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17901 GENOVA PARLIAMO DI DONNE due atti unici L`EROINA LA

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17901 GENOVA PARLIAMO DI DONNE due atti unici L`EROINA LA
17901
GENOVA
PARLIAMO DI DONNE
due atti unici
L'EROINA
LA DONNA GRASSA!
di
Franca Rame e Dario Fo
Illustrazioni
di
Jacopo Fo
Copione di scena
3° edizione. 2 marzo 1992
Santa Cristina di Gubbio
Copyright Franca Rame Dario Fo
PROLOGO
I due atti unici che state per vedere nascono da
una mia esigenza di mettere nero su bianco
alcune esperienze personali.
Il primo atto, l'Eroina intesa sia come droga sia
come madre di ragazzi tossicodipendenti è
tragico grottesco anche sa ha momenti di
grande comicità. Da quando è arrivata la droga
pesante nel nostro paese sono nati molti
comitati contro la tossicodipendenza composti
da addetti ai lavori, medici, famigliari di
tossicodipendenti e soprattutto madri che io ho
frequentato. Ho conosciuto madri di tossici,
anche padri per la verità, anche se chi paga più
duramente
il
fatto
di
avere
figli
tossicodipendenti sono le madri che li hanno
messi a mondo curati, cresciuti e ora si
ritrovano davanti degli zombi. Il dolore di una
madre può portare anche alla pazzia: tre mesi
fa a Savona una madre ha ucciso il figlio
tossico a martellate in testa; tre anni fa una
madre a Milano ha ucciso il figlio a coltellate. Mi
sono occupata di tossici e nella mia grande
ingenuità e buona volontà ho accolto in casa
mia una ragazza che avevo visto crescere,
diventata tossicodipendente. L'ho portata a
Milano, ho cercato di allontanarla da quel
mondo; purtroppo la ragazza in questione non
solo non ce l'ha fatta, ma è morta due anni fa
per
overdose.
Mi
sono
occupata
di
tossicodipendenti ammalati di AIDS; i genitori
dovrebbero portare i ragazzini di 11 - 12 anni a
vedere da vicino un ammalato terminale di
AIDS, forse questi ragazzini rifiuterebbero la
droga. "Mi sono vista marcire mio figlio sotto gli
occhi", dice una battuta dello spettacolo, è
vero... questi giovani, anche giovanissimi,
ammalati di AIDS arrivano ad avere malattie
assurde... all'ospedale Sacco di Milano una
ragazza ha avuto addirittura un tumore al
sesso... malattia che viene agli uomini di 80-90
anni.
Tragedia l'eroina, tragedia il fato che abbia costi
altissimi (con Lit. 50.000.000.000 cinquantamila
miliardi di fatturato in nero per la mafia) e che i
tossici per procurarsela siano costretti a
scippare, rubare e prostituirsi diffondendo
sempre di più il pericolo di AIDS.
Io non so se la tesi che porto avanti sia giusta,
ma so che la legge in vigore adesso non riesce
a migliorare la situazione.
Il secondo atto, comico grottesco, è una
riflessione sulle donne: la donna non più
ventenne abbandonata dal marito. Ci sono
donne che per la disperazione di trovarsi sole,
cominciano a prendere pastiglie per dormire,
pastiglie per svegliarsi, psicofarmaci... e poi
finiscono al manicomio; altre cominciano a bere
(infatti le più grandi consumatrici di superalcolici
sono le donne casalinghe in particolare quelle
sole)... e diventano alcolizzate. Poi ci sono
quelle che ingrassano... ed è il caso della
signora del secondo atto, che è grassa di
malinconia. Vorrei sottolineare due punti:
1°
che
ci
noi
donne
siamo
magnifiche...
sacrifichiamo per la famiglia, i figli, il marito...
ma
in
certe
situazioni
questo
essere
meraviglioso sparisce e perde anche di dignità;
2° che cos'è la liberazione della donna? Se
l'abbiamo raggiunta... e che cos'è la liberazione
sessuale. Vi prego di rilassarvi e di godere lo
spettacolo. Che non mi capiti come qualche
anno fa a Enna: in un grande cinema, zeppo di
gente, recitavo "Tutta casa letto e chiesa", uno
spettacolo comico-grottesco sulla condizione
della donna, pieno di risate... la prima risata
non viene, la terza non viene, la decima non
viene. Un silenzio mortale! Io recito senza
occhiali tant'è che ad un certo punto chiesi in
quinta "datemi gli occhiali... fossero usciti tutti...
e non mi hanno detto niente per non farmi star
male". Invece erano tutti lì... zitti, attenti, ma...
immobili,
senza
ridere.
Alla
fine
dello
spettacolo... applausi. Io non capivo cosa fosse
accaduto. Arrivò il direttore del Teatro e mi
disse
"Che
bella
serata,
ha
visto
che
successo!!" Risposi "Ma come, mi sento male,
sono
agghiacciata
dalla
freddezza
del
pubblico... ma perché non hanno mai riso?"
"No, signora, noi non ridiamo... per non
disturbare".
Può
far
sorridere,
ma
evidentemente è la loro abitudine. Questo non
deve meravigliarvi perché ad esempio, a
Londra, non battono mai le mani durante uno
spettacolo... per non disturbare. Io questa
piccola storia ve l'ho raccontata pregandovi di
disturbarci moltissimo.
L'EROINA
Atto unico
PERSONAGGI
in ordine di apparizione:
Carla: la madre
Passanti
Antonio: primo tossicodipendente
Ragazza pallida
Extracomunitario lavavetri
Il cieco
Il sordomuto
Colombia: lo spacciatore
Il commissario
Primo poliziotto
Secondo poliziotto
Secondo tossicodipendente
Maria
Un barbone
Banditi
Un giorno qualsiasi, in un paese qualsiasi,
da qui al
2000
E' sera,
ore 19 circa. Pioggia e nebbia; la
pioggia cade a intermittenza. Ci troviamo nello
slargo di un parco cittadino sovrastato da un
grande
albero
(sinistra-palcoscenico)
completamente spoglio; sotto l'albero una
panchina. Sul lato destro, troviamo un grande
ombrello
a
riparare
una
bancarella,
con
esposte cianfrusaglie varie: dolciumi, cassettevideo, telefoni digitali veri e finti,
radio,
scatole,
una
parrucca
televisori,
da
donna,
confezioni di calze - tra l'altro anche scatole di
profilattici. Dietro la bancherella un porta-abiti
da sartoria con appesi indumenti vari, usati.
Dall'ombrellone scende una lampada, che
illumina la scena. Accanto alla bancarella due
sgabelli e una stufa a carbonella.
All'alzarsi
del
sipario,
troviamo
Carla,
la
venditrice, una donna sulla cinquantina, che si
ripara sotto ad un ombrello ed urla in un
microfono con amplificatore, reclamizzando la
sua mercanzia. Indossa un impermeabile ed
un grande cappello, il tutto privo di eleganza ma
niente
di
barbonesco.
In
centro
palcoscenico, sul fondo, un' edicola chiusa. In
un angolo s'intuisce il furgone scassato della
donna. Alcune persone, uomini e donne con
ombrelli e impermeabili, vanno e vengono.
Sottofondo di rumori di strada: motori di
macchine, claxon, musiche di un'autoradio e
annunci pubblicitari.
CARLA:
Registratori,
cassette
audio,
videocassette di films muti, muti, ma in lingua
originale... Telefoni portatili finti, per dar ad
intendere che siete degli arrivati:"Pronto? Sì
sono qui che passeggio col mio cellulare da
viaggio e mi sento un Dio!... Offerta speciale!
Preservativi anche riciclati! Non interessa?
(Donne e uomini se ne vanno) Tutti morti di
sonno!... Ci mancava anche la tramontana...
senti che freddo è venuto giù... (Rimasta sola,
delusa,
si siede,
accende la radio che
trasmette annunci pubblicitari e notizie varie
inizia a ritirare la sua mercanzia in scatoloni
che prende da sotto la bancarella).
SPEAKER UOMO: Se risponde esatto, vince
30 milioni!
ALTRO SPEAKER UOMO: Gli ammalati di
Aids, tra qualche mese, saranno 10.000...
Siamo secondi in Europa...
CARLA: Forza Italia!
SPEAKER UOMO: Andreotti ha partecipato al
convegno sull'Aids... ha assicurato che il suo
governo e il suo partito sono sani, a parte
Forlani, che è morto già da tre anni, ma
nessuno ha il coraggio di dirglielo.
Un ragazzo si avvicina alla bancarella.
RAGAZZO: Mi dà questa cassetta?... Quanto
costa?
CARLA: Trentamila...(Il ragazzo, paga e se ne
va) Che ore sono? Nessuno... non arriva
nessuno... (Infila nel registratore un cassetta
audio, ascolta una canzone dei Beatles:
"Eleanor Rigby" e cerca di ripetere le parole)
"Ah, look at all the lonely people...
Eleanor Rigby,
picks up the rice in the church where
a wedding has been,
lives in a dream... waits at the
window... "
Quando sarò a Liverpool parlerò l'inglese
come l'italiano! (Stanca, appoggia la testa sul
suo banchetto, poi chiude gli occhi, mentre la
musica continua).
Passaggio di un altro gruppo di persone, tra cui
un ragazzo tossicodipendente e un uomo che si
dirige al banchetto, sceglie una videocassetta,
si avvicina alla donna addormentata, la scuote.
UOMO:
Signora..signora..si
sente
male?
(Colpo di tuono e lampi).
CARLA: (svegliandosi di colpo) Oh, scusi...mi
ero addormentata
svegliato,
...Meno male che mi ha
altrimenti,
oltre
al
banchetto,
rubavano anche me! Grazie...
UOMO: (indicando la videocassetta) Quant'è?
CARLA: Trentamila..(L'uomo paga e se ne va)
Videocassette,
filmini
porno...(Il
tossicodipendente le si avvicina) Chi sei? Ti
conosco? Cosa vuoi?
TOSSICODIPENDENTE: (un ululato di sirena
copre la sua voce) Sei tu la
Mater
Tossicarum?
CARLA: Chi sono io? Ripeti...
TOSSICODIPENDENTE: Mater Tossicarum...
CARLA:
Tossicorum,
ignorante:
genitivo
plurale! Sì, sono io... Se cerchi quello che io
penso tu stia cercando caschi male. Non ne
ho... Però ti posso offrire un telefonino finto di
legno con i numeri dipinti a mano! Fa un
effetto straordinario! Chi ti manda? Cosa ne
sai del fatto che sono spariti tutti... Han fatto
qualche retata? (La pioggia aumenta) Vieni
qua sotto... non senti che acqua? Non ti ho
mai visto prima... Chi ti ha detto di venire da
me?
TOSSICODIPENDENTE: Ho bisogno che mi
aiuti... sto male non ho trovato neanche una
bustina... I soldi li ho... li ho fatti su... a parte
quel boia che m'ha dato il dieci per cento del
valore,
mi sarebbero bastati... Ma non ho
trovato da farmi manco uno schizzo...
CARLA: Lo so,
oggi
pare sia passato
l'aspiratore turbo del Comune... E' sparita
tutta la polvere.
TOSSICODIPENDENTE : Hai voglia di darmi
una mano?
CARLA: No. Non ho più tempo per nessuno.
RAGAZZO: M' han detto che se ti ritrovo di luna
buona capace che lo fai.
CARLA:
Oggi,
la
mia
luna
è
una
schifezza...Vattene. (Il ragazzo si allontana di
qualche passo. Un attimo di silenzio) Vieni
qua... siediti... Mi hai chiesto una mano... te
ne do due... (Lo fa sedere su uno sgabello, gli
si mette dietro, si strofina le mani, le articola e
gliele pone sulla testa, passando via via, ad
altri punti del viso).
TOSSICODIPENDENTE: Che mi fai?
CARLA: Niente...un servizio sociale: ti strozzo.
Sta calmo... fammi tirare su i capelli... sembri
la Bella Otero... Rilassati... ora ti faccio una
seduta d'ipnosi proiettata... ecco, io pigio qui
con l'unghia, (indica un punto dell'orecchio del
ragazzo)
qui,
ci
sono
i
assuefazione...
è
come
se
centri
ti
dell'
facessi
l'agopuntura... Tra poco ti arriverà un gran
caldo... Come ti chiami?
TOSSICODIPENDENTE: Antonio...
CARLA: Rilassati... Antonio... Anche il mio
primo ragazzo, nel senso del mio primo
innamorato si chiamava Antonio... La conosci
la famosa barzelletta... quella del ragazzo e
dalla ragazza che vanno fuori porta a far
l'amore e lei tutta languida si lascia andare
nell'erba e dice: "prendi di me tutto quello che
vuoi!" e il ragazzo salta sulla motoretta della
ragazza e via che scappa? A me è successo
più o meno lo stesso! Ho cominciato bene con
gli uomini... e peggio sono andata avanti.
Ecco... seduta finita! Come va?... Alzati... fai
due passi... Ti senti un po' meglio?
RAGAZZO: Sì... mi sento meglio... (Si va a
sedere sulla panchina).
CARLA: Vedi?... (Tra se) E' l'effetto della
suggestione... non so far nulla, ma faccio
camminare anche paralitici... (Gli passa un
vecchio impermeabile) Mettiti addosso questo
impermeabile... Me lo riporti eh?
RAGAZZO: Sì... certo...
CARLA: Mi par di vederlo... Quanti anni hai?
RAGAZZO: Ventuno...
CARLA: Ventuno... Che Dio li stramaledica!
(Viene in proscenio guarda verso il cielo ed
inizia uno dei suoi sproloqui con Dio) Senti tu,
Eterno... (Si sente un colpo di tuono) Sì... sto
proprio parlando con te!... Sto per finire la mia
giornata... ti costava tanto farlo arrivare qui tra
un'ora che così io non c'ero? Perché lo fai?...
Per
accrescere
il
mio
senso
materno-
samaritano-stronzo? (Altro colpo di tuono) Ah
sì? Guarda che io mica voglio diventare una
beata martire... figlia di Maria o di chi so io...
(S'interrompe)
Non
piove
l'ombrello) Maledizione,
più...
(Chiude
ma perché non
vengono? Non è mai capitato... (Estrae di
tasca un telefono digitale e forma un numero)
Vediamo se li trovo alla sala corse...
RAGAZZO: Ci fai anche tu con quell'aggeggio
fasullo?
CARLA: Macché fasullo, questo è vero, è un
articolo da tre milioni e passa... Io ho tutto
vero e tutto falso... Sono l'ambiguità in
persona... Faccio concorrenza a Dio. (Altro
colpo di tuono) No, qui non ci sta nessuno.
(Altro colpo di tuono).
RAGAZZO: Mater Tossicorum... se io stessi
con te, forse ce la farei a smettere... mi faccio
solo da sei anni...
CARLA: Come dire che hai cominciato a ciucciare
droga
col
biberon...
Hai
detto
"smettere"? L'ho già sentita...
RAGAZZO: Non mi vuoi! Io ti pago, se tu mi
tieni con te... Ho soldi... voglio dire,
me li
posso procurare...
CARLA : Immagino anche come...
TOSSICODIPENDENTE: (nervoso) Ti prego,
tienimi con te. Portami
a casa tua ! Adesso!
CARLA: (lo guarda con un mezzo sorriso) A
casa mia? Se tu sapessi!... Antonio... lascia
perdere...
TOSSICODIPENDENTE: (di colpo violento) O
mi porti a casa tua, o mi prendo il telefonino.
(Le salta addosso e le strappa il telefono).
CARLA: (estrae
una pistola dalla tasca e la
punta alla fronte del ragazzo) Molla il telefono
o ti sparo!
TOSSICODIPENDENTE:
(alza
le
mani
e
indietreggia spaventato) No! (Le consegna
l'apparecchio telefonico).
CARLA:Mani in testa! Faccia all'albero e non
muoverti!
Seduto!
(Il
ragazzo
esegue,
sedendosi sulla panchina, spalle al pubblico)
Fermo, o ti faccio un passaggio segreto tra il
frontale e il cervelletto. Tanto nessuno ti
reclama a te. Ma guarda 'sto bastardo! (Gli
molla un calcio nel sedere) Gli pongo le mani,
gratis... gli regalo pure l'impermeabile... e lui
'sto disgraziato mi vuole fottere anche il
telefono!
Voce amplificata da un altoparlante su di una
macchina in transito.
VOCE UOMO: Attenzione, attenzione: 'Stasera
alle 21,
al Palalido,
grande meeting della
chiesa evangelica, sul tema: Dio esiste, Dio
c'è.
CARLA: Sì, telefonate solo negli orari d'ufficio.
(Tuoni e lampi) Ah, sei là... Che fai creatore?
Contesti?... Ho esagerato?... Ah perché, se io
non avessi tirato fuori la pistola,
tu,
che
facevi? Lo paralizzavi con il tuo sguardo di
giustizia? No, ti conosco... tu avresti lasciato
che mi ripulisse tranquillo e magari ti saresti
fatto anche una bella risata. (Antonio estrae
dalla tasca varie pastiglie, una siringa già
usata, e traffica per prepararsi un palliativo
alla droga) Antonio, non lo fare... Lascia
perdere quelle pastiglie! Ti ammazzi..Non lo
fare! (Al cielo, molto intensa:) Guarda cosa
sta combinando! Fermalo! Fermalo! Fammi
vedere una volta un miracolo!..Ah, non puoi
intervenire per non rovinare la media...Tre
morti al giorno... E' la statistica ufficiale...Se
no poi la Jervolino si dispiace... (Ad Antonio)
Antonio... (Contemporaneamente ad Antonio,
in due punti diversi del palcoscenico appena
illuminato, vediamo atri due ragazzi e una
ragazza
che compiono gli stessi gesti di
Antonio. Carla passa con lo sguardo dall'uno
agli altri, stravolta.Antonio si è infilato l'ago nel
braccio o nella mano all'unisono con gli altri
tossicodipendenti) Ah,
ecco gli altri per la
media... Ma da dove son sbucati?... Son
come i topi... appaiono... scompaiono... (A
Dio) Mandali via! (Direttamente ai ragazzi)
Andate via! (A Dio) Basta! Sto male... Non
posso vedere... lo sai che non posso vedere!
Rombi di motori, scoppi in lontananza, luci e
lampi. Andirivieni di gente varia. Dissolvenza
dei tre tossicodipendenti.
Mentre Antonio resta seduto sulla panchina,
Carla riprende a la sua merce.
Le si avvicina un extra-comunitario.
EXTRA-COMUNITARIO: Mater Tossicorum..
mi fai lavare i vetri del tuo furgoncino?
CARLA: Volentieri, ma purtroppo me li hanno
spaccati per rubarmi la radio...
EXTRA-COMUNITARIO: Non hai qualche altro
vetro da farmi lavare?
CARLA: Beh... lavami i vetri degli occhiali.
(Eseguono l'azione) Tieni mille lire... (L'uomo
prende i denari e se ne va) Videocassette
porno
con
didascalie
per
non
udenti...Preservativi anche giapponesi... ma di
misura omologata secondo gli standard della
CEE! Novità assoluta: Peter Pan che sodomizza le libellule... Pistole "finte" per rapine e
estorsioni autentiche!
Entra, dalla parte opposta da dove è uscito
l'extra-comunitario una ragazza, che cammina
assai incerta, tanto da sembrare ubriaca e va
letteralmente a sbattere contro Carla.
RAGAZZA: Oh,
scusi... non so che mi
succede...
CARLA:
La
miseria!
Stia
attenta!
Cos'è,
ubriaca?
RAGAZZA: Scusi, in che reparto mi trovo?
CARLA: Reparto? Ma dove ti credi di stare?
Chi sei?
RAGAZZA: (sopra le righe) Dove sono?...
L'avete già fatto? E' finita?... Sono sveglia...
dormo?... Sono sotto anestesia?
CARLA: (a Dio) E quest'altra chi è? Una zombi
cadente? (Alla ragazza) Ehi, vattene!
RAGAZZA: Ho freddo...
CARLA: Certo... fa freddo... (Le indica la stufa)
Scaldati... (La ragazza si lamenta) Ma che
hai? Ti senti male? Vattene a crepare da
un'altra parte! Togliti dal mio banchetto!
Attraversa la scena, sul fondo, un cieco con
bastone bianco. Uscito il cieco entra una donna
che spinge
una carrozzina
con dentro un
bambino e una grande radio in funzione che
trasmette musica. Dalla parte opposta entra un
uomo che la schiaffeggia violentemente e la
mette in fuga. L'uomo afferra la carrozzina e fa
per uscirsene ma viene bloccato da un' altra
donna che lo aggredisce a sua volta, riesce ad
appropiarsi della carrozzina e fugge. Anche
Antonio esce di scena.
CARLA: Cosa fate?! (Corre da una all'altro
cercando
di
fermarli)
Smettetela!
Fermi!
(Tornata la calma si rivolge a Dio) Senti...
fammi
passare
ogni
tanto
qualcuno
di
normale... anche per farmi riposare un
momento!... non ce la faccio più! Ma lo sai
che se invece di fare il creatore unico e
infallibile,
avessi
fatto
lo
sceneggiatore,
regista di films, con i personaggi e le storie a
scarampazzo che mi tiri tra i piedi, saresti già
fallito da quel dì? Manco in TV ti facevano
lavorare... con tutto che la prima rete è la
tua!... (Tuono a mo' di risata) Cos'è? Una
risata quella? Rido meglio io...
RAGAZZA: Scusa, con chi stai parlando?
CARLA: Niente, con un amico mio che... sta un
po' qua e un po' là... un po' sull'albero...
RAGAZZA: Abita sull'albero?!
CARLA: Sì, è un Tarzan metropolitano.
RAGAZZA: Macché
Tarzan... Ho avuto
l'impressione che tu parlassi addirittura con il
padreterno.
CARLA: Uheila!..Non ti sfugge niente! Sì,
parlavo col padreterno... ci facevo quattro
chiacchere... Poveraccio,
da quando ha
litigato col figlio è sempre così solo.
RAGAZZA: Non bestemmiare per favore! E'
una vergogna!
CARLA: Ma chi bestemmia? Sono espressioni
colorite di una credente appassionata!
RAGAZZA: Macché credente!...Tu non credi a
niente e a nessuno!
CARLA: No, no, io ci credo!... Peccato che non
c'è. (Tuono) No, non ci sei! Non ci sei! E se ci
sei...delle
nostre
tragedie...
delle
nostre
disperazioni... delle nostre storie miserande...
non t'importa niente! Non muovi un dito per un
Cristo! (Tuono) A lui piacciono storie molto più
sofisticate...Va pazzo per BEAUTIFUL! (Colpo
di tuono violento) Esagerato! (Alla ragazza)
Senti?... S'arrabbia... Non vuole che si sappia
in giro che gli piace BEAUTIFUL... fa come gli
intellettuali che lo guardano e negano di
vederlo.
RAGAZZA: Basta! Non ti voglio più ascoltare!
(Si va a sedere sulla panchina).
CARLA: E chi se ne frega?
Passaggio di gente, un uomo si avvicina alla
bancherella, è il sordomuto.
CARLA: Videocassette... tutte le partite di serie
A con gli scontri sugli spalti! Primi piani dei
feriti
gravi
e
dei
linciaggi
truculenti!
Preservativi nazionali ed esteri... (Scorge il
sordomuto e lo scambia per lo spacciatore
che sta aspettando) Ah, finalmente! Sono due
ore che aspetto! Che roba hai? Quanto
viene? (Il sordomuto gesticola) Come non... (Il
sordomuto si esprime a gesti usando il
linguaggio dei sordomuti. Carla gli risponde
allo stesso modo) Ah, lei vuol comprare...
S'accomodi... Cosa desidera? Preservativi?...
(L'uomo continua a gesticolare) Ho capito!
Non mi faccia il disegno! (Prende dal
banchetto alcune scatole) Ne ho di tutti i tipi...
Ho anche quello alla fragola... e poi ho anche
quello
con
la
manina...
(meraviglia
del
sordomuto) sì... in cima c'è una manina... non
so a cosa serva... forse si salutano prima...
Guardi... questo è speciale... elasticissimo...
rinforzato. Ha figli lei?... (L'uomo risponde
affermativamente) Bene, quando l'ha usato,
anche cinque volte... lo lava... (l'uomo mima
una lavabiancheria) no, non con la lavatrice...
gli dà una sciacquatina... poi lo può regalare
al suo ragazzino, che ci può fare un gran bel
tirasassi... (Vistosa reazione del sordomuto)
Ah, lei è contro le armi e la guerra? Bravo!
Allora, lo da al suo ragazzino che ci soffia
dentro... così lei, potrà misurare il tasso di
alcolismo del suo bambino. Lo provi, lo provi...
tenga, lì provi tutti... c'è anche questo, firmato
... che quando lo infila, parla e grida: "Oh,
no!... E' troppo!! Mi sta calzando un re!". Così
fa una gran bella figura con la sua ragazza.
RAGAZZA: Senti... hai un linguaggio e dei
modi... proprio da vomito!
CARLA: E allora vomita, così tieni la bocca
occupata! (All'uomo) S'accomodi... li provi, li
provi tutti... (indica l'edicola sul fondo) questo
è il gabbiotto apposito... lì dentro ci sono delle
riviste
porno...
le
sfoglia...
quando
ha
raggiunto "lo stato di grazia" se lo calza...
(Gesticolare del sordomuto) No, no, io non
l'aiuto mi fa orrore! (Alla ragazza) Lo vuoi
aiutare tu smortina?
RAGAZZA: (seccata) Per favore!
CARLA: (al sordomuto) No, la ragazza non
collabora. Faccia presto che devo chiudere. (Il
cliente si apparta).
RAGAZZA: Certo che sei di bell'esempio per i
ragazzi che bazzicano qui intorno. Vorrei
vedere se fossero tuoi figli.
CARLA: (riprende a ritirare la sua mercanzia)
Ci mancherebbe! Grazie, ne ho abbastanza
di quelli che avevo.
RAGAZZA: Perché dici "avevo"? Non li hai più?
CARLA: No, non li ho più... sono morti. Due figli
morti schiattati. E non per una pistolettata o
un
incidente di macchina dopo una notte
balorda
in
discoteca...
dall'eroina e dall' Aids.
No,
mangiati
RAGAZZA: Tutti e due?
CARLA: Sicuro. Dopo due esempi in casa,
così nefasti... uno dice: "vedrai che la sua
terza, una ragazzina così per bene... che ha
studiato dalle suore... se ne sta fuori..." E
invece, quando
tradizione":
si dice
tossico
"la
forza della
anche
lei!
Miracolosamente viva... per adesso.
RAGAZZA: Scusa, perché ti chiamano Mater
Tossicorum?
CARLA: Per via che fino a poco tempo fa ero
professoressa di latino. (Indica il banchetto)
Ho fatto una bella carriera! Anche i miei figli
mi chiamavano così. Se penso a loro, le prime
cose che vedo, che
mi vengono in mente
sono violenze, galere, ospedali... e funerali.
Vuoi una caramella per addolcirti la storia?
(Eseguono l'azione) Sono senza zucchero,
senza coloranti, senza grassi. Fanno schifo.
Tre figli, 27 mesi con la pancia... e sempre a
vomitare che ci ho le gravidanze così...
Manco a dirlo: parto cesareo, per tutti e tre...
Che a saperlo prima, mi sarei fatta applicare
sul ventre una cerniera lampo, apre e chiude:
"Nasce! Nasce!" Zak! Aperto! Fuori uno! Zak!
Si chiude!
RAGAZZA: Scusa, ma è un'ironia che non mi
diverte...
CARLA: E chi se ne frega... non sto parlando
per te... è un mio soliloquio del tutto intimo...
Se non ti va di ascoltare, vattene! Menare! Li
ho tirarti su nella bambagia per poi vederli di
colpo... Degli zombi! Mi hanno svaligiata...
sfasciata la casa... ma sarebbe niente... mi
hanno riempita di debiti con tutti... ma anche
questo sarebbe niente...è che mi hanno
picchiata. Le botte! I miei figli mi hanno dato le
botte!
"E'
d'affetto...
è
d'amore,
di
comprensione
che
hanno
bisogno..."
mi
dicevo... e loro...
Zombi, ho messo al mondo degli zombi!
Eccomi qua come una scorza d'anguria
sbranata a
tormentarmi... E dove ho
sbagliato? E come mai? E perché? Ma porca
puttana! (Estrae da sotto il banchetto una
bottiglia di Brandy ed un bicchiere e si versa
da bere) Ho una vicina di casa che dà i soldi
a strozzo... suo marito è un pappone, ladro,
bastardo... hanno un figlio che è una perla!
Medico volontario in India. 29 anni. E ha già
la lebbra! Ne vuoi un goccio anche tu? (Le si
avvicina offrendole il bicchiere).
RAGAZZA: No, grazie.
CARLA: Cos'è?..Hai schifo di me? Hai paura
che sia sieropositivo?... Che psicosi! Ho fatto
le
analisi
l'altro
giorno...
non
sono
sieropositivo... Ho tutto negativo... anche il
carattere. Bevi, bevi che fa freddo... (La
ragazza beve) Non è vero (si riprende il
bicchiere) che ho fatto le analisi... posso
benissimo essere
almeno per il 7O per
cento... (La ragazza sputa schifata) Così
impari a fidarti del primo imbecille che incontri!
Scherzo...scherzo...(Si versa da bere, si porta
il bicchiere alla bocca ma si blocca. Tra sè)
Nel bicchiere dove ha bevuto quella così
pallida, non ci bevo! (Butta il bicchiere e ne
prende un altro) Adesso poi che anche le
lacrime e il bacio sono pericolosi! (Alla
ragazza) Hai capito che storia ho? Sono i
controsensi del creatore lassù! GIi piace
l'assurdo metafisico... Ci va pazzo! (A Dio )
Eh? Non ti bastavano due figli... anche l'Anna!
Anche l'Anna!
RAGAZZA: Chi è quest'Anna?
CARLA: E' mia figlia... te ne ho parlato due
minuti fa... Stai un po' attenta! Ha 24 anni. La
tengo
legata
in
casa...
la
buco
io,
personalmente...
RAGAZZA: Tu la buchi?!
CARLA: Certo, se no lei si spara in vena certe
schifezze o va a battere, con chi capita
capita... Mi sono presentata. Questa è la mia
famiglia.
Famiglia
cristiana.
Bella
eh?
Comunque, con 'sta storia dell'Anna legata al
letto, ho realizzato Liverpool in proprio a casa
mia.
RAGAZZA: Liverpool?!
CARLA: Ma non sai proprio niente! Dove vivi?
Ne hanno parlato tutti i giornali... Anche la
televisione! A Liverpool... stanno portando
avanti
un
esperimento...
Guarda
qui...
sull'Espresso... Distribuzione controllata e
quasi gratuita, siringhe comprese al drogato.
In un anno nessun morto per overdose, da noi
tre al giorno... Sieropositivo, 1 su 60 tossici.
Da noi sono il 75 per cento dei circa
trecentomila tossici. Appena ho fatto su i
soldi... sono decisa a portarlo avanti 'sto mio
progetto,
a costo di... Se tentano di
buttarmelo all'aria, sparo. (Estrae dalla tasca
una pistola che punta, involontariamente,
contro la ragazza).
RAGAZZA: No, che fai? Ferma! (Afferra dal
banchetto un oggetto qualsiasi che lancia
contro la pistola. Parte un colpo in direzione
del cliente che proprio in quel momento
rientra
in
scena
e
si
tocca
il
petto,
barcollando).
CARLA: Ehi, deficiente, mi hai
cliente!
(Al
cliente,
dopo
beccato
avergli
il
dato
un'occhiata) Stia tranquillo... non è successo
niente....Guarda come è pallido! (Corre a
prendere la bottiglia di Brandy) S'è spaventato
eh?... Beva un goccio di Brandy originale
francese... lo fanno a Napoli. Allora,
li ha
provati tutti? Ah no... solo una ventina...
Quando si dice la fiducia!... Ha scelto? Quanti
ne prende?! Tutti?! Saranno mica per uso
personale...
Sono
320
pezzi...
Vuole
suicidarsi col profilattico? Che mestiere fa?
Ah, gestore di una sauna con massaggio per
sordomuti... Capisco. Fa 400.000 per tutti... è
già un prezzo scontato... e in più le regaliamo
una parrucca da donna di nylon e un paio di
calze di seta per giocare ai travestiti nella
sauna, tra i non audenti... deve essere uno
spasso! Smortina, perché non ne approfitti e
chiedi un passaggio al direttore della sauna,
così ti tiri via dai piedi e magari lo aiuti a
collaudare l'elasticità del .
RAGAZZA: (risentita) Per favore! (Il sordomuto
paga e se ne va).
Passano correndo uomini in tuta mimetica,
volano colpi di pistola. Carla si ripara sotto al
banchetto, la ragazza viene sbattuta a terra.
CARLA: La miseria, Serbi e Croati sono già
arrivati fin qua! Domani, faccio scavare una
trincea attorno alla bancherella! (Si avvicina
alla ragazza e l'aiuta a rialzarsi) Che t'è
successo! Che t'hanno fatto!
RAGAZZA: (quasi risvegliandosi) Ma che ci
faccio io qui?... Dove sono?... E' qui che si
abortisce?
CARLA: Come no!... E' la succursale della
Mangiagalli... Qui c'è sempre la coda... e
neanche un obiettore di coscienza! Facciamo
aborti veloci...in piedi... con la pompa della
bicicletta. (Tra sè) La miseria, come è fuori rigolo questa!
Una luce tenue si leva ad illuminare Antonio
che sta parlando con un uomo che si tiene le
mani sul ventre a reggersi le budella: è il
Colombia.
CARLA: Antonio... ma con chi stai parlando?...
(Riconosce
lo
spacciatore)
Ah,
è
il
Colombia?... Finalmente! E' tutto il giorno che
ti aspetto... Hai portato la roba?... E' pulita?
Quanto costa?... Fa vedere... E rispondi! (Lo
tocca appena: il Colombia stramazza a terra).
CARLA: Porca d'una miseria schifa... e che è?!
TOSSICODIPENDENTE: (si avvicina all'uomo
steso a terra) L'hanno beccato! Gli hanno
sparato nella pancia... ha le budella fuori...
non vedi...
CARLA: Oddio...
TOSSICODIPENDENTE:
E'
spacciato...
Ci
avrei giurato che una volta o l'altra l'avrebbero
fatto fuori.
CARLA: Columbia, mi senti?... Dove l'hai
nascosta?
Dimmelo... ti prometto che poi
chiamo l'autoambulanza... (Gli fruga in tasca)
Macchè, nelle tasche non tiene niente.
TOSSICODIPENDENTE: Nella cintura... è lì
che
la tiene di solito... nella fibbia della
cintura...
RAGAZZA: Ma che fate! Chiamate subito il
pronto soccorso...
CARLA: Senti, non rompere, se no ti prendo a
cinghiate... Niente, niente... neanche qui... (La
ragazza ha afferrato il telefono digitale di
Carla e compone un numero) Colombia
sveglia!... Non mi dire che te la sei nascosta
nel sedere, in una capsula magari... Ehi
Antonio... fagli un po' un sondaggio...
TOSSICODIPENDENTE: Io?... Ma figurati!
RAGAZZA: (al telefono) Sì, ingresso ovest.
CARLA: Ehi tu, cosa stai combinando col mio
telefono stronza! Chi hai chiamato?
RAGAZZA: La polizia ho chiamato...
CARLA: 'Sta disgraziata! Fa la svampita...
straparla dell'aldilà
e poi chiama la polizia
nell'aldiqua, 'sta bastarda!
RAGAZZA: Bastarda tu! Non vedi che a 'sto
disgraziato gli stanno uscendo le budella?
CARLA: Gli uscissero anche le bustine... (Lo
strattona violentemente) Ma dove le hai
nascoste?... Maledetto! Ti vuoi decidere a
dirmelo?
Entrano il commissario seguito da due poliziotti.
COMMISSARIO: Fermi! Fate largo! Polizia!
CARLA: (a parte) Quando si dice "pronto
intervento"!
COMMISSARIO: Che state combinando su
quel corpo?
CARLA: Niente... cercavo di rianimarlo...
COMMISSARIO: E per rianimarlo gli tiri giù i
pantaloni?
CARLA: E sì... per via che la cinghia lo
stringeva... vede commissario... qui... il ventre
gli è un po' strabordato...
COMMISSARIO: Fatti in là!... (I poliziotti
sollevano il Colombia e lo distendono sulla
panchina) Come fai a sapere che io sono
commissario? Ci conosciamo noi?
CARLA: Altro che conoscerci... E che, adesso
fa lo gnorri dottore? Mi ha fermata almeno
dieci volte... Sempre pulita!
COMMISSARIO: Ah, sei Mater Tossicorum e
stavi spogliandolo per vedere se gli trovavi la
roba, vero?
CARLA: (ad Antonio) Ecco, vedi... una si
prodiga... e subito è uno sciacallo!
COMMISSARIO: Poche storie! Tira fuori la roba
che gli hai trovato addosso.
CARLA: Macché roba... non ha neanche uno
schifo di bustina, 'sto figlio di...
COMMISSARIO: Come fai ad essere tanto
sicura che sia pulito?
CARLA: Perché... casualmente... m'è scivolata
una mano... E poi, oggi non se ne trova da
nessuna parte.
COMMISSARIO: Ah, ne sei al corrente anche
tu...
(Solleva
la
parrucca
calzata
dal
Colombia: cadono bustine in quantità) Oh tu
guarda: sorpresa!
CARLA:
Maledetto!...Sotto
il
parrucchino!
(Cerca di afferrare una bustina) Mi fa vedere
che roba è?
COMMISSARIO: Giù le mani! (Raccoglie tutte
le bustine).
CARLA: Volevo solo farle un espertis gratis.
COMMISSARIO:
l'autoambulanza?
Avete
Fa
un
chiamato
cenno
ai
due
poliziotti che si avvicinano al cadavere del
Colombia e gli stendono tutt'intorno, fissato su
quattro aste, un nastro di plastica bianco e
rosso).
RAGAZZA: No, io ho chiamato voi... la polizia...
pensavo che poi a vostra volta... Ad ogni
modo se vuole chiamarla direttamente lei...
(Gli offre il telefono).
COMMISSARIO: Brava. E' tuo 'sto telefono
cellulare?
CARLA: Sì, è suo.
COMMISSARIO: (a Carla) Ho capito, è tuo.
CARLA: Sì, è mio.
COMMISSARIO: Certamente roba rubata. Te lo
confisco, poi si vedrà! (Compone un numero
al telefono di Carla).
CARLA: Ma sì... facciamo un regalo a questo
stato... che col mio telefonino e la multa al
ragazzino
di
sette
anni
trovato
senza
scontrino fiscale... pareggierà il bilancio dello
stato. (Alla ragazza) Ecco, 'sta stronza... fa la
generosa..."Vuole il telefonino?... Un caffè?"
Ma fai la generosa con la roba tua, deficiente
pallida!
COMMISSARIO:
Niente
da
fare...
le
autoambulanze sono fuori tutte... c'è stata una
rissa allo stadio, con un sacco di feriti.
CARLA: Ma oggi la partita non c'è stata... Han
detto alla radio che è stata sospesa.
COMMISSARIO: Sì, ma loro si sono menati lo
stesso!
CARLA: E' gente di parola!
COMMISSARIO: Tanto poi, questo è morto.
CARLA: Morto? Mi spiace... in fondo... era una
carogna... ma schifo per schifo...
COMMISSARIO: Chi gli ha sparato? (Si
avvicina alla bancarella di Carla).
CARLA: Non so, è arrivato già bucato...
TOSSICODIPENDENTE:
Barcollava...
ma
sembrava solo un po' ubriaco...
RAGAZZA: Poi è crollato a terra di schianto.
COMMISSARIO: Sì, va bene, ne parliamo
dopo.
Adesso
noi
dobbiamo
correre
immediatamente allo stadio.
CARLA: Come sarebbe a dire, ne parliamo
dopo devo correre allo stadio?... Ma lei mi
pianta qui il cadavere così?!
COMMISSARIO: Non "così", te lo affido. Non
consegnarlo
a
nessuno,
solo
all'autoambulanza! (Il commissario si avvia
verso l'uscita seguito dai poliziotti).
CARLA: Commissario, la prego...non mi faccia
uno scherzo così... Non può nominarmi
guardiacadaveri sul campo! Mi rilasci almeno
una bolla di consegna. (Alla ragazza) Tu
stammi alla larga che mi hai combinato un bel
casino, impicciona che non sei altro! E mi ha
lasciato anche il morto! (Corre al banchetto e
ritira altra merce).
Entra un ragazzo: è un altro tossicodipendente.
Si regge a fatica. E' carico di zaino, borsone di
plastica e un sacco delle Poste. Si avvicina a
Carla.
II TOSSICODIPENDENTE: Mater Tossicorum...
.
CARLA: Sono qui!
II TOSSICODIPENDENTE: Ti ho portato...
(Depone le borse a terra).
CARLA: Ah finalmente! L'hanno data a te?
Allora ce n'è ancora... (Corre a prendere del
denaro dalla tasca di uno degli abiti appesi).
II TOSSICODIPENDENTE: (vede il cadavere)
E' il Colombia... l'avevano segnato da un
pezzo.
CARLA: Su, muoviti, passami tutto quello che
hai... ho un milione... (Consegna i denari al
ragazzo
che
glieli
restituisce
immediatamente).
II TOSSICODIPENDENTE: Ma che fai?... Sono
io che devo darne a te... (Estrae da una delle
sue borse alcune mazzette di denaro e gliele
consegna) Ecco, sono tutti come questo...
cento ogni mazzetta...
CARLA: Tutti da cento? Da dove vengono tutti
'sti soldi? Mi volete incastrare? C'è in giro
polizia... il commissario...
II TOSSICODIPENDENTE: (posa le borse
accanto alla bancherella) Cazzi tuoi... E' roba
tua...
CARLA: Ma sono piene zeppe! Chi te li ha
dati? (Il ragazzo non risponde) Ma perché li
portate a me?! (La ragazza si avvicina alle
borse e controlla l'autenticità delle banconote)
Avete svaligiato una banca? Sono falsi?...
RAGAZZA: Sono veri...
CARLA: Sono veri?!... Ma chi me li manda?
Sono più di due miliardi...Che soldi sono?
(Afferra le borse e le deposita vicino alla
pianta) Via! Portali a qualcun'altro, prima che
torni il commissario... Mi puzza di mafia... Tu
piuttosto fammi trovare... Adesso io voglio
solo trovare...
II TOSSICODIPENDENTE:
E' inutile... roba
non ce n'è più... Non si trova più niente...
L'ultima ce l'aveva lui sotto il parrucchino. Ho
fatto la mia commissione... Ora
andarmene,
ma sto
dovrei
da cane... sto male...
aiutami... (si avvicina a Carla) non mi reggo in
piedi... Dammi almeno del Metadone... lo so
che ce l'hai...
CARLA: Non ho Metadone... se ne avessi lo
porterei subito a mia figlia. Vattene...Tra poco
torna il commissario... c'è un' inchiesta... è
meglio che sloggi... Se non ti reggi in piedi,
vai al centro soccorso tossici... lì ti mandano
alla Ussl, alla Ussl ti dicono di andare al
Policlinico, al Policlinico ti cacciano via perché
non ci sono posti letto per i tossici... allora fai
uno scippo, ti fai beccare e se non ti sparano
subito ti sbattono in galera... dove finalmente,
prostituendoti, trovi la droga, la meglio che c'è
in commercio! (Il ragazzo esce di scena) Qui
c'è sotto qualche cosa... Qui mi vogliono
incastrare... Dove li metto?... (Si guarda
intorno preoccupata, guarda la ragazza che
se ne sta indifferente, come non avesse
notato
nulla)
Ah,
sì...
la
mia
corda
dell'emergenza. (Corre alla pianta, traffica con
una corda nascosta nel cavo del tronco,
dall'alto scende
l'altro capo della fune al
quale lega le borse issandole, il più in alto
possibile, a nasconderle) Certo che ad esser
sicuri che son puliti, prendo su la mia Anna,
e me la porto a Liverpool... Con 'sto malloppo
me la tiro fuori di sicuro... Ma chi si fida...
(Corre alla bancherella) Adesso ritiro la
merce... e poi corro alla
stazione... che lì,
forse riesco a trovarne per questa notte...
RAGAZZA: Non c'è più la stazione.
CARLA: (prende dalla quinta un carrello con
scatoloni nei quali ritira tutta la mercanzia)
Sì... ma non diciamolo in giro... sennò poi la
gente perde il treno e s'incazza! Piantala di
dire stupidaggini e dammi una mano a ritirare
la roba...
Il Colombia accenna a muoversi.
RAGAZZA: (spaventata indicando il morto)
Guarda,
il
Colombia
si
muove...
sta
rinvenendo...
CARLA: Impossibile!... se è morto! E già, si
muove proprio... Cos'è, la resurrezione del
bastardo? (Il Colombia si mette a sedere) E
no eh... Colombia, non fare scherzi... resta lì,
al tuo posto: morto composto... che poi il
commissario se non ti ritrova dove t'ha la-
sciato se la prende con me... (Il Colombia
cerca di distende nella posizione contraria a
quella che aveva prima) Rigirato com'eri
prima... che ti hanno fatto anche la fotografia!
(Lo spacciatore si lascia scivolare a terra
reggendosi le budella, con il parrucchino in
bocca, camminando a carponi, lentamente
esce di scena. Sottofondo di un ululato di
sirena) Dove credi di andare con le budella in
mano e il parrucchino in bocca? Aspetta che
arrivi l'ambulanza, no?... Ehi, che modi! E'
proprio vero che le pelli grame non crepano
mai!... Ecco, adesso vorrei proprio sapere che
cosa gli dico io al commissario quando arriva
e
trova
la
panchina
vuota...Tanto
per
cominciare, come torna io gli rifilo tutto 'sto
malloppo che sta sull'albero in cambio di una
bustina! (A Dio) Eterno! Maledizione, aiutami!
Una bustina!...Ti do tutti i quattrini!
RAGAZZA: No, dammi retta, tu non devi dare
niente a nessuno... tienteli... sono soldi tuoi!
Nessuno te li può portar via... (indicando Dio)
nemmeno lui. (Tuoni e lampi).
CARLA: Soldi miei?... Fosse vero...
RAGAZZA: Sono i denari che hanno speso i
tuoi figli in tutti questi anni...
CARLA: Che sciocchezze stai dicendo... che
ne sai tu...? Figurati se i miei figli hanno speso
tutti 'sti soldi!... (Tra sè, dubbiosa) I miei figli...
(Prende dal banchetto una calcolatrice e
calcola) facendo i conti... in tre... a stare molto
stretti...almeno...
novecentomila
lire
al
giorno... per trenta giorni... per un anno... per
dodici
anni...
duemila...
(S'interrompe
sconvolta) I miei figli?!... Oddio, mi sento
male! Ma com'è possibile?! Come se li sono
procurati tutti 'sti
schifezze
hanno
soldi i miei figli?... Che
combinato?
Avranno
spacciato... corrotto altra gente... scippato...
rapine...
prostituzione...
Devo
correre
dall'Anna.
Un altoparlante trasmette in lontananza un
annuncio, mentre Carla
corre al suo banchetto e ritira le scatole
rimaste.
VOCE ALTOPARLANTE: Questa sera,
Palalido,
al
meeting evangelico delle cinque
chiese, sul tema: "Dio c'è? Dov'è? Bisogna
cercarlo."
CARLA: Già, chi l'ha visto? Telefonate alla
trasmissione omonima. Ma chi me li ha fatti
avere 'sti quattrini... e a che scopo? (Alla
ragazza) Tu, sbrigati a passarmi la roba...
(Entra un nuovo personaggio: è Maria.
Indossa una tonaca arancione a ricordare i
monaci buddisti, porta un cesto pieno di fiori,
attraversa la scena senza parlare) E questa
che arriva chi è?... Guarda se è la maniera di
andare in giro vestita!... Viene a vendere i fiori
in questa zona... (a Maria) Te li mangiano qui
i fiori!... (Alla ragazza) Quei fiori, li rubano nei
cimiteri... poi li vanno a vendere nei ristoranti.
Entra un barbone che raccatta da terra, vicino
alla pianta, una bustina di eroina.
CARLA: E' una bustina del Colombia... Dalla a
me!... Te la pago quello che vuoi... Ti do
anche quelli sull'albero... (Il barbone estrae
dalla tasca un palloncino sgonfio,
ci soffia
dentro e ci versa il contenuto della bustina)
Ma
che
fai!!
Che
stai
combinando?...
Vendimela!... Ma che fai?!... (Il barbone,
aspira fortemente dal palloncino, e agitandosi
come un burattino impazzito, esce di scena?
Sottofondo musicale. Furente, a Dio:) E' una
beffa! E' una beffa...
Il Colombia rientra in scena e torna a
distendersi sulla panchina.
CARLA:
Oddio,
ho
le
traveggole?!
(Alla
ragazza) Senti, guarda tu... è il Colombia
questo o no?
RAGAZZA: E sì...
CARLA: La smetti di farmi scherzi!... Guarda
che se ti ammazzo io, non ti alzi più!
Rientra Maria.
CARLA: Rieccola!
MARIA: (rivolgendosi a Carla) Buonasera signora...
CARLA: (ha terminato di ritirare la sua
mercanzia) Il banchetto è chiuso. Finish!
MARIA: (ripete decisa) Buona sera signora...
CARLA: Sto proprio diventando vecchia...
(estrae i denari dalla tasca e si avvicina a
Maria) Quanta roba hai?...
MARIA: No, non ho niente di quello che vai cercando... Carla...
CARLA: (meravigliata) Carla? Com'è che sai il
mio nome? Chi sei?
MARIA: (si siede sullo sgabello vicino al
banchetto) Calmati... come ti sei ridotta!... Di
me ti puoi fidare... Mi chiamo Maria...
CARLA: (l'interrompe) Ah... ah... se si presenta
così... capirai: Maria... massima garanzia!
Conosco almeno ventotto Marie, figlie di
puttana come poche. E poi "come s'è ridotta"
a chi? (Alla ragazza) Aiutami a caricare gli
scatoloni sul furgoncino... anzi caricali tu che
poi ti do 10.000 lire. (La ragazza esce con il
carrello carico e rientra subito trascinandosi
appresso il carrello vuoto) Ma come ti
permetti? Cosa ne sai tu della mia vita? Chi
t'ha mai vista? (Tra se) Che ore sono?
Accidenti, bisogna che mi sbrighi ad arrivare
alla stazione...
MARIA: Ti ho detto di calmarti... tanto è inutile
che tu vada alla stazione.
RAGAZZA: Gliel'ho detto anch'io, ma lei non dà
retta...
MARIA: Tu stai zitta!... Con te me la vedo dopo!
CARLA: Allora vi conoscete?! Ma che storia è?
MARIA: (A Carla) E' inutile che tu vada alla
stazione... Non si trova niente nemmeno là...
CARLA: Ah, ci sei stata allora... vai cercando
roba anche tu! Sei una tossico...
MARIA: Ma che dici?! (Si alza e se ne va).
CARLA: Fermati!...Chi sei?... Rispondimi!...
Dove vai?...
Tuoni e scroscio d'acqua. Entrano due nuovi
personaggi: i banditi.
Armi alla mano, dopo aver dato un'occhiata in
giro, si avvicinano alle due donne, le legano
saldamente allo schienale del carrello. Il
Colombia si alza dalla panchina ed esce di
scena.
CARLA:
Ehi,
giù
le
mani!
Qui
si
sta
peggiorando! Perché ci legate? Che vi
prende?! Guardate che qui c'è un equivoco...
Io sono Mater Tossicorum! Io sono conosciuta
nell'ambiente... Ve la faccio pagare!
I BANDITO: Di' un po', chiaccherona, hai visto
un certo passaggio di denari da queste parti?
CARLA: Sì, li ho visti... tutti biglietti da
centomila che ballavano il can-can.
BANDITO: (le da un tremendo ceffone) Non
sfottere!
CARLA: Come non sei spiritoso! Ad ogni modo
non ho visto niente... non so niente! (Ululato
di sirena. I due banditi scappano. Sul fondo
passano, correndo, due poliziotti) Bravi! Siete
arrivati proprio in tempo! Al momento giusto! (I
due si guardano intorno ma non si accorgono
delle
donne legate. Escono di scena e
rientrano subito)
Ma
porca puttana! Dove
andate?... Slegateci! Ehi, siete al servizio del
cittadino! La polizia è tenuta a liberarlo! Pago
le tasse! (Sempre
correndo, i due se ne
vanno)
Meno male che non le pago! Mi sento male...
mi gira la testa... Per fortuna che sono legata,
se no cadevo...
Ma che giornata è? Questa non ci voleva!
Dove s'è cacciata quella matta della Maria...
Ah eccola... (Maria attraversa la scena, sul
fondo, sorreggendo il Colombia senza dire
una parola) Maria, vieni qui a slegarci... lascia
correre il Colombia che tanto è spacciato...
(Alla ragazza) Macché, manco ti dà retta! Oh,
meno male... arriva qualcuno... (Attraversa la
scena il cieco che già conosciamo) Oddio, è il
cieco! Che giornata! Signore, ci aiuti... ci
sleghi... siamo qui!... (Il cieco se ne va senza
reazione alcuna) E' pure sordo!
RAGAZZA: Speriamo di essere più fortunate
col prossimo.
CARLA: Guarda che rogna... io qui legata
come un salame e a casa mia figlia incatenata
al letto. Che famiglia!
RAGAZZA:
incatenata?
Ma
davvero
tua
figlia
l'hai
CARLA: Sì. E' stato un giorno che...Dopo che il
mio primo figlio è morto di overdose, il mio
secondo s'è deciso a smettere. Tre anni... si
era ripreso... studiava... stavamo bene... Poi...
un giorno... di colpo... gli è scoppiato l'Aids...
Non puoi immaginare che malattia sia...
Quando
l'ho
vestito,
la
mattina
che
è
morto...pesava trentacinque chili... non avevo
mai visto una cosa così... la testa piccola...
come rinsecchita... la faccia a macchie...
marroni... le mani anche loro macchiate...
Sono rimasta lì a guardarmelo non so per
quante ore... lo guardavo... lo guardavo... e mi
passava davanti tutta la mia vita disperata...
"Una la salvo...una la devo salvare!" mi son
detta. Sono corsa a casa... Sono entrata in
camera sua... l'Anna era a letto, piena come
un uovo. L'ho fatta su con la catena per
bloccare la bicicletta... manco se ne è ac-
corta. Le ho puntato un coltello alla gola e le
ho detto:"Tuo fratello è morto 'stamattina alle
otto...o tu ne esci,
o ti sgozzo come una
gallina, così con voi tre è finita!"
RAGAZZA: E' terribile... mi sembra di essere
tua figlia, legata in 'sto modo.
CARLA: (si divincola) Stà buona... buona che
forse riesco a liberarmi... (si contorce tutta.
Durante
il
monologo
completamente
dalla
riesce
corda)
a
liberarsi
Sì,
l'ho
incatenata, ma non le ho fatto mancare nulla,
dico,
della sua dose... la bucavo... ma a
scalare... ho tentato col Metadone... Ho
tentato per un po', ma non ce l'ho fatta...
perché vedi, il problema non è tanto chimico...
RAGAZZA: Come non è chimico?
CARLA: Sì, voglio dire... non è tanto il
problema di piantarla con l'eroina. (Si è
liberata e libera anche la ragazza) Togliersi
dall'assuefazione,
ce la puoi anche fare...è
duro, ma ce la puoi fare. Invece
il difficile è
togliersi
(Si
dallo
sbattimento.
toglie
l'impermeabile).
RAGAZZA: Lo sbattimento?
CARLA: (prende dallo stand una pelliccia
elegante e l'indossa) Sì, lo sbattersi.
RAGAZZA: Accidenti, che pelliccia! Ma dove
l'hai presa?
CARLA: Roba rubata. Ho sempre paura
d'incontrare incontrare la padrona... che la
riconosca e me la strappi dalle spalle. Lo
sbattersi... Ti spiego: i tossici, quasi tutti, dopo
aver dissanguato le famiglie, per procurarsi la
roba,
scippano,
spacciano,
rapinano,
si
prostituiscono. Questo è lo sbattersi... che poi
diventa un'orribile filosofia... un modo di
vivere,
dove
più
sei
scafato,
infame,
puttana..più sei qualcuno...Un bastardo che
vive una vita di merda..ma merda frizzante.
(Calza un paio di stivali con tacco alto).
RAGAZZA: Ma è una logica aberrante!
CARLA: A costo di tenerla coatta, tutta la vita
io la raddrizzo... Ma per riuscire ho bisogno di
un sacco di quattrini... a casa da vendere non
ho più niente, qui guadagno poco... perciò...
vado a battere.
RAGAZZA: A battere tu?!
CARLA: Sì a battere. (Si trucca) Se ti viene da
ridere... ridi pure, mica m'offendo. Lo so che
gli uomini vogliono le ragazze giovani fresche
e stagne... ma spesso la fantasia è più
suggestiva,
eccitante della semplice carne
fresca. Io poi ho una tecnica infallibile! Mi
piazzo
in
un
punto
strategico
ad
un
semaforo... al primo uomo che si ferma in
macchina che mi pare "giusto": "Buona sera...
mi scusi,
ma
dove siamo? Che strada è
questa? Mi sono perduta... avevo un appuntamento con mio marito... E' che lui fa tanto
tardi in ospedale... magari deve operare
d'urgenza... E' un ora che cammino alla
ricerca di un taxi... mi sono persa... Abito in
centro... Corso di Porta Nuova... "...
RAGAZZA: Che coraggio!
CARLA: Ah, non credere... Le prime volte, il
cuore mi usciva ... me ne stavo il più dritta
possibile... sorridevo... "S'accomodi signora,
se permette l'accompagno io..." Montata
macchina
lo
ubriacavo
con
le
in
solite
fregnaccie, tentavo di disarticolare il più
possibile le gambe... fingevo mi si fosse
spaccata la gonna... preoccupata di rimediare
allo strappo... mi trovavo scoperta di coscia...
calze nere, giarrettiera... tutte le banalità dei
films osé di terza categoria. Ridevo... ero
spiritosa... poi portavo il discorso sull' Aids...
RAGAZZA: Capirai la pacchia!
CARLA: Certo era la contromossa-trappola,
per incastrarlo: "Ma ha sentito che macello?
E' un flagello! Non si può più far l'amore in
santa pace! mio marito dice che non c'è
rimedio... Per fortuna io sono anni che non ho
più rapporti di sesso con nessuno, nemmeno
con mio marito... perché,
scusi la trivialità,
quello è un puttaniere! Così,
ibernata...
pura,
mi sono
casta... "sana"... Una
vestale!
RAGAZZA: Che forza!
CARLA: "Certe
volte però mi scoppia una
voglia di buttare veli e cilicio... mi vien la
tentazione
di
sbattermi
alla
follia!...
Prostituirmi perfino!"-"Davvero farebbe una
cosa simile?" - "Sì,
ma non col primo che
capita... Dovrei trovare il tipo giusto! Ah , ah...
Sì, perché l'idea di vendermi,
le dirò in
confidenza,
pur
sconvolgendomi...
sono
cattolica... mi eccita... tremendamente! Ecco
per esempio... lei... sarebbe il tipo d'uomo col
quale potrei... lasciarmi andare al piacere liberatorio della trasgressione... Sto scherzando,
naturalmente... "
RAGAZZA: E' incredibile che abboccassero!
CARLA: Tutti! Loro convinti di giocare alle
puttane con una signora per bene... e io a
contare i soldi che mi davano.
RAGAZZA: Ma tutti quegli assatanati non ti
davano disgusto?
CARLA: Disgusto? Ma scherzi? Li amo, li amo!
(Attraversa la scena il solito cieco che si
blocca per un'attimo al "li amo") Quando
vuole, ci sente questo! L'Anna è lì sempre
legata. Quando non ce la fa più, va in crisi:
"Vuoi la tua dose, cara? Aspetta, la mamma
va a farsi una marchetta e te la porta subito.
Ti buco io, con roba pulita, siringa pulita...
perché di droga si può anche guarire, di Aids,
purtroppo, si muore e basta!" (Rumori di
fondo. Una luce fioca illumina Maria, che
appare seduta alla panchina) Ah, sei qui?
Dov'eri sparita?... Se aspettavamo te per
slegarci... potevamo crepare!
Ha giusto
smesso di piovere. (Tra sé) Adesso devo
proprio sbattermi per trovare la roba... che
l'Anna starà perdendo la bava... ha giusto
smesso di piovere... e poi vado
a fare la
moglie del professore... 'Stasera però mi
sento così stanca... così... (barcolla, Maria la
regge
e
l'accompagna
a
sedere
sulla
panchina) Grazie... quasi mi sta passando.
(Alla ragazza) Ehi tu, siediti qua vicino a noi...
Mi sento
proprio fuori posto... stcentrata...
(Nella penombra,
scorgiamo ragazze e
ragazzi che mimano a ripetizione i gesti
abituali dei tossicodipendenti: preparare la
dose
e
farsi.
Sul
fondo
scorgiamo
in
controluce anche il Colombia, si regge le
budella. In sottofondo lo "STABAT MATER")
Ah, ci rifacciamo con la sceneggiata da
incubo voltastomaco? Cos'è che mi capita?...
Sto scottando un sacco, deve essere per via
di tutta quell'acqua che ho preso... e 'ste
traveggole
saranno
per
la
febbre...
Mi
spiegate? Mi date una mano a capire? Io
devo andare da mia figlia... Perché non mi
riesce di muovermi? Ehi tu, Maria... cosa mi
sta capitando... parla... spiegami... (Maria
spiega. La sua voce è sommersa dai rumori di
fondo. Carla ascolta con attenzione. Ululati di
sirena.
Passaggio
di
macchine
amplificatori e autoradio a tutto
Lampi
di
fari)
A
sì?!...Ma
con
volume.
che
dici?!
Veramente?...Ma quando è successo?...Non
me ne sono neanche accorta...Finalmente
posso stare tranquilla... ho finito di correre...?
(Indica la ragazza) E lei?... Può stare qui
anche lei?... (Meravigliata) Anche lei qui!
Bene...sono contenta. (Si guarda intorno) Ma
com'è
che
siamo
ancora
nella
mia
piazzetta?... Per non darci lo shock del
trapasso? A poco a poco... Grazie... siete
gentili. Ma sei sicura che sia il mio posto giusto?... Guarda che negli ultimi tempi io... non
sono stata mica tanto... come dire... di buon
esempio
per
le
giovani fanciulle... Non
importa?!... Come, come?... Tu, al posto mio,
avresti fatto come me?... Dai i numeri!
Attenta, che se ti sente l'Eterno, ti caccia via,
te,
tuo figlio,
putativo!
l'asino e anche il Giuseppe
Qua dentro non ho il coraggio
manco di alzare gli occhi! Che ci faccio in 'sto
posto? Sono a disagio... Conosco un sacco di
morti, ma non ne voglio incontrare neanche
uno... Oddio!, mica ci saranno anche i miei
genitori?... Erano così due brave persone... E
i miei figli... con tutto quello che hanno
passato, sono qui di certo...Non li voglio
vedere! Ho vergogna... (Spaventata) Anche
mio marito è qui?... Non è che sarò costretta a
vivere con lui per l'eternità?... Vuoi vedere che
l'aldilà
paradisiaco è un posto che
ti
ripropone quello che hai già vissuto? Mamma
mia, che bidone che mi hanno tirato! (Di
colpo) L'Anna!... No, non posso stare qui...
Maria, anche tu hai avuto dei problemi con tuo
figlio... mi devi dare una mano... aiutami...
Che farà l'Anna senza di me?... Ha solo
vent'anni... non farla venire qui... Lasciami
andare giù fino a quando non ce l'ho fatta... ti
giuro che poi torno... Ti dico una preghiera...
(Pausa) Non mi ricordo più... Aiutami...
aiutami lo stesso... aiutami... ti giuro che
torno... torno...
Frastuono tremendo. La luce che illumina le
due donne
si abbassa, per arrivare al buio
totale. Risentiamo la canzone dei Beatles.
Lentamente s'illumina la bancarella: ritroviamo
Carla
vestita da poveraccia, con la testa
appoggiata sulla bancherella stracolma di
oggetti,
come
l'abbiamo
lasciata
all'inizio
dell'atto, con lo stesso uomo che cerca di
svegliarla scuotendola.
UOMO: Signora...signora... si sente male?
CARLA: (alza la testa. Guarda l'uomo che le
sta
parlando, per un attimo frastornata) Mi
hanno dato il permesso?... Mi hanno dato il
permesso?...
UOMO: Lei sta tremando, signora... venga,
l'accompagno al bar... (Prende dal banchetto
un ombrello che apre per riparare la donna).
CARLA: No, non sto male... sono soltanto... (si
riprende, cerca con fatica di essere mondana)
Ma che ore sono?... Mi sono perduta... Mi
sono seduta un attimo... sto aspettando mio
marito... mi doveva venire a prendere ma
deve essere stato bloccato
da qualche
intervento d'emergenza... E' chirurgo... Cerco
un taxi...
UOMO: (guarda la donna poveramente vestita
come se avesse a che fare con una pazza)
Suo marito è un chirurgo?...
CARLA: Sì...
UOMO: Ma è sicura di sentirsi bene?
CARLA: (solo ora si accorge d'indossare il cappottone.
Pausa)
Sì..sto
bene...
grazie...(Prende l'ombrello. L'uomo, interdetto,
se ne va) Allora l'ho sognata tutta 'sta storia
strampalata... ho sognato anche le borse
sull'albero...
Vuoi
vedere
invece
che...
(Lascia cadere a terra l'ombrello chiuso,
vicino alla panchina, corre all'albero. Tira la
corda, ma appeso non c'è nulla) Ecco, infatti
non ci stanno... c'è solo la corda... per forza,
me l'ero sognata tutta quella scena strampalata... Mi hanno giusto lasciato la corda per
impiccarmi... volendo... (A Dio) Cos'è un
incentivo? Complimenti Eterno... proprio una
bella trovata!... Figurati se ti potevi lasciar
andare in un ribaltone pazzesco... in uno
slancio
di
generosità
iperbolica
questa... farmi arrivare a sognare
piene di quattrini
e poi
come
le borse
farmele anche
ritrovare appena sveglia... T'immagini... io che
arrivo qui e afferro la corda, tiro... e alèe! E
invece, no... tutto normale,
tutto logico...
Piovono quattrini solo sui balordi, mafiosi e
camorristi, sui furbi, i papponi della politica,
la gente degli affari... Noi poveri cristi (tuoni e
lampi) sì, cristi!, bisogna scannarci... battere,
rubare e poi ci sbatti all' inferno!
Ma non è colpa tua... a parte il bel gesto,
non ce la potevi fare mai, creatore, perché
non sei creativo... sei un creatore senza
creatività... piatto, conseguente e logico,
prevedibile standard... Non sei spiritoso... non
hai spirito. (Tuoni e lampi. Dall'esterno
qualche colpo di pistola) Ci risiamo! (Corre a
ripararsi dietro alla pianta).
Entrano alcuni banditi e si sparano addosso.
Uno di loro porta una borsa, che nel fuggi fuggi
getta,
per
liberarsene,
sotto
panchina.Torna il silenzio e la calma.
alla
CARLA:
Ci
adesso?...
risiamo!
Che
Oddio
che
spavento!...
succede
Non
morirò
sparata... ma morirò d'infarto precoce!...Devo
cambiare
zona...
Basta...
via,
via...
da
domani... trasloco... (Si china a raccogliere
l'ombrello e scorge la borsa: la prende, la
apre. E' zeppa di biglietti di banca) Soldi!...
(Guarda verso il cielo) Ehi, è la seconda volta
che mi fai scherzi... Lo so che tra poco mi fai
arrivare la Maria e poi... e poi mi sveglio e non
è vero niente... (di colpo attenta) No, questa
volta sono sveglia... sono sicura che ora non
mi sto sognando... Sono miei... me li hai fatti
arrivare a modo tuo... La girata che t'ho dato
ha fatto effetto! Devo riconoscere che sei un
grande sceneggiatore!... Guarda, l'hai proprio
sceneggiata da Dio! Troppo facile farmeli trovare appesi alla pianta... Certo certo... non è
da
te...
Bravo!
Quanti
sono?...
(Conta
frenetica) Più di tre miliardi!... Oh esagerato!
Non avrei mai pensato che così tanti soldi
tenessero così poco spazio!... Anna arrivo... ti
porto via... sì, ce la farai... prendo un aereo...
a nolo... Ma sì... con tutti 'sti soldi!...
Entra correndo un bandito seguito da un'altro:
si sparano addosso. Un proiettile colpisce
Carla. Uno dei due strappa con violenza la
borsa che Carla stringe tra le braccia e fugge.
CARLA: E questo che è?... (Perde il controllo e
comincia a gridare) Che cazzo è?!! Cosa mi
stai facendo?!! Perché mi spari addosso?...
Ma che ti ho fatto? Mi dai illusioni, e poi non è
vero... Quest'altra storia e poi anche questa
non è vera... E adesso che succede? Mi fai
venire a casa tua... e la Maria... Maria...
Maria! (Implorante) Poi tu,
quando vengo
su... mi fai scendere ancora eh... L'Anna... lo
sai che l'Anna... (Le manca, via via la voce)
Mi fai scendere?... Io ho pazienza, lo sai... io
aspetto... e quando scendo i soldi me li fai
trovare per davvero... O no? (Quasi in un
sospiro)
O
no?...
L'Anna...
Rispondi!...
Rispondete...
Tuoni e fulmini. Sottofondo:"STABAT MATER".
Su Carla che muore scende la luce.
Fine
LA DONNA GRASSA!
Atto unico
PERSONAGGI
in ordine di apparizione:
Mattea: la donna grassa
Uomo: marito che ha sbagliato porta
Giovane: collaboratore di Mattea‾
Anna: figlia di Mattea
Nella scena semibuia s'intravvede un gran letto
matrimoniale in disordine con dentro qualcuno:
una persona? Due? Non si capisce.
Dopo
qualche attimo, suona una sveglia. Pausa,
qualche secondo, poi, una voce maschile,
usando toni carezzevoli, dialoga con una voce
femminile: Mattea .
VOCE UOMO: Buongiorno tesoro, sono già le
nove! Sveglia amore.
VOCE MATTEA: Oh, Noooo! Ancora un
pisolino... ti prego! Bacino... accarezzami...
VOCE UOMO: (molto preso) Sì, sì... Ora alzati!
Amore... sono le nove in punto... oggi è il 18
giovedì... alzati!
VOCE MATTEA: Sei cattivo! 'Stanotte m'hai
distrutta e adesso pretendi... Mostro!
VOCE UOMO: Sì, sì... sono il tuo mostro!
Quanto ti amo! Bella, dolce, calda, amore...
VOCE MATTEA: Oh sì, ancora... ancora...
amore...
VOCE UOMO: Sveglia... svegliati tesoro... oggi
è un giorno fortunato... lo so che sei stanca...
e che staresti a crogiolarti nelle mie braccia...
ma ti devi alzare...
MATTEA: Oh sei un tiranno!
VOCE UOMO: Non dire così! Amore!... Sono
già le 9 e cinque minuti... oggi Marte è nella
casa di Venere... Sarà una buona giornata,
carica di emozioni piacevoli! Alzati!!!
MATTEA: (alzandosi, accende la lampada del
comodino)
Sono
già
alzata!
Dov'è?
Bilancina?... Dove sei... gioia e delizia dei
giorni miei! Meno male che ci ho il ricercatore
elettronico... (in proscenio arriva da sinistra
una bilancia)... eccola qua! (Fa per salirci
sopra, la bilancia le scappa da sotto i piedi,
spostandosi di qualche metro) Che fai?
Scappi?! (La blocca col piede) T'ho fregata!
(Vi sale sopra. Rumore di molle che saltano e
un lamento) E' andata in tilt! (La bilancia se ne
va squittendo) Sì, piangi, piangi. Sono io che
dovrei piangere... Cosa mi peso a fare?...
Tanto, grammo più, grammo meno... sono
123 chili... (Spalanca le finestre. Si accende
una sigaretta) 123! (Sferra un gran calcio al
letto) E tu non dici niente?
VOCE UOMO: Te lo ripeto, amore... non ti
preoccupare... a me piaci così grassoccia...
MATTEA: Trippante, strabordante buseccona...
gomma Michelin! Non esagerare caro con le
adulazioni! Ma che faccio? Mi fumo una
sigaretta appena alzata?! Sola!! Senza caffè!
Me lo bevo subito! (Si dirige al tavolo e si
versa da un termos una tazza di caffè, da un'
occhiata alla zuccheriera) Amaro! Vediamo un
po'... sono aumentata sedici chili in due
mesi... Beh, un cucchiaino posso metterlo...
(Esegue) Otto al mese... (Riferendosi allo
zucchero) Uno o due è lo stesso... Facciamo
tre! (Riprende il discorso) Due chili alla
settimana...
(versa
tutta
la
zuccheriera
direttamente nella tazzina mentre dice:) basta
con le privazioni! Se vado avanti così
raggiungo i 200 come niente! La Teresina del
2000... la donna più grassa del mondo!
(L'uomo sospira. Mattea entra in
S'intravvede,
l'abbondante
bagno.
siluette della
donna) No, tu non te la puoi ricordare... non
eri
ancora
nato...
La
esponevano
nei
baracconi delle fiere.. faceva sgusciare tra le
pieghe di una tenda una coscia gigantesca...
(alza una gamba ad imitare la Teresina)
smisuratamente grassa e stagna. "Toccate,
toccate! - gridava l'imbonitore - Entrate e
potrete toccare anche il resto!" (Si alza la
camicia, si abbassa le mutandine, si siede sul
water-closet e fa pipì) C'era la ressa di 'sti
morbosi pervertiti. Mi senti caro?... Potrei
sempre avere una chance... che ne dici... ? Mi
apro
un
bel
baracconetto...
(aziona
lo
sciacquone).
VOCE UOMO: Non vorrei seccarti, cara... ma
ricordati che sono già le 9 e un quarto!
Consulta l'agenda...
MATTEA: (esce dal bagno e va a consultare
l'agenda) Cose da fare: "Prendere il Bros per
la memoria"... Quella Montalcino ha una bella
testa... hanno fatto bene a darle il Nobel! (Da
un mobile prende una scatoletta e legge)
"Trattamento
coadiuvante
delle
sindromi
psicorganiche a genesi involutiva o da insufficienza
cerebrovascolare.
fosfatidilserina
cerebrale
è
estratta
bovina"...
mi
dalla
fa
La
corteccia
un
po’
impressione!... io non mangio carne... figurati
la corteccia del cerebro di un bue!... Un
animale così ignorante... che mi fa diventare
intelligente. (Legge) "Una la mattina e una la
sera"... io le prendo tutte e due insieme come
mi alzo... altrimenti, prima che mi faccia
effetto la cura... quella della sera me la
dimentico. (Inghiottisce due pastiglie con un
po' d'acqua, poi si prepara la colazione) Che
fame! Com’è che mi sveglio sempre come se
non mangiassi da 18 anni? Mangerò! Prendo
un the... un altro liquido... poi passerò la
giornata a fare la pipì. (Si prepara la
colazione: senza rendersi conto, porta sulla
tavola 2 tazze) Perché prendo due tazze?! I
riflessi condizionati! Non c'è! Non c'è! L'hai
cacciato via? Adesso fai colazione da sola!
(Indica il letto) Il nuovo non mangia mai. (Nel
riporre la seconda tazza le cade qualcosa) Oh
mamma!... Chissà perché quando ti capita un
imprevisto, sempre
'mamma'
si dice... o
'mamma' o 'cazzo'! Per forza, è la prima
parola che impariamo... voglio dire 'mamma'...
cazzo è la seconda. (Sillaba) Mam-ma...
mam-ma... La mia nipotina, la prima parola
che ha detto è stata Uva... il nome del cane.
Pazzesco! Eravamo tutti lì ad aspettare... "dì
mamma dì mamma... tesoro, dì papà... " e
quando ero sola: "dì nonna!, dì nonna!" e lei
niente... Ubaaa! Con una voce terribile, acuta,
da nana... Ubaaa!... (Sillaba) Ma-mm-ma...
Quante cose mi sono persa per colpa di
quella santa
donna di mia madre! Metto il
miele o non lo metto? (Geme come se stesse
per svenire) Oh!..Un calo di zuccheri! ( Dal
barattolo prende un cucchiaio di miele che
succhia golosamente) Come è buono!...
Come è buono!... Che Dio benedica le api! Se
vado avanti così, alla fine della tournée peso
veramente centoventitré chili! "Uccide più la
gola delle USSL"! Pazienza, morirò!
Una donna bravissima, la mia mamma, tutta
casa
chiesa
e
lavoro!
Perbeeeneee!
Noiooosa! Guai nominare il sesso! Il sesso in
casa mia non esisteva: eravamo fatti tutti
come le bambole. Il didietro, si chiamava
"sedere"... e il davanti, il "sedere davanti".
"Mamma, mi prude
nessuno rideva.
il sedere davanti... " e
Ho fatto delle figure! E
quando sentivo dire "vai a dar via il sedere"
non sapevo mai se fosse il didietro o il
davanti. Quante cose mi sono persa per colpa
della mia mamma! Non potrò mai perdonarti
d'avermi imbesuita con
'sto capestro della
fedeltà assoluta, rigida... senza scantonate,
senza tolleranza! Avresti dovuto insegnarmi
l'infedeltà!... avrei avuto una vita piacevole,
piena di tensioni... divertimenti... batticuore...
"Caro, vado a fare la spesa... " e poi:( mima
una 'baciata frenetica) Invece qui... noiosa
anch'io come la mia mamma... (Ha terminato
di fare colazione, ripone tutto ordinatamente,
poi si dirige al letto) Mi hai insegnato a ridurre
il matrimonio ad una specie di gabbia
per
coppie costrette in cattività. Adesso basta
dormire, tesoro, alzati, lo sai che stanno per
arrivare i collaboratori e devo sbaraccare l
letto! (Solleva con forza le lenzuola tirandole a
se. Appaiono due cuscini disposti a fare
immaginare una persona) Oh, mio Dio... dove
sei? Non fare scherzi!... (Solleva i cuscini e li
butta) Mi hanno rubato l'amante... o forse è
scappato... Mi ammazzo! Dove sei?... Ah, sei
qui! (Solleva un registratore) Mi avevi fatto
prendere un colpo! (Lo bacia) Cosa farei
senza di te, mangianastri del mio cuore!
(Preme un tasto, si risente la voce dell'uomo).
VOCE UOMO: Sveglia... tesoro... sono già le
nove!
MATTEA: Adesso mi hai scocciato!
VOCE UOMO: Quanto ti amo! Ti amo... anche
se ieri sera sei stata cattiva... Spogliati...
andiamo sotto la doccia... ti voglio insaponare
dalla testa ai piedi!
MATTEA: Così ci metti quel mese e mezzo. (Si
dirige alla quinta e porta in scena una ciclette)
Taci, cretino! (Spegne il registratore. Sale
sulla ciclette e pedala con ardore) Adesso mi
faccio una bella passeggiatina in bicicletta...
devo tenere in allenamento i muscoli...
Almeno
quelli!
Voglio
restare
soda
e
scattante! A dimagrire ho rinunciato... non ci
penso più. Mi sono accettata.. anche perché
le diete con me, non funzionano... le ho fatte
tutte: quella del fantino, la mediterranea... la
dissociata... perfino la tenia...ho ingoiato la
tenia, il verme solitario... Mi sono messa ad
una dieta da fachiro...voi non ci crederete: la
tenia è morta di fame e io sono ingrassata lo
stesso! Non c'è niente da fare...è un fatto
interiore...psicologico... (Suona il campanello
del telefono) Chi mi chiama a quest'ora?...
così presto...(Solleva la cornetta) Pronto?...
pronto... Allora? Non c'è nessuno?... (Cambia
tono) Sei tu?... Lo so che sei tu... Non tentare
di tornare a casa... se sei tu... se non sei tu...
(fa un pernacchietto all'indirizzo del telefono e
riattacca) Ma perché mi devono disturbare!
Per me è lui... è lui... è un anno che non lo
vedo... ogni tanto telefona... aspetta solo che
io gli dica "torna". Ma io, per adesso, niente.
Poi si vedrà. Vi stavo dicendo che mi sono
accettata. Un giorno mi son detta, voglio
affrontare la realtà:... mi voglio vedere tutta
intiera... mi sono messa nuda e con coraggio
mi sono specchiata... sono svenuta. Poi ho
detto... anche di dietro: bevi fino in fondo il
calice amaro... con lo specchio così... a
guardarmi... coma profondo.
Che crollo di
glutei! Ero disperata angosciata da tanto
disfacimento... Va bene tutto...ma il sedere
che mi... Ho fatto una inchiesta con tutte le
signore del palazzo... ho fatto una riunione di
condominio. Ordine del giorno: "crollo del
sedere della signora del quarto piano". Le
donne sono state tutte gentili... che dopo i
cinquant'anni, nascono delle grandi amicizie
tra le donne... prima un po' meno... tutte a
darmi consigli..faccia così, faccia cosà... poi si
alza una stupenda che sarà pesata un
quarantasei chili massimo... è una cattiva...
che le magre sono cattive... rabbiose... perché
hanno una fame!...che mi fa:"Cammini sulle
punte!" (Mima una camminata sulle punte) Io
tutti il giorno così!... Sembravo un re magio! E
poi
quell'altra
ginnastica
per
rassodare
l'interno della coscia, detta "della ranona"!
(Esegue) Non ridete tanto che domani vi vedo
in giro per Milano a camminare così. Poi di
colpo, non me ne è importato più niente. Mi
sono accetta. Ci convivo allegramente con la
mia ciccia... Mi trovo bene anche da grassa...
ho i miei vantaggi: d'inverno sto bella
caldina... Se mi voglio stendere per la strada
ho il mio materasso già incorporato nella
schiena... Però non sono nata grassa. Anzi!
Perché sappiate chi sono, vi devo raccontare
chi sono e da dove vengo...voglio che
seguiate e capiate tutti i miei problemi dal
principio alla fine... altrimenti cosa siete venuti
qui a fare?... Se sono grassa ho le mie buoni
ragioni.
Sono
nata
a
sinistra...cresciuta
vissuta educata sposata a sinistra. Lui,
ricercatore nucleare in carriera via via sempre
più importante persino proposto per il premio
Nobel, io, ricercatrice nucleare, moglie del
ricercatore nucleare via via sempre meno
importante... mai proposta nemmeno per il
premio del Mulino bianco... non so per quale
cazzata mentale, tutta per i figli...marito e
figli...il lavoro mio..l'ho lasciato a poco a poco
perdere...
senza
accorgermene
mi
ero
dedicata alle sue di ricerche... lavoravo per
lui... felice dei suoi successi, che però erano
soltanto suoi. Sono stata sposata col mio caro
marito ricercatore nucleare quasi Nobel, per
trent'anni. Lui era diventato importante...
importantissimo!...
Un
monumento!
I
monumenti però, come tutti sanno si reggono
su di un piedestallo. Io ho passato trent'anni
della mia vita così.
(Si mette di profilo al
pubblico e si piega in avanti fino a toccare con
le mani il pavimento) Lo sapete perché le
donne prendono raramente il premio Nobel?
Perché non hanno le mogli che le aiutano.
Non é mia, l'ha detta non so chi. Comunque,
come tutti gli imbecilli, ero felice di quello che
avevo. Cantavo dalla mattina alla sera... tutto
era stupendo... anche se ero sempre molto
stanca... lui andava a letto due ore o anche
tre prima di me e si alzava due ore anche tre
dopo di me, ma che gioia fargli trovare al suo
risveglio
i
suoi
appunti,
che
io
avevo
elaborato, già battuti a macchina. Che gioia
vederli pubblicati sulle più importanti riviste...
che bello leggere il suo nome sotto al saggio
che di fatto avevo fatto io! Che bello! Che
stronza! Ma allora non lo sapevo. Gli ho dato
tutto con vero grande amore. L'unica cosa
che ad un certo punto a cominciato a farmi
girare i colions... parlan tutti in inglese... mi
devo adeguare... é stato il fatto che da una
certa età in poi ha dato via di testa. Era un
ricercatore
ricercatore
nucleare...
di...
sederi
ma
anche
davanti.
un
Cercava
cercava e trovava. Oh come trovava! Che
come trovano i ricercatori nucleari, non trova
nessuno! Ad un certo punto, come vi dicevo
ho avuto questo giramento di colions e gli ho
detto: scendi dal piedestallo che da ora in poi
voglio camminare diritta e (alza la voce) "vai
via!" Bisogna stare molto attente a dire vai
via... perché vanno... Vanno. Io da quel
momento lì... che sono rimasta cinque giorni
vicino alla porta ad aspettare che tornasse...
quando ho capito che non sarebbe tornato ho
cominciato a dilatarmi!
E lui é andato. Poi
quando ho visto che non tornava credevo di
morire... ho provato una roba... un dolore!
credevo di morire. Non dite mai, vai via,
perché vanno via! State attente. Ho passato
un anno in coma profondo... e ho incominciato
ad ingrassare.
Sono stata così male!...
Credevo di morire... Non avevo più niente da
fare... i figli cresciuti... Vedevo films dalla
mattina alla sera... films d'amore... piangevo
come una fontana... però a poco a poco ho
messo a frutto questa mia passione Per
passare il tempo, vedevo films films...tutti
d'amore e giù a piangere. Poi di colpo non me
ne è importato più niente. Non so come, ho
incominciato a registrare le voci degli attori
Sinatra
Newman,
Gary
Cooper,
Marlon
Brando... tagliavo il nastro, incollavo, e mi
sono costruita dialoghi d'amore per il mio
fabbisogno giornaliero: la sveglia con le
coccole, con... la
ninna nanna con
le
dolcezze... con Frank Sinatra ci faccio degli
amori!...qualche
sgridata
per
tenermi
in
allenamento...scenate di gelosia... A Paul
Newman che mi piace da impazzire anche se
ha le braccia un po' corte..."No, caro ti
giuro..non ti ho tradito"... e così via. Le mie
amiche: mio marito parte, mi presti la tua
sveglia con le coccole, così domani se mi
sveglio bene passo una bella giornata? La
notizia é dilagata nel condominio, tutte le
donne mi chiedevano le mie cassette, poi un
tipo, m'ha proposto un bisness: "Signora, lei è
un genio!" mi fa. Il primo complimento che ho
ricevuto
negli
ultimi
trent'anni...
"Questa
invenzione... la sveglia con le coccole, se mi
permette la lanciamo sul mercato". Sto
aspettando
il
risultato
dell'indagine
di
mercato... se mi va bene, diventerò ricca... E
poi, vuoi mettere la soddisfazione?... Alla mia
età,
essere
vincente
in
qualche
cosa,...nonostante il grasso... Chissà dove
sarà quel povero ficomane imbecille? (Preme
un tasto posto sul manubrio della ciclette) Ci
metto anche la musica! Me ne ha fatte
passare di tutti i colori... ma mi piaceva... mi
faceva dei complimenti da fantascienza:"Sei
un'astronave bellissima... piena di luci!" e 'sto
stupido me le ha spente tutte le lampadine...
Non avrei mai pensato di dipendere così tanto
da lui...Dove sei? Dove sei?
Ma
stai
tranquillo... torna a casa! Altre volte se ne è
andato... ma poi è sempre tornato!
Lui
perdendo me, si è perso qualcosa di grosso...
Non ridete... non sto parlando del mio
volume... parlo di me come persona... quello
che ho dentro, come sono io... Ti sei perduto
una
donna
intelligente...
umana...
meravigliosa...
Appare lo spaccato della porta della casa di
Mattea. Un uomo di una certa età, suona il
campanello.
MATTEA: Chi è?
UOMO: (molto accorato) Amore perdonami...
sono qui ancora da te... aprimi, lascia che ti
parli...
MATTEA: (scende dalla ciclette e si avvicina
alla porta) Oddio, mio marito! Mi sento male...
Sei tu?
UOMO: Certo che sono io...
MATTEA: (tra sé) Ma perché sei tornato... sto
bene da sola... mi sono adattata...
UOMO: Ma io non mi so adattare! Ti giuro che
cambierò... fammi entrare!...
MATTEA: No, no... Un momento... tu non sei
mio marito... non ti riconosco...
UOMO: Certo sono diverso... vedrai, sono
cambiato... irriconoscibile!
MATTEA: Sapessi quanto sono irriconoscibile
io! Ma tu... non sei mio marito!
UOMO: Non scherzare! Fammi entrare o butto
giù la porta!
MATTEA: Provaci! Guarda che non sono sola...
c'è il mio uomo con me! (Va al registratore, lo
mette in azione e calza sulla testa la cuffia).
UOMO: Ti ho detto di non scherzare! Sei
crudele!
MATTEA: Adesso glielo chiamo! Caro, vieni qui
un attimo...
VOCE UOMO: (al magnetofono) Sì... eccomi...
Facciamo ancora l'amore... (Mattea blocca il
registratore).
UOMO : Chi parla?... Ho sentito una voce
d'uomo lì dentro che...
MATTEA: Certo! E' il mio uomo. Se ne vada!
UOMO: Ma come... mi hai appena cacciato
fuori di casa, mi tratti come un estraneo e stai
già con un altro?! E ci fai pure l'amore!
MATTEA: Cacciato fuori di casa?!... Ma chi è?
UOMO: Capisco umiliarmi, ma questo è troppo!
E' vero, ho perso la testa... ma ora conti solo
tu... hai sempre contato solo tu...
MATTEA: Davvero?
UOMO: Voglio dire... anche qualcun' altra... ma
tu di più!
MATTEA: Non ci capisco... signore...
UOMO: Non chiamarmi "signore"! Io sono il tuo
Aldo... l’amore tuo santo che bussa alla tua
porta!!
MATTEA: Senti, signor Aldo-amore-mio-santoche-bussa alla mia porta... hai
appunto,
sbagliato porta! Anch’io ho un marito che ha
perso la testa, anch’io l’ho sbattuto fuori di
casa... l'unica variante è che io non sono "tua"
moglie. (Corre a riattivare il magnetofono).
UOMO: Come non sei mia moglie?... E allora
che torno a casa a fare?
VOCE UOMO: (al magnetofono) Spogliati... ti
voglio insaponare tutta dalla testa ai piedi...
UOMO: Ma chi è quello zozzone che ti vuole
insaponare tutta?!
MATTEA: Senta, io mi faccio insaponare tutta,
dallo zozzone che mi pare e piace! Se ne
vada o chiamo la polizia! Anzi, la chiamo
subito!
UOMO: Ha ragione, non sono fatti miei... si
faccia insaponare come le pare e piace, ma
non chiami la polizia, la prego... Sono molto
agitato...
Ho
bisogno
di
parlare
con
qualcuno... forse ho sbagliato piano... Eppure
no... questo è il quarto... vero?
MATTEA: Sì, è il quarto.
UOMO: Allora ho sbagliato palazzo... forse
anche di strada...
MATTEA: Già, magari anche di città. Adesso se
ne vada!
UOMO: Sì, me ne vado... Ad ogni modo devo
dire che m’ha fatto bene esternarmi con lei...
voglio conoscerla... mi faccia entrare...
MATTEA: Faccio entrare un estraneo in casa
mia? Mai! (Fa scorrere una parete che divide
la camera da letto dal soggiorno) Per quanto
ne so io, lei potrebbe essere un maniaco
sessuale che sul più bello mi salta addosso
come in quel film... Ha visto "Uno sconosciuto
alla mia porta"?
UOMO: Sì, l'ho visto...
MATTEA: Era tremendo! Non ho dormito tutta
la notte! Il giorno dopo sono andata a
comperarmi la videocassetta... (Afferra un
aggeggio simile ad un telecomando che punta
verso la porta d'ingresso a sbloccarla) Ad ogni
modo entri, è aperto. (Corre dietro alla parete
divisoria e parla da lì).
UOMO: Oh, tu guarda... è proprio aperto!
(Entra. La porta esce di scena) E già... questa
non è la casa di mia moglie...
MATTEA: Non s'affacci o grido! Sono nuda!
UOMO: Nuda?!
MATTEA: Non faccia la voce di quello che è già
pronto come il Nescafè! S'accomodi... si
segga...
UOMO: Non ci sono sedie... mi siedo sul letto?
MATTEA: No! Sul mio letto... non si permetta!
(Gli passa la ciclette ) Si segga qui.
UOMO: Su una ciclette?!
MATTEA: Sì, è comodissima, ci passo le
giornate! Mi racconti la sua storia d'amore...
UOMO: La mia è una tragedia d'amore.
MATTEA: Anche la sua?
UOMO: Beh, un uomo della mia età... 56 anni,
che s' innamora di una ragazzina... (Sale sulla
ciclette).
MATTEA: Che storia strana!... Non l'ho mai
sentita, sa.
UOMO: Deliziosa... L’ho conosciuta dopo un
concerto... il concerto lo tenevo io .
MATTEA: Ah, lei è un musicista?
UOMO: Sì, percussionista: timpani, tamburo e
piatti. Faccio parte di un ottetto... eseguivamo
Strawinski... Io battevo sul timpano con le
mazze... percuotevo piatti... e lei mi guardava
come fossi un Dio! "Pluto
che batte sul
tamburo degli inferi" così mi ha chiamato.
(Pedala senza accorgersene).
MATTEA: L'ha chiamato Pluto?!... Il cane di
Pippo?
UOMO: Ma che dice Pippo! E' il Dio Pluto... che
rapì la primavera!
MATTEA: Scusi, ho rimosso tutta la mitologia.
UOMO: Dopo la percussione l’ho invitata a
cena. Il cuore mi batteva come il mio
tamburo... lei era giovane, entusiasta... Ci
siamo amati in maniera folle! Sono riuscito a
tenere nascosto il mio concerto... voglio dire
la mia relazione, per un po' a mia moglie. Poi,
un giorno, mi ha sorpreso nel bagno che
facendo la barba canticchiavo: "E allora ti
chiamerò Trottolino amoroso du du... da da...
" - "Di chi ti sei innamorato, 'sta volta" mi fa
all’improvviso. Aveva capito tutto!
MATTEA: Accidenti... intuito superlativo!
UOMO: Sì, sa leggere in ogni mio gesto... Se io
starnuto... non dice: "salute"... ma: "Quando
fai l’amore con quella di turno, tieniti addosso
la maglia di lana... non fare lo sportivo
"culoalvento" tutto nudo, Trottolino coglione
du du!".
MATTEA: Che spiritosa! Avrei dovuto fare così
con mio marito... Senta, Trottolino coglione du
du... dovrei vestirmi e dovrei venire di lì... Le
dispiace cambiare di spazio? Ma attenda un
mio segnale. (Entra nella doccia usando
l'entrata posteriore).
UOMO: Quello che non capisco è come mai,
ad un certo punto, mia moglie abbia perso le
staffe... Non mi ha voluto più capire...
MATTEA: Sorpassi la parete!
UOMO: (esegue) Oh, tu guarda! E già... non è
proprio la casa di mia moglie! Chissà dove è
finito
quell'uomo...
(inavvertitamente
si
appoggia al registratore che si mette in
funzione).
VOCE UOMO: Vieni sotto la doccia con me...
che t' insapono tutta!
UOMO: (fa un balzo indietro, poi si rende conto
e spegne il registratore) Ah, sei qui, zozzone!
MATTEA:
Lasci
stare
il
mio
fidanzato
elettronico! Diceva che sua moglie ha perso
le staffe? (Esce dal bagno dalla porte che dà
nella camera
da letto, si porta all'armadio,
cerca un abito da indossare, poi rientra in bagno).
UOMO: Sì. "Quanti anni ha questa tua 'viola'
d'amore?" mi fa all'improvviso... "19..." - "E
magari era anche vergine?"-"Si..." - "E se un
uomo della tua età si fosse comportato così
con tua figlia, come avresti reagito?" Non ha
nemmeno alzato la voce.
M’ha detto:
"Scendi".
MATTEA: Scendi da dove?
UOMO:
Ah,
dimenticavo...
eravamo
in
macchina... guidava lei a più di cento all'ora...
Le ho detto: "Ti dispiace di rallentare almeno
un po', prima?" Mi sono trovato sulla corsia
d'emergenza appiedato, a 50 chilometri da
Milano... e passavano soltanto Tir.
MATTEA: Poi con la ragazza cosa è successo?
UOMO: E' successo che... (Si guarda intorno)
Ma da dove parla?
MATTEA: Non si volti! Guardi che la vedo!
UOMO: Ah, sì? Ma che è, in ogni luogo?!
MATTEA: Sì, straripo un po'.
UOMO: E' successo che di colpo
mi ha
piantato anche lei e si è sposata in bianco,
con un insegnante precario d’inglese, col
quale stava anche prima, ma io non lo
sapevo. Diceva sempre che era suo cugino.
Così la storia è finita con un cadavere sul
campo: il mio!
MATTEA: Sono straziata! Senta cadavere sul
campo il suo... le dispiace ripassare di là?
Senza voltarsi!
UOMO: Sì, sì... (Torna nella parte-notte,
camminando "faccia pubblico", si appoggia
alla ciclette e quasi senza accorgersene vi
sale
sopra
e
pedala)
Senta,
lei
m'incuriosisce... così misteriosa... che non si
vuol far vedere... M'intriga... Non si potrebbe
tirar via di mezzo 'sta specie di muro di
Berlino? Voglio conoscerla!
MATTEA: Mai!... Senta io oltre ad essere decisamente chiusa ad ogni rapporto, sono arida,
dispotica, egocentrica. Non esisto né come
persona né tanto meno come femmina, pur
essendo abbastanza evidente... né voglio
esistere come cuccia calda. Ah, dimenticavo:
sono larga un metro e cinquanta, ho 5O
anni... e peso più di 100 chili senza l'osso...
(Pausa) Mi vuol conoscere ancora?
UOMO: Non ci credo, lei mi sta prendendo in
giro... non è grassa... lei ha una voce
giovanissima!
MATTEA: Sì... sono Cappuccetto Rosso!
UOMO: No, non riesce a farmi paura. Io non
me ne andrò di qui senza averla veduta!
MATTEA: E allora, peggio per te! Mi aiuti a far
scorrere la parete... (Eseguono) Si volti di là!
UOMO: Sì, mi volto...
Scorre la parete, Mattea accende il registratore:
una musica trionfale, tipo le quattro stagioni di
Vivaldi. La donna, salendo sul tavolino, centro
scena, si mette in posa, come una statua di
Venere barocca.
MATTEA: Ecco ora si rigiri.
UOMO: (rimane per un attimo senza fiato) Dio
che tanta!
MATTEA: Scioccato, eh?
UOMO: Lei è... lei è... Lei ha qualcosa di
maestoso
in
questa
sua
abbondanza
generosa!
MATTEA: I miei amici mi chiamano Pantheon.
(Scende dal tavolino e va a spegnere il
registratore).
UOMO: No, non dica così. A parte che io
davvero mi sono stufato delle ragazzine alla
ricerca del padre. C'è anche l'amicizia,
l'intelligenza... la comprensione... un'affetto
profondo... solido...
MATTEA: Ha detto una cazzata dietro l'altra...
Se ne vada... se no fingo d'inciampare, le
frano addosso e la uccido!
UOMO: Sì, me ne vado... ma mi permetta di
venirla a trovare ancora qualche volta.
MATTEA: Ho capito, lei è socio del club "ogni
lasciata è persa!".
UOMO: No, ma che dice?
MATTEA: Se ne vada o mi spoglio nuda!
UOMO: Vado!... Ma un'ultima domanda: perché
è ingrassata così?
MATTEA: (urla) Mi spoglioo! (Accenna a
togliersi i vestiti).
UOMO: Nooooo! (Esce di corsa. Con lui, esce
di scena anche la porta).
MATTEA: Gli ho bloccato l'erezione per venti
anni! I personaggi cambiano, ma le storie
sono sempre le stesse. Siamo dei replicanti.
Perché mi sono ingrassata così?! Rozzo
maleducato! Mi mette anche in imbarazzo.
Hai capito? Se appena io ci fossi stata...
quello... era pronto! Quasi quasi lo richiamo...
Scherzo! Non voglio aver rapporti più con
nessuno. Cinquantadue anni, non è che sia
vecchio... però anche quelli vecchi... io ne
vedo anche tanto anziani...tutto una mela
ranetta che son sempre lì... è pazzesco, non
si calmano... Belle brutte, giovani vecchie
magre grasse... non vogliono perdere un
colpo! E poi, invecchiando, non è che si
calmino...Macché... Che roba!... Noi donne,
dico la verità, non è che voglia fare del facile
femminismo,la donna è brava e l'uomo no, ci
sono anche quelle che dan via di testa...
specie in menopausa...o che non sanno
accettare la vecchiaia... ma in genere siamo
più serene, accettiamo abbiamo maggiore
consapevolezza... dignità.
Leggo sui giornali delle storie... queste
ventenni...
s'innamorano
un
fiore...
stupende
pazzamente
di
che
anziani,
sessantenni, purché grande industriale, il
grande politico...il grande attore, cantante,
scrittore... pittore... s'innamorano pazzamente
queste giovani... storie pazzesche amori
pazzeschi con l'anziano... che la stessa storia
d'amore travolgente non la leggi mai sui
giornali tra una ventenne e un pensionato
dell'INPS. D'altro canto, hanno anche ragione:
vuoi mettere il fascino di un uomo arrivato con
quello di un poveraccio pensionato dell'INPS
oltretutto vecchio. E' giusto. Senza fare del
facile femminismo devo riconoscere che noi
donne abbiamo più consapevolezza dell'età...
invecchiamo più serenamente... sì, qualcuna
dà anche un po' fuori... ma la maggior parte
invecchiamo dignitosamente... insomma vi
vediamo . Accettiamo la vecchiaia con
dignità... perché non fa piacere a nessuno ... ti
piacerebbe anche magari continuare una vita
amorosa, ma con chi?... Chi ti vuole?...
Mentre gli uomini, non so com'è ma...è che
poi è l'ardore che hanno dentro questa voglia
di non... Gli uomini invece ,non si vedono.
sfasciati come noi, grassi, vecchi... non si
vedono! E se si vedono fingono di niente.
Tanto le ragazze ci stanno. Comunque fanno
fatica ad accettarsi... a rinunciare alla potenza
del sesso.. anche perché fin dall'infanzia glia
hanno
insegnato
che
"lui
deve
essere
maschio" sempre... lo abituano con questo
culto del sesso... La superiorità dell'uomo è
tutta in questo suo organo sessuale... a parte
che a me la parola "organo" mi porta fuori
strada... mi viene in mente
cantata...
san
Pietro...
la messa
questo
organo
sessuale, che se noi lo vogliamo guardare
bene...
smitizzare...
ma
cos'è?...
una
codina!... Il diavolo ce l'ha di dietro il maschio
ce l'ha davanti. Che poi quando lo vedi lì... a
riposo...
in
abbandono...
mi
fa
una
tenerezza... una simpatia!...tutto traballone...
mi viene voglia di giocarci come con la coda
del gatto... Poi all'improvviso... il miracolo:
TRAK: l'erezione!... Io le prime volte mi
spaventavo... pensavo avesse dentro un
osso... E' un miracolo! E' questo che rende
l'uomo superiore a noi. Noi donne facciamo
delle cose stupende... per esempio i bambini li
facciamo soltanto noi eh... ci vengono molto
bene... ci mettiamo tutto, li confezioniamo... ci
mettiamo un po' di tempo però... Il cavallo ce
ne mette più di noi... ci mettiamo tutto... venti
dita due occhi, le orecchie, ma se non
abbiamo il seme del maschio... noi non
possiamo fare niente. L'uomo é superiore a
noi. Lui lo sa... lui lo sa. Noi dobbiamo
accettare questo dato di fatto. Ha sempre
avuto
fin
dai
considerazione
tempi
per
antichi
questo
un
grande
suo
organo
sessuale...l'ha definito con dei termini epici
aulici, magniloquenti!... Il fallo! Sentite come è
importante questo termine: Il fallo! Io lo vedo
con la corona in testa. Prepuzio. A me,
prepuzio, mi fa ridere. "Pronto? C'è il signor
prepuzio?... Mi dà una grande ilarità. Che ai
funerali non mi venga in mente prepuzio
perché scoppierei a ridere. Invece "glande"...
ascoltate la dolcezza... glande... sembra il
nome di un fiore. "Ti offro questo mazzo di
glandi... tienili sul tuo cuore!"
Con
questa
tranquillamente
terminologia
ricostruire
un
si
poema
può
di
Euripide:
"Venne altissimo Ermione
Prepuzio invitto
appresso il fratello suo glande
montando lo scalpitante scroto..."
puoi andare avanti così fino a domani mattina
e nessun professore si accorgerebbe del
cambiamento. Invece con la terminologia che
hanno appioppato a
noi donne non si può
costruire nulla. Quale poesia si può trovare
nel termine "vulva"?! C'è la VULVA!!!... "Fai la
brava bambina... altrimenti
ti chiamo LA
VULVAAA!!!" Cosa vuoi costruire... utero...
ovaie... vagina... sulla vagina come massimo
ci si può scivolare sopra. " Mi sono rotto una
gamba
scivolando
su
una
buccia
di
vagina...Guarda qui, zoppico ancora!"
Con questa terminologia puoi ricostruire come
massimo un racconto dell'orrore.
"I pipistrelli volavano all'imbrunire,
le vagine gracchiavano nello stagno
era il momento che depositavano le
ovaie
un utero tremendo si levò nella notte
gli spermatozoi moriron tutti di
spavento!"
Potrei andare avanti ancora un po'... ma... (si
mette nella classica
posizione di una donna a cui scappa la pipì) mi
scappa la pipì!
(Si dirige al bagno) Vengo subito!
Entra la solita porta seguita da un giovane che
suona il campanello. Ha con sé una cartella: è il
collaboratore di Mattea.
MATTEA: (dal bagno) Chi è?
GIOVANE: Mattea, sei in casa? Posso entrare?
MATTEA: Sì... entra, è aperto... Che problema
hai?
GIOVANE: (entra in casa, la porta se ne va)
Hai sfondato! Ce l'abbiamo fatta! La tua
sveglia con le coccole è un successo
incredibile!
MATTEA: (esce dal bagno) Dici davvero?!
GIOVANE: Guarda... (le consegna una lettera)
è una proposta di contratto in esclusiva, per
tre anni!... E guarda la cifra!
MATTEA: Oddio!... Mi sento male... mi toccherà
pagare le tasse.
GIOVANE: L'indagine di mercato è stata un
trionfo! (Estrae dalla cartella alcuni fogli che
mostra a Mattea) E in particolare quelle con
l'allusione dell'amante nel letto pieno di
dolcezze e sbaciucchiamenti. E sai qual'è la
cosa davvero incredibile? Che i più fanatici
sono gli uomini. Sono loro che comprano più
cassette.
MATTEA:
Anche
gli
uomini
soffrono
di
solitudine? Cosi potenti ? Non l'avrei mai
pensato!
GIOVANE: La tua voce è un trionfo... Sei già
una diva!
MATTEA:
Oddio,
mi
inviteranno
in
televisione... Mi faccio fare 7 lifthing... due
pens qua... (indica il sedere) un riporto qua...
qua un bel plissé... due bretelle per il seno... e
tutto quello che avanza lo do in beneficenza al
Terzo mondo! Sono emozionata... Ma chi
l'avrebbe mai detto... un successo così?!...
Dovrei essere pazza di felicità e invece mi
sento colpevole come la peggiore
delle
criminali.
GIOVANE: Ma perché, cosa dici?
MATTEA: Io sto approfittando come la
più
subdola delle furbastre, della situazione di
angoscia e frustrazioni in cui è caduta la
maggior parte della gente, me compresa.
GIOVANE: Non ti capisco. Spiegati!
MATTEA: Tutti questi poveri
alienati che
comprano le mie cassette con voci di falsi
innamorati lo fanno perché hanno paura delle
voci vere. Un rapporto autentico t'impegna, ti
costringe a spaccarti in due a favore dell'altro.
Meglio allora, imbesuirsi di una registrazione
con parole e magari immagini di un amante
prefabbricato, asettico, che puoi spegnere col
telecomando. Lo sai che esiste una poltrona,
ancora allo stadio sperimentale, fai conto
questa, dentro la quale ci si accoccola. Una
poltrona
amante
allacciamenti...
dotata
onde
di
calde,
cuffie
e
strusciate
lascive... e voci tenere. Alla fine, ti senti
appagato... immerso in uno splendido oblio !
GIOVANE: Ma va... !
MATTEA: E' meglio che far l'amore! Con
questa poltrona non servono contraccettivi... e
non devi nemmeno chiedere "ti è piaciuto?"
Se ti scoccia, la spegni.
GIOVANE: Ma che balle mi vai raccontando...
E' roba da fantascienza... Stai dando i numeri.
MATTEA: Niente affatto. Ti giuro che questa
poltrona esiste di già.
GIOVANE: Sì, nella tua testa.
MATTEA: No, ne ho una anch'io, di là!
GIOVANE: Ah, ah questa poi! Avanti, fammela
vedere.
MATTEA: E adesso mettiti al lavoro. (Entra in
bagno).
GIOVANE: Vado a farmi un caffè.
Il giovane va in cucina. Contemporaneamente
entra in scena la porta, davanti alla quale
troviamo Anna, la figlia di Mattea che suona il
camapello.
MATTEA: (dal bagno, gridando) Chi è ?
FIGLIA: Sono io!
MATTEA: E' aperto!!
FIGLIA: (entrando, singhiozza disperatamente)
Mammaa... mammaa ... dove sei?
MATTEA:
(dal
bagno)
Sono
qui...
che
succede?
ANNA:(c.s.) Mamma sono io... Anna...
MATTEA: Lo so cara, ti riconosco! Entra qui da
me... (Anna entra in bagno. Le due donne si
abbracciano)
Calmati!
Che
succede?!
(Controluce vediamo la madre che si sta
lavando mentre la figlia si alza la gonna e si
abbassa lo slip restando però in piedi).
ANNA: Non la lascia! Non la lascia! Sono
disperata! Non faccio che fare pipì!
MATTEA: E' normale cara, le lacrime da
qualche parte devono pur sgorgare.
ANNA: E' un mascalzone, porco, bugiardo! Oh
Dio, muoio... mamma... mammaaa... muoio...
Il giovane,
rientrato in scena, si siede ed
osserva le due donne.
MATTEA: Calmati cara... Siediti..non restare a
mezz'aria..fai la tua pipi santa... spiegati...
cosa è successo? Chi è il porco bugiardo?
ANNA: Sono andata a casa sua...
MATTEA: A casa sua di chi?
ANNA: Di Carlo...
MATTEA: Carlo chi? Lo conosco?
ANNA: No... ci sto solo da tre mesi.
MATTEA: In che senso ci stai? Tuo marito
dov'è?
ANNA: A casa...
MATTEA: Ma non me ne avevi mai parlato di
'sto Carlo! Ero convinta che tu stessi ancora
con quel Domingo...
ANNA: Non te ne ho mai parlato perché avevo
paura che ti arrabbiassi. Il fatto è che con
Domingo era tutto finito da un pezzo! (Si alza
e mette in funzione lo sciacquone).
MATTEA: Sei tutta sudata! Fatti una doccia...
(Anna si spoglia e mima di farsi una doccia).
ANNA: Io non ce la facevo più... così geloso
possessivo... troppo diverso culturalmente...
due mondi mamma ... Oltretutto quando gli ho
detto
della
mia
intenzione
di
lasciarlo
definitivamente, mi ha mollato un tremendo
pugno
in
testa...
una
mazzata!
Sono
stramazzata al suolo... m'hanno portata al
pronto soccorso con
la commozione ce-
rebrale... quasi.
MATTEA: (esce dal bagno e va a prendere un
asciugamano che consegna ad Anna) Oh,
mio Dio! Ma quando è successo? Perché non
me ne hai mai parlato? (Scorge il giovane e
sottovoce gli dice:) Che stai facendo?..Ti godi
le ombre cinesi di mia figlia? Vai subito in
cucina a farti un caffè!
GIOVANE: Ma me lo sono appena fatto!
MATTEA: Fattene un altro per domani! (Il
giovane se ne torna in cucina) Perché non me
ne hai mai parlato?
ANNA: Non volevo che ti preoccupassi... A
parte che quando mi hanno portato alla
Columbus, la clinica, io non capivo niente...
MATTEA: Ma tuo marito dov'era?
ANNA: A casa... gli avevo detto che venivo da
te per due giorni... che avevi scoperto d'aver
sorpassato i 130 chili e che eri caduta in una
crisi depressiva terribile .
MATTEA: Ma sei una incosciente! Pensa al
casino che avresti combinato se mi avesse
telefonato!
ANNA: Telefonato a te? Non c'era pericolo... lui
non ti può sopportare... lo sai che gli fai
orrore!
MATTEA: Sempre gentile 'sto stronzo!
ANNA: E poi ha fiducia in me! Comunque, alla
Colombus, il medico che mi ha visitato... mi
ha preso così a cuore... era così gentile che
mi è venuto spontaneo raccontargli tutto...
MATTEA:
Mentre
ti
faceva
l'elettroencefalogramma?
ANNA: No, dopo... quando l'ho aspettato al bar.
MATTEA: L'hai aspettato al bar? Quando?
ANNA: Appena mi hanno dimessa... dopo 20
minuti... Commozione cerebrale... niente...
(esce dal bagno avvolta nell'asciugamano)
"Lei, ad ogni modo, non è in grado di tornare
a casa da sola. L'accompagno io" - mi fa.
MATTEA: E ti sei fatta accompagnare a casa
tua da un estraneo?
ANNA: Ma mamma, siamo nel 2000!... Mi
aveva visitato! E poi un medico non è mai un
estraneo!
MATTEA: E l'hai fatto pure salire, magari...
ANNA: Ma mamma mi aveva vista nuda!
MATTEA: Nuda per la commozione cerebrale?
Ma dove te li ha applicati gli elettrodi?... Sui
glutei?
ANNA: Ma che dici?... Avevo battuto l'anca! Un
livido da qui all'inguine!
MATTEA: Ho capito, ti ha messo gli elettrodi sul
sedere davanti!
ANNA: Mamma, bestemmiavi per la bigotteria
di tua madre e adesso mi stai facendo la
stessa inquisizione che lei faceva a te!
MATTEA: E' stato un riflesso condizionato...
Scusa. E tuo marito cosa ti ha detto?
ANNA: Niente, in casa non c'era. Ho trovato un
biglietto nel quale mi avvertiva
che era
andato da sua madre per via che non stava
bene.
MATTEA: Ma senza le mamme, come fareste a
farvi le corna?
ANNA: Ci risiamo? Non malignare mamma! Sto
vivendo una tragedia! E' da 'stamattina che
non mangio!... Anzi, mi fai un panino che ho
una fame!
MATTEA: Va bene... (Va in cucina e rientra
quasi subito portando un panino per Anna).
ANNA: (entra in bagno a vestirsi) Con Carlo ci
siamo visti e rivisti... lui è sposato, ma è stato
costretto, per via che la famiglia di lei, gliel'ha
imposto...
MATTEA: Lei era rimasta incinta, naturalmente.
ANNA: (meravigliata, si affaccia dal bagno) Sì,
ma come fai a saperlo? Li conosci?
MATTEA: No, è un classico. Vai avanti.
ANNA: Erano ancora così giovani... due
ragazzi. Lui non ha mai amato sua moglie...
ed ora sono arrivati al punto che ognuno si
muove senza aver bisogno della scusa che le
mamme stanno male. Stanno ancora insieme
solo per i figli. Ne hanno tre. (Torna in scena
completamente vestita).
MATTEA: Certo che, per uno che si è sposato
per forza... far tre figli... chissà che sacrificio!
ANNA: Sono come fratello e sorella.
MATTEA: Da manuale. C'è il panino... Su,
mangia.
ANNA: Grazie mamma... Allora, siccome lui mi
diceva sempre: "Non ho il coraggio di
dirglielo... non ce la faccio più... amo te... con
lei mi sembra di stare in galera!" dopo averci
pensato su per giorni e giorni...
MATTEA: Ma scusa e in tutta questa storia, tuo
marito... te lo sei dimenticato? Gli hai mai
accennato qualcosa?
ANNA: No, povero caro... che lo turbo a fare?
Pensavo: appena Carlo lascia la moglie io lo
dico a Piero...
MATTEA: Piero? Ma tuo marito non si chiama
Giovanni?
ANNA: Piero è un suo carissimo amico. Io mi
confido sempre con lui. E' lui che mi dà i
consigli.
MATTEA: Da quanto tempo vai a letto anche
con Piero?
ANNA: Mamma, non scherzare! Sto vivendo
una tragedia!
MATTEA: D'accordo, ma con Piero ci vai a letto
o no?
ANNA: (quasi piangendo) Sì, qualche volta...
quando sono depressa...
MATTEA: Ho capito... Piero detto l'Alka-seltzer
erotico stappa blocchi psichici. Vai avanti. Sei
andata dalla moglie...
ANNA: Sì, ho preso il coraggio a quattro mani...
MATTEA: Quattro mani? Oddio, mia figlia è una
scimmia!
ANNA: ... e mi sono presentata... (Posa il
panino e piange) Oh mammaaa è stato
terribile... Un'umiliazione... Maledetto!
MATTEA: Su, fatti forza, racconta...
ANNA: No, non ce la faccio mamma... Ecco
ascoltati la registrazione... infilati l'auricolare,
si sente solo con quello.
MATTEA:
(armeggia
il
registratore)
Hai
registrato il dialogo con la moglie?!
ANNA: Sì, certo per documentarlo!
MATTEA: Ah! Spionaggio concorrenziale...
ANNA: Mi sono presentata con un tubo
d'architetto sotto il braccio, (prende dal
carrello
un tubo, portadisegni)
fai conto
questo... e alcuni depliant di un'agenzia
turistica, (prende dal tavolo una rivista) tanto
per mascherare. Il microfono l'avevo piazzato
in cima al tubo, in modo che si registrasse
bene la sua voce.
MATTEA: Brava! (Si mette l'auricolare) La figlia
di una madre genio non può essere che
geniale. Infatti la voce della signora è
perfetta... la tua è quasi inesistente! Dimmi tu
come faccio adesso a capire il dialogo?
ANNA: Semplicissimo, se tu mi ripeti quello che
va dicendo la moglie io ridico le mie risposte.
MATTEA: Ma tu guarda, mi tocca fare anche la
doppiatrice, adesso!
Il giovane che sta lavorando al tavolo, si
interrompe e si avvicina
alle due donne.
GIOVANE: Oh, sì, sì... sentiamo
questa
rappresentazione! Dev'essere uno spasso!
ANNA: Oddio, un uomo!
MATTEA: Ti spaventi così perché è vestito,
cara! Non ti preoccupare... sa già tutto di te...
è un mio collaboratore molto discreto.
ANNA: Ah, beh se è discreto...
GIOVANE: Ma io non sono d'accordo con sua
madre... io trovo che lei, in tutte le sue follie,
esprima un fascino straordinario... signora
Anna... (Le bacia la mano).
ANNA: Grazie...
MATTEA: (seccata) Ci fidanziamo in casa?
ANNA:
Mamma,
si
parte.
Io
suono
il
campanello mi apre una donna sui 30-35 anni
in vestaglia. Nota bene, lui me l'aveva
descritta
come
un
tipo
insignificante,
anemica... e invece mi ritrovo davanti una
specie di top model, splendida, alta
dieci
centimetri
occhi
più
di
me...
con
due
splendenti... fai conto Robert Redford con la
parrucca da donna e gli orecchini... che
gentile mi fa... Ecco, mamma, tocca a te.
MATTEA: (mette in funzione il registratore) Ah,
sì... Buon giorno cosa desidera?
ANNA: Vorrei parlarle...
MATTEA:
(ripete
stentatamente
le
parole
registrate) Se è per beneficenza l'avverto che
abbiamo già dato.
ANNA: Recita
meglio
mamma... così mi
smonti...
MATTEA: Vorrei vedere te! Con 'sta voce che ti
parla
nell'orecchio...
pensi
sia
facile?...
Aspetta almeno che mi abitui, no? ( Riprende)
Mi spiace, ma abbiamo già dato .
ANNA: No signora, scusi... si tratta di qualcosa
di molto particolare...
MATTEA: Ah... lei è dell'agenzia viaggi... non
avevo visto il depliant... scusi se non l'ho
capito subito... ma non doveva disturbarsi...
tanto c'è tempo, io e mio marito partiamo solo
giovedì!
ANNA: Partite? Con chi?
MATTEA: Con Carlo mio marito!
ANNA: Ma doveva partire con me! Scusi ma mi
sta girando la testa... (Il giovane sorregge
Anna e poi la fa sedere).
MATTEA: Siamo alle solite!... Vede mio marito
mi ama molto, stiamo bene insieme e
abbiamo
anche
una
grande
impresa
sessuale... (interrompendosi) Cos'hanno?..Un
casino?..(Riprende
ad
ascoltare
la
registrazione) No, ho capito male... una
grande intesa sessuale... ma 'sto benedetto
ragazzo ha la cattiva abitudine di fidanzarsi
fuori casa. Lui è un bigamo naturale... non ci
posso fare niente... ha bisogno di avventure,
passioni gratificanti... io lo lascio fare... perché
tanto, poi torna sempre da me. E ogni volta
che si stanca della fidanzata di turno, come a
voltar pagina, mi propone un viaggio... e via
che partiamo! Lo sa che abbiamo girato quasi
i tutti i cinque continenti? (Si libera dell'
auricolare) Questa è la perfida Alexys!
ANNA:
Che
beffa...
che
umiliazione!...
Maledetto schifoso, bugiardo! Tre figli! Giuda!!
Mamma, aiutami tu... Adesso dimmi tu, che
faccio?
MATTEA: (dopo un attimo di silenzio, calma)
Senti cara... ne ho piena l’anima di sentire
ogni momento storie di donne... tutte uguali...
compresa la mia. Un po’ di fantasia per Dio!
Ma possibile che ci si caschi sempre? Ma
possibile
che
sappiamo
solo
disperarci
quando ci portano via i nostri uomini, ma non
ci pensiamo su nemmeno un attimo, quando
abbiamo deciso di farcela, con il marito di un
altra?
ANNA: Ma io, non sapevo che fosse sposato...
MATTEA: Ah, perché se tu lo avessi saputo
prima non ci saresti stata? Mi pare di vederti:
" Ah no, signor dottore!".
ANNA: (imbarazzata) Ma mamma... insomma!
Io mi sono innamorata!
MATTEA: Eccola qui! In nome della passione
che ci travolge non guardiamo in faccia niente
e nessuno! "Che ci posso fare? E' un ammore
irresistibbbile!" Quando riguarda noi, l'amore
ha sempre due M..e irresistibile tre B! Quello
delle altre non ha ne M ne B... ha solo una
sfilza di S e
di C... come stronza-
strusciacosce. Mettiamo in piedi gabole,
cattiverie,
ogni
giorno...
contro
le
altre
donne... Che dico 'donne'... femmine! Le altre
sono soltanto femmine ... e puttane!
E si blatera di solidarietà... sorellanza! Ma
quale? Siamo sorelle, tutte unite sui grandi
scontri... aborto... divorzio... o dopo i cinquant'
anni... ma nella vita di tutti i giorni, siamo delle
jene... anzi no, le jene ogni tanto si riposano...
noi siamo insaziabili! Sai cosa ti dico?... Che
in tanti anni di vita... di esperienze, e personali
e delle donne che conosco... m'è venuto un
gran dubbio... d'accordo la concorrenza... la
precarietà... ma ho il gran dubbio che in certe
situazioni, la peggior nemica della donna... sia
proprio la donna.
ANNA: Stai andando giù un po' pesante...
MATTEA: Vista la mole, pesantissima. E ti dirò
di più: non me ne importa un cavolo delle tue
tragedie da telenovela brasiliana.
ANNA: Pure brasiliana adesso!
MATTEA: Sì, che sono le più banali: Rete A...
piangono sempre.Ho da fare. Sto registrando
un anno per il lancio di "buongiorno amore"
personalizzato...
ANNA: Ma bene! Ho trovato proprio un buon
appoggio... Io sono in terribili casini e lei, mia
madre se ne frega, mi sbatte in una
telenovela brasiliana... mi tratta come una
puttana isterica e non gliene
importa un
cavolo se sto male, perché lei deve lanciare
la
sveglia
"buongiorno
amore
persona-
lizzato"!! Ma mamma, io sono tua figlia!
MATTEA:
(le
tende
la
mano,
come
a
presentarsi) Molto piacere, signorina! (Molto
seriamente) Tu sei mia figlia solo quando ti
serve! Sono la mamma a "ore"... pardon, a
minuti. Già che siamo in una giornata di
grandi verità, te ne dico un'altra. A te non è
mai importato niente di me... a 'sto punto...
anche a me non importa più niente di te.
GIOVANE: Adesso mi sembra che...
MATTEA: Torna al tuo posto, tu e stai zitto!
(Ancora ad Anna) Penso d'aver messo al
mondo un individuo di terza categoria...
pessimo... Hai sempre fatto tutto quello che ti
è girato per la testa... e qui davvero la colpa è
mia che non ti ho preso a calci nelle
gengive!... Incinta a 15 anni... con aborto annesso: il primo! Convinta d'essere intelligente
per quello straccio di titolo di studio che ti sei
presa... invece sei ignorante come una capra... laureata in cretinologia acuta... E lo sai
perché? Perché ti mancano i sentimenti. Non
ti conosco un solo gesto di generosità. Non
hai interesse alcuno se non del tuo corpicino,
della tua cellulitina... le rughettine... t'importa
sola andare in giro, chiacchierare e dire
cazzate... "firmata" dalla testa ai piedi... a
scopacchiare a destra
e a manca... senza
discernimento né morale... convinta di essere
una donna liberata... No cara, non sei una
donna liberata... massimo sei solo una donna
disponibile... scopabile. La liberazione della
donna è tutta un'altra cosa.
GIOVANE: (abbraccia Anna) Basta così... stai
esagerando!
ANNA: (allibita) Ma che sta succedendo
mamma... oddio... che sta capitando in casa
nostra?...
MATTEA: Casa nostra?... Abbiamo ancora
qualcosa
insieme?
Abbiamo
una
casa
insieme?
ANNA: Perché sei mia madre credi di potermi
insultare così?... Tu?!... Io sono scopabile...
disponibile?... Senti da che pulpito viene la
predica! Cosa ti credi che mi sia dimenticata
delle tue storie... delle tue liti d'inferno con mio
padre?
Tu
non
l'hai
mai
capito
quel
poveruomo... Non hai fatto altro per tutta la
vita, che fargli sentire sensi di colpa...
scenate... tragedie! Lui ti amava... Se penso
come ha sofferto... la disperazione che gli è
presa
quando
hai
avuto
quell'incidente
terribile... che sei andata a sbattere contro
quel pilone...
MATTEA: Sì... è vero... era molto disperato...
La macchina era nuova e l'assicurazione era
scaduta.
ANNA: Ecco vedi?... Ci rifai con questo tuo
cinico gusto per lo sfottò ad ogni costo. E'
vero... tu non ami nessuno... E poi ti meravigli
se tuo marito ti lascia... si mette con un'altra...
per sempre...
MATTEA: Non dire cazzate! Quello torna..
torna..L'ha
fatto
mille
volte... è
sempre
tornato! (Pausa. Cambia completamente tono)
Come sarebbe a dire "per sempre"?
ANNA: Si sta per sposare, mamma... ha avuto
un figlio.
MATTEA: (un attimo immobile, poi volta le
spalle ad Anna e al pubblico, fa qualche
passo. Anna le si avvicina, fa per abbracciarla, ma Mattea la blocca con un gesto).
ANNA: Scusami mamma... dovevo dirtelo... ma
non
così...
E'
che
non
mi
sono
più
controllata... m'è uscito da solo... Scusami
mamma...
MATTEA: Vattene.
ANNA:
Cos'è,
mi
cacci
via?
Mamma...
veramente non mi vuoi più bene?
GIOVANE: (si avvicina ad Anna) Ma si che ti
vuole bene... E' un momento così... ma poi
passa... (A Mattea) Vero
che vuoi bene a tua figlia?
che passa... vero
MATTEA:
(senza
convinzione)
Ma
si,
scusami...
ANNA: Mi hai detto delle cose terribili... e... ho
perso
le
staffe...
ma
io
non
volevo...
scusami... Mamma pensi veramente quello
che hai detto?
GIOVANE : Ma no che non lo pensa... Vero?
MATTEA:
Ha
ragione...
non
lo
penso...
Scusami tu, per prima... è stato uno sfogo...
così,
senza
senso...
e
capisco
la
tua
reazione... ma non sono affatto abbattuta. In
verità, ti giuro, non m'interessa proprio
niente... che si stia sposando e... del figlio...
Anzi, sono contenta che si sia sistemato... Lo
vedevo male... così sbandato... Mi va una
meraviglia così. Finalmente riesco a togliermi
di dosso 'sto complesso di colpa cretino, che
mi tenevo... di aver sfasciato la famiglia. Sono
libera.
Sono
una
donna
di
successo...
finalmente mi sto realizzando. Finalmente mi
ritrovo sola! Sola con me stessa! E' per quello
che mi viene da vomitare.
ANNA: Ecco vedi, stai ancora sfottendo.
MATTEA:
Ma
no...
è
l'amore
per
la
battuta..Veramente... sono felice.
GIOVANE: (ad Anna) Sì, è vero... Io la conosco... è
felice... Stai tranquilla... (Sorregge Anna che
singhiozza) Vieni, ti accompagno a casa... Non
piangere, cara... non piangere... Tuo marito dov'è?
(Escono).
Uscita Anna ed il giovane, Mattea non riesce a
trattenere le lacrime, resta per un attimo immobile.
Si accende una sigaretta, due boccate e la spegne.
Prende dal tavolo un telecomando che punta verso la
parete di fondo, che si spalanca: appare una grande
poltrona carica di aggeggi elettronici, semovente che
arriva in primo piano, centroscena. Mattea ci si
siede dentro e la mette in funzione: musica, luci
soffuse che si accendono, piccoli bagliori, mentre
una voce maschile carezzevole dice:
VOCE UOMO: Oh cara... dove sei stata fino
adesso?... Mi
abbraccio...
sei mancata tanto!... Vieni che ti
sprofondati
addosso
a
me...
Splendida creatura... ti amo... lasciati andare... Non pensare a niente... a niente. (Si
abbassano le luci).
Fine
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