Diapositiva 1 - Benvenuti nel portale della Chirurgia della Mano
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Diapositiva 1 - Benvenuti nel portale della Chirurgia della Mano
LA Unità Operativa Semplice di Chirurgia della Mano Dr Gianluigi Da Campo RIZOARTROSI DEFINIZIONE Processo degenerativo a carico dell’articolazione trapezio-metacarpale (TM) Anatomia Ossea Trapezio Articolazione trapezio metacarpale 1° Metacarpo Capsula Della T.M. RAPPORTI ARTICOLARI TRA TRAPEZIO E 1° METACARPO La T.M. va considerata un articolazione atipica con superfici articolari non congruenti e con molteplici assi di rotazione da definirla condiloartrosi atipica Anatomia Legamentosa Legamento considerato più importante per la stabilità della TM Visione dorsale L.D.R. leg.dorso radiale L.D.U. leg.dorso ulnare Visione volare L.I.M Leg. intermetacarpale L.O.A. Leg. Obliquo anteriore Anatomia Muscolare Muscolo INTRINSECI Abduttore breve, opponente, flessore breve, adduttore, primo interosseo Adibiti ai movimenti della TM Muscoli ESTRINSECI Abduttore lungo, estensore breve, estensore lungo, flessore lungo Presiedono prevalentemente i movimenti della metacarpo-falangea e interfalangea LA T.M. Può essere considerata l’articolazione più complessa del corpo umano poiché deve garantire una rotazione assiale del primo metacarpo ,con i movimenti del pollice,tale da consentire pinze volo-volari con le dita lunghe ROTAZIONI ASSIALI DEL 1° METACARPO SONO POSSIBILI PER L’EQUILIBRIO TRA >lassita’ capsulare >stabilità legamentosa >attività muscolare intrinseca ed estrinseca Nella T.M. esistono due componenti COMPONENTE MOBILE 1° Metacarpo COMPONENTE Trapezio FISSA L’articolarita’ della T.M. L’ equilibrio tra : Componente capsulo legamentosa Componente muscolare Rapporti articolari tra trapezio e 1° metacarpo Permettono la possibilità articolare della T.M. Azione sublussante della muscolatura del pollice adduttore / abduttore lungo ad ad adduttore APL CLINICA DELLA RIZOARTROSI Dolore al movimento del pollice Difficoltà alla prensione degli oggetti Graduale deformità Dolore dell’area tenare Evocazione del dolore dalla digitopressione sulla T.M. Clinica della rizoartrosi Difficoltà nella presa Area del dolore Aumento del dolore alla digitopressione sulla T.M. CONSIDERAZIONI ANATOMO CLINICHE La T.M. è tra le articolazioni più studiate a causa della frequenza della Rizoartrosi, la quale da sola rappresenta il 10% di tutte le localizzazione artrosiche (colonna, ginocchio ed anca comprese) Studio radiografico della T.M. Indagine frontale La radiografia è l’esame fondamentale eseguito nelle posizioni FRONTALE e LATERALE, ci permette di studiare la T.M. e possibili patologie associate: Artrosi S.T.T. Artrosi del polso Artrosi radio-scafoidea Dissociazione scafo lunata Malattia di De Quervain Indagine laterale CLASSIFICAZIONE RX DI EATON E LITTLER Stadio 1: distensione capsula per sinovite allargamento dell’ emirima sublussazione inferiore ad un terzo Stadio 2 : sublussazione sino ad un terzo per lassità ligamentosa (fare Rx sotto stress) osteofiti o calcificazioni periarticolari inferiori a 2 mm. Stadio 3 : sublussazione superiore ad un terzo osteofiti o calcificazioni periarticolari superiori a 2 mm. restringimento dell’ emirima articolare Stadio 4 : segni di degenerazione dei capi articolari con osteofiti giganti o erosioni periarticolari sublussazione maggiore restringimento dell’ emirima articolare CLASSIFICAZIONE CLINICO RADIOGRAFICA Vari autori sul grado di usura della T.M. hanno classificato la malattia in vari gradi Altri Autori hanno classificato la malattia non strettamente al grado degenerativo della T.M. ma includendo patologie limitrofe come l’artrosi S.T.T., la radio scafoidea, e l’artrodi radio carpica Altri ancora hanno classificato la malattia in base a criteri eminentemente chirurgici TRATTAMENTO CONSERVATIVO DELLA RIZOARTROSI E’ la prima proposta da tentare: Riposo articolare Educazione a una corretta economia articolare Uso di tutori statici Fisioterapia (ultrasuoni) che favoriscono il riassorbimento dell’edema, aumentano l’estensibilità del collagene,riducono la rigidità riducendo lo spasmo muscolare e aumentando l’effetto antalgico. Viene usata anche l’elettroterapia (diadinamica e T.E.N.S.) LA CHIRURGIA Stabilizzazioni tendinee Osteotomia cuneiforme secondo Wilson Artrodesi Artroplastiche biologiche Protesi STABILIZZAZIONI TENDINEE Ci sono molte tecniche che hanno lo scopo di ridurre la sublussazione della T.M. dando maggiore forza di presa e ritardare il danno artrosico La tecnica personalmente più adottata nel 1° e 2° grado è quella di Brunelli che usando un frammento di abduttore lungo del pollice passato con tunnel osseo tra 1° e 2°metatarsale stabilizza la TM TECNICA DI BRUNELLI ABDUTTORE LUNGO DEL POLLICE OSTEOTOMIA CUNEIFORME SECONDO WILSON E’ una osteotomia in abduzione-estensione della base del 1° metacarpo, l’osteotomia induce un trasferimento della compressione assiale in senso dorsale dove le superfici cartilaginee sono poco o per nulla compromesse. Si usa nei primi gradi. Lo spostamento dorsale spiegherebbe, l’effetto benefico sul dolore e sulla motilità. (A) TECNICA Situazione pre intervento (A) (C) (B) Controllo radiografico post-intervento (B) (C) Post-intervento (A) (B) (C) (D) (A) (C) TECNICA (B) (D) Manopola in resina per tre settimane (C) (D) TECNICA Dopo tre settimane sino alla quinta settimana mobilizzazione attiva ARTRODESI Intervento che prevede la fusione della base del metacarpo con il trapezio previa loro parziale resezione e conseguente stabilizzazione. Prima di procedere a tale tecnica si deve valutare la capacità flessoria della interfalangea del 1° raggio ARTRODESI Il goldn standard dell’intervento è di ridare stabilità e forza al primo raggio, sopprimendo il dolore,l’articolarità della T.M., mantenendo un’ampiezza di movimento sufficiente alle necessità funzionali del pollice Noi lo usiamo raramente solo per uomini che richiedano una presa forte e stabile (es. muratori ) ARTRODESI Tecnica di stabilizzazione con cambra a memoria di forma ARTRODESI Trattamento Apparecchio post operatorio: gessato per cinque settimane Rimozione dei punti dopo due settimane Inizio della riabilitazione in 5^ settimana Artroplastiche a) Resezione del trapezio b) Resezione del trapezio con interposizione 1)-tendinea (FRC , PL , APL) 2)-con cartilagini costali 3)-di goro-tex marlex o altro 4)-di silicone 5)-Emiartroplastiche con silicone c) Artroprotesi d) Artroplastiche “in sospensione” a , b1 e 2 ,d sono definite artroplastiche “biologiche” FRC 10 9 FRC PL PL Principali FRC APL 2 FRC 7 5 PL 3 4 8 6 1 Legamentoplastiche 1 : Weilby 1979-1988 2 : Eaton-Littler 1985 3 : Burton-Pellegrini 1986 4 : Thompson 1986 5 : Brunelli 1988 6 : Ceruso 1988 7 : Jones 1990 8 : Sigfusson-Lundborg 1991 9 : Foucher 1995 10 : Cherubino Pilato Ceruso Utilizza un emitendine del APL Sospeso al FCR APL FRC Ceruso Passaggi intorno al FCR Passaggio nell’occhiello capsulare Preleva emitendine APL Lo passa in un occhiello nel FRC Lo ripassa intorno al APL Lo ripassa intorno al FRC Lo passa in un occhiello capsulare Lo passa in un occhiello nel APL Lo fissa alla base del metacarpo Fissazione alla base del metacarpo M A a.67 postoperatorio M A a.67 preoperatorio 30 gg PostOp RB a.79 RB a.79 Pre - op A 1 mese A 2 mesi Post - op LA PROTESIZZAZIONE Esperienza da consolidare senza facili entusiasmi Le protesi della TM Protesi cementate : sempre meno usate , praticamente in disuso per la loro poca affidabilità nella durata e complicazioni di mobilizzazioni Protesi non cementate: In titanio e polietilene In Pirocarbonio Protesi cementate La prima usata con più casistica fu quella di De La Caffiniére nel 1972 Protesi non cementate In titanio e coppa in polietilene, le più usate: Di Ledoux 1995 Di Bedeschi-Mele Tripodal 1989 ( in foto a fianco) Protesi in Titanio e polietilene Creano un sistema articolare congruente a notevole stabilità ripristino della lunghezza della colonna digitale (come quelle in Pirocarbonio) evitando alterazioni biomeccaniche alla catena cinetica articolare la tecnica deve essere perfetta i risultati clinici sono migliori dei radiografici verosimilmente legato all’usura del polietilene i casi da trattare devono essere particolarmente selezionati. Il PIROCARBONIO Il PIROCARBONIO Il PIROCARBONIO Storia del Pirocarbonio Protesi totale di trapezio PI2 Protesi totale di trapezio PI2 Protesi totale di trapezio PI2 Si usa nelle artrosi di 3° e 4° con via dorsale previa capsulotomia si esegue una trapeziectomia e parziale trapezoidectomia cercando di conservare la capsula integra poi si scolpiscono due bandellette una distale con ALP e una con il FRC entrambe di 3 cm per consentire una legamentoplastica, manopola gessata per 3 settimane poi inizio riabilitazione Protesi CMC Si una nei gradi 2°, dove la superficie articolare del trapezio è ancora integra. Accesso per via dorsale si reseca una minima superfice della base del MTC, con apposito strumentario si crea un alloggiamento metacarpale dove prima si usano steli di prova per passare al definitivo, capsuloplastica manopola per tre settimane poi riabilitazione. Protesi CMC Considerazioni finali sul Pirocarbonio Ottima Biocompatibilità tra impianto e componenti dell’osso Modulo di elasticità è simile a quello dell’osso Modulo di densità simile a quello dell’osso Trascurabile il coefficiente di usura grazie all’attrito quasi nullo. Isola di S. Francesco del deserto 1233 Venezia