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ripagare i debiti di gratitudine

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ripagare i debiti di gratitudine
Scritti di Nichiren Daishonin
volume 2
RIPAGARE I DEBITI DI GRATITUDINE
La vecchia volpe non dimentica la collinetta in cui è nata1, e la tartaruga bianca
ripagò il favore ricevuto da Mao Pao2, persino gli animali conoscono la gratitudine, a
maggior ragione dovrebbero conoscerla gli esseri umani. Perciò Yu Jang, un
onorevole uomo del passato, si trafisse con la spada per gratitudine verso Chih Po3, e
il ministro Hung Yen si
===
1. Storia narrata nel Soji(Ch'u-tz'u , Elegie di Ch'u) e in altri libri cinesi. Un commentario sul Soji
di Chu Hsi della dinastia Sung afferma: «La vecchia volpe quando muore si volge sempre verso la collina,
perché non dimentica mai il luogo dove ò nata».
2. Storia narrala nel Jibun uiju (Shi-wen Lei-chu, Antologia di racconti e poesie), e in altri libri. Il
giovane Mao Pao, che poi divenne un generale della dinastia Chin, camminando lungo il fiume Yangtze,
vide un pescatore che aveva catturato una tartaruga e stava per ucciderla. Mosso a compassione, egli
diede la sua veste al pescatore in cambio della tartaruga e così le salvò la vita. Anni dopo, mentre Mao
Pao batteva in ritirata verso lo Yangtze inseguito dai nemici, apparve la tartaruga alla quale aveva
salvato la vita in gioventù e lo trasportò sulla propria schiena fino alla riva opposta.
3. Secondo lo Shih chi (Cronache), Yu Jang di Chin dapprima servì le famiglie Fan e Chung-hang,
ma senza ottenere il meritato riconoscimento. In seguito servì Chih Po che lo trattò con grande favore.
Dopo qualche tempo Chih Po venne ucciso da Hsiang-tzu di Chao. Per vendicare il suo signore, Yu Jang
si travestì da lebbroso verniciandosi il corpo e diventò muto bevendo lisciva per avvicinare e uccidere
Hsiang-tzu. Ma il suo tentativo fallì e fu catturato. Hsiang-tzu, ammirando la sua lealtà, gli diede la
propria veste. Ma Yu Jang la pugnalò tre volte per dimostrare la sua ostilità verso l'uomo che aveva
ucciso il suo signore, e poi rivolse l'arma contro se stesso.
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aprì il ventre e vi introdusse il fegato del defunto signore, il Duca Yi di Wei4. A
maggior ragione chi si dedica al Buddismo non dovrebbe dimenticare la gratitudine
verso i genitori verso i maestri e verso il paese.
Ma per ripagare questi grandi debiti deve assolutamente studiare a fondo la
Legge buddista e diventare un saggio. Se un gruppo di ciechi è guidato da un uomo
cieco dalla nascita, non potrà attraversare ponti e fiumi. Come può una nave guidata
da uno che non conosce la direzione dei venti condurre i mercanti alla montagna
dei tesori?
Se uno vuole studiare a fondo la Legge buddista, deve avere tempo a
disposizione. E se vuole avere tempo a disposizione non potrà continuare a servire i
genitori, i maestri e il suo sovrano. Finché non raggiunge la strada
dell'emancipazione non potrà obbedire ai desideri dei genitori e dei maestri, per
giusti che siano. Molti troveranno questo principio in contrasto sia con l'etica della
società, sia con lo spirito del Buddismo. Tuttavia, anche il Classico della pietà filiale,
una scrittura secolare, sostiene che vi sono casi in cui si può essere un figlio devoto o
un ministro leale solo disubbidendo, al sovrano o ai genitori. E nelle scritture
buddiste si legge: «Rinunciando ai propri obblighi ed entrando nel nirvana, si
===
4. Storia narrata nello Shih chi. Mentre Hung Yen era in viaggio, i nemici attaccarono lo stato di
Wei e uccisero il suo signore, il duca Yi. Dopo aver divorato il corpo del duca, lasciando soltanto il
fegato, abbandonarono il paese. Quando Hung Yen ritornò e vide la macabra scena, si aprì il ventre e vi
introdusse il fegato del suo signore per salvarlo dal disonore.
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ripagano veramente tutti i debiti di gratitudine.»5 Pi Kan6, rifiutando di
accondiscendere ai desideri del sovrano, si conquistò la fama di uomo saggio e il
principe ereditario Siddharta7, disobbedendo al re Shuddhodana, divenne il figlio più
devoto del triplice mondo. Questi esempi dimostrano ciò che voglio dire.
Una volta compreso ciò, decisi di studiare il Buddismo senza sottomettermi alla
volontà dei genitori e dei maestri e trovai che per comprendere tutti i sacri
insegnamenti del Budda vi sono dieci limpidi specchi e cioè le sette Kusha, Jojitsu,
Ritsu, Hosso, Sanron, Shingon, Kegon, Jodo, Zen e Tendai-Hokke8. Gli studiosi di
oggi credono che, prendendo come maestri illuminati questi dieci specchi, si
comprenda l'essenza di tutti i sutra e che questi dieci specchi illuminino
perfettamente la strada della Buddità. Per ora lasciamo da parte le tre scuole
hinayana [Kusha, Jojitsu e Ritsu]: sono prive di autorità come un messaggio inviato
in un paese straniero da un privato cittadino.
Ma gli specchi mahayana sono come una grande nave che può farci attraversare
il vasto mare di nascita e morte e condurci alla riva della Pura Terra. Quando
cominciai ad esaminarli, pensando che con il loro studio avrei potuto salvare me
stesso e guidare gli altri alla salvezza, trovai che ciascuna delle sette scuole
mahayana tesse le proprie lodi
===
5. Sutra Shoshinji donin. Il sutra è andato perduto, ma questo brano è Citato nello Hon jurin,
fascicolo 22.
6. Secondo lo Shi chi, il re Chou della dinastia Yin, assorbito dal suo amore per la moglie Ta Chi,
trascurava completamente gli affari dello stato. Quando il ministro Pi Kan gli fece le sue rimostranze, il
re Chou andò su tutte le furie e lo fece uccidere.
7. Siddharta: il nome di Shakyamuni prima di darsi alla vita ascetica.
8. Setta Tendai-Hokke: altro nome della setta Tendai. È così chiamala perché colloca il Sutra del
Loto, o Sutra Hokke, al di sopra di tutti gli altri sutra.
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sostenendo: «Solo la nostra scuola rappresenta il cuore di tutti gli insegnamenti del
Budda».
Tu-shun, Chih-yen, Fa-tsang e Ch'eng-kuan9 della setta Kegon, Hsuan-tsang,
Tz'u-en, Chih-chou e Chisho10 della setta Hosso, Hsing-huang e Chia-hsiang11 della
setta Sanron, Shan-wu-wei, Chin-kang-chih, Pu-k'ung, Kobo, Jikaku e Chisho della
setta Shingon, Bodhidharma, Hui-k'o e Hui-neng12 della setta Zen, Tao-ch'o,
Shan-tao, Huai-kan e Genku (Honen)13 della setta Jodo,(tutti questi uomini,
basandosi sui sutra e sui trattati favoriti dalla loro setta affermano: «Solo noi
abbiamo compreso tutti i vari sutra, solo noi abbiamo afferrato il più profondo
significato del Buddismo».
===
9. Tu-shun (557-640), Chih-yen (602-668), Fa-tsang (643-712) e Ch'eng-kuan (738-839):
rispettivamente il fondatore, il secondo, il terzo e il quarto patriarca della scuola Kegon (Chin Hua-yen)
in Cina.
10. Hsuan-tsang (602-664), Tz'u-en (632-682), Chih-chou (678-733) e Chisho: studiosi della setta
Hosso. Hsuan-tsang, che studiò la dottrina della "Sola coscienza" in India, è spesso indicato come il
fondatore della setta Hosso. Tz'u-en, che ufficialmente fondò la scuola Hosso cinese (Fa-hsiang), è
indicato come il suo successore. Chih-chou è il quarto patriarca contando da Hsuan-tsang. Chisho
potrebbe essere Chiho (coreano Chipong, date sconosciute), che studiò la dottrina Hosso sotto
Chih-chou, oppure Dosho (629-700) che studiò sotto Hsuan-tsang e fondò la setta Hosso in Giappone.
11. Hsing-huang (507-581) e Chia-hsiang (549-623): preti che stabilirono la scuola Sanron
(San-lun) in Cina. Hsing-huang, chiamato anche Fa-lang, visse al tempio Hsing-huang-ssu.
Chia-hsiang, chiamato anche Chih-tsang, fu il suo successore e talvolta è considerato il primo patriarca
della scuola Sanron.
12 Bodhidharma (date sconosciute), Hui-k'o (487-593) e Hui-neng (638-713): il fondatore, il
secondo patriarca e il sesto patriarca del Buddismo Zen in Cina.
13. Tao-ch'o (562-645), Shan-tao (613-681), Huai-kan (VII sec.) e Genku (1133-1212): maestri della
setta Jodo della Pura Terra. Tao-ch'o fu il secondo patriarca della setta cinese delle Pura Terra e
Shan-tao il terzo. Huai-kan, prete della Cina T'ang, seguì l'insegnamento di Shan-tao e si dice che,
meditando sul Budda Amida per tre anni, avesse compreso l'essenza dell'insegnamento della Pura Terra.
Genku, altro nome di Honen, fu il fondatore della setta Jodo in Giappone.
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Alcuni di loro proclamano che il Sutra Kegon è il primo di tutti i sutra e che il
Sutra del Loto, il Dainichi e tutti gli altri sono subordinati. La setta Shingon dice che
il Sutra Dainichi (Grande sole) è il primo, e che gli altri sono come una moltitudine
di stelle. La setta Zen dice che il Sutra Ryoga14 è il primo fra tutti i sutra. Le altre sette
fanno affermazioni analoghe. Tutti i maestri elencati sopra sono rispettati dalla
gente della nostra epoca come Taishaku è venerato dalle varie divinità, e sono seguiti
come il sole e la luna sono seguiti dalle varie stelle.
Noi persone ordinarie, se riponiamo la nostra fiducia in un maestro, chiunque
esso sia, non penseremo mai che non sia perfetto. Ma benché gli altri li rispettino e
credano in loro, io, Nichiren, trovo difficile eliminare i miei dubbi.
Guardando quanto accade nel mondo, vediamo che ogni setta afferma: «La
nostra, solo la nostra, è la setta corretta». Ma in un paese c'è un solo sovrano; se ci
fossero due sovrani, il paese non avrebbe pace; se in una casa ci fossero due padroni,
la casa andrebbe sicuramente in rovina. Non dovrebbe essere lo stesso per i sutra?
Fra i vari sutra solo uno deve essere il sovrano di tutti; invece le dieci sette e le sette
sette contendono l’una con l'altra [a proposito di quale sia questo sutra] e non
giungono a un accordo. Se in un paese ci fossero dieci o sette sovrani, la popolazione
sarebbe in costante confusione.
Chiedendomi cosa potessi fare, feci un voto. Invece di seguire lo otto o dieci
sette, avrei fatto come T'ien-t'ai: prendendo i testi dei sutra come mio unico maestro,
avrei stabilito quale di essi è superiore e quale inferiore. Lessi così tutti i sutra. Il
Sutra del Nirvana dice: «Basatevi sulla Legge, non
===
14. Sutra Ryoga: sutra del tardo Mahayana che tratta della coscienza Maya e dell'innato
potenziale per la Buddità. Ha la forma di un sermone tenuto dal Budda Shakyamuni sul monte Lanka
(giapp. Ryoga).
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basatevi sulla persona. Basarsi sulla Legge significa basarsi sui vari sutra; non basarsi
sulla persona significa che all’infuori del Budda, non bisogna basarsi su nessun altro,
né sui bodhisattva Fugen o Manjushiri, né sui vari maestri summenzionati. Inoltre lo
stesso sutra dite: «basatevi sui sutra completi, non basatevi sui sutra incompleti». Per
sutra completi il Sutra del Nirvana intende il Sutra del Loto, per sutra incompleti
intende il Kegon, il Dainichi, il Sutra del Nirvana e tutti i sutra predicati prima,
durante e dopo il Sutra del Loto. Se dobbiamo credere alle ultime parole pronunciate
dal Budda, solo prendendo il Sutra del Loto come limpido specchio, possiamo
afferrare il significato di tutti gli altri sutra.
Rivolgendoci quindi al testo del Sutra del Loto, leggiamo: «Questo sutra del
Loto [è il tesoro segreto di tutti i Budda] il supremo fra tutti i sutra»15. Secondo
questa frase, come Taishaku dimora sulla cima del monte Sumeru, come la gemma
che esaudisce i desideri16 sta sul capo dei Re che girano la ruota17, come la luna
sovrasta le foreste di alberi, come la prominenza carnosa18 sta sul capo dei Budda,
così il Sutra del Loto è la gemma che esaudisce i desideri e sovrasta
===
15. Sutra del Loto, cap. 14.
16. Gemma che esaudisce i desideri: un gioiello che avrebbe avuto il potere di esaudire qualsiasi
desiderio. Simboleggia la grandezza e la virtù del Budda e delle scritture buddiste.
17. Re che gira la ruota: ideale sovrano della mitologia indiana. Nel Buddismo, i re che girano la
ruota sono coloro che governano il mondo con la giustizia piuttosto che con la forza. Essi possiedono
trentadue caratteristiche distintive e governano i quattro continenti che circondano il monte Sumeru
facendo girare le ruote ricevute dal cielo al momento dell'incoronazione. Queste ruote sono di quattro
tipi: d'oro, d'argento, di bronzo e di ferro.
18. Protuberanza carnosa: un'escrescenza posta sulla sommità del capo. È uno dei trentadue
attributi fisici elencati nel Daichido ron, posseduti dai Budda, dai bodhisattva e dai re che girano la
ruota.
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il Sutra Kegon, il Sutra Dainichi, il Sutra del Nirvana e tutti gli altri sutra.
Perciò, se ci basiamo unicamente sul testo del Sutra del Loto mettendo da parte
le affermazioni dei maestri e dei commentatori, vedremo che il Sutra del Loto è
superiore ai Sutra Dainichi, Kegon e agli altri, con la stessa facilità e chiarezza con cui
una persona vedente distingue il cielo dalla terra quando il sole appare nel cielo
limpido. Se esaminiamo i testi dei Sutra Dainichi, Kegon e altri, non troviamo una
sola parola, un solo punto che somigli al passo citato del Sutra del Loto. Alcuni
parlano della superiorità [dei sutra mahayana] rispetto ai sutra hinayana, altri della
verità buddista in contrapposizione alla verità secolare, oppure esaltano la Via di
mezzo (chu) rispetto a ku e ke19. Sono come sovrani di piccoli regni che si rivolgono
ai loro sudditi parlando di se stessi come di grandi re. Rispetto ai vari re, il Sutra del
Loto è vastamente il grande re.
Soltanto il Sutra del Nirvana contiene brani simili a quelli del Sutra del Loto.
Per questa motivo i maestri che precedettero T'ien-t'ai, sia nella Cina settentrionale
che meridionale, furono tratti in inganno e dissero che il Sutra del Loto è , inferiore
al Sutra del Nirvana. Ma esaminando il testo del sutra stesso, troviamo che, come il
Sutra Muryogi, il Sutra del Nirvana afferma di essere superiore ai Sutra Kegon, Agon,
Hodo, Hannya, tutti predicati nei primi quarant’anni mentre quando si paragona al
Sutra del Loto, dice: «Quando questo Sutra [dei Nirvana] fu predicato ... gli ottomila
discepoli shomon avevano già ricevuto nel Sutra del Loto20 la predizione della futura
Illuminazione. Questa predizione era come un
===
19. Si riferisce alle Tre verità di non-sostanzialità (ku), esistenza transitoria ( ke) e Via di Mezzo
(chu), esposte negli insegnamenti provvisori come se fossero separate ed indipendenti le une dalle altre.
20.Sutra del Loto, cap. 13
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grande raccolto: conclusa la mietitura autunnale e immagazzinate le messi per
l'inverno, non rimaneva più nulla da fare [a parte poche spighe]». Questo è il brano
in cui il Sutra del Nirvana afferma di essere inferiore al Sutra del Loto.
Benché i brani citati siano chiari, neanche i grandi saggi delle scuole
settentrionali e meridionali li compresero; pertanto gli studiosi delle epoche
successive dovrebbero esaminarli molto attentamente. Questi brani non solo
dimostrano la superiorità del Sutra del Loto sul Sutra del Nirvana, ma anche la sua
superiorità su tutti i sutra predicati nei mondi delle dieci direzioni. Anche ammesso
che ci sia stata confusione su questi brani dei sutra, dopo le spiegazioni dei Grandi
Maestri T'ien-t'ai, Miao-lo e Dengyo, chiunque dotato del dono della vista, avrebbe
dovuto comprendere. Tuttavia, persino uomini come Jikaku e Chisho della setta
Tendai non riuscirono a capirli correttamente, cosa ci si poteva aspettare dagli
uomini delle altre sette?
Qualcuno può dubitare e dire che, sebbene fra tutti i sutra introdotti in Cina e
in Giappone il Sutra del Loto sia il migliore, in India, nei regni dei Naga, dei quattro
Re celesti, del Sole e della Luna, nel Cielo Trayastrimsha21 o nel Cielo Tushita22|ci
sono tanti sutra quanti sono i granelli di sabbia del fiume Gange. Tra questi non
potrebbe essercene uno superiore al Sutra del Loto?
[Io gli risponderei che esaminando una singola cosa se ne possono dedurre
diecimila]come afferma il detto che si può
===
23. Cielo Trayastrimsha: cielo delle trentadue divinità. Il secondo dei sei cieli nel mondo del
desiderio. Si troverebbe su un altopiano in cima al monte Sumeru. Taishaku lo governa dal suo palazzo
situato al centro, mentre le altre trentadue divinità vivono sulle quattro cime, ai quattro angoli
dell'altopiano, otto divinità su ogni cima.
24. Cielo Tushita: cielo della soddisfazione. Il quarto dei sei cieli nel mondo del desiderio. Si dice
che vi soggiornino i bodhisattva prima della loro ultima rinascita nel mondo quando otterranno la
Buddità e che il bodhisattva Miroku dimori nel palazzo interno di questo cielo.
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conoscere tutto quello che esiste sotto il cielo senza uscire dal cancello del proprio
giardino. Ma uno stupido nutrirà dubbi e dirà: «Noi vediamo solo il cielo del sud,
non vediamo i cieli del nord, dell'ovest e dell'est. Forse in queste tre direzioni ci sono
soli differenti da quello che noi conosciamo». Il mio interlocutore è simile a colui
che, vedendo una colonna di fumo levarsi da dietro le colline, poiché non può vedere
il fuoco, benché il fumo sia in piena vista concluderà che forse il fuoco non esiste.
Costui è icchantika non differente da una persona priva di vista.
Nel capitolo Hosshi del Sutra del Loto, pronunciando parole di verità con la sua
aurea bocca, il Budda Shakyamuni stabilì la superiorità relativa dei vari sutra
predicati in più di cinquant’anni dicendo: «I sermoni che io predico ammontano a
innumerevoli milioni. Fra tutti quelli predicati nel passato, presente e futuro, questo
Sutra del Loto è il più difficile da credere, il più difficile da comprendere».
Benché questo sutra sia stato predicato da un singolo Budda, dal Budda
Shakyamuni, tutti i bodhisattva dallo stadio di togaku23 in giù dovrebbero onorarlo e
credere in esso. Inoltre, il Budda Taho venne dalla regione orientale per
testimoniarne la verità e tutti i Budda si radunarono dalle dieci direzioni e, come
Shakyamuni, estesero le loro lunghe e larghe lingue fino al Cielo di Brahma24. Dopo
di ciò tornarono alle rispettive terre.
===
23. Togaku: cinquantunesimo dei cinquantadue stadi della pratica del bodhisattva. E’ simile
all'ultimo stadio, myogaku, lo stadio della perfetta Illuminazione. «Tutti i bodhisattva dallo stadio di
togaku in giù» indica tutti i bodhisattva che intraprendono la pratica buddista allo scopo di ottenere la
Buddità.
24. Nel capitolo Jinriki (ventunesimo) del Sutra del Loto, prima di trasmettere l'essenza del sutra
ai Bodhisattva della Terra, Shakyamuni manifestò dieci mistici poteri. Uno di questi è che Shakyamuni
estese la sua lunga e larga lingua fino a raggiungere il cielo di Brahma. Sta a simboleggiare la verità delle
sue parole.
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Le tre parole «(predicati nel) passato, presente e futuro», stabiliscono una
comparazione fra il Sutra del Loto e i sutra predicati in cinquant'anni da Shakyamuni
e da tutti i Budda nelle dieci direzioni e nelle tre esistenze, senza escludere un solo
ideogramma o un solo punto. Se i Budda delle dieci direzioni che prestarono la loro
testimonianza in quella assemblea, tornati nelle rispettive terre, dicessero ai propri
discepoli che esiste un sutra superiore al Sutra del Loto, i discepoli potrebbero
crederci? Se inoltre, pur non avendolo visto con i suoi occhi, qualcuno sospettasse
che in India, nel palazzo dei Naga, dei quattro Re celesti, del Sole e della Luna o in
altri palazzi esista un sutra superiore al Sutra del Loto, io risponderei: «Ma Bonten, il
Sole e la Luna, i quattro Re celesti, il re dei Naga, non erano forse presenti [alla
predicazione del Sutra del Loto]? Se gli dèi del Sole, della Luna e le altre divinità
affermassero: «Esiste un sutra superiore al Sutra del Loto, ma voi non lo conoscete»,
il Sole e la Luna sarebbero dei grandi bugiardi e Nichiren li rimprovererebbe
dicendo: «Sole e Luna, voi dimorate nel cielo mentre noi stiamo sulla terra. Il fatto
che voi non cadiate giù è dovuto al potere del supremo precetto di non mentire.
Pertanto, se ora dite la grande menzogna che esiste un sutra superiore al Sutra del
Loto, precipiterete sulla terra prima che sia giunto il kalpa del declino25 e non
smetterete di precipitare finché non giungerete in fondo alla grande fortezza
circondata da solido ferro26 dell'inferno di incessante sofferenza! Agli esseri
===
25. Kalpa del declino: il periodo in cui un mondo decade. Uno dei quattro grandi kalpa di
formazione, durata, declino e disintegrazione, che un mondo ripetutamente deve attraversare. Il kalpa
del declino dura venti kalpa medi. Secondo il Kusha ron, nei primi diciannove kalpa medi, gli esseri
senzienti dei sei mondi inferiori scompaiono gradualmente. Nell'ultimo kalpa medio, il mondo è
distrutto da fuoco, acqua e vento.
26. L'inferno situato al livello più basso del triplice mondo. Si dice sia circondato da sette mura di
ferro, a significare che quelli che vi abitano non possono evadere dai suoi tormenti.
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che dicono grandi menzogne, non dovrebbe essere permesso di rimanere un
momento di più a ruotare sopra i quattro continenti!»
Eppure, uomini di grande saggezza ed eruditi maestri come Ch'en-kuan della
setta Kegon, Shan-wu-wei, Chin-kang-chih, Pu-k'ung, Kobo, Jikaku e Chisho della
setta Shingon, [proclamarono che i Sutra Kegon e Dainichi sono superiori al Sutra del
Loto. Benché non spetti a me giudicare, alla luce dei grandi principi buddisti non
sono forse grandi nemici del Budda? Anche Devadatta o Kokalika27 sono nulla al
confronto: essi sono al livello di Mahadeva28 e dell'Arrogante brahamano29. Ed è
terribile anche per coloro che credono in tali uomini.
Domanda: Davvero sostieni che Ch'eng-kuang della setta Kegon, Chia-hsiang
della setta Sanron, Tz'u-en della setta Hosso e Shan-wu-wei e gli altri della setta
Shingon, compresi Kobo, Jikaku e Chisho, sono nemici del Budda?
Risposta: Questo è un grave problema, è la questione più importante per la
Legge buddista. A mio umile giudizio,
===
27. Kokalika: membro della famiglia Shakya, cadde sotto l'influenza di Devadatta e calunniò i
discepoli del Budda Shariputra e Maudgalyayana. Si dice sia caduto vivo nell'inferno.
28. Mahadeva: monaco vissuto circa cento anni dopo Shakyamuni, fu responsabile del primo
scisma all'interno dell'Ordine buddista. Secondo il Daibibasha ron egli uccise i suoi genitori ed un arhat.
Tuttavia, si pentì dei suoi delitti ed entrò nell'Ordine buddista. Studiò le tre divisioni del canone e in
seguito propose "cinque nuove interpretazioni". Il disaccordo su questi punti fece si che l'Ordine si
dividesse in due scuole: la Theravada e la Mahasamghika.
29. Arrogante brahamano: un brahamano del regno di Malava in India, che appare nel Daito saiiki
ki (Relazione sulle regioni occidentali) di Hsuan-tsang. Era esageratamente orgoglioso della propria
erudizione e si vantava di eccellere su tutti gli altri studiosi. Quando fu sconfitto in un dibattito da un
monaco mahayana, Bhadraruchi, il re di Malava lo condannò a morte. Fu graziato per intercessione di
Bhadraruchi, ma, divorato dal rancore, lo calunniò. Si dice sia caduto vivo nell'inferno.
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leggendo il testo del sutra trovo che se qualcuno, chiunque esso sia, dovesse
dichiarare che esiste un sutra superiore al Sutra del Loto non potrebbe sfuggire
all'accusa di offesa alla Legge. Perciò, se ci atteniamo a ciò che dice il sutra, come
non si possono considerare tutte queste persone nemici del Budda? E se per paura
non lo dicessi, le classificazioni della superiorità relativa dei vari sutra sarebbero
state inutili.
Se, per soggezione di tali illustri maestri del passato, dicessi che solo i loro
seguaci dell'Ultimo giorno della Legge sono nemici del Budda, i seguaci delle varie
sette nell'Ultimo giorno potrebbero ribattere: «L'affermazione che il Sutra Dainichi è
superiore al Sutra del Loto non è una nostra invenzione: è la dottrina esposta dai
maestri fondatori della nostra setta. Noi non siamo alla loro altezza nell'osservanza
dei precetti, nella saggezza e nel rango, ma per quanto riguarda le dottrine da loro
insegnate, non ce ne discostiamo minimamente». In tal caso, essi non sarebbero
colpevoli di alcun errore.
Ma se io, pur sapendo ciò, mancassi di dichiararlo per paura, ignorerei il severo
ammonimento del Budda «Anche al costo della sua vita, non dovrebbe tenere celato
l'insegnamento»30.
Cosa devo fare? Se parlo, dovrò temere l'opposizione del mondo; se taccio, non
potrò sottrarmi alla colpa di aver ignorato il severo ammonimento del Budda. Mi
trovo veramente
===
30. Sutra del Nirvana. Il Daishonin qui compendia un brano che afferma: «Per esempio, se un
inviato del sovrano, abile nella discussione ed esperto diplomatico, venisse mandato in una nazione
straniera, dovrebbe riportare le parole del suo sovrano senza tralasciarne nessuna, anche se ciò dovesse
costargli la vita. Un saggio dovrebbe fare lo stesso nell'insegnare il Buddismo, andando fra la gente
comune col desiderio di dare la propria vita e proclamando il segreto insegnamento del Budda così come
è contenuto nei sutra mahayana, cioè che tutti gli esseri possiedono la natura di Budda».
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tra due fuochi; il Sutra del Loto dice: «Odio e gelosia abbondano già durante le vita
del Budda: molto maggiori saranno dopo la sua scomparsa.»31 e «La società sarà
piena di ostilità e sarà estremamente difficile credere».32
Quando la regina Maya concepì Shakyamuni, il Demone del sesto cielo
guardando nel grembo di Maya vide che aveva concepito il suo grande nemico, la
spada affilata del Sutra del Loto, e decise che doveva in qualche modo eliminarlo
prima che nascesse. Il Demone del sesto cielo si trasformò in un grande medico,
entrò nel palazzo del re Shuddhodana33 e dicendo "Sono un grande medico e ho
un'eccellente medicina per un parto felice", cercò di avvelenare la regina. Quando il
Budda nacque, gli fece cadere addosso delle pietre e mescolò al latte del veleno e,
quando lasciò il palazzo, cercò di bloccargli la strada trasformandosi in un nero
serpente velenoso; quindi entrando nel corpo di malvagi quali Devadatta, Kokalika, il
re Virudliaka34 e il re Ajatashatru, li istigò a far sanguinare il Budda scagliandogli un
grosso macigno, a uccidere i membri della famiglia del Budda e ad assassinare i suoi
discepoli. Queste grandi persecuzioni furono le prime, tutte concepite allo scopo di
impedire al Budda, l'Onorato dal mondo,predicare il Sutra del Loto. A esse si
===
31. Sutra del Loto, cap. 10.
32. Ibidem, cap. 14.
33. Shuddhodana: re di Kapilavastu nell'India settentrionale e padre di Shakyamuni. In origine si
oppose al desiderio del figlio di rinunciare al mondo, ma si convertì al Buddismo quando Shakyamuni
dopo il suo risveglio tornò a Kapilavastu.
34. Virudhaka: re di Kosala ai tempi del Budda Shakyamuni. Il padre era Prasenajit e la madre era
originariamente una serva di un signore della famiglia Shakya. Umiliato dagli Shakya a causa delle sue
origini, giurò di vendicarsi. Dopo essersi impadronito del trono, guidò un esercito contro il regno degli
Shakya ed uccise cinquecento persone. Si dice che sette giorni dopo, in accordo con le predizioni di
Shakyamuni, sia morto bruciato e sia caduto nell'inferno.
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riferiscono le parole "Odio e gelosia abbondano già durante la vita del Budda". Oltre
a queste prime persecuzioni, vi furono le persecuzioni, successive [causate dai dubbi
sorti quando nel Sutra del Loto Shakyamuni rivelò che] per più di quarant’anni
persino Shariputra, Maudgalyayana e gli altri grandi bodhisattva erano stati acerrimi
nemici del Sutra del Loto35.
Le parole "molto maggiori saranno dopo la sua scomparsa" indicano che nelle
epoche future ci sarebbero state persecuzioni ancora più grandi e spaventose. Se
persino il Budda ebbe difficoltà a sopportare tali persecuzioni, come potranno
sopportarle i comuni mortali, tanto più che saranno più gravi di quelle verificatesi
durante la vita del Budda?
Benché ci si possa chiedere quali persecuzioni potrebbero essere più terribili
del macigno lungo trenta piedi e largo sedici scagliato da Devadatta, o dell'elefante
impazzito aizzato dal re Ajatashatru, se persecuzioni ancora più grandi dovessero
colpire ripetutamente un uomo che non ha commesso la minima colpa, si dovrebbe
capire che costui è il devoto del Sutra del Loto dopo la scomparsa del Budda.
===
35. Secondo gli insegnamenti provvisori esposti in più di quaranta anni prima della predicazione
del Sutra del Loto, le persone dei Due veicoli come Shariputra e Maudgalyayana sono escluse dalla
Buddità, mentre lo shakumon del Sutra del Loto afferma il contrario. Essendo così divergente dagli
insegnamenti precedenti, questa dichiarazione fece nascere forti dubbi nell'assemblea. Sia gli
insegnamenti provvisori che lo shakumon del Sutra del Loto affermano che Shakyamuni ottenne
l'Illuminazione per la prima volta in India sotto l'albero della Bodhi, mentre lo honmon del Sutra del
Loto rivela che egli si illuminò per la prima volta in un passato inconcepibilmente remoto. Questa
rivelazione dell'Illuminazione originale del Budda a sua volta suscitò dubbi nei grandi bodhisattva. Inoltre, poiché il concetto dei due veicoli di Shomon ed Engaku e del veicolo del Bodhisattva, insegnato nel
sutra provvisori, contraddice quello insegnato nel Sutra del Loto, il Daishonin dice: «Per quaranta e più
anni Shariputra, Maudgalyayana e i grandi bodhisattva erano stati in realtà grandi nemici del Sutra del
Loto».
128
I successori del Budda36 appartenevano ai quattro ordini di bodhisattva37, erano
i messaggeri del Budda. Eppure il bodhisattva Aryadeva38 fu ucciso da un brahmano;
il Venerabile Aryasimha39 fu decapitato dal re Dammira; Buddhamitra40 dovette
restare per dodici anni sotto uno stendardo rosso e il bodhisattva Nagarjuna per
sette anni; il bodhisattva Ashvagosha fu venduto per trecentomila monete41 e lo
===
36. Successori del Budda: ventiquattro successori che ereditarono il Buddismo di Shakyamuni e lo
propagarono in India nel Primo giorno della Legge.
37. Quattro ordini di bodhisattva: i maestri buddisti che abbracciano e propagano il Buddismo
dopo la morte di Shakyamuni. Vengono classificati in quattro ordini a seconda del livello della loro
comprensione.
38. Aryadeva: quindicesimo dei ventiquattro successori di Shakyamuni. Nacque nel terzo secolo in
una famiglia brahmana nell'India meridionale e studiò la dottrina del "vuoto" (ku) sotto la guida di
Nagarjuna. Veniva chiamato anche Kanadeva a causa della perdita di un occhio (kana vuol dire «un
occhio»). In un dibattito religioso a Pataliputra confutò i maestri del Bramanesimo e venne ucciso da
uno dei loro discepoli.
39. Aryasimha: l'ultimo dei ventiquattro successori di Shakyamuni. Visse nell'India centrale nel
sesto secolo. Secondo la tradizione, quando stava propagando il Buddismo nel Kashmir, nell'India
settentrionale, il re Dammira, nemico del Buddismo, distrusse molti templi e stupa buddisti e uccise
numerosi preti. Alla fine fece decapitare Aryasimha, ma si dice che anziché sangue dal suo collo
scaturisse bianchissimo latte.
40. Buddhamitra: il nono dei ventiquattro successori di Shakyamuni. Convertì molte persone con
abili mezzi e sconfisse in dibattito numerosi bramani. Il re era un fedele seguace del Bramanesimo e
cercò di eliminare il Buddismo dal paese. Si dice che Buddhamitra, deciso a convertire il sovrano, per
dodici anni abbia camminato avanti e indietro davanti al palazzo reale reggendo uno stendardo rosso. Il
re fu infine commosso dalla sua perseveranza e gli concesse un dibattito con un maestro brahamano.
Buddhamitra confutò gli argomenti del suo avversario e convertì il re al Buddismo.
41. Questa storia compare nel Daito saiiki ki (Relazione sulle regioni occidentali). Quando il
bodhisattva Ashvaghosha stava predicando il Buddismo a Pataliputra, nel Magadha, servendosi del suo
talento musicale e letterario, il re Kanishka diresse il suo esercito contro Pataliputra e chiese in tributo
una somma enorme. Lo sconfitto sovrano offrì invece a Kanishka Ashvaghosha. In seguito, col sostegno
di Kanishka, Ashvaghosha propagò il Buddismo nell'India settentrionale.
129
studioso Manoratha morì di dispiacere42. Questi sono esempi di persecuzioni
avvenute nei mille anni del Primo giorno della Legge.
Cinquecento anni dopo l'inizio del Medio giorno, o millecinquecento anni dopo
la scomparsa del Budda, in Cina visse un saggio chiamato Chih-i e poi noto come il
Gran Maestro [T'ien-t'ai] Chih-che, che voleva diffondere fedelmente gli
insegnamenti del Sutra del Loto. Prima di T'ien-t'ai migliaia e migliaia di saggi
avevano dato svariate interpretazioni degli insegnamenti esposti dal Budda in tutta
la sua vita, ma complessivamente si formarono dieci scuole, cioè tre scuole
settentrionali e sette meridionali. Fra queste, una emerse come la più importante: la
terza delle scuole meridionali, fondata dal Maestro del Dharma Fa-yun43 del tempio
Kuang-che-ssu.
Costui divise tutti gli insegnamenti in cinque gruppi e fra questi cinque scelse
tre sutra, il Sutra Kegon, il Sutra del Nirvana e il Sutra del Loto, ponendo il Sutra
Kegon al primo posto fra tutti i sutra, paragonabile a un gran re, il Sutra del Nirvana
al secondo posto, come un primo ministro, e il Sutra del Loto al terzo come un
nobile di corte, seguiti da tutti gli altri sutra come semplici cittadini.
===
42. Questa storia compare nel Daito saiiki ki. Si pensa che Manoratha sia stato il maestro di
Vasubandhu. Il re Vikramditya di Shravasti, che nutriva un rancore personale per Manoratha, per
umiliarlo riunì cento studiosi delle altre scuole per dibattere con lui. Novantanove studiosi si sottomisero agli argomenti di Manoratha ma il centesimo, che era in combutta con il re, si rifiutò di
prestargli ascolto. Si dice che Manoratha per il dispiacere si sia staccato la lingua con un morso e sia
morto.
43. Fa-yun (467-529): prete cinese al tempo della dinastia Liang, divenne famoso per le sue
spiegazioni del Sutra del Loto e del Sutra Vimalakirti. Nel 508 venne nominato rettore del tempio
Kuang-che-ssu dall'imperatore Wu e nel 525 divenne Amministratore generale dei monaci, la massime
carica nel clero.
130
Fa-yun era per natura un uomo di grande intelligenza, che non solo aveva studiato
sotto grandi saggi come Hui-kuan, Hui-yen, Seng-jou e Hui-tz'u44, ma dopo aver
confutato le dottrine dei vari maestri delle scuole settentrionali e meridionali, si era
ritirato in solitudine su una montagna dedicandosi allo studio dei Sutra Kegon, del
Nirvana e del Loto. L'imperatore Wu della dinastia Liang onorò questo Maestro del
Dharma convocandolo a corte e facendo costruire per lui il tempio Kuang-che-ssu
entro la cinta del palazzo imperiale. Quando il Maestro del Dharma tenne una
lezione sul Sutra del Loto, dal cielo cadde una pioggia di fiori come quando lo espose
il Budda. Nel quinto anno dell'era T'ien-chien (506) vi fu una grande siccità e
l'imperatore chiese al Maestro del Dharma Fa-yun di tenere un corso sul Sutra del
Loto. Quando giunse ai versi del capitolo Yakusoyu «La sua pioggia cade
uniformemente su tutte le quattro direzioni», cadde una pioggia gentile.
L'imperatore ne fu così colpito che lo nominò seduta stante amministratore dei
monaci (Sojo) e lo servì personalmente come le varie divinità servono Taishaku e
come i comuni cittadini riveriscono il loro sovrano. Per di più, qualcuno sognò che
Fa-yun aveva già predicato sul Sutra del Loto sin dal tempo del Budda del passato
Nichigatsu Tomyo45.
Egli scrisse un commento del Sutra del Loto in quattro
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44. Hui-kuan (368-438), Hui-yen (363-443), Seng-jou (431-494) e Hui-tz'u (434-490): preti del
periodo delle dinastie settentrionale e meridionale.
45. Nichigatsu Tomyo: un Budda che si dice fosse apparso in un passato inimmaginabilmente
distante per predicare la vera Legge. Il capitolo Jo (primo) del Sutra del Loto parla di ventimila Budda
apparsi uno dopo l'altro nel passato, tutti lo stesso nome, Nichigatsu Tomyo (Splendore del sole e della
luna). L'ultimo Budda Nichigatsu Tomyo espose il Sutra del Loto al bodhisattva Myoko, una,precedente
incarnazione del bodhisattva Monju.
131
fascicoli46 in cui afferma: «Questo sutra non è veramente perfetto» e «È un
espediente non comune», intendendo dire che è un sutra che non rivela
completamente la verità del Buddismo. Forse perché le sue dottrine erano in accordo
con la volontà del Budda, piovvero fiori dal cielo e cadde la pioggia. Comunque sia,
grazie a tali straordinari avvenimenti, tutti in Cina credettero che il Sutra del Loto
fosse effettivamente inferiore ai Sutra Kegon e del Nirvana e il suo commento si
diffuse nei regni di Silla, Paekche e Kokuryo fino in Giappone47, così che la maggior
parte della gente fu della stessa opinione.
Poco dopo la morte di Fa-yun, fra la fine della dinastia Liang e l'inizio della
dinastia Ch'en, apparve un giovane prete chiamato Maestro del Dharma Chih-i. Era
discepolo del Gran Maestro Nan-yueh ma, forse perché neanche gli insegnamenti del
maestro gli erano chiari, entrò nella sala ove erano conservate le scritture e, dopo
aver letto più volte tutti i sutra, scelse come fondamentali i Sutra Kegon, del Nirvana
e del Loto e fra questi tre tenne lezioni in particolare sul Sutra Kegon. Compose
inoltre un libro di formule di devozione [ai Budda Vairochana e ad altri Budda]48 e
giorno dopo giorno approfondì la sua comprensione. Perciò la gente del tempo
credette che anche lui considerasse il Sutra Kegon il più importante. In realtà invece,
egli aveva studiato in particolare questo sutra perché nutriva gravi dubbi sulla
classificazione
===
46. Si riferisce probabilmente allo Hokke giki (Commentario sul Sutra del Loto in otto volumi) di
Fa-yun, sebbene in questo commentario non si trovino le due citazioni.
47. Significa che il commentario sul Sutra del Loto attribuito al principe Shotoku, Hokke sho, è
basato sullo Hokke giki di Fa-yun.
48. Il quarto volume del Kokusei byakuroku (Cento annotazioni del Gran Maestro T'ien-t'ai)
descrive riti mattutini e serali di devozione al Budda Vairochana e tutti gli altri Budda.
132
di Fa-yun che poneva al primo posto il Sutra Kegon, al secondo il Sutra del Nirvana e
al terzo il Sutra del Loto. Egli concluse che il Sutra del Loto è il primo fra tutti i sutra,
il Sutra del Nirvana il secondo e il Kegon il terzo.
Egli osservò con rammarico che, benché i sacri insegnamenti del Budda si
fossero diffusi in Cina, la gente non ne aveva tratto beneficio, anzi tutti gli esseri
erano condotti nei cattivi sentieri a causa degli errori dei loro maestri. Era come se il
capo della nazione avesse detto che l'est è l'ovest o che il cielo è la terra e la
popolazione avesse accettato e creduto che fosse così. Se in seguito fosse apparso un
uomo di umile condizione dicendo che ciò che loro chiamavano ovest era l'est e che
ciò che chiamavano cielo era la terra, non gli avrebbero creduto e, per ingraziarsi il
loro capo, lo avrebbero insultato e perseguitato.
Chih-i meditò sul da fare, ma sentì di non poter tacere e condannò severamente
il Maestro del Dharma Fa-yun dicendo che era caduto nell'inferno per aver offeso la
Legge. I maestri del nord e del sud si sollevarono come vespe inferocite e si gettarono
su di lui come uno stormo di cornacchie. Alcuni dissero che bisognava rompere la
testa di Chih-i, altri che bisognava scacciarlo dal paese.
Il re della dinastia Ch'en, informato della cosa, convocò un certo numero di
buddisti del nord e del sud perché ne discutessero in sua presenza. C'erano
Hui-yung, un discepolo di Fa-yun, Fa-sui, Hui-k'uang e Hui-heng, più di cento
monaci, tutti del rango di amministratori o supervisori dei monaci o di rango
superiore, che facevano a gara nell'insultare Chih-i, aggrottando le sopracciglia,
fissandolo torvi e battendo le mani con impazienza.
Il Maestro del Dharma Chih'i, seduto all'ultimo posto, senza emozionarsi e
senza confondersi nel parlare, conservando una calma dignitosa, prese nota di tutte
le accuse fatte dai monaci e riuscì a respingerle. Quindi cominciò la sua
133
critica dicendo: «Secondo gli insegnamenti di Fa-yun, il Sutra Kegon è al primo
posto, il Sutra del Nirvana al secondo e il Sutra del Loto al terzo. In quale sutra si
trova la prova di ciò? Indicatemi un brano che lo dimostri in modo chiaro e sicuro».
A queste parole, tutti gli altri monaci chinarono la testa ed impallidirono,
incapaci di replicare.
Egli continuò a incalzarli dicendo: «Nel Sutra Muryogi, il Budda dice di aver poi
predicato le dodici sezioni dei Sutra Hodo49, il Sutra Makahannya50 e il Sutra Kegon
derivato dalla "meditazione sul riflesso nel mare"51. Il Budda stesso citò il nome del
Sutra Kegon e lo rinnegò dicendo che prima del Sutra Muryogi non aveva ancora
rivelato la verità. Se il Sutra Kegon è criticato nel Sutra Muryogi che è inferiore al
Sutra del Loto, come si può ritenere che sia il più elevato di tutta la predicazione del
Budda? Signori, se volete essere leali verso i vostri maestri, difendete le loro dottrine
indicando un brano delle scritture che sconfessi e annulli il brano citato [nel Sutra
Muryogi].
«Inoltre, quale brano delle scritture sostiene che il Sutra del Nirvana è
superiore al Sutra del Loto? Nel quattordicesimo volume del sutra del Nirvana si
discute sui meriti di questo sutra rispetto ai sutra dei periodi Kegon, Agon, Hodo e
Hannya, ma non vi è alcun cenno ai suoi meriti rispetto al Sutra del Loto. Nel nono
volume dello stesso sutra sono
===
49. Dodici divisioni dei Sutra Hodo: termine generico por indicare i sutra esposti durante il
periodo Hodo, il terzo dei cinque periodi. In generale, questi sutra refutano l'attaccamento alle dottrine
hinayana.
50. Sutra Makahannya: si riferisce al Makahannya haramitsu kyo, traduzione di Kumarajiva di
uno dei maggiori Sutra Hannya (Sanscr. Prajna) o Sutra della Saggezza.
51. Meditazione del riflesso nel mare: un tipo di meditazione esposto nel Sutra Kegon. In questa
meditazione tutti i fenomeni delle tre esistenze appaiono con chiarezza nella mente, come tutte le cose
si riflettono chiaramente sulla calma superficie del mare.
134
chiariti i rispettivi meriti del Sutra del Nirvana e del Sutra del Loto: "Quando questo
Sutra [del Nirvana] fu esposto, gli ottomila discepoli shomon avevano giù ricevuto
nel Sutra del Loto la predizione della futura Illuminazione. Questa predizione era
come un grande raccolto: conclusa la mietitura autunnale e immagazzinate le messi
per l'inverno, non rimaneva più nulla da fare (a parte raccogliere qualche spiga)".
Questo brano chiaramente paragona tutti i vari sutra al lavoro della primavera e
dell'estate, mentre il Sutra del Nirvana e il Sutra del Loto sono la maturazione dei
frutti. Tuttavia, il Sutra del Loto è definito come il raccolto autunnale e la
conservazione invernale, il Sutra del Nirvana come la spigolatura tra la fine
dell'autunno e l'inizio dell'inverno. In questo brano, il Sutra del Nirvana riconosce la
sua inferiorità rispetto al Sutra del Loto. Le parole del Sutra del Loto "predicati nel
passato, presente e futuro", stabiliscono che il Sutra del Loto è superiore non solo ai
sutra predicati precedentemente, ma anche ai sutra che avrebbe predicato in seguito.
«Se il Signore della dottrina, il Budda Shakyamuni, lo enunciò esplicitamente,
come si può dubitarne? Tuttavia, preoccupato dei dubbi che sarebbero potuti
sorgere dopo la sua scomparsa, chiamò a testimone il Budda Taho della Terra dei
Puri tesori. Il Budda Taho emerse dalla terra e testimoniò: "Tutto ciò che hai esposto
nel Sutra del Loto è la verità"52. Inoltre tutti i Budda del corpo frazionato delle dieci
direzioni si radunarono ed estesero le loro lunghe e larghe lingue fino a raggiungere
il Cielo di Brahma, come aveva fatto il Signore della dottrina Shakyamuni.
«Quindi il Budda Taho tornò alla Terra dei Puri tesori e i vari Budda tornarono
alle rispettive terre nelle dieci direzioni. Poi, quando né Taho né i Budda del corpo
frazionato
===
52. Sutra del Loto, cap. 11.
135
erano presenti, il Signore della dottrina predicò il Sutra del Nirvana. Se avesse detto
che il Sutra del Nirvana era superiore al Sutra del Loto, i suoi discepoli avrebbero
potuto credergli?»
Questa fu la confutazione di Chih-i. Fu come la brillante luce del sole e della
luna che abbagliò gli occhi dell'asura53, come la spada del re di Han54 puntata al collo
dei suoi baroni: i suoi avversari chiusero gli occhi e chinarono la testa. L'aspetto del
Gran Maestro T'ien-t'ai era quello di un leone che ruggisce alle volpi e ai conigli, o di
un'aquila che piomba sui colombi e sui fagiani.
Di conseguenza, la nozione che il Sutra del Loto è superiore al Sutra Kegon e al
Sutra del Nirvana non solo si diffuse in tutta la Cina, ma giunse anche nelle cinque
regioni dell'India55. In India, dove i trattati hinayana e mahayana non erano superiori
alle dottrine del Gran Maestro Chih-i, la gente lo elogiò chiedendosi se non fosse
riapparso il Signore Shakyamuni e se il Buddismo non fosse sorto una seconda volta.
A suo tempo anche il Gran Maestro T'ien-t'ai morì e alle dinastie Ch'en e Sui
successe la dinastia T'ang. Poi anche il Gran Maestro Chiang-an morì e lo studio del
Buddismo di T'ien-t'ai fu quasi abbandonato. Al tempo dell'imperatore T'ai-tsung56,
l'Erudito Hsuan-tsang si recò in India nel terzo anno dell'era Chen-kuan (629) e
ritornò nel diciannovesimo anno della stessa era (645). Egli condusse un
approfondito
===
53. Si dice che il re degli asura sia stato accecato dalla luce del sole e
della luna quando cercò di combattere contro il dio Taishaku.
54. Re di Han: Liu Pang (247-195 a.C.), fondatore della dinastia Han anteriore.
55. Cinque regioni dell'India: regioni orientale, occidentale, meridionale, settentrionale e centrale.
Il termine indicava tutta l'India.
56. T'ai-tsung (598-649): secondo imperatore della dinastia T'ang.
136
studio del Buddismo indiano e introdusse in Cina la scuola Hosso. Questa scuola e la
scuola T'ien-t'ai differiscono come l'acqua e il fuoco. Egli portò con sé il Sutra
Jimmitsu57 e i trattati Yuga ron58 e Yuishiki ron,59 sconosciuti a T'ien-t'ai, e sostenne
che, sebbene il Sutra del Loto sia superiore agli altri sutra, è però inferiore al Sutra
Jimmitsu. Poiché T'ien-t'ai non lo aveva mai letto, i suoi successori, dotati di scarsa
saggezza, pensarono che fosse così.
Inoltre, l'imperatore T'ai-tsung fu un saggio governante, ma ripose una fede
straordinaria nell'insegnamento di Hsuan-tsang, per cui anche coloro che avrebbero
voluto protestare, come spesso accade, ebbero soggezione dell'autorità e nessuno
parlò. Purtroppo, Hsuan-tsang mise da parte il Sutra del Loto e sostenne la dottrina
che "I tre veicoli sono la verità, l'unico veicolo è solo un espediente"60 e la dottrina
delle "cinque nature"61. Benché provenissero dall'India
===
57. Sutra Jimmitsu: .sutra in cinque fascicoli tradotto in cinese da Hsuan-tsang. È il testo
principale della setta Hosso. Si occupa, fra l'altro, delle caratteristiche dei dharma e della coscienza
alaya .
58. Yuga ron: abbreviazione del Yugashiji ron (Trattato sugli stadi della pratica Yoga), opera
attribuita a Maitreya o Asanga, tradotta in cinese da Hsuan-tsang.
59. Yuishiki ron: Joyuishiki ron, commentario sul Yuishiki sanju ju di Vasubandhu, scritto da
Dharmapala (530-561), eminente studioso della "Sola coscienza", e tradotto in cinese da Hsuan-tsang.
60. Unico veicolo: l'insegnamento esposto nel Sutra del Loto. Il Sutra del Loto insegna che i tre
veicoli di Studio, Parziale Illuminazione e bodhisattva non sono lo scopo della pratica, come veniva
insegnato prima, ma in realtà sono mezzi per condurre all'Unico veicolo, il veicolo del Budda, che
comprende ed esalta gli insegnamenti dei tre veicoli. Di contro, la scuola Hosso afferma che gli
insegnamenti buddisti devono essere in accordo con le capacità della gente. In altre parole, per le
persone che hanno la capacità di comprendere i Tre veicoli, questi rappresentano il vero insegnamento,
mentre l'Unico veicolo non è altro che un mezzo.
61. Cinque nature: dottrina della setta Hosso che divide gli esseri umani in cinque gruppi a
seconda della loro innata e immutabile capacità religiosa. I primi tre sono quelli predestinati al mondo
di Studio, Illuminazione parziale e Bodhisattva. Il quarto, il gruppo indeterminato, possiede due o più
delle suddette tre nature, e non è stabilito in precedenza quale si svilupperà. Il quinto è il gruppo a cui è
negata l'Illuminazione e che deve trasmigrare attraverso i sei sentieri per tutta l'eternità. Secondo questa
dottrina, basata sui Sutra Ryoga e Jimmitsu, solo quelli predestinati al mondo di Bodhisattva ed alcuni
del gruppo indeterminato, possono aspirare alla Buddità.
137
(la patria del Buddismo), fu come se fossero state introdotte in Cina dottrine indiane
non buddiste. Dicendo che il Sutra del Loto è un espediente (hoben) e che il Sutra
Jimmitsu è la verità, egli ignorava e vanificava le testimonianze di Shakyamuni, di
Taho e di tutti i Budda delle dieci direzioni. Hsuan-tsang e Tz'u-en furono invece
considerati dei Budda viventi.
In seguito, durante il regno dell'imperatrice Wu62, quando fu introdotta una
nuova versione63 del Sutra Kegon, il Maestro del Dharma Fa-tsang64, per sfogare il
suo sdegno per le critiche del Gran Maestro T'ien-ta'i al Sutra Kegon, utilizzò la
nuova versione per integrare la vecchia versione criticata da T'ien-t'ai e fondò la
scuola Kegon. Questa scuola sosteneva che le dottrine del Sutra Kegon sono la
radice, quelle del Sutra del Loto sono i rami.
In conclusione, i maestri della Cina settentrionale e meridionale, avevano messo al
primo posto il Sutra Kegon, al secondo il Sutra del Nirvana, al terzo il Sutra del Loto.
T'ien-t'ai
===
62. Wu (624-705): chiamata anche Tse-t'ien. Inizialmente fu la concubina di T'ai-tsung, secondo
imperatore della dinastia T'ang, e in seguito la moglie del terzo imperatore Kao-tsung. Era già alla guida
del governo mollo tempo prima di salire al trono nel 690.
63. Fa-tsang (643-712): terzo patriarca della scuola Kegon in Cina. Viene spesso considerato come
il fondatore della scuola poiché contribuì grandemente alla sistematizzazione della dottrina Kegon.
Imparò gli insegnamenti Kegon da Chih-yen, e si dice che abbia tenuto delle lezioni sul Sutra Kegon
dietro richiesta dell'imperatrice Wu.
64. Nuova versione del Sutra Kegon. gli ottanta fascicoli del Sutra Agon tradotti da Shikshananda
durante la dinastia T'ang.
138
aveva classificato primo il Sutra del Loto, secondo il Sutra del Nirvana e terzo il Sutra
Kegon, mentre adesso la scuola Kegon sosteneva che il Sutra Kegon era il primo, il
Sutra del Loto il secondo e il Sutra del Nirvana il terzo.
Più tardi, durante il regno dell'imperatore Hsuan-tsung, l'Erudito Shan-wu-wei
introdusse dall'India il Sutra Dainichi e il Sutra Soshitsuji; mentre l'Erudito
Chin-kang-chih introdusse il Sutra Kongocho65. Inoltre quest'ultimo aveva un
discepolo, l'Erudito Pu-k'ung. Questi tre uomini erano indiani che, oltre a provenire
da insigni famiglie, erano diversi dai monaci cinesi anche per carattere. Le loro
dottrine includevano i mudra e i mantra66 dei quali, dall'introduzione del Buddismo
in Cina nella dinastia Han posteriore fino ad allora, nessuno aveva sentito parlare.
Perciò l'imperatore chinò la testa e i cittadini giunsero le mani.
Questi uomini sostenevano che la questione della superiorità relativa dei vari
Sutra, Kegon, Jimmitsu, Hannya, del Nirvana e del Loto, riguarda gli insegnamenti
essoterici che fanno parte della predicazione del Budda Shakyamuni, mentre il Sutra
Dainichi ora introdotto, rappresenta le affermazioni supreme del Re del Dharma
Dainichi (Mahavairochana): gli altri Sutra sono le innumerevoli parole dei comuni
cittadini, questo sutra è l'unica parola del Figlio del cielo. I Sutra Kegon o del
Nirvana non possono giungere all'altezza del Sutra Dainichi neanche con una scala.
Solo il Sutra del
===
65. Sutra Kongocho: una delle principali scritture del Buddismo esoterico, insieme al Sutra
Dainichi e al Sutra Soshitsuji.
66. Mudra e mantra: elementi rituali del culto Shingon. I mudra, o sigilli, sono particolari
atteggiamenti delle mani e delle dita, che simboleggiano l'Illuminazione e i voti dei Budda e dei
bodhisattva. I mantra sono formule che consistono di parole o sillabe segrete che si dice abbiano mistici
poteri. Il buddismo esoterico Shingon considera i mudra e i mantra un mezzo per realizzare l'unione col
Budda Dainichi (sanscr. Mahavairochana).
139
Loto ha una certa somiglianza con il Sutra Dainichi. Tuttavia, il Sutra del Loto
predicato dal Budda Shakyamuni è semplicemente la verità esposta da un cittadino,
mentre il Sutra Dainichi è la verità esposta dal Figlio del cielo: benché le parole siano
simili, le personalità di chi le pronunciò differiscono come le nuvole del cielo e il
fango della terra. È come il riflesso della luna nell'acqua torbida o nell'acqua limpida:
entrambe sono immagini della luna, la differenza sta nella torbidità o limpidezza
dell'acqua.
Nessuno mise in discussione queste asserzioni e tutte le altre scuole si
piegarono e si sottomisero alla scuola Shingon.
Dopo la scomparsa di Shan-wu-wei e di Chin-kang-chih, l'Erudito Pu-k'ung fece
un viaggio in India e ne riportò il trattato intitolato Bodaishin ron67 che accrebbe
ancora di più l'influenza della scuola Shingon.
Tuttavia apparve un prete, il Gran Maestro Miao-lo, il quale visse più di
duecento anni dopo il Gran Maestro T'ien-t'ai, ma che, essendo un uomo di
straordinaria saggezza, aveva una chiara comprensione dei suoi insegnamenti.
Comprendendo il vero significato delle interpretazioni di T'ien- t'ai, sapeva che il
sutra del Loto è superiore al Sutra Jimmitsu della scuola Hosso, introdotto in Cina
dopo il tempo di T'ien-t'ai, ed anche al Sutra Dainichi rifila scuola Shingon, le due
nuove scuole fondate in Cina. Ma i successori di
===
67. Bodaishin-ron: "Trattato sulla mente che aspira all'Illuminazione", tradizionalmente
attribuito a Nagarjuna e tradotto in cinese da Pu-k'ung. Dato che contiene vari brani che sono in
contraddizione con il pensiero espresso da Nagarjuna in altre opere, molti, e anche il Daishonin, ritengono che sia stato scritto da Pu-k'ung il quale ne avrebbe attribuito la paternità a Nagarjuna per
conferirgli maggiore autorità. È spesso citato da Kobo per sostenere la superiorità degli insegnamenti
esoterici della Shingon.
140
T'ien-t'ai, o per mancanza di saggezza, o per paura degli altri, o per soggezione
dell'autorità del sovrano, non avevano parlato. Pensando che la corretta dottrina di
T'ien-t'ai stesse ormai per scomparire e che gli errori delle dottrine dominanti
fossero peggiori di quelli diffusi nella Cina settentrionale e meridionale prima delle
dinastie Ch'en e Sui, Miao-lo compilò dei commentari in trenta volumi delle opere di
T'ien-t'ai, cioè il Guketsu, lo Shakusen e lo Shoki68. Questi trenta volumi, non solo
servirono a eliminare le ripetizioni e a chiarire i punti oscuri degli scritti originali ma
anche a refutare le scuole Hosso, Kegon e Shingon che erano sfuggite alla critica del
Gran Maestro T'ien-t'ai perché ai suoi tempi non esistevano.
Venendo al Giappone, sotto il trentesimo sovrano, l'imperatore Kimmei69, il
tredicesimo giorno del decimo mese del tredicesimo anno del suo regno (552), segno
ciclico mizunoe-saru, furono portate in Giappone dal regno coreano di Paekche le
scritture buddiste e una statua di Shakyamuni. Durante il regno dell'imperatore
Yomei, il principe Shotoku70 iniziò lo studio del Buddismo. Egli inviò in Cina il
funzionario di corte Wake no Imoko perché gli riportasse la
===
68. Abbreviazioni di Maka shikan bugyoden guketsu shakusen, di Hokke gengi shakusen e di
Hokke mongu ki, commentari di Miao-lo sulle tre principali opere di T’en-t'ai.
69. Kimmei, viene ora considerato il ventinovesimo imperatore perché l'imperatrice Jinku
(quindicesima sovrana, m. 296) non viene più annoverata nella dinastia imperiale.
70. Shotoku (574-622): secondogenito del trentunesimo imperatore Yomei e reggente
dell'imperatrice Suiko, è famoso per aver applicato lo spirito del Buddismo al governo. Nel 604 promulgò
una "Costituzione in ventisette articoli" e allacciò relazioni diplomatiche con la dinastia Sui in Cina
inviando Wake no Imoko come ambasciatore. Venerò in particolare il Sutra del Loto e i Sutra
Vimalakirti e Shrimala dei quali avrebbe scritto dei commentari.
141
copia del Sutra del Loto in un volume appartenutagli in una vita precedente71, e
decise di proteggere il sutra. Più tardi, durante il regno del trentasettesimo sovrano,
l'imperatore Kotoku, vennero introdotte le sette Sanron, Kegon, Hosso, Kusha e
Jojitsu e, durante il regno del quarantacinquesimo sovrano, l'imperatore Shomu, fu
introdotta la setta Ritsu, per un totale di sei sette. Ma nei centoventi anni che vanno
dal regno dell'imperatore Kotoku a quello dell'imperatore Kammu, durante il quale
regnarono quattordici sovrani, le sette Shingon e Tendai non erano state ancora
introdotte.
Durante il regno dell'imperatore Kammu, visse un giovane prete chiamato
Saicho, discepolo di Gyohyo72, amministratore dei monaci del tempio
Yamashina-dera. Egli studiò a fondo le sei sette, a cominciare dalla Hosso, ma
sentiva di non aver ancora raggiunto una perfetta comprensione del Buddismo,
quando lesse un commentario sul Kishin ron73 scritto dal Maestro del Dharma
Fa-tsang della scuola Kegon, nel quale c'erano citazioni degli scritti del Gran Maestro
T'ien-t'ai. Questi scritti parvero molto significativi a Saicho, ma egli non sapeva
nemmeno se fossero stati introdotti in Giappone. Quando chiese informazioni,
qualcuno gli disse che un prete di nome Ganjin74 del tempio Lung-hsing-ssu a
===
71. Questo episodio è narrato nel Genko shakusho, una storia del Buddismo in Giappone, scritta
da Kokan Shiren (1278-1346), prete della setta Zen Rinzai. La tradizione vuole che in una vita precedente
Shotoku fosse Nan-yueh, maestro di T'ien-t'ai.
72. Gyohyo (722-797): prete della setta Sanron, che ricevette gli ordini al tempio Yamashina-dera.
Divenne rettore del tempio Sofuku-ji nella provincia di Omi e poi fu nominato dall'imperatore Maestro
provinciale. Nel 778 officiò la cerimonia di ordinazione di Dengyo.
73. Kishin ron, abbreviazione di Daijo kishin ron (Risveglio alla fede nel Mahayana). Opera
attribuita tradizionalmente ad Ashvaghosha, nella quale sono esposte le principali dottrine mahayana.
74. Ganjin (688-763): (Chin Chien-chen) prete cinese della dinastia T'ang, fondatore della setta
Ritsu in Giappone. Studiò le dottrine Tien-t'ai e Lu (giap. Ritsu) nelle opere di Lo-yang e Ch'ang-an.
L'imperatore Shomi lo invitò in Giappone per insegnare i precetti ai preti e alle monache, ma per una
serie di contrattempi la sua partenza fu rimandata di undici anni. Arrivato finalmente in Giappone nel
753, l'anno successivo istituì il santuario per l'ordinazione al tempio Todai-ji e conferì i precetti
all'imperatore e ad altre quattrocento persone. Ottenne il titolo postumo di Gran Maestro Kakai (che ha
attraversato il mare).
142
Yang-chou in Cina, aveva studiato gli insegnamenti di T'ien-t'ai ed era stato
discepolo del Maestro di disciplina Tao-hsien; venuto in Giappone nella seconda
metà dell'era Tempyo-Shoho (753), Ganjin aveva diffuso i precetti hinayana, ma,
benché avesse portato con sé le opere di T'ien-t'ai, non le aveva propagate. Questo
era avvenuto, disse a Saicho, durante il regno del quarantacinquesimo sovrano,
l'imperatore Shomu.
Quando Saicho chiese di poter vedere questi scritti, gli fu concesso di
consultarli. Ad una prima lettura, ebbe l'impressione di risvegliarsi da tutte le
illusioni di nascita e morte e, quando esaminò le dottrine delle sei sette alla luce di
questi scritti, risultò evidente che ogni setta era in errore. Immediatamente fece il
voto [di fare qualcosa] pensando: «Dato che tutti i giapponesi sono diventati patroni
di coloro che offendono la Legge, sicuramente la nazione cadrà nel caos». Ma
quando criticò le sei sette, i maggiori studiosi delle sei sette e dei sette templi di
Nara75 insorsero e si riversarono nella capitale provocando un grande subbuglio nella
nazione.
Tutti gli uomini delle sei sette e dei sette templi erano pieni di animosità verso
Saicho, ma il diciannove del primo mese del ventunesimo anno dell'era Enryaku
(802), l'imperatore Kammu si recò al tempio Takao-dera e vi convocò quattordici
eminenti preti per dibattere con Saicho: Zengi, Shoyu, Hoki, Chonin, Kengyoku,
Ampuku, Gonso, Shuen,
===
75. Sette maggiori templi di Nara: Todai-ji, Kofuku-ji, Gango-ji, Daian-ji, Yakushi-ji, Saidai-ji e
Horyu-ji.
143
Jiko, Gen'yo, Saiko, Dosho, Kosho e Kambin. Questi preti della Kegon, Sanron, Hosso
e di altre sette esposero gli insegnamenti dei fondatori delle rispettive scuole
esattamente come li avevano appresi. Saicho prese nota di ogni singolo punto e lo
confutò alla luce del Sutra del Loto, dei trattati di T'ien-t'ai, di altri sutra e
commentari. I suoi avversari non riuscirono a controbattere, le loro bocche furono
incapaci di pronunciare una singola parola.
L'imperatore sbalordito interrogò minuziosamente Saicho su vari argomenti,
quindi emise un editto in cui criticava i quattordici preti. Questi a loro volta
presentarono una dichiarazione di sottomissione e di scusa in cui scrissero: «Noi,
studiosi dei sette templi e delle sei sette ... abbiamo compreso per la prima volta la
verità fondamentale» e inoltre: «Nei più di duecento anni da quando il principe
Shotoku propagò il buddismo fino ad oggi, sono state date spiegazioni su un gran
numero di sutra e trattati e si è dibattuto sui vari principi, ma rimanevano ancora
molti dubbi da rimuovere. Inoltre la perfetta e nobile dottrina [dei Sutra del Loto]
non era stata ancora spiegata correttamente». E proseguirono: «Ora, finalmente, la
disputa che si è protratta per lungo tempo fra le sette Sanron e Hosso si è risolta
facilmente come il ghiaccio che si scioglie. Si è fatta luce sulla verità come se le
nuvole e la nebbia si fossero diradate per rivelare la luce del sole, della luna e delle
stelle».
Saicho, valutando le dottrine dei quattordici preti, disse: «Ognuno di voi
insegna l'unico insegnamento [della propria scuola] e, benché facciate risuonare il
tamburo della Legge nelle profonde vallate, sia chi parla sia chi ascolta continua a
smarrirsi nel sentiero dei tre veicoli. Benché voi sventoliate da alte vette il vessillo
della dottrina e benché maestri e discepoli si siano liberati dai vincoli del triplice
mondo, persistete nella strada dell'Illuminazione che richiede innumerevoli kalpa e
non riconoscete il grande carro tirato dal bue
144
bianco fuori del cancello76. Come potrete mai raggiungere il primo stadio di
sicurezza77 e ottenere l'Illuminazione in questo mondo simile a una casa in fiamme?»
Due funzionari di corte, Wake no Hiroyo e il fratello minore Matsuna78, dissero:
«Nan-yueh ha fatto conoscere la mistica legge del Picco dell'Aquila e T'ien-t'ai ha
aperto la strada della meravigliosa Illuminazione del monte Ta-su79. Deploriamo che
l'Unico veicolo [del Loto] sia ostacolato dagli insegnamenti provvisori e ci rattrista
che le tre verità80 non siano state ancora rivelate».
I quattordici preti commentarono: «Grazie a legami karmici, Zengi e tutti noi
abbiamo avuto la grande fortuna di poter ascoltare queste straordinarie parole. Se
non fosse stato
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76. Riferimento alla parabola della casa in fiamme del capitolo Hiyu (terzo) del Sutra del Loto. Un
ricco signore per convincere i figli che erano tutti assorti nei loro giochi ad abbandonare la casa che
stava bruciando, dice loro che fuori della porta c'erano i tre carri che avevano desiderato: uno tirato da
una pecora, uno da un cervo ed un altro da un bue. Ma quando escono dalla casa, egli dà loro un carro
molto più bello tirato da un grande bue bianco. L'uomo ricco rappresenta il Budda, la casa in fiamme
questo mondo di saha; tutti i suoi figli l'umanità. I tre tipi di carri sono i tre veicoli di Studio,
Illuminazione parziale e Bodhisattva, il grande carro tirato dal bue bianco è l'unico veicolo del Sutra del
Loto.
77. Primo stadio della sicurezza: undicesimo dei cinquantadue stadi della pratica dei bodhisattva,
in cui si risveglia l'aspirazione all'Illuminazione. È lo stadio della non-regressione: chi ha raggiunto
questo stadio non può più retrocedere nel cammino verso l'Illuminazione.
78. Wake no Hiroyo e il fratello minore Matsuna: due figli del funzionario di Corte del periodo
Heian (794-1185). Nell'802, su comando dell'imperatore, radunarono sul monte Takao quattordici
autorevoli preti dei sette templi di Nara per un dibattito con Dengyo. In seguito sostennero Dengyo nella
fondazione delle setta Tendai.
79. Ta-su: il monte su cui si trovava il monastero P'u-hsien dove T'ien- t'ai studiò sotto la guida di
Nan-yueh e dove si risvegliò alla verità del Sutra del Loto meditando sul capitolo Yakuo (ventitreesimo).
Per questo motivo fu considerato una reincarnazione del bodhisattva Yakuo.
80. Unificazione delle Tre verità: principio esposto da T'ien-t'ai, che integra le Tre verità di ku, ke e
chu in un tutto unico, in quanto ognuna contiene le altre due.
145
per profondi legami karmici, come avremmo potuto nascere in questa sacra epoca?»
Questi quattordici preti avevano trasmesso nel passato gli insegnamenti dei vari
patriarchi cinesi e giapponesi delle proprie sette, Fa-tsang e Shinjo81 della setta
Kegon, Chia-hsiang e Kanroku82 della setta Sanron, Tz'u-en e Dosho83 della setta
Hosso, o Tao-hsuan84 e Ganjin della setta Ritsu. Perciò, benché il recipiente che
conteneva l'acqua della dottrina fosse cambiato di generazione in generazione,
l'acqua era rimasta invariata. Ma ora questi quattordici uomini abbandonarono le
loro erronee dottrine e si convertirono al Sutra del Loto come insegnato da Dengyo.
Come è dunque possibile che dopo di loro qualcuno sostenga che i Sutra Kegon,
Hannya o Jimmitsu sono superiori al Sutra del Loto?
Quegli uomini avevano studiato anche le tre sette hinayana [Jojitsu, Kusha e
Ritsu], ma dopo che le tre sette mahayana [Kegon Sanron e Hosso] erano state
sconfitte nel dibattito, è inutile parlarne. Tuttavia oggi ci sono alcuni che, non
sapendo quanto accadde veramente, pensano che una o l'altra delle sei sette non sia
stata sconfitta. Essi sono come ciechi che non possono vedere il sole e la luna o come
sordi che non possono udire il rumore del tuono e perciò sono convinti che nel cielo
non ci siano né il sole né la luna e che non vi siano rumori nell'aria.
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81. Shinjo (in. 742): (coreano Sim-sang) nativo di Silla, si recò nella Cina T'ang dove studiò le
dottrine Kegon sotto la guida di Fa-tsang. Si recò quindi in Giappone dove fondò la setta Kegon.
82. Kanroku: (coreano Kwalluk) prete di Paekche. Nel 602 si recò in Giappone, visse nel tempio
Gango-ji di Nara e introdusse gli insegnamenti Sanron e Jojitsu, oltre a opere riguardanti il calendario,
l'astronomia e la geografia.
83. Dosho (629-700): nel 653 si recò in Cina e per otto anni studiò sotto la guida di Hsuan-tsang.
Tornato in Giappone fondò la setta Hosso.
84. Tao-hsuan (596-667): visse durante le dinastie Sui e T'ang e fondò il ramo Nan-shan della
setta cinese Ritsu.
146
Venendo ora alla setta Shingon, durante il regno del quarantaquattresimo
sovrano, l'imperatore Gensho, l'Erudito Shan-wu-wei portò il Sutra Dainichi in
Giappone, ma ritornò in Cina senza diffonderlo8'. Inoltre Gembo86 riportò dalla Cina
un commentario in quattordici volumi del Sutra Dainichi, il Dainichikyo gishaku,
come fece il precettore Tokusei del tempio Todai-ji. Il Gran Maestro Dengyo lesse
queste opere ma, avendo dei dubbi sui meriti rispettivi dei Sutra Dainichi e del Sutra
del Loto, il settimo mese del ventitreesimo anno dell'era Enryaku (804) si recò in
Cina dove incontrò i preti Tao-sui del tempio Hsi-ming-ssu e Hsing-man del tempio
Fo-lung-ssu, dai quali ricevette gli insegnamenti Shikan87 e i grandi precetti per la
perfetta e immediata Illuminazione. Incontrò anche il prete Shun-hsiao del tempio
Ling-kan-ssu, che gli trasmise gli insegnamenti Shingon e, nel sesto mese del
ventiquattresimo anno dell'era Enryaku (805), rientrò in Giappone. Fu ricevuto in
udienza dall'imperatore Kammu il quale emise un editto con il quale ordinava che gli
studiosi delle sei sette dovessero studiare gli insegnamenti Shikan e Shingon e
preservarli nei sette maggiori templi di Nara.
In Cina vi erano molte controversie su quale dei due insegnamenti, Shikan o
Shingon, fosse superiore, ma il Dainichi gishaku sostiene che, benché i principi siano
eguali, la pratica Shingon è superiore. Il Gran Maestro Dengyo capì che si trattava di
un errore dell'Erudito Shan-wu-wei e che il
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85. Il soggiorno di Shan-wu-wei in Giappone è menzionato nel Fuso ryakki di Koen, un prete del
Monte Hiei, e nel Genko shakusho di Kokan Shiren. Benché non vi fosse alcuna prova conclusiva del suo
viaggio in Giappone, ai tempi del Daishonin era una tradizione generalmente accettata.
86. Gembo (m. 746): prete della setta Hosso. Dopo vent'anni di studi in Cina, riportò in Giappone
immagini del Budda e più di cinquemila fascicoli di sutra, trattati e commentari buddisti.
87. Insegnamenti Shikan: sistema di meditazione di T'ien-t'ai. Shikan significa concentrazione e
comprensione.
147
Sutra Dainichi è inferiore al Sutra del Loto. Perciò non riconobbe alla Shingon il
titolo di setta, l'ottava setta, ma ne incorporò gli insegnamenti nella settima setta, la
setta Hokke88. Egli dichiarò che il Sutra Dainichi deve essere considerato un sutra
supplementare della setta Hokke-Tendai, classificandolo insieme ai Sutra Kegon,
Daibon hannya89 e del Nirvana.
Tuttavia, forse a causa delle dispute sorte sull'opportunità di istituire in
Giappone l'importante grande Santuario per il conferimento dei precetti mahayana
della perfetta e immediata Illuminazione. Il Gran Maestro Dengyo non dette suoi
discepoli chiare istruzioni sulla relativa superiorità dell'insegnamento Shingon e
Tendai. Ma nel suo scritto Ebyo shu90 afferma che la scuola Shingon aveva rubato le
corrette dottrine della scuola Hokke-Tendai e le aveva incorporate nel Sutra
Dainichi, dichiarando quindi che i principi delle due scuole sono eguali. Così facendo
la scuola Shingon si era in sostanza sottomessa alla scuola Tendai.
Per di più, dopo la morte di Shan-wu-wei e di Chin-kang-chih, l'Erudito
Pu-k'ung si recò in India dove incontrò il bodhisattva Nagabodhi.91 Questi lo informò
che in India non esistevano trattati o commentari che chiarissero l'intento del Budda
ma che in Cina esisteva un commentario scritto da un uomo chiamato T'ien-t'ai, che
permetteva di distinguere gli insegnamenti corretti da quelli errati, gli insegnamenti
===
88. Setta Hokke: altro nome della setta Tendai. Hokke è il Sutra del Loto.
89. Sutra Daibon hannya: uno dei Sutra Hannya, che espone la dottrina della saggezza e della
non-sostanzialità (Ku) di tutti i fenomeni.
90. Ebyo shu: trattato in tredici capitoli scritto da Dengyo nell'813, in cui si refutano gli errori
delle sette Shingon, Kegon, Sanron Hosso e altre, dimostrando come gli studiosi cinesi si basassero sulle
dottrine di T'ien-t'ai.
91. Nagabodhi (datazione incerta): nativo dell'India meridionale e quarto nella linea di
trasmissione dell'insegnamento esoterico della setta Shingon. Si dice che avesse ricevuto l'insegnamento
esoterico da Nagarjuna e che lo avesse trasmesso a Chih-kang-chih.
148
perfetti da quelli parziali, e lo pregò calorosamente di inviare in India una copia del
trattato. Questo episodio riferito al Gran Maestro Miao-lo da Han-kuang, un
discepolo di Puk'ung, è riportato alla fine del decimo capitolo dello Hokke mongu ki
e nell'Ebyo shu.
Da ciò risulta evidente che il Gran Maestro Dengyo credeva che il Sutra
Dainichi fosse inferiore al Sutra del Loto. Pertanto, è chiaro che il Budda Shakyamuni
e i Grandi Maestri T'ien-t'ai, Miao-lo e Dengyo erano unanimi nel considerare il
Sutra del Loto superiore a tutti gli altri sutra, compreso il Sutra Dainichi. Anche il
bodhisattva Nagarjuna, considerato il fondatore della scuola Shingon, era dello
stesso avviso, come risulta chiaramente se si esamina attentamente il Daichido ron.
Ma tutta la gente, ingannata dagli errori contenuti nel Bodaishin ron di Pu-k'ung, è
confusa su questo punto.
Veniamo ora al discepolo di Gonso92, rettore di Iwabuchi, Kukai, noto poi come
il Gran Maestro Kobo. Nel dodicesimo giorno del quinto mese del ventitreesimo
anno di Enryaku (804) egli partì per la Cina. In Cina il prete Hui-kuo93, discepolo in
terza generazione degli Eruditi Shan-wu-wei e Chin-kang-chih, gli trasmise i due
mandala94. Il Gran
===
92. Gonso (758-827): prete della setta Sanron. Gonso era uno dei preti dei sette templi di Nara
sconfitti nel dibattito con Dengyo nell'802.
93. Hui-kuo (746-805): prete della dinastia Tang e settimo patriarca del Buddismo esoterico. Fu
discepolo di Pu-k'ung.
94. I due mandala Shingon: il "mandala del mondo di diamante" e il "mandala del mondo della
matrice". Il primo, basato sul Sutra Kongocho raffigura il "mondo di diamante" che rappresenta la
saggezza del Budda Dainichi, saggezza paragonata alla durezza e purezza del diamante che sconfigge
tutti i desideri terreni e le illusioni. Il secondo mandala è basato sul Sutra Dainichi e rappresenta il
principio fondamentale dell'universo, cioè, il Corpo del dharma del Budda Dainichi. Si ritiene che il
Corpo del dharma dia origine a tutte le azioni compassionevoli proprio come l’utero genera e sviluppa la
vita.
149
Maestro Kobo rientrò in Giappone il ventiduesimo giorno del decimo mese del
secondo anno dell'era Daido (807).
L'imperatore Kammu era morto e adesso regnava l'imperatore Heizei. Kukai
ottenne udienza dall'imperatore Heizei che credette in lui e si convertì ai suoi
insegnamenti considerandoli superiori a tutti gli altri. Quando non molto tempo
dopo l'imperatore Heizei morì e salì al trono l'imperatore Saga, Kobo si ingraziò
anche Saga. Il Gran Maestro Dengyo morì il quarto giorno del sesto mese del
tredicesimo anno dell'era Konin (822) durante il regno dell'imperatore Saga. Dal
quattordicesimo anno della stessa era (823), il Gran Maestro Kobo divenne maestro
del sovrano, fondò la setta Shingon, fu nominato rettore del tempio Toji95 e fu
conosciuto come il "Prete Shingon". Così ebbe inizio la setta Shingon, l'ottava setta.
Giudicando i meriti di tutti i sutra predicati dal Budda, Kukai affermò che primo è il
Sutra Shingon Dainichi, secondo il Sutra Kegon, terzi i Sutra del Loto e del Nirvana;
che in confronto ai Sutra Agon, Hodo e Hannya, il Sutra del Loto è un sutra che
contiene la verità, ma è una dottrina infantile in confronto ai Sutra Kegon e Dainichi,
dichiarò che il Signore Shakyamuni, benché fosse un Budda, era ancora nella regione
dell'oscurità se confrontato al Budda Dainichi (Mahavairochana)94: quest'ultimo è
paragonabile all'imperatore, quello a uno barbaro sottomesso; disse che il Gran
Maestro T'ien-t'ai sostenendo che il burro raffinato97 è il Sutra del Loto,
===
95. To-ji: il tempio principale del ramo To-ji della setta Shingon, situato a Kyoto. Fu costruito
dall'imperatore Kammu nel 796 come tempio per la protezione della nazione e fu affidato a Kobo
dall'imperatore Saga, diventando da quel momento un centro per lo studio delle pratiche esoteriche
96. E’ citato nello Hizo hoyaku di Kobo.
97. Burro raffinato: o ghee, è l'ultimo dei cinque sapori (latte, crema, latte cagliato, burro e burro
raffinato), gli stadi del processo in cui il latte diviene burro raffinato. Il termine "burro raffinato" veniva
usato da T'ien-t'ai ed altri come metafora del Sutra del Loto, il più alto di tutti i sutra.
150
era un ladro che aveva rubato il burro raffinato della Shingon. Di conseguenza,
anche chi credeva che il Sutra del Loto fosse il sutra supremo, dopo aver ascoltato il
Gran Maestro Kobo, non lo considerò più degno di attenzione.
Lasciamo da parte le eresie dei brahmani indiani, ma le asserzioni di Kobo sono
peggiori di quelle delle scuole cinesi meridionali e settentrionali secondo le quali,
paragonato al sutra del Nirvana, il Sutra del Loto espone idee eretiche, e di quelle
della scuola Kegon secondo le quali, rispetto al Sutra Kegon, il Sutra del Loto è un
insegnamento secondario. Ciò richiama alla mente l'Arrogante Brahmano indiano
che per predicare le sue errate dottrine si era costruito un alto podio che poggiava
sulle statue di quattro divinità, Maheshvara, Narayana, Vishnu e il Budda
Shakyamuni.
Se il Gran Maestro Dengyo fosse stato in vita, avrebbe avuto sicuramente da
dire al riguardo. Come hanno potuto i suoi discepoli Gishin98, Encho99, Jikaku e
Chisho non nutrire dubbi sulla questione? Questa è stata una grande disgrazia per il
mondo!
Il Gran Maestro Jikaku nel quinto anno di Jowa (838) andò in Cina dove studiò
per dieci anni le dottrine Tendai e Shingon. A proposito della superiorità relativa dei
Sutra del Loto e Dainichi, otto maestri Shingon100, fra i quali Fa-ch'uan e Yuan-cheng,
gli insegnarono che i due sutra si equivalgono come principi, ma che il Sutra
Dainichi è superiore
===
98. Gishin (781-833): diretto successore di Dengyo e primo rettore dell'Enryaku-ji, il tempio
principale della setta Tendai. Quando Dengyo si recò in Cina nell'804, Gishin lo accompagnò come
interprete. Nell'827 fondò il santuario per l'ordinazione Mahayana sul monte Hiei, realizzando la
volontà di Dengyo.
99. Encho (772-8.37): prese i voti sotto Dengyo, e dopo la morte di Gishin fu nominato rettore
dell'Enryaku-ji dalla corte imperiale.
100. Otto maestri Shingon: oltre ai due preti citati nel testo, Tsung-jui, Ch’uan-ya, I-chen,
Pao-yueh, K'an e Wei-chin.
151
nella pratica, mentre Chih-yuan101, Kuang-hsiu102, Wei-Chuan103 e altri maestri della
scuola Tendai gli insegnarono che il Sutra Dainichi fa parte dei Sutra Hodo (inferiori
al Sutra del Loto).
Il decimo giorno del nono mese del tredicesimo anno di Jowa (846) Jikaku fece
ritorno in Giappone e il quattordicesimo giorno del sesto mese del primo anno di
Kajo (848) ottenne il permesso imperiale [di condurre le cerimonie d'iniziazione
Shingon]. Forse a causa delle difficoltà da lui incontrate, mentre era in Cina, nel
capire i rispettivi meriti del Sutra del Loto e del Sutra Dainichi, scrisse un
commentario in sette volumi sul Sutra Kongocho e un altro in sette volumi sul Sutra
Soshitsuji, in totale quattordici volumi. L'essenza di questi commentari è che i Sutra
Dainichi, Kongocho e Soshitsuji e il Sutra del Loto in definitiva espongono lo stesso
principio, ma che i tre Sutra Shingon sono superiori per la pratica dei mudra e dei
mantra. Questo concorda perfettamente con le opinioni espresse da Shan-wu-wei,
Chin-kang- chih e Pu-k'ung nei loro commentari sul Sutra Dainichi104.
Tuttavia, forse perché nutriva ancora dei dubbi, o perché, avendo chiarito i
propri dubbi, desiderava chiarire quelli degli altri, egli pose i quattordici volumi dei
suoi commentari davanti all'oggetto di culto e pregò: «Benché io li
===
101. Chih-yuan (768-844): prete della scuola Tendai durante la dinastia T'ang, visse nel tempio
Hua-yen-ssu sul monte Wu-t'ai.
102. Kuang-hsiu (771-843): ottavo patriarca della scuola Tendai in Cina. Fu discepolo di Tao-sui, il
maestro che insegnò le dottrine Tendai a De
103. Wei-chuan: uno dei principali discepoli di Kuang-hsiu.
104. Commentario del Sutra Dainichi: il Dainichikyo sho, raccolta delle lezioni di Shan-wu-wei sul
Sutra Dainichi compilato dal suo discepolo I-hsing. Poiché Chin-kang-chih e Pu-k'ung aderiscono alle
opinioni espresse da Shan-wu-wei in quest'opera, il Daishonin lo indica come il commentario di tutti e
tre i maestri Shingon.
152
abbia scritti, è difficile capire l'intento del Budda. Sono superiori i tre Sutra di
Dainichi o i tre Sutra del Loto105?» Mentre era concentrato in preghiera all'alba del
quinto giorno durante la quinta veglia106, ebbe improvvisamente un presagio: sognò
di afferrare una freccia e di scagliarla contro il sole alto nel cielo azzurro. La freccia
volò lontana nel cielo e colpì il sole che cominciò a precipitare. Stava quasi per
cadere sulla terra, quando Jikaku si svegliò. Soddisfatto, disse: «Ho fatto un sogno
davvero propizio. Gli scritti nei quali ho affermato che i sutra Shingon sono superiori
al Sutra del Loto sono in accordo col volere del Budda!». Ottenuto un editto
imperiale, propagò il suo insegnamento in tutto il Giappone. Ma l'editto promulgato
suonava così: «È stato finalmente stabilito che i principi dello Shikan di Tendai e le
dottrine della setta Shingon sono in perfetto accordo». Jikaku aveva pregato per
dimostrare che il Sutra del Loto era inferiore al Sutra Dainichi, invece l'editto
affermava che i due sutra erano uguali.
Il Gran Maestro Chisho da giovane fu discepolo del prete Gishin, del Gran
Maestro Enchi, di Kojo107 e di Jikaku. Studiò le dottrine essoteriche ed esoteriche
come venivano insegnate in Giappone. Tuttavia, probabilmente a causa dei dubbi
sulla superiorità della setta Tendai o della setta Shingon, decise di recarsi in Cina. Vi
arrivò nel secondo anno di
===
105. Due sutra: il Sutra Muryogi e il Sutra Fugen, l'introduzione e l'epilogo del Sutra del Loto.
Insieme al Sutra del Loto formano il così detto Triplice Sutra del Loto.
106. Quinta veglia: l'ora della Tigre (dalle 3 alle 5 del mattino).
107. Kojo (779-858): discepolo di Dengyo. Nell'822, sette giorni dopo la morte di Dengyo, ricevette
dall'imperatore il permesso di realizzare il santuario mahayana per l'ordinazione dei monaci sul monte
Hiei, voluto dal suo maestro. In seguito fu nominato sovrintendente del tempio Enryaku-ji.
153
Ninju (852)108 e studiò presso i preti Shingon Fa-Ch’uan e Yuan-Cheng. In linea
generale, questi insegnavano che il Sutra Dainichi è uguale al Sutra del Loto nella
teoria, ma superiore nella pratica, come sosteneva Jikaku. Chisho studiò anche sotto
la guida del prete Liang-hsu della scuola Tendai, il quale, riguardo ai rispettivi meriti
delle scuole Shingon e Tendai, gli insegnò che il Sutra Dainichi della scuola Shingon
non può reggere il confronto con il Sutra Kegon e con il Sutra del Loto.
Dopo aver trascorso sette anni in Cina, Chisho tornò in Giappone il giorno
diciassette di maggio del primo anno di Jogan (859)109. Nel suo commentario al Sutra
Dainichi intitolato Dainichikyo shiiki, Chisho afferma: «Il Sutra del Loto non può
competere (con il Sutra Dainichi), tanto meno le altre dottrine». Perciò in questo
commentario sostiene che il Sutra del Loto è inferiore al Sutra Dainichi. D'altra
parte, in un'altra opera, il Juketsu shu110, egli afferma: «Le dottrine Shingon e Zen ...
al massimo possono servire come una sorta di introduzione al Sutra Kegon, al Sutra
del Loto e al Sutra del Nirvana». Ribadisce inoltre il medesimo punto di vista nel
Fugenkyo ki e nello Hokke ron ki. Il ventinovesimo giorno, segno ciclico
mizunoe-saru, del mese di aprile dell'ottavo anno di Jogan, l'anno hinoe-inu (866),
venne emesso un editto imperiale che stabiliva: «Abbiamo appreso che le dottrine
delle due sette Shingon e Tendai meritano entrambe il titolo di "burro raffinato" del
Buddismo, sono ugualmente profonde e mistiche».
===
108. Il terzo anno di Ninju (853) è la data generalmente accettata del viaggio di Chisho in Cina.
109. Il sesto mese del secondo anno di Ten'an (858) è la data generalmente accettata.
110. Juketsu shu: raccolta degli insegnamenti orali impartiti a Chisho da Liang-hsu sul monte
T'ien-t'ai in Cina
154
Poi, il terzo giorno del sesto mese, un editto proclamò: «Fin da quando il Gran
Maestro Dengyo stabilì che le due discipline111 erano la pratica corretta della setta
Tendai, tutti i successivi patriarchi l'hanno seguita e trasmessa. Perché i loro
successori dovrebbero abbandonare questa antica tradizione? Eppure, noi sappiamo
che i preti del monte Hiei112 non fanno che discostarsi dagli insegnamenti del loro
maestro seguendo i propri pregiudizi e le proprie inclinazioni. Sembra che si
dedichino completamente alla propagazione delle dottrine di altre sette e non
facciano alcun tentativo per ripristinare le antiche discipline della setta Tendai.
«Nella strada ereditata dal loro maestro, non possono trascurare né gli
insegnamenti Shikan né quelli Shingon. Per trasmettere e propagare la dottrina, non
si dovrebbe essere preparati in entrambe le discipline? D'ora in avanti, solo chi avrà
una padronanza completa di tutti e due gli insegnamenti potrà essere designato
patriarca dell'Enryaku-ji. Questa sarà la regola per i tempi a venire».
Come abbiamo visto, questi due uomini, Jikaku e Chisho, erano discepoli di
Dengyo e di Gishin; inoltre si erano recati in Cina e là avevano incontrato maestri
eminenti delle scuole Tendai e Shingon. Eppure, a quanto pare, non riuscirono a
decidere circa i rispettivi meriti di queste due sette. A volte dichiararono che la
Shingon è superiore, a volte che lo è il Sutra del Loto, altre ancora affermarono che i
due sutra sono di pari valore per quanto riguarda la teoria, ma che la Shingon è
superiore per quanto riguarda la pratica. Intanto un editto ammoniva che chiunque
avesse cercato di discutere
===
111. Due pratiche: la meditazione Shikan della scuola Tendai e le pratiche basate principalmente
sul Dainichi kyo (sanscrito Mahavairochana sutra).
112. Hiei: il tempio Enryaku-ji situato sul monte Hiei, fra Kyoto e il lago Biwa.
155
ancora il rispettivo valore delle due sette, sarebbe stato giudicato colpevole di
violazione del decreto imperiale. Queste dichiarazioni di Jikaku e Chisho erano
chiaramente contraddittorie e sembra che anche i seguaci delle altre sette non vi
prestassero fede. Ciò nonostante, l'editto imperiale presentò l'eguaglianza delle due
sette come una dottrina del Gran Maestro Dengyo. Ma in quale opera di Dengyo si
trova un'affermazione del genere? È una questione da esaminare attentamente.
Per me, Nichiren, sfidare Jikaku e Chisho per dubbi riguardanti il Gran Maestro
Dengyo è come sfidare i propri genitori discutendo su chi sia maggiore d'età, o come
affrontare il dio del sole affermando di avere gli occhi più luminosi dei suoi.
Comunque, chi volesse difendere le opinioni di Jikaku e Chisho dovrebbe produrre
una chiara prova documentaria. Solo in questo modo può sperare di ottenere una
certa credibilità.
L'Erudito Hsuan-tsang era stato in India dove aveva visto una copia del
Daibibasha ron113, ma questo non gli risparmiò le critiche del Maestro del Dharma
Fa-pao114 che non era mai stato in India. L'Erudito Dharmaraksha115 ebbe modo di
vedere in India una copia del Sutra del Loto, ma ciò non
===
113. Daibibasha ron: Abidatsuma daibibasha ron, trattato hinayana in duecento fascicoli,
compilato nel Kashmir nel secondo secolo e tradotto in cinese da Hsuan-tsang.
114. Fa-pao: prete della dinastia T'ang, discepolo di Hsuan-tsang col quale collaborò alla
traduzione delle scritture. Si dice che in seguito abbia criticato la traduzione del Daibibasha ron di
Hsuan-tsang.
115. Dharmaraksha (231-308?): monaco di Tun-huang, che si recò in Cina ove tradusse varie
scritture fra le quali la più antica versione del Sutra del Loto, intitolata Sho Hokke kyo. In questa
versione il capitolo Zokurui è posto alla fine dei ventisette capitoli, mentre nella versione di Kumarajiva,
intitolata Myoho-renge-kyo, è il ventiduesimo capitolo.
156
impedì ad un uomo della Cina116 di notare che la collocazione del capitolo Zokurui
nella traduzione di Dharmaraksha era sbagliata, benché quest'uomo non avesse mai
visto il testo originale.
Così, benché Jikaku sia stato istruito personalmente dal Gran Maestro Dengyo e
Chisho abbia ricevuto la trasmissione orale da parte del prete Gishin, come si può
non dubitare di loro dal momento che distorcono gli scritti autentici dei loro
maestri? L'Ebyo shu di Dengyo è la più segreta delle sue opere. Nella prefazione egli
scrive: «La scuola del Buddismo Shingon, introdotta di recente in Giappone, ha
distorto gli insegnamenti ricevuti dai propri fondatori117, mentre la scuola Kegon,
introdotta in tempi più lontani, cerca di nascondere di essere stata influenzata dalle
dottrine di T'ien-t'ai118. La setta Sanron, attaccata al concetto di "vuoto"119,
dimenticando l'umiliazione di Chia-hsiang120, nasconde il fatto che egli fu persuaso
da Chang-an [ad abbracciare gli insegnamenti di T'ien-t'ai]. La setta Hosso, attaccata
al concetto di
===
116. Si riferisce a Miao-lo che nello Hokke mongu ki approvò la collocazione di Kumarajiva del
capitolo Zokurui.
117. Nel Dainichi kyo sho, raccolta delle lezioni di Shan-wu-wei sul Sutra Dainichi, I-hsing incluse
la dottrina ili ichinen sanzen di T'ien-t'ai, spiegandola come se appartenesse alle dottrine Shingon.
118. Fa-tsang classificò i sutra buddisti in cinque gruppi: Insegnamento Hinayana, Mahayana
elementare, Mahayana definitivo, improvviso e perfetto. È un sistema modellato sulla classificazione di
T'ien-t'ai.
119. Concetto di vuoto: la dottrina di ku, tradotto come vuoto, vacuità, latenza o
non-sostanzialità, secondo la quale niente esiste in modo indipendente. La setta Sanron sostiene la
non-sostanzialità dei dharma, cioè tutti i fenomeni dell'esistenza, avendo un'origine dipendente, sono
privi di una propria natura assoluta e immutabile. Delle Tre verità, ku, ke e chu, la Sanron mette in
evidenza solo la non-sostanzialità o ku.
120. Mentre teneva una lezione, Chia-hsiang fu criticato da Fa-sheng, uno studente diciassettenne
della scuola T'ien-t'ai.
157
esistenza121, nega che Chih-chou sia stato convertito agli insegnamenti della scuola
Tendai122 e che Liang-p'i si sia servito di quegli insegnamenti per interpretare il Sutra
Ninno123... Ora, con tutto il rispetto, ho scritto quest'opera in un volume intitolata
Ebyo shu, per offrirla ai saggi di tempi posteriori che condividono le mie opinioni. Il
periodo è quello del cinquantaduesimo sovrano del Giappone, nell'anno hinoe-saru
(816), il settimo dell'era Konin.124
Più avanti, nella stessa opera, egli scrive: «Un monaco eminente in India aveva
sentito dire che gli insegnamenti del prete T'ien-t'ai dell'era T'ang erano i più indicati
per distinguere le dottrine corrette da quelle errate ed espresse il desiderio di poterle
conoscere». Poi prosegue: «Questo non sta a significare che in India, il paese dove
ebbe origine, il buddismo è andato perduto e che ora lo si debba cercare nei paesi
vicini? Ma persino in Cina sono poche le persone che riconoscono la grandezza degli
insegnamenti di T'ien-t'ai. Essi sono come la gente di Lu»125.
L'opera, come risulta da questi brani, critica le sette Hosso, Sanron, Kegon e
Shingon. Se il Gran Maestro Dengyo avesse pensato che le sette Tendai e Shingon si
equivalevano, perché poi avrebbe criticato la seconda? Per di più, egli
===
121. La dottrina Hosso sostiene che tutti i dharma o fenomeni originano dalla coscienza alaya ed
hanno un'esistenza reale. Delle Tre verità, la Hosso mette in evidenza solo l'esistenza temporanea o ke.
122. Chih-chou (678-733): terzo patriarca della setta Hosso, visse a P'u-yang e scrisse un
commento del Sutra Bosatsu-kai, basato sulle dottrine di T'ien-t'ai.
123. Liang-p'i del tempio Ch'ing-lung-ssu interpretò il Sutra Ninno, il sutra conclusivo dei Sutra
Hannya, seguendo le annotazioni di T'ien-t'ai.
124. La traduzione è stata ampliata rispetto all'originale per chiarezza.
125. In realtà Dengyo cita nell’Ebyo shu un'osservazione fatta da Miao- lo nel decimo volume dello
Hokke mongu ki. Lu è la patria di Confucio e si dice che gli abitanti di Lu non si siano mai resi conto
della grandezza del loro concittadino.
158
paragona il patriarca Shingon Pu-k'ung e gli altri alla gente ignorante dello stato di
Lu. Se veramente egli approvava gli insegnamenti Shingon come erano stati
formulati da Shan-wu-wei, Chin-kang-chih e Pu-k'ung, perché poi parlò male di
questi uomini paragonandoli alla gente di Lu? E se gli insegnamenti Shingon
dell'India erano uguali o superiori agli insegnamenti della setta Tendai, perché allora
l'eminente monaco indiano interrogò Pu-k’ung su di essi, affermando che la vera
Legge era andata perduta in India?
In ogni caso questi due uomini, Jikaku e Chisho, mentre a parole affermavano
di essere discepoli del Gran Maestro Dengyo, in cuor loro non lo erano. Questo è il
motivo per cui Dengyo scrisse nella sua prefazione: «Ora, con tutto il rispetto, ho
scritto quest'opera in un volume intitolata Ebyo shu, per offrirla ai saggi di tempi
posteriori che condividono la mia opinione». Le parole "che condividono le mie
opinioni" significano "coloro che condividono la mia opinione che la setta Shingon è
inferiore alla setta Tendai".
Nell'editto imperiale citato, che lo stesso Jikaku aveva richiesto, si dice che essi
«non fanno altro che discostarsi dagli insegnamenti del loro maestro seguendo i
propri pregiudizi e le proprie inclinazioni». Si afferma inoltre: «Nella strada ereditata
dal loro maestro, non possono trascurare né gli insegnamenti Shikan né quelli
Shingon». Ma se accettiamo le parole dell'editto, furono proprio Jikaku e Chisho a
voltare le spalle al loro maestro Dengyo. È con grande preoccupazione che muovo
accuse di questo genere, ma, se non lo facessi, si continuerebbero a fraintendere,
come accade ora, i rispettivi meriti del Sutra Dainichi e del Sutra del Loto. Per questo
motivo rischio la vita portando avanti queste accuse.
È del tutto naturale che questi due uomini, Jikaku e Chisho, [essendo loro stessi
in errore], non osassero accusare il Gran Maestro Kobo di errori dottrinali. Invece di
andare fino in Cina, sprecando tante provviste e disturbando gli altri,
159
avrebbero dovuto studiare più attentamente e minuziosamente le dottrine del Gran
Maestro Dengyo che era il loro vero maestro!
Il buddismo del monte Hiei sopravvisse soltanto sotto il Gran Maestro Dengyo,
il prete Gishin ed il Gran Maestro Encho. Da allora in poi i patriarchi della setta
Tendai si trasformarono in patriarchi della setta Shingon. La zona continuò a
chiamarsi monte Tendai ma in realtà fu presieduta da un maestro Shingon.
Jikaku e Chisho contraddicono il brano del Sutra del Loto che riguarda tutti i sutra
predicati dal Budda "nel passato, presente e futuro". Avendo contraddetto questo
brano della scrittura, non sono da considerarsi i peggiori nemici di Shakyamuni, di
Taho e dei Budda delle dieci direzioni? Si potrebbe pensare che il Gran Maestro
Kobo sia stato il più grande nemico della Legge, ma l'errore di Jikaku e Chisho è
incomparabilmente più grave.
Quando un errore è così lontano dalla verità come l'acqua dal fuoco o il cielo
dalla terra, la gente non ci crederà e non lo accetterà. Le dottrine del Gran Maestro
Kobo, per esempio, erano così piene di errori che persino i suoi discepoli non le
accettarono. I seguaci di Kobo accettarono le sue disposizioni riguardanti la pratica e
il rituale, ma non poterono accettare le sue dottrine [riguardanti i rispettivi meriti
dei sutra]. Perciò, essi sostituirono queste dottrine con quelle di Shan-wu-wei,
Chin-kang-chih, Pu-k'ung, Jikaku e Chisho. E poiché Jikaku e Chisho sostengono che
le sette Shingon e Tendai sono identiche nella teoria, tutti credono che sia vero.
Per tali considerazioni, poiché la setta Shingon primeggia nei rituali dei mudra e dei
mantra, persino i preti della setta Tendai li adottano nella cerimonia di apertura
degli occhi di statue e dipinti buddisti. Così l'intero Giappone si converte alla setta
Shingon e la setta Tendai rimane senza un solo seguace.
160
Un monaco e una monaca, o un oggetto nero e un oggetto blu, sono simili: per
una persona dalla vista debole è facile confonderli l'uno con l'altro. Ma nemmeno
una persona dalla vista debole confonderebbe mai un prete con un laico, o un
oggetto bianco con un oggetto rosso. E tantomeno una persona con una buona vista.
Le dottrine di Jikaku e Chisho si possono confondere con la verità con la stessa
facilità con cui un monaco può confondersi con una monaca o un oggetto nero con
uno blu. Perciò, anche i saggi vengono tratti in inganno e gli ignoranti cadono in
errore. Come conseguenza, negli ultimi quattrocento e più anni, sul monte Hiei, nei
templi Onjo-ji126 e To-ji, a Nara, nelle cinque province127 che circondano la capitale,
nelle sette regioni confinanti e in definitiva nell'intero Giappone, tutti offendono la
Legge.
Nel quinto volume del Sutra del Loto, il Budda afferma: «Monjushiri, questo
Sutra del Loto è il tesoro segreto di tutti i Budda. È il supremo tra i sutra». Se
dobbiamo credere a questo brano della scrittura, il Sutra del Loto è la vera Legge che
dimora suprema sul Sutra Dainichi e su tutti gli altri innumerevoli sutra. In che
modo Shan-wu-wei, Chin-kang-chih, Pu-k'ung, Kobo, Jikaku e Chisho possono
interpretare questo brano del sutra conciliandolo con le loro convinzioni?
Inoltre, il settimo volume del Sutra del Loto afferma: «Colui che è in grado di
accettare e sostenere questo sutra, [diventerà come il sutra stesso:] sarà il primo tra
tutti gli esseri viventi»128. Stando a questo brano del sutra, il devoto del Sutra del
Loto è come il grande mare paragonato ai vari fiumi e
===
126. Onjo-ji: tempio principale della scuola Jimon della setta Tendai, situato ad Otsu. Conosciuto
anche come Mii-dera.
127. Cinque province: Yamashiro, Yamato, Kawachi, Izumi e Setsu.
128. Sutra del Loto, cap. 23»
161
affluenti, come il monte Sumeru tra le altre montagne, come il dio della luna tra la
miriade di stelle, come il grande dio del sole tra le altre luci splendenti, come i Re
che girano la ruota (tra tutti i re minori), come il dio Taishaku (tra i trentatre dèi) e
come il grande sovrano, il dio Bonten, tra tutti gli altri re.
Il Gran Maestro Dengyo, nella sua opera intitolata Hokke shuku, scrive: «Anche
questo sutra è cosi ... è il primo tra tutti i sutra. Colui che può accettare e sostenere
questo sutra sarà il primo tra tutti gli esseri viventi».
Dopo aver citato il brano del Sutra del Loto, Dengyo riporta un brano dello
Hokke gengi di T'ien-t'ai e ne spiega il significato come segue: «Sappiate in verità che
i sutra sui quali si basano le altre sette non sono i primi fra tutti i sutra, e neanche
coloro che li sostengono sono i primi. Ma il Sutra del Loto sostenuto dalla setta
Tendai-Hokke è il primo tra tutti i sutra e perciò anche coloro che lo abbracciano
sono i primi tra tutti gli esseri viventi. Ciò è basato sulle parole del Budda, come
potrebbe essere mera vanagloria?».
Successivamente nel trattato citato, Dengyo dice: «Spiegazioni dettagliate sui
testi su cui si basano le varie sette, sono date in un altro libro». Questo libro, l'Ebyo
shu, afferma: «Con la sua predicazione e interpretazione del Sutra del Loto, il
fondatore della nostra setta Gran Maestro T'ien-t'ai si elevò al di sopra della massa;
in tutta la Cina era senza pari. È chiaro che era un messaggero del Budda. Chi lo loda
riceverà una montagna di benefici alta quanto il monte Sumeru, mentre chi lo
offende commette un peccato che lo condanna all'inferno della sofferenza
incessante».
A giudicare dal Sutra del Loto e dai commentari di T'ien- t'ai, Miao-lo e
Dengyo, attualmente in Giappone non c'è un solo devoto del Sutra del Loto!
In India, quando il Signore della dottrina Shakyamuni predicò il capitolo Hoto,
egli radunò tutti i vari Budda e li
162
fece sedere in terra. Solo il Budda Dainichi129 era seduto all'interno della Torre
Preziosa, nel posto più basso a sud130, mentre il Budda Shakyamuni era seduto in alto
a nord.
Questo Budda Dainichi è il signore del "Dainichi del Mondo della matrice"
descritto nel Sutra Dainichi e del "Dainichi del Mondo di diamante" descritto nel
Sutra Kongocho. Ancora più in alto del Budda Taho, che ha come vassalli i due
Budda Dainichi, siede il Budda Shakyamuni. Questo Budda Shakyamuni è il devoto
del Sutra del Loto. Tale era la situazione in India.
In Cina, al tempo dell'imperatore Ch'en (Shu-pao), il Gran Maestro T'ien-t'ai
sconfisse in dibattito i capi buddisti della Cina settentrionale e meridionale e venne
onorato col titolo di Gran Maestro mentre era ancora in vita. Come Dengyo dice di
lui, era "al di sopra della massa; in tutta la Cina era senza pari". In Giappone, il Gran
Maestro Dengyo
===
129. "Dainichi" si riferisce qui al Budda Taho. Riferendosi a Taho in questo modo, il Daishonin
vuol mettere in evidenza la superiorità del Budda Shakyamuni del Sutra del Loto sul Budda Dainichi
della setta Shingon. Nello Hoon sho mondan, commentando questo Gosho, Nichikan Shonin
(ventiseiesimo Patriarca della Nichiren Shoshu) ne da due spiegazioni. In primo luogo, il Daishonin
prende a prestito la terminologia usata dallo stesso maestro Shingon Pu-k'ung che nello Hokke giki
descrive il Budda Taho, da lui definito "il Dainichi senza pari", fiancheggiato dal "Budda Dainichi del
Mondo della matrice" e dal Budda "Dainichi del Mondo di Diamante". Da questa prospettiva è chiaro che
il Budda Dainichi della setta Shingon, sia quello del Mondo della matrice, sia quello del Mondo di
Diamante, è inferiore al Budda Taho, che é a sua volta inferiore a Shakyamuni. In secondo luogo, poiché
Taho rappresenta il Budda come Legge, o realtà oggettiva, può venir assimilato a Dainichi, che è un
aspetto del "Corpo della legge" del Budda. Comunque, anche da questa prospettiva, Dainichi, che è un
Budda degli insegnamenti provvisori, è chiaramente inferiore a Taho, Budda che appare nel vero
insegnamento.
130. Il sud qui corrisponde alla sinistra, poiché la Torre Preziosa guarda verso ovest. La posizione
a sud è "più bassa" perché, secondo la tradizione indiana, la sinistra è inferiore alla destra.
163
sconfisse in dibattito i capi delle sei sette e divenne il fondatore e primo patriarca
[della setta giapponese Tendai].
In India, Cina e Giappone solo queste tre persone «Shakyamuni, T'ien-t'ai e Dengyo»
furono "i primi tra tutti gli esseri viventi". Perciò Dengyo nello Hokke shuku afferma:
«Shakyamuni insegnò che è facile abbracciare il superficiale, ma abbracciare il
profondo è difficile. Scartare il superficiale e ricercare il profondo richiede coraggio.
Il Gran Maestro T'ien-t'ai credette e obbedì al Budda Shakyamuni e sostenne la
scuola Hokke diffondendone gli insegnamenti in tutta la Cina. Noi del monte Hiei,
che abbiamo ereditato la dottrina da T'ien-t'ai, sosteniamo la scuola Hokke e la
diffondiamo in tutto il Giappone».
Nei milleottocento e più anni dalla morte del Budda, c'è stato un solo devoto
del Sutra del Loto in Cina e uno solo in Giappone; tre, se a questi due aggiungiamo
Shakyamuni. I classici secolari della Cina affermano che appare un santo ogni mille
anni e un saggio ogni cinquecento. Nel Fiume Giallo confluiscono i fiumi Ching e
Wei131 le cui acque rimangono separate, ma una volta ogni cinquecento anni metà del
fiume scorre limpido e una volta ogni mille anni tutto il fiume scorre limpido. (Allo
stesso modo, santi e saggi appaiono ad intervalli determinati).
In Giappone, come abbiamo visto, al tempo del Gran Maestro Dengyo, solo sul
monte Hiei esisteva un devoto del Sutra del Loto. A Dengyo succedettero Gishin e
Encho, rispettivamente il primo e il secondo patriarca. Ma solamente il primo
patriarca Gishin seguì la via del Gran Maestro Dengyo. Il secondo patriarca Encho, fu
per metà discepolo di Dengyo e per metà di Kobo.
===
131. I fiumi Ching e Wei: fiumi nella provincia di Shanhsi in Cina. Il fiume Ching è sempre torbido,
mentre il fiume Wei è limpido.
164
Il terzo patriarca, il Gran Maestro Jikaku, da principio era un discepolo del Gran
Maestro Dengyo ma, dopo essersi recato in Cina all'età di quarant’anni, fu discepolo
di Dengyo solo di nome e, benché dichiarasse di seguire le orme del maestro, i suoi
insegnamenti non erano affatto quelli di un vero discepolo. Si comportò da vero
discepolo soltanto per quel che riguarda i precetti per la perfetta ed immediata
Illuminazione. Era simile a un pipistrello, che non è un uccello e non è nemmeno un
topo. Come un gufo o un animale hakei132, divorò suo padre, il Sutra del Loto, e sua
madre, coloro che lo abbracciano. Questo è il presagio del suo sogno di colpire il
sole. E forse per questo dopo la morte non gli fu data sepoltura.
Il tempio Onjo-ji che rappresentava la corrente di Chisho e il tempio Enryaku-ji
che rappresentava la corrente di Jikaku133, si combatterono come tanti asura e draghi
malvagi: prima fu messo a fuoco l'Onjo-ji e poi anche gli edifici del monte Hiei;
l'immagine del bodhisattva Miroku, l'oggetto di culto di Chisho, bruciò e anche
l'oggetto di culto di Jikaku e la grande sala delle conferenze del monte Hiei. I monaci
dei due templi devono aver avuto la sensazione di cadere nell'inferno di incessante
sofferenza mentre erano ancora in vita. Soltanto la sala principale del monte Hiei
rimase in piedi.
Anche i discepoli del Gran Maestro Kobo deviarono dal suo insegnamento.
Kobo aveva lasciato istruzioni scritte secondo le quali chi non avesse ricevuto i
precetti nel Todai-ji,
===
132. Si diceva che il gufo divorasse la propria madre e che il leggendario hakei, animale simile alla
tigre, divorasse il proprio padre.
133. Qualche tempo dopo la morte di Chisho, sorse una controversia su questioni dottrinali fra i
discepoli di Chisho e quelli di Jikaku, che culminò in una violenta contesa per la successione al
patriarcato dopo la morte di Ryogen, diciottesimo patriarca dell'Henryaku-ji. Nel 993, i seguaci di
Chisho lasciarono l'Enryaku-ji e si stabilirono nell'Onjo-ji. I preti dei due templi si disputarono
ripetutamente.
165
il santuario per l'ordinazione (istituito da Ganjin), non sarebbe potuto diventare
patriarca del tempio To-ji. Ma l'ex-imperatore Kampyo134 fondò un tempio (a Kyoto)
chiamato Ninna-ji e, per favorirne lo sviluppo, vi fece trasferire molti monaci del
To-ji. Stabilì esplicitamente in un editto che nessuno poteva risiedere al Ninna-ji
senza aver prima ricevuto i precetti per la perfetta e immediata Illuminazione nel
santuario per l'ordinazione del monte Hiei. Quindi, i monaci del To-ji non sono né
discepoli di Ganjin, né discepoli di Kobo. Sono discepoli di Dengyo per quel che
riguarda i precetti, ma non sono veri discepoli di Dengyo perché hanno abbandonato
il Sutra del Loto sostenuto da Dengyo.
Quando il ventunesimo giorno del mese di marzo del secondo anno dell'era
Jowa (835) Kobo morì, la corte imperiale inviò un suo rappresentante a pregare al
suo funerale. Ma in seguito i suoi intriganti discepoli si riunirono e annunciarono
che Kobo [non era morto, ma] era entrato in profonda meditazione; alcuni
arrivarono a dire che gli avevano rasato il capo [perché i capelli si erano allungati];
altri affermarono che aveva scagliato il tridente di diamante135 dalla Cina fino in
Giappone; che aveva fatto sorgere il sole nel bel mezzo della notte; che era
un'incarnazione del Budda Dainichi o che aveva istruito il Gran Maestro Dengyo nei
diciotto sentieri136. Per sostenere le sue false dottrine ed ingannare il sovrano e i suoi
ministri essi esaltarono le virtù del maestro facendolo apparire un santo.
===
134. Kampyo (867-931): l'imperatore Uda, cinquantanovesimo sovrano del Giappone. Dopo aver
abdicato nell'897, prese i voti buddisti e fu noto come l'ex-imperatore Kampyo.
135. Tridente di diamante: un tipo di arma usata nell'antica India, così chiamata per la sua grande
resistenza che ricorda il diamante. Nei rituali del Buddismo esoterico, viene usato come simbolo della
forte determinazione di ottenere l'Illuminazione, che può distruggere ogni illusione.
136. Diciotto sentieri: pratiche esoteriche Shingon che utilizzano diciotto tipi di mudra.
166
Inoltre, sul monte Koya si trovano due templi principali, il tempio originale137 e
il Dembo-in. Il tempio originale con la grande pagoda, fondato da Kobo, è dedicato
al Budda Dainichi (del Mondo della matrice). Il tempio chiamato Dembo-in, fondato
da Shokaku-bo138, è dedicato al Budda Dainichi del Mondo di diamante. Questi due
templi si combattono continuamente l'un l'altro, proprio come l'Onjo-ji e
l'Enryaku-ji. Fu forse il moltiplicarsi degli inganni che causò l'apparizione in
Giappone di queste due calamità (delle liti fra i due templi sul monte Koya e sul
monte Hiei)?
Puoi prendere del letame e chiamarlo legno di sandalo, ma quando lo bruci
avrà solo odore di letame. Puoi mettere insieme innumerevoli menzogne e sostenere
che sono gli insegnamenti del Budda, ma non saranno mai nient'altro che la porta
d'ingresso della grande fortezza dell'inferno di incessante sofferenza.
Lo stupa costruito da Nigantha Nataputta per molti anni recò grandi benefici
agli esseri viventi, ma quando il bodhisattva Ashvagosha vi si inchinò davanti, lo
stupa crollò immediatamente139. Il brahmano "Diabolica eloquenza" per
===
137. Tempio originale: Kongobu-ji, il tempio principale della setta Shingon, situato sul monte
Koya.
138. Shokaku-bo (1095-1143): altro nome di Kakuban, prete Shingon. Nel 1134 divenne rettore del
Kongobu-ji, ma i suoi sforzi per una riforma gli attirarono l'odio dei preti del monte Koya. Assieme ai
suoi seguaci fu costretto a rifugiarsi sul monte Negoro dove fondò il tempio Emmyo-ji. I suoi discepoli
fondarono la scuola Shingi (Nuova dottrina) della Shingon in contrasto con i tradizionali insegnamenti
del monte Koya e del tempio To-ji.
139. Questa storia appare nel Fuhozo innen den (Biografie del successori del Budda). Il re
Kanishka passò per caso presso lo stupa adorno di sette tipi di gemme, costruito da Nigantha
Nataputta, il fondatore del Giainismo. Il re, scambiandolo per uno stupa buddista, lo venerò e subito lo
stupa crollò. Il Daishonin dice che fu Ashvagosha a causare il crollo dello stupa, probabilmente perché il
re Kanishka fu convertito da questi al Buddismo.
167
molti anni ingannò la gente nascosto dietro una tenda, ma fu smascherato dal
bodhisattva Ashvagosha.140 Il brahmano Uluka,141 si trasformò in una pietra e rimase
così per ottocento anni, ma si trasformò in acqua quando il bodhisattva Dignaga lo
rimproverò. I preti taoisti per parecchie centinaia d'anni ingannarono il popolo
cinese, ma quando furono aspramente rimproverati dai monaci buddisti Kashyapa
Matanga e Chu-fa-lan142, bruciarono le loro scritture riguardanti la "via degli
immortali".
Come Chao-kao143 s'impadronì del potere e Wang Mang143 usurpò il trono
dell'imperatore, così i capi della setta
===
140. Questa storia appare nel Daito saiiki ki. In India viveva un presuntuoso brahmano chiamato
"Eloquenza diabolica" che si dilettava di paradossali teorie e venerava i demoni. Abitava in una foresta
isolata dal mondo e, poiché teneva dibattiti da dietro una tenda, nessuno lo aveva mai visto. Un giorno
Ashvagosha, assieme al sovrano, si recò da lui per sfidarlo in un dibattito e lo ridusse al silenzio. Quindi
Ashvagosha sollevò la tenda mostrando il suo aspetto demoniaco.
141. Uluka: fondatore della scuola Vaisheshika, una delle sei maggiori scuole brahmane indiane.
Questa storia compare nel Maka shikan bugyoden guketsu, vol. 10, ma la versione del Guketsu è un po'
diversa da quella data da Nichiren Daishonin.
142. Kashyapa Matanga e Chu-fa-lan: monaci indiani che secondo la tradizione avrebbero
introdotto per primi il Buddismo in Cina. Il nome sanscrito di Chu-fa-lan è sconosciuto. Sembra che si
fossero recati in Cina nel 67 d.C. su richiesta dell'imperatore Ming della tarda dinastia Han.
143. Chao-Kao (m. 207 a.C.): ministro di Shih Huang-ti, sovrano dello stato di Ch'in e in seguito
primo imperatore della Cina unificata. Quando l'imperatore morì di malattia, l'eunuco Chao-Kao emise
un editto che assegnava il trono al figlio più giovane dell'imperatore. Quindi fece uccidere il figlio
maggiore dell'imperatore, oltre a molti generali e ministri e, infine, anche il secondo imperatore. In
questo modo manipolò il potere e tentò di usurpare il trono, ma alla fine fu ucciso dal terzo sovrano, il
nipote di Shih Huang-ti.
144. Wang Mang (45 a.C. - 23 d.C.): alto funzionario che visse verso la fine della prima dinastia
Han e controllò il trono designando alla successione un bambino di solo nove anni, l'imperatore P'ing. In
seguito avvelenò P'ing e si autonominò imperatore, stabilendo una nuova dinastia, la Hsin.
168
Shingon privarono il Sutra del Loto della posizione di re dei sutra e l'assegnarono al
Sutra Dainichi. Se il sovrano della Legge è stato privato del suo regno, come può il
sovrano degli uomini sperare di restare tranquillo e incolume?
Il Giappone oggi è pieno di seguaci di Jikaku, Chisho e Kobo. Non c'è una sola
persona che non offenda la Legge!
Se esaminiamo la situazione, essa ci appare molto simile a quella dell'Ultimo
giorno della Legge del Budda Issai Myoo145. Nell'Ultimo giorno della Legge del Budda
Ionno, persino quelli che si erano pentiti rimasero per mille kalpa nell'inferno
Avichi146. Quanto peggio sarà per gli attuali preti Shingon, per i seguaci della setta
Zen e della setta Nembutsu, i quali non mostrano il benché minimo segno di
===
145. Secondo il Sutra Butsuzo, nel remoto passato dopo la morte del Budda Daishogon, i suoi
seguaci si divisero in cinque sette e solo il monaco Fuji sostenne correttamente ciò che il Budda aveva
insegnato. I capi delle altre quattro sette eretiche perseguitarono Fuji e per questa colpa caddero
nell'inferno insieme ai loro seguaci. Dopo parecchio tempo riuscirono ad incontrare e a praticare la vera
Legge del Budda Issai Myoo, ma a causa delle grandi offese commesse nel passato, nessuno di loro riuscì
a raggiungere il nirvana, e dovettero sopportare ancora le sofferenze dell'inferno. Il Sutra Butsuzo non
specifica che essi rinacquero nell'Ultimo giorno della Legge del Budda Issai Myoo. Nel suo commentario
Nichikan Shonin, basandosi su brani analoghi di altri Gosho, suggerisce che è possibile che il Daishonin
volesse scrivere "Ultimo giorno della Legge del Budda Shishionno" menzionato nel Sutra Shoho mugyo,
quando il monaco Shoi e i suoi seguaci offesero il monaco Kikon che da solo sosteneva la vera Legge.
146. Si riferisce alle persone che perseguitarono il bodhisattva Fukyo dopo la morte del Budda
Ionno, come descritto nel capitolo Fukyo (ventesimo) del Sutra del Loto. Fukyo riveriva tutte le persone
che incontrava a causa della loro innata natura di Budda, ma esse lo schernirono e lo attaccarono con
bastoni e pietre. Mentre il Sutra dice che Fukyo apparve nel Medio giorno della Legge del Budda Ionno,
sia qui che in altri scritti il Daishonin dice che apparve nell'Ultimo giorno della Legge del Budda Ionno,
probabilmente perché il declino del Buddismo e la persecuzione del devoto della vera Legge descritti nel
capitolo Fukyo, rispecchiavano la situazione dei suoi tempi.
169
pentimento! Si possono mettere in dubbio le parole del Sutra del Loto: «In questo
modo essi rinasceranno continuamente (nell'inferno) per innumerevoli kalpa»147?
Poiché il Giappone è un paese che offende la Legge, il cielo lo ha abbandonato.
E poiché il cielo lo ha abbandonato, le varie divinità benevole che in passato avevano
protetto la nazione, hanno bruciato i loro santuari e sono ritornate nella Città della
Luce tranquilla.
Adesso è rimasto soltanto Nichiren a sapere tali cose ma, poiché le ho
proclamate, i governanti mi trattano come un nemico, centinaia di persone mi
maledicono e parlano male di me, mi attaccano con mazze e bastoni, spade e
pugnali, mi chiudono ogni porta, mi scacciano da ogni casa. E poiché, non hanno
ottenuto lo scopo [di mettermi a tacere], hanno cercato di eliminarmi: due volte mi
hanno esiliato148 e una volta, il dodicesimo giorno del mese di settembre dell'ottavo
anno di Bun'ei (1271), hanno tentato di decapitarmi.149
Il Sutra Saishoo dice: «Poiché gli uomini malvagi sono rispettati e favoriti,
mentre quelli buoni vengono puniti... verranno predatori da altre regioni e
scoppieranno sanguinose rivolte fra i cittadini».
Il Sutra Daijuku afferma: «Possono esserci dei re della classe kshatriya150 che
agiscono contro il Dharma, che tormentano i discepoli shomon dell'Onorato dal
mondo, che li maledicono e li insultano, li percuotono con spade e bastoni, li
spogliano della loro tonaca, della ciotola per l'elemosina
===
147. Sutra del Loto, cap. 3.
148. L'esilio di Izu, dal maggio 1261 sino al febbraio 1263, e l'esilio di Sado dall'ottobre 1271 al marzo
1274.
149. Riferimento alla persecuzione di Tatsunokuchi.
150. Classe kshatriya: la seconda delle quattro classi della società brahmana dell'antica India,
inferiore solo alla classe brahmana o sacerdotale. I suoi membri erano nobili e guerrieri ed era la classe
dominante negli affari secolari.
170
e delle altre cose di cui hanno bisogno, oppure che reprimono e perseguitano coloro
che fanno l'elemosina ai discepoli. Allora noi (le divinità benevolenti) faremo in
modo che nemici di terre straniere insorgano spontaneamente contro di loro e
causeremo rivolte all'interno dei loro stati; porteremo pestilenze e carestie, venti e
piogge fuori stagione, discordie e litigi. Faremo sì che quei governanti non regnino a
lungo e che le loro nazioni vengano distrutte».
Come indicano questi brani dei sutra, se non ci fosse Nichiren in questo paese,
si potrebbe pensare che il Budda sia stato un grande bugiardo e sia caduto
nell'inferno Avichi. Il dodicesimo giorno del mese di settembre dell'ottavo anno di
Bun'ei io dichiarai di fronte a Hei no Saemon e a centinaia di persone: «Nichiren è il
pilastro del Giappone! Se perdete Nichiren, voi abbattete il pilastro che sostiene il
Giappone!». I brani dei sutra che ho citato affermano che se i governanti, prestando
ascolto alle calunnie di monaci malvagi e alle maldicenze degli altri, dovessero
punire un uomo saggio, scoppierebbe immediatamente una guerra, soffierebbero
forti venti ed apparirebbero aggressori da terre straniere.
La battaglia tra due fazioni della famiglia Hojo151 del febbraio del nono anno di
Bun'ei (1272), il terribile uragano152 del mese di aprile dell'undicesimo anno di Bun'ei
(1274) e l'attacco dei Mongoli nell'ottobre dello stesso anno, non sono forse accaduti
a causa del trattamento inflitto a me, Nichiren? Questo è esattamente ciò che io sto
predicando da lungo tempo. Può qualcuno avere dubbi al riguardo?
===
151. Hojo Tokisuke: fratellastro maggiore del reggente Hojo Tokimune, cercò di impadronirsi del
potere, ma fallì. Molti furono uccisi nelle battaglie di Kyoto e Kamakura.
152. Riferimento alle preghiere per la pioggia del prete Shingon Kaga Hoin, che produssero una
tempesta disastrosa. Una descrizione particolareggiata di questo episodio si trova nel Gosho Il
comportamento del Budda.
171
Agli errori di Kobo, Jikaku e Chisho diffusi da lungo tempo nel paese, si sono
aggiunte le confusioni create dalle sette zen e Nembutsu, come se ai venti avversi si
fossero aggiunti marosi e terremoti. Di conseguenza la nazione è stata portata
sull’orlo della distruzione.
In passato, il grande ministro e prete laico Taira no Kiyohori153 usurpò il potere
e, dopo i disordini di Jokyu154, l'imperatore cessò di esercitare il suo ruolo e la sede
dell'autorità e si spostò ad est, a Kamakura. Ma questi furono soltanto disordini
interni; la nazione non aveva ancora subito l’invasione straniera.
Sebbene a quel tempo ci fossero persone che offendevano la Legge,ve ne erano
alcune che continuavano a sostenere la vera Legge della setta Tendai. Inoltre non era
apparso nessun saggio che avesse cercato di porre rimedio alla situazione. Di
conseguenza la situazione era relativamente pacifica.
Se non molestate il leone che dorme, egli non ruggirà. Se non spingete il remo
la corrente rapida, non si alzeranno onde. Se non accusate il ladro, egli rimarrà
imperturbato; se non vi aggiungete combustibile, il fuoco non divamperà. Così,
anche se ci sono persone che offendono la Legge, se nessuno si fa avanti a mostrare i
loro errori, il
===
153. Taira no Kiyomori ( 1118-1181): capo del clan Taira. Dopo aver vinto due brevi campagne si
impadronì del potere militare; in seguito consolidò la sua autorità a corte dando in matrimonio sua
figlia all'imperatore. Nel 1177 scoprì una congiura contro il clan Taira a Nara e fece distruggere da Taira
no Shigeira i templi Todai-ji e Kofuku-ji che avevano dato appoggio ai cospiratori.
154. I disordini di Jokyu: lotta che scoppiò tra la corte imperiale e lo shogunato di Kamakura nel
1221. L'ex imperatore Gotoba, insieme ad altri due imperatori in ritiro, tentò di liberarsi dal dominio del
reggente Hojo Yoshitoki. Ma le forze imperiali furono sconfitte e lo shogunato depose l'imperatore
regnante, ne mise un altro sul trono ed esiliò gli ex imperatori su isole lontane.
172
sovrano continuerà a governare e la nazione rimarrà indisturbata.
Per esempio, quando il Buddismo fu introdotto per la prima volta in Giappone,
non accadde niente di straordinario. Ma più tardi, quando Mononobe no Moriya155
prese a bruciare le statue buddiste, ad imprigionare i monaci e a incendiare templi e
pagode, dal cielo piovvero fiamme, il vaiolo si diffuse nel paese e scoppiarono
ripetuti conflitti armati. Ma la situazione adesso è di gran lunga peggiore. Oggi il
paese è pieno di persone che offendono la Legge ed io, Nichiren, li affronto
energicamente sostenendo ciò che è giusto: è una lotta non meno aspra di quelle fra
gli asura e Taishaku, o del Budda con Mara, il re dei demoni.
Il Sutra Konkomyo afferma: «Verrà il tempo in cui i nemici degli stati vicini
cominceranno a pensare: "Dobbiamo mobilitare le quattro truppe156 e distruggere
quel paese (di nemici della Legge)"». Lo stesso sutra dice anche: «Verrà il tempo in
cui i governanti degli stati vicini, osservata la situazione e mobilitate le loro quattro
truppe, si prepareranno a muovere contro il paese, decisi a sottometterlo. A quel
tempo noi (le grandi divinità) ordineremo a innumerevoli yaksba157 e ad altre divinità
nostri seguaci, di apparire sotto mentite spoglie e proteggere questi governanti così
che possano
===
155. Monobe no Moriya (m. 587): funzionario del periodo Yamato (300-710) che si oppose
all'introduzione del Buddismo. Quando scoppiò un'epidemia, dichiarò all'imperatore Bidatsu che era
stata causata dalla nuova religione e cercò di ostacolarne la pratica. Fu ucciso da Soga no Umako.
156. Quattro tipi di truppe: secondo il Sutra Jo-agon e altri sutra, le truppe che viaggiavano a piedi,
a cavallo, su elefanti e su carri.
157. Yaksha: in origine erano esseri che servivano Kubera, il dio dell'abbondanza nella mitologia
indiana. Successivamente furono incorporati nel Buddismo fra le otto categorie di esseri inferiori che lo
proteggono. Si dice che gli yaksha siano seguaci del dio Bishamon e proteggano il nord.
173
sottomettere i loro nemici senza difficoltà».
Il Sutra Saishoo fa la stessa affermazione, come pure i Sutra Daijuku e Ninno.
Secondo questi sutra, se un sovrano perseguita coloro che praticano la vera Legge,
appoggiando invece chi pratica insegnamenti errati, i re celesti Bonten e Taishaku,
gli dèi del sole e della luna ed i quattro Re celesti entreranno nei corpi di saggi
sovrani degli stati confinanti e attaccheranno il suo paese. Per esempio, il re Krita158
fu attaccato dal re Himatala e il re Mihirakula159 venne sconfitto dal re Baladitya.
Krita e Mihirakula erano sovrani che tentarono di sopprimere il Buddismo in India.
Anche in Cina tutti i governanti che cercarono di distruggere il Buddismo vennero
attaccati da valorosi sovrani.
Ma la situazione attuale in Giappone è estremamente peggiore. I governanti,
pur apparendo sostenitori del Buddismo, aiutano i preti che stanno distruggendo il
Buddismo e perseguitano il devoto della vera Legge. Di conseguenza, le persone
ignoranti non riescono a capire che cosa stia accadendo e anche i saggi dotati di
mediocre saggezza, hanno difficoltà a comprendere. Forse persino le divinità minori
del cielo non capiscono. Per questo motivo, il disordine e la corruzione sono più
gravi oggi in Giappone che in passato in India e in Cina.
mia entrata
li, il demone prospererà. Il demone apparirà sotto le sembianze di monaci buddisti e
tenterà di confondere e distruggere
===
158. Krita: re del Kashmir, che si oppose al Buddismo. Fu vinto da Kanishka, re del Gandhara, ma
alla morte di Kanishka, riconquistò il trono, scacciò i monaci buddisti ed eliminò il Buddismo dalla
regione. Fu infine ucciso da Mimatala, re del Tukhara e protettore del Buddismo.
159. Mihirakula: re dell'antico regno indiano di Cheka. Divenne nemico del Buddismo e scacciò i
monaci buddisti. Successivamente tentò di conquistare Magadha ma fu fatto prigioniero dal re buddista
Baladitya.
174
i miei insegnamenti. … I malvagi diventeranno numerosi come granelli di sabbia
dell’oceano, mentre i buoni saranno pochissimi, forse non più di una o due persone.»
Il Sutra del dice: «Coloro che credono nel Sutra del Nirvana non occuperanno
uno spazio maggiore della punta di un'unghia... mentre quelli che non credono nel
sutra occuperanno tutte le terre delle dieci direzioni».
Questi brani dei sutra si applicano perfettamente ai tempi in cui viviamo e sono
profondamente impressi nella mia mente. Oggigiorno in Giappone si sentono molte
persone che dichiarano: «Io credo nel Sutra del Loto» e «Anch’io credo nel Sutra del
Loto». Stando alle loro parole, non c’è nessuna persona che offenda la Legge. Ma il
passo del Sutra del Loto che ho appena citato dice che nell’Ultimo giorno i nemici
della Legge abiteranno tutte le terre delle dieci direzioni, mentre quelli che
sostengono la vera legge non occuperanno che la punta di un’unghia. Ciò che
afferma il sutra e ciò che dice la gente è tanto diverso quanto il fuoco lo è dall'acqua.
La gente dice che in Giappone Nichiren è l'unico che offende la Legge. Però il
Sutra afferma che ci saranno più calunniatori della Legge di quanti la grande terra
possa contenere; il Sutra Hometsujin dice che ci saranno solo una o due persone
buone e il Sutra del Nirvana afferma che i credenti occupano solo lo spazio di
un'unghia. Se noi accettiamo ciò che i sutra affermano, allora in Giappone Nichiren è
l'unica persona buona, quello che occupa lo spazio di un'unghia. Perciò le persone
dotate di buon senso devono considerare se accettare le parole dei sutra ao le parole
della gente.
Domanda: Il brano del Sutra del Nirvana dice che i devoti del Sutra del Nirvana
sono così pochi da poter essere contenuti nello spazio di un'unghia, mentre tu stai
parlando del Sutra del Loto.
Risposta: Il Sutra del Nirvana dichiara di far parte del Sutra del Loto. Il Gran
Maestro Miao-lo dice: «Il grande sutra
175
stesso, indicando il Sutra del Loto, dice che è il Sutra fondamentale»160. "Il grande
sutra" si riferisce al Sutra del Nirvana. Il Sutra del Nirvana dichiara che il Sutra del
Loto è il sutra fondamentale. Perciò, i seguaci della setta Nirvana che affermano che
il Sutra del Nirvana e superiore al Sutra del Loto sono persone che dicono che il re è
un suddito e che il padrone è un servo.
Leggere il Sutra del Nirvana significa leggere il Sutra del Loto. Come un uomo
saggio si rallegra vedendo una persona onorare il sovrano, anche se lui stesso è
trattato con disprezzo, il Sutra del Nirvana detestava come suoi nemici coloro che
denigravano il Sutra del Loto e lodavano il Sutra del Nirvana. Da questo esempio
dovete capire che anche le persone che leggono il Sutra Kegon, il Sutra Kammuryoju,
il Sutra Dainichi o altri sutra, se li leggono pensando che il Sutra del Loto sia
inferiore ad essi, tradiscono lo spirito di tutti quei sutra! Da ciò si deduce che, se uno
legge il Sutra del Loto e sembra credervi, ma pensa di poter ottenere l'Illuminazione
anche per mezzo di altri sutra, allora non ha letto veramente il Sutra del Loto!
Per esempio il Gran Maestro Chia-hsiang scrisse un'opera in dieci volumi dal
titolo Hokke genron nella quale lodava il Sutra del Loto. Ma Miao-lo lo criticò
dicendo: «In esso vi sono delle calunnie. Come si può dire che sia una vera lode?»161.
Chia-hsiang aveva offeso il Sutra del Loto ma, quando fu sconfitto dal Gran Maestro
T'ien-t'ai, lo servì e non tenne più lezioni sul Sutra del Loto. «Se dovessi fare lezioni
su di esso - disse - non potrei evitare di cadere nei cattivi sentieri». E per sette anni
offrì il suo corpo come ponte per sollevare T'ien-t'ai162.
===
160. Hokke mongu ki, vol. 3.
161. Ibidem, vol 8
162. Si dice che Chia-hsiang trasportasse T'ien-t'ai sulle spalle e gli offrisse la schiena come
sgabello quando saliva sul palco per predicare.
176
Il Gran Maestro Tz'u-en scrisse un'opera in dieci volumi dal titolo Hokke
genzan nella quale lodava il Sutra del Loto, ma il Gran Maestro Dengyo la criticò
affermando: «Anche se loda il Sutra del Loto, egli ne distrugge lo spirito»163.
Considerando questi esempi, risulta che molti di coloro che leggono e lodano il
Sutra del Loto sono destinati all'inferno di incessante sofferenza. Se Chia-hsiang e
Tz’u-en erano uomini che offesero l'unico veicolo, a maggior ragione lo sono uomini
come Kobo, Jikaku e Chisho che apertamente lo disprezzarono.
Chia-hsiang in seguito smise di tenere lezioni pubbliche, sciolse il gruppo di
discepoli che aveva riunito intorno a sé e divenne discepolo di T'ien-t'ai, arrivando
persino a usare il proprio corpo come ponte per il suo maestro. Ma nonostante
queste azioni, non avrà potuto cancellare la colpa delle sue precedenti offese al Sutra
del Loto. Le numerose persone che disprezzarono e attaccarono il bodhisattva
Fukyo, sebbene poi si convertissero e divenissero suoi seguaci, portarono il peso
della precedente colpa e trascorsero mille kalpa nell'inferno Avichi.
Perciò, anche se uomini come Kobo, Jikaku e Chisho si fossero pentiti dei loro
errori e avessero tenuto lezioni sul Sutra del Loto, non avrebbero potuto annullare le
loro gravi offese passate. Ma in realtà essi non si ravvidero affatto, anzi, ignorarono
completamente il Sutra del Loto e trascorsero giorno e notte seguendo le pratiche
della Shingon e predicandone mattina e sera la dottrina. I bodhisattva Vasubandhu e
Ashvaghosha furono entrambi sul punto di tagliarsi la lingua a causa dell'offesa
commessa (in gioventù) aderendo alle dottrine hinayana e criticando quelle
mahayana. Vasubandhu dichiarò che, sebbene i Sutra Agon dello
===
163. Hokke shuku.
177
Hinayana fossero le parole del Budda, lui non le avrebbe più pronunciate neanche
per scherzo. E Ashvaghosha come atto di penitenza scrisse il Kishin-ron in cui
confutò gli insegnamenti hinayana.
Chia-hsiang in seguito si recò dal Gran Maestro T'ien-t'ai e chiese di poter
assistere alle sue lezioni. Alla presenza di un centinaio di insigni buddisti si gettò a
terra e, col sudore che gli colava da tutto il corpo e lacrime di sangue che gli
scendevano dagli occhi, dichiarò che da quel momento in poi non avrebbe più visto i
suoi discepoli e non avrebbe più tenuto lezioni sul Sutra del Loto. Come egli stesso
disse: «Se continuassi a spiegare il Sutra del Loto ai miei discepoli, essi potrebbero
supporre che io sia in grado di comprendere il sutra [mentre non è cosi]».
Chia-hsiang era più anziano e più autorevole di T'ien-t'ai, ma di proposito in
presenza di altre persone, prese il maestro sulle spalle e lo portò oltre il fiume.
Quando T'ien-t'ai si avvicinava all'alto pulpito per predicare, Chia-hsiang lo aiutava a
salire facendolo montare sulle proprie spalle.
Si dice che dopo la morte di T'ien-t'ai, Chia-hsiang, convocato alla presenza
dell'imperatore della dinastia Sui164, avesse pianto sconsolato pestando i piedi come
un bambino al quale è appena morta la madre.
Esaminando lo Hokke genron di Chia-hsiang, troviamo che non è un
commentario che offende gravemente il Sutra del Loto: vi si afferma soltanto che c'è
una differenza di profondità fra l'insegnamento del Sutra del Loto e quello degli altri
sutra mahayana, ma sostanzialmente sono lo stesso ed unico insegnamento. È forse
per questo che l'opera viene accusata di offendere la Legge?
Sia Ch'eng-kuan della scuola Kegon, sia Shan-wu-wei
===
164. Il secondo sovrano della dinastia Sui, l'imperatore Yang (569-618).
178
della scuola Shingon affermarono che il Sutra del Loto e il Sutra Dainichi rivelano lo
stesso principio. Perciò, se Chia-hsiang è in colpa , lo è anche Shan-wu-wei.
L'Erudito Shan-wu-wei era un sovrano dell'India centrale, ma rinunciò al trono
e, viaggiando in altri paesi, incontrò due uomini chiamati Shusho e Shodai dai quali
venne istruito sul Sutra del Loto165. Egli eresse centomila stupa di pietra e sembrava
un vero seguace del Sutra del Loto. In seguito però, dopo aver studiato il Sutra
Dainichi, si convinse che il Sutra del Loto è inferiore al Sutra Dainichi. In un primo
momento non insistette su questa sua opinione, ma lo fece quando si recò in Cina e
divenne maestro dell'imperatore Hsuan-tsung della dinastia T'ang.
Forse a causa della gelosia che nutriva nei confronti della scuola Tendai, morì
improvvisamente e si ritrovò legato da sette corde di ferro e trascinato da due
guardiani alla corte di Emma, il re dell'Inferno. Ma qui gli fu detto che la sua vita non
era ancora conclusa e ritornò a vivere.
Mentre si trovava nell'inferno, probabilmente si rese conto che quella era la
punizione per aver disprezzato il Sutra del Loto e perciò, mettendo da parte i mudra,
i mantra e i metodi di concentrazione Shingon, recitò il brano del Sutra del Loto che
comincia così: «Adesso questo triplice mondo è tutto sotto il mio (del Budda)
dominio»166. Immediatamente le corde si sciolsero e venne riportato in vita.
Un'altra volta gli venne ordinato di pregare per la pioggia. Subito la pioggia
cominciò a cadere ma si levò anche un fortissimo vento che causò gravi danni al
Paese. Quando infine morì, i suoi discepoli si raccolsero intorno al suo capezzale
===
165. So koso den (Biografie di eminenti preti della dinastia Sung). Shusho e Shodai erano indiani
ma i loro nomi sanscriti sono sconosciuti.
166. Sutra del Loto, cap. 3. Questo brano è seguito dalla frase: «Gli esseri viventi che vi abitano
sono tutti miei figli».
179
od esaltarono il modo straordinario in cui era morto, ma in realtà egli era caduto
nella grande fortezza dell'inferno della sofferenza incessante. Vi chiederete come
faccia a sapere che le cose stanno così. Risponderò che se esaminate la sua biografia,
vi troverete questa affermazione: «Osservando le spoglie di Shan-wu-wei, si vide il
cadavere contrarsi a poco a poco, la pelle divenire nerastra e apparvero le ossa»167.
I discepoli di Shan-wu-wei, non sapendo che questi erano segni della caduta
nell'inferno dopo la morte, pensarono che fossero una manifestazione delle sue virtù.
L'autore della biografia rivelò la colpevolezza di Shan-wu-wei, scrivendo che dopo la
morte il corpo si contrasse gradatamente, la pelle si annerì e affiorarono le ossa.
Quando la pelle dopo la morte diventa nera, è segno che la persona ha commesso
azioni che la condannano all'inferno: sono auree parole del Budda. Ma cosa fece
l'Erudito Shan-wu-wei per essere destinato all'inferno? Da giovane rinunciò al trono
per la sua straordinaria aspirazione a ricercare la Via. Viaggiò in più di cinquanta
paesi dell'India nel corso della sua ricerca religiosa, e la sua infinita compassione lo
indusse a visitare la Cina. Non è merito di quest'uomo se gli insegnamenti Shingon
sono stati trasmessi in India, Cina, Giappone e in tutto il mondo e che numerosi
praticanti suonino la campana della preghiera? Coloro che si preoccupano del
proprio destino dopo la morte, dovrebbero interrogarsi sul motivo per cui
Shan-wu-wei cadde nell'inferno.
Anche l'Erudito Chin-kang-chih era figlio di un re dell'India meridionale. Egli
introdusse il Sutra Kongocho in Cina. I suoi meriti erano simili a quelli di
Shan-wu-wei e furono l'uno il maestro dell'altro. Comunque, quando l'Erudito
Chin-kang-chih pregò per la pioggia per ordine dell'imperatore, nel giro di sette
giorni la pioggia cadde e il Figlio del
===
167. So koso den.
180
Cielo ne fu molto soddisfatto, ma all'improvviso si alzò un forte vento. Il sovrano e i
suoi ministri, molto delusi, inviarono degli uomini per scacciare dal paese
Chin-kang-chih, il quale però riuscì a rimanere in Cina adducendo vari pretesti.
Qualche tempo dopo, quando morì una delle figlie predilette dell'imperatore, fu
ordinato a Chin-kang-chih di pregare per lei. Egli, al posto del corpo della
principessa, prese due nobili bambine di sette anni, fece preparare un rogo e le fece
morire arse vive. Fu una cosa davvero crudele e, nonostante ciò, la figlia
dell'imperatore non tornò in vita.
L'Erudito Pu-k'ung arrivò dall'India assieme a Chin-kang- chih168. Ma forse a
causa dei dubbi suscitati in lui da tali episodi, dopo la morte di Shan-wu-wei e di
Chin-kang-chih, tornò in India e studiò di nuovo le dottrine Shingon, questa volta
sotto la guida di Nagabodhi. Infine, si convertì agli insegnamenti della scuola di
T'ien-t'ai. Ma si convertì soltanto nel suo cuore, non lo ammise pubblicamente.
Anche a Pu-k'ung fu ordinato di pregare per la pioggia e tre giorni dopo piovve.
L'imperatore fu soddisfatto e lo ricompensò personalmente. Ma, poco tempo dopo,
un fortissimo vento si abbatté sul palazzo imperiale danneggiando e devastando gli
alloggi della nobiltà e dei ministri a tal punto che sembrò che neanche un edificio
sarebbe rimasto in piedi. L'imperatore, sbalordito, emise un ordine imperiale
affinché"si pregasse per far cessare il vento. Per un po' il vento si calmò, ma poi si
alzò di nuovo a più riprese e infine soffiò ininterrottamente per diversi giorni.
Furono inviati allora dei messaggeri per scacciare Pu-k'ung dal paese e, finalmente, il
vento cessò.
===
168. Il confronto delle date sembrerebbe indicare che Pu-k'ung non incontrò Chin-kang-chih in
India, ma che divenne suo discepolo solo dopo che quest'ultimo giunse in Cina. Ma probabilmente
questo fatto non era noto ai tempi del Daishonin.
181
I disastrosi venti provocati da questi tre uomini sono diventati il fortissimo
vento dei maestri Shingon che soffia in Cina e in Giappone! Se questo è vero, allora la
grande burrasca che si scatenò il dodicesimo giorno del quarto mese dell'undicesimo
anno di Bun'ei (1274) deve essere un vento nefasto provocato dalle preghiere per la
pioggia di Kaga Hoin della cappella di Amida, uno dei monaci più eminenti del
tempio To-ji. È sorprendente come i cattivi insegnamenti di Shan-wu-wei, di
Chin-kang-chih e di Pu-k'ung siano stati trasmessi senza la minima alterazione.
Passiamo ora al Gran Maestro Kobo. Al tempo della grande siccità, nel mese di
febbraio del primo anno di Tencho (824), l'imperatore dapprima ordinò a Shubin169
di pregare per la pioggia, e in sette giorni egli riuscì a far piovere. Ma la pioggia
cadde solo sulla capitale e non raggiunse la campagna.
Fu ordinato quindi a Kobo di pregare per la pioggia, ma al settimo giorno
ancora non si vedevano segni di pioggia [e nemmeno dopo quattordici giorni]. Dopo
altri sette giorni, l'imperatore ordinò a Wake no Matsuna di portare delle offerte nel
giardino Shinsen'en e dal cielo piovve per tre giorni170. Kobo e i suoi discepoli si
attribuirono il merito di questa pioggia che da più di quattrocento anni è nota come
"la pioggia di Kobo".
Jikaku disse di aver fatto un sogno in cui abbatteva il sole. E Kobo raccontò una
grande falsità sostenendo che nella primavera del nono anno di Konin (818), mentre
pregava
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169. Shubin: prete della setta Shingon. Studiò gli insegnamenti delle sette Sanron e Hosso e anche
gli insegnamenti esoterici. Nell'823 gli fu assegnato il Sai-ji (Tempio occidentale) dall'imperatore Saga,
mentre a Kobo fu assegnato il To-ji (Tempio orientale).
170. Secondo il Genko shakusho, in un laghetto nel giardino Shinsen'en a Kyoto viveva un drago e
si diceva che l'apparizione del drago causasse la pioggia. Matsuna indirizzò al drago le sue offerte.
182
per far cessare una grande epidemia, il sole era sorto nel bel mezzo della notte.
Nei ventinove kalpa trascorsi dal kalpa di formazione171 fino al nono kalpa di
diminuzione del kalpa di continuità172 non si è mai visto il sole sorgere durante la
notte! E a proposito del sogno di Jikaku, tra i cinquemila o settemila volumi delle
scritture buddiste e i tremila e più volumi dei classici secolari, dove è documentato
che sognare di abbattere il sole sia un buon auspicio? Il re degli asura, irritato con il
dio Taishaku, scagliò una freccia contro il dio del sole, ma la freccia tornò indietro e
lo colpì in un occhio. Chou173, l'ultimo sovrano della dinastia Yin, usava il sole come
bersaglio per le sue frecce e alla fine fu annientato. In Giappone, durante il regno
dell'imperatore Jimmu, Itsuse no Mikoto, fratello maggiore dell'imperatore,
combattendo contro Nagasunebiko174 fu ferito ad una mano da una freccia. Egli
disse: «Io sono un discendente del dio del sole, ma poiché ho teso
===
171. Kalpa di formazione: il primo dei quattro stadi di formazione, continuità, declino e
disintegrazione che un mondo deve attraversare ripetutamente. Questo grande kalpa dura venti kalpa
medi, durante i quali un mondo prende forma e vi appaiono gli esseri viventi.
172. Kalpa di continuità: il secondo dei quattro stadi, durante il quale un mondo e i suoi abitanti
continuano ad esistere. In questo kalpa la durata della vita degli esseri umani ripete un ciclo: diminuisce
di un anno ogni cento anni fino a raggiungere dieci anni, e poi aumenta con lo stesso ritmo fino a
raggiungere ottantamila anni. Poi diminuisce nuovamente fino ad arrivare a dieci anni, e così via. il
nono kalpa di diminuzione corrisponde all'epoca attuale.
173. Chou: un dissoluto sovrano dell'antica Cina che fu sconfitto dal re Wu della dinastia Chou.
Secondo lo Shih chi, fece costruire una figura umana asserendo che era una divinità, e indusse la gente a
disprezzarla. Inoltre, si dice che scagliasse delle frecce contro un sacco di cuoio pieno di sangue dicendo
di aver colpito il dio del Sole.
174. Nagasunebiko; (potente signore della regione di Yamato. Secondo il Nihon shoki (Cronache
del Giappone), Jimmu, il primo leggendario imperatore, avanzò verso sud per invadere la regione di
Yamato, ma fu affrontato in battaglia e respinto da Nagasunebiko.
183
il mio arco stando di fronte al sole, sono stato punito dalla divinità».
In India, il re Ajatashatru ripudiò le sue opinioni errate e divenne un seguace
del Budda. Tornato al suo palazzo, si sdraiò per dormire, ma più tardi si destò
allarmato e disse ai suoi ministri: «Ho visto in sogno il sole cadere dal cielo sulla
terra!». I ministri dissero che significava che il Budda stava per morire. Anche
Subhadra175 fece lo stesso sogno.
Sognare di colpire il sole in Giappone sarebbe particolarmente infausto, dal
momento che la divinità del paese è Amaterasu, "dea del sole",e il nome della
nazione è Nihon, "origine del sole". Signore Shakyamuni è chiamato "Seme del sole"
perché la regina Maya sognò di concepire il sole e diede alla luce il principe
Siddharta.
Il Gran Maestro Jikaku stabilì sul monte Hiei il Budda Dainichi come oggetto di
culto e rifiutò il Budda Shakyamuni; Onorava i tre Sutra Shingon ed era nemico del
triplice Sutra del Loto. Questa fu la ragione per cui sognò di colpire il sole.
In Cina il prete Shan-tao dapprima conobbe un prete chiamato Ming-sheng176
di Mi-chou, che lo istruì sul Sutra del Loto, ma in seguito, quando incontrò Tao-ch'o,
abbandonò il Sutra del Loto e ripose fede nel Sutra Kammuryoju. In un commentario
su questo sutra afferma che non una
===
175. Subhadra: l'ultimo uomo convertito dal Budda Shakyamuni. Secondo il Daichido ron, sognò
che tutte le persone erano private della vista e vagavano nude nell'oscurità, il sole cadeva dal cielo, la
terra si apriva, i mari si prosciugavano e il monte Sumeru era abbattuto da un forte vento. La mattina,
venuto a sapere che il Budda sarebbe entrato nel nirvana quel giorno stesso, si recò da Shakyamuni,
entrò nell'ordine e la notte stessa conseguì lo stato di arhat.
176. Ming-sheng (date sconosciute): prete della scuola Sanron durante la dinastia T'ang. Fu
discepolo di Fa-lang e compagno di Chia-hsiang.
184
persona su mille può essere salvata dal Sutra del Loto, mentre con la pratica
Nembutsu dieci persone su dieci o cento su cento [rinascono nella Pura terra]. Egli
diceva che per comporre questo commentario aveva pregato innanzi al Budda Amida
per capire se le sue affermazioni si accordavano o meno con il volere del Budda, e
ogni notte gli appariva in sogno un prete che gli diceva cosa scrivere. Perciò diceva
che il suo commentario doveva essere rispettato come un sutra, e che anche il
Kannen-homon177 doveva essere rispettato come un sutra. Il Sutra del Loto afferma:
«Tra coloro che ascoltano questa Legge non ve n'è uno che non otterrà la
Buddità»178. Ma Shan-tao sostiene che non uno su mille, sarà salvato179. II Sutra del
Loto e Shan-tao dicono cose opposte come il fuoco e l'acqua. Shan-tao dice che il
Sutra Kammuryoju può salvare dieci persone su dieci o cento parsone su cento. Ma
nel Sutra Muryogi il Budda afferma che nel Sutra Kammuryoju non aveva ancora
rivelato la verità. Il Sutra Muryogi e questo prete del Chiostro del Salice180 sono
così distanti come il cielo e la terra.
Come possiamo davvero credere che il Budda Amida sia apparso in sogno sotto
le sembianze di un prete per assicurare Shan-tao che il suo commentario affermava
la verità? Amida non era forse presente alla predicazione del Sutra del Loto e non
estese la sua lingua a testimoniare la verità del
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177. Kannen homon: il Kannen Amida Butsu sokai zammai kudoku homon, opera di Shan-tao, che
espone le pratiche e i benefici del culto di Amida.
178. Sutra del Loto, cap. 2.
179. Ojo-raisan, vol. 1.
180. Prete del Monastero del Salice: Shan-tao, così chiamato perché tentò il suicidio impiccandosi
al ramo di un salice che si trovava di fronte al tempio dove viveva, sperando di ascendere alla Pura Terra.
Tuttavia la corda o il ramo di salice si spezzò ed egli cadde al suolo. Morì una settimana più tardi per le
ferite riportate.
185
sutra? I bodhisattva Kannon e Seishi181 suoi discepoli, non erano anche loro presenti
quando fu predicato il Sutra del Loto? Riflettendo su ciò, si capisce che il sogno di
Jikaku fu un portento diabolico!
Domanda: Kobo Daishi nel suo Shingyo hiken (La chiave segreta del Sutra della
Mente), scrive: «Nella primavera del nono anno di Konin (818), l'impero fu colpito da
una grave pestilenza. Allora l'imperatore in persona intinse il suo pennello nell'oro,
prese in mano un rotolo di carta blu e trascrisse il Sutra Hannya shin in un solo
rotolo. Designato dal sovrano a tenere una lezione sul Sutra della Mente, avevo
compilato le mie spiegazioni sul significato del sutra [e stavo tenendo la lezione], ma
prima che arrivassi alla conclusione, coloro che erano guariti dalla peste
cominciarono a riempire le strade della capitale e, quando sopraggiunse la notte, il
sole continuò a splendere rosso e luminoso.
«Questo non fu il risultato della virtuosa osservanza dei precetti da parte di un
ignorante come me, ma lo si dovette al potere della fede del Re che gira la ruota
d'oro182. Tuttavia coloro che si recano a pregare ai santuari degli dèi dovrebbero
recitare questo mio commentario. Dal momento che nel passato fui presente al Picco
dell'Aquila quando il Budda predicò il Sutra della Mente, e lo ascoltai esporre le sue
profonde dottrine, come potrei non capirne il significato?»
===
181. Kannon e Seishi: seguaci del Budda Amida, che rappresentano rispettivamente la compassione
e la saggezza.
182. Il Re che gira la ruota d'oro: sovrano ideale della mitologia indiana. Nel Buddismo i Re che
girano la ruota sono considerati come re che governano il mondo con la giustizia piuttosto che con la
forza. Essi possiedono i trentadue particolari attributi e governano i quattro continenti intorno al monte
Sumeru girando le ruote ricevute dal cielo al momento dell’incoronazione. Queste ruote sono di quattro
tipi: oro, argento, rame e ferro.
186
Nell'opera intitolata Kujakukyo no onji o "Annotazioni sul Sutra del Pavone",
leggiamo inoltre: «Il Gran Maestro Kobo al suo ritorno dalla Cina desiderava stabilire
la setta Shingon in Giappone. Furono quindi convocati alla corte imperiale i
rappresentanti di tutte le varie sette. Ma molti nutrivano dubbi sulla dottrina
dell'ottenimento della Buddità nella forma presente. Allora il Gran Maestro compose
le mani nel mudra della saggezza e si rivolse a sud. Improvvisamente aprì la bocca e
si trasformò nel Budda Mahavairochana dal colore dell'oro, riacquistando così la sua
forma originale. Egli dimostrò così che il Budda è presente nell'individuo e che
l'individuo è presente nel Budda183 dissipando i dubbi sulla Illuminazione immediata
in questa esistenza. In quel momento fu stabilita la setta Shingon o Yuga184, la Via dei
mandala segreti».
La stessa opera riporta ancora: «In quel momento i capi delle altre sette si
inchinarono di fronte all'opinione del Gran Maestro Kobo; per la prima volta
vennero istruiti sulla dottrina Shingon, ne cercarono i benefici e la praticarono.
===
183. Secondo le dottrine Shingon, poiché Mahavairochana (il Budda Dainichi) è onnipresente, tutti
gli esseri sono il mistico corpo del Budda, tutti i suoni la mistica bocca (voce) del Budda e tutti i pensieri
la mistica mente del Budda. Il corpo, la bocca e la mente dei comuni mortali non sono sostanzialmente
diversi da quelli del Budda, benché la loro natura di Budda sia offuscata dalle illusioni. Per
l'insegnamento esoterico, il mistico corpo è la formazione dei mudra con le mani, la mistica voce è la
recitazione dei mantra e la mistica mente è la meditazione su un mandala o su di una delle figure che vi
appaiono. Per mezzo di queste pratiche il corpo, la voce e la mente si uniscono a quelle del Budda
Dainichi, e un comune mortale diviene un Budda.
184. Yuga: (sanscrito Yoga) significa l'unione dell'io individuale con lo spirito universale. La setta
Shingon fu chiamata cosi perché il Buddismo esoterico sottolineò l’unione del corpo, della voce e della
mente dei comuni mortali con quelli del Budda Dainichi attraverso la pratica dei tre misteri ( mudra,
matura e meditazione sui mandala).
187
Dosho185 della setta Sanron, Gennin186 della setta Hosso, Doo187 della setta Kegon ed
Encho della setta Tendai furono fra questi».
Inoltre nella biografia di Kobo si legge: «Il giorno in cui lasciò la Cina a bordo di
una nave, espresse una preghiera: "Se c'è un luogo particolarmente adatto
all'insegnamento delle dottrine che ho appreso, possa questo tridente arrivare fin
là!". Quindi si volse in direzione del Giappone e lanciò in aria l'arma che volò e sparì
tra le nubi. Nel mese di ottobre egli fece ritorno in Giappone». La stessa opera
continua: «Kobo viaggiò fino ai piedi del monte Koya dove decise di stabilire il suo
luogo di meditazione ... In seguito si scoprì che il tridente che aveva scagliato oltre il
mare era arrivato proprio sulla montagna».
Da questi due o tre episodi risulta chiaro che Kobo era una persona di immenso
potere e virtù inestimabile. Dal momento che aveva un potere così grande, perché
sostieni che non dobbiamo credere nei suoi insegnamenti e che chi lo fa cadrà
nell'inferno Avichi?
Risposta: Anch'io credo nelle sue varie qualità e le ammiro. Altri uomini vissuti
in epoche passate avevano questi poteri soprannaturali. Ma il fatto di possederli non
indica comunque che si abbia una comprensione corretta della Legge buddista.
Tra i credenti brahmani dell'India ci furono uomini capaci di versare l'acqua del
fiume Gange nelle loro orecchie e
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185. Dosho (799-875): prete che prima studiò la dottrina Sanron, poi divenne seguace di Kobo.
186. Gennin (818-887): prete che prima studiò la dottrina Hosso e poi le dottrine esoteriche sotto
Shinga. Nell'885 divenne rettore del tempio To-ji.
187. Doo (m. 851): prete che studiò gli insegnamenti Hosso, ma in seguito seguì la dottrina Kegon.
Divenne il settimo patriarca della setta Kegon.
188
conservarla lì per dodici anni, in grado di bere l'acqua dell'oceano fino a
prosciugarlo, di afferrare il sole e la luna con le proprie mani o di trasformare i
discepoli del Budda Shakyamuni in buoi e pecore188.
Ma questi poteri servirono solamente a renderli ancora più arroganti e a creare
ulteriore karma di sofferenza nel regno di nascita e morte. E a questo tipo di uomini
che T'ien-t'ai si riferisce quando dice: «Essi insegnano fama e profitto e accrescono le
loro illusioni del pensiero e del desiderio189».190
Il prete cinese Fa-yun del tempio Kuang-che-ssu era in grado di far piovere e di
far sbocciare i fiori all'improvviso, ma Miao-lo scrive di lui: «Sebbene riuscisse a
produrre questi fenomeni, la sua comprensione non era in accordo con la verità (del
Sutra del Loto)».191 Non appena il Gran Maestro T'ien-t'ai lesse il Sutra del Loto, una
leggera pioggia iniziò a cadere e similmente il Gran Maestro Dengyo provocò una
pioggia di amrita192 nell'arco di tre giorni. Nonostante ciò, essi non affermarono che
grazie a questi poteri la loro comprensione della verità era pari a quella del Budda.
Kobo, malgrado i suoi eccezionali poteri, definì il Sutra del Loto come una
dottrina dalle teorie infantili e sostenne che il Budda Shakyamuni si trovava ancora
nella regione
===
188. Riferimenti a Agastya, Jinu, Sechi (sconosciuto in sanscrito) e Kudon (sanscrito Gautama).
Le loro storie appaiono nel Sutra del Nirvana, vol.39
189. Illusioni del pensiero e del desiderio: la prima delle tre categorie di illusioni. Le illusioni del
pensiero sono percezioni distorte della verità. Le illusioni del desiderio sono basse tendenze come avidità
e collera derivanti dal contatto dei cinque organi di senso con i rispettivi oggetti.
190. Hokke gengi vol.3
191. Hokke gengi shakusen. vol. 3.
192. Amrita: ambrosia. Nell'antica India era considerata la dolce bevanda degli dei. In Cina si
pensava che piovesse dal cielo quando nel mondo regna la pace. La parola amrita vuol dire immortale.
189
dell'oscurità. Uomini dotati di saggezza e di intelletto non devono prestar fede a
questo genere di scritti.
Dì quello che vuoi, ma sulle virtù di Kobo che hai citato ci sono parecchi punti
dubbi. Il testo dice: «Nella primavera del nono anno di Konin (818) l'impero fu
colpito da una grave pestilenza». Ma la primavera dura novanta giorni193 in quale
mese e in quale giorno della primavera ciò? Questo è il primo punto dubbio
In secondo luogo, ci fu davvero un'epidemia di peste nel nono anno di Konin?
In terzo luogo, il testo afferma: «Quando giunse la notte il sole continuò a
brillare rosso e luminoso». Questo sarebbe stato veramente un evento di grande
rilevanza. Durante il nono anno di Konin regnava l'imperatore Saga. Ma gli storici di
corte della sinistra e della destra194 registrarono forse un simile evento? Anche se
l'avessero fatto sarebbe ugualmente difficile credervi. Durante i venti kalpa del kalpa
di formazione, e durante i nove kalpa del kalpa di continuità per un totale di
ventinove kalpa, non si è mai verificata una cosa simile, nemmeno una volta. Che
dire di questa apparizione del sole nel bel mezzo della notte? In tutti gli
insegnamenti del Budda Shakyamuni non si ha alcuna menzione di una cosa simile!
E nei Tre annali195 e nei Cinque canoni196dei tre sovrani
===
193. Novanta giorni dall'inizio del primo mese fino alla fine del terzo. Secondo il calendario lunare,
il Capodanno, il primo giorno del primo mese, era considerato l'inizio della primavera e i dodici mesi
erano divisi in quattro stagioni.
194. "Storico di corte" era una carica ufficiale del Gran Consiglio di Stato. Erano otto: quattro di
sinistra e quattro di destra. Il compito dello storico della sinistra era di registrare gli eventi, mentre lo
storico della destra registrava le parole dell'imperatore.
195. Tre annali: descrivono le azioni dei tre leggendari governanti dell'antica Cina (Fu Hsi, Shen
Nung, Huang Ti) che crearono governi modello.
196. Cinque canoni: gli scritti dei cinque imperatori (Shao Hao, Chuan Hsu, Ti Kao, T'ang Yao e
Yu Shun), che si dice abbiano regnato dopo i tre governanti.
190
e dei cinque imperatori dell'antichità, non si trova alcuna predizione sul sorgere del
sole nel cuore della notte in un futuro. Nelle scritture buddiste ci viene detto che nel
kalpa del declino appariranno due, tre e perfino sette soli, ma questo accadrà di
giorno, non di notte. Se il sole dovesse apparire di notte [nella nostra regione, il
continente meridionale di Jambudvipa], cosa accadrebbe nelle altre tre regioni ad
est, ad ovest e nord?,
Nonostante tutto quello che le scritture buddiste o altre opere possano dire
riguardo a un tale evento, se almeno ci fosse nei diari dei cortigiani, delle altre
famiglie della capitale, o dei preti del monte Hiei un'annotazione sul sorgere del sole
nella primavera del nono anno di Konin, in tale mese, in tale giorno e in tale ora
della notte, forse potremmo crederci [ma non esiste alcuna documentazione del
genere].
Più avanti il testo afferma: «Ero presente al Picco dell'Aquila nel lontano
passato quando il Budda predicò il Sutra della Mente, e lo ascoltai esporre le sue
profonde dottrine». Questa certamente è una grossa menzogna tesa a far sì che la
gente credesse in ciò che egli affermava nel suo commentario. Dobbiamo altrimenti
credere che al picco dell'Aquila il Budda rivelò che il Sutra del Loto è una "dottrina
dalla teoria infantile", che il Sutra Dainichi rappresenta la verità e che Ananda e
Monju si sbagliavano affermando che il Sutra del Loto rivela la verità!
Il quarto dubbio riguarda la capacità di provocare la pioggia: persino una donna
di facili costumi e un violatore di precetti197 riuscirono a far piovere recitando le loro
poesie, ma quando Kobo pregò per ventuno giorni non accadde nulla; quali erano
dunque i suoi poteri?
===
197. La poetessa e dama di corte Izumi Shikibu (nata verso il 976) e il prete Noin (998-1050), le cui
opere comprendono poesie per invocare la pioggia.
191
Il Kujakukyo no ongi afferma: «Allora Kobo Daishi compose le mani nel mudra
della saggezza e si rivolse a sud. Improvvisamente la sua bocca si spalancò ed egli si
trasformò nel Budda Mahavairochana dal colore dell'oro». Ora, in quale anno e sotto
il regno di quale sovrano accadde ciò?
In Cina a partire dall'era Chien-yuan (140-134 a.C.) e in Giappone dall'era Taiho
(701-704), le cronache di preti e di laici riportano sempre il nome dell'era in cui si
verificarono eventi importanti. Per un fatto così importante come quello descritta,
come mai non vi è alcun riferimento al sovrano, ai suoi ministri, all'era, al giorno e
all'ora in cui accadde?
Il brano prosegue elencando "Dosho della setta Sanron, Gennin della setta
Hosso, Doo della setta Kegon e Encho della setta Tendai" [come coloro che
appresero le dottrine Shingon da Kobo], Encho, che dopo la morte venne chiamato
Gran Maestro Jakko, fu il secondo patriarca della setta Tendai. Per quale motivo, a
quel tempo il primo patriarca Gishin e il fondatore della setta Gran Maestro Dengyo,
non furono invitati a essere presenti? Encho, secondo patriarca della setta Tendai,
era discepolo del Gran Maestro Dengyo e in seguito divenne discepolo anche di
Kobo. Perché, invece di invitare un discepolo oppure uomini delle sette Sanron,
Hosso e Kegon, Kobo non invitò Dengyo e Gishin, i due uomini più importanti della
setta Tendai?
Il Kujakukyo no ongi afferma: «In quel momento fu stabilita la setta Shingon o
Yuga, la Via dei mandala segreti». Ciò sembrerebbe riferirsi al periodo in cui sia
Dengyo che Gishin erano ancora in vita. Dal secondo anno di Daido (807), sotto il
regno dell'imperatore Heizei, fino al tredicesimo anno di Konin (822) (quando
Dengyo morì), Kobo si dedicò intensamente alla propagazione delle dottrine
Shingon e durante questo periodo sia Dengyo che Gishin erano ancora in vita.
Inoltre, Gishin visse ancora fino al decimo anno di Tencho (833). È possibile che
Kobo abbia aspettato tanto tempo
192
prima di far conoscere i suoi insegnamenti Shingon a un capo della setta Tendai?
Tutto ciò è molto strano.
Il Kujakukyo no ongi fu compilato da Shinzei198, discepolo di Kobo, e perciò non
è affidabile. Una persona dalle idee distorte può essersi preoccupata di consultare gli
scritti dei cortigiani, di altre importanti famiglie o di Encho? Si dovrebbero
esaminare gli scritti di Dosho, Gennin e Doo [per una verifica].
Il testo dice: «Improvvisamente la sua bocca si spalancò ed egli si trasformò nel
Budda Mahavairochana dal colore dell'oro». Cosa s'intende con l'espressione "la sua
bocca si spalancò"? L'autore avrà voluto scrivere miken, che significa "lo spazio tra le
sopracciglia"199, ma erroneamente scrisse "bocca". Poiché scrisse un libro pieno di
invenzioni, è naturale che vi si trovino tali errori.
Egli scrisse: «Allora il Gran Maestro Kobo compose le mani nel mudra della
saggezza e si rivolse a sud. Improvvisamente la sua bocca si spalancò ed egli si
trasformò nel Budda Mahavairochana dal colore dell'oro». Nel quinto volume del
Sutra del Nirvana leggiamo: «Mahakashyapa così si rivolse al Budda: "Onorato dal
mondo, non farò più affidamento sui quattro ordini di santi200. Perché dico questo?
Perché nel
===
198. Shinzei (800-860): prete della setta Shingon. Ottenne la carica di dembo ajari, che abilitava
alla trasmissione delle dottrine segrete della Shingon.
199. Allude al piccolo ciuffo di peli bianchi, posto fra le sopracciglia, dal quale emana luce. È uno
dei trentadue attributi fisici dei Budda, elencati nel Daichido ron.
200. Quattro ordini di santi: secondo il Sutra del Nirvana sono: 1) gli shomon che non sono ancora
arrivati al primo stadio dell'Illuminazione hinayana; 2) coloro che hanno raggiunto il primo stadio in cui
si entra nella corrente che porterà al nirvana, oppure il secondo nel quale si deve rinascere solo un'altra
volta in questo mondi) prima di entrare nel nirvana; 3) coloro che hanno raggiunto il terzo stadio nel
quale non si rinascerà più in questo mondo; 4) coloro che hanno eliminato le illusioni di pensiero e
desiderio e raggiunto il quarto stadio, quello di arhat.
193
Sutra Goshila, che il Budda predicò per Goshila201, si afferma che il re Demone del
cielo, volendo distruggere la Legge buddista, prenderà le sembianze di un Budda,
dotato di tutte le trentadue e le ottanta caratteristiche202 del Budda; avrà un aspetto
solenne ed emanerà un alone di luce per tre metri in tutte le direzioni. Il suo viso
sarà tondo e luminoso come la luna, ed il ciuffo tra le sopracciglia sarà più bianco
della neve ... Dal lato sinistro uscirà acqua e dal lato destro fuoco"».
Inoltre, nel sesto volume del Sutra del Nirvana, si legge: «Il Budda annunciò a
Mahakashyapa: "Dopo che sarò entrato nel nirvana questo Demone del sesto cielo e
gli altri demoni faranno a gara per distruggere questa mia vera Legge... Egli assumerà
l'aspetto di un arhat o di un Budda. Il re demone, sebbene sia in preda all'illusione,
assumerà le sembianze di un uomo libero dalle illusioni e cercherà di distruggere
questa mia vera Legge"».
Il Gran Maestro Kobo dichiarò che in confronto ai Sutra Kegon e Dainichi, il
Sutra del Loto era una "dottrina infantile". Egli apparve con le sembianze di un
Budda: come afferma il Sutra del Nirvana, il demone, soggetto alle illusioni, prenderà
l'aspetto di un Budda per distruggere la vera Legge.
La "vera Legge" di cui "parla il Sutra del Nirvana è il Sutra del Loto. Perciò più
avanti nel Sutra del Nirvana troviamo la seguente affermazione: «È trascorso molto
tempo da quando
===
201. Goshila: facoltoso laico di Kaushambi, che costruì il monastero di Goshilavana perché il
Budda Shakyamuni vi predicasse.
202. Trentadue attributi e ottanta caratteristiche: le straordinarie qualità fisiche e spirituali di un
Budda che ispirano le persone a cercare il suo insegnamento e a ottenere la Buddità. I trentadue attributi
fisici sono posseduti dai Budda, dai bodhisattva, dagli dèi Taishaku e Bonten e dai Re che girano la
ruota, mentre le ottanta caratteristiche spirituali sono solo dei Budda e dei bodhisattva.
194
io ottenni la Buddità». Vi si afferma inoltre che il Sutra del Nirvana è contenuto nel
Sutra del Loto.
Shakyamuni, Taho e gli altri Budda delle dieci direzioni, riferendosi ai vari
sutra, dichiararono: «Il Sutra del Loto espone la verità, il Dainichi e tutti gli altri
sutra non espongono la verità». Apparendo sotto le sembianze di un Budda, Kobo
affermò che paragonato ai Sutra Kegon e Dainichi, il Sutra del Loto è una "dottrina
infantile". Se le parole del Budda sono vere, allora Kobo non può essere che il
Demone del sesto cielo.
Inoltre, appare particolarmente poco credibile l'episodio del tridente. Sarebbe
già difficile credere che un cinese venuto in Giappone abbia casualmente ritrovato il
tridente. È più probabile che sia stata mandata in precedenza una persona a
sotterrarlo in quel luogo, per non dire che Kobo, essendo un giapponese, era in
grado di predisporre la cosa. Si raccontano molte storie strane e assurde come queste
su Kobo, ma esse non provano che egli avesse realizzato il volere del Budda.
In tal modo le dottrine delle sette Shingon, Zen e Nembutsu si diffusero e si
affermarono in Giappone. Così che, quando Takanari, l'ex-imperatore in esilio a Oki
(ottantaduesimo imperatore Gotoba), tentò di rovesciare il Gon no Tayu203, dato che
era un sovrano e capo della nazione, la gente pensò che sarebbe stata un'impresa
facile come per un leone avventarsi su un coniglio o per uno sparviero catturare un
fagiano. Inoltre, sul monte Hiei, nei templi To-ji e Onjo-ji e nei sette maggiori templi
di Nara, per diversi anni si lanciarono maledizioni contro il nemico e si invocò l'aiuto
della dea del Sole, del grande bodhisattva Hachiman, delle
===
203. Gon no Tayu: Hojo Yoshitoki (1163-1224), reggente del governo di Kamakura.
195
divinità dei santuari Sanno, Kamo e Kasuga204. Ciò nonostante, le forze imperiali non
furono in grado di resistere per più di due o tre giorni e alla fine i tre ex imperatori
furono esiliati nelle isole di Sado, di Oki o nella provincia di Awa205, dove finirono i
loro giorni.
Inoltre, Omuro206 che aveva l'incarico di scagliare le maledizioni, non soltanto
fu cacciato dal tempio To-ji, ma il suo paggio favorito, Setaka207, che gli era caro
come i propri occhi, venne decapitato. Così, come afferma il Sutra del Loto, le
maledizioni alla fine "ricaddero su chi le aveva scagliate"201.
Ma questo non è niente in confronto a ciò che deve ancora accadere. Infatti,
quando la nostra nazione sarà invasa da un paese straniero, sicuramente su tutto il
popolo giapponese, dai ministri alla gente comune senza eccezione, si abbatterà una
catastrofe, come una catasta d'erba secca a cui venga appiccato il fuoco, un'alta
montagna che si sgretola o una valle che venga allagata.
Io, Nichiren, sono l'unico in tutto il Giappone che comprende il motivo per cui
accadono queste cose. Ma sapevo
===
204. Sanno è la divinità Re della Montagna del monte Hiei. Kamo fu venerato come dio protettore
dalla corte imperiale dopo che l'imperatore Kammu trasferì la capitale a Kyoto. Il santuario Kasuga a
Nara era dedicato alla divinità ancestrale della famiglia Fujiwara e fu venerato anche dalla corte
imperiale.
205. Gotoba fu esiliato nell'isola di Oki e Juntoku nell'isola di Sado, Tsuchimikado fu esiliato nella
provincia di Tosa nello Shinkoku e più tardi trasferito nella vicina provincia di Awa (da non confondersi
con la provincia di Awa dove era nato il Daishonin).
206. Omuro: titolo onorifico di un imperatore o di un principe che aveva preso gli ordini e viveva
nel tempio Ninna-ji della setta Shingon a Kyoto, oppure altro nome del tempio Ninna-ji. In questo caso,
Omuro si riferisce ai principe Dojo, figlio dell'imperatore Gotoba, che si era fatto prete.
207. Setaka o Seitaka (m. 1221): figlio di Sasaki Hirotsuna, governatore di Omi, che si unì alla
causa imperiale durante i disordini di Jokyu. Egli servì Dojo al tempio Ninna-ji, ma fu ucciso dopo i
disordini.
208. Sutra del Loto, cap. 25.
196
già che, se avessi parlato apertamente, sarei stato trattato come Pi Kan al quale il re
Chou della dinastia Yin squarciò il petto; come Lung-feng al quale il re Chien della
dinastia Hsia tagliò la testa209, o come Aryasimha che fu decapitato dal re Dammira.
Sarò esiliato come il prete Chu Tao-sheng210 o marchiato sul viso come l'Erudito
Fa-tao211.
Ma nel Sutra del Loto è scritto: «Non ci curiamo della nostra vita, a noi importa
solo la Via suprema»212, e il Sutra del Nirvana ammonisce: «Egli non dovrebbe tener
nascosto alcun insegnamento, anche a costo della propria vita».
Se ora mi preoccupassi della mia vita, in quale futura esistenza otterrei la
Buddità? In quale futura esistenza sarei mai in grado di salvare i miei genitori e il
mio maestro? Con questo pensiero costante, decisi d'iniziare a parlare chiaramente.
E, proprio come mi aspettavo, venni scacciato, diffamato, attaccato e ferito. Il
dodicesimo giorno del mese di maggio del primo anno dell'era Kocho (1261), l'anno
col segno ciclico kanoto-tori, incorsi nell'ira delle autorità e fui esiliato a Ito nella
provincia di Izu. Infine, il ventiduesimo giorno di febbraio del terzo anno di Kocho
(1263), l'anno col segno ciclico
===
209. Secondo lo Shih chi, il re Chieh fece soffrire il popolo a causa della sua tirannia e della sua
dissipatezza. Fece decapitare il suo fedele seguace Lung-feng che lo aveva rimproverato.
210. Chu Tao-sheng (m. 434): prete cinese e discepolo di Kumarajiva. In base ai suoi studi sul
Sutra Daihatsunaion, la versione cinese di Fa-hsien del Sutra del Nirvana, sostenne che anche gli
icchantika possono ottenere la Buddità. Per questo egli fu espulso dalla comunità dei monaci ed esiliato
sulla montagna di Su-chou. In seguito, quando il Sutra del Nirvana fu tradotto in cinese da
Dharmakshema con il titolo Daihatsu nehan gyo, si vide che la tesi di Tao-sheng era confermata dalle
scritture.
211. Fa-tao (1086-1147): prete della Cina Sung. Quando Hui-tsung, ottavo imperatore della dinastia
Sung e taoista convinto, tentò di sopprimere il Buddismo, Fa-tao che aveva osato protestare, fu
marchiato in viso ed esiliato a Tao-chu. Fu perdonato nel 1125 dopo l'ascesa al trono dell'imperatore
Ch'in-tsung.
212. Sutra del Loto, cap. 13.
197
mizunoto-i, fui perdonato e mi fu permesso di tornare.
Dopo di allora si rafforzò ancor più la mia determinazione di ottenere
l'Illuminazione e di propagare le mie idee. Da quel momento le persecuzioni si
fecero più terribili, come grandi ondate sollevate da un tifone. Sperimentai sul mio
corpo gli attacchi con spade e bastoni, che il bodhisattva Fukyo aveva subito in
tempi passati. Neanche le persecuzioni subite dal monaco Kakutoku213 nell'ultima era
dopo la morte del Budda Kangi Zoyaku, possono essere paragonate alle mie. Non vi è
alcun luogo in tutte le sessantasei province e nelle due vicine isole del Giappone,
dove potrei essere al sicuro né per un giorno, né per un'ora.
Persino santi che osservano rigorosamente i duecentocinquanta precetti214
come fece nel passato Rahula215, e persino uomini saggi come Puma216, insultano
Nichiren quando l'incontrano. Ed anche uomini rispettabili, onesti e retti come gli
ufficiali di corte Wei Cheng217 e Fujiwara no Yoshifusa218, quando vedono Nichiren
perdono la ragione e lo trattano ingiustamente. A maggior ragione le persone
comuni di oggigiorno
===
213. Kakutoku: monaco che appare nel Sutra del Nirvana. Molto tempo dopo la morte del Budda
Kangi Zoyaku, quando il Buddismo era destinato a scomparire entro quarant’anni, Kakutoku fu il solo a
battersi per preservare l'insegnamento buddista ortodosso e venne assalito dai monaci corrotti. Il
virtuoso re Utoku accorse a difendere Kakutoku e morì combattendo. Si dice che grazie alla loro
devozione al Buddismo, il re Utoku sia rinato come il Budda Shakyamuni e Kakutoku come il Budda
Kasho.
214. Duecentocinquanta precetti: regole di disciplina che i monaci del Buddismo Hinayana
dovevano osservare.
215. Rahula: figlio di Shakyamuni e uno dei suoi dieci maggiori discepoli.
216. Puma: uno dei dieci maggiori discepoli di Shakyamuni. Conosciuto come il migliore nella
predicazione della Legge, si dice abbia convertito cinquecento persone della sua tribù.
217. Wei Cheng (580-643): ministro che servì fedelmente come consigliere l'imperatore T'ai-tsung
della dinastia T'ang.
218.Fujiwara no Yoshifusa (804-872): ministro della sinistra e nonno del cinquantaseiesimo
imperatore Seiwa, pose le fondamenta per la prosperità della famiglia Fujiwara.
198
si comportano come cani che vedono una scimmia, o come cacciatori
all'inseguimento di un cervo. In tutto il Giappone non vi è una sola persona che dica:
"Forse questo uomo ha dei validi motivi per comportarsi così".
Ma c'era da aspettarselo perché, tutte le volte che m'imbatto in una persona che
recita il Nembutsu, gli dico che il Nembutsu porta a cadere nell'inferno di sofferenza
incessante. Ogni volta che incontro qualcuno che onora gli insegnamenti Shingon,
gli dico che la Shingon è una dottrina nefasta che distruggerà la nazione. E a [Hojo
Tokimune], il reggente del Giappone che onora la setta Zen, io, Nichiren, dichiaro
che la dottrina Zen è opera dei demoni. Dal momento che io mi sono attirato queste
disgrazie, quando mi insultano, non li rimprovero. Anche volendo, non potrei
rimproverarli tutti perché sono troppi. E quando mi colpiscono, non provo
sofferenza perché ero preparato fin dall'inizio.
Avendo io perseverato ad ammonirli ancor più energicamente senza
preoccuparmi della mia sicurezza, centinaia di preti Zen, migliaia di credenti
Nembutsu e un numero ancora più grande di maestri Shingon si recarono dal
magistrato, da uomini di famiglie potenti, dalle loro mogli o dalle loro vedove che
avevano preso gli ordini sacri, raccontando un'infinità di calunnie su di me. Così che
alla fine, tutti si convinsero che io ero il peggior criminale dell'intera nazione, che
ero un prete che recitava formule magiche per la distruzione del Giappone e che
avevo detto che i defunti Hojo Tokiyori219 e Hojo Shigetoki220 erano caduti
nell'inferno di
===
219. Hojo Tokiyori (1227-1263): quinto reggente del governo di Kamakura. Era anche chiamato il
prete laico del Saimyo-ji, perché ricevette gli ordini in questo tempio dopo essersi ritirato ufficialmente
dalla sua carica. Nichiren Daishonin gli sottopose il Rissho ankoku ron nel 1260.
220. Hojo Shigetoki (1198-1261): terzo figlio di Hojo Yoshitoki, il secondo reggente. Fondò il tempio
Gokuraku-ji a Kamakura e suo figlio Nagatoki, il sesto reggente, vi invitò Ryokan come rettore.
199
incessante sofferenza. Le vedove infuriate chiesero che mi fosse tagliata la testa
immediatamente, senza bisogno di indagini, e che i miei discepoli fossero decapitati,
o esiliati in terre lontane, o messi in prigione. Le loro richieste furono accolte:
durante la notte del dodicesimo giorno del mese di settembre, nell'ottavo anno di
Bun'ei (1271), segno ciclico kanoto-hitsuji, avrebbero dovuto decapitarmi a
Tatsunokuchi, nella provincia di Sagami, ma avvenne qualche cosa per cui
l'esecuzione venne rimandata e la notte stessa venni condotto in un posto chiamato
Echi. Durante la notte del tredicesimo giorno si diffuse la voce che ero stato
perdonato, ma, per motivi ancora poco chiari, fu ordinato il mio esilio nell'isola di
Sado.
Mentre giorno dopo giorno, la gente si domandava se sarei stato decapitato, io
trascorsi quattro anni a Sado221. Poi, il quattordicesimo giorno del secondo mese
dell'undicesimo anno di Bun'ei (1274), l'anno con Giove nel segno ciclico kinoe-inu,
fui perdonato. Il ventiseiesimo giorno del marzo dello stesso anno, ritornai a
Kamakura e l'ottavo giorno di aprile fui interrogato da Hei no Saemon. Espressi la
mia opinione su diverse questioni e lo informai che i Mongoli avrebbero certamente
invaso il Giappone entro l'anno. Poi, il dodicesimo giorno del quinto mese, lasciai
Kamakura e venni su questa montagna.
Ho fatto tutto questo unicamente per ripagare il debito che ho con i miei
genitori, con il mio maestro, con i Tre Tesori del Buddismo e con il mio paese. Per
loro ero disposto a distruggere il mio corpo e a dare la mia vita sebbene, come poi
accadde, riuscii a scampare alla condanna a morte. L'usanza vuole che, se un saggio
per tre volte ammonisce
===
221. L'esilio a Sado durò due anni e cinque mesi, ma, secondo l'uso giapponese, il Daishonin dice
che rimase a Sado quattro anni: (due mesi) nel 1271, tutto il 1272 e il 1273 e (tre mesi) nel 1274.
200
viene ascoltato, si ritiri sulla montagna. Così ho fatto io.222
I meriti da me acquisiti sono stati sicuramente riconosciuti dai tre tesori del
Buddismo, da Bonten e Taishaku, dagli dèi del sole e della luna e, grazie ad essi,
potrò salvare i miei genitori e il mio defunto maestro, Dozen-bo. Ma sono
tormentato da alcuni dubbi. Benché il Venerabile Maudgalyayana avesse cercato di
salvarla, sua madre Shodai-nyo, rimase nel regno degli spiriti affamati223. Benché
fosse figlio dell'Onorato dal mondo, il monaco Sunakshatra224 cadde nell'infermo
Avichi. Anche facendo tutti gli sforzi possibili per la salvezza degli altri, è molto
difficile salvarli dalla retribuzione del karma che loro stessi hanno creato.
Il defunto Dozen-bo mi trattò come uno dei suoi discepoli preferiti, per cui non
posso credere che nutrisse dell'astio nei miei confronti. Ma egli era un uomo
estremamente pavido e non avrebbe mai potuto rinunciare alla sua posizione al
Seicho-ji. Inoltre, avendo soggezione di Tojo Kagenobu, il sovrintendente della
regione, e vivendo in mezzo a preti come Enchi e Jitsujo, malvagi quanto Devadatta e
Kokalika, cedette alle loro intimidazioni e non prestò ascolto al discepolo che aveva
amato per molti anni. Che ne sarà di un simile uomo nella prossima vita? Ma fu una
fortuna
===
222. Questa tradizione è menzionata nel secondo capitolo del Li-chi (Libro dei riti).
223. Secondo il Sutra Urabon, Maudgalyayana percepì con la sua vista divina che la sua defunta
madre, Shodai-nyo (sconosciuto in sanscrito) stava soffrendo nel mondo di Avidità. Egli cercò di inviarle
del cibo per mezzo dei suoi poteri soprannaturali, ma il cibo si trasformò in fuoco e la bruciò.
224. Sunakshatra: monaco citato nel Sutra del Nirvana. È considerato un figlio di Shakyamuni, da
questi generato prima di rinunciare al mondo secolare. Egli entrò nell'Ordine buddista, ma in seguito
sarebbe caduto nell'inferno a causa di opinioni distorte.
201
che Kagenobu, Enchi e Jitsujo morissero tutti prima di Dozen-bo, ricevendo la
punizione delle dieci dee protettrici del Sutra del Loto; dopo la loro scomparsa,
infatti, Dozen-bo cominciò a nutrire un po' di fede in questo sutra. Ma in realtà fu
come ricevere un bastone a combattimento finito o come accendere una lampada a
mezzogiorno: [il momento opportuno era già passato].
Inoltre, non posso fare a meno di pensare che qualunque cosa accada,
bisognerebbe sempre preoccuparsi ed avere compassione dei propri figli e discepoli.
Ma Dozen-bo, che pure non era un uomo completamente impotente, sebbene io
fossi stato esiliato nell'isola di Sado, non si sforzò di venirmi a trovare neanche una
volta. Questo non è certo il comportamento di un credente del Sutra del Loto.
Nonostante ciò, ho sempre pensato a lui con affetto e, quando ho appreso la
notizia della sua morte, avrei voluto accorrere a costo di passare attraverso il fuoco e
affondare nell'acqua, gettarmi sulla sua tomba e recitare un volume del Sutra del
Loto per la sua salvezza. Però accade spesso che, mentre un saggio non abbia
realmente pensato di ritirarsi dal mondo, gli altri credano erroneamente che lo abbia
fatto. Perciò nel caso in cui egli abbandonasse il suo eremo senza una ragione, tutti
penserebbero che non ha mantenuto il suo proposito fino in fondo. Per questo
motivo, per quanto io desideri visitare la sua tomba, sento che non posso farlo.
Ora voi due Joken-bo e Gijo-bo, siete stati i miei maestri quando ero giovane.
Siete come gli amministratori dei monaci Gonso e Gyohyo che furono i maestri del
Gran Maestro Dengyo, ma che in seguito divennero suoi discepoli. Quando Tojo
Kagenobu mi attaccò ed io decisi di lasciare il monte Kiyosumi, voi mi aiutaste a
fuggire di nascosto. Voi avete reso un inestimabile servizio al Sutra del Loto. Non
possono esservi dubbi sulla ricompensa che vi attende nella prossima vita.
202
Domanda: Tra gli otto volumi e i ventotto capitoli che costituiscono l'intero
Sutra del Loto, qual è la cosa essenziale?
Risposta: Il cuore del Sutra Kegon è il titolo, Daihokobutsu kegon gyo. Il cuore
del Sutra Agon è il titolo, Bussetsu-chu agon gyo. Il cuore del Sutra Daijuku è il titolo,
Daihodo daijuku kyo. Il cuore del Sutra Hannya è il titolo, Makahannya haramitsu
kyo. Il cuore del Sutra Muryoju è il titolo, Bussetsu muryoju kyo. Il cuore del Sutra
Kammuryoju è il titolo, Bussetsu kammuryoju kyo. Il cuore del Sutra Amida è il titolo,
Bussetsu amida kyo. Il cuore del Sutra del Nirvana è il titolo, Daihatsunehan gyo. E lo
stesso vale per tutti gli atri sutra. Il Daimoku, o titolo del sutra, che appare davanti
alle parole iniziali nyoze gamon , "Così io ho udito"225, è il cuore del sutra. Questo è
vero sia per i sutra mahayana che per i sutra hinayana, per il Sutra Dainichi, il Sutra
Kongocho, il Sutra Soshitsuji e così via. In tutti i casi il titolo è il cuore del sutra.
La stessa cosa è vera anche per quanto riguarda i Budda: il Budda Dainichi, il
Budda Nichigatsu Tomyo, il Budda Nento226, il Budda Daitsuchisho, il Budda
Unraionno227. Nel caso di questi Budda, il nome stesso contiene in sé le virtù di ogni
singolo Budda.
===
225. "Così io ho udito": le parole iniziali di tutti i sutra buddisti, che indicano che gli insegnamenti
riportati sono stati uditi direttamente dal Budda.
226. Budda Nento o "colui che brucia la fiaccola": un Budda al quale Shakyamuni offrì dei fiori
mentre praticava le austerità come bodhisattva Judo in un'esistenza precedente. Secondo il capitolo Jo, il
primo del Sutra del Loto, era uno degli otto figli del Budda Nichigatsu Tomyo (Splendore del sole e della
luna). Egli praticò il Sutra del Loto sotto la guida di un discepolo del padre, il bodhisattva Myoko, e
ottenne l'illuminazione come Budda Nento.
227. Budda Unraionno: Unraion-shukuo Rechi (Re della saggezza della costellazione della nube
temporalesca). Un Budda che appare nel capitolo Myoshogonno (ventisettesimo) del Sutra del Loto. Egli
istruì il re Myoshogon, padre di Jogo e J0gen.
203
Lo stesso vale per il Sutra del Loto. I cinque caratteri di Myoho-renge-kyo che
precedono le parole iniziali "Così io ho udito" sono la vera essenza degli otto volumi
del Sutra. Per di più, questi caratteri sono il cuore di tutti i sutra, così come la vera
Legge sta al di sopra di tutti i Budda e bodhisattva, delle persone dei due veicoli,
delle divinità celesti e degli esseri umani, degli asura e dei draghi.
Domanda: Se una persona recita Nam-myoho-renge-kyo senza capirne il
significato e un'altra recita Namu-daihoko-butsu-kegon-kyo senza capirne il
significato, i benefici ottenuti da queste due persone saranno gli stessi oppure no?
Risposta: Un piccolo fiume può ricevere l'acqua della rugiada, dei ruscelli, delle
fonti, dei canali e dei piccoli torrenti, ma non l'acqua di un grande fiume. Un grande
fiume può ricevere l'acqua di un piccolo fiume insieme alla sua rugiada, ai suoi
ruscelli e così via, ma non l'acqua di un grande oceano. I Sutra Agon sono come il
piccolo fiume con le sue sorgenti, torrenti, ruscelli e rugiada, mentre i Sutra Hodo,
Amida, Dainichi e Kegon sono come il grande fiume che accoglie il piccolo fiume. Ma
il Sutra del Loto è come il grande oceano che può contenere tutta l'acqua che
proviene dalla rugiada, dai ruscelli, dalle fonti, dai torrenti, dai piccoli fiumi, dai
grandi fiumi e dalle piogge del cielo, senza perderne una sola goccia.
Immagina una persona che bruci per la febbre. Se rimane per un po' vicino a
una grande quantità d'acqua fredda, si rinfrescherà, mentre se si stende presso una
piccola quantità d'acqua, continuerà a soffrire come prima. Ugualmente, se un
icchantika che ha commesso i cinque peccati cardinali e ha offeso la Legge, tentasse
di rinfrescarsi con la poca acqua dei Sutra Agon, Kegon, Kammuryoju e Dainichi, non
scaccerebbe mai la violenta febbre delle sue gravi colpe. Ma se giacesse sulla grande
montagna nevosa del Sutra del Loto, allora la febbre violenta dei cinque peccati
cardinali, delle offese alla
204
Legge, e della sua miscredenza, sparirebbe all'istante, perciò le persone ignoranti
dovrebbero a tutti i costi avere fede nel Sutra del Loto. Infatti, sebbene si possa
pensare che tutti i titoli dei sutra siano la stessa cosa e che sia altrettanto facile
recitare l'uno o l'altro, in realtà il beneficio ottenuto da un ignorante che recita il
titolo del Sutra del Loto è di gran lunga superiore a quello ottenuto da un saggio che
recita un altro titolo, così come il cielo è superiore alla terra!
Per spiegare, persino una persona forte non riesce a spezzare una corda robusta
con le sue mani nude, mentre con un piccolo coltello anche una persona debole può
tagliare la corda con facilità. Una persona molto forte non può spaccare una pietra
dura con una spada spuntata. Ma con una spada affilata anche chi non ha una
grande forza può spaccarla. Per fare un altro esempio, se si inghiotte una medicina
anche senza conoscerne gli effetti, si può curare una malattia. Ma se si mangia del
cibo comune, la malattia non guarirà. Un altro esempio: un elisir prolunga la vita,
mentre una medicina comune può curare una malattia, ma non prolunga la vita.
Domanda: Fra i ventotto capitoli del Sutra del Loto, quale è il fondamentale?
Risposta: Alcuni dicono che tutti i capitoli sono fondamentali per quanto
riguarda l'argomento in essi trattato. Alcuni dicono che i due capitoli Hoben e Juryo
sono essenziali, alcuni che il più importante è il capitolo Hoben, altri che è il capitolo
Juryo. Secondo alcuni è essenziale il passo: «Risvegliare in tutti gli esseri la saggezza
del Budda, rivelarla, farla conoscere e introdurli in essa»228, secondo altri essenziale è
la "vera entità"229.
===
228. Sutra del Loto, cap. 2.
229. Riferimento al vero aspetto, o realtà, di tutti i fenomeni, rivelato nel capitolo Hoben,
(secondo) del Sutra del Loto.
205
Domanda: Qual è la tua opinione al riguardo?
Risposta: Credo che le parole "Nam-myoho-renge-kyo" siano il cuore del Sutra.
Domanda: Che prove hai per dire questo?
Risposta: Perché Ananda, Monju e gli altri scrissero: «Così io ho udito».
Domanda: Che cosa vuoi dire?
Risposta: Per otto anni Ananda, Monju e gli altri ascoltarono gli innumerevoli
principi del Sutra del Loto senza perderne una sola frase, un solo verso, una sola
parola. Ma, dopo la morte del Budda, al tempo della compilazione dei suoi
insegnamenti, quando i novecentonovantanove arhat presero i pennelli e li intinsero
nell'inchiostro, il fatto che prima di tutto abbiano scritto la parola
"Myoho-renge-kyo" e detto "Così io ho udito", non significa che i cinque caratteri di
Myoho-renge-kyo sono l'essenza di tutto il sutra, degli otto volumi e dei ventotto
capitoli?
Perciò sin dal tempo del Budda del passato Nichigatsu Tomyo, il Maestro del
Dharma Fa-yun del tempio Kuang-che-ssu, che tenne lezioni sul Sutra del Loto,
affermò: «La parola "così" [di Così io ho udito] indica che intendono trasmettere
esattamente le dottrine udite predicare dal Budda. Il titolo che precede questa parola
riassume tutto il Sutra»230.
Il Gran Maestro T'ien-t'ai che era presente al Picco dell'Aquila e udì predicare il
Sutra del Loto, scrive: «La parola "così" indica l'essenza della dottrina sentita
direttamente dal Budda»231.
E il Gran Maestro Chang-an che trascrisse la spiegazione [di T'ien-t'ai del Sutra
del Loto] commenta: «[La sua spiegazione del titolo] nell'introduzione racchiude il
profondo
===
230. Brano citato nel Juketsu shu di Chisho e attribuito a Fa-yun.
231. Hokke mongu, vol. 1.
206
significato del sutra; il profondo significato è l'essenza dell'opera»232.
In questo passo, le parole "essenza dell'opera" significano che il Daimoku o titolo
dell'opera è il cuore del Sutra del Loto. Come afferma il Gran Maestro Miao-lo, «È il
cuore del Sutra del Loto, che racchiude tutte le dottrine predicate dal Budda nel
corso della sua vita»233.
L'India comprende settanta stati234, ma sono tutti conosciuti col nome di Gasshi
(Terra della Luna). Il Giappone include sessanta province235 conosciute
complessivamente col nome di Nihon (Terra del Sole). Nel nome India sono
compresi i suoi settanta stati, gli uomini, gli animali, i tesori e così via. Nel nome
Giappone sono incluse le sue sessantasei province; le penne di Dewa236, l'oro di
Oshu237 e tutti gli altri tesori della nazione, così come la gente e gli animali, i templi
e i santuari, sono tutti contenuti nei due caratteri che formano il nome Nihon.
Chi possiede l'Occhio del cielo238, guardando i due caratteri del nome Nihon,
può vedere tutte le sessantasei province con le loro popolazioni e i loro animali. Chi
possiede l'Occhio del Dharma239 può vedere tutte le persone e gli animali che vi
nascono e muoiono.
===
232. Hokke gengi, vol. 1.
233. Hokke gengi shakusen, vol. 10.
234. La fonte può essere il Daito saiiki ki.
235. L'originale riporta sessanta, sebbene il Giappone in realtà comprendesse sessantasei province,
come indicato più in là nel paragrafo.
236. La provincia di Dewa nel Giappone settentrionale era famosa per le piume di falco e di aquila.
237. L'oro fu scoperto per la prima volta in Giappone a Oshu nel ventunesimo anno dell'era
Tempyo (750).
238. Occhio del cielo, o Occhio divino, è il secondo dei cinque tipi di occhi e indica la capacità degli
esseri celesti di vedere oltre i limiti fisici quali l'oscurità, la distanza e gli ostacoli.
239. Occhio del Dharma o Occhio della Legge, è il quarto dei cinque tipi di occhi e sta ad indicare
la facoltà dei bodhisattva di comprendere tutti gli insegnamenti allo scopo di salvare la gente.
207
È come intuire l'aspetto di una persona sentendone il suono della voce, o capire
se è grande o piccola vedendone le orme; oppure valutare le dimensioni di uno
stagno guardando i fiori di loto che vi crescono, o immaginare le dimensioni dei
draghi osservando la pioggia che essi fanno cadere. Questo è il principio che in una
sola cosa è contenuto il tutto.
Si potrebbe pensare che il Daimoku di ogni Sutra Agon contenga tutti gli
insegnamenti del Budda, ma in realtà contiene solo quello di "Shakyamuni degli
insegnamenti hinayana", di un unico Budda, non degli altri Budda. Può sembrare che
i Daimoku dei Sutra Kegon, Kammuryoji e Dainichi contengano tutti gli
insegnamenti del Budda, mentre manca la dottrina del conseguimento della Buddità
dei due veicoli e l'Illuminazione del Budda in un remotissimo passato. In realtà sono
come fiori che sbocciano ma non danno frutti, come tuoni che non portano pioggia,
come tamburi che non suonano, come occhi che non vedono, o come una donna che
non può avere figli, o una persona priva di vita e di anima.
I mantra di Dainichi, di Yakushi, di Amida e di Kannon sono dello stesso tipo.
Sebbene i vari sutra che contengono quei mantra li paragonino a un grande re, al
monte Sumeru, al sole e alla luna, a una buona medicina, alla gemma che realizza i
desideri o a una spada affilata, in verità, non solo sono inferiori al Daimoku del Sutra
del Loto come il fango è al di sotto delle nuvole, ma hanno tutti perduto le loro
specifiche funzioni. La luce di tutte le stelle è eclissata da un solo sole; il ferro vicino
a un magnete perde le sue proprietà; una grande spada a contatto con un piccolo
fuoco non è più di alcuna utilità; il latte di mucca o di asina diventa acqua davanti al
latte del re leone; un branco di volpi che si imbatte in un cane perderà ogni astuzia;
una muta di cani tremerà di paura di fronte ad una piccola tigre.
208
Allo stesso modo, quando si recita Nam-myoho-renge- kyo, il potere delle parole
Namu-Amida-butsu, dei mantra di Dainichi, del bodhisattva Kannon e di tutti i
Budda, sutra e bodhisattva svanirà senza eccezioni davanti al potere di
Myoho-renge-kyo.
A meno che questi sutra non riescano a prendere in prestito il potere di
Myoho-renge-kyo, essi perderanno ogni valore. Nella nostra epoca questa è una
realtà evidente.
Poiché io, Nichiren, recito e diffondo Nam-myoho-renge-kyo, il potere di
Namu-Amida-butsu sarà come la luna calante, come la marea che defluisce, l'erba
che si secca in autunno e in inverno, o il ghiaccio che si scioglie al sole. Guardate e
vedrete!
Domanda: Se questa Legge è davvero così meravigliosa, perché Mahakashyapa,
Ananda, Ashvagosha, Nagarjuna, Asanga240, Vasubandhu, Nan-yueh, T'ien-t'ai,
Miao-lo e Dengyo non la sostennero così come Shan-tao sostenne la pratica di
Namu-Amida-butsu diffondendola in tutta la Cina e come Eshin241, Yokan242 e Honen
la diffusero in Giappone finché tutti divennero fedeli del Budda Amida?
Risposta: Questa è una vecchia critica, non è la prima volta che viene fatta. I
bodhisattva Ashvagosha e Nagarjuna erano grandi studiosi vissuti seicento e
settecento anni dopo la morte del Budda. Quando essi apparvero nel mondo e
cominciarono a diffondere i sutra mahayana, i numerosi seguaci hinayana fecero le
seguenti obiezioni:
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240. Asanga: studioso della dottrina della Sola coscienza. Nato in una famiglia di brahmani, era il
fratello maggiore di Vasubandhu.
241. Eshin (942-1017): chiamato anche Genshin. Prete della setta Tendai, noto per aver scritto l’Ojo
yoshu che fu determinante per la diffusione dell'insegnamento della Pura Terra in Giappone. In seguito
modificò il suo pensiero e scrisse l’Ichijo yoketsu, ponendo l'accento sull'insegnamento dell'Unico veicolo
del Sutra del Loto.
242. Yokan (1032-1111): precursore della setta Nembutsu. Propagò l'insegnamento della Pura Terra,
in particolare a Kyoto.
209
«Mahakashyapa e Ananda che vissero per altri venti o quaranta anni dopo la
morte del Budda, predicarono la vera Legge trasmettendo il cuore di tutti gli
insegnamenti del Budda. Questi due uomini misero in rilievo semplicemente i
concetti di "sofferenza, vuoto, impermanenza e non io"243. Ashvagosha e Nagarjuna,
per saggi che siano, possono essere superiori a Mahakashyapa e Ananda? Questa è la
nostra prima obiezione.
«Mahakashyapa ottenne l'Illuminazione perché incontrò personalmente il
Budda, mentre né Ashvagosha né Nagarjuna lo avevano mai incontrato. Questa è la
nostra seconda obiezione.
«I filosofi brahmani sostenevano la "permanenza, gioia, io e purezza" della vita.
Successivamente, quando il Budda apparve nel mondo predicò la sofferenza, il vuoto,
l’impermanenza e il non io. Ashvagosha e Nagarjuna insistono sulla permanenza,
gioia, io e purezza. Stando così le cose, dobbiamo supporre che, dalla morte del
Budda e di Mahakashyapa, il Demone del sesto cielo si sia impossessato di questi due
uomini e abbia cercato di distruggere gli insegnamenti del Buddismo sostituendoli
con gli insegnamenti brahmani eretici.
«Se questo è vero, questi due uomini sono nemici del Buddismo! Dobbiamo
spaccare loro la testa, decapitarli, mettere fine alla loro vita, privarli di cibo e
cacciarli dal paese!»
Così si espressero i numerosi credenti hinayana. Ashvagosha e Nagarjuna che
erano solo in due, furono costretti ad ascoltare questi insulti giorno e notte e a subire
attacchi con bastoni mattino e sera. Ma in realtà questi due uomini erano messaggeri
del Budda. Infatti nel Sutra Maya era stato
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243. Sofferenza, vuoto, impermanenza e non-io: le verità basilari degli insegnamenti hinayana, che
mirano a liberare dalle illusioni permettendo di ottenere l'Illuminazione.
210
predetto che Ashvagosha e Nagarjuna sarebbero apparsi rispettivamente dopo
seicento e settecento anni. Questa stessa predizione appare anche nel Sutra Ryoga e
nel Sutra Fuhozo.
Ma i vari credenti hinayana non si curarono di queste predizioni, anzi
attaccarono ciecamente il Buddismo mahayana. Considerando il periodo in cui
vissero Ashvagosha e Nagarjuna, si incomincia a intuire il significato delle parole del
Sutra del Loto: «Odio e gelosia abbondano persino durante la vita del Budda; molto
maggiori saranno dopo la sua morte». Inoltre, il bodhisattva Aryadeva fu ucciso da
un brahmano e al Venerabile Aryasimha fu tagliata la testa. Anche questi fatti sono
un'occasione per riflettere.
In seguito, millecinquecento anni circa dopo la morte del Budda, sotto le
dinastie Ch'en e Sui, apparve in Cina, ad est dell'India, il Gran Maestro T'ien-t'ai. Egli
dichiarò che i sacri insegnamenti del Budda si distinguono in mahayana e hinayana,
essoterici ed esoterici, provvisori e definitivi. Spiegò anche che Mahakashyapa e
Ananda avevano diffuso soltanto gli insegnamenti hinayana, mentre Ashvagosha,
Nagarjuna, Asanga e Vasubandhu avevano diffuso gli insegnamenti mahayana
provvisori. Ma per quanto riguarda il Mahayana definitivo del Sutra del Loto, essi ne
avevano appena accennato tenendone celato il significato profondo, o ne avevano
spiegato il significato superficiale, ma senza insegnare la successione degli
insegnamenti del Budda, oppure avevano spiegato l'insegnamento shakumon, ma
non lo honmon, oppure lo shakumon e lo honmon, ma non il concetto di kanjin244.
Quando il Gran Maestro T'ien-t'ai espose queste sue opinioni, i milioni di seguaci
delle dieci scuole buddiste, tre
===
244. Kanjin: percepire nella profondità del proprio essere la verità che non si può esprimere.
Termine usato in contrasto con Kyoso o studio dottrinale.
211
della Cina meridionale e sette della Cina settentrionale, scoppiarono tutti in una
grande risata di scherno.
«Ultimamente è apparso tra noi un prete davvero sorprendente!» dissero.
«Anche in passato ci sono state delle persone attaccate ai propri pregiudizi, ma
nessuno ha mai affermato che i duecentosessanta eruditi dottori e maestri buddisti
vissuti dall'introduzione del Buddismo nel decimo anno dell'era Yung-p'ing (67 d.C.)
degli Han posteriori, l'anno col segno ciclico hinoto-u, fino alle attuali dinastie Ch'en
e Sui, fossero degli ignoranti. Non solo, ma tale persona dice che hanno offeso la
Legge e sono caduti nei cattivi sentieri! È così folle da affermare persino che il
sapiente Kumarajiva, che introdusse il Sutra del Loto in Cina, era uno sciocco
ignorante245! A parte quello che va dicendo sugli studiosi cinesi, egli sostiene che i
grandi studiosi indiani, come Nagarjuna e Vasubandhu e parecchie centinaia d'altri,
tutti bodhisattva dei quattro ordini, non hanno ancora insegnato la verità!» Lo
insultarono dicendo che ucciderlo sarebbe stato come uccidere un falco, anzi
sarebbe stata un'azione più meritevole che uccidere un demone!
Più tardi, all'epoca del Gran Maestro Miao-lo, quando furono introdotte
dall'India le dottrine Hosso e Shingon e fu fondata la scuola Kegon in Cina, Miao-lo
si pronunciò apertamente contro queste dottrine suscitando eguale subbuglio.
Il Gran Maestro Dengyo apparve in Giappone milleottocento anni dopo la
morte del Budda. Quando, dopo aver esaminato i commentari di T'ien-t'ai, cominciò
a criticare le sei sette buddiste fiorite in Giappone nei duecentosessanta e più anni
dal tempo dell'imperatore Kimmei, la gente lo criticò dicendo che i brahmani del
tempo del Budda o i taoisti cinesi dovevano essere rinati in Giappone.
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245. Nel secondo volume dello Hokke gengi, t'ien-t'ai critica un'interpretazione dottrinale di
Kumarajiva.
212
Dengyo poi propose di istituire il santuario per conferire il precetto della
perfetta e immediata Illuminazione, che non era mai stato istituito né in India, né in
Cina, né in Giappone nei milleottocento anni dalla morte del Budda. Ma oltre a
questo, egli dichiarò che il santuario del tempio Kannon-ji nella provincia
occidentale di Tsukushi, quello del tempio Ono-dera nella provincia orientale di
Shimotsuke, e quello del tempio Todai-ji nella provincia centrale di Yamato246 erano
impregnati del tanfo dei precetti hinayana e privi di valore come macerie. E aggiunse
anche che i preti che sostenevano tali precetti non erano migliori di volpi e di
scimmie.
La gente lo maledisse dicendo: «Ah, incredibile! Una grande locusta che
somiglia a un prete è apparsa in Giappone per divorare tutti i germogli del
Buddismo! O forse il tiranno Chou della dinastia Yin, o Chieh della dinastia Hsia è
rinato in Giappone con le sembianze di questo prete. Forse l'imperatore Wu della
tarda dinastia Chou e l'imperatore Wu-tsung247 della dinastia T'ang sono riapparsi
nel mondo. Da un momento all'altro il Buddismo potrebbe essere annientato e la
nazione distrutta!»
Tutti batterono le mani spaventati e agitarono la lingua dicendo: «Ogni
qualvolta appaiono, i preti di questi due insegnamenti, Mahayana e Hinayana,
combattono fra di loro
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246. I templi Kannon-ji, Ono-dera (o Yakushi-ji) e Todai-ji erano sedi dei tre santuari per il
conferimento dei precetti hinayana stabiliti da Ganjin.
247. Wu (543-578) e Wu Tsung (814-846): imperatori che soppressero il Buddismo. Wu era un
seguace del Confucianesimo e si batté per l'abolizione degli insegnamenti buddisti. Nonostante le
proteste del prete Hui-yuan, Wu fece distruggere i sutra e le immagini buddiste e costrinse i preti
buddisti e taoisti a riprendere la vita secolare. Wu-tsung iniziò a venerare il Taoismo dopo la sua ascesa
al trono e nell'845 impose misure oppressive nei confronti della comunità buddista, distruggendo molti
templi e ordinando ai monaci e alle monache di riprendere la vita secolare.
213
come Taishaku e gli asura, o come Hsiang Yu e Kao-tsu248 contendendosi il possesso
del regno!». Gli avversari di Dengyo continuarono a ingiuriarlo dicendo: «All'epoca
del Budda c'erano due santuari per l'ordinazione dei monaci, uno stabilito dal Budda
e l'altro da Devadatta e tanta gente morì [in seguito alle liti che si scatenarono]249.
Quest'uomo può anche sfidare le altre sette, ma egli afferma di dover innalzare il
santuario per conferire i precetti della perfetta e immediata Illuminazione, un
santuario che neanche il suo maestro, il Gran Maestro T'ien-t'ai, istituì. È molto
strano. È terribile, terribile!»
Ma Dengyo aveva come sostegno i brani delle scritture e infatti il grande
santuario mahayana fu infine innalzato sul monte Hiei.
Benché la loro Illuminazione fosse la stessa, dal punto di vista della dottrina che
diffondevano, Ashvagosha e Nagarjuna erano superiori a Mahakashyapa e Ananda;
T'ien-t'ai era superiore ad Ashvagosha e a Nagarjuna, e Dengyo superava T'ien-t'ai. In
questi ultimi tempi la saggezza della gente è sempre più superficiale mentre il
Buddismo è sempre più profondo. Come una malattia lieve può essere curata con
delle comuni medicine mentre una grave malattia richiede un elisir, così un uomo
debole ha bisogno di forti alleati che lo proteggano.
Domanda: Esiste una vera Legge che non è stata propagata nemmeno da
T'ien-t'ai o Dengyo?
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248. Hsiang Yu (232-202 a.C.) e Kao-tsu (247-195 a.C.): capi militari che lottarono per rovesciare
la dinastia Ch'in e impadronirsi del potere, approfittando della confusione seguita alla morte di Shih
Huang-ti, il primo imperatore della dinastia Ch'in. Il combattimento tra i due durò a lungo e terminò
con la vittoria di Kao-tsu (Liu Pang), che fondò la dinastia Han nel 202 a.C.
249. Dieci anni dopo aver ottenuto l'Illuminazione, Shakyamuni istituì un altare per l'ordinazione
dei monaci nel monastero Jetavana, a Shravasti. Per sfidarlo, Devadatta ne innalzò un altro sul monte
Gayashirsha.
214
Risposta: Sì, esiste.
Domanda: Di quale Legge si tratta?
Risposta: È triplice. È la vera Legge lasciata dal Budda per la salvezza
dell'umanità nell'Ultimo giorno della Legge, la vera Legge che non è mai stata
propagata da Mahakashyapa, Ananda, Ashvagosha o Nagarjuna e neppure da
T'ien-t'ai e Dengyo.
Domanda: Quale forma prende?
Risposta: Primo, il Giappone e tutto il mondo devono avere come oggetto di
culto il Signore della dottrina Shakyamuni di honmon250: Shakyamuni e Taho nella
Torre Preziosa, gli altri Budda, i quattro bodhisattva, fra cui Jogyo, sono i suoi
assistenti. Secondo, il grande Santuario di honmon. Terzo, in Giappone, in Cina, in
India e in tutti gli altri paesi del mondo, chiunque, saggio o stupido, deve recitare
Nam-myoho-renge-kyo mettendo da parte le altre pratiche. Questa dottrina non è
mai stata insegnata prima. In questo mondo, durante i 2225 anni dalla morte del
Budda, non una sola persona ha mai recitato questa Legge. Soltanto Nichiren senza
risparmiare la sua voce ora recita Nam-myoho-renge- kyo, Nam-myoho-renge-kyo.
L'altezza delle onde dipende dal vento che le solleva, quella delle fiamme da
quanta legna si brucia, la grandezza dei fiori di loto dallo stagno in cui crescono, e il
volume della pioggia dai draghi che la fanno cadere. Più profonde sono le radici, più
rigogliosi sono i rami. Più lontana è la sorgente, più lungo è il corso del fiume.
La dinastia Chou durò settecento anni grazie all'onestà e
===
250. Shakyamuni di honmon: qui non si intende il Budda Shakyamuni dell'insegnamento honmon
del Sutra del Loto, ma il Budda dell'insegnamento montei (sotto le parole) dello honmon, cioè il Budda
che apparve nell'Ultimo giorno della Legge come Nichiren per rivelare Nam-myoho-renge-kyo, la Legge
fondamentale nascosta nelle profondità del capitolo Juryo (sedicesimo).
215
alla devozione filiale del suo fondatore, il re Wen. La dinastia Ch'in invece ebbe vita
breve a causa della condotta malvagia del suo fondatore, il primo imperatore251 della
dinastia Ch'in.
Se la compassione di Nichiren è veramente grande, Nam- myoho-renge-kyo si
diffonderà per diecimila anni e più, per tutta l'eternità, perché ha il benefico potere
di aprire gli occhi ciechi di tutte le persone del Giappone e sbarrare la strada che
conduce all'inferno di incessante sofferenza. I suoi benefici superano quelli di
Dengyo e di T'ien-t'ai e anche quelli di Nagarjuna e Mahakashyapa.
I benefici di cento anni di pratica nella terra della perfetta beatitudine non si
possono paragonare ai benefici ottenuti in un solo giorno di pratica in questo mondo
impuro. Duemila anni di propagazione nel Primo e nel Medio giorno della Legge
sono inferiori a un'ora di propagazione nell'Ultimo giorno della Legge. Questo non
dipende in alcun modo dalla saggezza di Nichiren, ma semplicemente perché i tempi
sono maturi. In primavera sbocciano i fiori, in autunno appaiono i frutti. L'estate è
calda, l'inverno è freddo. Questo non è dovuto al tempo?
Nel quinto periodo di cinquecento anni dopo la mia morte252, realizzate
kosen-rufu nel mondo e non permettete che il suo flusso cessi. E non permettete mai
che il demone, la gente del demone, le divinità, i draghi, gli yaksha, i
===
251. Primo imperatore: il sovrano della dinastia Ch'in che adottò il titolo di Shih Huang-ti, primo
imperatore della Cina. Egli centralizzò al massimo il governo, condusse una dura campagna contro i
libri chiamata "il rogo dei libri", e oppresse pesantemente il popolo, trasferendo forzatamente molti
uomini per le campagne militari all'estero o per grandiose opere di costruzione in patria. La sua
dinastia, che secondo il suo intento sarebbe durata "diecimila generazioni", in realtà cadde quattro anni
dopo la sua morte avvenuta nel 210 a.C.
252. Quinto periodo di cinquecento anni dopo la mia morte: è l'epoca di grandi conflitti, l'inizio
dell'Ultimo giorno della Legge.
216
kumbhanda253 ed esseri simili prendano il sopravvento»254. Se queste parole del Sutra
del Loto fossero vane, Shariputra non diventerà il Tathagata "Fiore di luce", il
Venerabile Mahakashyapa non diventerà il Tathagata "Luce brillante", né
Maudgalyayana il Budda Tamalapattra "Fragranza del legno di sandalo", né Ananda
diventerà il re Budda "Re dell'illimitato potere della saggezza dei monti e dei mari",
né la monaca Mahaprajapati255 diventerà il Budda "Contemplato con gioia da tutti gli
esseri senzienti", né la monaca Yashodara256 il Budda "Risplendente di dieci milioni
di luci". Il concetto di sanzen-jintengo sarebbe un'assurdità e quello di
gohyaku-jintengo sarebbe falso. E probabilmente il Signore Shakyamuni è caduto
nell'inferno di incessante sofferenza, il Budda Taho annaspa ora tra le fiamme
dell'inferno Avichi, i Budda delle dieci direzioni dimorano negli otto inferni
maggiori257 e tutti i vari bodhisattva soffrono nei centotrentasei inferni.
===
253. Kumbhanda: demoni che privano gli uomini della loro vitalità. Sono comandati da Zochoten,
uno dei quattro Re celesti.
254. Sutra del Loto, cap. 23.
255. Mahaprajapati: sorella minore di Maya e zia di Shakyamuni. Maya morì poco dopo la nascita
di Shakyamuni e Mahaprajapati sposò Shuddhodana, il padre di Shakyamuni, e allevò il giovane
principe. Rimasta vedova, si fece monaca e divenne una seguace di Shakyamuni. Il capitolo Kanji
(tredicesimo) del Sutra del Loto predice che ella diverrà il Budda "Guardato con gioia da tutti gli esseri
senzienti".
256. Yashodara: moglie di Shakyamuni e madre di Rahula. Dodici anni dopo il suo risveglio
Shakyamuni tornò a Kapilavastu e la convertì. Il capitolo Kanji predice la sua futura Illuminazione.
257. Gli otto inferni maggiori: detti anche gli otto inferni bollenti. Luoghi di sofferenza che si
troverebbero sotto la terra di Jambudvipa. Essi sono: 1) l'inferno della rigenerazione, 2) l'inferno delle
funi nere, 3) l'inferno dello schiacciamento, 4) l'inferno dei lamenti, 5) l'inferno dei grandi lamenti, 6)
l'inferno del calore bruciante, 7) l'inferno del gran calore bruciante, 8) l'inferno della sofferenza
incessante. Ciascuno di questi otto inferni maggiori comprende sedici inferni minori; si hanno così
centotrentasei inferni.
217
Però, come potrebbe mai accadere una cosa simile? Dal momento che la
predizione del sutra non fu fatta invano, è certo che tutto il popolo del Giappone
reciterà Nam-myoho-renge-kyo!
Come il fiore torna alla radice, e l'essenza della pianta rimane nella terra. Il
beneficio di cui ho parlato si accumulerà sicuramente nella vita dello scomparso
Dozen-bo.
Nam-myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo.
Scritto il 21 luglio del secondo anno di Kenji (1276). Giove nel segno ciclico
hinoe-ne.
Rispettosamente inviato dal monte Minobu, villaggio di Hakiri presso Koshu, a
Joken-bo e Gijo-bo del monte Kiyosumi, distretto di Tojo, provincia di Awa.
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