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francis poulenc - Polo Museale Fiorentino
CORTILE DEL MUSEO NAZIONALE DEL BARGELLO Via del Proconsolo 4, 50122 Firenze 27 – 28 SETTEMBRE 2013, ore 21,15 EDITH OMAGGIO FRANCIS POULENC E JEAN COCTEAU Musiche FRANCIS POULENC progetto e ricerche CINZIA BORSOTTI Testo e regia VALERIO VALORIANI Personaggi e interpreti EDITH (soprano) CINZIA BORSOTTI IL PROFESSORE (pianista) EUGENIO MILAZZO Il brano finale “Ballad” è stato composto appositamente per l’occasione da ANDREA PORTERA PRESENTAZIONE Lo spettacolo “Edith” nasce da una ricerca in relazione al cinquantesimo anniversario della morte di Francis Poulenc(1899-1963), Jean Cocteau (1889-1963) e Edith Piaf (1915-1963), ed è un viaggio tra alcuni brani musicali di Francis Poulenc, sia strumentali che vocali, composti tra il 1918 e il 1960 su testi di Jean Cocteau, Guillaume Apollinaire e Jean Nohain. “Edith” è un omaggio a questi tre personaggi chiave del panorama culturale francese e internazionale fra gli anni ‘ 20 e i primi anni ‘60 del secolo scorso, dove la cantante francese fa da trait d’union tra il grande musicista e l’illustre scrittore. Cocteau e Poulenc erano amici e cominciarono a collaborare nel 1918 all’interno del famoso “Gruppo dei Sei” , in una Parigi dove frequentavano Picasso, Apollinaire, Coco Chanel, Colette... Cocteau era anche amico della Piaf: nel 1940 le scrisse addirittura una pièce teatrale di grande successo, Il bell’indifferente. Morì di infarto alla notizia che lei se ne era andata per sempre. Poulenc, da parte sua, anche se non legato da un’amicizia simile, compose per la Piaf l’ultima delle sue Improvisations, una nostalgica canzone al pianoforte che riecheggia la musica tipica della cantante. Un sottile filo rosso li unisce: una vita straordinariamente intensa caratterizzata da simili ossessioni, una profonda paura della solitudine e la dipendenza da droghe e medicine. Non si tratta di un tradizionale concerto, ma di una azione teatrale vera e propria: Edith, soprano, in occasione dell’anniversario della morte di sua nonna, grande amica del compositore francese deve organizzare un concerto di musiche di Francis Poulenc. Edith che ha fatto una minuziosa ricerca sul musicista e il suo entourage chiede aiuto per preparare il concerto a un burbero professore di pianoforte. Tra i due, nella preparazione della sequenza dei brani da eseguire, si instaura un curioso rapporto un po’ didascalico, un po’ dialettico, un po’ ironico… 1 PROGRAMMA DEL CONCERTO FP 19 – Suite in do, 1920 ( Francis Poulenc) da FP 14a Mouvements perpétuels, 1918 (Francis Poulenc) da FP 15 Le Bestiaire ou Cortège d’Orphée [Il bestiario o Corteggio d’Orfeo] (Guillaume Apollinaire – Francis Poulenc – trad. Valerio Valoriani) 2 Le Dromadaire Il Dromedario Avec ses quatre dromadaires Don Pedro d'Alfaroubeira Courut le monde et l'admira. Il fit ce que je voudrais faire Si j'avais quatre dromadaires. Coi suoi quattro dromedari Don Pedro d’Alfaroubeira Va pe’ il mondo e se l’ammira. Per far quello che anch’io vorrei Se i dromedari fosser miei. La Chèvre du Tibet La Capra del Tibet Les poils de cette chèvre et même Ceux d'or pour qui prit tant de peine Jason, ne valent rien au prix Des cheveux dont je suis épris. I lunghi peli di questo caprone O il vello d’oro, alle bocche del Ponto, Per cui tanta pena si diede Giasone Niente possono valere al confronto Di quei capelli per cui presi passione. La Sauterelle La Cavalletta Voici la fine sauterelle, La nourriture de saint Jean. Puissent mes vers être comme elle, Le régal des meilleures gens. Ecco la magrissima cavalletta Che cibo fu un tempo di San Giovanni. Siano tutti i miei versi di questi anni, Simile dono per la gente più eletta. Le Dauphin il Delfino Dauphins, vous jouez dans la mer, Mais le flot est toujours amer. Parfois, ma joie éclate-t-elle ? Delfini voi giocate dentro il mare, Ma il flusso dell’onda è sempre fiele. Chissà se come voi potrò saltare? 3 La vie est encore cruelle. La vita è ancora più crudele. L'Écrevisse il Gambero di fiume Incertitude, ô mes délices Vous et moi nous nous en allons Comme s'en vont les écrevisses, À reculons, à reculons. Incertezza, o mio diletto Tu ed io, noi, noi stiamo andando Proprio come il gamberetto, Rinculando, rinculando…. La Carpe La Carpa Dans vos viviers, dans vos étangs, Carpes, que vous vivez longtemps ! Est-ce que la mort vous oublie, Poissons de la mélancolie. Nei vostri stagni, nei vostri vivai Carpe, che così a lungo vivete in prigionia! Perché la morte non vi coglie mai, Pesci grevi della malinconia? FP 11 – Toréador, Chanson hispano-italienne, 1918, rev.1932 [Toreador, canzone ispano-italiana] 4 (Jean Cocteau - Francis Poulenc – trad. Cinzia Borsotti) Pepita reine de Venise quand tu vas sous ton mirador Tous les gondoliers se disent: Prends garde Toréador! Sur ton coeur personne ne règne Dans le gran palais ou tu dors Et près de toi la vieille duègne guette le Toreador. Toreador brave des braves Lorsque sur la place Saint Marc Le taureau en fureur qui bave Tombe tué par ton poignard C’est ne pas l’orgueil qui caresse Ton coeur sous la baouta d’or Car pour une jeune déesse Tu brules toreador Pepita regina di Venezia quando vai sotto la tua veranda Tutti i gondolieri dicono: Attenzione Toreador! Sul tuo cuore non regna nessuno Nel grande palazzo nel quale dormi E vicino a te la vecchia matrona fa la posta al Toreador. Toreador coraggioso dei coraggiosi Quando sulla piazza di San Marco Il toro che con furore sbava Cade morto per il tuo pugnale Non è l’orgoglio che accarezza Il tuo cuore sotto la “baouta” d’oro Dato che per una giovane dea Bruci toreador 5 C’est demain jour de Saint Escure qu’aura lieu le combat à mort Le canal est plein de voitures Fetant le Toréador! De Venise plus d’une belle Palpite pour savoir ton sort Mais tu méprises leurs dentelles tu souffres Toréador. Car ne voyant pas apparaitre Caché derrière un oranger Pepita seule à sa fenètre Tu médite de te venger Sous ton caftan passe ta dague La jalousie au coeur te mord Et seul avec le bruit des vagues Tu pleures torèador. E’ domani, giorno di Santo Escurio che avrà luogo il combattimento a morte Il canale è pieno di barche Celebrando il Toreador! Da Venezia più di una bella Palpita per sapere la tua sorte Ma disprezzi i loro merletti tu soffri Toreador. Non vedendo apparire Nascosta dietro un arancio Pepita sola alla sua finestra Mediti di vendicarti Sotto il tuo caftano scivola il tuo pugnale La gelosia ti morde il cuore E solo con il rumore delle onde Piangi Toreador. Que de cavaliers! Que de monde! Remplit l’arène jusqu’au bord On vient de cent lieues à la ronde T’acclamer Toréador! C’est fait, il entre dans l’arène Avec plus de flegme qu’un lord Mais il peut avancer à peine le pauvre Toréador. Il ne reste à son reve morne Que de mourir sous tous les yeux En sentant pénetrer des cornes Dans son triste front soucieux Car Pepita se montre assise Quanti cavalieri! Quanta gente! Riempie l’arena fino in cima Si viene qui da cento luoghi Per acclamarti, Toreador E’ fatta, entra nell’arena Con più flemma di un lord Ma può avanzare appena il povero Toreador. Non resta che il suo malinconico sogno morire sotto gli occhi di tutti Sentendo penetrare le corna Nella sua triste fronte Poiché Pepita si mostra seduta 6 Offrant son régard et son corps Au plus vieux doge de Venise Et rit du Toréador. Offrendo il suo sguardo et il suo corpo Al più vecchio doge di Venezia E ride del Toreador. Belle Espagnole Dans ta gondole Tu caracole Carmencita Sous ta mantille Oeil qui pétille Bouche qui brille Bella spagnola Nella tua gondola Ti pavoneggi Carmencita Sotto la tua mantiglia Occhi che luccicano Bocca che brilla E’ Pepita C’est Pepita da FP 107 Banalités, 1940 – 4.Voyage a Paris [Viaggio a Parigi] (Guillaume Apollinaire – Francis Poulenc – trad. Valerio Valoriani) Ah, la charmante chose Quitter un pays morose Ah,che cosa affascinante Lasciare un paese cadente 7 Pour Paris Paris joli Qu'un jour du créer l'amour per Parigi, Parigi la bella, Che un giorno dovette Creare l’amore Ah,che cosa affascinante Lasciare un paese cadente per Parigi, Parigi la bella, Ah! Lasciare un paese cadente Che cosa affascinante Ah!la charmante chose Quitter un pays morose Pour Paris Paris joli Ah! Quitter un pays morose Charmante chose. FP 63 –Improvisation No. 7, 1933 (Francis Poulenc) 8 da FP 107 Banalités, 1940 – 2.Hôtel [Albergo] (Guillaume Apollinaire – Francis Poulenc – trad. Cinzia Borsotti) Ma chambre a la forme d’une cage Le soleil passe son bras par la fenetre mais moi qui veux fumer Pour faire des mirages j’allume au feu du jour ma cigarette Je ne veux pas travailler Je veux fumer. La mia camera ha l’aspetto di una gabbia il sole infila le sue braccia dalla finestra ma io che per fare dei miraggi voglio fumare accendo la mia sigaretta al fuoco del giorno Non voglio lavorare voglio fumare. da FP 75 - 4 Canzoni per enfants, 193-35 2. La tragique histoire du petit René [La tragica storia del piccolo Renato] (Jean-Marie Legrand dit Jean Nohain – Francis Poulenc – trad. Valerio Valoriani) Avec mon face-à-main Je vois ce qui se passe Chez Madame Germain I miei occhialini in mano Vedo quello che succede Dalla signora Germano 9 Dans la maison d'en face. Al di là del marciapiede.. Les deux filles cadettes Préparent le repas, Reprisent les chaussettes E sebbene piccoline Et font le lit de leur papa. Le due figlie più piccine Vanno i pasti a preparare, I calzini a rammendare Emma s'occupe du balai, Paul va chercher le lait, Mais le petit René Quoique étant l'aîné Emma la scopa manovra, Paolo va a prendere il latte, Renato neanche ci prova, poiché sempre se la batte. Fait rougir la maisonnée D'un bout de l'année À l'autre bout de l'année, Il met les doigts dans son nez. Ma da un capo all’altro Dell'anno, In famiglia arrossiranno, Sia per voglia, sia per caso Lui si mette le dita nel naso. Les sermons, les discours Dont ses parents le bourrent Semblent tomber toujours Dans l'oreille d'un sourd. E le prediche e i discorsi Che i genitori fanno al balordo Non gli danno mai rimorsi Sembra proprio molto sordo. Anche il letto san rifare. 10 Sa mère consternée A beau le sermonner, Le priver de dîner, Et lui donner le martinet, L'enfermer dans les cabinets, Il se met les doigts dans le nez La sua mamma costernata Gli da una bella ripassata Poi lo lascia senza la cena E lo lega alla catena, Lo rinchiude nell’armadio, Della pazienza all’ultimo stadio, Ma lui si mette le dita nel naso. D'un bout de l’année À l'autre bout de l'année, C'est sa triste destinée, Pauvre petit René, Pour en terminer, On a dû lui couper le nez. Infine, da un capo all’altro Dell'anno, Quel povero sciocco Renato A triste sorte è destinato, Ché non sapendo più che fare, Il naso gli han dovuto tagliare. 11 1. Nous voulons une petite sœur [Noi vogliamo una piccola sorella] (Jean-Marie Legrand dit Jean Nohain – Francis Poulenc – trad. Cinzia Borsotti) Madame Eustache a dix-sept filles, Ce nʼest pas trop, mais cʼest assez La jolie petite famille Vous avez du du du Vous avez du du du Vous avez du la voire passer. Le vingt Décembre on les appelle Que voulez-vous mesdemoiselles Pour votre Noel? Voulez-vous une boite à poudre? Voulez-vous de petits mouchoirs? Un petit nécessaire à coudre? Un perroquet sur son perchoir? Voulez-vous un petit menage? Un stylo qui tache les doigts? Un pompier qui plonge et qui nage? Un vase à fleurs presque chinois? Mais les dix-sept enfants en choeur ont répondu: Non, non, non , non , non. Signora Eustache ha diciasette figlie, Non è troppo, ma è abbastanza La piccola e carina famiglia Aveste dovuto Aveste dovuto Aveste dovuto vederla passare. Il venti dicembre le chiamiamo Cosa volete signorine Per il vostro natale? Volete una scatola di cipria? Volete due piccoli fazzoletti? Dellʼago e del filo? Un pappagallo sul trespolo? Volete un servizio di cucina? Una penna che macchia le dita? Un pompiere che si tuffa e che nuota? Un vaso di fiori quasi cinese? Ma le diciassette bambine in coro hanno risposto: No, no, no, no, no. Lʼhiver suivant ellʼs sont dix-huit (e) cʼest nʼest pas trop, mais cʼest assez Noel approche et les petites sont bien emba ba ba Sont bien emba ba ba Sont vraiment bien embarassées. Lʼinverno seguente sono diciotto non è troppo, ma è abbastanza Il Natale si avvicina e le piccole sono imba imba imba sono imba imba imba sono davvero ben imbarazzate. 12 Madame Eustache les appelle Décidez-vous mesdemoiselles Pour votre Noel: Voulez-vous un mouton qui frise? Voulez-vous un reveillʼmatin ? Un coffret dʼalcool dentifrice? Trois petits coussins de satin? Voulez-vous une panoplie De danseuses de lʼOpéra? Un petit fauteil qui se plie Et que lʼon porte sous son bras? Mais les dix-huit enfants en choeur ont repondu: Non, non, non, non, non. La signora Eustache le chiama Decidete signorine Per il vostro Natale: Volete una pecora arricciata? Volete una sveglia? Un cofanetto di alcool dentifricio? Tre piccoli cuscini di raso? Volete un gruppo di ballerine dellʼOpera? Un piccolo divano che si piega E che si può portare sotto il braccio? Ma le diciotto bambine in coro hanno risposto: No, no, no, no, no. Ellʼs sont dix-neuf lʼannée suivante Cʼest nʼest pas trop, mais cʼest assez Quand revient lʼépoque émouvante Noel va de nou nou Noel va de nou nou Noel va de nouveau passer. Madame Eustache les appelle: Décidez-vous mesdemoiselles Pour votre Noel. Voulez vous des jeux excentriques Avec des pilʼs et des moteurs Voulez-vous un ours électrique Un hippopotame à vapeur? pour coller des cartes postales Voulez-vous un superbe album? Une automobile à pedales? Une bague en alluminium? Mais les dix-neuf enfants en choeur ont repondu: Non, non, non, non, non. Sono diciannove lʼanno seguente Non è troppo, ma è abbastanza Quando torna il periodo commovente Natale sta per per Natale sta per per Natale sta per tornare. la signora Eustache le chiama: Decidetevi signorine Per il vostro Natale. Volete dei giochi eccentrici con delle pile e dei motori? Volete un orso elettrico? Un ippopotamo a vapore? Per incollare le lettere Volete un super album? Un macchina a pedali? Un anello dʼ alluminio? Ma le diciannove bambine in coro hanno risposto: No, no, no, no, no. 13 Refrain Ce nʼest pas ca que nous voulons Nous voulons une petite soeur(e) Ronde et joufflue comme un ballon Avec un petit nez farceur Avec les cheveux blond Avec la bouche en coeur Nous voulons une petite soeur. Ce nʼest pas ca que nous voulons Nous voulons deux petites jumelles Deux soeurs exactement pareilles Deux soeurs avec des cheveux blond! Leur mère a dit: cʼest bien Mais il nʼy a pas moyen Cette année, vous nʼaurez rien, rien, rien. Ritornello Non è questo che vogliamo Vogliamo una sorellina Rotonda e paffuta come una palla Con un piccolo e buffo naso Con i capelli biondi Con la bocca a cuore. Noi vogliamo una sorellina. Non è questo che vogliamo Noi vogliamo due piccole gemelle Due sorelle perfettamente uguali Due sorelle con i capelli biondi La loro mamma ha detto: va bene Ma non mi sembra il caso Questʼanno, non avrete niente, niente, niente. ***** 14 FP 63 –Improvisation No. 13, 1933 (Francis Poulenc) ***** 15 FP 180 - La dame de Monte Carlo, monologue lirico [La signora di Monte Carlo, monologo lirico] (Jean Cocteau - Francis Poulenc – trad. Cinzia Borsotti) Les voyous, les buses, les gales! Ils m’ont mise dehors....dehors.... Et ils m’accusent d’etre sale, De porter malheur dans leurs salles, Dans leurs salles salles en stuc. Moi qui aurais donné mon truc A l’oeil, au prince,à la princesse, Au Duc de Westminster, au Duc, Parfaitement. Faut qu’il ca cesse, Qu’ils me criaient votre boulot! Votre boulot!...... Ma découverte. J’en priverai les tables vertes. C’est bien fait pour Monte Carlo. Et maintenant, moi qui vous parle, Je n’avouerai pas les kilos que j’ai perdu à Monte Carle, Monte Carle ou Monte Carlo. Le canaglie, i minchioni, le vipere! Mi hanno buttato fuori...fuori... E mi accusano di essere indecente, de portare sfortuna nelle loro sale, Nelle loro sale stuccate. Io che avrei rivelato il mio trucco gratis, al principe, alla principessa, Al Duca di Westminster, al Duca, Perfettamente. Bisogna che la smettano di rimproverarmi, il vostro lavoro! Il vostro lavoro!..... Lascerò senza la mia invenzione i tavoli verdi. Gli sta bene a Montecarlo. E ora, io che vi parlo, Non vi confesserò i chili che ho perso a Montecarle, Montecarle o Montecarlo. 16 Je suis une ombre de moi meme... Les martingales, les systèmes Et les croupiers qui ont le droit de taper de loin sur vos doigts Quand on peut faucher une mise. Et la pension où l’on doit Et toujours la meme chemise que l’angoisse trempe dans l’eau. Ils peuvent courir. Pas si bete. Cette nuit je pique une tete Dans la mer de Monte Carlo. Montecarlo. Sono un’ombra di me stessa.... Le teorie di probabilità, i sistemi E i croupier che hanno il diritto di picchiarvi da lontano sulle dita Quando si può fregare una scommessa. E la pensione dove si devono dei soldi E sempre la stessa camicetta che l’angoscia si inzuppi nell’acqua. Loro possono correre. Mica sono scema. Questa notte mi butto nel mare di Montecarlo. Montecarlo. Quand on est morte entre les mortes, Qu’on se traine chez les vivants, Lorsque tout vous flanque à la porte Et la ferme d’un coup de vent, Ne plus etre jeune et aimée... Derrière une porte fermée, Il reste de se fiche à l’eau Ou d’acheter un rigolo Oui, messieurs, voilà ce qui reste Pour les laches et les salauds. Mais si la frousse de ce geste S’attache à vous comme un grelot, Si l’on craint de s’ouvrir les veines, On peut toujours risquer la veine D’un voyage à Monte Carlo Monte Carlo, Monte Carlo. Quando si è una morta fra le morte Quando ci si trascina in mezzo agli esseri viventi Quando tutto vi mette alla porta E la chiude con un colpo di vento, Non essere più giovane e amata.... Dietro una porta chiusa, non rimane altro che buttarsi in acqua O di comprarsi una rivoltella. Si, signori ecco ciò che resta ai vigliacchi e ai mascalzoni. Ma se il pensiero di questo gesto vi attacca la tremarella come un sonaglio Se si ha paura di tagliarsi le vene Si può sempre tentare la fortuna Di un viaggio a Montecarlo Montecarlo, Montecarlo. 17 J’ai fini ma journée. Je veux dormir au fond de l’eau de la Méditerranée. Après avoir vendu votre ame Et mis en gage des bijoux Que jamais plus on ne réclame, La roulette est un beau joujou. C’est joli de dire: “Je joue”. Cela vous met le feu aux joues Et cela vous allume l’oeil. Sous les jolis voiles de deuil On porte un joli nom de veuve. Un titre donne de l’orgueil ! Et folle et prete, et toute neuve, On prend sa carte au casino. Voyez mes plumes et mes voiles, Contemplez le strass de l’etoile Qui me mène à Montecarlo. Ho finito la mia giornata, Voglio dormire nel fondo delle acque del Mediterraneo Dopo avere venduto la vostra anima e impegnati dei gioielli che mai più verrano riscattati, La roulette è un bel trastullo. ‘E bello dire :” Gioco”, Questo vi scalda le guance e vi accende lo sguardo. Sotto i leggiadri veli del lutto Si porta un grazioso nome di vedova. Un titolo inorgoglisce! E folle e pronta e tutta nuova Si prende la cartella al casinò. Guardate le mie piume e i miei veli, Ammirate lo strass della stella Che mi conduce a Montecarlo. La chance est femme. Elle est jalouse De ces veuvages solennels. Sans doute ell’ma cru l’epouse D’un véritable colonel. J’ai gagné, gagné sur le douze. Et puis les robes se décousent, La fourrure perd ses cheveux. On a beau à repeter: “Je veux”, Dès que la chance vous déteste, Dès que votre coeur est nerveux, Vous ne pouvez plus faire un geste, Pousser un sou sur le tableau Sans que la chance qui s’écarte Change les chiffres et les cartes Des tables de Monte Carlo. Les voyous, les buses, les gales! Ils m’ont mise dehors....dehors.... Et ils m’accusent d’etre sale, De porter malheur dans leurs salles, Dans leurs salles salles en stuc. Moi qui aurais donné mon truc A l’oeil, au prince,à la princesse, La fortuna è femmina, ‘E gelosa di queste solenni vedovanze. Sicuramente mi ha preso per la moglie Di un vero colonnello. Ho vinto, ho vinto sul dodici. E poi i vestiti si scuciono, La pelliccia perde peli. Si fa alla svelta a ripetere : “ Voglio”, Dal momento che la sorte vi detesta, Dal momento che siete nervosi, Non potete fare più nemmeno un gesto, Spingere una moneta sul tavolo. Senza che la fortuna che si allontana Cambi i numeri e le carte Dai tavoli di Montecarlo. Le canaglie, i minchioni, le vipere! Mi hanno buttato fuori...fuori... E mi accusano di essere indecente, de portare sfortuna nelle loro sale, Nelle loro sale stuccate. Io che avrei rivelato il mio trucco gratis, al principe, alla principessa, 18 Au Duc de Westminster, au Duc, Parfaitement. Faut qu’il ca cesse, Qu’ils me criaient votre boulot! Votre boulot!...... Al Duca di Westminster, al Duca, Perfettamente. Bisogna che la smettano di rimproverarmi, il vostro lavoro! Il vostro lavoro!..... Ma découverte. J’en priverai les tables vertes. C’est bien fait pour Monte Carlo. Et maintenant, moi qui vous parle, Je n’avouerai pas les kilos que j’ai perdu à Monte Carle, Monte Carle ou Monte Carlo. Je suis une ombre de moi meme... Les martingales, les systèmes Et les croupiers qui ont le droit de taper de loin sur vos doigts Quand on peut faucher une mise. Et la pension où l’on doit Et toujours la meme chemise que l’angoisse trempe dans l’eau. Ils peuvent courir. Pas si bete. Cette nuit je pique une tete Dans la mer de Monte Carlo. Montecarlo. Lascerò senza la mia invenzione i tavoli verdi. Gli sta bene a Montecarlo. E ora, io che vi parlo, Non vi confesserò i chili che ho perso a Montecarle, Montecarle o Montecarlo. Sono un’ombra di me stessa.... Le teorie di probabilità, i sistemi E i croupier che hanno il diritto di picchiarvi da lontano sulle dita Quando si può fregare una scommessa. E la pensione dove si devono dei soldi E sempre la stessa camicetta che l’angoscia si inzuppi nell’acqua. Loro possono correre. Mica sono scema. Questa notte mi butto nel mare di Montecarlo. Montecarlo. 19 FP 176 - Improvisation No. 15, “Hommage à Édith Piaf”, 1959 (Francis Poulenc) 20 Ballad Andrea Portera (musica) – Jean Cocteau (parole) Valerio Valoriani (versi e trad.) Edith, inimitable étoile qui se dévore dans la solitude nocturne du ciel de France inimitable étoile Edith, stella inimitabile che divora nella solitudine notturna il cielo di Francia, stella inimitabile 21 qui contemple les couples enlacés qui savent encore aimer, souffrir et mourir. che contempla le coppie allacciate che ancora sanno amare, soffrire e morire. petite personne dont les mains du lézard des ruines. petite personne dont les yeux d'aveugle qui vient de retrouver la vue. petite personne qui fait sortir de sa poitrine étroite les grandes plaintes de la nuit… Piccola persona con le mani di lucertola delle rovine, piccola persona on gli occhi di un cieco che ha appena ritrovato la vista, piccola persona che fa uscir fuori da un esile petto I grandi pianti della notte ... voix qui chante à la mode du rossignol d'avril qui essaye son chant d'amour. Voce che canta al modo dell’usignolo aprile che prova il suo canto d'amore. voix qui sort des entrailles, voix qui l'habite Voce che esce fuori dai visceri, voce che la possiede 22 des pieds à la tete, voix qui déroule une haute vague de velours noir. vague chaude qui nous submerge, nous traverse, pénètre en nous. dalla testa ai piedi, voce che si srotola come un’onda alta di velluto nero, onda calda che ci sommerge, che ci attraversa, che penetra in noi. Le tour est joué. Il gioco è fatto. Edith, petite fille timide comme le rossignol invisible, installé sur sa branche, elle-méme invisible. Edith, timida bambina come l’usignolo invisibile posato sul ramo, invisibile anch’essa. Il ne restera plus d'elle, que son regard, que ses mains pales, que son front de cire qui accroche la lumière Non resteranno di lei, che il suo sguardo, che le sue pallide mani, e la sua cerea fronte che cattura la luce et cette voix.. E quella voce… 23 et cette voix qui gonfle, qui monte, qui monte, qui peu à peu se substitue à elle et qui, grandissant comme son ombre sur un mur, remplacera glorieusement cette petite fille timide. e quella voce che si gonfia, che cresce, che cresce, che a poco a poco si sostituisce a lei, e che crescendo sempre di più, come la sua ombra su un muro, rimpiazza gloriosamente questa timida bambina. Elle se dépasse, elle dépasse ses chansons, ella dépasse la musique et les paroles. Elle nous dépasse. L’âme de la rue s'adresse aux immeubles qui la bordent. L'âme de la rue pénètre dans toutes les chambres de la ville. Lei si supera, supera le sue canzoni, supera la musica e testi, E supera anche noi. L'anima della strada si indirizza agli edifici che la fiancheggiano l'anima della strada penetra in tutte le stanze della città. Ce n’est plus petite fille timide qui chante: Non è più la timida bambina che canta: 24 c'est la pluie qui tombe, c'est le vent qui soufle, c'est le clair de lune qui met sa nappe… è la pioggia che cade, è il vento che soffia, è la luce della luna che tutto copre con il suo mantello oscuro ... Nello spettacolo sono citate inoltre parole di Louise de Vilmorin (1943) e di Jean Anouilh (1940) messe in musica da Francis Poulenc BIOGRAFIE Cinzia Borsotti Nata a Firenze, maturità classica, si è laureata con lode con una tesi in Sociologia dei processi culturali presso la "Cesare Alfieri " di Firenze. Comincia la sua formazione artistica da piccolissima come danzatrice, in veste della quale lavora in seguito in varie produzioni teatrali e video sia in Italia che in Spagna, insegnando inoltre danza jazz. Nel 1998 incomincia a studiare canto presso la Scuola di Musica di Fiesole, cantando, anche come solista, per molti anni nel coro "Francesco Landini" diretto da Fabio Lombardo. In seguito è stata allieva della soprano Tiziana Tramonti, della quale è stata assistente nell'anno accademico 2011/2012 per i corsi professionali di canto della scuola, oltre che a tenere un proprio corso di percezione corporea destinato ai cantanti. Ha lavorato in vari teatri italiani con direttori quali Alan Curtis, Federico Maria Sardelli, Rinaldo Alessandrini, Nicola Pazkoski, Jonathan Webb. E' corista aggiunta nel Coro della Toscana diretto da Marco Bargagna , collaborando con l'Orchestra Regionale Toscana. 25 La sua formazione poliedrica la porta a partecipare a progetti per l'infanzia e i giovani ( Voce recitante delle "Favole al telefono" di Gianni Rodari su composizioni musicali inedite, ruolo Maga Mim nel' operina "La fabbrica dei giocattoli" di Joan Jakkey - Teatro Puccini 2012) a spettacoli muldiscisciplinari ( Grande adagio popolare , Cenacolo S.Apollonia 2013/ compagnia Virgilio Sieni) e a progetti sperimentali con giovani compositori. 'E attiva in concerti di musica da camera, privilegiando repertori di musica barocca, musica da camera dell'800 e del ‘900, e quella contemporanea. Frequenta attivamente i masterclass del Maestro Claudio Desderi presso la Scuola di Musica di Fiesole. Eugenio Milazzo Nato a Firenze, si è diplomato in pianoforte al Conservatorio Cherubini di Firenze con il massimo dei voti e la lode con Lydia Rocchetti e in musica da camera all’ Accademia Pianistica ”Incontri col Maestro” di Imola con il M° Piernarciso Masi. Ha proseguito frequentando numerosi corsi di specializzazione e perfezionamento. Ha acquisito esperienza come pianista accompagnatore e come maestro collaboratore, preparatore e concertatore. Ha suonato con strumentisti provenienti dalle Orchestre della Chicago Symphony, dei Berliner Philarmoniker, di Radio France, del Teatro alla Scala, del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e dell’ Orchestra Regionale Toscana(O.R.T.). Ha lavorato con direttori e registi importanti quali: Myung-Whun Chung, Nir Kabaretti, Piero Bellugi, Christopher Franklin, Massimo De Bernart, Augusto Vismara, Giovambattista Varoli, Nicola Paszkowski, Giovanni Maria Lori, Federico Bardazzi, Luis Bacalov, Mauro Ceccanti, Daniele Giorgi, Federico Maria Sardelli, Guido Corti, Francesco Vizioli, Stephen Lloyd, Carlo Moreno Volpini, Gabriele Ferro, Bruno Rigacci, Bruno Nicoli, Fabio Del Cioppo, Pier Claudio Fei, Lorenzo Parigi, Paolo Miccichè, Luciano Alberti, Giorgio Barberio Corsetti, Roberto Croce, Beppe Menegatti, Alessio Pizzech, Roberta Cortese, Lorenzo Fontana, Massimo Salvianti, Franco Barlozzetti, Hans Holzbecher.Collabora con il M° Claudio Desderi presso la scuola di musica di Fiesole .Ha accompagnato numerose formazioni corali e cantanti in occasione di corsi, audizioni ed esecuzioni. Oltre che pianista è anche compositore e alcune sue musiche sono state suonate alla Sala Vanni di Firenze. Andrea Portera Inizia la sua attività di compositore da giovanissimo, seguendo i suoi studi al Conservatorio Cherubini di Firenze e soprattutto alla Scuola di Musica di Fiesole, dove entra in contatto con la classe di Manzoni e segue l’operato delle maggiori personalità musicali del panorama internazionale. La sua produzione, sotto il segno di una fertile creatività (attualmente il suo catalogo ufficiale è costituito da 104 lavori, tra brani cameristici, sinfonici , 2 opere teatrali ecc..), ha ottenuto consensi e riconoscimenti da grandi nomi del mondo della musica; è stato infatti premiato da Berio, Fedele, Rhim, Morricone, Nishimura, Corghi, Bussotti, Solbiati, Halfter, Vacchi, Sciarrino, Noseda, Abbado, Osokawa, Luis De Pablo, Talmelli e molti altri… Le suo opere sono state eseguite da prestigiose orchestre e gruppi cameristici, tra cui la Tokyo Philarmonic Orchestra, Bbc Philarmonic Orchestra, l’ Orchestra Sinfonica della Rai, Symphonic Orchestra of the Slovak Radio, Orchestra Nazionale dell’Estonia, Orchestra of Colors di Atene, SPCO Chamber Orchestra in Minnesosa, Orchestra dei “Pomeriggi Musicali” di Milano, Orchestra da Camera Fiorentina, e poi Dedalo Ensemble, Fontana Mix, Quartetto Accademia, Gaudeamus Ensemble, Templum Floridum, Ensemble Italiano, ecc… Inoltre ha collaborato con grandi solisti come il pianista Andrea Lucchesini, la violinista Lorenza Borrani, Siringo, Dillon, Ancillotti, Attademo, ecc… e da direttori altrettanto grandi come Gianandrea Noseda, Chikara Iwamura, Daniel Gazon, Miltos Logiadis, Edoardo Rosadini, Daniel Kawka,ecc.. Ha avuto pubblicazioni da: Suvini Zerboni , RaiTrade, Sconfinarte, Eurarte, Premio Bucchi, Le Monnier, Fondazione Guido D’Arezzo, Hudobne Centrum Slovakia. Nel 2008 la Scuola di Musica di Fiesole ha dedicato al compositore l’evento monografico Musica e Cultura (dedicato in precedenza a figure quali Kurtag, Berio, Sciarrino, Fedele, Vacchi ecc…) Collabora stabilmente con le rivista "Chitarre" in qualità di supervisore delle partiture e grafico musicale. Ha realizzato in 26 veste di autore i manuali didattici per le scuole medie Contesti Musicali e Contesti Musicali Guida all'Insegnante (Ed. Le Monnier& Mondadori). Nel maggio 2008 è stato docente della master-class di analisi per l’Accademia dell’OGI. Per il teatro ha collaborato con vari autori, attori, coreografi, tra cui Stefano Massini, Sandro Lombardo, Michele Placido, Ottavia Piccolo, Milena Vukotic, Keith Ferrone, Nativo, ecc… Nel marzo 2009 è stato docente di “Grafica nella Musica contemporanea” all’Accademia Europea del Quartetto. E’ consigliere artistico dell’ensemble Nuovo Contrappunto. E’ docente alla Scuola di Musica di Fiesole di composizione, analisi musicale, video-scrittura e armonia complementare. Valerio Valoriani Nato a Figline Valdarno (Fi) autore, regista e organizzatore teatrale, ha fondato e diretto, a Firenze, il Centro Universitario Teatrale (1966-71), il Teatro Affratellamento (1968-77) e la compagnia Teatro della Convenzione (1971-77). Direttore artistico della Rassegna Internazionale dei Teatri Stabili (1972-81) ha presentato spettacoli di registi o autori come Jean-Pierre Vincent, Peter Handke, Benno Besson, Ingmar Bergman, Meredith Monk, Andreij Wajda e altri. Passato al Teatro Regionale Toscano (1985-91), di cui era stato uno dei fondatori nel 1971, ha realizzato, in occasione di Firenze Capitale Europea della Cultura, la rassegna internazionale “1986/Teatro”. È stato Consigliere di Amministrazione dell’Ente Teatro Romano, dell'ETI Ente Teatrale Italiano (1988-90) e supervisore del Teatro Valle a Roma (1991). Ha curato la stagione del Teatro Wanda Capodaglio di Castelfranco di sopra (1990-91) e organizzato nel 1992 le rassegne “Contemporanea Uno” e “Futura Uno”;. (1992), anno in cui ha diretto anche la IX edizione del Premio Wanda Capodaglio. È stato Direttore artistico e organizzativo dell’Estate Fiesolana al Teatro Romano di Fiesole nel 1995 e nel 1996 e Direttore della Biblioteca Spadoni al Teatro della Pergola di Firenze (1996 2011), teatro di cui è stato anche Direttore tra il 2004 e il 2005. Nel 2002, insieme a Josef Chrobak, ha curato la mostra degli oggetti di scena di Tadeusz Kantor al Rondò di Bacco di Firenze. Dal 2002 è membro della giuria letteraria del Premio Firenze per il testo teatrale ed il racconto inediti. Ha pubblicato sulla rivista Sipario (1973) la sua traduzione in versi de il Mockinpott di Peter Weiss, e ha curato, tra gli altri, i volumi: Kantor a Firenze (2002), Kantor Wielopole-Wielopole Dossier (2007) , tradotto anche in polacco. Tra le sue regie: Uomo massa da Toller (1970), Dada (1971), Cuore di cane di Bulgakov (1971) Un chiaro di luna tricolore, 40 sintesi di teatro futurista (1974) e Ubu roi di Jarry (1976), tutte con le scene di Maurizio Balò; L'Osteria della Chimera, con Carlo Monni (1990), Un triangolo imperfetto di Fierstein con Licinia Lentini (1999). Tra quelle liriche: L'orso di Walton e Le Pauvre Matelot di Milhaud al Festival Opera Barga (1976), L'opera da tre soldi di Brecht/Weill (1984), Talkshow - Libretto e musica di Riccardo Riccardi (2009). Ha scritto i libretti de Il servo padrone (2000) per il Teatro Pacini di Pescia, di Arlecchino finto morto (2005) per l’Accademia Chigiana, musica di Aldo Tarabella, ambedue rappresentati in numerosi teatri e festival, e de La luna nel pozzo musica di Antonello Mercurio: di alcuni brani di esso sono stati eseguiti sotto forma di concerto al Convento di San Michele di Salerno (2009). Ha svolto anche attività politico-amministrativa come Consigliere della Provincia di Firenze (1970-1980), Assessore alla cultura del Comune di Scandicci (1985-1990) e Assessore alla cultura del Comune di Figline Valdarno (1996-2001) Ha variamente collaborato con l’Ufficio spettacolo della Regione Toscana ed è stato membro della Cabina di regia del Patto Stato-Regione Toscana (2008-2010). Si ringraziano 27 Progetto grafico Valerio Valoriani