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se non diremo cose che a qualcuno spiaceranno

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se non diremo cose che a qualcuno spiaceranno
Anno XLI - MARZO 2014 - Una copia
se non diremo cose
che a qualcuno spiaceranno,
non diremo mai la verità
3,00
3/2014
w w w. i l f i e r a m o s c a . i t
Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
(conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) Art. 1 Comma 1 - CNS BA
Mensile di cultura, informazione e attualità
3/2014
(FOTORUDY)
8
8
9
Barletta fra le città beneficiate con
7 milioni quattrocentomila euro dal
progetto Zone Franche Urbane
Urbanistica
Zone Franche Urbane: Barletta fra le città
beneficiate
Case popolari, quali interventi
Confindustria
Assegnata da Confindustria Puglia a Santoro
la delega sui fondi europei
di Stefania Patella
9
17
19
11
Ambiente
Barletta: una città dal marchio green
di Giuseppe Santaniello
21
13
Ricordo
Testimonianze per un campione strappato
alla vita, entrato nella leggenda
Via dei Muratori
Eliminata la maglia D2-06
14
15
16
Premiazione
“Essere donna”. Premio 2014
Sesta Provincia
Illustrato al consiglio provinciale il piano territoriale di coordinamento
Il Consiglio direttivo di Confindustria
Puglia ha assegnato a Santoro la delega sui fondi europei
1129
Euro*Idees - Bruxelles
Svegliarsi e organizzarsi, prima che sia troppo tardi
di Emmanuele Daluiso
31
Cultura
Non vivere di rimpianti il nostro futuro è nel
turismo
di Francesco Petruzzelli
32
(FOTORUDY)
La proposta di Legambiente nella realizzazione della linea strategica di tutela e sviluppo del verde urbano
Ricordo
Iorio a sette anni dalla morte, attualità della
sua lezione
di Pasquale Pedico
Editoria
Autori barlettani - produzione editoriale
2013: elenco aggiornato rispetto a quello
pubblicato nel numero di gennaio
Urbanistica
Urban ecology o periferie?
di Raffaella Porreca Salerno
33
Editoria, quanto scriviamo!
26 titoli in un anno
di Renato Russo
23
Incontro
Il presidente Ventola in visita alle Cantine
della Bardulia
35
Biblioteca
Il futuro delle biblioteche
di Emanuele Romallo
25
Chiesa
Padre Vittorio Marzocca una missione lunga
una vita
di don Rino Caporusso
36
Orologeria
La nascita dell’orologeria “da persona”
di Ettore Giannella
37
Storia locale
Sportello antenati… perduti
di Michele Grimaldi
26
Nomine
Il prof. Ugo Villani nominato presidente del
Collegio dei Garanti e dei Comportamenti
19
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39
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45
Siamo ancora in tempo a recuperare il tempo perso e a riaccendere
le luci della città
41
I silenzi di Mamma Maria
di Carmen Palmiotta
Centenario
Al traguardo centenario (1914-2014) Giovanni Leoncavallo “il barbiere dei signori”
di Domenico Vischi
Scuola
Lino Patruno presenta il suo ultimo libro
agli alunni della Scuola Media “De Nittis”
degli alunni della 3a B e 3a F
XXIV edizione “Premio Cartolina Fieramosca d’Oro”
di A. Fioravante Esperti - M. Falanga
La Scuola Media “Renato Moro” aderisce
al Piano di valutazione VALES
Per la festa della donna rappresentazione
teatrale alla “R. Moro” dal teatro greco fino
ai nostri giorni
degli alunni della 3a D e 3a C
Beneficenza
Consegna alle scuole di defibrillatori da par-
29
XXIV edizione “Premio Cartolina
Fieramosca d’Oro”: il ruolo della
donna nella società
te dell’Associazione Finanzieri
di Antonio Filannino
47
48
49
50
51
52
53
Musica
Al via la XIV stagione concertistica dell’Associazione “Athenaeum”
Brevi di cultura
Gos
Idee in movimento, una iniziativa promossa
dalla provincia Barletta Andria Trani
Brevi di sport
Enigmistica
Cruciverba a schema libero con riferimento
a Barletta
di Franco Lamonaca
Sport
Galà dello Sport al “Curci” premiati i migliori
del 2013
Cargraphik Half Marathon - Mimmo Ricatti
su tutti
53
54
55
6
7
27
34
56
57
La prima edizione della Cargraphik Half Marathon per ricordare
Pietro Mennea
Poesie di Sabino Tupputi
Poesie per la festa della donna
RUBRICHE
Lettere al direttore
- Il trabucco barlettano
- Turismo culturale, bisogna fare sistema
- Ricordo dell’ing. Francesco Tatò
- Necessità della partecipazione
- La crisi finanziaria e l’economia relazionale
In città
Notizie in breve
Libri del mese
Cronaca di una scuola riformata
I cowboy non mollano mai
a cura della Libreria Liverini
Vernacolo
Pople da chiazze e da marenarèie
di Nicola Tarantino
Vivicittà
TEKNO FILATI Srl
FILATI CUCIRINI
E ACCESSORI
PER CALZATURE
Barletta - BT
Via Callano 163 int. 56
t. 0883 347 831
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[email protected]
4 IL FIERAMOSCA
MARZO
2014
MARZO
2014
IL FIERAMOSCA
5
Lettere al direttore
Lettere al direttore
Ricordo dell’ing. Francesco Tatò
www.ilfieramosca.it
e-mail
[email protected]
[email protected]
[email protected]
Il trabucco barlettano
n° 3 - marzo 2014
anno XLI
Direttore responsabile
RENATO RUSSO
Spedizione
in abbonamento postale 45%
Registrazione presso Tribunale
di Trani n. 140 del 1-3-1975
Stampa in proprio
su carta ecologica riciclata
Symbol Freelife Satin
Direzione, Redazione
e Amministrazione
Editrice Rotas s.r.l.
Via Risorgimento, 8
Tel. 0883.536323
Fax 0883.535664
BARLETTA
e-mail: [email protected]
www.editricerotas.it
ISSN 1722-8972
ASSOCIATO
Spett.le Redazione,
da Brindisi mi sono recato a Barletta per rivisitare i miei luoghi d’infanzia e sono arrivato al molo
di Levante al porto per vedere il famoso trabucco
barlettano.
Che desolazione!!!. Uno dei simboli della tradizione marinara della città di Barletta sta scomparendo a causa dell’inerzia dei soggetti competenti!
Le sue condizioni di salute sono precipitate da
parecchi anni. Da informazioni prese nell’ambiente
marinaro risulta che nel 1998 è scaduta la concessione demaniale dell’area sulla quale sorge il trabucco
(concessa ad un privato) e il Comune di Barletta, visto l’interesse storico-culturale del bene, manifestò
la volontà di acquisirlo per effettuare la necessaria
manutenzione e inserirlo in itinerari turistico-culturali della città.
Sono, però, passati tanti anni e l’intenzione del
Comune rimase ed è rimasta solo un’idea.
La Capitaneria di porto tempo fa emise l’ordinanza di recinzione della costruzione per motivi di
sicurezza in quanto pericolante. Quei “quattro pali”
sono la testimonianza di un sistema di pesca affascinante, un tempo diffuso in Puglia specialmente sul
Gargano.
Il trabucco barlettano rappresenta l’esemplare
più meridionale in Puglia perché più a Sud non se
ne trovano altri.
Faccio appello al Comune di Barletta, ad Associazioni ed anche alla Regione Puglia con il suo Programma di Organizzazione Paesaggistica in corso di
elaborazione perché prendano a cuore il problema,
non solo per ricostruire il trabucco barlettano, ma anche per dare una speranza e una luce a tutti quei giovani che amano, soffrono e lottano per il nostro mare.
Gabriele Jorio
accedi a
Il Fieramosca
on line
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a Editrice Rotas S.r.l.
via Risorgimento, 8
76121 Barletta
• Abbonamento annuale
30,00
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per le Americhe 110,00
6 IL FIERAMOSCA
(FOTORUDY)
Turismo culturale,
bisogna fare sistema
Ho letto, in un
articolo di Emmanuele Daluiso
sull’ultimo numero
del “Fieramosca”,
che nella BAT aumenterebbero
i
posti letto mentre
diminuirebbero le
presenze turistiche.
Eppure abbiamo
molte opportunità
busto di Federico II
rivenienti da note- Il
(FOTORUDY)
voli eventi e famosi personaggi che potrebbero alimentare il
nostro turismo. Ma non sono le amministrazioni pubbliche (i singoli comuni) e quelle
sovracomunali (la provincia e la regione) a
dover sostenere lo sforzo di questo impegno,
quello di promuovere queste iniziative, che
si sono invece rarefatte?
Pino Dicorato
È un dato di fatto la progressiva penuria di mezzi finanziari sia di carattere nazionale (governo centrale) che internazionale
(Comunità Europea); dobbiamo prenderne
atto. A fronte di questa crisi di disponibilità
di mezzi finanziari, la nostra più immediata
risorsa, per più redditizi ritorni, è quella turistico-culturale, incoraggiata dai dati statistici che negli ultimi anni collocano la nostra
Regione - e quindi anche il nostro territorio
comprensoriale - ai vertici delle località fra
i più alti indici di gradimento. Ci riferiamo
in particolare alla valorizzazione di notevoli
personaggi del passato e siti loro connessi
come Annibale e la battaglia di Canne, Boemondo d’Altavilla e le Crociate, Federico
II e Castel del Monte, Ettore Fieramosca e
la Disfida di Barletta, De Nittis e Palazzo
della Marra, senza dire di famosi monumenti
di straordinario interesse storico-turistico,
come la Cattedrale di Trani, il castello di
Barletta, Palazzo Carafa (Andria) e via dicendo. Superfluo sottolineare la riflessione
che questi ritorni saranno tanto più fruttuosi
e cospicui, quanto maggiore queste città sapranno fare sistema fra di loro.
MARZO
2014
Esimio direttore,
ricorre quest’anno il novantesimo anniversario della nascita dell’ing. Francesco
Tatò. Io lo ricordo quando è stato a Barletta,
per un certo periodo, fine anni ‘90, chiamato dal sindaco Salerno a guidare l’Ufficio Tecnico del nostro Comune dove ebbi
modo di apprezzarne le qualità di professionista competente e di uomo cordiale ed
equilibrato. Anche se non lo ha inserito nella galleria dei personaggi illustri del secolo
scorso (Barletta Protagonisti del Novecento, Editrice Rotas, 2013), le sarei grato se ne
ricordasse, sia pure a grandi linee, la figura
perché ne resti traccia nel ricordo di quanti
ebbero modo di conoscerlo.
Antonio Gambatesa
ex impiegato U.T.C.
Francesco Tatò nacque a Barletta il 4
gennaio 1924 da Angelo Michele, capo tecnico delle Ferrovie dello Stato e da Maddalena Sacco insegnante elementare. Trasferitosi a Firenze si laureò presso la Facoltà
di Ingegneria della Università di Pisa nel
1947. Acquisì la sua esperienza nella materia dei lavori pubblici e delle connesse attività tecniche in Toscana, dal 1948 come libero professionista e come tecnico dirigente
del Comune di San Casciano Val di Pesa
(Fi). Successivamente, dal 1962, vincitore
di concorso, fu direttore dell’Ufficio Tecnico del Comune di Bari che lasciò nel 1989.
Ha insegnato presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Basilicata la materia
“Estimo e principi di tecnica economica”.
Suoi scritti si trovano negli atti di convegni
e congressi a carattere nazionale, in testi
di singole lezioni a livello universitario e
di conferenze per la associazione Ingegneri ed Architetti di Puglia che ha presieduto
per oltre quindici anni. Dal 1979 al 1998
fu Presidente dell’Associazione regionale
degli Ingegneri. Dal giugno 1998 al giugno 1999 fu chiamato dal sindaco Salerno
all’Ufficio Tecnico del Comune di Barletta.
Un capitolo a parte merita la sua attività
rotariana. Era entrato nel Rotary Club Bari
Ovest nell’aprile del 1965, di cui qualche
anno dopo fu chiamato a ricoprire la carica di Presidente. Eletto per l’anno 1985/86
Governatore del 210° (distretto allora esteso in tutto il Sud Italia eccetto la Sicilia),
visse un anno di fervida attività.
Fu per vari anni Presidente della “Fondazione Pasquale Pastore”, Responsabile
della Commissione distrettuale per la “Rotary Foundation”, svolse incarichi internazionali, partecipando anche al Consiglio di LeMARZO
2014
gislazione.
Benefattore
della R.F.,
fra le tante
onorificenze
si guadagnò
numerose
PHF e la
“Citazione
per
servizi meritori
1993/94”.
Francesco
Tatò ha dedicato comunque al Rotary tanta parte della
sua vita e della sua attività, lasciando forti
eredità di saggezza ma soprattutto di indiscusso attaccamento all’Associazione, studioso delle sue fondamentali regole ma anche
rispettoso, puntuale di esse nella vita privata,
in quella professionale e in quella rotariana.
Un personaggio, Francesco Tatò, che
rimarrà nel ricordo di tutti, esempio di rettitudine, correttezza e onestà. La sua vita
si è spenta il 12 ottobre 2012, attorniato
dall’affetto della moglie Franca, dei figli
Michele ed Enrico e dei suoi cinque nipoti.
Necessità della partecipazione
Caro direttore,
attesa la grave crisi economica ed occupazionale, è necessario un forte impegno della amministrazione comunale per
la valorizzazione del nostro territorio; al di
là delle buone intenzioni del sindaco, si ha
come l’impressione che l’amministrazione
stenti a decollare e che il corpo elettorale,
gli elettori, siano come distratti, disorientati dagli eventi, mentre, forse, dovrebbero
sentirsi più parte attiva, ma come?
Antonio Filannino
zionale. Certo, la partecipazione di ogni
singolo cittadino è problematica, ma può
essere facilitata dalla mediazione delle
rappresentanze associazionistiche.
La crisi finanziaria
e l’economia relazionale
Un tempo via Trani era trafficatissima e
l’area industriale viveva una straordinaria
stagione produttiva. Che quei tempi siano
ormai lontanissimi è confermato dallo scarso traffico, e tuttavia ci sono ancora alcune
aziende che per fortuna tirano, come quelle
aziende calzaturiere che si sono adeguate a
un mercato specializzato e di buona qualità (come l’antinfortunistica…). Si ha però
la sensazione che ognuno vada per conto
proprio, senza alcun legame con la città,
senza un progetto dell’Amministrazione
comunale (…)
Pasquale Di Bari
Il Comune deve stare al passo coi tempi e comprendere come un nuovo più avanzato concetto di economia sta prendendo
piede nella attuale società, ed è quello di
“economia relazionale”, quando le relazioni produttive fra soggetti diventano esse
stesse valore economico. Ci sono attualmente delle aziende, poche ma redditizie,
che tirano il mercato, ma vivono ognuna
per conto proprio, senza contribuire alla
realizzazione di finalità comuni, se non faranno parte di una più ampia progettualità, che solo l’ente pubblico può monitorare in un processo di più ampia crescita
imprenditoriale. Una progettualità che
non può ignorare la necessità di stare al
passo coi tempi di un sistema economico
europeo che si appresta a dettare nuove regole per la nuova programmazione settennale 2014-2020 e per la quale dovremmo
attrezzarci per tempo.
Preliminare a qualsiasi discorso ai fini
della valorizzazione del nostro
territorio, è la necessità della
partecipazione popolare, senza
della quale ogni impegno, oltre
che superfluo, è destinato ad
un inevitabile fallimento, tradendo in partenza le ragioni
del nostro impegno socio-politico. Partecipazione non retorica quindi, ma espressione
di un reale, effettivo coinvolgimento della base a cominciare
dal mondo giovanile, in questi
tempi soprattutto dominati da
Via Trani, zona industriale (FOTORUDY)
una crescente crisi occupa-
IL FIERAMOSCA
7
Urbanistica
Confindustria
Case popolari,
quali interventi
Zone Franche Urbane:
Barletta fra le città beneficiate
U
ndici sono i Comuni pugliesi inseriti nel progetto delle
“Zone Franche Urbane” e fra questi sono stati inseriti i
comuni di Andria e Barletta, sempre che venga controfirmato dal
Ministero dell’Economia il decreto di estensione delle Zone Franche della Regione Puglia.
(FOTORUDY)
In particolare al Comune di Andria è stato assegnato un importo di sei milioni e 200 mila euro e al Comune di Barletta di sette
milioni quattrocento mila euro. Se - fatti i debiti scongiuri - questo
decreto sarà infine firmato dal nuovo ministro delegato - le due
città sarebbero destinatarie di grandi potenzialità di sviluppo, con
riverberi naturalmente di carattere occupazionale.
Ma cominciamo con lo spiegare cosa sono queste “Zone Franche Urbane”. Sono aree infracomunali dove si concentrano programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole imprese,
allo scopo di favorire lo sviluppo socio-economico di quartieri e
aree urbane segnate da precarie condizioni di vita, ma con potenzialità di sviluppo. A beneficiarne, piccole imprese che siano già
costituite e iscritte nel registro delle imprese all’atto della presentazione della istanza. Per micro imprese si intendono imprese
che abbiano meno di dieci occupati e un fatturato inferiore ai due
milioni di euro all’anno, e per piccole imprese quelle che abbiano
un numero di unità lavorative inferiore a cinquanta e un fatturato
non superiore a dieci milioni di euro.
Ad accedere al finanziamento potranno però essere ammessi
anche studi professionali organizzati in forma di impresa e regolarmente iscritti nell’apposito registro. Ogni impresa potrà accedere alle agevolazioni nel limite massimo di 200mila euro. Ma
non basta. Tra le agevolazioni sono previste anche delle misure
fiscali, come la esecuzione delle imposte sui redditi fino a centomila euro, limite maggiorabile di cinque mila euro per ogni nuovo
dipendente assunto a tempo indeterminato. Lo sgravio è discendente dal 100 al 20% nell’area di quattordici periodi di imposta.
Prevista anche l’estensione quinquennale dell’IRAP, come la possibile esecuzione quadriennale dell’Imu. Troppo bello per esser
vero? Mah! Vedremo se non sono solo parole.
S.P.
8 IL FIERAMOSCA
ASSEGNATA DA CONFINDUSTRIA PUGLIA
A SANTORO LA DELEGA SUI FONDI EUROPEI
A
mmonta a quasi 300.000 euro l’investimento che la Regione Puglia ha previsto per recuperare gli immobili di
edilizia residenziale pubblica nella sola città di Barletta, cui si
aggiungono, per il resto della provincia BAT, altri 38.495 euro
per Andria e Trani e 90.000 per Canosa di Puglia, a fronte di un
intervento complessivo, regionale, di 5.300.000 euro.
Sono otto gli interventi che riguardano Barletta e non sette
come previsto. Ai primi, infatti, l’assessore Angela Barbanente,
che ringrazio per l’impegno e il lavoro compiuto insieme a tutta
la struttura assessorile e alla équipe che di tutto ciò si è occupata, ha voluto aggiungere un edificio che le ho segnalato per la
mancanza di ascensore, dove risiedono persone anziane e con
problemi di deambulazione, come denunciato più volte dagli
organi di stampa, costrette nelle quattro mura di casa. Si tratta
della palazzina al civico 164 di via Prascina.
Gli stessi interventi saranno compiuti anche al civico 54 di
via Virgilio Marrone, dove sono previste anche opere di recupero delle facciate, del vano scala e del lastrico solare. A ciò,
già previsto, si aggiungeranno interventi, anche questi ho voluto
segnalare all’assessore regionale, ad altre palazzine della stessa
via, dove sono visibili problemi di infiltrazioni d’acqua, oltre a
quello della mobilità di una persona disabile.
Interventi sono previsti ad un alloggio al civico 4 di via Salvemini, con un investimento stimato di 12.694 euro, ai civici 9,
11 e 13 di via Buonarroti, alle facciate e ai lastrici solari, per oltre 77.000 euro, e lo stesso in via Ungaretti, con una previsione
di spesa pari a 170.817 euro.
Mentre, dunque, in V Commissione consiliare stiamo lavorando alla riforma degli Iacp, la Regione e l’assessore Barbanente si stanno impegnando sul campo per migliorare le condizioni
di vita di chi abita in quelle case, dedicando loro un’attenzione
che era necessaria ma che si sta dimostrando anche puntuale,
concreta, caratterizzata da grande disponibilità, impegno e considerazione.
Franco Pastore
consigliere regionale socialista
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BARLETTA
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MARZO
2014
di Stefania Patella
I
l Consiglio Direttivo di Confindustria Puglia, presieduto da
Domenico Favuzzi, ha attribuito la delega per la programmazione dei fondi strutturali ed investimenti europei (SIE) 201420 al consigliere, incaricato per il Centro Studi, Cosimo Santoro.
Attribuzione strategica di enorme importanza. Vediamo perché.
Confindustria Puglia elaborerà un documento per lo “Sviluppo Territoriale Sostenibile ed Integrato della Puglia”, quale contributo per
il Documento Strategico Regionale. Il Documento presenterà proposte e obiettivi sui quali si svilupperà il programma di attività di
Confindustria Puglia per il prossimo biennio in coerenza con l’avvio della programmazione dei fondi europei 2014-2020.
Il presidente della zona BAT di Confindustria Bari e BAT ha
più volte sottolineato presso la Regione Puglia la centralità del
sistema manifatturiero e dei sistemi produttivi territoriali nelle
politiche per la crescita e l’occupazione, tenuto conto che l’industria manifatturiera è il settore che spende oltre il 70% della
R&S alimentando il terziario innovativo; dal manifatturiero viene
oltre l’80% dell’export del Paese ed intorno al manifatturiero ruota tutto il sistema produttivo del Made in Italy, dall’agricoltura al
turismo ed ai servizi.
Quale delegato per i fondi europei, l’architetto Santoro ha più
volte rimarcato, nei tavoli di lavoro del partenariato regionale,
l’importanza dei “territori” per la crescita e l’occupazione delle
“città” nella attuale economia della conoscenza; i territori provinciali e le città medie (capoluogo di Regione e Provincia) devono
diventare i motori dello sviluppo sostenibile ed integrato con la
realizzazione di incubatori della creatività ed innovazione.
Il presidente Santoro sottolinea, pertanto, la necessità di definire con la Regione Puglia quanto prima i nuovi strumenti per lo
“sviluppo locale integrato”, definiti nell’ultima bozza di accordo
di partenariato nazionale 2014-20 quali “strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo”; con questi nuovi strumenti gli attori
locali si potrebbero associare in una partnership di natura mista
(pubblico-privata) e potrebbero elaborare un “Piano di Azione
Locale” in ogni provincia (massimo tre ambiti di intervento), per
tradurre gli obiettivi strategici in azioni concrete.
Il neodelegato alla programmazione ritiene per questo fondamentale il coinvolgimento attivo del Partenariato Economico Sociale nella progettazione degli strumenti e delle misure che la Regione
intenderà mettere in atto sfruttando lo strumento dei “laboratori
pubblico - privati” per costruire “cluster territoriali e di filiera”.
Visto, inoltre, il buon avvio dello strumento dei laboratori
“Living Labs SmartPuglia” (Bari e Lecce), Santoro propone di
sperimentare nuove tipologie di “laboratori pubblico - privati” in
ogni provincia (Future Labs, Fablabs, Open Labs e Contamination
Labs previsti da HIT 2020) per la “specializzazione intelligente”
(Smart Specialisation Strategy ); entro il 31 marzo 2014, la Regione Puglia deve elaborare una strategia regionale per lo sviluppo e
la valorizzazione delle specializzazioni intelligenti nei territori.
MARZO
2014
In qualità di delegato sui
fondi europei di Confindustria
Puglia, il presidente Santoro
ritiene inoltre necessario chiarire, con la Regione Puglia,
il ruolo e le prospettive delle
“città medie” (in primo luogo i
Comuni capoluogo di Regione
e Provincia) per lo “Sviluppo
Urbano Sostenibile ed Integrato”.
In questi territori il Programma Operativo Regionale
dovrà provvedere alla individuazione delle “Autorità Ur- Arch. Cosimo Santoro presidente
bane” titolari di progetti della della zona BAT di Confindustria
Bari e BAT
“Agenda Urbana”, in co-progettazione con l’Autorità di Gestione ed in accordo con il Partenariato pubblico e privato, con il fine di sviluppare un numero
limitato di programmi integrati territoriali (3-4 ambiti di intervento) “per la erogazione di servizi di rango elevato nelle aree vaste
significative” (vedi bozza di accordo di partenariato 2014-20). Per
ora l’attenzione nazionale è rivolta alle 14 Città Metropolitane che
saranno finanziate con un Programma operativo nazionale (PON)
“Città metropolitane”.
Tale programma si colloca nel contesto della “Agenda urbana
europea” per le politiche di coesione e si pone l’obiettivo di rafforzare il ruolo delle grandi città attraverso la realizzazione di pochi
progetti che perseguano comuni risultati attesi. A tali aree saranno
destinate risorse per un totale di circa 1 miliardo di euro.
In particolare, a ciascuna città del Sud andranno dagli 80 ai
100 milioni.
Per le Città Medie, ovvero le aree urbane densamente popolate che costituiscono i poli di erogazione di servizi - essenziali
e di rango elevato - per aree vaste significative (in primo luogo
i Comuni capoluogo di Regione e Provincia). In questi territori
interverranno i Programmi operativi regionali.
L’Agenda urbana nazionale dovrà promuovere lo sviluppo delle
reti tra città e lo scambio delle migliori pratiche nei vari campi, in
modo che la selezione delle “20 città che saranno indicate nel contratto di partenariato” per attingere al 5 per cento dei fondi FESR
possa realizzare benefici che si trasmettano anche alle altre.
La città di Barletta potrebbe avere ancora delle possibilità di
essere inserita nelle Città Medie indicate dalla Regione, perché
è inserita nella Rete delle Città Strategiche ed è città aderente
all’Osservatorio Nazionale Smart City, per ora nel gruppo di lavoro presso la Commissione Permanente per le Città Strategiche
dell’ANCI risultano più attive le città di Lecce e Brindisi. (vedi
RECS “Azioni Integrate per lo Sviluppo Urbano”).
IL FIERAMOSCA
9
Ambiente
Confindustria
La strategia di specializzazione intelligente regionale
Cosimo Santoro, oggi delegato da Confindustria Puglia sui
fondi europei, propone per la “strategia di specializzazione intelligente regionale” la valorizzazione del Sistema Locale del Lavoro
di Barletta e provincia BAT per la realizzazione di un Polo Produttivo della Sicurezza, della Salute e della Sostenibilità.
Entro il 31 marzo 2014 è prevista l’elaborazione della strategia
regionale per lo sviluppo e la valorizzazione delle specializzazioni
intelligenti dei territori (Smart Specialization Strategy) da presentare come “condizionalità ex ante” per l’accesso ai Fondi Strutturali e di Investimento Europei. La Regione Puglia ha definito le
modalità di governance locale e concertazione con i territori per il
processo di mappatura delle proprie specializzazioni produttive e
tecnologiche. La Confindustria nazionale ha avviato un’indagine
che ha coinvolto le proprie strutture regionali per cui risulta l’approvazione formale delle strategie di specializzazione intelligente
da parte di 2 sole regioni (Lombardia e Liguria). Solo 12 regioni
hanno per ora individuato le proprie Smart Specialization; altre
6 regioni non hanno ancora individuato aree di specializzazione
né hanno avviato un percorso di confronto con i principali attori.
Puglia e Friuli Venezia Giulia hanno avviato il processo di identificazione delle proprie specializzazioni produttive e tecnologiche
iniziando i processi di concertazione con i territori.
Il presidente Santoro propone inoltre per la “specializzazione
intelligente” del territorio della provincia BAT: “la creazione di un
distretto polisettoriale per la Salute, la Sicurezza e la Sostenibilità,
di respiro internazionale, che coinvolga tutti i principali comparti
del manifatturiero e made in Italy”. L’obiettivo sarebbe quello di
immettere sul mercato produzioni di ottima qualità e ad alto contenuto tecnologico, attraverso la partecipazione dei più importanti
comparti produttivi locali (moda ed artigianato locale, agroalimentare, lapideo ed edilizia, commercio e turismo) per raggiungere la massa critica indispensabile per conquistare i mercati esteri.
Per costruire i necessari “cluster territoriali e di filiera”, bisognerà
partire da quei settori/nicchie dove si dispongono di chiari vantaggi comparativi con il coinvolgimento delle imprese leader che
si sono già specializzate e posizionate nei mercati internazionali
(costruire reti per l’innovazione ed internazionalizzazione).
Nella bozza di Accordo di Partenariato nazionale si può verificare che il Sistema Locale del Lavoro di Barletta compaia tra
i primi 20 SLL del Mezzogiorno (su un totale nazionale di 325);
RISTORANTE
RICEVIMENTI
CONGRESSI
10 IL FIERAMOSCA
questi primi 20 SLL contribuiscono per circa il 75 % delle esportazioni del Mezzogiorno.
Nel rapporto sulle esportazioni della provincia BAT di Emmanuele Daluiso (vice presidente Euro*IDEES-Bruxelles dicembre
2013) risulta inoltre che “anche nel 2013 è confermata la rilevanza
del sistema moda nella composizione dell’export della provincia
BAT (due terzi del totale), si è rafforzato ulteriormente il peso
della BAT sull’export pugliese del sistema moda, che si attesta al
47,5% del comparto regionale”. Tale peso aumenta ulteriormente
considerando il solo export di calzature, che si attesta oltre l’82%
dell’export pugliese del settore, guadagnando circa 20 punti in
solo quattro anni. Il distretto della calzatura di sicurezza esprime
un volume di produzione di circa il 25% della produzione UE a 27
ed un livello di export medio del 60% del fatturato prodotto.
Per quanto innanzi detto, Santoro, propone l’avvio di un processo di concertazione del partenariato per definire la “specializzazione intelligente” del territorio della provincia BAT.
Il ruolo del Comune di Barletta
L’amministrazione comunale di Barletta (città aderente all’Osservatorio Nazionale Smart City) dovrebbe quanto prima organizzare, con il Formez PA, un Laboratorio per le politiche di “Smart
Specialization”, sull’esempio di quanto già attuato a Bari con il
progetto Capacity Sud “Laboratorio Smartpuglia”, per rientrare
nella Strategia regionale di specializzazione intelligente.
Formez PA, il 6 dicembre scorso, col progetto Capacity Sud, ha
organizzato, con l’Area Politiche per lo Sviluppo economico della
regione Puglia, lo “Smart Regional Innovation Meeting”, evento di
confronto e riflessione condivisa, attraverso la progettazione partecipata e l’ascolto del partenariato pubblico e privato, con l’obiettivo
di far emergere proposte concrete per chi all’interno della Regione,
è chiamato a dare seguito alla programmazione della “Smart Specialization Strategy”, per le politiche della innovazione regionale,
prevista nel nuovo ciclo di programmazione 2014-2020.
Per ora l’attenzione della Regione è concentrata su quei territori che ospitano un distretto tecnologico (Foggia - Agroalimentare; Bari - Meccatronica; Brindisi - Aerospazio; Lecce, aderente
alla Rete delle Città Strategiche RECS, “Smart Cities and Communities”).
BARLETTA: UNA CITTÀ DAL MARCHIO GREEN
LA PROPOSTA DI COLLABORAZIONE DI LEGAMBIENTE NELLA REALIZZAZIONE
DELLA LINEA STRATEGICA DI TUTELA E SVILUPPO DEL VERDE URBANO
di Giuseppe Santaniello
N
ell’ultima seduta del Consiglio Comunale di Barletta
del 10 febbraio us. sono state approvate in via definitiva le Linee Programmatiche di Mandato 2013-2018 con
l’astensione della rappresentante del Movimento 5 Stelle ed il
voto contrario dei Consiglieri della Destra che lamentavano la
mancanza di un cronoprogramma. In questo documento, già illustrato in Consiglio nella precedente seduta del 13 novembre, è
riportata in modo dettagliato la strategia nei vari settori di attività
che la nuova Amministrazione del Sindaco Cascella perseguirà
nei prossimi anni sino al compimento del mandato ricevuto.
È prevista la realizzazione di servizi pubblici di qualità e
l’incentivazione di attività produttive eco-sostenibili ed in particolare per quanto riguarda il verde urbano sarà realizzato un
Piano straordinario del verde in grado di stabilire un rapporto
armonico tra centro e periferia che terrà conto delle necessità
dei bambini e dei diversamente abili garantendo la maggiore
sicurezza nei parchi, ma occorrerà trasmettere la cultura della
tutela del verde in città attraverso attività di informazione, di
sensibilizzazione e di partecipazione della cittadinanza.
Il Circolo Legambiente di Barletta ha raccolto subito il messaggio ed ha organizzato un incontro nella Sala della Comunità
Sant’Antonio sul tema “ll verde è il tuo verde”. Sono intervenuti il Presidente del Consiglio Comunale Carmela Peschechera,
l’Assessore all’Ambiente Irene Pisicchio e con il coordinamento
del Giornalista Giuseppe Faretra sono state illustrate interessanti
relazioni da parte di Esponenti di Legambiente e si è sviluppato
un costruttivo dibattito.
All’inizio dei lavori l’Assessore all’Ambiente Irene Pisicchio ha posto in risalto la politica ecosostenibile alla base delle
Linee Programmatiche di Mandato con una particolare attenzione allo sviluppo del verde urbano per candidare Barletta tra le
Viale R. Elena
(Lit. di Levante)
tel. 0883 347741
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L’utilizzo di area verde del Circolo Legambiente di Andria
città europee a eccellenza ambientale e si è poi soffermata sugli
aspetti della nuova Legge nr.10 del 14 gennaio 2013. Questa normativa sancisce l’obbligo ai Comuni, con una popolazione superiore ai 15.000 abitanti, di piantare un nuovo albero per ciascun
neonato o minore adottato nel territorio comunale, di censire gli
alberi piantati in base ad una pianificazione e di predisporre un
bilancio arboreo del Comune.
Nel prossimo futuro, infatti, ha sottolineato il dr. Roberto
Antonacci - Responsabile Regionale Verde Urbano di Legambiente Puglia - una crescente urbanizzazione abbinata agli effetti
dei cambiamenti climatici determineranno problematiche che
potranno essere affrontate solo con una buona pianificazione e
rigenerazione della città. Le Autorità locali devono tener presente questi nuovi fenomeni e cercare di porvi rimedio anche con
obiettivi per la realizzazione di orti sociali ed aree verdi e per la
regimazione degli eccessi idrici. Ha poi illustrato in proposito alcune interessanti diapositive sui sistemi per ridurre il carico delle
acque superficiali in eccesso e spesso pericolosamente inquinate:
rain gardens, binowales, tree boxes filtres.
In merito alla realizzazione degli orti sociali ed aree verdi
permanenti previsti dalla Legge 10/2013 - come indicato dal dr.
Antonacci - è stata illustrata, anche con proiezioni di diapositive, una interessante iniziativa “il Giardino Mediterraneo” dal dr.
Riccardo Larosa, Presidente del Circolo Legambiente “Thomas
Sankara” di Andria. Il Giardino è un’area verde affidata al Circolo Legambiente di Andria che, in base alla disponibilità dei
propri soci volontari, ha utilizzato per coltivazioni di ortaggi
freschi a Km.0, seguendo metodi di produzione salutari ecosostenibili. Questo orto cittadino ha permesso il recupero di aree
pubbliche degradate e, all’interno dell’area, l’organizzazione di
attività didattiche con percorsi botanici, fitoterapici e sul risparIL FIERAMOSCA
11
Ambiente
Una specie rara di pianta ornamentale nel giardino Legambiente di
Andria
mio idrico e gestione dei rifiuti mediante l’osservazione diretta
dell’ambiente.
Sulla base di queste indicazioni ed esperienze, il Presidente
del Circolo Legambiente di Barletta Giuseppe Cilli ha confermato la disponibilità, del resto già espressa in passato, di voler
collaborare con l’Amministrazione Comunale per la gestione
senza fini di lucro dell’Orto Botanico e per lo sviluppo delle Aree
Verdi in città, ritenendo indispensabile anche svolgere una intensa attività di sensibilizzazione e di partecipazione attiva della
cittadinanza per promuovere il rispetto delle specie arboree ai
fini dell’equilibrio fra comunità umana ed ambiente naturale.
Per questi motivi Legambiente mette subito a disposizione del
Comune di Barletta tutta la propria organizzazione, a livello locale formata da Professori Universitari e da un folto Gruppo di
giovani preparati nelle specifiche materie, impegnati con tenacia e
creatività, ed a livello nazionale e regionale da un Comitato Tecnico-Scientifico che comprende autorevoli Esperti nei vari campi
12 IL FIERAMOSCA
di intervento. Lo scopo della collaborazione è quello di svolgere
attività di ricerca agronomica e botanica per la conservazione di
particolari specie vegetali e per il miglioramento genetico e selezione clonale dei prodotti autoctoni tipici locali, di sperimentazione di tecniche innovative per lo sviluppo produttivo e la tutela del
patrimonio ambientale anche con attività didattiche.
Il Presidente Cilli ha nel contempo evidenziato la necessità di ridurre il gap attualmente esistente nel territorio cittadino
con il rapporto minimo - mq. 9 per ogni abitante insediato - di
aree per spazi pubblici attrezzati a parco verde, fissato per legge
(DM.1444/1968). Perciò, un possibile ed urgente provvedimento
da adottare è quello della piantumazione dei trecento alberi che la
Cementeria Buzzi Unicem si è impegnata a fornire gratuitamente
al Comune di Barletta. Nel documento AIA (autorizzazione integrata ambientale) n. 40 del 5/7/2012, rilasciato dalla Regione Puglia al predetto Gestore, è riportato questo preciso impegno di fornitura gratuita di “100 essenze arboree annue di specie tipiche del
territorio avente un diametro del fusto di cm. 10 e per sei anni”.
Questo impegno sinora per tre anni dal 2012 non è stato assolto
ed è quindi necessario regolarizzare al più presto quanto è stato
convenuto. Ma, bisogna predisporre un piano di localizzazione delle piante ed una scheda informativa, per ogni albero messo a dimora, da consegnare alle famiglie dei neonati, come prescritto nella
già citata Lg.10/2013, e sarebbe opportuno far adottare ogni albero
da un bambino per la successiva cura della vegetazione. Anche per
questa iniziativa il Circolo Legambiente di Barletta ha offerto, in
forma volontaria, la massima collaborazione al Comune in quella
indispensabile attività formativa nelle Scuole e nelle Comunità Religiose ricadenti in ciascun territorio interessato all’iniziativa.
L’Assessore Pisicchio ha preso buona nota delle sollecitazioni
emerse durante l’incontro per una successiva e più attenta valutazione ed il Presidente Peschechera in chiusura ha espresso la sua
soddisfazione per questi pubblici dibattiti evidenziando che il filo
conduttore del percorso amministrativo della nuova Giunta Cascella è basato sul continuo confronto tra cittadini e istituzioni in
quanto avvicinano la Pubblica Amministrazione ai cittadini e facilitano la conoscenza e la possibile soluzione delle loro esigenze.
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Premiazione
“Essere donna”
Premio Azienda Agricola “laltragricoltura” 2014
L
e donne con le loro potenzialità, peculiarità e l’importante ruolo che rivestono in ogni contesto sociale sono
state l’elemento cardine della quarta edizione del Premio speciale
Azienda Agricola “laltragricoltura” durante l’evento “ESSERE
DONNA” che si è tenuto domenica 2 marzo presso la sede aziendale in viale del Santuario a Barletta.
Il tema che quest’anno ha caratterizzato l’appuntamento è
stata la creatività, l’estrosità delle donne nei settori loro attinenti nonché la formazione professionale e l’approccio della nuova
generazione femminile alla carriera lavorativa “inventandosi” un
mestiere, il futuro.
Non è infatti un caso che i cinque riconoscimenti aziendali
sono stati assegnati ad altrettante donne che su quell’indirizzo si
sono distinte.
- MARIELLA DIBENEDETTO per essersi distinta nel campo
del sociale. Fortemente innamorata del Barletta e di Barletta,
con il suo operato e le sue attività riscuote amore e successo;
- ANGELA GARGANO per essersi distinta nel campo dello
sport. Maratoneta prima in Italia per numero di maratone e ultramaratone, entrata nel Guinness World Records per numero di
maratone disputate in un anno.
- CARMELA DE PINTO per essersi distinta nel campo artistico. Fa della sua passione, il teatro, motivo di crescita artistica e
di lavoro. Distintasi con iniziative “Rom to Play” e The Social
Theatre”.
- MICHELA DIVICCARO per essersi distinta nel campo della
cultura. Poetessa, dedica la sua vita alla letteratura ottenendo
grandi successi. Attrice teatrale fa del teatro la sua professione
dopo importanti studi ed approfondimenti. È membro della casa
della cultura e creatività “La Tana”.
- MICHELINA ROCIOLA per essersi particolarmente distinta nel campo imprenditoriale. Appassionata dell’estetica e del
riuso, colleziona numerosissime esperienze in Italia ed all’estero sul tema del riuso, eco-design ed eco-sostenibilità. Di tutto
ciò, in collaborazione con un gruppo di giovanissimi artigiani,
crea a Barletta l’eco-bottega “ScartOff”, idea imprenditoriale
fondata sul riuso dei materiali di scarto.
Quest’anno l’Azienda, però, ha voluto bissare la bellissima
esperienza dell’anno scorso ed ha voluto fare di più. Ha voluto
dare di più.
Protagoniste indiscusse dell’intera manifestazione sono state
le trenta studentesse vincitrici di altrettante Borse di Formazione/
Studio messe a disposizione dall’Azienda Agricola “laltragricoltura”.
Sì. È grazie all’importante collaborazione di tutte le Presidi,
le Dirigenti e le insegnanti referenti di tutte le scuole elementari e
medie inferiori di Barletta che si sono individuate due studentesse
per ogni istituto scolastico, distintesi per vari meriti, che si sono
aggiudicate l’ambito premio formativo che si inserisce in una già
vasta gamma di offerte formative e percorsi didattici che l’azienda, già da tempo, mette disposizione delle scuole dell’infanzia ed
elementari e ben presto anche delle scuole medie inferiori e superiori.
Visto il particolare momento economico e le difficoltà che la
nuova generazione riscontra nell’approccio col mondo del lavoro,
“laltragricoltura” metterà a disposizione l’esperienza aziendale affinché questa si riavvicini piuttosto che approcci a tutto ciò che è il
mondo dell’agricoltura in generale e del florovivaismo e dell’arte
floreale più in particolare. Sicuramente una valida opportunità per
capire se dell’agricoltura, dei fiori ed dell’arte floreale le future allieve possano farne occasione di futura iniziativa imprenditoriale.
L’evento è stato caratterizzato anche da una splendida dimostrazione di arte floreale a tema, durante la quale sono stati realizzati con grande maestria da Sabino Piazzolla, prestissimo docente
di arte floreale, splendide sculture floreali, veri e propri gioielli
vegetali che poi sono stati omaggiati alle premiate.
L’edizione 2014 di Essere Donna si è arricchita anche di una
menzione speciale. Paola Piazzolla, promettente atleta del canottaggio barlettano, ha consegnato attestati per Menzione Speciale
a Chiara Piazzolla e Maria Paola Fucci, due ragazzine di dodici
anni, giovani promesse del doppio femminile di canottaggio della
Lega Navale di Barletta che già fan parlar tanto di loro.
Autorevole e cospicua è stata la presenza di personalità imprenditoriali, associative, politiche e sportive che hanno contribuito all’operazione di consegna dei riconoscimenti.
Alcuni momenti della premiazione. Nel campo della cultura alla poetessa Michela Diviccaro. Attestati per Menzione Speciale a Chiara Piazzolla e Maria Paola Fucci giovani promesse del doppio femminile di canottaggio della Lega Navale di Barletta
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Sesta Provincia
Euro*Idees - Bruxelles
Svegliarsi e organizzarsi,
prima che sia troppo tardi
Illustrato al consiglio provinciale
il piano territoriale di coordinamento
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale adottato a febbraio scorso dal Consiglio Provinciale
rappresenta la nuova sfida per rilanciare un territorio in fase depressiva da oltre un decennio, che dallo
scoppio della grande crisi mondiale del 2008 ad oggi ha perso 25 mila posti di lavoro, raggiungendo nel
2013 un tasso di disoccupazione del 22%. Una nuova sfida viene anche dalla programmazione 2014-2020
dei fondi europei e nazionali che potrebbe destinare alla Puglia circa 10 miliardi di euro per azioni per la
crescita e lo sviluppo. Il territorio saprà affrontare e vincere le nuove sfide, dopo le grandi speranze in gran
parte andate deluse del Patto Territoriale e i mancati risultati di altre iniziative di sviluppo messe in campo
nell’ultimo ventennio?
S
i è tenuta la prima delle tre sedute di Consiglio provinciale per l’illustrazione al Consiglio del Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale, dopo l’approvazione dello Schema di
Piano, avvenuta all’unanimità lo scorso 19 febbraio.
Nella riunione è stato approfondito il Sistema Ambientale e
Paesaggistico del Piano, alla presenza di Nicola Martinelli, responsabile del Coordinamento scientifico del Politecnico di Bari,
Dipartimento Dicar, di Maurizio Marrese (supporto scientifico
all’ufficio di Piano per gli aspetti ambientali e naturalistici), di Alfredo De Giovanni (supporto scientifico all’ufficio di Piano per gli
aspetti idrogeomorfologici), del Dirigente del Settore Urbanistica
ed Assetto del Territorio della Provincia, Vincenzo Guerra e del
Coordinatore tecnico dell’Ufficio di Piano, Mauro Iacoviello.
Per questa parte il PTCP riconosce e recepisce tutte le previsioni degli strumenti di pianificazione vigenti in campo ambientale del territorio provinciale (PAI; PUTT, PPTR, Piano Energetico
Provinciale ecc.). Perciò, il Piano Territoriale di Coordinamento
Provinciale contribuisce con un lavoro di sinergia, tra le previsioni
di tali strumenti di pianificazione, integrando i quadri di conoscenza e fornendo risposte ed indirizzi relativamente alle questioni specifiche lasciate irrisolte o poco indagate.
Nel caso specifico dei contenuti di assetto in materia ambientale, il Piano approfondisce le questioni connesse alla difesa del
suolo ed a quella ambientale e paesaggistica, consolidando i rapporti di co-pianificazione tra Autorità di Bacino e Piano Paesaggistico Territoriale Regionale.
«Nella seduta dello scorso 19 febbraio, il Consiglio ha approvato all’unanimità dei presenti lo schema di PTCP, a dimostrazione del buon lavoro svolto in questi anni, in sinergia con i soggetti
istituzionali, le rappresentanze di categoria e il mondo professionale e culturale locale - ha affermato il Presidente della Provincia
di Barletta - Andria - Trani Francesco Ventola -. Dopo la pubblicazione dell’avviso di deposito dello Schema di Piano, dovranno
decorrere 60 giorni nel corso dei quali i cittadini, i tecnici e le Amministrazioni possono proporre eventuali osservazioni. Per questo
abbiamo deciso di calendarizzare tre sedute di approfondimento
16 IL FIERAMOSCA
di Emmanuele Daluiso*
La nuova sfida del Piano Territoriale
di Coordinamento Provinciale
Un momento del consiglio provinciale
in Consiglio. La fase successiva sarà, invece, l’approvazione del
Piano da parte della Regione Puglia. Contiamo entro la fine del
nostro mandato di lasciare al territorio uno strumento fondamentale per il suo sviluppo quale il Piano Territoriale di Coordinamento
Provinciale».
«La sua visione strategica, infatti, esalta le peculiarità delle
nostre città: dal Porto di Barletta alle strade interne di collegamento verso la Murgia, passando per l’Ofanto e per le innumerevoli risorse paesaggistiche - ha invece affermato l’Assessore
alla Pianificazione Territoriale della Provincia di Barletta Andria
Trani, Domenico Campana -. È troppo complesso il percorso di
approvazione del Piano; non a caso, in Puglia solo la Provincia di
Foggia lo ha approvato, mentre quella di Lecce ne ha avviato il
percorso di pianificazione».
Martedì 4 marzo è stato discusso il Sistema Insediativo e degli
usi del Territorio, mentre mercoledì 5 marzo è stata la volta del
Sistema dell’Armatura Infrastrutturale.
MARZO
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A febbraio scorso il Consiglio Provinciale ha adottato lo Schema di
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), uno strumento
di governo del territorio -previsto dalla normativa nazionale sugli enti locali (decreto legislativo 267/2000) e disciplinato dalla Legge Regionale
20/2001- finalizzato a determinare gli indirizzi generali di assetto del territorio e, in particolare:
a) le diverse destinazioni del territorio in relazione alla prevalente vocazione delle sue parti;
b) la localizzazione di massima delle maggiori infrastrutture e delle principali
linee di comunicazione;
c) le linee di intervento per
la sistemazione idrica,
idrogeologica ed idraulico-forestale ed in genere
per il consolidamento del
suolo e la regimazione
delle acque;
d) le aree nelle quali sia opportuno istituire parchi o
riserve naturali.
Si capisce bene che non
si tratta di un piano di sviluppo territoriale in senso stretto, ma nella logica moderna
dello sviluppo sostenibile
esso rappresenta un punto
fondamentale per costruire
una visione e una strategia
di sviluppo complessivo del
territorio della BAT, a prescindere dalla prevista abolizione
delle Province, che l’attuale
Governo dovrebbe portare a
compimento.
L’impostazione metodoMARZO
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logica del PTCP della BAT ha per altro dato rilievo alla storia della programmazione che ha interessato la BAT nell’ultimo ventennio, promuovendo persino una valutazione dei risultati d’impatto dei vari programmi
realizzati sullo sviluppo del territorio.
Ne è venuto fuori un quadro di conoscenze (ambientali, sociali, economiche, ecc…) senza precedenti e la indicazione di alcuni progetti strategici per lo sviluppo del territorio, finalizzati anche ad agganciare le opportunità finanziarie della nuova programmazione europea 2014-2020.
Si tratta di uno strumento sfidante, che pone attori pubblici e privati
del territorio di fronte alle loro responsabilità, soprattutto nel creare una
governance del territorio di qualità, fattore sempre più strategico nelle
possibilità di successo dello sviluppo territoriale, come dimostrato da varie analisi
empiriche a livello internazionale.
Dal PTCP, insomma, potrebbe nascere un più ampio piano di sviluppo del
territorio della BAT.
La BAT e la Puglia continuano
a perdere competitività
nel contesto europeo
È una sfida che non può essere persa, perché anche i più recenti indicatori
mostrano le difficoltà in cui si sta dimenando la BAT da oltre un decennio.
I dati di EUROSTAT, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, mostrano che la
BAT ha perso molta della sua competitività: tra il 2000 e il 2011 il prodotto interno
lordo, a parità di potere d’acquisto, della
BAT è sceso dal 71% al 57% della media
dell’Unione Europea.
Certamente non è una tendenza
negativa esclusiva della sola BAT, considerato che nello stesso periodo è stata
l’intera Italia a perdere competitività nel
contesto europeo, un fenomeno che ha
interessato tutte le regioni italiane, anche
IL FIERAMOSCA
17
Euro*Idees - Bruxelles
quelle del Nord. Ma la BAT è sicuramente fra i territori italiani che hanno
maggiormente sofferto di questa tendenza di lungo periodo di declino
competitivo e questo evidenzia come ci sia una parte di responsabilità
addebitabile a fattori negativi locali che hanno aggravato quelli nazionali
e quelli regionali.
Nel 2013 il tasso di disoccupazione della BAT, ci dicono i dati ISTAT
di fine febbraio scorso, è salita al 22% contro il 12,2% della media nazionale e il 19,8% della media regionale. A partire dal 2008, l’anno in cui è
scoppiata la grande crisi mondiale, finanziaria prima ed economica poi, i
posti di lavoro persi nella BAT ammontano a fine 2013 a 25 mila, il dato
più rilevante fra tutte le province pugliesi.
La stessa EUROSTAT, in una sua nota dello scorso anno, ha sottolineato che la perdita di competitività, come quella della Puglia e dei suoi
territori, è ancora più grave, in un contesto europeo caratterizzato nel
corso dello scorso decennio da un processo di convergenza fra regioni
ricche e povere, un periodo che ha visto diverse regioni europee più povere della Puglia nel 2000 diventare più prospere della Puglia nel 2010.
Una constatazione che evidenziava l’importanza di politiche di sviluppo
territoriale maturate localmente.
È necessario rilanciare una forte collaborazione
istituzionale e pubblico-privata, riprendere lo spirito
del Patto Territoriale della fine degli anni ‘90
I dati su richiamati ci dicono che sicuramente c’è bisogno di una strategia nazionale per la crescita e lo sviluppo, ancora tutta da costruire, e
speriamo che l’attuale Governo riesca a pensare ad essa e non solo a
proseguire le politiche di austerity. Ma ci dicono anche che è necessario
che la Puglia metta in campo una sua specifica strategia e che il territorio
della BAT, con la Provincia o senza Provincia, faccia altrettanto.
Certo, lo Stato non può sostituirsi all’Unione Europea, nelle cui mani
oggi è depositata molta responsabilità nel favorire la crescita e lo sviluppo nei Paesi più in difficoltà, fra cui l’Italia, così come la Regione non può
sostituirsi allo Stato e la Provincia non può sostituirsi alla Regione. C’è
evidentemente bisogno di strategie coordinate, ma ciascun soggetto non
può nascondersi dietro le responsabilità degli altri. Ognuno deve fare la
sua parte, ora e non domani. Il territorio della BAT, in particolare, deve
ritrovare la forza di orgoglio della fine degli anni ’90 del secolo scorso,
quando iniziò a riflettere sul suo futuro, a capire che la crescente globalizzazione dell’economia avrebbe messo a dura prova la sua economia
e la sua società ed era necessario attivarsi per iniziare a seminare politiche competitive legate alla valorizzazione delle proprie risorse, rispetto
al mondo globale.
Nacque così tra il 1996 e il 1997 il Patto Territoriale per l’Occupazione Nord Barese Ofantino, che riuscì a far inserire il territorio nell’azione
pilota “Patti Territoriali per l’Occupazione, lanciata nel 1997 dall’Unione
Europea, proprio per sperimentare il ruolo attivo dei territori europei nel
promuovere crescita, sviluppo e occupazione. Il territorio Nord Barese
Ofantino fu selezionato per tale sperimentazione, in un gruppo di 89 territori in tutta l’Unione Europea, per la quale ebbe la possibilità di accedere
ai fondi strutturali europei della programmazione 1994-1999, oltre che a
fondi aggiuntivi nazionali: oltre 50 milioni di euro, poi integrati con ulteriori
fondi che il Patto riuscì ad attivare tra il 2000 e il 2001.
Si è trattata di una esperienza valutata positivamente, tanto a livello
europeo, quanto a livello nazionale, oltreché, più recentemente, a livello
locale proprio nell’ambito dei lavori del PTCP, una esperienza che per
andare avanti e raggiungere ulteriori risultati avrebbe dovuto superare
alcune criticità emerse nella fase sperimentale, in particolare il ruolo invadente della politica e l’insufficienza di progetti di rete, di cooperazione,
tanto pubblici quanto privati.
Ma tali spunti di riflessione non sembra che abbiano interessato la
politica e le classi dirigenti del territorio: la gestione del Patto a partire dal
18 IL FIERAMOSCA
Cultura
2003-2004, secondo giudizi sempre più ricorrenti, è passata da una fase
di alta professionalità ad una fase sempre più clientelare (si continua a
parlare a tutt’oggi da parte di politici e non politici del Patto come di un
“poltronificio”, di un “impiegatificio”) ed oggi i suoi soci, cioè i Comuni,
stanno decidendo se chiuderlo o mantenerlo.
Per mantenerlo, ovviamente, bisogna avere una visione dello sviluppo del territorio per il prossimo futuro e una strategia per perseguirla, che
assegni al Patto un suo specifico ruolo, che non può che essere che quello di soggetto promotore di innovazione e di cambiamento del contesto
economico, sociale e istituzionale, ma anche qui le decisioni dei Comuni
sembrano piuttosto legate all’austerity, alla spending review. Non vi sono
strategie all’orizzonte - e se ci sono non sono note - e un conseguente
piano di riorganizzazione della struttura operativa.
Non parliamo del Piano strategico territoriale Vision 2020, che avrebbe dovuto rappresentare l’evoluzione del Patto Territoriale, un piano da
tutti considerato un completo fallimento, dopo aver speso oltre 1,3 milioni
di euro in consulenze, che avrebbero dovuto partorire una strategia e
progetti di sviluppo realmente realizzabili. Non parliamo di altre iniziative
che non hanno lasciato grande traccia sul territorio.
La scienza economica ha messo in evidenza, nell’ultimo ventennio,
che la capacità di apprendimento dei territori è un fattore rilevante per la
sua competitività, un fattore su cui, evidentemente, il territorio non sta
investendo a sufficienza.
Le opportunità della programmazione europea 2014-2020:
circa 15 miliardi di euro per la Puglia
L’ultimo decennio, insomma, dopo il sussulto della fine degli anni ’90,
è stato un decennio di storia di declino del territorio della BAT, un declino
che oggi appare tragicamente anche nelle statistiche, soprattutto quelle
della crescita e dell’occupazione, come abbiamo suddetto.
Non è che non vi siano iniziative, soprattutto nel campo della imprenditoria privata, degni di nota, nel settore manifatturiero, come in quello
agricolo o in quello turistico, iniziative in grado di affermarsi anche a livello internazionale, ma si tratta di iniziative isolate, che non fanno sistema
sul territorio, che non hanno la forza di cambiare le statistiche fondamentali del territorio, di invertire la tendenza in atto del declino.
Il Piano Territoriale Provinciale fa nascere nuove speranze, rispetto
alle quali la classe politica in generale, i Sindaci in particolare, e più ampiamente le classi dirigenti del territorio hanno una grande responsabilità.
Sta per partire la nuova programmazione europea 2014-2020 che ha già
assegnato alla Puglia oltre 5 miliardi di euro, a cui andranno aggiunti
ulteriori fondi nazionali, quelli del cofinanziamento nazionale dei fondi
europei e quelli del Fondo di Coesione e Sviluppo. Alla fine dei negoziati
in corso, fra qualche mese, la cifra potrebbe lievitare sino a 15 miliardi di
euro per tutto il periodo dal 2014 al 2020.
Come si sta preparando il territorio della BAT per questo appuntamento, per utilizzare una parte cospicua di tali risorse finanziarie?
Le regole per l’utilizzo di questi nuovi fondi sono molto selettive, più
che in passato, e premieranno quei territori che sapranno dotarsi di una
strategia di sviluppo ben precisa, costruita sulla collaborazione pubblicoprivato, e mettere in campo progetti pubblici e privati coerenti con la strategia assunta e di cui siano valutabili ex ante obiettivi e risultati attesi.
Regole, insomma, che non lasciano spazio alla improvvisazione, che
hanno bisogno di una elevata capacità di apprendimento collettivo e di
organizzazione.
Non sarà il caso di svegliarsi e organizzarsi adeguatamente per evitare che le future statistiche registrino un ulteriore peggioramento della
situazione, che si perpetuino gli errori delle passate programmazioni
2000-2006 e 2007-2013, che hanno portato sul territorio scarsi fondi?
* Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
MARZO
2014
NON VIVERE DI RIMPIANTI
IL NOSTRO FUTURO È NEL TURISMO
di Francesco Petruzzelli*
L
entamente, ma inesorabilmente, le luci della città si
stanno spegnendo nella indifferenza generale. E mi
vengono allora in mente tanti ricordi di un passato neppure
tanto remoto, quando assistevamo ad una sorta di congestione
di veicoli, una moltitudine di gente, in città, per fare shopping
nei negozi gremiti di clienti.
Certo, allora (e mi riferisco agli anni Ottanta), in famiglia lavoravano in tanti, riuscendo a raggranellare - tutti insieme - magari anche un reddito familiare mensile di 3 milioni (di vecchie
lire). E questo a prescindere dal lavoro nero, che sarà stato pure
eticamente riprovevole, ma se produceva entrate sicure, non ci si
andava tanto per il sottile ad incassarlo per spenderlo in parte, e
in parte per investirlo nell’acquisto di una casa o in depositi bancari. Bei tempi, quando le famiglie prosperavano e alle dieci di
sera via Trani era trafficata dai turnisti della notte, in prevalenza
addetti alle “giostre” dei calzaturifici.
Ne prosperavano tanti, specialmente nella zona industriale
di via Trani, ma qualcuno anche nelle aree commerciali di via
Foggia e via Callano e persino in città, in qualche sottano che
avrebbe dovuto essere utilizzato a garage, e ci lavoravano invece
le tomaie. Senza dire dell’indotto che tutta questa vitalità produttiva determinava, basti pensare agli stampi e ai trasporti.
Naturalmente non tocca a me approfondire le cause più recondite dell’innesco di quella crisi che a partire dagli inizi degli
anni Novanta avrebbe determinato il crollo del nostro comparto
più redditizio, sia industriale che commerciale, con incalcolabili
riflessi sul sistema economico generale cittadino e comprensoriale. Forse allora, quando qualcuno cominciò a lanciare l’allarme di una produzione inflazionata che, per la modesta qualità
produttiva, avrebbe finito col pregiudicare il mantenimento di
quel livello produttivo, molti credettero che quei profeti di sventura esagerassero. Noi pure, che eravamo agli esordi della nostra
attività di ristoro, la prendemmo male, come un infausto annuncio di un’imminente crisi congiunturale.
E invece andò proprio così, che tennero duro e sopravvissero, quegli imprenditori che curarono per tempo la qualità della
loro produzione e la selettiva ricerca di mercati più appropriati,
e oggi continuano nel loro trend produttivo. Basti pensare ai
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2014
Un momento del Certame Cavalleresco (FOTORUDY)
calzaturifici che producono scarpe sportive o antinfortunistiche e che seppero resistere all’ondata di crisi che travolse in
pochi anni la nostra classe imprenditoriale, costruita come un
castello di carte, con effetti devastanti inflattivi innanzitutto sul
comparto edilizio-abitativo.
Tranquillizzati da rassicuranti buste paga, tanti lavoratori
che avevano acceso un mutuo sulla casa, stentarono ad onorare il loro cadenzato impegno mensile, per cui ancora oggi
non deve stupire che non sono pochi i cantieri che lavorano a
intermittenza. Ne è un evidente segnale la selva di gru che - immobili - ancora si intravedono alla vista degli automobilisti che
percorrono la 16 bis. Non solo il lavoro latita - quindi anche il
credito bancario s’è rarefatto - ma spesso si possono dire fortunate quelle famiglie dove entravano quattro stipendi, se ancora
lavora il capofamiglia.
E la classe politica? gli amministratori che avrebbero potuto, se non vanificare, almeno attenuare - con i loro tempestivi
avvertimenti - gli effetti della crisi? Latitanti, perché essi pure
vittime di una condizione di permanente litigiosità (basti pensare che in vent’anni si alternarono quasi altrettanti sindaci). E
con questa instabilità di governo, con questa atrofizzata classe
politica, come trovare il rimedio ai danni incombenti di una
recessione senza fine? Una depressione che si è progressivamente aggravata nell’affermazione di un principio economico
di globalizzazione dell’economia mondiale che non ci voleva
un’arca di scienza per prevedere che avrebbe penalizzato i paesi - come il nostro - col più alto tasso di applicazione dei diritti
sindacali, a beneficio di quelle realtà - specialmente asiatiche
- che producono a costi decisamente più bassi dei nostri.
Non tocca a me, che faccio il ristoratore, fare diagnosi e somministrare terapie, eppure, al punto in cui stanno le cose, e poiché - nonostante tutto - restiamo ancora la città della provincia
col più alto indice di risorse turistiche, si potrebbe pure esplorare
una strada alternativa, quella del turismo.
IL FIERAMOSCA
19
Cultura
Urbanistica
Siamo seduti su una miniera d’oro
e non ce ne siamo accorti
Il turismo è infatti una gran bella risorsa finora non adeguatamente sfruttata che potrebbe determinare degli incentivi moltiplicatori su altri settori con cospicui ritorni economici
ed occupazionali. Come diceva qualcuno, siamo seduti su una
miniera d’oro e non ce ne siamo accorti, neppure oggi che le
nostre alterne risorse economiche sono ridotte al lumicino.
Spesso vado all’estero e mi accorgo che talvolta basta poco,
anche una finta leggenda, per orientare le scelte di grandi masse
turistiche. Penso al Mostro di Lochness, in Scozia, che porta in
quella località due milioni di visitatori all’anno! Avete un’idea
delle utenze e delle presenze nei ristoranti e negli alberghi, nei
musei e nei negozi di souvenirs?
È mai possibile che persino una piccola statua su uno scoglio
a Copenaghen (La Sirenetta) sia annualmente meta di milioni di
turisti? Oppure la statua dell’Enfant qui pisse capace essa pure
di muovere un cospicuo volume di presenze turistiche? E potrei continuare con tanti altri esempi, come la recente scoperta,
a Matera, di orme preistoriche di dinosauri che, adeguatamente
pubblicizzate, lasciano intravedere l’arrivo di migliaia di turisti
da tutto il mondo…
E noi? noi che siamo depositari di uno straordinario patrimonio storico-architettonico-artistico e quant’altro, cosa aspettiamo a muoverci?
Noi, depositari di eventi storici di portata mondiale come
la Battaglia di Canne la cui leggenda è alimentata dal mito del
grande Annibale; o la Disfida di Barletta che potrebbe essere
veicolo di un grandissimo numero di turisti (qualche rara volta
in passato l’abbiamo sperimentato); e che dire del ricordo delle
Crociate se è vero come è vero che Barletta nel Medioevo è
stata sede per il Meridione del Priorato dei Cavalieri Templari
e non solo, ma anche dei Teutonici e degli Ospedalieri, all’ini-
zio di via Trani! Noi, che possiamo vantare un patrimonio di
chiese di profonda cultura storica prima ancora che religiosa
(come nel caso della Basilica del Santo Sepolcro o della Chiesa
dei Greci), di sontuosi palazzi cinquecenteschi talvolta sede di
mostre permanenti come il Museo De Nittis a Palazzo della
Marra, di un grandioso Castello fra i meglio conservati d’Italia,
di un magnifico Teatro che gli addetti ai lavori hanno ribattezzato “piccolo S. Carlo”, e di Eraclio, una statua bronzea unica
nella suggestione rievocativa in abiti imperiali bizantini, che ha
finito col diventare un po’ il simbolo della città.
di Raffaella Porreca Salerno*
Investire in turismo: è il futuro della nostra città
Come si può essere ciechi e non capire che il futuro della
nostra città è il turismo? Non solo della nostra, ma anche delle
vicine città delle quali la nostra è capofila con le quali sarebbe auspicabile promuovere una comune attività promozionale, magari rilanciando una struttura già esistente e collaudata
come “Puglia Imperiale”. E ora mi rivolgo direttamente ai nostri amministratori, perché solo da loro può venire un coordinamento di quelle iniziative che potrebbero determinare non la
ricaduta - a Barletta come sul territorio circostante - delle tante
potenzialità fin qui del tutto ignorate. Ci si obbietta che mancano le risorse finanziarie, ma è proprio per alimentare questa
nuova ricchezza, che è necessario sostenerla, con iniziative
promozionali. Ma amici amministratori, avete idea di cosa si
potrebbe mettere in moto? Dall’edilizia che dovrebbe ristrutturare tutti i nostri monumenti storici in disuso, alle guide turistiche preparate dai nostri giovani laureati in lingue e in storia,
dai ristoranti pieni tutti i giorni agli hotel gremiti, dai negozi di
souvenirs a quelli di prodotti alimentari tipo olio, vino, negozi
di libri e gadget…
È questa - a parer mio - la soluzione immediata per cui la
comunità di Barletta deve adoperarsi affinché si inizi subito
a programmare un piano turistico di
larghe vedute. Bisogna intervenire
immediatamente trascurando le iniziative di modesto conio, come tutte
quelle istituzioni che non fanno altro
Incontro della delegazione pugliese a Roma guidata da Raffaele Fitto e Francesco Amoruso
che farci perdere tempo (come certe
con il Presidente Berlusconi per la nomina dei nuovi coordinatori e vice coordinatori delle
promesse regionali inevase a propoSegreterie Provinciali.
sito della valorizzazione di Canne),
Per la nostra provincia di Barletta Andria Trani l’Assessore Dario Damiani nominato vice
mentre il mio appello naturalmente
coordinatore provinciale, insieme ai colleghi di partito Tonia Spina, Fedele Lovino ed
è rivolto innanzitutto alle Istituzioni
Emanuele Cozzoli. Confermato l’incarico di coordinatore provinciale all’On Benedetto
pubbliche che a mio modesto parere
Fucci.
possono incidere, come il sindaco e
il prefetto.
Siamo ancora in tempo a recuperare tutto il tempo perso e a
riaccendere le luci della città, ma
facciamolo con un senso di corale
Da sinistra: il presidente
partecipazione attivandoci tempedella Provincia BAT Franstivamente, alieni da ogni atteggiacesco Ventola, l’on. Benemento scettico e dilatorio. Pensiamo
detto Fucci, il Presidente
in positivo e cerchiamo - insieme del partito Silvio Berludi fare “sistema” in una visione non
sconi, l’assessore BAT
astratta e pessimistica ma ottimistica
Dario Damiani, i colleghi
e - soprattutto - operativa.
di partito Tonia Spina ed
Nominati i nuovi coordinatori provinciali di Forza Italia
Emanuele Cozzoli
20 IL FIERAMOSCA
Urban ecology
o periferie?
* Ristoratore centro storico
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U
n grido di dolore si eleva dalla periferia di Barletta e ciò
che vediamo e viviamo quotidianamente ci angoscia.
Cemento a dismisura per decine di palazzi in costruzione in luoghi peggiori del nulla. Il nulla è il vuoto ed il vuoto si può plasmare;
altro è il degrado. Cemento, terra, rifiuti, fango e tutto intorno una
quotidianità che tenta di farsi spazio.
Ragazzi con vocabolari e zaini, mamme, ben vestite, mano a
mano con i propri figli tentano di attraversare indenni dune di terra,
pozzanghere, cumuli di pietre e valanghe di rifiuti per raggiungere
strade parzialmente asfaltate prima che la campanella della scuola
suoni lasciandosi alle spalle una vastità desolata senza servizi, né
panetterie, né uno straccio di marciapiede con all’orizzonte la strada
statale 16 bis.
Non potevo credere ai miei occhi, una domenica mattina, quando in fondo a via Dante Alighieri ho visto un branco di cani randagi
attorniare un gruppo di ragazzi che, un po’ titubanti, tentavano di
raggiungere la vicina chiesa. Baracche e capannoni orrendi rendono
la periferia qualcosa di simile all’inferno. Ma chi abita e vive qui
è cittadino barlettano, come chi abita e vive nel centro della città,
paga le stesse tasse per avere gli stessi servizi e nondimeno viene
abbandonato al suo destino sette giorni su sette.
Periferie dimenticate dove non si investe né in recupero urbano,
né in servizi e né in manutenzione.
Credevo le periferie come città pensate e costruite, vissute e godute. Credevo se ne dovesse occupare la politica “polis-città”.
Ma intanto che la politica si organizza, chi prende in cura le nostre periferie che, seppure abitate dall’80% della popolazione urbana, appaiono come tristi dormitori?
Chi curerà e salverà le periferie?
Chi le renderà belle e funzionali e chi consegnerà ad esse futuro
e dignità?
Quando e come si congiungeranno ai centri storici ed alla loro
bellezza?
Chi saprà disegnarle urbanisticamente ed architettonicamente?
La risposta verrà dai giovani e dai talenti, dai competenti e da chi
non si arrenderà alla sottocultura, alla bruttezza ed alla mediocrità.
Le salverà chi sente vitalità, chi ha senso estetico, chi conosce
valore della qualità.
Persone di cultura che sanno amministrare ed agire.
Come?
Intanto smettendo di produrre migliaia di metri cubi di cemento per nuove costruzioni, divorando terreno e verde, sottraendolo
all’agricoltura.
Costruire, semmai, sull’esistente che equivale a riqualificare
aree come la ex distilleria e l’ex mattatoio o altro e porre fine alla
criminosa bulimia edificatoria, occupandosi dei servizi e della qualità di vita nelle periferie.
Organizzare scuole, luoghi di aggregazione e di cultura e di saperi “in ed outdoor”, teatri, palestre, ristoranti, aree attrezzate e pensate per i bambini, gli anziani e gli animali.
MARZO
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Aree per scambiarsi umanità e gioia.
Intensificare, se non programmare, un servizio di trasporto degno di tale nome, per favorire i movimenti senza sovraccarichi con il
centro città e contestualmente promuovere la sensibilizzazione alla
autosostenibilità sia essa energetica sia essa riferita ai rifiuti urbani
o alle coltivazioni a km zero.
Creiamo le condizioni per rendere le periferie splendide abbellendo tutto quello che ormai c’è e che non può essere demolito.
Occupiamoci delle nostre città periferie in modo che una semplice
passeggiata non sia un giro all’inferno in compagnia di prostitute e
protettori. Ognuno faccia la sua parte, cittadini, politici, costruttori,
architetti, intellettuali, associazioni, chiese.
In Nord Europa è pratica antica, ma i progetti Shagree (Green
Shadow Program), uno di questi approvato di recente a Bari, ed orti
di 1.000 metri quadrati sui tetti di Chicago dimostrano che il mondo
guarda all’Urban ecology come migliore chiave di lettura del vivere
moderno.
Consiglio di unirsi a queste organizzazioni internazionali, delle
quali la Scandinavia è capofila, che in rete si occupano in termini
di ricerca e divulgazione del vivere secondo natura. Iniziative che
partono anche da associazioni come Stand buyldings, Laboratori
Urbani, SMALL, Rebel Italia o Temporiuso.net.
Zone della città abbandonate o relitti come quelli citati e che
producono un danno turistico, economico, ambientale, sociale oltre
che di immagine siano oggetto di attenzione quotidiana, vengano
riqualificate, rigenerate, rianimate e date ai giovani che attraverso
progetti di start up possano fare impresa, cultura e stimolo virtuoso.
Impegniamoci perché le città siano belle, tutte in tutti gli spazi,
congiungiamo e ricuciamo lo strappo cosicché non si debba provare
mai vergogna e tornando ognuno nelle proprie case si possa dire di
essere tutti cittadini di una sola augusta città.
* Vivi Barletta
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IL FIERAMOSCA
21
Incontro
IL PRESIDENTE VENTOLA IN VISITA
ALLE CANTINE DELLA BARDULIA
VINO
A REGOLA
D’ARTE
I
n un piovoso pomeriggio degli inizi di marzo, il presidente della Provincia Francesco Ventola, accompagnato dall’assessore alle Finanze Dario Damiani e dai più
stretti collaboratori del suo staff, ha visitato le “Cantine
della Bardulia” su via Foggia, uno dei più grandi complessi vinicoli pugliesi, una bella realtà nello sviluppo dell’economia locale, tanto più apprezzabile in quanto opera in un
periodo di profonda congiuntura economica.
L’incontro si è svolto in due tempi. In un primo momento nell’ufficio del presidente Francesco Fumarulo, attorniato dal consiglio direttivo, e successivamente in azienda.
Il presidente Fumarulo ha ricostruito brevemente, a
beneficio dei suoi ospiti, la storia della cooperativa, da
quando i primi soci - 34 anni fa - decisero di mettersi insieme per tentare questa avventura, fino all’attuale situazione societaria che vanta 420 soci, cioè altrettante aziende
agricole con una produzione annua di 400mila quintali di
uve da tavola, doc e igt (diversificate in varie tipologie) e
12mila quintali di olive per olio extravergine del valore
complessivo di 16 milioni di euro.
Il presidente Fumarulo ha tenuto a rimarcare come
questo progressivo ampliamento della attività sia avvenuta di pari passo con una sempre maggiore consapevolezza
gestionale dell’azienda, che dopo aver incrementato il numero dei soci e quindi della produzione non solo in termini di quantità ma anche di qualità - sia quella vinicola che
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La visita all’azienda. Da sinistra il presidente delle “Cantine della
Bardulia” Francesco Fumarulo, il presidente della Provincia Francesco Ventola e l’assessore alle Finanze Dario Damiani
MARZO
2014
MARZO
2014
Nell’ufficio del presidente Francesco Fumarulo
olearia - ha poi curato sempre di più la commercializzazione internazionale curando specialmente i rapporti con
Germania, Francia, Svezia, ma espandendoli poi anche coi
paesi dell’Est europeo e ai paesi extraeuropei ed asiatici.
Il presidente ha completato la sua esposizione anticipando la presenza della “Bardulia” al prossimo Vinitaly, nella
famosa mostra vitivinicola di Verona.
Il presidente Ventola, dal canto suo, ricordando le sue
origini di funzionario bancario, ha sottolineato con cognizione i meriti di questa bella realtà imprenditoriale della
città di Barletta e del circostante territorio e ha evidenziato
come le “Cantine della Bardulia” rappresentano oggi una
delle realtà produttive più importanti del mondo cooperativo regionale in quanto, nata in una logica sociale e assistenziale, ha finito invece con l’assumere una nuova più
aggiornata finalità, cioè quella di una grande azienda vinicola che non si limita più solo alla produzione, ma vanta
anche una notevole capacità di commercializzazione del
suo prodotto, non solo su scala nazionale ma anche internazionale intensificando i suoi commerci sia relativamente ai prodotti vinicoli, che a quelli oleari.
All’incontro nell’ufficio del presidente, ha fatto seguito
una visita in azienda, una grande realtà con magnifici giganteschi silos, grandi capannoni e un processo produttivo di imbottigliamento fra i più moderni ed efficienti. Nel
corso della istruttiva passeggiata, il padrone di casa ha illustrato agli ospiti le varie fasi del processo produttivo, sia
quello vinicolo che quello oleario.
Al termine dell’incontro, una rapida visita al centro
vendita aziendale dove il presidente Fumarulo ha fatto
dono ai suoi ospiti di un cadeau aziendale.
R.R.
IL FIERAMOSCA
23
Chiesa
Padre Vittorio Marzocca
una missione lunga una vita
di don Rino Caporusso*
N
on un gusto pauperista e neanche un gusto
sterile di mortificazione. Non è questa la povertà
evangelica. Il Maestro è nato bambino e la sua povertà è
iniziata da qui: un Dio che annulla i poteri di supereroe e
sceglie di accompagnarci nei nostri passi affaticati e lenti
del cammino della vita. «Amare è condividere in tutto la
sorte dell’amato» dice Papa Francesco. E cosi è stato per
Gesù. La grande tentazione di sempre è quella di salvare
il mondo con adeguati mezzi umani. È sufficiente? «La
ricchezza di Dio non può passare per mezzo della nostra
ricchezza, ma sempre e soltanto attraverso la nostra
povertà animata dallo Spirito di Cristo» afferma ancora il
Papa. Di questa povertà umana fatta di condivisione, di
generosità, di speranza e solidarietà, i missionari ne fanno
vangelo in ogni angolo della terra. Questa è anche la vita
del novantenne padre Vittorio Marzocca, missionario
comboniano di Barletta, che ha donato 52 anni all’Africa.
Discendente da una famiglia di sacerdoti del 1800, si
ricordano i canonici Marzocca, ultimo di nove figli (di cui
oggi è vivente solo la sorella Luigia). Suo padre Giovanni,
uomo buono e pacifico, maestro carpentiere e bottaio, tutti
i giorni alle 5.30 andava a Messa a Sant’Agostino da don
Michelino Di Miccoli. Vittorio disse il suo primo sì a dieci
anni, quando frequentando la parrocchia di San Giacomo
chiese di entrare in seminario e fu don Peppino Damato a
inviarlo. Quell’anno da Barletta ne partirono in 10, ma fino
alla fine rimase lui solo, confidando sempre ai suoi amici:
“sono missionario e muoio così”.
Le prime difficoltà iniziarono proprio in famiglia. La
madre Angela Dileo non lo voleva mandare in seminario e
lo invitò a studiare a Barletta. Donna forte e battagliera, non
gli diede il corredo per partire, proprio per scoraggiarlo,
ma poi glielo portò andandolo a trovare in seminario.
Invece fu il dottor Antonio Scommegna che compilandogli
un certificato medico lo invitò e lo incoraggiò a partire. Fu
mandato a Firenze per il noviziato, in piena guerra (194143), pronunziando i primi voti il 7 ottobre 1943, festa del
S. Rosario, e per molti anni giorno “tradizionale” per la
consacrazione a Dio tra i Comboniani. Dal 1945 al 1947 fu
scolastico a Verona e dal 1° luglio 1947 al 30 giugno 1948 a
Venegono, dove completò gli studi. Infatti, mentre ricevette
gli Ordini Minori da Mons. Girolamo Cardinale (Verona),
ricevette gli Ordini Maggiori dalle mani del Cardinal
Schuster, nel Duomo di Milano.
Dopo l’ordinazione venne mandato in Inghilterra a
studiare la lingua per un anno; quindi partì per l’Uganda,
nella diocesi di Gulu. Un breve periodo a Gulu (cattedrale),
poi venne destinato alla parrocchia di Kitgum come assistente
(novembre 1950 - luglio 1953). Nel 1953, dopo un breve periodo
a Verona come addetto al ministero, ritornò in Uganda dove
venne trasferito nel West Nile, per essere cappellano della
Scuola Secondaria di Nyapea. Dal 1955 al 1959 fu a Lodonga
direttore spirituale nella giovane Congregazione dei Marian
Brothers, un Istituto di Fratelli, dei quali l’insegnamento
nelle scuole è l’apostolato principale.
Nel 1959 (agosto) venne destinato al Noviziato di
Gozzano (Novara) come Socio del Padre Maestro e dal 1960
al 1961 al noviziato di Firenze. Per insistenza dei superiori
dal 1961 al 1962 fu Direttore Spirituale degli studenti in Casa
Madre, Verona.
Finalmente, nel luglio del 1962, riuscì a tornare in Uganda,
ma come cappellano anche là, nel grande ospedale di Lacor,
Gulu. Nel 1965 venne trasferito qualche centinaio di metri più
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Chiesa
In città
in giù, alla parrocchia della Cattedrale di Gulu, dove ebbe un
ministero più “generale” tra il popolo cristiano.
Padre Vittorio per il suo carattere riservato - lo si è potuto
sapere solo dai confratelli - si faceva mandare dall’Italia la
soda per fare il sapone e suo cognato Ruggiero comprava i
semi al mercato di Barletta per farli piantare in Uganda.
Nel 1971 tornò nel “bush”: venne trasferito a Kalongo,
ma anche qui c’era un grande ospedale, dove il padre era
chiamato spesso per il ministero ai malati e ai moribondi,
oltre al lavoro pastorale nelle cappelle della missione. Nel
1978 divenne parroco di Namokora, sempre nella diocesi di
Gulu, e nel 1980 passò alla parrocchia di Awach. Per facilitare
l’approccio della popolazione alla liturgia e alla catechesi
padre Vittorio scriveva testi in inglese. Dal 1985 si trovò nella
parrocchia di Gulu Town (cioè, al centro della città) addetto al
ministero pastorale.
In questi anni padre Mattia Bizzarro e padre Raffaele
Di Bari sono stati per padre Vittorio Marzocca due grandi
fratelli. Con gli occhi commossi di lacrime, Arcangela
Rinella, nipote di padre Marzocca, riferisce un episodio
raccontato da padre Mattia. Una volta i tre si trovavano
insieme in Uganda nel periodo della guerra che faceva
morti tragiche e atroci. Erano chiusi da giorni in uno
stanzone, senza mangiare, i guerriglieri manifestavano
la chiara intenzione di uccidere padre Raffaele Di Bari,
tenendogli l’arma continuamente puntata addosso. Lo
minacciavano con aggressività perché padre Di Bari si
prodigava a raccogliere i bambini arruolati con la forza, e
a salvarli. Padre Raffaele “si espose tanto”, continua Ezio
Spina, nipote acquisito di padre Vittorio.
Nel 12 giugno 1999, padre Vittorio si preparò per la
celebrazione del suo 50° di Sacerdozio (nozze d'oro) con
un corso di aggiornamento a Roma, che incluse un mese
di pellegrinaggio in Terra Santa. La sorella ricorda un
episodio del suo 50° sacerdotale: gli regalarono indumenti
sacerdotali ma avrebbe tanto desiderato continuare a
sostenere economicamente persone e opere missionarie
intraprese in Uganda. Il 24 settembre 2006 presso la
Parrocchia del Crocifisso ricevette la “Cattedra degli
Anàrgiri”, riconoscimento rivolto a coloro che sull’esempio
dei Santi Medici esercitano nel completo disinteresse
economico un altruismo che merita per loro il titolo di
“anàrgiri”, cioè capaci di “curare” senza compenso.
Nel 2011 padre Vittorio subì 4 ictus, piccole ischemie
dalle quali è più o meno guarito attraverso la logoterapia.
L’ultima ischemia, subita due anni fa a Milano dov’è
tutt’ora presso la clinica Ambrosoli, lo ha indotto in una
condizione per cui è in grado solo di capire e rispondere
con gli occhi e con suoni gutturali.
Anni fa mi fece dono della sua Bibbia in lingua inglese,
quel libro fondamentale della sua esistenza e del messaggio
che portava agli altri in missione. All’interno trovai
un’immaginetta di Santa Teresina di Lisieux che mi disse
essere insieme a padre Daniele Comboni il programma
della sua vita: “Le piccole cose sono piccole cose, ma la
fedeltà nelle piccole cose è una grande cosa”.
Auguri e grazie padre Vittorio.
* direttore del centro missionario diocesano
“Padre Raffaele Di Bari, Loribamoi”
26 IL FIERAMOSCA
NOTIZIE IN BREVE
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI
Il prof. Ugo Villani
nominato presidente
del Collegio dei Garanti
dei Comportamenti
Il prof. Ugo Villani, ordinario di diritto internazionale all’Università di Bari, è
stato nominato presidente
del Collegio dei Garanti dei
Comportamenti della Comunità accademica dell’Università di Bari (cioè del
codice etico).
La nomina - triennale è avvenuta dopo l’elezione
del Senato accademico.
Lo Statuto dell’Università degli Studi di Bari “Aldo
Moro” all’art. 38 istituisce il Collegio dei Garanti dei
Comportamenti allo scopo di dare applicazione alle
disposizioni del Codice dei Comportamenti nella Comunità accademica. Il Collegio è composto da tre
professori ordinari con anzianità in questo ruolo di
almeno dieci anni, scelti dal Senato accademico con
la maggioranza dei tre quarti, fra una rosa di nove
componenti proposta dal Rettore, fra docenti di documentata qualificazione scientifica che nel corso
della carriera, abbiano testimoniato indiscussa autorevolezza morale e riconosciuta indipendenza di
giudizio.
Alla designazione del prof. Villani, si è proceduto nel corso di una seduta ad hoc del Collegio dei
Garanti dei Comportamenti. Oltre al già nominato
collega prof. Villani, sono stati eletti il prof. Giuseppe Loverro e la prof.ssa Luigia Sabbiati. Ha aperto i
lavori del Collegio il magnifico Rettore il quale, dopo
aver ringraziato i componenti dell’Organo per aver
accettato l’incarico, ha ricordato la grande attenzione riposta dall’Ateneo barese sui temi etici, che ha
portato l’Università di Bari ad adottare un proprio
codice etico prima ancora della emanazione della
legge istitutiva n. 240/2010.
Dopo aver formulato i più sentiti auguri di buon
lavoro ai componenti del Collegio, il Rettore ha promosso la votazione del presidente, eletto all’unanimità, il prof. Ugo Villani.
Il prof. Villani ha ricevuto i complimenti da parte
del sindaco Pasquale Cascella della cui giunta è stato assessore alla trasparenza e alla legalità, fino alle
dimissioni - date a ottobre - per tornare a dedicarsi
solo ai suoi studi universitari.
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DELEGAZIONE PROVINCIALE BAT DELL’ISTITUTO PER
LA GUARDIA D’ONORE ALLE REALI TOMBE DEL PANTHEON
“FRANCESCO CONTEDUCA”
In occasione della celebrazione del 136° anniversario dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, svoltasi
a Roma nella seconda decade del mese di gennaio u.s., si è registrata
la fattiva partecipazione della neonata delegazione della sesta provincia
pugliese Barletta Andria Trani “Francesco Conteduca“, sapientemente
capeggiata dal Delegato cav. dott. Ruggiero Piazzolla e dalle Guardie
d’Onore Giuseppe Porcelluzzi, Alberto De Nisi e dal giovane dott. Filippo Antonio Piazzolla.
rilancio dell’economia locale e nazionale, in particolare del Mezzogiorno d’Italia. Mi impegnerò, inoltre, a partecipare a tutte le iniziative che
vedano gli amministratori locali difendere la qualità dei servizi pubblici,
la salvaguardia dell’ambiente, la tutela del territorio, la puntuale applicazione della Costituzione per tutelare i diritti dei cittadini a partire, ma non
solo, dall’art. 1, che recita: ‘… una Repubblica fondata sul lavoro…’
Gli enti locali sono le istituzioni che hanno un contatto più stretto con i
cittadini, con i loro bisogni, con le loro difficoltà. Far sentire forte la voce
degli ultimi, di chi oggi ha difficoltà a trovare lavoro, a pagare le tasse
imposte dal governo nazionale, a garantire il diritto alla salute e una
istruzione pubblica di qualità ai propri figli è un dovere imprescindibile
per chi intende rappresentare nelle istituzioni una collettività”.
ASSUNTELA MESSINA VICE SEGRETARIA
REGIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO
Docente di lettere presso il Liceo Scientifico “Carlo Cafiero” da lunghi
anni militante attiva in politica (inizialmente per il PPI), Assuntela Messina - già presidente del PD di Barletta e attualmente componente della
segreteria provinciale di Barletta Andria Trani, è stata eletta come una
delle tre vice segretarie regionali del PD, guidato dal segretario regionale Michele Emiliano.
Vivo compiacimento è stato espresso dal sindaco Pasquale Cascella:
“…un affettuoso augurio ad Assuntela Messina per la sua elezione alla
vice-segreteria del Partito democratico pugliese, nella certezza che
saprà rappresentare la complessa realtà del territorio nel segno della
migliore tradizione politica della città di Barletta e con la passione per il
cambiamento che contraddistingue il suo impegno”.
La cerimonia, organizzata dalla Sede Centrale dell’Istituto e dal suo
Presidente cap. di Vascello dott. Ugo d’Atri, ha avuto luogo domenica
19 gennaio u.s. e ha visto la deposizione di una corona d’alloro al sacello del Milite Ignoto, presso il Monumento a Vittorio Emanuele II (Altare
della Patria), a seguito della quale tutte le delegazioni provinciali del territorio nazionale hanno sfilato con i propri vessilli lungo il centro storico
di Roma, portandosi nel Sacro Tempio del Pantheon, ove è stata officiata la solenne Santa Messa in suffragio dei Re e delle Regine d’Italia.
Alla delegazione barlettana sono state tributate le migliori congratulazioni da partecipanti e visitatori, memori anche del fatto che, sebbene
nata appena dal 14 luglio 2012, vanta già nel proprio sontuoso carniere
un pregevole curriculum contraddistinto da encomiabili attività storicoculturali, ove spicca in maniera ineccepibile la manifestazione del 14
aprile 2013 dedicata a Francesco Conteduca, prima medaglia d’oro al
Valor Militare, al quale è intitolata la delegazione BAT.
cav. dott. Ruggiero Piazzolla
delegato Provinciale BT - Istituto Nazionale GORTP
MARIA CAMPESE ELETTA NEL CONSIGLIO
E NEL DIRETTIVO NAZIONALE DELL’ANCI
Maria Campese, consigliere comunale di Barletta eletta capogruppo di
sinistra unita nel consiglio e nel direttivo nazionale dell’ANCI.
“Il mio impegno sarà profuso nel difendere la finanza locale dalle politiche di austerità che stanno minando alla base qualsiasi ipotesi di
MARZO
2014
LA SCOMPARSA DI DONATO BARILE
È venuto a mancare, nei giorni scorsi, il cav. Donato Barile, uno dei primi allenatori del Gruppo Sportivo AVIS Barletta, fondato agli inizi degli
anni Sessanta dal prof. Ruggero Lattanzio. Il cav. Donato Barile, ricorda
il prof. Franco Mascolo, che gli fu molto vicino in tutti quegli anni, con
la collaborazione degli indimenticabili Cosimo Puttilli ed Angelo Marchisella, ha dedicato tutto il suo tempo libero ad allenare centinaia di
giovani marciatori i quali, nel corso di un trentennio, si sono fregiati di
prestigiosi titoli italiani: campioni italiani di marcia-Allievi-Juniores; campioni italiani di marcia assoluti nel 1963; campioni italiani nelle diverse
manifestazioni, tra le quali a Termoli nel 1968: primi nella marcia e primi
nella staffetta 4x100, dove gareggiava Pietro Mennea, seguito dal prof.
Francesco Mascolo, allenatore dell’AVIS.
Penso di interpretare il cordoglio di tutti gli amici che hanno conosciuto l’alto valore morale e la grande professionalità del caro Donato, tra
questi mi preme ricordare il prof. Franco Frezza, suo discepolo, dott.
Vito Lattanzio, il tecnico Mimmo Ostuni, Savino Albanese e tanti suoi
numerosissimi ex atleti.
Per me che avevo la responsabilità tecnica degli altri settori dell’atletica non ci sono parole: è stata una persona che amava molto la sua
famiglia e i suoi figli, Nino, Franco e Mimmo, che ha educato allo sport;
erano tutti degli ottimi marciatori ed ora degli affermati professionisti.
Lo stesso entusiasmo lo trasmetteva ai suoi atleti e tutti questi giovani,
erano centinaia, li portava a donare il sangue.
IL FIERAMOSCA
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FEBBRAIO
MARZO
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IL
ILFIERAMOSCA
FIERAMOSCA
Ricordo
Iorio a sette anni dalla morte,
PEDICO
attualità della sua lezione
di Pasquale Pedico*
S
ette anni fa, in una nebbiosa giornata di febbraio, ci
lasciava Raffaele Iorio che alla città di Barletta aveva
dedicato un gran numero di articoli e di studi monografici
sui più importanti eventi che ci hanno reso noti in Italia e
non solo, come la Battaglia di Canne, la Disfida di Barletta,
le Crociate e i Templari, il tragico Settembre del ’43, per non
dire dei personaggi sui quali s’era soffermato con grande
acume, uno per tutti, Federico II di Svevia. Ma Iorio non è
meritevole d’essere ricordato solo per i suoi studi, ma anche
per le sue sulfuree polemiche che dalle colonne della Gazzetta - specialmente con le sue aggressive “lettere al direttore” - hanno animato le cronache culturali di quegli anni.
E a questo proposito come non ricordare, per la sua forte carica di attualità, il pungente ammonimento ricordato
qualche giorno fa da Renato Russo sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”, tratto da un suo intervento del 2004 su “Baruli
Res”, Annuario storico della Sezione barlettana della Società di Storia Patria della Puglia, sul turismo culturale. Iorio,
all’epoca presidente sezionale della Società, s’era recato a
Stoccarda, in Germania, per tenervi una lezione di storia,
e passando per il piccolo comune di Schorndorf ne aveva
visitato il museo, traendone un insegnamento che cercò di
trasmetterci in un articolo di cui mi piace riportare la parte
centrale, nella quale auspicava che finalmente i nostri amministratori e dirigenti alla cultura non si limitassero a gestire
l’ordinaria amministrazione, ma si accorgessero finalmente
dei grandi tesori che avevamo a portata di mano e che invece continuavamo ad ignorare. Ed ora la parola a Ele Iorio.
* * *
“Mi si consenta, per chiarire il mio pensiero, di parlare non per concetti astratti, ma, come Gesù, per parabole
e immagini. Mesi fa sono stato a Schorndorf, Baden-Württemberg, in Germania, tra Reno e Danubio, a una settantina
Via F. d’Aragona, 46 - angolo Via S. Antonio
Barletta
di km da Stoccarda (andavo
al dipartimento di medievistica di quella Università).
Poco più di un’ora di volo
diretto da Bari. E come a
Bari sta Carbonara, così a
Stoccarda sta Schorndorf:
un migliaio di famiglie.
Senonché, visitandone
dopo cena il museo, ecco
la sorpresa. Nella sezione
preistorica, la visione di una
cripta circolare, nuda, in vetrocemento e con pareti in finta
roccia. Al centro, su un dado d’acciaio sotto una cupola di
cristallo, illuminato da un faro, un dente. Molare di Vercingetorige? Macché: zanna di cinghiale del 6000 a.C. Leggo
appena l’informazione, che il faro si spegne e sulla parete
buia si staglia, abbagliante, la sagoma d’un maiale che corre
lungo il muro circolare. Se ne sente il rumore delle foglie
calpestate e il ringhio ferino. D’un tratto, un suon di corno,
un grido umano, un sibilo (di fionda, presumo), un tonfo. Il
cinghiale crolla. Buio sulla parete, luce sul reperto. Eccola
qua, la germanica zanna preistorica.
E sapete quanto vale, quella zanna? Dodicimila euro al
mese sui biglietti dei visitatori, me l’ha detto Frau Direktorin: circa 300 milioni di (vecchie) lire all’anno. Porco d’un
dente. Esco e penso, appunto, alla mia lontana, amata Barletta. Mi stanno bene le sue pantofole e le sue magliette, benissimo le sue orecchiette e i suoi cavatelli. Ma un coccio,
basterebbe uno solo dei suoi mille cocci: quante zanne teutoniche subisserebbe!…”.
* * *
Iorio di queste incomprensibili dimenticanze ebbe più
volte a lamentarsene con il sindaco Salerno che gli rispose per iscritto dandogli vaghe, dilatorie assicurazioni e una
volta lo ricevette anche a Palazzo, promettendo - ahimé senza mantenerlo - il suo impegno di rilanciare Canne annibalica, lontano da certe fantasiose esagerazioni da kermesse
strapaesana. Da allora, purtroppo, durante la gestione maffeiana, con la chiusura del book-shop, il sipario è ulteriormente calato su uno dei santuari archeologici pugliesi più
importanti della nostra storia più remota. Questo persistente silenzio da parte dell’amministrazione e dei suoi vertici
dirigenziali ci inquieta e ci sconforta.
* già Presidente della Sezione di Barletta
della Società di Storia Patria
MARZO
2014
IL FIERAMOSCA
31
Editoria
Editoria
Autori barlettani - produzione editoriale 2013
elenco aggiornato rispetto a quello pubblicato nel numero di gennaio
Mese
Autore
Titolo
Casa editrice
romanzo
Il Valico
stampa in proprio
Sabino Lattanzio
biografia
Ignazio Monterisi
Rotas-Barletta
Marzo
Matteo Bonadies
Giusy Caroppo
Rossella Leonetti
Angelo Rizzi
Vito Cuonzo
romanzo
arte
poesie
storia saggio
Pater Familias
Milella-Lecce
Watershed
Rotas-Barletta
L’altra dimensione
stampa in proprio
Barulum Nova NazarethRotas-Barletta
L’odissea della Sesta Provincia
La Penna Blu-Barletta
Aprile
da una idea di
don Michele Seccia
religione
La vita di Gesù illustrataRotas-Barletta
Maggio
Ninni Binetti
Pasquale Princigalli
autobiografico
saggio Mia sorella c’ha due bocche
Cafagna-Barletta
Educatori contagiosi e giovani protagonistiRotas-Barletta
Gennaio
Ettore Giannella
Febbraio
Genere
Giugno
Ruggiero Doronzo
arte
Giuseppe Lagrasta
saggio
Renato Russo
storia
La bellezza del divino
Cafagna-Barletta
Italo Calvino, la città e la rivoluzioneRotas-Barletta
dello spazio interiore
La Disfida di Barletta (III ediz.)
Rotas-Barletta
Luglio
Domenico Seccia
saggio
Enza Piccolo
saggio Francesco Del Vecchio
biografia
La mafia sociale
Donne nel Novecento
Doris, le ali della principessa
(principessa Doris Nayer Pignatelli)
Agosto
Quella maledetta voglia di vincereRotas-Barletta
Renato Russo
biografia
La Meridiana-Molfetta
Rotas-Barletta
ed. Kiengle-Ancona
Non tanto per conoscereRotas-Barletta
quanto per operare: 1990-1997
Urbanistica a Barletta, Rotas-Barletta
il tramonto di un’illusione: 1988-2002
Soffri ma sogni
Stilo Editrice-Bari
Ottobre
Autori vari
Paolo Doronzo
Gaetano Nanula
Matteo Bonadies: undici in vent’anniRotas-Barletta
L’ex Distilleria di Barletta
Rotas-Barletta
La verifica fiscale alle imprese
Cacucci Editori-Bari
Novembre
Dicembre
Renato Russo
storia
Barletta: Protagonisti del ’900 M-Z (II)Rotas-Barletta
Michele Di Monte
saggio
La Cantina SperimentaleRotas-Barletta
Palma Lavecchia
romanzo
Parliamone ancora
Ed. C’era una volta-Roma
Lucia Ciocia Capuano
biografico
Mamma Maria
Ed. Rotas-Barletta
Ada Roggio
poesia
Viaggi di-versi - nuovi poeti contemporanei Pagine-Roma
Renato Russo (a cura di)
Calendario storico 2014
Rotas-Barletta
Gaetana De Zio
poesia
Frammenti di vita
Rotas-Barletta
32 IL FIERAMOSCA
MARZO
26 titoli in un anno
di Renato Russo
Settembre Renato Russo (a cura di)
rassegna stampa
da Urbanistica e Territorio Renato Russo
saggio
Stefano Savella
biografia
saggio
saggio
saggio
Editoria, quanto scriviamo!
2014
A
nche quest’anno, come gli altri anni, proviamo a tirare le
somme a consuntivo della passata stagione editoriale cittadina, una produzione ridotta, ancorché ancora feconda, rispetto - per esempio - a quella del
2011 quando inventariammo quaranta
titoli fra poeti, prosatori e saggisti. Si
vede che la crisi ha colpito anche le
risorse della nostra ispirazione creativa. Cionondimeno l’anno appena
trascorso ha fatto registrare ancora 26
pubblicazioni - non son poche - così
distribui-te: sette saggi, otto testi biografici, tre testi di narrativa, tre raccolte di poesie, tre testi di storia, due libri
di arte.
La saggistica presente con sette titoli: di Vito Cuonzo L’odissea della sesta
provincia (Ed. La Penna Blu-Barletta)
con introduzione di Nicola Larosa, una
attenta ricostruzione, riccamente documentata, degli intensi anni che portarono alla istituzione della provincia
ofantina; di Michele Di Monte La Cantina sperimentale di Barletta 1879-1967
(Ed. Rotas), un appassionante racconto, alla ricerca dei nostri primordiali
insediamenti vinicoli; di Paolo Doronzo L’ex Distilleria di Barletta: la storia, il
Forum per il riuso e il recupero incompiuto
(Ed. Rotas) con prefazione di Ottavio
Marzocca e postfazione di Sabrina Salerno, un puntuale studio monografico
su un tema che meriterebbe un ulteriore approfondimento; di Giuseppe Lagrasta Italo Calvino, la città e la rivoluzione dello spazio interiore (Ed. Rotas) con
introduzione di Alberto Asor Rosa; di
Gaetano Nanula, La verifica fiscale alle
imprese (Cacucci-Bari) l’approfondito
studio di un dotto esperto della materia a beneficio delle scuole dei finanzieri di ogni ordine e grado; di Renato
Russo Urbanistica a Barletta, il tramonto
di un’illusione: 1988-2002 (Ed. Rotas); di
Domenico Seccia La mafia sociale (Ed.
La Meridiana) con prefazione di RafMARZO
2014
faele Cantone che tien dietro al primo
volume, La mafia innominabile.
E ancora otto saggi occupano lo
scaffale dedicato alle biografie: di Ninni Binetti Mia sorella c’ha due bocche (Ed.
Cafagna) con introduzione di Francesco De Peppo; di Lucia Ciocia Capuano
Mamma Maria nel silenzio di giorni senza
tempo (Ed. Rotas) con introduzione di
Carmela Dimastromatteo Picardi; di
Francesco Del Vecchio Doris, le ali della
principessa, biografia della principessa
Doris Mayer Pignatelli (Ed. KiengleAncona); di don Sabino Lattanzio
Ignazio Monterisi un vescovo senza mezze
misure (Ed. Rotas) con introduzione di
Agostino Superbo, ancora la biografia
di un sant’uomo, dopo quelle dedicate
a don Ruggero Caputo, a suor Chiara
Damato e a mons. Raffaele Dimiccoli;
di Enza Piccolo Donne del Novecento
(Ed. Rotas) che tien dietro a 4 donne e la
Storia (Ed. Il raggio verde); di Renato
Russo Quella maledetta voglia di vincere:
il romanzo del giovane Pietro Mennea (Ed.
Rotas) con introduzione di Pasquale
Cascella; di Stefano Savella Soffri ma
sogni, una biografia di Mennea (Ed. Stilo); di autori vari Matteo Bonadies undici
in vent’anni (Ed. Rotas) con introduzione di Vito Cracas.
Venendo ora alla narrativa, tre romanzi in vetrina: di Matteo Bonadies
Pater familias (Ed. Milella, Lecce) con
prefazione di Angela Battaglia. Si fermerà Matteo? Non crediamo perché sappiamo che ha appena finito di scrivere
un dodicesimo libro e sta per andare in
edicola la riedizione, riveduta e corretta,
del suo primo romanzo autobiografico,
sotto il novello titolo Anyway (Ed. Rotas); di Ettore Giannella Il valico (edito in
proprio); di Palma Lavecchia Parliamone
ancora (Ed. C’era una volta - Roma) con
prefazione di Alessandro Meluzzi.
Quanto ai tre testi di poesia, di Gaetana De Zio Frammenti di vita (Ed. Rotas), una raccolta che ha atteso l’arco di
un’intera esistenza, prima di realizzarsi in una silloge riepilogativa; di Rossella Lionetti L’altra dimensione (stampa
in proprio); di Ada Roggio (ma è una
compresenza) Viaggi di-versi, nuovi poeti contemporanei (Ed. Pagine - Roma).
L’autrice, al suo primo romanzo, sappiamo per certo che sta per dare alle
stampe un suo secondo lavoro.
Quanto ai tre testi di storia ricorderemo, postumo, di Angioletto Rizzi
Barulum Nova Nazareth con introduzione di Maria Nigro, col rimpianto
che a tenerlo a battesimo dopo avergli
dedicato tanto lavoro, non sia stato lo
stesso autore, scomparso due anni fa;
di Renato Russo Protagonisti del ‘900 a
Barletta seconda parte: M-Z (Ed. Rotas),
il quinto volume col quale si completa
la Storia di Barletta commissionata dieci
anni fa dall’amministrazione Salerno.
Infine due testi d’arte: di Giusy Caroppo Watershed (Ed. Rotas), nell’ambito del progetto “Intramoenia extrart”
con relativa pubblicazione del Catalogo della Mostra e introduzione di Nichi Vendola, Silvia Godelli, Francesco
Ventola e Anna Maria Manzone; di
Ruggiero Doronzo La bellezza del divino: le opere pugliesi di Cesare Fracanzano
(Ed. Cafagna-Barletta) con introduzione di Adriana Pepe.
In complesso 26 titoli per 20 autori.
Notevole, nel corso dell’anno, ancora
una volta l’incidenza editoriale di una
casa editrice locale coi suoi quattordici
titoli, cinque dei quali sulla storia della
città e due biografie di nostri eminenti
concittadini. La presenza di una casa
editrice sul territorio è sempre stimolatrice di studi e di pubblicazioni che
sarebbe problematico editare altrove,
nonché di approfondimenti socio-culturali che - affidati alla carta stampata lasceranno più durevolmente, nel tempo, traccia delle loro testimonianze.
Quanto agli autori, quattro sono delle firme note alla nostra editoria: Matteo Bonadies alla sua undicesima opera
narrativa; Giusy Caroppo coi suoi libri
illustrativi del progetto “Intramoenia
extrart”; don Sabino Lattanzio (autore
di numerose biografie) e Gaetano Nanula non nuovo a studi di economia e
finanza di livello nazionale.
All’appuntamento,
quest’anno,
sono mancati alcuni autori abituali con
l’impegno editoriale: Luigi Di Cuonzo responsabile dell’Archivio della
Memoria e della Resistenza; FranceIL FIERAMOSCA
33
Editoria
Corso Garibaldi, 180 - Tel. 0883.534389 - Barletta
CRONACA DI UNA
SCUOLA RIFORMATA
di Ruggiero Dibitonto
Centro Tipografico Livornese Editore
pp. 152 - i 10,00
“Il problema della Scuola mi pare più di
uomini che di ordinamenti... Potremmo
dire che la Scuola va umanizzata,
rendendone il rapporto di insegnamento,
ufficiale e non ufficiale, un rapporto umano, vorrei dire di amicizia
nel senso più alto e nobile della parola… Così lo studio stesso
apparirà sempre caldo di vita, fatto che riguarda il profondo io del
giovane e non può restare tra i suoi interessi collaterali. Che se
il giovane non studia, è proprio perché non sente lo studio come
cosa sua, centrale, appassionante, ineliminabile. E così verrà inteso
se egli, con l’aiuto del maestro, ne verrà cogliendo ora per ora il
senso umano, se il maestro saprà scendere spiritualmente almeno,
e qualche volta materialmente, dalla sua cattedra, per farsi vicino
al giovane, tanto che questi senta la sua umanità dolorante e pur
serena, la sua comprensione per tutti e per tutte le cose... Essenziale
è che il giovane senta chi insegna come persona che gli vuole bene,
lo comprende, è pronto ad aiutarlo…”.
“Veramente la Scuola è un piccolo mondo nel quale completamente
quello grande si riflette. Se volete che la Scuola sia una cosa seria,
che non sappia di vuoto, di chiuso, di antico, mettetela al ritmo agile,
anche irregolare, della vita. Fate che la vita vi pulsi dentro, che la
società con i suoi interrogativi vi si rifletta, che i problemi della
difficile convivenza umana vi siano compresi ed affrontati. Fate che
questa piccola società sia un ponte verso la vita”. (Aldo Moro)
I COWBOY
NON MOLLANO MAI
La mia storia
di Max Pezzali
ISBN Edizioni
pp. 226 - i 16,00
Era l’anno dei Mondiali di Francia, l’anno in cui avevo comprato la moto nuova,
una Buell. La piazza era piena di gente.
Dalla Galleria Vittorio Emanuele II a via Torino, e giù fino a piazza
Cordusio, senza soluzione di continuità. Pioveva a dirotto e c’erano
centomila persone. Appena prima di uscire c’è stato un momento di
panico assoluto, un istante mi sono detto: Io non esco! Se avessi avuto una campanella magica, l’avrei suonata e me ne sarei andato da
qualsiasi altra parte. … Con il carattere che mi ritrovo, forse non sarei
mai riuscito a salire su un palco se non avessi passato un periodo della
mia vita a lavorare sulle ambulanze… E quella era Milano, la grande
metropoli che avevamo sempre guardato da lontano… Quella sera,
davanti a tutta quella gente venuta lì per me, ho sentito che ce l’avevo
fatta, che dopo sei anni di lavoro avevo messo su quella città la mia
bandierina definitiva.
34 IL FIERAMOSCA
Biblioteca
sco Lotoro autore di importanti testi sulla musica concentrazionaria che lo hanno reso noto nel mondo; e… Duilio
Maglio, scomparso nell’aprile dell’anno scorso, dopo averci
abituato, nell’ultimo lustro, ad una pubblicazione all’anno,
tutti testi di grande interesse e attualità a cominciare dal primo che aveva dato alle stampe nel settembre del 2008, cioè
quando aveva 82 anni, Il teatro comunale Curci di Barletta, storia e restauro (Ed. Rotas).
Autore di un gran numero di pubblicazioni di assoluto
rilievo scientifico, il prof. Ugo Villani, ordinario di diritto
internazionale presso l’Università “A. Moro” di Bari.
Un autore di cui sentiamo la mancanza? Ruggiero Mascolo, poliedrico e versatile, ci ha lasciato numerosi titoli,
tra gli altri Barletta leggere la città (con la moglie Rita Ceci,
Ed. Liverini) e tre biografie: su Carlo Cafiero, Anna Cassandro
e Teodoro Giannone (Ed. Rotas) e una raffinata raccolta di poesie: Quasi una metafora con prefazione del compianto prof.
Vincenzo Laforgia (Schena editore): Come un tardo amore /
che risarcisca la sfiorita bellezza / col calore più esperto del corpo /
la mia dolce e un po’ folle ostinazione / scaverà goccia su goccia /
la pietra sorda della mia città.
Autori dell’ultimo decennio
Circa trenta sono gli autori estemporanei di narrativa
che hanno lasciato traccia di un loro scritto in questi ultimi
dieci anni; naturalmente abbiamo tenuto fuori dall’elenco
numerosissimi poeti di cui diremo a parte, in un’altra occasione. Riporteremo questi autori in ordine alfabetico perché
ne sia agevolata la ricerca.
Antonietta Binetti, che viene da una apprezzabile esperienza narrativa, negli ultimi anni si è cimentata in una serie
di fiabe (Rotas, 2008, 2009, 2010, 2011); Ada Bollino, La cicogna ubriaca (Zedda, 2001); Antonio Brescia, Scuola verità nota
ma inconfessabile (Progress, 2010); Alfredo De Giovanni, Otto
l’abisso di Castel del Monte (Bastogi, 2010); Maria Lucia De Pinto, Stagioni di vita (Città aperta, 2008); Tommy Di Bari e Fabio
Di Credico, La cambusa (I ed. Schena, II ed. Rizzoli), Non ho
tempo da perdere (Cairo, 2012); Ruggiero Maria Dellisanti, Le
risorse dell’Ofanto (Stilo, 2009), Sporca storia (Stilo, 2010); Fabio
Degano, Appena in equilibrio (Filo, 2006); Francesca Giò Di Benedetto, Non più soli (Ed. R.E.I., 2010), Ascoltami (La Fenice,
2008), Qualcosa di nuovo (Ed. R.E.I., 2012); Daniele Dibitonto,
L’odore del male (Ventucci, 2003); Antonio Massimo Diviccaro,
S. Stefano di Barletta (Ricerche della Biblioteca-37, 2011); Luigi
Doronzo, Mariano Santo (Rotas, 2004); Michelangelo Filannino, Ricognizioni al giro di boa (Rotas, 2004); Giuliano Foschini,
Quindici passi (Fandango, 2009); Antonietta Magliocca, Fiabe
e storielle pugliesi (Adda, 2010); Danilo Marano, Lyadarland la
predestinata, Gaalad edizioni, 2008); Gaetano Nanula, Bolle di
sapone (Giunti, 2010); Angelo Nardelli, Vado a prendere un caffè
da solo (Ad Maiora 2006), Vieni a casa a prendere un caffè? (Rotas, 2012); Pasqua Onorino, Aspettami sto arrivando (Paoline,
2007); Francesca Piazzolla, I racconti di nonna Francesca (Besa,
s.d.); Nicola Palmitessa, Federico II e S. Francesco (stampa in
proprio, 2012); Giuseppe Ricatti, Vuoi l’arancia? (Rotas, 2011);
Daniela Ruggiero, I segreti dell’Ofanto (Trinitapoli, 2001), Antonio Sanna, Un viaggio lungo trent’anni (Matarrese, 2004), Il
segreto di Pietro (Matarrese, 2007), Maria Tarantino, 8 settembre
del ‘43 (Rotas, 2004); Maria Pia Villani, Il Palazzo della Marra a
Barletta (Cacucci, 2007).
MARZO
2014
Il futuro delle biblioteche,
le biblioteche del futuro
di Emanuele Romallo*
L
a biblioteca ha sempre rappresentato nell’immaginario collettivo
un luogo magico, un’oasi di pace dove il silenzio regna sovrano e
perenne, rotto solo dal fruscio delle pagine scorse lentamente, spazio per
antonomasia deputato alla conservazione e alla trasmissione del sapere.
Anche se il termine stesso di biblioteca rinvia inevitabilmente al concetto di conservazione, la sua funzione è profondamente cambiata nel tempo
e oggi vive una stagione di grandi trasformazioni, rivestendo un aspetto più
funzionale e capace di interpretare le nuove esigenze degli utenti.
L’avvento e l’espansione di Internet, luogo virtuale in cui le nuove generazioni consumano frettolosamente notizie “a pezzetti” senza sentire il bisogno di approfondire i concetti, ha generato una evidente concorrenza con il
mondo lento delle biblioteche. La rivoluzione di Internet si è abbattuta su una
istituzione logora, ponendo non tanto il problema della fine della biblioteca,
quanto quello della sua rinascita. La conseguenza è che l’accesso al sapere
non è più prerogativa esclusiva della biblioteca. L’accesso al mondo del sapere, avviene direttamente collegandosi al computer di casa, diventato esso
stesso una biblioteca senza mura e, perciò, senza confini e illimitata.
Nonostante ciò, con Internet e le sue illimitate possibilità, la biblioteca può
diventare ambiziosa nei suoi obiettivi mirando all'innovazione del servizio. Il
mondo di Facebook è, per esempio, uno straordinario mezzo di comunicazione destinato a diventare sempre più vitale per le biblioteche, al punto che non
prenderne atto significa perdere irrimediabilmente terreno. Gli effetti positivi
dei social network hanno indotto tante realtà bibliotecarie a sperimentare questa tecnologia, promuovendo la propria pagina su Facebook.
Tra le ragioni di questa scelta compaiono la necessità di fare marketing
a favore della biblioteca, la disponibilità di uno spazio per postare foto e
annunci di vario genere su attività, orari, novità nelle collezioni, la possibilità
di attivare un canale alternativo per offrire un servizio di reference. Se si
considera che il successo di una pagina su Facebook nasce proprio da un
sapiente mix tra pubblico e privato, istituzionale e sociale, lavoro e gioco,
perché impedire la sperimentazione di questi nuovi strumenti anche per la
promozione della nostra biblioteca?
Un altro elemento di innovazione sarà rappresentato dalla completa
digitalizzazione dei testi rari e di pregio, patrimonio inestimabile delle Biblioteche, che coniugherà le esigenze di tutela con una ampia valorizzazione,
fruizione e divulgazione dei materiali antichi. Così come realizzato per alcune delle opere più rare presenti nel patrimonio bibliografico della Biblioteca
Comunale, già rese completamente accessibili attraverso Internet in formato digitale, è necessario dar seguito all’opera di digitalizzazione del materiale antico per sottrarlo alla caducità della carta. Ricostruzione virtuale di
edizioni incomplete, consultazione del materiale senza limiti di spazio e di
tempo, saranno solo alcuni dei vantaggi che si potranno raggiungere. Anche la disponibilità di cataloghi online (OPAC) per la consultazione
del patrimonio bibliografico delle biblioteche costituiranno uno strumento
di ricerca pressoché illimitato per gli utenti, non più costretti a estenuanti
MARZO
2014
Torre libraria
spostamenti per raggiungere fisicamente le sedi delle biblioteche. Alcuni
hanno previsto che, una volta che tutte le collezioni saranno nel Web, si potranno chiudere le biblioteche. La mia convinzione è che la biblioteca potrà
diventare più importante di prima, assumendo il ruolo di ponte per l’accesso
all’informazione, come servizio “libero” e per tutti. Ma la biblioteca non è
solo questo. Essa è destinata a diventare un servizio di accesso all’informazione per un utilizzo più sociale della cultura, non puntando l’attenzione al
solo deposito librario, come un tesoro da custodire, come se nella custodia
dei testi scritti dovesse consistere la sua unica funzione.
È condivisibile il modello delineato da Antonella Agnoli, che, in una delle sue ultime pubblicazioni dal titolo “Le piazze del sapere”, osserva che
la biblioteca si sta trasformando sempre più in luogo di incontro, in una
«piazza coperta» a disposizione di una intera comunità, esattamente come
la piazza di un paese, di una città, di un quartiere, di norma e per tradizione
fulcro della vita sociale, in grado di ospitare eventi di vario tipo e condurre
la gente, grazie alla sua stessa forma architettonica, all’aggregazione, alla
sosta, alla partecipazione.
La “Loffredo” aderisce perfettamente a questo nuovo modello di biblioteca, complice la favorevole ubicazione delle proprie sale prospicenti
l’ampia Piazza d’armi. Risponde, infatti, in modo perfetto all’obiettivo di
assumere la funzione di luogo di incontro, scambio solidale e confronto,
luogo dove fermarsi, rilassarsi, apprendere e condividere, come forse lo
sono ancora oggi le piazze di paese, ma anche luogo dove si fanno nuove
amicizie e sbocciano nuovi amori!
Con il passar degli anni, infatti, la “nostra” biblioteca è diventata involontariamente un luogo di aggregazione sociale, la nuova “piazza urbana”,
una seconda agorà, nella quale giovani studenti si incontrano, comunicano
tra loro, ritrovano e rafforzano la loro identità culturale e il senso di appartenenza ad una comunità.
La cultura del cambiamento è presente nel dna della biblioteca ed è
molto più che una generica predisposizione all’innovazione ed all’implementazione tecnologica. L’attuale congiuntura economica, ha rafforzato
la funzione delle biblioteche quali indispensabili presidi territoriali di carattere sociale: disoccupati, senza tetto, immigrati, persone che non hanno
la possibilità di comprare libri, navigare sul web o possedere un personal
computer trovano nella Biblioteca Loffredo dei luoghi dove poter accedere
gratuitamente a servizi che li vedrebbero esclusi e che non consentirebbero
loro, in alcuni casi, di usufruire di diritti elementari di cittadinanza.
Progettare una nuova biblioteca oggi non significa più costruire un luogo consacrato alla conservazione, ma uno spazio aperto, inclusivo, partecipativo, dove tutti possano sentirsi a loro agio; una piazza che, nel rispetto
delle diversità, sappia plasmare un focolare intorno a cui ricostruire una
comunità.
* Biblioteca Comunale “Sabino Lofredo”- Barletta
IL FIERAMOSCA
35
Orologeria
Storia locale
La nascita dell’orologeria “da persona”
Sportello antenati… perduti
Dalle prime realizzazioni degli orologi-gioiello
agli albori dell’orologeria moderna
L’ARCHIVIO DI STATO ALLA RICERCA DELLE ORIGINI
di Michele Grimaldi
di Ettore Giannella
I
l primo orologio da polso ancora oggi perfettamente conservato è un orologio con carica a chiave ed è montato su un bracciale tempestato di perle
e smeraldi, un suo gemello prodotto negli stessi anni indica il mese e la data
corrente.
Furono realizzati a Parigi nel 1806 da Nitot su richiesta dell’imperatrice Giuseppina.
La Maison era nota per le sue realizzazioni veramente principesche, di altissima gioielleria.
Dieci anni prima - nel 1796 - nei registri contabili di uno dei mostri sacri
dell’orologeria svizzera La Jacquet-Droz di Ginevra era stata riportata notizia della fornitura di un orologio con le stesse caratteristiche, realizzato dal famoso
costruttore di automi.
Ma quello che mi preme di più descrivere è l’altissimo valore dell’Orologeria
ai suoi albori. La fusione tra arte e tecnica raggiunge in questi anni (1750-1880)
livelli mai più raggiunti. Gli artefici di quelle realizzazioni erano creatori dotati di Il primo orologio da polso realizzato su richiequalità immense, di sensibilità davvero vicine ai limiti umani ed in grado di realiz- sta dell’imperatrice Giuseppina
zare orologi perfetti come quelli attuali, ma con uno spirito dotato di una luce folgorante.
Nel 1880 gli alti Ufficiali della Marina Tedesca portavano al polso piccoli orologi in oro
forniti da un altro grande Girard Perregaux, famoso per essere uno dei figli della sperimentazione più ispirata, del desiderio di superarsi in ogni nuova realizzazione. Uno spirito
così si ritroverà solo molti anni dopo nella filosofia coinvolgente di Enzo Ferrari.
È il momento di maggiore espansione artistica di quelli che si possono definire dipinti
orologiai, dopo questi anni l’orologeria svizzera e di altri paesi si trasformerà in orologeria
di massa, perdendo quell’anima che aveva caratterizzato la sua nascita..
Grandi realizzazioni tecnologiche, ricerche, studi, strumenti nuovi per la realizzazione di
componenti rimasti quasi sempre gli stessi, ma non più esemplari unici.
È veramente entusiasmante scoprire le grandi differenze tra l’arte orologiaia di quegli anni e
l’orologeria attuale, fatta solo di computer e perfezione tecnica, ma priva di quello slancio artistico, almeno di quello voluto dai Maestri in attività in quel periodo.
Sarà la prima guerra mondiale a consacrare definitivamente l’orologeria da polso come quella
sulla quale l’evoluzione orologiaia punterà tutto negli anni successivi.
La spinta americana alla produzione di grandi numeri, la genialità inglese, la fantasia francese, la
perfezione tecnica tedesca, e non ultimo lo stile italiano, vero padrone dell’evoluzione, in
grado di indirizzare senza alcun problema le caratteristiche di altri verso realizzaIl primo orologio a ciondolo
zioni immense che la Confederazione elvetica porterà a compimento.
Questa è stata l’Orologeria di quei meravigliosi 150 anni.
Spiace pensare alla condanna senza appello voluta dalle leggi delle scienze economiche, le uniche non in grado di risolvere
alcun problema ma di peggiorare costantemente il rapporto dell’uomo con le sue realizzazioni attribuendosi il merito di presunte soluzioni e conquiste che hanno ben altre origini.
Forse è giunto il momento di riprendersi quello che è nostro, quello che abbiamo sempre cercato nel nostro lavoro e nel
desiderio di dare alla nostra vita il senso che merita.
Ettore Giannella - gioielleria, orologeria d’autore, analisi gemmologiche
Via Madonna degli Angeli, 39 - Barletta - tel/fax 0883.020636 - [email protected] - www.eg.vpsite.it
36 IL FIERAMOSCA
MARZO
2014
N
on è difficile, anzi il contrario, ogni giorno aprire il sito
della posta istituzionale dell’Archivio di Stato di Barletta
([email protected]) e trovare mail del seguente tenore
“Caro Direttore di questo Archivio di Stato sono Michel Pelisser e
abito in Londra nell'indirizzo sotto indicato. Scrivo per chiederLe
un favore: sto cercando il luogo di provenienza del mio bisnonno,
HILARIO ORTENZI, che presumo sia nato nella tua Provincia,
ma non so in quale Comune. Vorrei svolgere una ricerca genealogica sui miei antenati italiani, ma prima devo conoscere il Comune e
la Parrocchia di nascita”.
Questa che abbiamo riportata è soltanto una delle innumerevoli
mail inviate da nipoti e pronipoti di italiani emigrati in ogni parte
del mondo e solo l’Archivio di Stato li può aiutare a rintracciare
gli ascendenti e, cosa più importante, il loro servizio militare svolto
durante gli eventi bellici del XIX e XX secolo.
Infatti la Sezione dell’Archivio di Stato di Barletta custodisce
gelosamente, fra l’altro, il fondo militare ed essendo stata la nostra
Città sede del Distretto militare per quasi un secolo, ha fra i suoi documenti i ruoli matricolari nei quali, coprendo un arco di tempo che
va dal 1847 fino al 1927, viene riportato il servizio svolto da ogni
militare da una quindicina di anni prima dell’Unità di Italia sino al
secondo dopoguerra.
Per questi motivi i “pronipoti” dei migranti che vivono, in particolar modo, nell’America del Nord e del Sud, intenzionati ad
avvalersi delle prerogative che permetterebbero loro di richiedere
anche la doppia cittadinanza (italiana e del paese di nascita), scrivono all’Archivio di Stato. I funzionari addetti al servizio, ogni volta,
sfogliano decine di documenti per risalire al soggetto, coinvolgono
Enti quali il Comune di nascita dell’emigrato o gli Archivi diocesani
ed infine, il più delle volte, riescono a rintracciare e quindi rilasciare
la copia dell’atto di nascita o del foglio matricolare.
Nel primo caso e cioè relativamente agli atti di stato civile, bisogna precisare che questa preziosissima istituzione pubblica fu conseguenza della presa di potere nel Regno delle due Sicilie ad opera di
Giuseppe Bonaparte, formalizzata con decreto dello stesso Napoleone
nel maggio del 1806, il quale dette il via alla riforma delle strutture
burocratiche dell’amministrazione ripartendo il governo in Ministeri
che spiccavano per centralità politica ed efficienza tecnica.
Tra le innovazioni più “azzeccate” quelle contenute nel libro I
titolo 2 del Codice Napoleonico e nel Real Decreto del 29 Ottobre
1808 (fig.1) con le quali veniva fatto obbligo di registrare le nascite,
matrimoni e morti di tutti i residenti e non di una città.
In quasi duecento anni la normativa in questione è cambiata
molto poco rispetto ad altre importanti leggi (si pensi a quelle che
regolano la quiescenza o pensione che dir si voglia) e le ultime modifiche sono state apportate con il D.P.R. 445 del 2000 che tra le altre
cose dà potere al Prefetto di valutare e decidere sulle questioni di
cambiamento di nome o di cognome, snellendo di molto le pratiche
MARZO
2014
burocratiche che, in precedenza, prevedevano
tutto un percorso attraverso la giustizia civile
che portava via anni e
risorse finanziarie prima della positiva o negativa conclusione.
Prima del decreto
napoleonico, che aveva
messo ordine e dato regole precise alla materia
demografica, l’incombenza della registrazione di nascite, matrimoni
e morti e più in generale della gestione della
storia civile, sociale,
giuridica e politica, era
demandata alla Chiesa.
Per quel che riguarda
Barletta le Parrocchie, Fig. 1- Registro degli atti delle nascite e
in origine, erano soltan- delle adozioni
to due e queste, per molti secoli, si erano occupate “amministrativamente” dell’intero territorio comunale. Stiamo parlando di S. Maria
Maggiore e San Giacomo Maggiore.
Poi, come abbiamo visto, con l’arrivo in Italia di Napoleone tutto cambiò.
Diversa invece la genesi dei Distretti Militari (fig. 2) i quali, parimenti allo Stato Civile, censivano la vita dei cittadini (solo maschi
per secoli) dall’esclusivo punto di vista militare.
Infatti nel momento in cui ufficialmente ebbe vita il Regno
d’Italia, una parte delle funzioni che poi sarebbero state attribuite ai
Distretti erano proprie dei “Circondari Militari” i quali avevano giurisdizione sullo stesso territorio dei corrispondenti circondari civili
ed amministrativi, tranne per il napoletano che conservò ripartizione
del proprio territorio in Distretti militari.
Nel 1866, dopo l’annessione del Veneto, la circoscrizione militare subì una notevole trasformazione in quanto vennero aboliti i
circondari e i distretti militari e vennero creati i comandi militari di
provincia corrispondenti alle 68 province del Regno ed ai quali vennero devolute le funzioni dei comandi di circondario o di distretto
militare.
Ma questa istituzione ebbe vita brevissima in quanto, alla fine
del 1870, furono aboliti i Comandi militari di provincia e ripristinati in tutto il Regno i Comandi di Distretto militari, distinti in tre
classi a seconda della popolazione e di importanza della città in cui
avevano sede.
IL FIERAMOSCA
37
Storia locale
Corrispondeva
a ciascun Distretto
il territorio di una
o più province che
aveva nel passato
ospitato un deposito di leva circondariale, comandato
da un Colonnello
e parecchi ufficiali
con due compagnie
di soldati.
Uno di questi
Distretti e più precisamente il 66°
Distretto Militare
fu assegnato proprio a Barletta (una
delle
pochissime
Città
non
provincia
Fig. 2 - Registro del Distretto Militare
a diventare sede di
Distretto e all’epoca già con una popolazione di 40.000 abitanti)
con decreto del Ministero della Guerra del 6 dicembre 1877 e comprendeva i comuni di Barletta, Andria, Bisceglie, Canosa di Puglia,
Corato, Minervino, Molfetta, Ruvo di Puglia, Spinazzola, Terlizzi,
Trani nella provincia di Bari con l’aggiunta del comune di Altamura
e l’intero circondario di Melfi in Basilicata.
Nel 1895, però, si prospettava una minaccia di soppressione del
Distretto, per strumentali motivi economici.
A difendere i legittimi interessi della comunità Barlettana, a quel
tempo, spettò al cav. Mandara che in un memorandum inviato al
Ministro ricordava i non indifferenti sacrifici sostenuti dall’Amministrazione cittadina per ottenere l’assegnazione dell’importante
istituzione e ricordava inoltre che “… con l’apertura della linea
ferroviaria Spinazzola-Barletta, col tram a vapore da Bari, Barletta può considerarsi centro importantissimo e potendo usufruire di
Ferrovie e strade ordinarie, si presta ad un facile concentramento
di militari richiamati e un facile movimento di dislocazione. Ora le
condizioni di aria, d’igiene, acqua, locali adatti, rendono Barletta
atta a servire sia in tempi di pace che durante una mobilitazione,
come ottimo centro di radunata. Ragioni tutte che concorrono ad
ottenere il proposito del Governo, cioè l’Economia ”.
Anche questa volta il pericolo fu sventato e negli anni successivi
ci furono ulteriori cambiamenti. Nel 1910 i Distretti Militari vennero trasformati in Distretti di reclutamento. Nel 1923 fu stabilito l’intero ordinamento di ciascun Distretto e le attribuzioni particolareggiate degli uffici dipendenti e la denominazione diventò Comando
di Distretto Militare in sostituzione di Distretto Militare e Distretto
di Reclutamento. Anche la numerazione dei Distretti fu abolita per
ragioni di opportunità e praticità distinguendoli, da quell’anno, con
il nome delle città nelle quali avevano sede e quindi il 66° Distretto
Militare divenne Comando Distretto Militare di Barletta.
Poi, per quasi 50 anni, tutto viaggiò in relativa tranquillità fino al
1954 allorquando la circolare S.M.E. 1400 R/Ord.II del 14.8.1954
metteva in atto la “Revisione dell’organizzazione territoriale dei Distretti Militari” che prevedeva la scomparsa, con relativo accorpamento, di moltissimi Distretti militari fra i quali quello di Barletta
che, dopo 77 anni di vita, veniva “fagocitato” dal Distretto Militare
di Bari (tanto tuonò che piovve !!!).
Scompariva così, nel nulla, una delle tante istituzioni che per
decenni sono state brillanti gemme sul diadema che ornava, degnamente e meritatamente, il glorioso stemma della nostra Città.
38 IL FIERAMOSCA
I silenzi di Mamma Maria
Un racconto di Lucia Ciocia Capuano
per i tipi di Rotas
U
na saga familiare raccontata, nella forma
della short-story, attraverso i
silenzi della matriarca, Mamma
Maria. Una donna del tempo
che fu eppure inopinatamente
moderna, perno di una famiglia numerosa e “allargata” ad
altre, altrettanto importanti,
figure parentali. Matriarca, abbiamo detto, non nel senso che
deteneva un immaginario scettro del comando, ma perché era
perno e leva di questa famiglia,
costituita da quattro figli, molti nipoti, due sorelle (una delle
quali particolarmente fedele e partecipe, avendo convissuto con
Maria, con suo marito e con i nipoti) e un padre rimasto solo troppo presto.
Una roccia, Mamma Maria, alla quale si rivolgevano tutti,
qualche volta ci si aggrappavano. Una roccia ricca di ben oltre
novant’anni di vita, che scivola pian piano verso il silenzio, apparentemente senza un perché. In realtà, il silenzio poteva essere
frutto della sommatoria dei dispiaceri e dei dolori di tutti quegli
anni - che pure erano stati ricchi di gioie e di soddisfazioni - combinato a una certa consapevolezza dell’inutilità del parlare se non
si può più incidere sulle vita degli altri e, forse, a un accartocciarsi
su se stessa e ritrovarsi nell’intimo, prima di lasciare la vita.
Un dolore grande, insostenibile, l’affetto della famiglia aveva
risparmiato a Mamma Maria, la morte improvvisa e tragica di un
nipote giovane, bello e sano. Nulla ci dice che ella non avesse
intuito la pietosa bugia del lungo viaggio di lavoro in America
di Jacopo; ciò che è certo, invece, è il peso di un silenzio ancora
più fondo, ancora più sordo, ancora più ostinato. Fino al canto del
cigno prima della morte, grazie alla visita del figlio lontano, padre
di quel ragazzo scomparso. Di sicuro furono quelli i suoi ultimi
giorni di felicità consapevole, i suoi ultimi giorni di vita vera, di
perfetta lucidità, fu quello il suo “canto del cigno”, conversava
tranquillamente con quel figlio tanto amato, gli teneva le mani,
gli faceva (come una volta) tante domande sulla sua carriera, sui
suoi progetti, sulla sua vita affettiva e poi, naturalmente, su Jacopo. E Jacopo è l’ultima figura che Mamma Maria lucidamente
nomina, prima del coma, quando racconta di aver sognato di prendere un aereo per l’America.
Un racconto breve, veloce e semplice, questo di Lucia Ciocia
Capuano (docente di Lettere e già presidente della sezione barlettana della Fidapa), che dall’idea di un omaggio privato a sua madre, ha vestito poi i panni del prodotto editoriale per incoraggiamento da parte di alcune amiche, riconosciutesi “in una storia che,
benché unica e irripetibile, assomiglia a tante altre. Una storia di
devozione filiale raccontata per vincere la tirannia del tempo che
può coprire ogni cosa di una patina indistinta, fino a cancellarla”,
come dice Carmelina Dimastromatteo Picardi nella prefazione.
Aggiungiamo che ci ha particolarmente intenerito il ricordo di
Leonardo-Jacopo (Leonardo è il vero nome del nipote scomparso
tanto presto) tratteggiato da Lucia nelle ultime pagine, segno di
un dolore atroce e indelebile che prova a sciogliersi faticosamente
in canto.
Carmen Palmiotta
2014
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MARZO
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Centenario
Al traguardo centenario (1914-2014)
Giovanni Leoncavallo “il barbiere dei signori”
Giovanni Leoncavallo l’11 marzo ha compiuto cento anni. Lo ricorderanno i più anziani, perché fino agli
inizi degli anni Settanta gestiva una elegante barberia in un sottano di palazzo De Martino Norante. A
beneficio dei lettori abbiamo rispolverato alcuni passi di una nostra intervista di molti anni fa (gennaio
2003) curata da Domenico Vischi.
H
o conosciuto Giovanni Leoncavallo
qualche anno fa mentre visitavo la
cattedrale di Santa Maria Maggiore di Barletta,
finalmente riaperta al culto. Io avevo di quella
meravigliosa Basilica una conoscenza acquisita
con lo studio di testi più o meno approfonditi;
conoscenza che Leoncavallo non esitò ad
arricchire con particolari di “vita vissuta”.
L’impressione che ebbi anni fa di quel dinamico
signore anziano (oggi ha 89 anni) fu talmente
positiva che quando, giorni fa, la redazione
mi ha chiesto di intervistarlo, ho accettato con
entusiasmo.
Avevo capito che la tecnica conosciuta e
praticata altrove era di gran lunga superiore
a quella che avrei riscontrato in qualunque
barberia della mia città.
Comunque lei non è rimasto al Nord:
perché è ritornato a Barletta che le
offriva molto meno in termini di successo
professionale e condizioni di vita in genere?
Nostalgia della mia terra e della mia
famiglia. E inoltre qui avevo la mia fidanzata.
Tornato a Barletta , nel 1940, mi sposai in
Cattedrale. Quindi, mettendo a frutto quanto
appreso, avviai una barberia mia, in corso
Garibaldi, in un vano di palazzo Demartino.
Signor Leoncavallo, mi parli della sua
Il mio locatore, don Luciano Demartino,
vita.
aristocratico possidente, grande proprietario
Da piccolo ero pienamente integrato nella
terriero, stipulò con me un mero “accordo
vita parrocchiale facendo parte di un gruppo di
verbale”,
per una pigione adeguata, una stretta
Il
centenario
Giovanni
Leoncavallo
feoltre 40 ragazzi. Don Peppino Spera, parroco
di
mano
che
sigillò un amichevole sodalizio
steggiato
dal
sindaco
Pasquale
Cascella
della Cattedrale, ci offriva delle caramelle, un
destinato
a
durare
decenni. All’epoca ci si
lusso per noi, e ci forniva “la palla”, un pallone
poteva
permettere
di
locare
un
immobile
senza contratto scritto,
di pezza, l’unico possibile con i mezzi di allora. Erano i primi anni
del Fascismo, e noi giovanissimi aderenti all’Azione Cattolica ci sicuri di un “patto fra gentiluomini”.
incaricavamo di andare a prendere numerose copie del giornale
cattolico “Buon Senso” presso la tipografia Dellisanti, per poi
distribuirle nelle cassette postali. La professione che ho svolto tutta la
vita è stata quella di parrucchiere. L’ho appresa a bottega dal maestro
Curci. Non sono figlio d’arte: mio padre era capo carovana nelle
Ferrovie dello Stato. Curci, (discendente di Giuseppe Curci che dà
il nome al teatro barlettano), oltre alla professione, mi ha trasmesso
anche la passione per la musica, ed io andavo ogni anno con lui al
“Petruzzelli” di Bari. Curci, grande parrucchiere e grande musicista,
suonava il violoncello, ed io lo accompagnavo in occasione delle sue
esibizioni nel nostro teatro reggendogli lo strumento. Quando partii
a militare il mio maestro dovette lasciare l’attività, poiché all’epoca
era difficile trovare un assistente di bottega, quindi si trasferì a Roma.
L’amicizia tra noi è rimasta comunque negli anni, alimentata da
frequenti contatti.
La sua vita si è, quindi, sempre svolta a Barletta?
No. La seconda importante tappa della mia formazione
professionale e della mia vita fu a Camogli, in Liguria, a 18 km da
Genova. A Camogli, spinto dalla curiosità e da un pizzico di vanità,
(ci tenevo moltissimo a sfoggiare sempre in ordine i miei capelli rossi),
entrai in una barberia per uomo e donna. Restai affascinato dalla
maestria di quegli artigiani, ai quali offrii la mia opera, che venne
accettata. In quella bottega passai diversi anni.
MARZO
2014
L’avviamento di un’attività è sempre problematico, lei ha
dovuto crearsi quasi dal nulla una clientela; quali sono state le
sue “strategie di marketing”? (mi permetta la provocazione).
In realtà non è esatto parlare di concorrenza, poiché io puntavo ad
acquisire clienti diversi da quelli dei miei concorrenti. Io, infatti, offrii
la mia professionalità agli “aristocratici” della città o in genere al
ceto più abbiente. A quei tempi i “signori” erano “signori” vestivano
all’inglese, con la barbetta ed il bastone, portavano la barba ben
curata e si servivano tutti da me. Per farti un esempio: i Castellano,
i Demartino, gli Scuro, le famiglie più in vista della Barletta-bene di
allora, ma anche il duca di Montaltino e il principe Carafa d’Andria.
Ho avuto la soddisfazione di servire anche clienti dei paesi vicini.
Lei è davvero una brava persona, una miniera di ricordi. E a
questo proposito vorrei tornare ad intervistarla su “I barlettani
illustri” e “Le famiglie aristocratiche in Barletta” ne avrà
conosciuti diverse…?
Certo. Fra gli altri mons. Santeramo, Sabino Castellano il primo
scopritore di Canne nel 1920, don Luigi Scuro fondatore della
Cementeria, il prof. Michele Cassandro, il dott. Vito Lattanzio (il padre
del prof. Ruggero e del dott. Enrico), mons. Domenico Dell’Aquila,
il pittore Raffaele Girondi, don Luciano Demartino, il dott. Oronzo
Pedico oculista e storico della città, il preside Leporace.
IL FIERAMOSCA
39
Scuola
Scuola
Lino Patruno presenta il suo ultimo libro
agli alunni della Scuola Media “De Nittis”
“I
o resto al Sud”, un giorno a caccia di futuro: la scuola
De Nittis incontra il direttore Lino Patruno”. Questo il
tema di un incontro degli alunni delle classi III B e F della Scuola
Media “De Nittis” col noto giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Lino Patruno, presentato dal dirigente scolastico Alfredo
Basile. Sull’incontro i ragazzi hanno espresso le loro impressioni
attraverso una lettera aperta al direttore Patruno.
“Noi ragazzi della scuola De Nittis, abbiamo completato il percorso dell’orientamento e nello stesso tempo, abbiamo inaugurato
ufficialmente il progetto biblioteca “incontro con l’Autore” accogliendo calorosamente il pregiatissimo direttore Lino Patruno. La
sua grinta ed il suo amore per il Sud, ci hanno fatto ben sperare:
noi, protagonisti di domani, possiamo cambiare la storia. È a scuola che dobbiamo imparare a scoprire i nostri talenti, abituandoci
alla fatica, pronti, divenendo adulti, a cogliere il momento per
esercitare con competenza il nostro ruolo nella società, qualunque
esso sarà, senza accettare compromessi e rispettando le regole,
pronti anche ad andare eventualmente lontano, ma senza dimenticare il luogo da cui saremo partiti. La sua testimonianza ci ha
donato il bene più prezioso: la consapevolezza che la conoscenza,
dando luce al passato, consente di gettare solide fondamenta alla
XXIV EDIZIONE “PREMIO CARTOLINA FIERAMOSCA D’ORO”
“L'eroe della Disfida, Ettore Fieramosca, uomo del suo tempo, pensava che la donna dovesse dipendere dalla tutela di un uomo, essere analfabeta (tranne principesse e monache), dedita al fuso e alla canocchia e
in religiosa attesa del ritorno dell'amato: E oggi, tu, hai la stessa idea di Fieramosca?”
costruzione del futuro e costituisce il punto di partenza
primario per la costruzione
dei propri sogni”. Speriamo che la nostra attenzione
allo studio del libro “Io resto al Sud” sia stata il segno
tangibile del nostro sentito
grazie per aver contribuito
a donarci le pagine più belle di cittadinanza attiva che
avremmo potuto leggere, le
parole più calde colme di
amore, per la propria terra,
che avremmo mai potuto
ascoltare. Ancora grazie
direttore Lino Patruno, con
lei abbiamo potuto comprendere che sognare non solo si può, ma si deve”.
L’
Associazione FIDAPA, come da consuetudine più che decennale, anche quest’anno ha promosso questa lodevole
iniziativa, facendone un punto di forza e merito. La traccia proposta
dalla presidente dott.ssa Marilena Colucci, fa riferimento al ruolo
della donna nella società, come viene percepita oggi rispetto al tempo dell’eroe della Disfida. Appropriato l’invito corredato di un’opera di Andrea Appiani (Milano 1754-1817) “Ginevra attende Ettore
Fieramosca”. Unanime è stato il giudizio della giuria nell’attribuire
le medaglie d’oro di questa XXIV Edizione all’alunna Raffaella
Nasca, III B Scuola Media “Dimiccoli - Musti”, e a Francesco Paolo Milzini, 5D Scuola Primaria “G. Modugno”, il cui disegno è stato
commentato dalla prof.ssa Marcella Sacino.
Gli alunni delle classi III B ed
della Scuola Media “G. De Nittis”
Il nostro facebook
7
3
2
12
11
6
10
9
8
5
Descrizione dell’elaborato della 1a classificata: L’alunna
Raffaella Nasca ha una felice intuizione, colloca sul foglio in uno
spazio aperto, scardinando l’ovvietà, quella di un negozio espositivo, una sequenza di capi di abbigliamento, in questo caso delle
divise. Va per simboli, dalla tuta mimetica, che ci fa intuire che la
donna può stare anche in prima linea e non relegata negli uffici, a
quella di Comandante della Marina, a quella di Giudice o semplicemente un abito maschile e così via.
In questa vasta esposizione, la donna non perde la sua femminilità ed ecco, fra tante uniformi, s’intravede un abito da sera, da
sposa? Nell’angolo destro una figura femminile nell’atto di scegliere e decidere il suo percorso di vita.
Il tutto eseguito magistralmente a pastelli, ben equilibrato lo
spazio a disposizione, sullo sfondo un cielo azzurro che ben si
bilancia con la policromia delle divise. Né ha fatta di strada la
donna, lontanissimi i tempi del nostro Eroe.
Per l’alunna la donna ha raggiunto la parità sotto tutti i punti
di vista. Infatti, a tergo dell’elaborato, ha scritto: “Secondo me la
donna può intraprendere qualsiasi lavoro, come l’uomo, perché
ha i suoi stessi diritti e le stesse capacità”.
A. Fioravante Esperti
I
Il tema su cui riflettere per quest’anno è stato dedicato alla donna,
alla sua condizione e come si sia evoluta nel tempo. La donna ha
raggiunto grandi progressi che la vedono oggi impegnata sia nel sociale
sia in campo politico, non più la donna che pensava il Fieramosca, “colei
che dovesse dipendere dalla tutela di un uomo, destinata a essere analfabeta e dedita al fuso e alla canocchia...”.
I candidati, attraverso una rappresentazione grafico-pittorica, hanno
dovuto rispondere alla seguente domanda: “E tu oggi hai la stessa idea
di Ettore Fieramosca?”. I ragazzi tutti si sono impegnati, con lo stesso
entusiasmo di sempre, nella produzione di elaborati belli e ricchi, specialmente dal punto di vista cromatico.
La premiazione dei vincitori è avvenuta il 13 febbraio presso la Sala
Rossa del Castello Svevo di Barletta, alla presenza della Presidente della
Fidapa prof.ssa Marilena Colucci, del sindaco di Barletta dott. Pasquale
Cascella e dell’assessore dott. Antonio Divincenzo, delle famiglie e delle
rappresentanze di molte scuole.
La scelta della giuria, peraltro difficilissima, è caduta su un’alunna
prima classificata della Scuola Secondaria di primo grado “R. Dimiccoli”
ed un alunno di quinta della Scuola Primaria “G. Modugno”. Ambedue gli
elaborati hanno trasmesso in modo chiaro il messaggio che si voleva far
passare: una donna sì emancipata, capace di fare scelte ben precise,
ma il più delle volte soffocata ancora da un reticolo invisibile di violenze
e di soprusi.
La Dirigente della Scuola Primaria “G. Modugno” prof.ssa Eleonora
Iuliano si è congratulata con l’alunno della classe 5ª D Francesco Paolo
Milzini che ha esplicitato il messaggio del suo lavoro premiato dichiarando: «Nell’odierna società forse c’è bisogno di un valoroso condottiero,
come Ettore Fieramosca, capace di squarciare, con la sua lancia, quel
reticolo che, rendendo la donna ancora oppressa da schiavitù e pregiudizi, non la rende completamente libera.»
Mariangela Falanga
Scuola Elementare “Modugno”
4
1
Studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale “G. di Scanno”, anno scolastico 1937-1938. Gita al porto di Brindisi. Il professore Dell’Ernia è
sull’estrema destra (accanto è il giovane Falcone). Riconoscibili: 1. prof. Giuseppe Dell’Ernia; 2. rag. Falcone; 3. rag. Tarantino; 4. Ortona;
5. Vincenzo Miacola; 6. Cassandro (morto nella II guerra mondiale); 7. Enrico Mattia; 8. signorina Ieran; 9. Leo (segretario dell’Istituto); 10.
prof. Gaudiomonte; 11. Centaro; 12. Casardi.
1° classificata Raffaella Nasca, 3a B Istituto Comprensivo Statale
“Musti-Dimiccoli”
40 IL FIERAMOSCA
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MARZO
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2014
1° classificato Francesco Paolo Milzini, 5a D Scuola Primaria “G.
Modugno”
IL FIERAMOSCA
41
Scuola
Scuola
La Scuola Media “Renato Moro”
aderisce al Piano di valutazione VALES
PER LA FESTA DELLA DONNA
N
elle recenti raccomandazioni dell’Unione
Europea al Governo italiano, il tema della
valutazione delle scuole e del riconoscimento della
professionalità degli insegnanti ha una specifica peculiarità. La cultura della valutazione non può essere
sviluppata nel mondo della scuola senza tener conto
della specificità del lavoro di insegnanti e dirigenti
scolastici.
In questo contesto, la scuola secondaria di I grado
“Renato Moro” ha aderito al percorso sperimentale
VALES - Valutazione e Sviluppo Scuola, finalizzato
alla valutazione esterna delle scuole in una prospettiva di confronto e di miglioramento continuo.
Ha dichiarato la dirigente, prof.ssa Grazia Di
Nunno: “Nei giorni 27 e 28 gennaio, la nostra scuola
(FOTORUDY)
è stata oggetto di valutazione da parte di un team di
valutatori esterni appartenenti al Progetto Sperimentale Vales – Valutazione e Sviluppo Scuola a cui il nostro Istituto ha aderito. Tale visita ha avuto lo scopo di verificare la
congruità del processo di autoanalisi attivato in precedenza e dei giudizi a cui si è giunti nel RAV (Rapporto di Autovalutazione). Inoltre, si sono volute approfondire eventuali discrasie e fornire indicazioni e raccomandazioni per il miglioramento su cui la scuola dovrà focalizzarsi in futuro. La visita ha
visto il coinvolgimento delle varie componenti scolastiche:
Dirigente scolastico, Direttore dei servizi amministrativi docenti, personale ATA, genitori ed alunni, ai quali sono state
rivolte interviste e colloqui individuali della durata di 15/20
minuti. Il Team di valutatori ha avuto, inoltre, la possibilità di visitare l’Istituto e di discutere con docenti e personale
La sezione scolastica del Santuario, collegata alla Scuola
scolastico attraverso interviste mirate e particolareggiate. Il
Media “Renato Moro”, offre notevoli opportunità didattiche
Dirigente Scolastico ed il Direttore dei Servizi Generali ed
che sono state recentemente illustrate dalla dirigente prof.ssa
Amministrativi sono stati a loro volta intervistati sulle loro
Grazia di Nunno.
aree di competenza.
La sezione nacque trent’anni fa inizialmente per consenLa scuola, ringraziando il team Vales per l’attenzione e
tire ad adolescenti di entrare nel Seminario e qui proseguire
per la sincera manifestazione di interesse per tutte le sue
gli studi, ma cessata la fase della formazione seminaristica,
attività, attende ora l’esito della valutazione del piano di
oggi il Santuario è diventata una scuole come le altre, aperta
auto miglioramento già proposto e si prefigge di concludere
sia ai maschietti che alle femminucce dove si attua il tempo
al meglio l’esperienza del Progetto Vales.”
prolungato, un tempo scuola di 36 ore settimanali anziché 30
come in tutte le altre scuole. Il tempo continuato si realizza
con un prolungamento delle ore che va dalle 8.30 alle 16.20;
in questo lasso di tempo, fra le 13.30 e le 14.20 è previsto
il pranzo preparato dalla cuoca del Santuario. I servizi che
la scuola offre sono: tempo prolungato, trasporto con autobus riservato, aula informatica, sala video, laboratori, attività
extracurricolari quali teatro, sport. ecc. È anche sede di un
piccolo ma efficiente osservatorio astronomico che consente
di organizzare corsi di astronomia offerti gratuitamente agli
iscritti.
Le offerte formative della Scuola Media
“R. Moro” presso il Santuario
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42 IL FIERAMOSCA
Per visitare la scuola o per informazioni telefonare ai seguenti
numeri: Santuario 0883.531086; 346.4923076; 339.6851631.
Segreteria sede centrale 0883.526144. (Gazzetta del Mezzogior-
no 6.2.2014)
MARZO
2014
Rappresentazione teatrale
alla “R. Moro” dal teatro
greco fino ai nostri giorni
I
n occasione della Festa della Donna, sabato 8 marzo 2014
alle ore 10.30, la Scuola Secondaria di I grado “R. Moro”,
Dirigente Scolastico Prof.ssa Grazia Di Nunno, in collaborazione
con l’associazione “La caramella Buona”, organizza un evento
inerente alla giornata.
Il programma prevede una mostra fotografica ed una pièce teatrale dal titolo: Donna: mille volti, una sola anima, realizzata da
noi alunni delle classi III D e III C, con le nostre insegnanti Fiorentino, Scardigno e Palmitessa, che, attraverso un viaggio nella
storia del teatro, partendo dal teatro greco, fino ai giorni nostri,
ci siamo cimentati nella rappresentazione di quadri teatrali in cui
protagoniste sono le donne.
Si tratta di donne coraggiose e audaci come Medea, moglie ferita dal tradimento del marito, che lamenta il suo destino e quello
di tutte le donne.
O determinate come Lisistrata, che, per porre fine alla lunga
guerra del Peloponneso, convince tutte le donne greche ad uno
sciopero, finché gli uomini non smetteranno di fare la guerra.
Ma sono anche donne innamorate come Giulietta che, con
grande coraggio, decide di portare avanti una storia impossibile,
soprattutto in un tempo in cui l’amore era ridotto ad un puro e
semplice contratto commerciale.
E ancora, donne vivaci e avvenenti come Mirandolina, forse
uno dei primi veri ritratti di donna “moderna” che il teatro ci abbia
offerto, le cui parole, a distanza di tre secoli, risultano quanto mai
attuali: “A maritarmi non ci penso nemmeno; non ho bisogno di
nessuno; vivo onestamente, e godo la mia libertà. Tratto con tutti,
ma non m’innamoro mai di nessuno.”
Ma c’è anche Filomena Marturano, il cui nome è sinonimo di
caparbietà e tenacia, nella quale, tuttavia, la miseria e le sofferenze
non hanno cancellato la dignità.
E poi Luciana Colacci, una giovane donna che nel suo anonimato rappresenta tutte le donne che si imbattono nelle ingiustizie
della società italiana.
Infine… Una sedia vuota per simboleggiare l’assenza di una
donna vittima di un femminicidio, un crimine che ha persino dato
origine ad un neologismo, entrato con prepotenza nel vocabolario
della legislatura italiana.
Storie quotidiane, ci insegna la cronaca. Storie che possono
capitare a chiunque. E la tragedia è sempre in agguato. Violenza
di “genere” che colpisce indiscriminatamente donne di ogni età e
condizione sociale ed economica. Una furia cieca e primitiva che
dall’uomo, anche il più insospettabile, si riversa sulla compagna,
lasciandola sgomenta e prigioniera di un rapporto malsano da cui
difficilmente riesce a liberarsi.
Sono queste le storie vere che noi ragazzi abbiamo preso dalla cronaca e Maria, Luana e tante altre donne sono diventate il
MARZO
2014
La prof.ssa Palmitessa ha completato la scenografia per l’8 marzo
Durante l’intervento della senatrice Donatella Albano
Don Vito Carpentiere partecipa alla rappresentazione dell’8 marzo
simbolo di una violenza aberrante che, talvolta, condanna alla
rassegnazione le vittime, incapaci di ribellarsi ad anni di tormenti e soprusi e che vivono nell’attesa di un cambiamento che non
arriverà mai.
È stato molto difficile per noi ragazzi rimanere indifferenti leggendo queste storie; più facilmente, invece, siamo stati trascinati
dentro l’orrore che ha segnato irrimediabilmente la vita di queste
donne, vittime di un amore che amore non è…
Con questo spettacolo abbiamo voluto presentare la donna in
tutto il suo splendore, ma anche nella sua complessità, elementi
che la rendono intrigante e straordinaria nello stesso tempo.
I ragazzi delle classi III D e III C
IL FIERAMOSCA
43
Beneficenza
Consegna alle scuole di defibrillatori
da parte dell’Associazione Finanzieri
di Antonio Filannino
N
ella elegante cornice del Teatro
Comunale “G. Curci” si è tenuta
la manifestazione di consegna di nove defibrillatori semiautomatici, organizzata
dall’Associazione Nazionale Finanzieri
d’Italia - Sezione di Barletta - con la fattiva
collaborazione di “Professione Militare” di
Barletta e con la partecipazione della Delegazione Regionale degli “Ordini dinastici di Casa Savoia”. A presentare la serata i
giornalisti Nino Vinella e Francesca Rodolfo di Telenorba. A dare il via alla serata l’inno di Mameli, intonato dalle voci bianche
del coro del comprensorio Musti-Dimiccoli
diretto dal maestro Caputo.
“Ricordo un mio caro amico, il fratello
che non ho avuto, allenatore di una squadra di Barletta, che mentre era in campo
ad allenare la sua squadra si è accasciato
ed è morto. Se ci fosse stato un defibrillatore, probabilmente il mio caro amico si
sarebbe salvato”. Così, emozionato, il presidente della provincia Francesco Ventola
comincia il suo intervento quando si parla
di prevenzione e di defibrillatori. Prezioso
è stato l’intervento del Dott. Claudio Paolillo, primario della cardiologia di Corato,
che con la sua preparazione è riuscito a farsi
intendere anche da chi non conosce la materia. Durante l’evento ha riportato la sua
esperienza, ormai consolidata negli anni,
del “Progetto Media”, progetto che porta la
cardiologia nelle scuole medie inferiori con
il monitoraggio cardiaco dei ragazzi, «perché un semplice elettrocardiogramma può
rilevare dei difetti cardiaci anche in ragazzi
apparentemente sani e potrebbe salvar loro
44 IL FIERAMOSCA
MARZO
2014
MARZO
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la vita». Concreto il discorso del vice sindaco dott.ssa Anna Rizzi Francabandiera,
in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Barletta, la quale, unitamente al
dott. Michele Lastella, delegato del Prefetto, al Col. Giuseppe Cardellicchio comandante del Gruppo Guardia di Finanza di
Barletta, all’avv. Rocco De Franchi assessore alle Attività economiche del Comune
di Bari e a Mons. Filippo Salvo vicario pastorale, hanno raccontato ai presenti le proprie esperienze di vita personale rivolgendo
un plauso agli organizzatori dell’iniziativa
benefica, ponendo l’accento sull’utilità sociale del progetto.
Le scuole alle quali sono stati consegnati i defibrillatori sono: la Modugno,
la Fraggianni, il Fermi, il Nervi, la Dimiccoli, la Musti, la Manzoni, il Sacro
Cuore e la S. Giovanni Bosco di Bari.
Unitamente alla consegna dei defibrillatori e del calendario storico della Guardia di
Finanza, sono stati consegnati gli attestati
di frequenza ed abilitazione BLS-D al personale scolastico che ha effettuato il corso.
Prima della consegna dei defibrillatori è
intervenuto Francesco Maffei, in rappresentanza di CIVES che, con la collaborazione di una docente, ha messo in scena la
simulazione di un arresto cardiaco e ha
spiegato che in questo periodo il personale
docente e non docente delle scuole coinvolte nell’iniziativa ha seguito un corso di primo intervento per poter utilizzare al meglio
questo prezioso strumento salva vita.
Pertanto determinante l’apporto di PROFESSIONE MILITARE che lavorando per i
Il presidente Antonio Filannino e il colonnello della Finanza Giuseppe Cardellicchio
giovani, per indirizzarli e formali ha messo
a disposizione i propri istruttori al fine di
formare il personale docente e non: sono
stati istruiti alle manovre di primo soccorso
di rianimazione cardio polmonare (RCP),
utilizzo del defibrillatore semi-automatico
esterno (AED) e manovre di soccorso in
caso di soffocamento per ostruzione da corpo estraneo delle vie aeree sia sul paziente
adulto che sul pediatrico.
Alla manifestazione, con scopi di sensibilizzazione e a titolo gratuito, ha partecipato anche Mingo di “Striscia la notizia”
che ha regalato al pubblico in sala un momento di leggera ilarità con le sue battute.
Prevenzione e buon umore sono stati la perfetta linea conduttrice della serata.
Infine il saluto del Lgt (c) Antonio Filannino, presidente della locale sezione
A.N.F.I. che, ringraziando tutti gli intervenuti ha posto l’accento circa il nobile gesto
fatto da chi, a vario titolo, ha permesso la
realizzazione di “Scuole Sicure” rappresentando al contempo che tutti hanno prestato
gratuitamente la propria opera.
Ha chiuso la serata l’esecuzione al pianoforte del prof. Vitantonio Caroli e l’orchestra del comprensorio Musti-Dimiccoli.
Particolare apprezzamento per l’impegno partecipativo profuso dal cav. Vito Dibitonto e da Cosma Damiano Filannino ai
fini della riuscita manifestazione.
IL FIERAMOSCA
45
Musica
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uindici i concerti che copriranno il periodo della stagione concertistica come sempre allestita
dalle due sorelle Francesca e Maria
Musti. L’esordio, il 25 febbraio con un
concerto dei pianisti Cristina Cavalli e
Stefano Paone che hanno intrattenuto
il pubblico con una fantasia musicale.
Gli altri quattordici concerti si snoderanno da marzo a dicembre, con proposte varie e di altissimo livello. Due i
concerti lirici, con protagonisti il baritono Giorgio Schipa, leccese, pronipote
dell’immenso Tito e il mezzosoprano
Antonella Piscitelli, accompagnati rispettivamente da Francesca e Maria
Musti; concerti di musica da camera
rari e preziosi - il trio ArmoniEnsemble,
flauto, clarinetto e chitarra, con “ArmoniE all’Opera... non solo Lirica!”; il duo
violinistico Ciura, con briosi duetti ottocenteschi; il duo violino e pianoforte
Giulio Menichelli - Luca Donati, con
due splendide Sonate di Brahms e Schumann e la virtuosistica Tarantella dello
spagnolo Pablo de Sarasate, Estrellita
di Manuel Ponce, l’estrosa e pirotecnica
“Ridda dei folletti” dell’italiano Antonio Bazzini, il Rondo capriccioso di Camille Saint - Saens.
Tre validissimi pianisti solisti interpreteranno repertori vari e piacevoli: la veneta Giulia Vazzoler, con
reale mutua
un programma idealmente dedicato
all’Italia, dal Concerto Italiano di Bach
alle melodie di Mendelssohn e Debussy, alle arie di Rossini; l’abruzzese
Giacomo Di Tollo che presenterà una
“Opera session” in cui ci offrirà perle
di Bellini, Verdi, Donizetti rivisitate
da grandi virtuosi dell’Ottocento, e
il pugliese Giancarlo Direnzo con un
programma di capolavori dell’epoca
classica e romantica che va da Mozart
a Liszt, in cui spiccano le monumentali variazioni di Brahms su un tema
di Haendel. Tre i duo pianistico con
altrettanti memorabili concerti: il duo
Clara Wieck con un repertorio comprendente Grieg, Dvorak e altri; il duo
Maria Musti - Luca Donati, con “I got
rhythm”, programma dedicato ai capisaldi del Novecento americano posto
in chiusura di stagione; il duo Francesca e Maria Musti, in “Violetta, Rosina
e le altre… una serata all’Opera”, concerto - spettacolo con la partecipazione
dell’attrice Rosa D’Onofrio. Notevolissimi saranno gli altri appuntamenti: la
conferenza multimediale del flautista
Alessandro Crosta, sul tema attualissimo della musica classica ai tempi dei
moderni mezzi di comunicazione, la
serata dedicata alla musica di Ciaikovskij, con la partecipazione di Alessandro Romanelli, critico letterario, crea-
tore e curatore del blog “L’orecchio di
Dioniso”, autore tra l’altro del volume
Cajkovskij: un sognatore decadente; la
serata di musica e poesia con Silvana
Kuhtz, ideatrice del progetto “Poesia
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MARZO
2014
MARZO
2014
IL FIERAMOSCA
47
Brevi di cultura
Conoscere De Nittis presso la
Biblioteca Comunale “S. Loffredo”
In occasione dell’anniversario della nascita del pittore Giuseppe De Nittis (25 febbraio 1846), nella Biblioteca “Sabino
Loffredo” si è svolta dal 27
gennaio al 28 febbraio l’attività didattica intitolata “La
Biblioteca incontra l’arte: De
Nittis, l’uomo e l’artista”.
L’iniziativa, finalizzata alla
valorizzazione e alla promozione dei luoghi e dei personaggi emblematici della storia
locale, è stata dedicata agli
alunni delle classi quinte elementari e ha realizzato un percorso di avvicinamento all’arte pittorica adeguata all’età dei
partecipanti. Gli incontri si sono tenuti dal lunedì al venerdì
con inizio alle 9.
GUIDE TURISTICHE BAT ELETTO IL DIRETTIVO
Il tranese Francesco Fanelli è stato eletto presidente della Federagit (Federazione Italiana Guide Turistiche Accompagnatori
Interpreti) BAT, associazione di categoria del settore turistico di
Confesercenti che si propone di rappresentare e tutelare le guide
e gli accompagnatori turistici della provincia. “Protagonisti del
turismo che cambia” è quanto si propongono di essere le guide e
gli accompagnatori turistici che hanno costituito la Federagit, ben
40 tra guide e accompagnatori da tutta la provincia. Il direttore
Mario Landriscina ha salutato con entusiasmo la nascita di tale
Federazione garantendo l’appoggio organizzativo e professionale
di Confesercenti provinciale e del nuovissimo Centro servizi alle
PMI “Dino di Tondo” del C.A.T. Imprese Nord Baresi srl nella
interlocuzione con le istituzioni locali e provinciale. “La coesione
del gruppo provinciale, unitamente alla professionalità dei componenti la Federagit Bari sarà sicuramente foriera di iniziative
tecniche e sindacali di spessore tali da contribuire fattivamente
alla già costituita Assoturismo Provinciale ed al consorzio Puglia
Vision, da tempo impegnati nelle iniziative turistiche del territorio
della Confesercenti Bat.” (L.dM)
SOUNDIFF ORCHESTRA
GIOVANI TALENTI IN CONCERTO
Domenica 2 marzo presso la Chiesa di Sant’Antonio a Barletta
si è tenuto il “Concerto dei Solisti e Soundiff Orchestra” che si
colloca nell’ambito del nutrito calendario di iniziative musicali
promosse e organizzate dalla società “Soundiff - Diffrazioni Sonore” attiva sul territorio nazionale e nata dall’idea di un gruppo
di meritevoli e determinati musicisti (Alessandro Cazzato, Rita
Lamonaca, Raffaele Mansi, Nicola Monopoli) impegnati sin da
giovanissimi nello studio e nell’attivismo sperimentale in ambito
musicale e artistico.
Soundiff nasce dal progetto vincitore dell’edizione Principi Attivi 2012 ed ha l’obiettivo di consolidarsi e ampliarsi nel tempo
per divenire laboratorio permanente per la ricerca musicale e la
valorizzazione dei giovani talenti presenti sul territorio. La serata
48 IL FIERAMOSCA
Le nostre iniziative
musicale, dedicata all’amatissimo e celeberrimo compositore austriaco Wolfgang Amadeus Mozart, vedrà l’esibizione del pianista
barlettano Raffaele Leopoldo Mansi e del violinista Alessandro
Cazzato che si cimenteranno nell’esecuzione di due dei concerti
più belli per pianoforte e orchestra e per violino e orchestra del
grande Amadeus, diretti dal maestro Salvatore Campanale.
UNESCO E UNITRE
OMAGGIO A GIUSEPPE DE NITTIS
Lunedì 24 febbraio, presso il Centro di Aggregazione
Multifunzionale S. Francesco, in occasione dell’anniversario della
nascita del famoso pittore Giuseppe De Nittis (25 febbraio 1846 21 agosto 1884), il Club UNESCO di Barletta in collaborazione con
l’Università della terza età di Barletta e il Centro di Aggregazione
Multifunzionale San Francesco, hanno organizzato una lezione
aperta sul tema “Oggetti invisibili. Omaggio a De Nittis”. I relatori
la prof.ssa Giorgia Allegretta e la dott.ssa Marcella Ruggiero hanno
guidato i presenti in un percorso alla ricerca dei particolari delle tele
del noto maestro barlettano, le tecniche usate, le mode del tempo e
lo scenario parigino in cui visse e operò. A introdurre la serata, la
presidente dell’Unitre prof.ssa Angela Paolillo e il vicepresidente
del Club Unesco di Barletta dott. Mario Tatò. L’iniziativa è stata
promossa dall’Università della Terza Età e dal Club Unesco.
MARCOVECCHIO SULLE POLITICHE DEL TURISMO
“Basta con l’immobilismo sulle politiche del Turismo: riprendiamo a fare rete, superando gli egoismi e la politica di coltivarsi
l’orticello nel proprio Comune. Il territorio di Puglia Imperiale
non merita questo atteggiamento da parte della classe dirigente del
territorio”. Così si esprime il presidente dell’Agenzia Puglia Imperiale Turismo, Michele Marcovecchio, in merito ai recenti avvenimenti che hanno impedito la partecipazione dell’Agenzia turistica
alla BIT di Milano in rappresentanza dell’intero territorio, e alle
conclusioni dell’incontro che si è svolto nei giorni scorsi presso la
sede dell’Agenzia, cui hanno partecipato numerosi rappresentanti
di associazioni turistiche, organizzazioni imprenditoriali, operatori e rappresentanti di alcune Amministrazioni Comunali.
Al termine della riunione è emersa la volontà di convocare con
la massima urgenza un incontro con tutti i Sindaci dei Comuni
del Patto Territoriale nord barese/ofantino ed il Presidente della
Provincia BAT, possibilmente esteso anche agli operatori turistici del territorio, per discutere apertamente l’orientamento che le
Amministrazioni locali intendono assumere in merito alle attività
di promozione turistica congiunta, e al ruolo dell’Agenzia Puglia
Imperiale Turismo all’interno del Sistema Turistico Locale.
LE EPIGRAFI DI SAN DOMENICO E SANT’ANTONIO
Domenica 16 marzo 2014, terzo appuntamento “epigrafico” per gli appassionati di storia e di storia di Barletta in particolare. Si è letto insieme il
testo delle epigrafi latine delle Chiese
di san Domenico e di sant’Antonio,
pazientemente tradotte dal prof. Michelangelo Filannino, per accrescere
la conoscenza del passato della nostra
Città, seguendo le tracce di Giuseppe Seccia e Filippo De Leone, che,
rispettivamente nel 1850 e nel 1889,
ne trascrissero il testo latino. Si sono
incontrati i nomi e le storie di tante persone, talvolta provenienti
da molto lontano, i cui destini si sono legati a questa Città fra il
XVI ed il XIX secolo.
MARZO
2014
Nuove opportunità per i nostri giovani
Idee in movimento, una iniziativa promossa
dalla provincia Barletta Andria Trani
U
n luogo in cui i giovani potranno dar sfogo alla propria
creatività ed al proprio dinamismo; un luogo di scambio
di conoscenze e di messa in rete di idee e progetti.
Nasce a Barletta, presso il laboratorio urbano “Giovani Open
Space”, in Viale Marconi 46, l’Hub di “Bat’s Move - Idee in
Movimento”, un’iniziativa varata dalla Provincia di Barletta
Andria Trani in collaborazione con il Comune di Barletta, il
Patto Territoriale Nord Barese Ofantino e l’ente di formazione
Prometeo.
L’inaugurazione, alla presenza delle autorità locali e dei
rappresentanti dei partner del progetto, il cui costo (circa 190mila
euro) è stato finanziato dal Dipartimento della Gioventù della
Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Unione Province
Italiane nell’ambito di Azione Province Giovani, con un
cofinanziamento di Provincia, Patto Territoriale e Prometeo.
L’Hub provinciale sarà un luogo in cui i giovani potranno
sviluppare le loro idee imprenditoriali ed avere consulenza per
le fasi di start up, analisi e prevalutazione dell’idea di business,
redazione e valutazione del business plan, guida all’accesso
a bandi ed incentivi pubblici, consulenza legale e fiscale.
Nell’Hub i giovani potranno poi disporre di spazi di coworking
e di altri servizi già attivati dalla Provincia (video curriculum,
Provincia Amica, ecc.); previsti anche seminari e conferenze
sull’orientamento al lavoro ed al fare impresa, ma anche iniziative
ludiche (dalle pièces teatrali ad eventi musicali). Insomma, un
centro di innovazione culturale che cercherà di fornire ai giovani
una rete virtuale di contatti e possibilità.
«Con l’obiettivo principale di stimolare la creatività
che è tipica dei nostri ragazzi, nei quali crediamo e sui quali
continuiamo a puntare - ha affermato l’Assessore alle Attività
Produttive della Provincia di Barletta Andria Trani Antonia
Spina -. Bat’s Move è una delle tante iniziative che rientrano
nel più ampio progetto “Provincia Amica”, con il quale abbiamo
fatto sentire la nostra vicinanza al mondo giovanile, al tessuto
imprenditoriale ed alle fasce sociali meno abbienti, attraverso
l’erogazione di borse di studio, borse lavoro, Carta Amica e
tanto altro».
Ha plaudito al progetto anche l’Assessore alle Politiche
Giovanili del Comune di Barletta Antonio Divincenzo, il quale
ha auspicato una «stretta collaborazione tra l’Hub provinciale
e l’incubatore di impresa del Comune di Barletta», ribadendo
la necessità di «investire risorse per aiutare i nostri talenti a
superare la crisi economica contingente».
«Quando i nostri giovani lasciano la propria terra alla ricerca
di lavoro, impoveriscono il territorio delle loro capacità, del loro
entusiasmo, delle loro potenzialità. Attraverso questa iniziative,
invece, cerchiamo di valorizzare al meglio queste caratteristiche:
MARZO
2014
per questo non potevamo che sposare con convinzione il
progetto “Bat’s Move» ha invece affermato il Presidente del
Patto Territoriale Nord Barese Ofantino Pasquale Musci.
Il Direttore di Prometeo Salvatore Venditti ha invece definito
il “Bat’s Move” «un’iniziativa che si muove in coerenza con
le direttive dell’Unione Europea che invita a sviluppare le
idee giovanili, perché sono proprio i giovani la categoria più
colpita dalla crisi economica. È a loro che ci rivolgiamo, con
un incubatore che rappresenta la strada giusta per agganciare
l’occupabilità, in aggiunta alle attività già svolte da scuole,
università e centri per l’impiego».
Carissimi,
È con molto piacere che siamo qui a scrivervi per portare
alla vostra attenzione alcune nostre attività in essere ed altre in
fase di avvio.
Come tutti voi ben sapete, il GOS è un opportunità che il
territorio mette a disposizione della cittadinanza, un’occasione
da non perdere, un luogo “sicuro” dove la voglia di fare non
manca, e il senso del dovere ci porta sempre più a proporre
attività di alta qualità.
Per i prossimi mesi abbiamo in programma attività ed eventi
che abbracciano un grande pubblico, e che speriamo trovino
riscontro nel territorio:
• CORSO DI PIROGRAFIA - Inizio corso 28 febbraio - durata
3 mesi - prezzo e 15,00 mensile
•CORSO DI PHOTOSHOP - docente: Carmela Dagnello inizio corso 28 febbraio - durata corso 2 mesi - costo del
corso e 80,00 mensili
• LEZIONI DI PIANO & TASTIERA - lezioni individuali o di
gruppo - [email protected]
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aggiornamento, tutte le nostre attività sono online, con
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IL FIERAMOSCA
49
Brevi di sport
Atletica
Veronica Inglese non finisce di stupire
Ancora due splendide prove di Veronica Inglese già reduce, nello scorso mese di settembre, del titolo italiano di
corsa su strada conquistato a Molfetta. All’esordio del nuovo anno agonistico,
su un percorso per
lei inedito, la mezza maratona sulla
distanza di 21.097
Km, sulle strade
di Verona, l’atleta
dell’Esercito Italiano ha conquistato
una inattesa medaglia di bronzo ai
campionati italiani,
superata solo dalle
più esperte Valeria
Straneo vicecampionessa mondiale
alla maratona di Mosca e Anna Incerti campionessa continentale; ha però preceduto atlete con maggiore esperienza sulla distanza. Ottimo peraltro il suo tempo (1 ora
11’24”).
Ancora uno strepitoso successo per Veronica, il titolo tricolore ai campionati italiani di società nell’ambito della
festa del cross disputata a Nove, Vicenza (foto). La campionessa barlettana, al top della forma, ha dominato la
gara di otto chilometri con l’eccellente tempo di 27’25”:
alle sue spalle due keniane, Hellen Jepkurgat e Rebecca
Korir.
Incantalupo vince il titolo italiano nella 4x1 giro
Vito Incantalupo e i suoi compagni della Enterprise Sport
&
Service
B e n eve n t o
hanno conquistato
la
medaglia
d’oro nella
staffetta 4x1
giro
“promesse”
ai
campionati
italiani giovanili indoor di atletica leggera,
svoltisi nel
Palazzetto
del
Banca
Marche Palas
di Ancona. Il
tempo realizzato, un ottimo 1:29.64,
precedendo
la Pro Sesto Atletica e il G.A. Bassano.
Meno bene, purtroppo per il campione barlettano, nella
gara individuale dei 400 dove si è classificato soltanto se-
50 IL FIERAMOSCA
Enigmistica
Cruciverba a schema libero con riferimento a Barletta
sto, col tempo di 49.04 (il vincitore Michele Tricca aveva
fatto segnare un buon 47.43). A sua scusante, il fatto di essersi presentato all’appuntamento anconetano in difetto
di preparazione. Non è un mistero che Vito preferisca le
gare all’aperto, e quanto ai suoi prossimi obiettivi, innanzitutto la partecipazione ai Giochi del Mediterraneo.
di Franco Lamonaca
“Tra i ricordi di un secolo fa”
1
Mimmo Ricatti, eccellenti risultati
Dopo l’eccellente vittoria sul
percorso cittadino barlettano, nella mezza maratona
corsa domenica 23 febbraio,
ancora due eccellenti prove
del nostro miglior atleta nelle corse.
Quinto posto nella mezza maratona di Verona, dove l’atleta dell’Aeronautica militare
ha fatto segnare il tempo di
14.04’31”, di buon auspicio
per le prossime gare. Diciassettesimo piazzamento nella
mezza maratona, Roma-Ostia,
ma con un eccellente tempo
che rappresenta il suo nuovo
record personale, 1h.03’47”.
La gara è stata vinta - tanto
per cambiare - da un marocchino che ha preceduto un
etiope, Aziz Lahbabi e Hunegnaw Mesfin. Dodicesimo, e
primo degli italiani, Jalem Chatbi, il campione italiano in
carica nei 3000 siepi.
Tennis
Il giovane Tresca all’Accademia Vavassori
Giuseppe Tresca,
il sedicenne campione di tennis, si è
trasferito a Palazzo
sull’Oglio, iscritto
all’Accademia Vavassori, per perfezionare il suo gioco,
ma al tempo stesso
senza trascurare gli
studi scolastici. Tresca, che ha recentemente difeso, i
colori azzurri all’ultimo campionato nazionale maschile a squadre di serie
A1, fa parte del Circolo tennistico Hugo Simmen di Barletta (alla competizione era il più giovane partecipante).
Nonostante la lontananza, Giuseppe continuerà non solo
a far parte del Circolo Tennis barlettano, ma parteciperà
anche agli imminenti campionati a squadre di A2. Speriamo che questo coraggioso passo, possa produrre dei
buoni risultati, per il giovane talento tennistico barlettano.
Basterà ricordare, a beneficio della bontà della scuola Vavassori, che da essa sono venuti campioni del calibro di
Francesca Schiavone e Simone Bolelli.
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Alcuni eventi del 1914 - richiamato a centro schema - sono ricordati dalle rispettive definizioni, precedute, come le altre riguardanti Barletta, da un asterisco (*) (Soluzione a pag. 53)
Orizzontali
Verticali
1.* Antonio Cilli (pittore). - 3. Una marca di sigarette. - 5.* Il
centralissimo edificio scolastico inaugurato nel 1914. - 19.* La
denominazione dell’attuale cinema alla sua apertura, nel 1914. 22. La metà dell’INPDAP. - 23. Camminano su corde. - 24. Prime
della slacciatura. - 25. Stoffa di lana morbida e lucida. - 26. Il
beato “Don” fondatore di più opere pie. - 27.* La prestigiosa “Società” di cultura, il cui comitato barlettano ricordava nel 1914 il
suo primo decennale. - 29. Un istituto professionale. - 30.* Dava
nome al palazzo in cui aveva sede, in piazza Roma. - 31. Como. 33. Giorno trascorso. - 34. Arrivata oltre il tempo massimo. - 37.
Le prime lettere. - 39. Le pesate del salumiere. - 41. Collezioni di
periodici. - 42. Si segna in rete. - 43. Prezioso per gioielli. - 44.
Comuni uccelli acquatici. - 45. Un bonario verso di Pluto. - 47. Indica il numero dell’appartamento. - 48. Al centro dell’uovo. - 50.*
L’XI Esposizione d’arte di Venezia, nel 1914, gli dedicava due
ampie sale. - 58. Si nascondono con l’esca. - 60.* È delle Vigne tra
piazza Moro e piazza Caduti. - 61. L’amato Fausto della canzone.
- 62. Arezzo. - 63. La Maria del festival di Napoli. - 64.* Il grande
M° nato nel 1914 nella casa della palazzina Feltrinelli. - 69. La direzione dei Balcani. - 70. Un po’ di verde nel deserto. - 71. Guido,
poeta crepuscolare. - 72. Ferme e risolute.
1. Ascoli Piceno. - 2.* È un grande calzaturificio. - 3. Il fratello più
piccolo. - 4. Un verbo della caccia alla volpe. - 5. Era un moschetto dell’Esercito. - 6. Precede “avrei bisogno di carezze anch’io” in
una canzone di Lucio Dalla. - 7. È d’aspetto per il pubblico. - 8.*
Il termine d’un supermercato di via Foggia iniziante con Euro.
- 9. Sì in Germania. - 10.* Il bar verso il ponte Barbarisco. - 11.
Una pignatta funeraria. - 12. Sciolto, soluto. - 13. Una maga della
storia d’Orlando. - 14. Zelo senza pari. - 15. Est-Ovest. - 16. Circolavano in Italia. - 17. Le ciglia dello stupito. - 18. La droga del
papavero. - 20.* Era sindaco nel 1914. - 21. Molto degno della
carica ricoperta. - 25.* L’artista Mauro, che nel 1914 compiva un
anno. - 28. Assicurano gli impegni presi. - 32. Lo stipendio del
soldato. - 35. Il nostro codice genetico. - 36.* Il locale di “Figaro”
a Barletta. - 38.* La “Nietta” che ama dire in dialetto. - 40. La
città delle cipolle rosse. - 44. Ambienti miseri e tetri. - 46. Isernia.
- 47. Un nome patriottico. - 49. Lo sono certe fritture. - 51. Grida
a squarciagola. - 52. In testa ai guerrieri. - 53.* La pulce barlettana. - 54. Il nome di Vittorini. - 55.* Il generale d’una via presso
la stazione. - 56. Subentra all’inerzia.- 57. Lavorano in segreto.
- 59. Vien premiata per la bellezza. - 60. Il partito di Di Vittorio. 65. L’osmio. - 66. Le dispari di Gaza. - 67. Sui caschi delle forze
ONU. - 68. Nobil Donna.
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Sport
Sport
Galà dello Sport al “Curci” premiati i migliori del 2013
Veronica Inglese, la campionessa in copertina
Ia edizione della mezza maratona
Mimmo Ricatti su tutti
La prima edizione della Cargraphik Half Marathon per ricordare Pietro Mennea
A
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i si aspettava la partecipazione tutt’al più
di 1000 iscritti, e invece a correre la prima
edizione della mezza maratona organizzata dalla
Cargraphik erano in 1600, un serpentone che si è disteso lungo un percorso distribuendo i partecipanti
ognuno secondo le sue possibilità podistiche. In testa
i campioni, e su tutti, Mimmo Ricatti, dell’Aeronautica Militare, che ha concluso la sua performance sulla
distanza di 21.097 km., precedendo Matteo Notarangelo e Alberico Di Cecco, con il tempo di 1h07’58”.
Partenza e arrivo sulla pista del “Puttilli”. Una gara
quella organizzata dalla Cargraphik, per ricordare
Pietro Mennea a pochi giorni dal primo anniversario
della sua scomparsa. In una bella mattinata di sole,
la mezza maratona ha rappresentato una iniziativa
sportiva riuscitissima; del resto era prevedibile perché organizzata dal presidente dell’Asd Barletta Sportiva e dalla sua équipe. Numerose anche le donne che vi
hanno partecipato; ad imporsi Erica Delfine dell’Amatori Putignano che ha preceduto Alessandra De Luca e
Mariella Di Benedetto della Asd Barletta Sportiva. Se i
partecipanti più numerosi sono stati i barlettani, però
notevole anche la partecipazione di marciatori andriesi, tranesi, coratini, ma anche provenienti da ogni parte
d’Italia.
Paola Piazzolla
Vincenzo Cascella
Ma oltre all’ottima organizzazione dell’Associazione Barletta Sportiva, e all’impegno profuso dalla Cargraphik, come non dare atto anche all’impegno messo
nella riuscita della manifestazione alla locale Polizia
Municipale, e inoltre: Vespa Club, Avser Barletta, Protezione Civile di S. Ferdinando, Nucleo Guardie Ambientali, Croce Rossa Italiana, Operatori Emergenza
Radio, Radioamatori.
Soluzione di pag. 51
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nche quest’anno, continuando una recente tradizione, una serata dedicata
allo sport e agli atleti che si sono distinti nell’anno appena trascorso. In copertina, a rappresentare tutti, in cima alla graduatoria di merito, Veronica Inglese la
mezza fondista dell’Esercito Italiano, campionessa italiana dei 10 chilometri su strada e ottava classificata (migliore delle azzurre) agli Europei di cross a Belgrado.
L’anno scorso in cima alla classifica dei migliori un’altra donna, Maria Pia Lionetti per la sua partecipazione alle Olimpiadi.
Dopo di lei, Vito Incantalupo, miglior velocista under 23, bronzo nella 400x400
agli Europei under 23; Paola Piazzolla, miglior Junior nel canottaggio; Mimmo Ricatti sempre ai primi posti nelle classifiche nazionali e spesso anche nelle competizioni internazionali, recente vincitore della mezza maratona di domenica 23 febbraio
a Barletta.
Per gli arcieri, a farsi onore particolarmente Loredana Spera (Arcieri del Sud),
Paola Spera (Archery Team). Nelle arti marziali Fabio Luce (Karate), Pentrella e
Piazzolla (Mekick boxing); Cosimo Diviccaro per il motociclismo; Enzo Cascella
(Barletta Sportiva) e Ruggero Laporta (Circolo Tennis Barletta). In campo calcistico:
Giuseppe Diviccaro (Calcio a 5), Antonio Dazzaro (Barletta C/5), Leo Ferrazzano
(Futsal Barletta). E come arbitri Vincenzo Filannino e Vincenzo Soricaro. Nel basket
Gianni Cefola (Asd Volley Barletta), e Gino Degni allenatori di basket. Per quest’ultimo un riconoscimento alla carriera; per il ciclismo Michele Torre.
E inoltre fra i premiati a giusto merito Francesco Di Salvo nuotatore vincitore di
tre titoli italiani in altrettanti specialità nella categoria dei “non vedenti”. Nutrita
la pattuglia dei giovani campioni di scacchi, premiati: Gaia Paolillo, Alessia Santeramo, Vincenzo Angelo Lombardi. A condurre la serata organizzata dalla Wave
Production, come nelle precedenti edizioni, Enzo Ormas, in collaborazione con l’assessorato allo Sport del Comune di Barletta e il Coni della provincia BAT.
Presenti alla manifestazione, oltre all’assessore allo sport Antonio Divincenzo e
all’assessore alle Finanze della BAT Dario Damiani, il delegato del CONI BAT Isidoro Alvisi, il generale Gaetano Nanula e l’ex sindaco Nicola Maffei.
CARGRAPHIK HALF MARATHON
53
Poesie di Sabino Tupputi
Il destino di un padre
È il destino di un padre sottacere e non
sventolare l’amore per un figlio?
Eppure quel padre, nella sua severità,
sente in sé una silenziosa dolcezza
[d’amore;
che non traspare, invisibile, impalpabile,
che mette a dura prova le corde
del suo cuore.
Quanta incomprensione, figlio!
Ti darei ogni cosa di me: la mia vita;
perché la tua è più preziosa
della mia. Tu, vita della mia vita,
fresca linfa sorgiva del mio albero,
luce dei miei occhi, mi prendi e mi
avvolgi in un effluvio e nel silenzio
il mio animo risponde.
Figlio, non sai che la tua bocca
[da sfamare
e il tuo corpo da vestire sono
stati prima del mio?
Non ti accorgi di tutto questo, figlio?
Mi basta la dolcezza del tuo sguardo,
del tuo sorriso, la tenerezza di stringere [come
un tempo la tua mano nella mia, mentre
l’emozione sale diritta al cuore celando
lacrime di sofferenza e d’amore.
Ancora una volta, se vorrai,
[ti accompagnerò
nella vita per il tempo che mi sarà
dato: ma sopra ogni cosa e,
quel che più conta,
sarai un uomo, figlio mio.
Silenzio tra gli ulivi
Sono solo nel campo, avvolto
[in un silenzio attonito
rotto dal barbaglio del fuoco
[e dal crepitìo
dei rami secchi della passata annata [messi nella casetta.
Il freddo gelido penetra nelle ossa
[e mi sfrego le mani
accanto al caldo fuoco amico.
Guardo con tristezza quegli alberi [d’ulivo con frasche
dai colori argentati, madidi di pioggia
[e nevischio.
Al soffiar del vento, cadono i granuli [bianchi
posandosi sul campo seminando
[speranze per nuovi
abbondanti raccolti.
Trascolorato in volto,
guardo quelle pietre mute del muretto
che parlano di un tempo passato
[e di mani robuste
che lo hanno edificato.
54 IL FIERAMOSCA
Festa della donna
Mi pervade un profondo silenzio e ascolto [la musica
del cuore e dell’anima in quel mondo [silente e inerte.
E, lì solitario, in quel campo canuto
mi sorride e mi guarda quel fiorellino [giallo.
Presto, sarà ancora primavera.
Ammonivi gli uomini rozzi e litigiosi,
le donne irriverenti e irrispetose.
Domani, sarà un nuovo giorno
con i suoi affanni, ma in quell’oratorio
ci sarà ancora quel pezzo di pane
frutto della carità e del tuo amore.
Ricordo di Mons. Raffaele Dimiccoli
Erano due donne esili, mani affusolate, [lunghi vestiti e
capelli raccolti in un fazzoletto colorato;
portavano una piccola bisaccia fatta di [ruvido sacco.
Erano due sorelle che all’alba,
[percorrevano a piedi
la strada polverosa che portava al campo.
Volti pallidi, sguardi malinconici
[e lacrimanti
per quei figli da sfamare.
Quanta povertà, ma tanta dignità!
Mani indurite e callose,
forti per lavorare ma, a sera,
morbide per accarezzare e abbracciare.
Labbra screpolate e visi rugosi,
ma, a sera, dolci come miele accese
[di rosso
melograno, per baciare,
[e occhi lacrimanti,
fari per guardare, guidare e amare.
Le ho riviste dopo trent’anni su quella [strada polverosa,
invecchiate, con schiene curve;
consumate dalla fatica e stagioni:
zappando, sarchiando, solforando.
Sono donne, madri d’altri tempi che non
potrò mai più dimenticare.
Vivo è il ricordo di quando uscivi
dalla sacrestia benedicente con l’aspersorio in mano;
accolto da festose grida
di bambini che accarezzavi uno ad uno.
Seduti su panche di pietra, aspettavano
quel pezzo di pane spalmato di [marmellata.
Eri il sacerdote umile fra gli umili,
l’araldo della carità, vendendo ogni tuo
avere per amore dell’altrui bisogno;
erigevi, oratorio e Chiesa,
in quel sito fangoso
di periferia dimenticato e lontano.
Nel silenzio della notte davanti
al Tabernacolo pregavi il Signore,
offrendo le tue lacrime di dolore.
Indossavi una tunica nera e sbiadita;
calzavi scarpe nere rattoppate e tra
le mani il breviario. La tua immagine
ieratica nascondeva quella paterna
e affettuosa; eri il consigliere,
il consolatore, il confessore.
A te, ricorrevano madri e
padri bisognosi con figli ignudi da
vestire e bocche da sfamare.
Donne d’altri tempi
Tu donna…
Sei nata
come perla racchiusa
in uno scrigno d’oro d’amore.
Poi una scia immensa d’argento
ha illuminato
le impronte sofferenti della storia
e tu
hai donato luce ai tuoi fratelli
e lo splendore del tuo amore candido,
hai inondato d’azzurro
l’animo travagliato.
Le tue lacrime di sofferenza
sono scese
ad accarezzare cespugli roventi
e si sono innalzate al cielo
libere fino a toccare il Signore…
Ora vivi forte, sicura
come roccia accarezzata
dalle onde tempestose e ristoratrici,
dal soffio benefico
del vento libero
e vibrante di coraggio e di speranza
corri, corri a perdifiato
per le strade della vita,
per assaporare ogni goccia
dello scrosciare intenso
della fresca rugiada
sulla tua pelle
fragile d’innocenza
e rugosa di coerenza
e ti ritrovi
donna nella vita…
Grazia Di Nunno
Tripudio di mimose
Il giorno infiora mimose
tra erranti visioni di scie consacrate
da umiltà di percorsi
cadenzati da impulsi che furono gemme
di ulteriori conquiste.
Mimose per te che ti ergi
su sponde erette da anni protesi
a forgiarti, tenace presenza,
tra ritmi fecondi
di danze incessanti sui fianchi del vivere.
Mimose per te, radice antica,
che nel solco veritiero di una ruga
hai tatuato memorie
di dinieghi lastricati di silenzi
che hanno schiuso varchi per diritti futuri.
Mimose per te che sei colomba
nel soffio del libeccio
e ti fai aquila nel fulcro di una storia
dove addenti la linfa dell’esistere
restando ardita e fedele alla luce.
Tripudio di mimose
per te che ti dimeni lungo sentieri ardui
con occhi che accorciano distanze
e mani aperte a semi di speranza
La vendemmia in una foto degli anni Trenta
MARZO
2014
MARZO
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per equilibri di uguaglianze anelate.
Mimose per te, affresco di natura,
che del grembo ne fai culla primordiale
donando aliti di vita
e come faro d’amore sovrasti il tempo
squarciando veli oltre i cespugli
dell’attesa.
Rosa Spera
Donna
Donna,
primo fiore del mattino.
Donna
luce abbagliante del gigante.
Donna,
sospiro d’amore.
Donna,
intrepida passione.
Donna,
di te un magico mondo dell’amore.
Donna,
giglio bianco.
Donna,
il tuo silenzio si chiama orrore!
Donna,
difendi la tua voce.
Donna,
difendi il tuo onore.
Donna,
dai magici occhi.
Donna,
accarezza la tua pelle.
Donna,
fa scivolare tutto.
Donna,
rispetta la tua gemella.
Donna,
apri le braccia al mondo.
Donna,
torna ad amarti.
Donna,
non sei più sola siamo in tante.
Amati.
Ada Roggio
Il velo triste
della nostalgia
mi porta
a bussare
alla tua porta.
Resto ferma, là,
dove il tempo
scorre
sempre uguale.
Ti rivedo
tra i sentieri dei ricordi
tra le immagini
fisse nella memoria
nel fluire del tempo.
Senza fine.
Francesca Piazzolla Vitobello
Otto marzo
Protratto nel tempo
il tuo piccolo mondo claustrale,
signora donna,
voluto per accudire marito e figli.
Dolcezza comoda senza pretese,
sofferta cautela morale,
pudore,
i temporali limiti della tua personalità.
Ora, assurta a ruolo di guerrigliera,
conquista intierezza,
giustifica la grazia e la decisione,
persona donna,
quando lo vuoi.
Dando di più,
vivendo in più larghi orizzonti,
sotto il sole di tutti.
Emanuele Dicuonzo
Con una mimosa
Con una mimosa,
sfiora una donna,
pelle di rosa
al suo candido amore
dalle il tuo cuore.
Ada Roggio
La tua voce, madre
Nel denso fluire
dei ricordi,
nei segreti
del mio cuore
affiora
la tua voce
madre.
Dolce e suadente
imperiosa e mesta
crea
emozioni
non inghiottite
dal tempo.
IL FIERAMOSCA
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Vernacolo
Pople da chiazze
e da marenarèie
INFORMAZIONI TURISTICHE E CULTURALI
Archeoclub di Barletta
348 3739839
Archivio di Stato (Via F. d’Aragona, 132)
0883 331002
[email protected]
Archivio della Memoria e della Resistenza
(c/o Castello)
0883 578644
Ass. Cultura e Turismo (Via d’Aragona, 95) 0883 578612 - 578614 - 578620
Aufidus - Ass. inform. turistica
339 3218439
Biblioteca Comunale (c/o Castello)
0883 578607
di Nicola Tarantino
Pople da chiazze e da marenarèie,
chèssa volte ‘n’a pegghiame a fessarèie!
Nan nze tratte du vvèine avvelenate,
nè di ppalle de Ghèddafe spustate.
Ià na cose chèsse d’auanne
ca te face ciènde malanne!
Nàn nze vète…
èppoure stè…
là quèstione de radiazzioune
com’a mèile maledezzioune,
ma a rèise ià ca nesscioune sape
accome ‘ma fè pe salvarce a cape.
Ce nàn t’accèite satt’a bbàtte,
ià ca s’ascanne e camèine sàtt a sàtte,
e quann mène te l’aspiètte
ècche te face u pèsce despiètte!
Te retruove che na - lèucèmèie nu temore o ngolche ialta malatèie,
ngondr’e quale nàn nge stè
propete nudd ca puote fè!
Ià nu mmale dessunurate,
maleditte e desgrazziate;
rrobe ch’è fatte u diavele due mbièrne…
Criste i tagghiasse i mmane do ttièrne…
là ‘nutela ca nge frecame u penzière
a ssènde e a llègge pe capì
ce vval’a ddèice: “rèm”, “rad” e “nanocurì”…
Ddo u prubblème ià chiare e tunne:
- ‘ma luè tutt i “Cèndrale” do munne - !
‘Ma turnè o carvone, petroglie, e llègne
se no a vèite fernèsce e u cambesande se iègne!
Sènza dèice ca o poste de tanda sckefèzze
stonne u Sole, u metane e pour’a munnèzze!
I “Cèndrale” nuclèare sonde na dannazzione
ca potene destrousce cchiù de na Nazzione!
I “Cèrnobbill” poure all’Italie stonn
ià ‘nutele ca ngi’u vulèime asconn.
‘E’ vogghi’a ddèice ca nàn ngianne avvesate a tièmpe…
u cacchie ià ca ce sckoppie nu - riattore pe ciunghe è sunate l’umet’ore!
Ce sti “Cèndrale” nàn l’achiudèime
a morte ca ‘ma fè già ‘a sapèime.
Cuss è state ‘n’avvertemende…
a prossema volte sarè malamènde!
U prugrèsse, so’ chiacchiere de ce se frèche i meggliarde!
Ma nou, nàn facèime accom’a gatt’o llarde:
ca tande volte scètte
ca pezzinghe na ciambe nge lassètte.
Nou, nàn ià ca scettame sole a vèita noste
ma poure chèdde de tanda Criatoure noste!
E stateve secoure c’arrèiv’a dèie
ca ‘ma scì a ddè cunde a Ddèie!
Pedènne, achiudimele sti “Cèndrale atomeche”…
e sarà l’istèsse ca luame da mmèzz a - Bamb’atomeche -.
Ce ià ovare ca sèime Crestiane,
nge ‘ma dè tutte na mane!
56 IL FIERAMOSCA
MARZO
Biblioteca e Archivio Diocesani “Pio IX” (Via Nazareth, 68)
FOTORUDY
SERVIZI SOCIALI
A.I.A.S. - Assistenza Spastici (Via della Repubblica, 1)
0883 527859
ANT - Delegazione di Barletta (Via A. Bruni, 28) 0883 310230
A.V.I.S. - Donatori Sangue (c/o ospedale vecchio)
0883 521686
Casa di riposo “R. Margherita”
0883 522446
Centro Antiviolenza per le donne (P.zza Aldo Moro n. 16) 0883 310293
Centro Aperto Polivalente (via R. Margherita, 126) 0883.510181
Centro Accog. Immig. Caritas (Via Manfredi, 45)
0883 572557
Centro Intercult. per le migrazioni (via. A. Bruni, 13) 0883.310387
Consultorio familiare “Insieme…” 0883 520395
Curia Arcivescovile 0883 531274
Fratres - Donatori Sangue (P.za Principe Umberto, I)
0883 518002
GOS Laboratorio urbano
tel. 0883 310214 - fax 0883 576156
ODO-ANT (Via Fusco, n. 157 - Trani) 0883 584128
Sert
0883 577302
Settore Servizi sociali Comune di Barletta, piazza Moro, 16 0883.516460
TAXI - AUTOAMBULANZE
E TRASPORTO INFERMI
A.S.L. BT - centralino
0883 577111
AVSER (Via Magenta, 24)
368 3511354 - 0883 528443
Croce Rossa - Gruppo Pionieri e Volontari del Soccorso
0883 526924
Misericordia Barletta - Servizio ambulanza
347 0951836
O.E.R. - Operatori emergenza radio (Via M. del Carmine)
0883 535000
NO. di SS. Nuovi Orizzonti di Sostegno Sociale
329 0536112
U.N.I.T.A.L.S.I. (Via M. del Carmine)
0883 536788
Taxi (P.zza Conteduca)
0883 521469
2014
MARZO
2014
0883 531274
Cantina della Sfida
0883 532204
Castello 0883 578620
Centro Culturale Zerouno
0883 333807
C. T. G. Gruppo “Leontine” 333 2453170
IAT (c/o Palazzo San Domenico) 0883 331331
Lega Navale
0883 533354
Pinacoteca (c/o Palazzo della Marra)0883 538313 - 0883 538312 - 0883 538374
Parco Archeologico di Canne
0883 510993
Pro Loco Barletta e Canne della Battaglia (Via Venezia, 42)
339 3869860
URP (Ufficio relazioni con il Pubblico)
0883 578488
Numero Verde 800761414
POSTI TELEFONICI PUBBLICI
Bar Haiti (Via Leontina De Nittis, 49) Orario: 7-22
0883 534305
SERVIZI DI INTERESSE PUBBLICO
Acquedotto (Servizio Guasti)
800 735735
Scoppio (Servizio Trasporto Urbano)
0883 518554
Capitaneria - Soccorso in mare
0883 531020 - 1530
Carabinieri - Pronto Intervento
112
- comando compagnia
0883 537400
Cimitero
0883 510675
Comune - centralino
0883 578111
Corpo Forestale dello Stato1515
Elettricità (Enel, Guasti, Contratti e info)
800 900800
Ferrovia (informazioni) numero verde (ore 7-21)
89 20 21
Gas (Servizio Guasti)
800 900999
Guardia di Finanza117
- Comando compagnia
0883 531081
Guardia Medica - notturno e festivo
0883 575130
Polizia di Stato - soccorso pubblico
113
Polizia Commissariato
0883 341611
Polizia Locale - Pronto intervento
0883 332370
Polizia Stradale
0883 341711
Polfer
0883 521502
Poste Italiane
0883 536097
Prefettura - centralino
0883 539111
Pronto Intervento
118
Pronto Soccorso A.S.L. BT
0883 577781
Protezione Civile
0883 578320
URP - A.S.L.
0883 577610 - 0883 577971 - 0883 577050
Soccorso ACI
116
Soccorso Pubblico
113
Vigili del Fuoco - Pronto Intervento
115
- locale stazione
0883 531222
IL FIERAMOSCA
57
ORARIO FERROVIARIO fino a dicembre 2014
BARLETTA - BARI CENTRALE BARLETTA - FOGGIA
Da Barletta a Bari: 4.42 4.43 5.27* 5.48 5.54* 6.20* 6.40 6.43 6.48 7.00 7.12 7.30 7.52 8.30
8.50 10.42 10.59 11.36* 12.44 12.56 13.37* 13.48* 14.02 14.10* 14.22 14.43* 15.02* 15.22
15.57 16.10* 16.46* 17.04* 17.16 17.43* 17.46 18.13* 18.20* 18.39 18.46* 19.00 19.18
19.43* 19.55 20.04 20.16* 20.44* 21.03* 21.36* 21.44* 22.16* 22.39 22.52 23.03*
Da Bari a Barletta: 0.01 0.15 4.00 4.23 5.32* 6.00* 6.05 6.29 6.45 7.15* 7.38* 7.45
8.00 8.07* 8.15 8.38* 9.38* 10.04* 10.10 11.38* 11.48 11.53 12.04* 12.30 12.38*
13.05 13.17* 13.27 13.38* 13.45 14.04* 14.10* 14.27 14.38* 15.15 15.38* 16.05*
16.35 16.42 17.05 17.15 17.35 17.45 18.07 18.10 18.17* 18.34 19.00 19.34 19.40
20.15 20.30 21.19 21.33* 21.40 22.06 22.13 23.09*
Legenda: Espresso, Regionale, IC, ICN, F.Argento, F.Bianca, Festivo
*= il servizio si effettua anche la domenica
Da Barletta a Foggia: 0.34* 4.47 5.11 6.02* 6.43* 6.53 6.54 7.15 7.45* 8.08* 8.31
8.50* 8.56 9.03 9.08* 10.08* 10.48* 10.58 12.08* 12.31 12.39 12.48 13.08 13.20
13.45* 14.08* 14.21 14.48* 14.54 14.57 15.08* 15.21 16.02 16.08* 16.48* 17.30
17.37 18.02 18.22 18.45* 18.57* 19.50 20.26 21.02 21.13 21.21 22.06 22.21* 22.28
22.53 22.58 23.57*
Da Foggia a Barletta: 4.00* 4.10 4.48* 5.05 5.19* 5.39* 6.00 6.06 6.15 6.37 6.46 7.10
7.57 10.00 10.15 11.05* 12.00 12.13 13.05* 13.12 13.19* 13.38* 14.14* 14.20* 15.18
15.38* 16.17* 16.22* 16.33 17.14* 17.38* 17.50* 17.55 18.17* 18.35 19.14* 19.25
19.46* 20.14* 20.19* 21.05* 21.14* 21.45* 22.10 22.32*
Per informazioni sugli orari dei treni e per prenotazioni e
acquisto biglietti telefonare al numero verde FS INFORMA 89 20 21
(Raggiungibile solo da telefoni di rete fissa).
CHIESE: orari Ss. Messe
STAZIONI DI SERVIZIO
TURNI FESTIVI MESI MARZO 2014 e APRILE 2014
Antimeridiano dalle ore 7.00 alle ore 12,30
Pomeridiano dalle ore 15,30 alle ore 20,00
8-9Marzo
TURNO A 5-6Aprile
25Aprile
IP
ESSO
ESSO
TAMOIL
ESSO
via L. Da Vinci
via R. Margherita
p.za 13 febbr. 1503
via S. Samuele
via Trani
22-23 Marzo
TURNO B
15-16 Marzo
12-13 Aprile
26-27 Aprile
AGIP
IP
ERG
TOTALERG
TOTALERG
via Canosa
via Trani
via Parrilli
lit. di Ponente
via Barberini
1-2Marzo
TURNO C 19-20 Aprile
TURNO D 29-30 Marzo
ERG
AGIP
IP
IP
Q8
ERG
ERG
TOTAL
AGIP
Q8
via Canosa, 84
via Foggia
via Andria
lit. di Ponente
via Trani
58 IL FIERAMOSCA
21Aprile
via R. Margherita
via Violante
via Andria
via Trani
via Foggia SS 16
sabato sera domenica
BUON PASTORE 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00
via Medaglie d’Oro, 29
CARMINE 17.00
via Mura del Carmine
CHIESA CIMITERO 9.00 CUORE IMM. DI MARIA 19.00
8.00 10.00 11.30 19.00
via Barberini
IMMACOLATA 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00
via Firenze, 52
MARIA SS. STERPETO 18.30 20.00 8.30 10.00 11.30 18.30 20.00
viale del Santuario, 13 12.30
OSPEDALE CIVILE 9.00
PURGATORIO 19.309.00 19.30
corso Garibaldi
S. AGOSTINO 19.00 8.30 10.00 11.30 19.00
via Pozzo S. Agostino, 28
S. ANDREA 18.30
9.00 10.30 11.30 18.30
via M. Bruno
S. BENEDETTO 19.00
8.00 10.00 11.30 19.00
via R. Margherita
S. CATALDO 10.00
20.00
via Mura S. Cataldo
S. DOMENICO 19.30 19.30
corso Garibaldi, 198
S. FILIPPO NERI 1110 7.30 9.30 11.30 19.00
via Mons. Dimiccoli, 116
S. GIACOMO 19.00 8.30 10.00 11.00 19.00
c.so Vitt. Emanuele, 147
S. GIOVANNI APOSTOLO 19.00 8.30 11.00 19.00
via delle Querce, 2
S. LUCIA 19.00 8.30 10.00 11.15 19.00
vicoletto Santa Lucia
S. MARIA DEGLI ANGELI 8.00 10.00 11.30 19.00
viale Marconi, 22
S. M. DELLA VITTORIA 18.00 20.00 18.00
via Cialdini, 70
S. MARIA DI NAZARETH via Nazareth
S. NICOLA
19.00 8.15 11.00 19.30
via Canne, 195 12.15
S. PAOLO 19.00 8.30 10.00 12.00 19.00
via Donizetti
S. RUGGERO 7.30
via Cialdini
SACRA FAMIGLIA 19.00 8.00 10.00 19.00
via Canosa, 143
SANTA M. MAGGIORE
11.00
via Duomo
SANTO SEPOLCRO
19.00 8.30 10.00 12.00 19.00
corso Vitt. Emanuele
SPIRITO SANTO 19.00 9.00 11.00 19.00
via Boggiano, 43
SS. CROCIFISSO 19.00
8.30 10.00 11.30 19.00
via Petrarca
SS. TRINITÀ 19.00
10.00 11.30 19.00
via Palmitessa, 38
MARZO
2014
Fly UP