita da poveraccia, con la testa appoggiata sulla bancherella stracolma di oggetti, come l'abbiamo lasciata all'inizio dell'atto, con lo stesso uomo che cerca di svegliarla scuotendola. UOMO: Signora...signora... si sente male? CARLA: (alza la testa. Guarda l'uomo che le sta parlando, per un attimo frastornata) Mi hanno dato il permesso?... Mi hanno dato il permesso?... UOMO: Lei sta tremando, signora... venga, l'accompagno al bar... (Prende dal banchetto un ombrello che apre per riparare la donna). CARLA: No, non sto male... sono soltanto... (si riprende, cerca con fatica di essere mondana) Ma che ore sono?... Mi sono perduta... Mi sono seduta un attimo... sto aspettando mio marito... mi doveva venire a prendere ma deve essere stato bloccato da qualche intervento d'emergenza... E' chirurgo... Cerco un taxi... UOMO: (guarda la donna poveramente vestita come se avesse a che fare con una pazza) Suo marito è un chirurgo?... CARLA: Sì... UOMO: Ma è sicura di sentirsi bene? CARLA: (solo ora si accorge d'indossare il cappottone. Pausa) Sì..sto bene... grazie...(Prende l'ombrello. L'uomo, interdetto, se ne va) Allora l'ho sognata tutta 'sta storia strampalata... ho sognato anche le borse sull'albero... Vuoi vedere invece che... (Lascia cadere a terra l'ombrello chiuso, vicino alla panchina, corre all'albero. Tira la corda, ma appeso non c'è nulla) Ecco, infatti non ci stanno... c'è solo la corda... per forza, me l'ero sognata tutta quella scena strampalata... Mi hanno giusto lasciato la corda per impiccarmi... volendo... (A Dio) Cos'è un incentivo? Complimenti Eterno... proprio una bella trovata!... Figurati se ti potevi lasciar andare in un ribaltone pazzesco... in uno slancio di generosità iperbolica questa... farmi arrivare a sognare piene di quattrini e poi come le borse farmele anche ritrovare appena sveglia... T'immagini... io che arrivo qui e afferro la corda, tiro... e alèe! E invece, no... tutto normale, tutto logico... Piovono quattrini solo sui balordi, mafiosi e camorristi, sui furbi, i papponi della politica, la gente degli affari... Noi poveri cristi (tuoni e lampi) sì, cristi!, bisogna scannarci... battere, rubare e poi ci sbatti all' inferno! Ma non è colpa tua... a parte il bel gesto, non ce la potevi fare mai, creatore, perché non sei creativo... sei un creatore senza creatività... piatto, conseguente e logico, prevedibile standard... Non sei spiritoso... non hai spirito. (Tuoni e lampi. Dall'esterno qualche colpo di pistola) Ci risiamo! (Corre a ripararsi dietro alla pianta). Entrano alcuni banditi e si sparano addosso. Uno di loro porta una borsa, che nel fuggi fuggi getta, per liberarsene, sotto panchina.Torna il silenzio e la calma. alla CARLA: Ci adesso?... risiamo! Che Oddio che spavento!... succede Non morirò sparata... ma morirò d'infarto precoce!...Devo cambiare zona... Basta... via, via... da domani... trasloco... (Si china a raccogliere l'ombrello e scorge la borsa: la prende, la apre. E' zeppa di biglietti di banca) Soldi!... (Guarda verso il cielo) Ehi, è la seconda volta che mi fai scherzi... Lo so che tra poco mi fai arrivare la Maria e poi... e poi mi sveglio e non è vero niente... (di colpo attenta) No, questa volta sono sveglia... sono sicura che ora non mi sto sognando... Sono miei... me li hai fatti arrivare a modo tuo... La girata che t'ho dato ha fatto effetto! Devo riconoscere che sei un grande sceneggiatore!... Guarda, l'hai proprio sceneggiata da Dio! Troppo facile farmeli trovare appesi alla pianta... Certo certo... non è da te... Bravo! Quanti sono?... (Conta frenetica) Più di tre miliardi!... Oh esagerato! Non avrei mai pensato che così tanti soldi tenessero così poco spazio!... Anna arrivo... ti porto via... sì, ce la farai... prendo un aereo... a nolo... Ma sì... con tutti 'sti soldi!... Entra correndo un bandito seguito da un'altro: si sparano addosso. Un proiettile colpisce Carla. Uno dei due strappa con violenza la borsa che Carla stringe tra le braccia e fugge. CARLA: E questo che è?... (Perde il controllo e comincia a gridare) Che cazzo è?!! Cosa mi stai facendo?!! Perché mi spari addosso?... Ma che ti ho fatto? Mi dai illusioni, e poi non è vero... Quest'altra storia e poi anche questa non è vera... E adesso che succede? Mi fai venire a casa tua... e la Maria... Maria... Maria! (Implorante) Poi tu, quando vengo su... mi fai scendere ancora eh... L'Anna... lo sai che l'Anna... (Le manca, via via la voce) Mi fai scendere?... Io ho pazienza, lo sai... io aspetto... e quando scendo i soldi me li fai trovare per davvero... O no? (Quasi in un sospiro) O no?... L'Anna... Rispondi!... Rispondete... Tuoni e fulmini. Sottofondo:"STABAT MATER". Su Carla che muore scende la luce. Fine LA DONNA GRASSA! Atto unico PERSONAGGI in ordine di apparizione: Mattea: la donna grassa Uomo: marito che ha sbagliato porta Giovane: collaboratore di Mattea‾ Anna: figlia di Mattea Nella scena semibuia s'intravvede un gran letto matrimoniale in disordine con dentro qualcuno: una persona? Due? Non si capisce. Dopo qualche attimo, suona una sveglia. Pausa, qualche secondo, poi, una voce maschile, usando toni carezzevoli, dialoga con una voce femminile: Mattea . VOCE UOMO: Buongiorno tesoro, sono già le nove! Sveglia amore. VOCE MATTEA: Oh, Noooo! Ancora un pisolino... ti prego! Bacino... accarezzami... VOCE UOMO: (molto preso) Sì, sì... Ora alzati! Amore... sono le nove in punto... oggi è il 18 giovedì... alzati! VOCE MATTEA: Sei cattivo! 'Stanotte m'hai distrutta e adesso pretendi... Mostro! VOCE UOMO: Sì, sì... sono il tuo mostro! Quanto ti amo! Bella, dolce, calda, amore... VOCE MATTEA: Oh sì, ancora... ancora... amore... VOCE UOMO: Sveglia... svegliati tesoro... oggi è un giorno fortunato... lo so che sei stanca... e che staresti a crogiolarti nelle mie braccia... ma ti devi alzare... MATTEA: Oh sei un tiranno! VOCE UOMO: Non dire così! Amore!... Sono già le 9 e cinque minuti... oggi Marte è nella casa di Venere... Sarà una buona giornata, carica di emozioni piacevoli! Alzati!!! MATTEA: (alzandosi, accende la lampada del comodino) Sono già alzata! Dov'è? Bilancina?... Dove sei... gioia e delizia dei giorni miei! Meno male che ci ho il ricercatore elettronico... (in proscenio arriva da sinistra una bilancia)... eccola qua! (Fa per salirci sopra, la bilancia le scappa da sotto i piedi, spostandosi di qualche metro) Che fai? Scappi?! (La blocca col piede) T'ho fregata! (Vi sale sopra. Rumore di molle che saltano e un lamento) E' andata in tilt! (La bilancia se ne va squittendo) Sì, piangi, piangi. Sono io che dovrei piangere... Cosa mi peso a fare?... Tanto, grammo più, grammo meno... sono 123 chili... (Spalanca le finestre. Si accende una sigaretta) 123! (Sferra un gran calcio al letto) E tu non dici niente? VOCE UOMO: Te lo ripeto, amore... non ti preoccupare... a me piaci così grassoccia... MATTEA: Trippante, strabordante buseccona... gomma Michelin! Non esagerare caro con le adulazioni! Ma che faccio? Mi fumo una sigaretta appena alzata?! Sola!! Senza caffè! Me lo bevo subito! (Si dirige al tavolo e si versa da un termos una tazza di caffè, da un' occhiata alla zuccheriera) Amaro! Vediamo un po'... sono aumentata sedici chili in due mesi... Beh, un cucchiaino posso metterlo... (Esegue) Otto al mese... (Riferendosi allo zucchero) Uno o due è lo stesso... Facciamo tre! (Riprende il discorso) Due chili alla settimana... (versa tutta la zuccheriera direttamente nella tazzina mentre dice:) basta con le privazioni! Se vado avanti così raggiungo i 200 come niente! La Teresina del 2000... la donna più grassa del mondo! (L'uomo sospira. Mattea entra in S'intravvede, l'abbondante bagno. siluette della donna) No, tu non te la puoi ricordare... non eri ancora nato... La esponevano nei baracconi delle fiere.. faceva sgusciare tra le pieghe di una tenda una coscia gigantesca... (alza una gamba ad imitare la Teresina) smisuratamente grassa e stagna. "Toccate, toccate! - gridava l'imbonitore - Entrate e potrete toccare anche il resto!" (Si alza la camicia, si abbassa le mutandine, si siede sul water-closet e fa pipì) C'era la ressa di 'sti morbosi pervertiti. Mi senti caro?... Potrei sempre avere una chance... che ne dici... ? Mi apro un bel baracconetto... (aziona lo sciacquone). VOCE UOMO: Non vorrei seccarti, cara... ma ricordati che sono già le 9 e un quarto! Consulta l'agenda... MATTEA: (esce dal bagno e va a consultare l'agenda) Cose da fare: "Prendere il Bros per la memoria"... Quella Montalcino ha una bella testa... hanno fatto bene a darle il Nobel! (Da un mobile prende una scatoletta e legge) "Trattamento coadiuvante delle sindromi psicorganiche a genesi involutiva o da insufficienza cerebrovascolare. fosfatidilserina cerebrale è estratta bovina"... mi dalla fa La corteccia un po’ impressione!... io non mangio carne... figurati la corteccia del cerebro di un bue!... Un animale così ignorante... che mi fa diventare intelligente. (Legge) "Una la mattina e una la sera"... io le prendo tutte e due insieme come mi alzo... altrimenti, prima che mi faccia effetto la cura... quella della sera me la dimentico. (Inghiottisce due pastiglie con un po' d'acqua, poi si prepara la colazione) Che fame! Com’è che mi sveglio sempre come se non mangiassi da 18 anni? Mangerò! Prendo un the... un altro liquido... poi passerò la giornata a fare la pipì. (Si prepara la colazione: senza rendersi conto, porta sulla tavola 2 tazze) Perché prendo due tazze?! I riflessi condizionati! Non c'è! Non c'è! L'hai cacciato via? Adesso fai colazione da sola! (Indica il letto) Il nuovo non mangia mai. (Nel riporre la seconda tazza le cade qualcosa) Oh mamma!... Chissà perché quando ti capita un imprevisto, sempre 'mamma' si dice... o 'mamma' o 'cazzo'! Per forza, è la prima parola che impariamo... voglio dire 'mamma'... cazzo è la seconda. (Sillaba) Mam-ma... mam-ma... La mia nipotina, la prima parola che ha detto è stata Uva... il nome del cane. Pazzesco! Eravamo tutti lì ad aspettare... "dì mamma dì mamma... tesoro, dì papà... " e quando ero sola: "dì nonna!, dì nonna!" e lei niente... Ubaaa! Con una voce terribile, acuta, da nana... Ubaaa!... (Sillaba) Ma-mm-ma... Quante cose mi sono persa per colpa di quella santa donna di mia madre! Metto il miele o non lo metto? (Geme come se stesse per svenire) Oh!..Un calo di zuccheri! ( Dal barattolo prende un cucchiaio di miele che succhia golosamente) Come è buono!... Come è buono!... Che Dio benedica le api! Se vado avanti così, alla fine della tournée peso veramente centoventitré chili! "Uccide più la gola delle USSL"! Pazienza, morirò! Una donna bravissima, la mia mamma, tutta casa chiesa e lavoro! Perbeeeneee! Noiooosa! Guai nominare il sesso! Il sesso in casa mia non esisteva: eravamo fatti tutti come le bambole. Il didietro, si chiamava "sedere"... e il davanti, il "sedere davanti". "Mamma, mi prude nessuno rideva. il sedere davanti... " e Ho fatto delle figure! E quando sentivo dire "vai a dar via il sedere" non sapevo mai se fosse il didietro o il davanti. Quante cose mi sono persa per colpa della mia mamma! Non potrò mai perdonarti d'avermi imbesuita con 'sto capestro della fedeltà assoluta, rigida... senza scantonate, senza tolleranza! Avresti dovuto insegnarmi l'infedeltà!... avrei avuto una vita piacevole, piena di tensioni... divertimenti... batticuore... "Caro, vado a fare la spesa... " e poi:( mima una 'baciata frenetica) Invece qui... noiosa anch'io come la mia mamma... (Ha terminato di fare colazione, ripone tutto ordinatamente, poi si dirige al letto) Mi hai insegnato a ridurre il matrimonio ad una specie di gabbia per coppie costrette in cattività. Adesso basta dormire, tesoro, alzati, lo sai che stanno per arrivare i collaboratori e devo sbaraccare l letto! (Solleva con forza le lenzuola tirandole a se. Appaiono due cuscini disposti a fare immaginare una persona) Oh, mio Dio... dove sei? Non fare scherzi!... (Solleva i cuscini e li butta) Mi hanno rubato l'amante... o forse è scappato... Mi ammazzo! Dove sei?... Ah, sei qui! (Solleva un registratore) Mi avevi fatto prendere un colpo! (Lo bacia) Cosa farei senza di te, mangianastri del mio cuore! (Preme un tasto, si risente la voce dell'uomo). VOCE UOMO: Sveglia... tesoro... sono già le nove! MATTEA: Adesso mi hai scocciato! VOCE UOMO: Quanto ti amo! Ti amo... anche se ieri sera sei stata cattiva... Spogliati... andiamo sotto la doccia... ti voglio insaponare dalla testa ai piedi! MATTEA: Così ci metti quel mese e mezzo. (Si dirige alla quinta e porta in scena una ciclette) Taci, cretino! (Spegne il registratore. Sale sulla ciclette e pedala con ardore) Adesso mi faccio una bella passeggiatina in bicicletta... devo tenere in allenamento i muscoli... Almeno quelli! Voglio restare soda e scattante! A dimagrire ho rinunciato... non ci penso più. Mi sono accettata.. anche perché le diete con me, non funzionano... le ho fatte tutte: quella del fantino, la mediterranea... la dissociata... perfino la tenia...ho ingoiato la tenia, il verme solitario... Mi sono messa ad una dieta da fachiro...voi non ci crederete: la tenia è morta di fame e io sono ingrassata lo stesso! Non c'è niente da fare...è un fatto interiore...psicologico... (Suona il campanello del telefono) Chi mi chiama a quest'ora?... così presto...(Solleva la cornetta) Pronto?... pronto... Allora? Non c'è nessuno?... (Cambia tono) Sei tu?... Lo so che sei tu... Non tentare di tornare a casa... se sei tu... se non sei tu... (fa un pernacchietto all'indirizzo del telefono e riattacca) Ma perché mi devono disturbare! Per me è lui... è lui... è un anno che non lo vedo... ogni tanto telefona... aspetta solo che io gli dica "torna". Ma io, per adesso, niente. Poi si vedrà. Vi stavo dicendo che mi sono accettata. Un giorno mi son detta, voglio affrontare la realtà:... mi voglio vedere tutta intiera... mi sono messa nuda e con coraggio mi sono specchiata... sono svenuta. Poi ho detto... anche di dietro: bevi fino in fondo il calice amaro... con lo specchio così... a guardarmi... coma profondo. Che crollo di glutei! Ero disperata angosciata da tanto disfacimento... Va bene tutto...ma il sedere che mi... Ho fatto una inchiesta con tutte le signore del palazzo... ho fatto una riunione di condominio. Ordine del giorno: "crollo del sedere della signora del quarto piano". Le donne sono state tutte gentili... che dopo i cinquant'anni, nascono delle grandi amicizie tra le donne... prima un po' meno... tutte a darmi consigli..faccia così, faccia cosà... poi si alza una stupenda che sarà pesata un quarantasei chili massimo... è una cattiva... che le magre sono cattive... rabbiose... perché hanno una fame!...che mi fa:"Cammini sulle punte!" (Mima una camminata sulle punte) Io tutti il giorno così!... Sembravo un re magio! E poi quell'altra ginnastica per rassodare l'interno della coscia, detta "della ranona"! (Esegue) Non ridete tanto che domani vi vedo in giro per Milano a camminare così. Poi di colpo, non me ne è importato più niente. Mi sono accetta. Ci convivo allegramente con la mia ciccia... Mi trovo bene anche da grassa... ho i miei vantaggi: d'inverno sto bella caldina... Se mi voglio stendere per la strada ho il mio materasso già incorporato nella schiena... Però non sono nata grassa. Anzi! Perché sappiate chi sono, vi devo raccontare chi sono e da dove vengo...voglio che seguiate e capiate tutti i miei problemi dal principio alla fine... altrimenti cosa siete venuti qui a fare?... Se sono grassa ho le mie buoni ragioni. Sono nata a sinistra...cresciuta vissuta educata sposata a sinistra. Lui, ricercatore nucleare in carriera via via sempre più importante persino proposto per il premio Nobel, io, ricercatrice nucleare, moglie del ricercatore nucleare via via sempre meno importante... mai proposta nemmeno per il premio del Mulino bianco... non so per quale cazzata mentale, tutta per i figli...marito e figli...il lavoro mio..l'ho lasciato a poco a poco perdere... senza accorgermene mi ero dedicata alle sue di ricerche... lavoravo per lui... felice dei suoi successi, che però erano soltanto suoi. Sono stata sposata col mio caro marito ricercatore nucleare quasi Nobel, per trent'anni. Lui era diventato importante... importantissimo!... Un monumento! I monumenti però, come tutti sanno si reggono su di un piedestallo. Io ho passato trent'anni della mia vita così. (Si mette di profilo al pubblico e si piega in avanti fino a toccare con le mani il pavimento) Lo sapete perché le donne prendono raramente il premio Nobel? Perché non hanno le mogli che le aiutano. Non é mia, l'ha detta non so chi. Comunque, come tutti gli imbecilli, ero felice di quello che avevo. Cantavo dalla mattina alla sera... tutto era stupendo... anche se ero sempre molto stanca... lui andava a letto due ore o anche tre prima di me e si alzava due ore anche tre dopo di me, ma che gioia fargli trovare al suo risveglio i suoi appunti, che io avevo elaborato, già battuti a macchina. Che gioia vederli pubblicati sulle più importanti riviste... che bello leggere il suo nome sotto al saggio che di fatto avevo fatto io! Che bello! Che stronza! Ma allora non lo sapevo. Gli ho dato tutto con vero grande amore. L'unica cosa che ad un certo punto a cominciato a farmi girare i colions... parlan tutti in inglese... mi devo adeguare... é stato il fatto che da una certa età in poi ha dato via di testa. Era un ricercatore ricercatore nucleare... di... sederi ma anche davanti. un Cercava cercava e trovava. Oh come trovava! Che come trovano i ricercatori nucleari, non trova nessuno! Ad un certo punto, come vi dicevo ho avuto questo giramento di colions e gli ho detto: scendi dal piedestallo che da ora in poi voglio camminare diritta e (alza la voce) "vai via!" Bisogna stare molto attente a dire vai via... perché vanno... Vanno. Io da quel momento lì... che sono rimasta cinque giorni vicino alla porta ad aspettare che tornasse... quando ho capito che non sarebbe tornato ho cominciato a dilatarmi! E lui é andato. Poi quando ho visto che non tornava credevo di morire... ho provato una roba... un dolore! credevo di morire. Non dite mai, vai via, perché vanno via! State attente. Ho passato un anno in coma profondo... e ho incominciato ad ingrassare. Sono stata così male!... Credevo di morire... Non avevo più niente da fare... i figli cresciuti... Vedevo films dalla mattina alla sera... films d'amore... piangevo come una fontana... però a poco a poco ho messo a frutto questa mia passione Per passare il tempo, vedevo films films...tutti d'amore e giù a piangere. Poi di colpo non me ne è importato più niente. Non so come, ho incominciato a registrare le voci degli attori Sinatra Newman, Gary Cooper, Marlon Brando... tagliavo il nastro, incollavo, e mi sono costruita dialoghi d'amore per il mio fabbisogno giornaliero: la sveglia con le coccole, con... la ninna nanna con le dolcezze... con Frank Sinatra ci faccio degli amori!...qualche sgridata per tenermi in allenamento...scenate di gelosia... A Paul Newman che mi piace da impazzire anche se ha le braccia un po' corte..."No, caro ti giuro..non ti ho tradito"... e così via. Le mie amiche: mio marito parte, mi presti la tua sveglia con le coccole, così domani se mi sveglio bene passo una bella giornata? La notizia é dilagata nel condominio, tutte le donne mi chiedevano le mie cassette, poi un tipo, m'ha proposto un bisness: "Signora, lei è un genio!" mi fa. Il primo complimento che ho ricevuto negli ultimi trent'anni... "Questa invenzione... la sveglia con le coccole, se mi permette la lanciamo sul mercato". Sto aspettando il risultato dell'indagine di mercato... se mi va bene, diventerò ricca... E poi, vuoi mettere la soddisfazione?... Alla mia età, essere vincente in qualche cosa,...nonostante il grasso... Chissà dove sarà quel povero ficomane imbecille? (Preme un tasto posto sul manubrio della ciclette) Ci metto anche la musica! Me ne ha fatte passare di tutti i colori... ma mi piaceva... mi faceva dei complimenti da fantascienza:"Sei un'astronave bellissima... piena di luci!" e 'sto stupido me le ha spente tutte le lampadine... Non avrei mai pensato di dipendere così tanto da lui...Dove sei? Dove sei? Ma stai tranquillo... torna a casa! Altre volte se ne è andato... ma poi è sempre tornato! Lui perdendo me, si è perso qualcosa di grosso... Non ridete... non sto parlando del mio volume... parlo di me come persona... quello che ho dentro, come sono io... Ti sei perduto una donna intelligente... umana... meravigliosa... Appare lo spaccato della porta della casa di Mattea. Un uomo di una certa età, suona il campanello. MATTEA: Chi è? UOMO: (molto accorato) Amore perdonami... sono qui ancora da te... aprimi, lascia che ti parli... MATTEA: (scende dalla ciclette e si avvicina alla porta) Oddio, mio marito! Mi sento male... Sei tu? UOMO: Certo che sono io... MATTEA: (tra sé) Ma perché sei tornato... sto bene da sola... mi sono adattata... UOMO: Ma io non mi so adattare! Ti giuro che cambierò... fammi entrare!... MATTEA: No, no... Un momento... tu non sei mio marito... non ti riconosco... UOMO: Certo sono diverso... vedrai, sono cambiato... irriconoscibile! MATTEA: Sapessi quanto sono irriconoscibile io! Ma tu... non sei mio marito! UOMO: Non scherzare! Fammi entrare o butto giù la porta! MATTEA: Provaci! Guarda che non sono sola... c'è il mio uomo con me! (Va al registratore, lo mette in azione e calza sulla testa la cuffia). UOMO: Ti ho detto di non scherzare! Sei crudele! MATTEA: Adesso glielo chiamo! Caro, vieni qui un attimo... VOCE UOMO: (al magnetofono) Sì... eccomi... Facciamo ancora l'amore... (Mattea blocca il registratore). UOMO : Chi parla?... Ho sentito una voce d'uomo lì dentro che... MATTEA: Certo! E' il mio uomo. Se ne vada! UOMO: Ma come... mi hai appena cacciato fuori di casa, mi tratti come un estraneo e stai già con un altro?! E ci fai pure l'amore! MATTEA: Cacciato fuori di casa?!... Ma chi è? UOMO: Capisco umiliarmi, ma questo è troppo! E' vero, ho perso la testa... ma ora conti solo tu... hai sempre contato solo tu... MATTEA: Davvero? UOMO: Voglio dire... anche qualcun' altra... ma tu di più! MATTEA: Non ci capisco... signore... UOMO: Non chiamarmi "signore"! Io sono il tuo Aldo... l’amore tuo santo che bussa alla tua porta!! MATTEA: Senti, signor Aldo-amore-mio-santoche-bussa alla mia porta... hai appunto, sbagliato porta! Anch’io ho un marito che ha perso la testa, anch’io l’ho sbattuto fuori di casa... l'unica variante è che io non sono "tua" moglie. (Corre a riattivare il magnetofono). UOMO: Come non sei mia moglie?... E allora che torno a casa a fare? VOCE UOMO: (al magnetofono) Spogliati... ti voglio insaponare tutta dalla testa ai piedi... UOMO: Ma chi è quello zozzone che ti vuole insaponare tutta?! MATTEA: Senta, io mi faccio insaponare tutta, dallo zozzone che mi pare e piace! Se ne vada o chiamo la polizia! Anzi, la chiamo subito! UOMO: Ha ragione, non sono fatti miei... si faccia insaponare come le pare e piace, ma non chiami la polizia, la prego... Sono molto agitato... Ho bisogno di parlare con qualcuno... forse ho sbagliato piano... Eppure no... questo è il quarto... vero? MATTEA: Sì, è il quarto. UOMO: Allora ho sbagliato palazzo... forse anche di strada... MATTEA: Già, magari anche di città. Adesso se ne vada! UOMO: Sì, me ne vado... Ad ogni modo devo dire che m’ha fatto bene esternarmi con lei... voglio conoscerla... mi faccia entrare... MATTEA: Faccio entrare un estraneo in casa mia? Mai! (Fa scorrere una parete che divide la camera da letto dal soggiorno) Per quanto ne so io, lei potrebbe essere un maniaco sessuale che sul più bello mi salta addosso come in quel film... Ha visto "Uno sconosciuto alla mia porta"? UOMO: Sì, l'ho visto... MATTEA: Era tremendo! Non ho dormito tutta la notte! Il giorno dopo sono andata a comperarmi la videocassetta... (Afferra un aggeggio simile ad un telecomando che punta verso la porta d'ingresso a sbloccarla) Ad ogni modo entri, è aperto. (Corre dietro alla parete divisoria e parla da lì). UOMO: Oh, tu guarda... è proprio aperto! (Entra. La porta esce di scena) E già... questa non è la casa di mia moglie... MATTEA: Non s'affacci o grido! Sono nuda! UOMO: Nuda?! MATTEA: Non faccia la voce di quello che è già pronto come il Nescafè! S'accomodi... si segga... UOMO: Non ci sono sedie... mi siedo sul letto? MATTEA: No! Sul mio letto... non si permetta! (Gli passa la ciclette ) Si segga qui. UOMO: Su una ciclette?! MATTEA: Sì, è comodissima, ci passo le giornate! Mi racconti la sua storia d'amore... UOMO: La mia è una tragedia d'amore. MATTEA: Anche la sua? UOMO: Beh, un uomo della mia età... 56 anni, che s' innamora di una ragazzina... (Sale sulla ciclette). MATTEA: Che storia strana!... Non l'ho mai sentita, sa. UOMO: Deliziosa... L’ho conosciuta dopo un concerto... il concerto lo tenevo io . MATTEA: Ah, lei è un musicista? UOMO: Sì, percussionista: timpani, tamburo e piatti. Faccio parte di un ottetto... eseguivamo Strawinski... Io battevo sul timpano con le mazze... percuotevo piatti... e lei mi guardava come fossi un Dio! "Pluto che batte sul tamburo degli inferi" così mi ha chiamato. (Pedala senza accorgersene). MATTEA: L'ha chiamato Pluto?!... Il cane di Pippo? UOMO: Ma che dice Pippo! E' il Dio Pluto... che rapì la primavera! MATTEA: Scusi, ho rimosso tutta la mitologia. UOMO: Dopo la percussione l’ho invitata a cena. Il cuore mi batteva come il mio tamburo... lei era giovane, entusiasta... Ci siamo amati in maniera folle! Sono riuscito a tenere nascosto il mio concerto... voglio dire la mia relazione, per un po' a mia moglie. Poi, un giorno, mi ha sorpreso nel bagno che facendo la barba canticchiavo: "E allora ti chiamerò Trottolino amoroso du du... da da... " - "Di chi ti sei innamorato, 'sta volta" mi fa all’improvviso. Aveva capito tutto! MATTEA: Accidenti... intuito superlativo! UOMO: Sì, sa leggere in ogni mio gesto... Se io starnuto... non dice: "salute"... ma: "Quando fai l’amore con quella di turno, tieniti addosso la maglia di lana... non fare lo sportivo "culoalvento" tutto nudo, Trottolino coglione du du!". MATTEA: Che spiritosa! Avrei dovuto fare così con mio marito... Senta, Trottolino coglione du du... dovrei vestirmi e dovrei venire di lì... Le dispiace cambiare di spazio? Ma attenda un mio segnale. (Entra nella doccia usando l'entrata posteriore). UOMO: Quello che non capisco è come mai, ad un certo punto, mia moglie abbia perso le staffe... Non mi ha voluto più capire... MATTEA: Sorpassi la parete! UOMO: (esegue) Oh, tu guarda! E già... non è proprio la casa di mia moglie! Chissà dove è finito quell'uomo... (inavvertitamente si appoggia al registratore che si mette in funzione). VOCE UOMO: Vieni sotto la doccia con me... che t' insapono tutta! UOMO: (fa un balzo indietro, poi si rende conto e spegne il registratore) Ah, sei qui, zozzone! MATTEA: Lasci stare il mio fidanzato elettronico! Diceva che sua moglie ha perso le staffe? (Esce dal bagno dalla porte che dà nella camera da letto, si porta all'armadio, cerca un abito da indossare, poi rientra in bagno). UOMO: Sì. "Quanti anni ha questa tua 'viola' d'amore?" mi fa all'improvviso... "19..." - "E magari era anche vergine?"-"Si..." - "E se un uomo della tua età si fosse comportato così con tua figlia, come avresti reagito?" Non ha nemmeno alzato la voce. M’ha detto: "Scendi". MATTEA: Scendi da dove? UOMO: Ah, dimenticavo... eravamo in macchina... guidava lei a più di cento all'ora... Le ho detto: "Ti dispiace di rallentare almeno un po', prima?" Mi sono trovato sulla corsia d'emergenza appiedato, a 50 chilometri da Milano... e passavano soltanto Tir. MATTEA: Poi con la ragazza cosa è successo? UOMO: E' successo che... (Si guarda intorno) Ma da dove parla? MATTEA: Non si volti! Guardi che la vedo! UOMO: Ah, sì? Ma che è, in ogni luogo?! MATTEA: Sì, straripo un po'. UOMO: E' successo che di colpo mi ha piantato anche lei e si è sposata in bianco, con un insegnante precario d’inglese, col quale stava anche prima, ma io non lo sapevo. Diceva sempre che era suo cugino. Così la storia è finita con un cadavere sul campo: il mio! MATTEA: Sono straziata! Senta cadavere sul campo il suo... le dispiace ripassare di là? Senza voltarsi! UOMO: Sì, sì... (Torna nella parte-notte, camminando "faccia pubblico", si appoggia alla ciclette e quasi senza accorgersene vi sale sopra e pedala) Senta, lei m'incuriosisce... così misteriosa... che non si vuol far vedere... M'intriga... Non si potrebbe tirar via di mezzo 'sta specie di muro di Berlino? Voglio conoscerla! MATTEA: Mai!... Senta io oltre ad essere decisamente chiusa ad ogni rapporto, sono arida, dispotica, egocentrica. Non esisto né come persona né tanto meno come femmina, pur essendo abbastanza evidente... né voglio esistere come cuccia calda. Ah, dimenticavo: sono larga un metro e cinquanta, ho 5O anni... e peso più di 100 chili senza l'osso... (Pausa) Mi vuol conoscere ancora? UOMO: Non ci credo, lei mi sta prendendo in giro... non è grassa... lei ha una voce giovanissima! MATTEA: Sì... sono Cappuccetto Rosso! UOMO: No, non riesce a farmi paura. Io non me ne andrò di qui senza averla veduta! MATTEA: E allora, peggio per te! Mi aiuti a far scorrere la parete... (Eseguono) Si volti di là! UOMO: Sì, mi volto... Scorre la parete, Mattea accende il registratore: una musica trionfale, tipo le quattro stagioni di Vivaldi. La donna, salendo sul tavolino, centro scena, si mette in posa, come una statua di Venere barocca. MATTEA: Ecco ora si rigiri. UOMO: (rimane per un attimo senza fiato) Dio che tanta! MATTEA: Scioccato, eh? UOMO: Lei è... lei è... Lei ha qualcosa di maestoso in questa sua abbondanza generosa! MATTEA: I miei amici mi chiamano Pantheon. (Scende dal tavolino e va a spegnere il registratore). UOMO: No, non dica così. A parte che io davvero mi sono stufato delle ragazzine alla ricerca del padre. C'è anche l'amicizia, l'intelligenza... la comprensione... un'affetto profondo... solido... MATTEA: Ha detto una cazzata dietro l'altra... Se ne vada... se no fingo d'inciampare, le frano addosso e la uccido! UOMO: Sì, me ne vado... ma mi permetta di venirla a trovare ancora qualche volta. MATTEA: Ho capito, lei è socio del club "ogni lasciata è persa!". UOMO: No, ma che dice? MATTEA: Se ne vada o mi spoglio nuda! UOMO: Vado!... Ma un'ultima domanda: perché è ingrassata così? MATTEA: (urla) Mi spoglioo! (Accenna a togliersi i vestiti). UOMO: Nooooo! (Esce di corsa. Con lui, esce di scena anche la porta). MATTEA: Gli ho bloccato l'erezione per venti anni! I personaggi cambiano, ma le storie sono sempre le stesse. Siamo dei replicanti. Perché mi sono ingrassata così?! Rozzo maleducato! Mi mette anche in imbarazzo. Hai capito? Se appena io ci fossi stata... quello... era pronto! Quasi quasi lo richiamo... Scherzo! Non voglio aver rapporti più con nessuno. Cinquantadue anni, non è che sia vecchio... però anche quelli vecchi... io ne vedo anche tanto anziani...tutto una mela ranetta che son sempre lì... è pazzesco, non si calmano... Belle brutte, giovani vecchie magre grasse... non vogliono perdere un colpo! E poi, invecchiando, non è che si calmino...Macché... Che roba!... Noi donne, dico la verità, non è che voglia fare del facile femminismo,la donna è brava e l'uomo no, ci sono anche quelle che dan via di testa... specie in menopausa...o che non sanno accettare la vecchiaia... ma in genere siamo più serene, accettiamo abbiamo maggiore consapevolezza... dignità. Leggo sui giornali delle storie... queste ventenni... s'innamorano un fiore... stupende pazzamente di che anziani, sessantenni, purché grande industriale, il grande politico...il grande attore, cantante, scrittore... pittore... s'innamorano pazzamente queste giovani... storie pazzesche amori pazzeschi con l'anziano... che la stessa storia d'amore travolgente non la leggi mai sui giornali tra una ventenne e un pensionato dell'INPS. D'altro canto, hanno anche ragione: vuoi mettere il fascino di un uomo arrivato con quello di un poveraccio pensionato dell'INPS oltretutto vecchio. E' giusto. Senza fare del facile femminismo devo riconoscere che noi donne abbiamo più consapevolezza dell'età... invecchiamo più serenamente... sì, qualcuna dà anche un po' fuori... ma la maggior parte invecchiamo dignitosamente... insomma vi vediamo . Accettiamo la vecchiaia con dignità... perché non fa piacere a nessuno ... ti piacerebbe anche magari continuare una vita amorosa, ma con chi?... Chi ti vuole?... Mentre gli uomini, non so com'è ma...è che poi è l'ardore che hanno dentro questa voglia di non... Gli uomini invece ,non si vedono. sfasciati come noi, grassi, vecchi... non si vedono! E se si vedono fingono di niente. Tanto le ragazze ci stanno. Comunque fanno fatica ad accettarsi... a rinunciare alla potenza del sesso.. anche perché fin dall'infanzia glia hanno insegnato che "lui deve essere maschio" sempre... lo abituano con questo culto del sesso... La superiorità dell'uomo è tutta in questo suo organo sessuale... a parte che a me la parola "organo" mi porta fuori strada... mi viene in mente cantata... san Pietro... la messa questo organo sessuale, che se noi lo vogliamo guardare bene... smitizzare... ma cos'è?... una codina!... Il diavolo ce l'ha di dietro il maschio ce l'ha davanti. Che poi quando lo vedi lì... a riposo... in abbandono... mi fa una tenerezza... una simpatia!...tutto traballone... mi viene voglia di giocarci come con la coda del gatto... Poi all'improvviso... il miracolo: TRAK: l'erezione!... Io le prime volte mi spaventavo... pensavo avesse dentro un osso... E' un miracolo! E' questo che rende l'uomo superiore a noi. Noi donne facciamo delle cose stupende... per esempio i bambini li facciamo soltanto noi eh... ci vengono molto bene... ci mettiamo tutto, li confezioniamo... ci mettiamo un po' di tempo però... Il cavallo ce ne mette più di noi... ci mettiamo tutto... venti dita due occhi, le orecchie, ma se non abbiamo il seme del maschio... noi non possiamo fare niente. L'uomo é superiore a noi. Lui lo sa... lui lo sa. Noi dobbiamo accettare questo dato di fatto. Ha sempre avuto fin dai considerazione tempi per antichi questo un grande suo organo sessuale...l'ha definito con dei termini epici aulici, magniloquenti!... Il fallo! Sentite come è importante questo termine: Il fallo! Io lo vedo con la corona in testa. Prepuzio. A me, prepuzio, mi fa ridere. "Pronto? C'è il signor prepuzio?... Mi dà una grande ilarità. Che ai funerali non mi venga in mente prepuzio perché scoppierei a ridere. Invece "glande"... ascoltate la dolcezza... glande... sembra il nome di un fiore. "Ti offro questo mazzo di glandi... tienili sul tuo cuore!" Con questa tranquillamente terminologia ricostruire un si poema può di Euripide: "Venne altissimo Ermione Prepuzio invitto appresso il fratello suo glande montando lo scalpitante scroto..." puoi andare avanti così fino a domani mattina e nessun professore si accorgerebbe del cambiamento. Invece con la terminologia che hanno appioppato a noi donne non si può costruire nulla. Quale poesia si può trovare nel termine "vulva"?! C'è la VULVA!!!... "Fai la brava bambina... altrimenti ti chiamo LA VULVAAA!!!" Cosa vuoi costruire... utero... ovaie... vagina... sulla vagina come massimo ci si può scivolare sopra. " Mi sono rotto una gamba scivolando su una buccia di vagina...Guarda qui, zoppico ancora!" Con questa terminologia puoi ricostruire come massimo un racconto dell'orrore. "I pipistrelli volavano all'imbrunire, le vagine gracchiavano nello stagno era il momento che depositavano le ovaie un utero tremendo si levò nella notte gli spermatozoi moriron tutti di spavento!" Potrei andare avanti ancora un po'... ma... (si mette nella classica posizione di una donna a cui scappa la pipì) mi scappa la pipì! (Si dirige al bagno) Vengo subito! Entra la solita porta seguita da un giovane che suona il campanello. Ha con sé una cartella: è il collaboratore di Mattea. MATTEA: (dal bagno) Chi è? GIOVANE: Mattea, sei in casa? Posso entrare? MATTEA: Sì... entra, è aperto... Che problema hai? GIOVANE: (entra in casa, la porta se ne va) Hai sfondato! Ce l'abbiamo fatta! La tua sveglia con le coccole è un successo incredibile! MATTEA: (esce dal bagno) Dici davvero?! GIOVANE: Guarda... (le consegna una lettera) è una proposta di contratto in esclusiva, per tre anni!... E guarda la cifra! MATTEA: Oddio!... Mi sento male... mi toccherà pagare le tasse. GIOVANE: L'indagine di mercato è stata un trionfo! (Estrae dalla cartella alcuni fogli che mostra a Mattea) E in particolare quelle con l'allusione dell'amante nel letto pieno di dolcezze e sbaciucchiamenti. E sai qual'è la cosa davvero incredibile? Che i più fanatici sono gli uomini. Sono loro che comprano più cassette. MATTEA: Anche gli uomini soffrono di solitudine? Cosi potenti ? Non l'avrei mai pensato! GIOVANE: La tua voce è un trionfo... Sei già una diva! MATTEA: Oddio, mi inviteranno in televisione... Mi faccio fare 7 lifthing... due pens qua... (indica il sedere) un riporto qua... qua un bel plissé... due bretelle per il seno... e tutto quello che avanza lo do in beneficenza al Terzo mondo! Sono emozionata... Ma chi l'avrebbe mai detto... un successo così?!... Dovrei essere pazza di felicità e invece mi sento colpevole come la peggiore delle criminali. GIOVANE: Ma perché, cosa dici? MATTEA: Io sto approfittando come la più subdola delle furbastre, della situazione di angoscia e frustrazioni in cui è caduta la maggior parte della gente, me compresa. GIOVANE: Non ti capisco. Spiegati! MATTEA: Tutti questi poveri alienati che comprano le mie cassette con voci di falsi innamorati lo fanno perché hanno paura delle voci vere. Un rapporto autentico t'impegna, ti costringe a spaccarti in due a favore dell'altro. Meglio allora, imbesuirsi di una registrazione con parole e magari immagini di un amante prefabbricato, asettico, che puoi spegnere col telecomando. Lo sai che esiste una poltrona, ancora allo stadio sperimentale, fai conto questa, dentro la quale ci si accoccola. Una poltrona amante allacciamenti... dotata onde di calde, cuffie e strusciate lascive... e voci tenere. Alla fine, ti senti appagato... immerso in uno splendido oblio ! GIOVANE: Ma va... ! MATTEA: E' meglio che far l'amore! Con questa poltrona non servono contraccettivi... e non devi nemmeno chiedere "ti è piaciuto?" Se ti scoccia, la spegni. GIOVANE: Ma che balle mi vai raccontando... E' roba da fantascienza... Stai dando i numeri. MATTEA: Niente affatto. Ti giuro che questa poltrona esiste di già. GIOVANE: Sì, nella tua testa. MATTEA: No, ne ho una anch'io, di là! GIOVANE: Ah, ah questa poi! Avanti, fammela vedere. MATTEA: E adesso mettiti al lavoro. (Entra in bagno). GIOVANE: Vado a farmi un caffè. Il giovane va in cucina. Contemporaneamente entra in scena la porta, davanti alla quale troviamo Anna, la figlia di Mattea che suona il camapello. MATTEA: (dal bagno, gridando) Chi è ? FIGLIA: Sono io! MATTEA: E' aperto!! FIGLIA: (entrando, singhiozza disperatamente) Mammaa... mammaa ... dove sei? MATTEA: (dal bagno) Sono qui... che succede? ANNA:(c.s.) Mamma sono io... Anna... MATTEA: Lo so cara, ti riconosco! Entra qui da me... (Anna entra in bagno. Le due donne si abbracciano) Calmati! Che succede?! (Controluce vediamo la madre che si sta lavando mentre la figlia si alza la gonna e si abbassa lo slip restando però in piedi). ANNA: Non la lascia! Non la lascia! Sono disperata! Non faccio che fare pipì! MATTEA: E' normale cara, le lacrime da qualche parte devono pur sgorgare. ANNA: E' un mascalzone, porco, bugiardo! Oh Dio, muoio... mamma... mammaaa... muoio... Il giovane, rientrato in scena, si siede ed osserva le due donne. MATTEA: Calmati cara... Siediti..non restare a mezz'aria..fai la tua pipi santa... spiegati... cosa è successo? Chi è il porco bugiardo? ANNA: Sono andata a casa sua... MATTEA: A casa sua di chi? ANNA: Di Carlo... MATTEA: Carlo chi? Lo conosco? ANNA: No... ci sto solo da tre mesi. MATTEA: In che senso ci stai? Tuo marito dov'è? ANNA: A casa... MATTEA: Ma non me ne avevi mai parlato di 'sto Carlo! Ero convinta che tu stessi ancora con quel Domingo... ANNA: Non te ne ho mai parlato perché avevo paura che ti arrabbiassi. Il fatto è che con Domingo era tutto finito da un pezzo! (Si alza e mette in funzione lo sciacquone). MATTEA: Sei tutta sudata! Fatti una doccia... (Anna si spoglia e mima di farsi una doccia). ANNA: Io non ce la facevo più... così geloso possessivo... troppo diverso culturalmente... due mondi mamma ... Oltretutto quando gli ho detto della mia intenzione di lasciarlo definitivamente, mi ha mollato un tremendo pugno in testa... una mazzata! Sono stramazzata al suolo... m'hanno portata al pronto soccorso con la commozione ce- rebrale... quasi. MATTEA: (esce dal bagno e va a prendere un asciugamano che consegna ad Anna) Oh, mio Dio! Ma quando è successo? Perché non me ne hai mai parlato? (Scorge il giovane e sottovoce gli dice:) Che stai facendo?..Ti godi le ombre cinesi di mia figlia? Vai subito in cucina a farti un caffè! GIOVANE: Ma me lo sono appena fatto! MATTEA: Fattene un altro per domani! (Il giovane se ne torna in cucina) Perché non me ne hai mai parlato? ANNA: Non volevo che ti preoccupassi... A parte che quando mi hanno portato alla Columbus, la clinica, io non capivo niente... MATTEA: Ma tuo marito dov'era? ANNA: A casa... gli avevo detto che venivo da te per due giorni... che avevi scoperto d'aver sorpassato i 130 chili e che eri caduta in una crisi depressiva terribile . MATTEA: Ma sei una incosciente! Pensa al casino che avresti combinato se mi avesse telefonato! ANNA: Telefonato a te? Non c'era pericolo... lui non ti può sopportare... lo sai che gli fai orrore! MATTEA: Sempre gentile 'sto stronzo! ANNA: E poi ha fiducia in me! Comunque, alla Colombus, il medico che mi ha visitato... mi ha preso così a cuore... era così gentile che mi è venuto spontaneo raccontargli tutto... MATTEA: Mentre ti faceva l'elettroencefalogramma? ANNA: No, dopo... quando l'ho aspettato al bar. MATTEA: L'hai aspettato al bar? Quando? ANNA: Appena mi hanno dimessa... dopo 20 minuti... Commozione cerebrale... niente... (esce dal bagno avvolta nell'asciugamano) "Lei, ad ogni modo, non è in grado di tornare a casa da sola. L'accompagno io" - mi fa. MATTEA: E ti sei fatta accompagnare a casa tua da un estraneo? ANNA: Ma mamma, siamo nel 2000!... Mi aveva visitato! E poi un medico non è mai un estraneo! MATTEA: E l'hai fatto pure salire, magari... ANNA: Ma mamma mi aveva vista nuda! MATTEA: Nuda per la commozione cerebrale? Ma dove te li ha applicati gli elettrodi?... Sui glutei? ANNA: Ma che dici?... Avevo battuto l'anca! Un livido da qui all'inguine! MATTEA: Ho capito, ti ha messo gli elettrodi sul sedere davanti! ANNA: Mamma, bestemmiavi per la bigotteria di tua madre e adesso mi stai facendo la stessa inquisizione che lei faceva a te! MATTEA: E' stato un riflesso condizionato... Scusa. E tuo marito cosa ti ha detto? ANNA: Niente, in casa non c'era. Ho trovato un biglietto nel quale mi avvertiva che era andato da sua madre per via che non stava bene. MATTEA: Ma senza le mamme, come fareste a farvi le corna? ANNA: Ci risiamo? Non malignare mamma! Sto vivendo una tragedia! E' da 'stamattina che non mangio!... Anzi, mi fai un panino che ho una fame! MATTEA: Va bene... (Va in cucina e rientra quasi subito portando un panino per Anna). ANNA: (entra in bagno a vestirsi) Con Carlo ci siamo visti e rivisti... lui è sposato, ma è stato costretto, per via che la famiglia di lei, gliel'ha imposto... MATTEA: Lei era rimasta incinta, naturalmente. ANNA: (meravigliata, si affaccia dal bagno) Sì, ma come fai a saperlo? Li conosci? MATTEA: No, è un classico. Vai avanti. ANNA: Erano ancora così giovani... due ragazzi. Lui non ha mai amato sua moglie... ed ora sono arrivati al punto che ognuno si muove senza aver bisogno della scusa che le mamme stanno male. Stanno ancora insieme solo per i figli. Ne hanno tre. (Torna in scena completamente vestita). MATTEA: Certo che, per uno che si è sposato per forza... far tre figli... chissà che sacrificio! ANNA: Sono come fratello e sorella. MATTEA: Da manuale. C'è il panino... Su, mangia. ANNA: Grazie mamma... Allora, siccome lui mi diceva sempre: "Non ho il coraggio di dirglielo... non ce la faccio più... amo te... con lei mi sembra di stare in galera!" dopo averci pensato su per giorni e giorni... MATTEA: Ma scusa e in tutta questa storia, tuo marito... te lo sei dimenticato? Gli hai mai accennato qualcosa? ANNA: No, povero caro... che lo turbo a fare? Pensavo: appena Carlo lascia la moglie io lo dico a Piero... MATTEA: Piero? Ma tuo marito non si chiama Giovanni? ANNA: Piero è un suo carissimo amico. Io mi confido sempre con lui. E' lui che mi dà i consigli. MATTEA: Da quanto tempo vai a letto anche con Piero? ANNA: Mamma, non scherzare! Sto vivendo una tragedia! MATTEA: D'accordo, ma con Piero ci vai a letto o no? ANNA: (quasi piangendo) Sì, qualche volta... quando sono depressa... MATTEA: Ho capito... Piero detto l'Alka-seltzer erotico stappa blocchi psichici. Vai avanti. Sei andata dalla moglie... ANNA: Sì, ho preso il coraggio a quattro mani... MATTEA: Quattro mani? Oddio, mia figlia è una scimmia! ANNA: ... e mi sono presentata... (Posa il panino e piange) Oh mammaaa è stato terribile... Un'umiliazione... Maledetto! MATTEA: Su, fatti forza, racconta... ANNA: No, non ce la faccio mamma... Ecco ascoltati la registrazione... infilati l'auricolare, si sente solo con quello. MATTEA: (armeggia il registratore) Hai registrato il dialogo con la moglie?! ANNA: Sì, certo per documentarlo! MATTEA: Ah! Spionaggio concorrenziale... ANNA: Mi sono presentata con un tubo d'architetto sotto il braccio, (prende dal carrello un tubo, portadisegni) fai conto questo... e alcuni depliant di un'agenzia turistica, (prende dal tavolo una rivista) tanto per mascherare. Il microfono l'avevo piazzato in cima al tubo, in modo che si registrasse bene la sua voce. MATTEA: Brava! (Si mette l'auricolare) La figlia di una madre genio non può essere che geniale. Infatti la voce della signora è perfetta... la tua è quasi inesistente! Dimmi tu come faccio adesso a capire il dialogo? ANNA: Semplicissimo, se tu mi ripeti quello che va dicendo la moglie io ridico le mie risposte. MATTEA: Ma tu guarda, mi tocca fare anche la doppiatrice, adesso! Il giovane che sta lavorando al tavolo, si interrompe e si avvicina alle due donne. GIOVANE: Oh, sì, sì... sentiamo questa rappresentazione! Dev'essere uno spasso! ANNA: Oddio, un uomo! MATTEA: Ti spaventi così perché è vestito, cara! Non ti preoccupare... sa già tutto di te... è un mio collaboratore molto discreto. ANNA: Ah, beh se è discreto... GIOVANE: Ma io non sono d'accordo con sua madre... io trovo che lei, in tutte le sue follie, esprima un fascino straordinario... signora Anna... (Le bacia la mano). ANNA: Grazie... MATTEA: (seccata) Ci fidanziamo in casa? ANNA: Mamma, si parte. Io suono il campanello mi apre una donna sui 30-35 anni in vestaglia. Nota bene, lui me l'aveva descritta come un tipo insignificante, anemica... e invece mi ritrovo davanti una specie di top model, splendida, alta dieci centimetri occhi più di me... con due splendenti... fai conto Robert Redford con la parrucca da donna e gli orecchini... che gentile mi fa... Ecco, mamma, tocca a te. MATTEA: (mette in funzione il registratore) Ah, sì... Buon giorno cosa desidera? ANNA: Vorrei parlarle... MATTEA: (ripete stentatamente le parole registrate) Se è per beneficenza l'avverto che abbiamo già dato. ANNA: Recita meglio mamma... così mi smonti... MATTEA: Vorrei vedere te! Con 'sta voce che ti parla nell'orecchio... pensi sia facile?... Aspetta almeno che mi abitui, no? ( Riprende) Mi spiace, ma abbiamo già dato . ANNA: No signora, scusi... si tratta di qualcosa di molto particolare... MATTEA: Ah... lei è dell'agenzia viaggi... non avevo visto il depliant... scusi se non l'ho capito subito... ma non doveva disturbarsi... tanto c'è tempo, io e mio marito partiamo solo giovedì! ANNA: Partite? Con chi? MATTEA: Con Carlo mio marito! ANNA: Ma doveva partire con me! Scusi ma mi sta girando la testa... (Il giovane sorregge Anna e poi la fa sedere). MATTEA: Siamo alle solite!... Vede mio marito mi ama molto, stiamo bene insieme e abbiamo anche una grande impresa sessuale... (interrompendosi) Cos'hanno?..Un casino?..(Riprende ad ascoltare la registrazione) No, ho capito male... una grande intesa sessuale... ma 'sto benedetto ragazzo ha la cattiva abitudine di fidanzarsi fuori casa. Lui è un bigamo naturale... non ci posso fare niente... ha bisogno di avventure, passioni gratificanti... io lo lascio fare... perché tanto, poi torna sempre da me. E ogni volta che si stanca della fidanzata di turno, come a voltar pagina, mi propone un viaggio... e via che partiamo! Lo sa che abbiamo girato quasi i tutti i cinque continenti? (Si libera dell' auricolare) Questa è la perfida Alexys! ANNA: Che beffa... che umiliazione!... Maledetto schifoso, bugiardo! Tre figli! Giuda!! Mamma, aiutami tu... Adesso dimmi tu, che faccio? MATTEA: (dopo un attimo di silenzio, calma) Senti cara... ne ho piena l’anima di sentire ogni momento storie di donne... tutte uguali... compresa la mia. Un po’ di fantasia per Dio! Ma possibile che ci si caschi sempre? Ma possibile che sappiamo solo disperarci quando ci portano via i nostri uomini, ma non ci pensiamo su nemmeno un attimo, quando abbiamo deciso di farcela, con il marito di un altra? ANNA: Ma io, non sapevo che fosse sposato... MATTEA: Ah, perché se tu lo avessi saputo prima non ci saresti stata? Mi pare di vederti: " Ah no, signor dottore!". ANNA: (imbarazzata) Ma mamma... insomma! Io mi sono innamorata! MATTEA: Eccola qui! In nome della passione che ci travolge non guardiamo in faccia niente e nessuno! "Che ci posso fare? E' un ammore irresistibbbile!" Quando riguarda noi, l'amore ha sempre due M..e irresistibile tre B! Quello delle altre non ha ne M ne B... ha solo una sfilza di S e di C... come stronza- strusciacosce. Mettiamo in piedi gabole, cattiverie, ogni giorno... contro le altre donne... Che dico 'donne'... femmine! Le altre sono soltanto femmine ... e puttane! E si blatera di solidarietà... sorellanza! Ma quale? Siamo sorelle, tutte unite sui grandi scontri... aborto... divorzio... o dopo i cinquant' anni... ma nella vita di tutti i giorni, siamo delle jene... anzi no, le jene ogni tanto si riposano... noi siamo insaziabili! Sai cosa ti dico?... Che in tanti anni di vita... di esperienze, e personali e delle donne che conosco... m'è venuto un gran dubbio... d'accordo la concorrenza... la precarietà... ma ho il gran dubbio che in certe situazioni, la peggior nemica della donna... sia proprio la donna. ANNA: Stai andando giù un po' pesante... MATTEA: Vista la mole, pesantissima. E ti dirò di più: non me ne importa un cavolo delle tue tragedie da telenovela brasiliana. ANNA: Pure brasiliana adesso! MATTEA: Sì, che sono le più banali: Rete A... piangono sempre.Ho da fare. Sto registrando un anno per il lancio di "buongiorno amore" personalizzato... ANNA: Ma bene! Ho trovato proprio un buon appoggio... Io sono in terribili casini e lei, mia madre se ne frega, mi sbatte in una telenovela brasiliana... mi tratta come una puttana isterica e non gliene importa un cavolo se sto male, perché lei deve lanciare la sveglia "buongiorno amore persona- lizzato"!! Ma mamma, io sono tua figlia! MATTEA: (le tende la mano, come a presentarsi) Molto piacere, signorina! (Molto seriamente) Tu sei mia figlia solo quando ti serve! Sono la mamma a "ore"... pardon, a minuti. Già che siamo in una giornata di grandi verità, te ne dico un'altra. A te non è mai importato niente di me... a 'sto punto... anche a me non importa più niente di te. GIOVANE: Adesso mi sembra che... MATTEA: Torna al tuo posto, tu e stai zitto! (Ancora ad Anna) Penso d'aver messo al mondo un individuo di terza categoria... pessimo... Hai sempre fatto tutto quello che ti è girato per la testa... e qui davvero la colpa è mia che non ti ho preso a calci nelle gengive!... Incinta a 15 anni... con aborto annesso: il primo! Convinta d'essere intelligente per quello straccio di titolo di studio che ti sei presa... invece sei ignorante come una capra... laureata in cretinologia acuta... E lo sai perché? Perché ti mancano i sentimenti. Non ti conosco un solo gesto di generosità. Non hai interesse alcuno se non del tuo corpicino, della tua cellulitina... le rughettine... t'importa sola andare in giro, chiacchierare e dire cazzate... "firmata" dalla testa ai piedi... a scopacchiare a destra e a manca... senza discernimento né morale... convinta di essere una donna liberata... No cara, non sei una donna liberata... massimo sei solo una donna disponibile... scopabile. La liberazione della donna è tutta un'altra cosa. GIOVANE: (abbraccia Anna) Basta così... stai esagerando! ANNA: (allibita) Ma che sta succedendo mamma... oddio... che sta capitando in casa nostra?... MATTEA: Casa nostra?... Abbiamo ancora qualcosa insieme? Abbiamo una casa insieme? ANNA: Perché sei mia madre credi di potermi insultare così?... Tu?!... Io sono scopabile... disponibile?... Senti da che pulpito viene la predica! Cosa ti credi che mi sia dimenticata delle tue storie... delle tue liti d'inferno con mio padre? Tu non l'hai mai capito quel poveruomo... Non hai fatto altro per tutta la vita, che fargli sentire sensi di colpa... scenate... tragedie! Lui ti amava... Se penso come ha sofferto... la disperazione che gli è presa quando hai avuto quell'incidente terribile... che sei andata a sbattere contro quel pilone... MATTEA: Sì... è vero... era molto disperato... La macchina era nuova e l'assicurazione era scaduta. ANNA: Ecco vedi?... Ci rifai con questo tuo cinico gusto per lo sfottò ad ogni costo. E' vero... tu non ami nessuno... E poi ti meravigli se tuo marito ti lascia... si mette con un'altra... per sempre... MATTEA: Non dire cazzate! Quello torna.. torna..L'ha fatto mille volte... è sempre tornato! (Pausa. Cambia completamente tono) Come sarebbe a dire "per sempre"? ANNA: Si sta per sposare, mamma... ha avuto un figlio. MATTEA: (un attimo immobile, poi volta le spalle ad Anna e al pubblico, fa qualche passo. Anna le si avvicina, fa per abbracciarla, ma Mattea la blocca con un gesto). ANNA: Scusami mamma... dovevo dirtelo... ma non così... E' che non mi sono più controllata... m'è uscito da solo... Scusami mamma... MATTEA: Vattene. ANNA: Cos'è, mi cacci via? Mamma... veramente non mi vuoi più bene? GIOVANE: (si avvicina ad Anna) Ma si che ti vuole bene... E' un momento così... ma poi passa... (A Mattea) Vero che vuoi bene a tua figlia? che passa... vero MATTEA: (senza convinzione) Ma si, scusami... ANNA: Mi hai detto delle cose terribili... e... ho perso le staffe... ma io non volevo... scusami... Mamma pensi veramente quello che hai detto? GIOVANE : Ma no che non lo pensa... Vero? MATTEA: Ha ragione... non lo penso... Scusami tu, per prima... è stato uno sfogo... così, senza senso... e capisco la tua reazione... ma non sono affatto abbattuta. In verità, ti giuro, non m'interessa proprio niente... che si stia sposando e... del figlio... Anzi, sono contenta che si sia sistemato... Lo vedevo male... così sbandato... Mi va una meraviglia così. Finalmente riesco a togliermi di dosso 'sto complesso di colpa cretino, che mi tenevo... di aver sfasciato la famiglia. Sono libera. Sono una donna di successo... finalmente mi sto realizzando. Finalmente mi ritrovo sola! Sola con me stessa! E' per quello che mi viene da vomitare. ANNA: Ecco vedi, stai ancora sfottendo. MATTEA: Ma no... è l'amore per la battuta..Veramente... sono felice. GIOVANE: (ad Anna) Sì, è vero... Io la conosco... è felice... Stai tranquilla... (Sorregge Anna che singhiozza) Vieni, ti accompagno a casa... Non piangere, cara... non piangere... Tuo marito dov'è? (Escono). Uscita Anna ed il giovane, Mattea non riesce a trattenere le lacrime, resta per un attimo immobile. Si accende una sigaretta, due boccate e la spegne. Prende dal tavolo un telecomando che punta verso la parete di fondo, che si spalanca: appare una grande poltrona carica di aggeggi elettronici, semovente che arriva in primo piano, centroscena. Mattea ci si siede dentro e la mette in funzione: musica, luci soffuse che si accendono, piccoli bagliori, mentre una voce maschile carezzevole dice: VOCE UOMO: Oh cara... dove sei stata fino adesso?... Mi abbraccio... sei mancata tanto!... Vieni che ti sprofondati addosso a me... Splendida creatura... ti amo... lasciati andare... Non pensare a niente... a niente. (Si abbassano le luci). Fine