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ripagare i debiti di gratitudine
Scritti di Nichiren Daishonin volume 2 RIPAGARE I DEBITI DI GRATITUDINE La vecchia volpe non dimentica la collinetta in cui è nata1, e la tartaruga bianca ripagò il favore ricevuto da Mao Pao2, persino gli animali conoscono la gratitudine, a maggior ragione dovrebbero conoscerla gli esseri umani. Perciò Yu Jang, un onorevole uomo del passato, si trafisse con la spada per gratitudine verso Chih Po3, e il ministro Hung Yen si === 1. Storia narrata nel Soji(Ch'u-tz'u , Elegie di Ch'u) e in altri libri cinesi. Un commentario sul Soji di Chu Hsi della dinastia Sung afferma: «La vecchia volpe quando muore si volge sempre verso la collina, perché non dimentica mai il luogo dove ò nata». 2. Storia narrala nel Jibun uiju (Shi-wen Lei-chu, Antologia di racconti e poesie), e in altri libri. Il giovane Mao Pao, che poi divenne un generale della dinastia Chin, camminando lungo il fiume Yangtze, vide un pescatore che aveva catturato una tartaruga e stava per ucciderla. Mosso a compassione, egli diede la sua veste al pescatore in cambio della tartaruga e così le salvò la vita. Anni dopo, mentre Mao Pao batteva in ritirata verso lo Yangtze inseguito dai nemici, apparve la tartaruga alla quale aveva salvato la vita in gioventù e lo trasportò sulla propria schiena fino alla riva opposta. 3. Secondo lo Shih chi (Cronache), Yu Jang di Chin dapprima servì le famiglie Fan e Chung-hang, ma senza ottenere il meritato riconoscimento. In seguito servì Chih Po che lo trattò con grande favore. Dopo qualche tempo Chih Po venne ucciso da Hsiang-tzu di Chao. Per vendicare il suo signore, Yu Jang si travestì da lebbroso verniciandosi il corpo e diventò muto bevendo lisciva per avvicinare e uccidere Hsiang-tzu. Ma il suo tentativo fallì e fu catturato. Hsiang-tzu, ammirando la sua lealtà, gli diede la propria veste. Ma Yu Jang la pugnalò tre volte per dimostrare la sua ostilità verso l'uomo che aveva ucciso il suo signore, e poi rivolse l'arma contro se stesso. 115 aprì il ventre e vi introdusse il fegato del defunto signore, il Duca Yi di Wei4. A maggior ragione chi si dedica al Buddismo non dovrebbe dimenticare la gratitudine verso i genitori verso i maestri e verso il paese. Ma per ripagare questi grandi debiti deve assolutamente studiare a fondo la Legge buddista e diventare un saggio. Se un gruppo di ciechi è guidato da un uomo cieco dalla nascita, non potrà attraversare ponti e fiumi. Come può una nave guidata da uno che non conosce la direzione dei venti condurre i mercanti alla montagna dei tesori? Se uno vuole studiare a fondo la Legge buddista, deve avere tempo a disposizione. E se vuole avere tempo a disposizione non potrà continuare a servire i genitori, i maestri e il suo sovrano. Finché non raggiunge la strada dell'emancipazione non potrà obbedire ai desideri dei genitori e dei maestri, per giusti che siano. Molti troveranno questo principio in contrasto sia con l'etica della società, sia con lo spirito del Buddismo. Tuttavia, anche il Classico della pietà filiale, una scrittura secolare, sostiene che vi sono casi in cui si può essere un figlio devoto o un ministro leale solo disubbidendo, al sovrano o ai genitori. E nelle scritture buddiste si legge: «Rinunciando ai propri obblighi ed entrando nel nirvana, si === 4. Storia narrata nello Shih chi. Mentre Hung Yen era in viaggio, i nemici attaccarono lo stato di Wei e uccisero il suo signore, il duca Yi. Dopo aver divorato il corpo del duca, lasciando soltanto il fegato, abbandonarono il paese. Quando Hung Yen ritornò e vide la macabra scena, si aprì il ventre e vi introdusse il fegato del suo signore per salvarlo dal disonore. 116 ripagano veramente tutti i debiti di gratitudine.»5 Pi Kan6, rifiutando di accondiscendere ai desideri del sovrano, si conquistò la fama di uomo saggio e il principe ereditario Siddharta7, disobbedendo al re Shuddhodana, divenne il figlio più devoto del triplice mondo. Questi esempi dimostrano ciò che voglio dire. Una volta compreso ciò, decisi di studiare il Buddismo senza sottomettermi alla volontà dei genitori e dei maestri e trovai che per comprendere tutti i sacri insegnamenti del Budda vi sono dieci limpidi specchi e cioè le sette Kusha, Jojitsu, Ritsu, Hosso, Sanron, Shingon, Kegon, Jodo, Zen e Tendai-Hokke8. Gli studiosi di oggi credono che, prendendo come maestri illuminati questi dieci specchi, si comprenda l'essenza di tutti i sutra e che questi dieci specchi illuminino perfettamente la strada della Buddità. Per ora lasciamo da parte le tre scuole hinayana [Kusha, Jojitsu e Ritsu]: sono prive di autorità come un messaggio inviato in un paese straniero da un privato cittadino. Ma gli specchi mahayana sono come una grande nave che può farci attraversare il vasto mare di nascita e morte e condurci alla riva della Pura Terra. Quando cominciai ad esaminarli, pensando che con il loro studio avrei potuto salvare me stesso e guidare gli altri alla salvezza, trovai che ciascuna delle sette scuole mahayana tesse le proprie lodi === 5. Sutra Shoshinji donin. Il sutra è andato perduto, ma questo brano è Citato nello Hon jurin, fascicolo 22. 6. Secondo lo Shi chi, il re Chou della dinastia Yin, assorbito dal suo amore per la moglie Ta Chi, trascurava completamente gli affari dello stato. Quando il ministro Pi Kan gli fece le sue rimostranze, il re Chou andò su tutte le furie e lo fece uccidere. 7. Siddharta: il nome di Shakyamuni prima di darsi alla vita ascetica. 8. Setta Tendai-Hokke: altro nome della setta Tendai. È così chiamala perché colloca il Sutra del Loto, o Sutra Hokke, al di sopra di tutti gli altri sutra. 117 sostenendo: «Solo la nostra scuola rappresenta il cuore di tutti gli insegnamenti del Budda». Tu-shun, Chih-yen, Fa-tsang e Ch'eng-kuan9 della setta Kegon, Hsuan-tsang, Tz'u-en, Chih-chou e Chisho10 della setta Hosso, Hsing-huang e Chia-hsiang11 della setta Sanron, Shan-wu-wei, Chin-kang-chih, Pu-k'ung, Kobo, Jikaku e Chisho della setta Shingon, Bodhidharma, Hui-k'o e Hui-neng12 della setta Zen, Tao-ch'o, Shan-tao, Huai-kan e Genku (Honen)13 della setta Jodo,(tutti questi uomini, basandosi sui sutra e sui trattati favoriti dalla loro setta affermano: «Solo noi abbiamo compreso tutti i vari sutra, solo noi abbiamo afferrato il più profondo significato del Buddismo». === 9. Tu-shun (557-640), Chih-yen (602-668), Fa-tsang (643-712) e Ch'eng-kuan (738-839): rispettivamente il fondatore, il secondo, il terzo e il quarto patriarca della scuola Kegon (Chin Hua-yen) in Cina. 10. Hsuan-tsang (602-664), Tz'u-en (632-682), Chih-chou (678-733) e Chisho: studiosi della setta Hosso. Hsuan-tsang, che studiò la dottrina della "Sola coscienza" in India, è spesso indicato come il fondatore della setta Hosso. Tz'u-en, che ufficialmente fondò la scuola Hosso cinese (Fa-hsiang), è indicato come il suo successore. Chih-chou è il quarto patriarca contando da Hsuan-tsang. Chisho potrebbe essere Chiho (coreano Chipong, date sconosciute), che studiò la dottrina Hosso sotto Chih-chou, oppure Dosho (629-700) che studiò sotto Hsuan-tsang e fondò la setta Hosso in Giappone. 11. Hsing-huang (507-581) e Chia-hsiang (549-623): preti che stabilirono la scuola Sanron (San-lun) in Cina. Hsing-huang, chiamato anche Fa-lang, visse al tempio Hsing-huang-ssu. Chia-hsiang, chiamato anche Chih-tsang, fu il suo successore e talvolta è considerato il primo patriarca della scuola Sanron. 12 Bodhidharma (date sconosciute), Hui-k'o (487-593) e Hui-neng (638-713): il fondatore, il secondo patriarca e il sesto patriarca del Buddismo Zen in Cina. 13. Tao-ch'o (562-645), Shan-tao (613-681), Huai-kan (VII sec.) e Genku (1133-1212): maestri della setta Jodo della Pura Terra. Tao-ch'o fu il secondo patriarca della setta cinese delle Pura Terra e Shan-tao il terzo. Huai-kan, prete della Cina T'ang, seguì l'insegnamento di Shan-tao e si dice che, meditando sul Budda Amida per tre anni, avesse compreso l'essenza dell'insegnamento della Pura Terra. Genku, altro nome di Honen, fu il fondatore della setta Jodo in Giappone. 118 Alcuni di loro proclamano che il Sutra Kegon è il primo di tutti i sutra e che il Sutra del Loto, il Dainichi e tutti gli altri sono subordinati. La setta Shingon dice che il Sutra Dainichi (Grande sole) è il primo, e che gli altri sono come una moltitudine di stelle. La setta Zen dice che il Sutra Ryoga14 è il primo fra tutti i sutra. Le altre sette fanno affermazioni analoghe. Tutti i maestri elencati sopra sono rispettati dalla gente della nostra epoca come Taishaku è venerato dalle varie divinità, e sono seguiti come il sole e la luna sono seguiti dalle varie stelle. Noi persone ordinarie, se riponiamo la nostra fiducia in un maestro, chiunque esso sia, non penseremo mai che non sia perfetto. Ma benché gli altri li rispettino e credano in loro, io, Nichiren, trovo difficile eliminare i miei dubbi. Guardando quanto accade nel mondo, vediamo che ogni setta afferma: «La nostra, solo la nostra, è la setta corretta». Ma in un paese c'è un solo sovrano; se ci fossero due sovrani, il paese non avrebbe pace; se in una casa ci fossero due padroni, la casa andrebbe sicuramente in rovina. Non dovrebbe essere lo stesso per i sutra? Fra i vari sutra solo uno deve essere il sovrano di tutti; invece le dieci sette e le sette sette contendono l’una con l'altra [a proposito di quale sia questo sutra] e non giungono a un accordo. Se in un paese ci fossero dieci o sette sovrani, la popolazione sarebbe in costante confusione. Chiedendomi cosa potessi fare, feci un voto. Invece di seguire lo otto o dieci sette, avrei fatto come T'ien-t'ai: prendendo i testi dei sutra come mio unico maestro, avrei stabilito quale di essi è superiore e quale inferiore. Lessi così tutti i sutra. Il Sutra del Nirvana dice: «Basatevi sulla Legge, non === 14. Sutra Ryoga: sutra del tardo Mahayana che tratta della coscienza Maya e dell'innato potenziale per la Buddità. Ha la forma di un sermone tenuto dal Budda Shakyamuni sul monte Lanka (giapp. Ryoga). 119 basatevi sulla persona. Basarsi sulla Legge significa basarsi sui vari sutra; non basarsi sulla persona significa che all’infuori del Budda, non bisogna basarsi su nessun altro, né sui bodhisattva Fugen o Manjushiri, né sui vari maestri summenzionati. Inoltre lo stesso sutra dite: «basatevi sui sutra completi, non basatevi sui sutra incompleti». Per sutra completi il Sutra del Nirvana intende il Sutra del Loto, per sutra incompleti intende il Kegon, il Dainichi, il Sutra del Nirvana e tutti i sutra predicati prima, durante e dopo il Sutra del Loto. Se dobbiamo credere alle ultime parole pronunciate dal Budda, solo prendendo il Sutra del Loto come limpido specchio, possiamo afferrare il significato di tutti gli altri sutra. Rivolgendoci quindi al testo del Sutra del Loto, leggiamo: «Questo sutra del Loto [è il tesoro segreto di tutti i Budda] il supremo fra tutti i sutra»15. Secondo questa frase, come Taishaku dimora sulla cima del monte Sumeru, come la gemma che esaudisce i desideri16 sta sul capo dei Re che girano la ruota17, come la luna sovrasta le foreste di alberi, come la prominenza carnosa18 sta sul capo dei Budda, così il Sutra del Loto è la gemma che esaudisce i desideri e sovrasta === 15. Sutra del Loto, cap. 14. 16. Gemma che esaudisce i desideri: un gioiello che avrebbe avuto il potere di esaudire qualsiasi desiderio. Simboleggia la grandezza e la virtù del Budda e delle scritture buddiste. 17. Re che gira la ruota: ideale sovrano della mitologia indiana. Nel Buddismo, i re che girano la ruota sono coloro che governano il mondo con la giustizia piuttosto che con la forza. Essi possiedono trentadue caratteristiche distintive e governano i quattro continenti che circondano il monte Sumeru facendo girare le ruote ricevute dal cielo al momento dell'incoronazione. Queste ruote sono di quattro tipi: d'oro, d'argento, di bronzo e di ferro. 18. Protuberanza carnosa: un'escrescenza posta sulla sommità del capo. È uno dei trentadue attributi fisici elencati nel Daichido ron, posseduti dai Budda, dai bodhisattva e dai re che girano la ruota. 120 il Sutra Kegon, il Sutra Dainichi, il Sutra del Nirvana e tutti gli altri sutra. Perciò, se ci basiamo unicamente sul testo del Sutra del Loto mettendo da parte le affermazioni dei maestri e dei commentatori, vedremo che il Sutra del Loto è superiore ai Sutra Dainichi, Kegon e agli altri, con la stessa facilità e chiarezza con cui una persona vedente distingue il cielo dalla terra quando il sole appare nel cielo limpido. Se esaminiamo i testi dei Sutra Dainichi, Kegon e altri, non troviamo una sola parola, un solo punto che somigli al passo citato del Sutra del Loto. Alcuni parlano della superiorità [dei sutra mahayana] rispetto ai sutra hinayana, altri della verità buddista in contrapposizione alla verità secolare, oppure esaltano la Via di mezzo (chu) rispetto a ku e ke19. Sono come sovrani di piccoli regni che si rivolgono ai loro sudditi parlando di se stessi come di grandi re. Rispetto ai vari re, il Sutra del Loto è vastamente il grande re. Soltanto il Sutra del Nirvana contiene brani simili a quelli del Sutra del Loto. Per questa motivo i maestri che precedettero T'ien-t'ai, sia nella Cina settentrionale che meridionale, furono tratti in inganno e dissero che il Sutra del Loto è , inferiore al Sutra del Nirvana. Ma esaminando il testo del sutra stesso, troviamo che, come il Sutra Muryogi, il Sutra del Nirvana afferma di essere superiore ai Sutra Kegon, Agon, Hodo, Hannya, tutti predicati nei primi quarant’anni mentre quando si paragona al Sutra del Loto, dice: «Quando questo Sutra [dei Nirvana] fu predicato ... gli ottomila discepoli shomon avevano già ricevuto nel Sutra del Loto20 la predizione della futura Illuminazione. Questa predizione era come un === 19. Si riferisce alle Tre verità di non-sostanzialità (ku), esistenza transitoria ( ke) e Via di Mezzo (chu), esposte negli insegnamenti provvisori come se fossero separate ed indipendenti le une dalle altre. 20.Sutra del Loto, cap. 13 121 grande raccolto: conclusa la mietitura autunnale e immagazzinate le messi per l'inverno, non rimaneva più nulla da fare [a parte poche spighe]». Questo è il brano in cui il Sutra del Nirvana afferma di essere inferiore al Sutra del Loto. Benché i brani citati siano chiari, neanche i grandi saggi delle scuole settentrionali e meridionali li compresero; pertanto gli studiosi delle epoche successive dovrebbero esaminarli molto attentamente. Questi brani non solo dimostrano la superiorità del Sutra del Loto sul Sutra del Nirvana, ma anche la sua superiorità su tutti i sutra predicati nei mondi delle dieci direzioni. Anche ammesso che ci sia stata confusione su questi brani dei sutra, dopo le spiegazioni dei Grandi Maestri T'ien-t'ai, Miao-lo e Dengyo, chiunque dotato del dono della vista, avrebbe dovuto comprendere. Tuttavia, persino uomini come Jikaku e Chisho della setta Tendai non riuscirono a capirli correttamente, cosa ci si poteva aspettare dagli uomini delle altre sette? Qualcuno può dubitare e dire che, sebbene fra tutti i sutra introdotti in Cina e in Giappone il Sutra del Loto sia il migliore, in India, nei regni dei Naga, dei quattro Re celesti, del Sole e della Luna, nel Cielo Trayastrimsha21 o nel Cielo Tushita22|ci sono tanti sutra quanti sono i granelli di sabbia del fiume Gange. Tra questi non potrebbe essercene uno superiore al Sutra del Loto? [Io gli risponderei che esaminando una singola cosa se ne possono dedurre diecimila]come afferma il detto che si può === 23. Cielo Trayastrimsha: cielo delle trentadue divinità. Il secondo dei sei cieli nel mondo del desiderio. Si troverebbe su un altopiano in cima al monte Sumeru. Taishaku lo governa dal suo palazzo situato al centro, mentre le altre trentadue divinità vivono sulle quattro cime, ai quattro angoli dell'altopiano, otto divinità su ogni cima. 24. Cielo Tushita: cielo della soddisfazione. Il quarto dei sei cieli nel mondo del desiderio. Si dice che vi soggiornino i bodhisattva prima della loro ultima rinascita nel mondo quando otterranno la Buddità e che il bodhisattva Miroku dimori nel palazzo interno di questo cielo. 122 conoscere tutto quello che esiste sotto il cielo senza uscire dal cancello del proprio giardino. Ma uno stupido nutrirà dubbi e dirà: «Noi vediamo solo il cielo del sud, non vediamo i cieli del nord, dell'ovest e dell'est. Forse in queste tre direzioni ci sono soli differenti da quello che noi conosciamo». Il mio interlocutore è simile a colui che, vedendo una colonna di fumo levarsi da dietro le colline, poiché non può vedere il fuoco, benché il fumo sia in piena vista concluderà che forse il fuoco non esiste. Costui è icchantika non differente da una persona priva di vista. Nel capitolo Hosshi del Sutra del Loto, pronunciando parole di verità con la sua aurea bocca, il Budda Shakyamuni stabilì la superiorità relativa dei vari sutra predicati in più di cinquant’anni dicendo: «I sermoni che io predico ammontano a innumerevoli milioni. Fra tutti quelli predicati nel passato, presente e futuro, questo Sutra del Loto è il più difficile da credere, il più difficile da comprendere». Benché questo sutra sia stato predicato da un singolo Budda, dal Budda Shakyamuni, tutti i bodhisattva dallo stadio di togaku23 in giù dovrebbero onorarlo e credere in esso. Inoltre, il Budda Taho venne dalla regione orientale per testimoniarne la verità e tutti i Budda si radunarono dalle dieci direzioni e, come Shakyamuni, estesero le loro lunghe e larghe lingue fino al Cielo di Brahma24. Dopo di ciò tornarono alle rispettive terre. === 23. Togaku: cinquantunesimo dei cinquantadue stadi della pratica del bodhisattva. E’ simile all'ultimo stadio, myogaku, lo stadio della perfetta Illuminazione. «Tutti i bodhisattva dallo stadio di togaku in giù» indica tutti i bodhisattva che intraprendono la pratica buddista allo scopo di ottenere la Buddità. 24. Nel capitolo Jinriki (ventunesimo) del Sutra del Loto, prima di trasmettere l'essenza del sutra ai Bodhisattva della Terra, Shakyamuni manifestò dieci mistici poteri. Uno di questi è che Shakyamuni estese la sua lunga e larga lingua fino a raggiungere il cielo di Brahma. Sta a simboleggiare la verità delle sue parole. 123 Le tre parole «(predicati nel) passato, presente e futuro», stabiliscono una comparazione fra il Sutra del Loto e i sutra predicati in cinquant'anni da Shakyamuni e da tutti i Budda nelle dieci direzioni e nelle tre esistenze, senza escludere un solo ideogramma o un solo punto. Se i Budda delle dieci direzioni che prestarono la loro testimonianza in quella assemblea, tornati nelle rispettive terre, dicessero ai propri discepoli che esiste un sutra superiore al Sutra del Loto, i discepoli potrebbero crederci? Se inoltre, pur non avendolo visto con i suoi occhi, qualcuno sospettasse che in India, nel palazzo dei Naga, dei quattro Re celesti, del Sole e della Luna o in altri palazzi esista un sutra superiore al Sutra del Loto, io risponderei: «Ma Bonten, il Sole e la Luna, i quattro Re celesti, il re dei Naga, non erano forse presenti [alla predicazione del Sutra del Loto]? Se gli dèi del Sole, della Luna e le altre divinità affermassero: «Esiste un sutra superiore al Sutra del Loto, ma voi non lo conoscete», il Sole e la Luna sarebbero dei grandi bugiardi e Nichiren li rimprovererebbe dicendo: «Sole e Luna, voi dimorate nel cielo mentre noi stiamo sulla terra. Il fatto che voi non cadiate giù è dovuto al potere del supremo precetto di non mentire. Pertanto, se ora dite la grande menzogna che esiste un sutra superiore al Sutra del Loto, precipiterete sulla terra prima che sia giunto il kalpa del declino25 e non smetterete di precipitare finché non giungerete in fondo alla grande fortezza circondata da solido ferro26 dell'inferno di incessante sofferenza! Agli esseri === 25. Kalpa del declino: il periodo in cui un mondo decade. Uno dei quattro grandi kalpa di formazione, durata, declino e disintegrazione, che un mondo ripetutamente deve attraversare. Il kalpa del declino dura venti kalpa medi. Secondo il Kusha ron, nei primi diciannove kalpa medi, gli esseri senzienti dei sei mondi inferiori scompaiono gradualmente. Nell'ultimo kalpa medio, il mondo è distrutto da fuoco, acqua e vento. 26. L'inferno situato al livello più basso del triplice mondo. Si dice sia circondato da sette mura di ferro, a significare che quelli che vi abitano non possono evadere dai suoi tormenti. 124 che dicono grandi menzogne, non dovrebbe essere permesso di rimanere un momento di più a ruotare sopra i quattro continenti!» Eppure, uomini di grande saggezza ed eruditi maestri come Ch'en-kuan della setta Kegon, Shan-wu-wei, Chin-kang-chih, Pu-k'ung, Kobo, Jikaku e Chisho della setta Shingon, [proclamarono che i Sutra Kegon e Dainichi sono superiori al Sutra del Loto. Benché non spetti a me giudicare, alla luce dei grandi principi buddisti non sono forse grandi nemici del Budda? Anche Devadatta o Kokalika27 sono nulla al confronto: essi sono al livello di Mahadeva28 e dell'Arrogante brahamano29. Ed è terribile anche per coloro che credono in tali uomini. Domanda: Davvero sostieni che Ch'eng-kuang della setta Kegon, Chia-hsiang della setta Sanron, Tz'u-en della setta Hosso e Shan-wu-wei e gli altri della setta Shingon, compresi Kobo, Jikaku e Chisho, sono nemici del Budda? Risposta: Questo è un grave problema, è la questione più importante per la Legge buddista. A mio umile giudizio, === 27. Kokalika: membro della famiglia Shakya, cadde sotto l'influenza di Devadatta e calunniò i discepoli del Budda Shariputra e Maudgalyayana. Si dice sia caduto vivo nell'inferno. 28. Mahadeva: monaco vissuto circa cento anni dopo Shakyamuni, fu responsabile del primo scisma all'interno dell'Ordine buddista. Secondo il Daibibasha ron egli uccise i suoi genitori ed un arhat. Tuttavia, si pentì dei suoi delitti ed entrò nell'Ordine buddista. Studiò le tre divisioni del canone e in seguito propose "cinque nuove interpretazioni". Il disaccordo su questi punti fece si che l'Ordine si dividesse in due scuole: la Theravada e la Mahasamghika. 29. Arrogante brahamano: un brahamano del regno di Malava in India, che appare nel Daito saiiki ki (Relazione sulle regioni occidentali) di Hsuan-tsang. Era esageratamente orgoglioso della propria erudizione e si vantava di eccellere su tutti gli altri studiosi. Quando fu sconfitto in un dibattito da un monaco mahayana, Bhadraruchi, il re di Malava lo condannò a morte. Fu graziato per intercessione di Bhadraruchi, ma, divorato dal rancore, lo calunniò. Si dice sia caduto vivo nell'inferno. 125 leggendo il testo del sutra trovo che se qualcuno, chiunque esso sia, dovesse dichiarare che esiste un sutra superiore al Sutra del Loto non potrebbe sfuggire all'accusa di offesa alla Legge. Perciò, se ci atteniamo a ciò che dice il sutra, come non si possono considerare tutte queste persone nemici del Budda? E se per paura non lo dicessi, le classificazioni della superiorità relativa dei vari sutra sarebbero state inutili. Se, per soggezione di tali illustri maestri del passato, dicessi che solo i loro seguaci dell'Ultimo giorno della Legge sono nemici del Budda, i seguaci delle varie sette nell'Ultimo giorno potrebbero ribattere: «L'affermazione che il Sutra Dainichi è superiore al Sutra del Loto non è una nostra invenzione: è la dottrina esposta dai maestri fondatori della nostra setta. Noi non siamo alla loro altezza nell'osservanza dei precetti, nella saggezza e nel rango, ma per quanto riguarda le dottrine da loro insegnate, non ce ne discostiamo minimamente». In tal caso, essi non sarebbero colpevoli di alcun errore. Ma se io, pur sapendo ciò, mancassi di dichiararlo per paura, ignorerei il severo ammonimento del Budda «Anche al costo della sua vita, non dovrebbe tenere celato l'insegnamento»30. Cosa devo fare? Se parlo, dovrò temere l'opposizione del mondo; se taccio, non potrò sottrarmi alla colpa di aver ignorato il severo ammonimento del Budda. Mi trovo veramente === 30. Sutra del Nirvana. Il Daishonin qui compendia un brano che afferma: «Per esempio, se un inviato del sovrano, abile nella discussione ed esperto diplomatico, venisse mandato in una nazione straniera, dovrebbe riportare le parole del suo sovrano senza tralasciarne nessuna, anche se ciò dovesse costargli la vita. Un saggio dovrebbe fare lo stesso nell'insegnare il Buddismo, andando fra la gente comune col desiderio di dare la propria vita e proclamando il segreto insegnamento del Budda così come è contenuto nei sutra mahayana, cioè che tutti gli esseri possiedono la natura di Budda». 126 tra due fuochi; il Sutra del Loto dice: «Odio e gelosia abbondano già durante le vita del Budda: molto maggiori saranno dopo la sua scomparsa.»31 e «La società sarà piena di ostilità e sarà estremamente difficile credere».32 Quando la regina Maya concepì Shakyamuni, il Demone del sesto cielo guardando nel grembo di Maya vide che aveva concepito il suo grande nemico, la spada affilata del Sutra del Loto, e decise che doveva in qualche modo eliminarlo prima che nascesse. Il Demone del sesto cielo si trasformò in un grande medico, entrò nel palazzo del re Shuddhodana33 e dicendo "Sono un grande medico e ho un'eccellente medicina per un parto felice", cercò di avvelenare la regina. Quando il Budda nacque, gli fece cadere addosso delle pietre e mescolò al latte del veleno e, quando lasciò il palazzo, cercò di bloccargli la strada trasformandosi in un nero serpente velenoso; quindi entrando nel corpo di malvagi quali Devadatta, Kokalika, il re Virudliaka34 e il re Ajatashatru, li istigò a far sanguinare il Budda scagliandogli un grosso macigno, a uccidere i membri della famiglia del Budda e ad assassinare i suoi discepoli. Queste grandi persecuzioni furono le prime, tutte concepite allo scopo di impedire al Budda, l'Onorato dal mondo,predicare il Sutra del Loto. A esse si === 31. Sutra del Loto, cap. 10. 32. Ibidem, cap. 14. 33. Shuddhodana: re di Kapilavastu nell'India settentrionale e padre di Shakyamuni. In origine si oppose al desiderio del figlio di rinunciare al mondo, ma si convertì al Buddismo quando Shakyamuni dopo il suo risveglio tornò a Kapilavastu. 34. Virudhaka: re di Kosala ai tempi del Budda Shakyamuni. Il padre era Prasenajit e la madre era originariamente una serva di un signore della famiglia Shakya. Umiliato dagli Shakya a causa delle sue origini, giurò di vendicarsi. Dopo essersi impadronito del trono, guidò un esercito contro il regno degli Shakya ed uccise cinquecento persone. Si dice che sette giorni dopo, in accordo con le predizioni di Shakyamuni, sia morto bruciato e sia caduto nell'inferno. 127 riferiscono le parole "Odio e gelosia abbondano già durante la vita del Budda". Oltre a queste prime persecuzioni, vi furono le persecuzioni, successive [causate dai dubbi sorti quando nel Sutra del Loto Shakyamuni rivelò che] per più di quarant’anni persino Shariputra, Maudgalyayana e gli altri grandi bodhisattva erano stati acerrimi nemici del Sutra del Loto35. Le parole "molto maggiori saranno dopo la sua scomparsa" indicano che nelle epoche future ci sarebbero state persecuzioni ancora più grandi e spaventose. Se persino il Budda ebbe difficoltà a sopportare tali persecuzioni, come potranno sopportarle i comuni mortali, tanto più che saranno più gravi di quelle verificatesi durante la vita del Budda? Benché ci si possa chiedere quali persecuzioni potrebbero essere più terribili del macigno lungo trenta piedi e largo sedici scagliato da Devadatta, o dell'elefante impazzito aizzato dal re Ajatashatru, se persecuzioni ancora più grandi dovessero colpire ripetutamente un uomo che non ha commesso la minima colpa, si dovrebbe capire che costui è il devoto del Sutra del Loto dopo la scomparsa del Budda. === 35. Secondo gli insegnamenti provvisori esposti in più di quaranta anni prima della predicazione del Sutra del Loto, le persone dei Due veicoli come Shariputra e Maudgalyayana sono escluse dalla Buddità, mentre lo shakumon del Sutra del Loto afferma il contrario. Essendo così divergente dagli insegnamenti precedenti, questa dichiarazione fece nascere forti dubbi nell'assemblea. Sia gli insegnamenti provvisori che lo shakumon del Sutra del Loto affermano che Shakyamuni ottenne l'Illuminazione per la prima volta in India sotto l'albero della Bodhi, mentre lo honmon del Sutra del Loto rivela che egli si illuminò per la prima volta in un passato inconcepibilmente remoto. Questa rivelazione dell'Illuminazione originale del Budda a sua volta suscitò dubbi nei grandi bodhisattva. Inoltre, poiché il concetto dei due veicoli di Shomon ed Engaku e del veicolo del Bodhisattva, insegnato nel sutra provvisori, contraddice quello insegnato nel Sutra del Loto, il Daishonin dice: «Per quaranta e più anni Shariputra, Maudgalyayana e i grandi bodhisattva erano stati in realtà grandi nemici del Sutra del Loto». 128 I successori del Budda36 appartenevano ai quattro ordini di bodhisattva37, erano i messaggeri del Budda. Eppure il bodhisattva Aryadeva38 fu ucciso da un brahmano; il Venerabile Aryasimha39 fu decapitato dal re Dammira; Buddhamitra40 dovette restare per dodici anni sotto uno stendardo rosso e il bodhisattva Nagarjuna per sette anni; il bodhisattva Ashvagosha fu venduto per trecentomila monete41 e lo === 36. Successori del Budda: ventiquattro successori che ereditarono il Buddismo di Shakyamuni e lo propagarono in India nel Primo giorno della Legge. 37. Quattro ordini di bodhisattva: i maestri buddisti che abbracciano e propagano il Buddismo dopo la morte di Shakyamuni. Vengono classificati in quattro ordini a seconda del livello della loro comprensione. 38. Aryadeva: quindicesimo dei ventiquattro successori di Shakyamuni. Nacque nel terzo secolo in una famiglia brahmana nell'India meridionale e studiò la dottrina del "vuoto" (ku) sotto la guida di Nagarjuna. Veniva chiamato anche Kanadeva a causa della perdita di un occhio (kana vuol dire «un occhio»). In un dibattito religioso a Pataliputra confutò i maestri del Bramanesimo e venne ucciso da uno dei loro discepoli. 39. Aryasimha: l'ultimo dei ventiquattro successori di Shakyamuni. Visse nell'India centrale nel sesto secolo. Secondo la tradizione, quando stava propagando il Buddismo nel Kashmir, nell'India settentrionale, il re Dammira, nemico del Buddismo, distrusse molti templi e stupa buddisti e uccise numerosi preti. Alla fine fece decapitare Aryasimha, ma si dice che anziché sangue dal suo collo scaturisse bianchissimo latte. 40. Buddhamitra: il nono dei ventiquattro successori di Shakyamuni. Convertì molte persone con abili mezzi e sconfisse in dibattito numerosi bramani. Il re era un fedele seguace del Bramanesimo e cercò di eliminare il Buddismo dal paese. Si dice che Buddhamitra, deciso a convertire il sovrano, per dodici anni abbia camminato avanti e indietro davanti al palazzo reale reggendo uno stendardo rosso. Il re fu infine commosso dalla sua perseveranza e gli concesse un dibattito con un maestro brahamano. Buddhamitra confutò gli argomenti del suo avversario e convertì il re al Buddismo. 41. Questa storia compare nel Daito saiiki ki (Relazione sulle regioni occidentali). Quando il bodhisattva Ashvaghosha stava predicando il Buddismo a Pataliputra, nel Magadha, servendosi del suo talento musicale e letterario, il re Kanishka diresse il suo esercito contro Pataliputra e chiese in tributo una somma enorme. Lo sconfitto sovrano offrì invece a Kanishka Ashvaghosha. In seguito, col sostegno di Kanishka, Ashvaghosha propagò il Buddismo nell'India settentrionale. 129 studioso Manoratha morì di dispiacere42. Questi sono esempi di persecuzioni avvenute nei mille anni del Primo giorno della Legge. Cinquecento anni dopo l'inizio del Medio giorno, o millecinquecento anni dopo la scomparsa del Budda, in Cina visse un saggio chiamato Chih-i e poi noto come il Gran Maestro [T'ien-t'ai] Chih-che, che voleva diffondere fedelmente gli insegnamenti del Sutra del Loto. Prima di T'ien-t'ai migliaia e migliaia di saggi avevano dato svariate interpretazioni degli insegnamenti esposti dal Budda in tutta la sua vita, ma complessivamente si formarono dieci scuole, cioè tre scuole settentrionali e sette meridionali. Fra queste, una emerse come la più importante: la terza delle scuole meridionali, fondata dal Maestro del Dharma Fa-yun43 del tempio Kuang-che-ssu. Costui divise tutti gli insegnamenti in cinque gruppi e fra questi cinque scelse tre sutra, il Sutra Kegon, il Sutra del Nirvana e il Sutra del Loto, ponendo il Sutra Kegon al primo posto fra tutti i sutra, paragonabile a un gran re, il Sutra del Nirvana al secondo posto, come un primo ministro, e il Sutra del Loto al terzo come un nobile di corte, seguiti da tutti gli altri sutra come semplici cittadini. === 42. Questa storia compare nel Daito saiiki ki. Si pensa che Manoratha sia stato il maestro di Vasubandhu. Il re Vikramditya di Shravasti, che nutriva un rancore personale per Manoratha, per umiliarlo riunì cento studiosi delle altre scuole per dibattere con lui. Novantanove studiosi si sottomisero agli argomenti di Manoratha ma il centesimo, che era in combutta con il re, si rifiutò di prestargli ascolto. Si dice che Manoratha per il dispiacere si sia staccato la lingua con un morso e sia morto. 43. Fa-yun (467-529): prete cinese al tempo della dinastia Liang, divenne famoso per le sue spiegazioni del Sutra del Loto e del Sutra Vimalakirti. Nel 508 venne nominato rettore del tempio Kuang-che-ssu dall'imperatore Wu e nel 525 divenne Amministratore generale dei monaci, la massime carica nel clero. 130 Fa-yun era per natura un uomo di grande intelligenza, che non solo aveva studiato sotto grandi saggi come Hui-kuan, Hui-yen, Seng-jou e Hui-tz'u44, ma dopo aver confutato le dottrine dei vari maestri delle scuole settentrionali e meridionali, si era ritirato in solitudine su una montagna dedicandosi allo studio dei Sutra Kegon, del Nirvana e del Loto. L'imperatore Wu della dinastia Liang onorò questo Maestro del Dharma convocandolo a corte e facendo costruire per lui il tempio Kuang-che-ssu entro la cinta del palazzo imperiale. Quando il Maestro del Dharma tenne una lezione sul Sutra del Loto, dal cielo cadde una pioggia di fiori come quando lo espose il Budda. Nel quinto anno dell'era T'ien-chien (506) vi fu una grande siccità e l'imperatore chiese al Maestro del Dharma Fa-yun di tenere un corso sul Sutra del Loto. Quando giunse ai versi del capitolo Yakusoyu «La sua pioggia cade uniformemente su tutte le quattro direzioni», cadde una pioggia gentile. L'imperatore ne fu così colpito che lo nominò seduta stante amministratore dei monaci (Sojo) e lo servì personalmente come le varie divinità servono Taishaku e come i comuni cittadini riveriscono il loro sovrano. Per di più, qualcuno sognò che Fa-yun aveva già predicato sul Sutra del Loto sin dal tempo del Budda del passato Nichigatsu Tomyo45. Egli scrisse un commento del Sutra del Loto in quattro === 44. Hui-kuan (368-438), Hui-yen (363-443), Seng-jou (431-494) e Hui-tz'u (434-490): preti del periodo delle dinastie settentrionale e meridionale. 45. Nichigatsu Tomyo: un Budda che si dice fosse apparso in un passato inimmaginabilmente distante per predicare la vera Legge. Il capitolo Jo (primo) del Sutra del Loto parla di ventimila Budda apparsi uno dopo l'altro nel passato, tutti lo stesso nome, Nichigatsu Tomyo (Splendore del sole e della luna). L'ultimo Budda Nichigatsu Tomyo espose il Sutra del Loto al bodhisattva Myoko, una,precedente incarnazione del bodhisattva Monju. 131 fascicoli46 in cui afferma: «Questo sutra non è veramente perfetto» e «È un espediente non comune», intendendo dire che è un sutra che non rivela completamente la verità del Buddismo. Forse perché le sue dottrine erano in accordo con la volontà del Budda, piovvero fiori dal cielo e cadde la pioggia. Comunque sia, grazie a tali straordinari avvenimenti, tutti in Cina credettero che il Sutra del Loto fosse effettivamente inferiore ai Sutra Kegon e del Nirvana e il suo commento si diffuse nei regni di Silla, Paekche e Kokuryo fino in Giappone47, così che la maggior parte della gente fu della stessa opinione. Poco dopo la morte di Fa-yun, fra la fine della dinastia Liang e l'inizio della dinastia Ch'en, apparve un giovane prete chiamato Maestro del Dharma Chih-i. Era discepolo del Gran Maestro Nan-yueh ma, forse perché neanche gli insegnamenti del maestro gli erano chiari, entrò nella sala ove erano conservate le scritture e, dopo aver letto più volte tutti i sutra, scelse come fondamentali i Sutra Kegon, del Nirvana e del Loto e fra questi tre tenne lezioni in particolare sul Sutra Kegon. Compose inoltre un libro di formule di devozione [ai Budda Vairochana e ad altri Budda]48 e giorno dopo giorno approfondì la sua comprensione. Perciò la gente del tempo credette che anche lui considerasse il Sutra Kegon il più importante. In realtà invece, egli aveva studiato in particolare questo sutra perché nutriva gravi dubbi sulla classificazione === 46. Si riferisce probabilmente allo Hokke giki (Commentario sul Sutra del Loto in otto volumi) di Fa-yun, sebbene in questo commentario non si trovino le due citazioni. 47. Significa che il commentario sul Sutra del Loto attribuito al principe Shotoku, Hokke sho, è basato sullo Hokke giki di Fa-yun. 48. Il quarto volume del Kokusei byakuroku (Cento annotazioni del Gran Maestro T'ien-t'ai) descrive riti mattutini e serali di devozione al Budda Vairochana e tutti gli altri Budda. 132 di Fa-yun che poneva al primo posto il Sutra Kegon, al secondo il Sutra del Nirvana e al terzo il Sutra del Loto. Egli concluse che il Sutra del Loto è il primo fra tutti i sutra, il Sutra del Nirvana il secondo e il Kegon il terzo. Egli osservò con rammarico che, benché i sacri insegnamenti del Budda si fossero diffusi in Cina, la gente non ne aveva tratto beneficio, anzi tutti gli esseri erano condotti nei cattivi sentieri a causa degli errori dei loro maestri. Era come se il capo della nazione avesse detto che l'est è l'ovest o che il cielo è la terra e la popolazione avesse accettato e creduto che fosse così. Se in seguito fosse apparso un uomo di umile condizione dicendo che ciò che loro chiamavano ovest era l'est e che ciò che chiamavano cielo era la terra, non gli avrebbero creduto e, per ingraziarsi il loro capo, lo avrebbero insultato e perseguitato. Chih-i meditò sul da fare, ma sentì di non poter tacere e condannò severamente il Maestro del Dharma Fa-yun dicendo che era caduto nell'inferno per aver offeso la Legge. I maestri del nord e del sud si sollevarono come vespe inferocite e si gettarono su di lui come uno stormo di cornacchie. Alcuni dissero che bisognava rompere la testa di Chih-i, altri che bisognava scacciarlo dal paese. Il re della dinastia Ch'en, informato della cosa, convocò un certo numero di buddisti del nord e del sud perché ne discutessero in sua presenza. C'erano Hui-yung, un discepolo di Fa-yun, Fa-sui, Hui-k'uang e Hui-heng, più di cento monaci, tutti del rango di amministratori o supervisori dei monaci o di rango superiore, che facevano a gara nell'insultare Chih-i, aggrottando le sopracciglia, fissandolo torvi e battendo le mani con impazienza. Il Maestro del Dharma Chih'i, seduto all'ultimo posto, senza emozionarsi e senza confondersi nel parlare, conservando una calma dignitosa, prese nota di tutte le accuse fatte dai monaci e riuscì a respingerle. Quindi cominciò la sua 133 critica dicendo: «Secondo gli insegnamenti di Fa-yun, il Sutra Kegon è al primo posto, il Sutra del Nirvana al secondo e il Sutra del Loto al terzo. In quale sutra si trova la prova di ciò? Indicatemi un brano che lo dimostri in modo chiaro e sicuro». A queste parole, tutti gli altri monaci chinarono la testa ed impallidirono, incapaci di replicare. Egli continuò a incalzarli dicendo: «Nel Sutra Muryogi, il Budda dice di aver poi predicato le dodici sezioni dei Sutra Hodo49, il Sutra Makahannya50 e il Sutra Kegon derivato dalla "meditazione sul riflesso nel mare"51. Il Budda stesso citò il nome del Sutra Kegon e lo rinnegò dicendo che prima del Sutra Muryogi non aveva ancora rivelato la verità. Se il Sutra Kegon è criticato nel Sutra Muryogi che è inferiore al Sutra del Loto, come si può ritenere che sia il più elevato di tutta la predicazione del Budda? Signori, se volete essere leali verso i vostri maestri, difendete le loro dottrine indicando un brano delle scritture che sconfessi e annulli il brano citato [nel Sutra Muryogi]. «Inoltre, quale brano delle scritture sostiene che il Sutra del Nirvana è superiore al Sutra del Loto? Nel quattordicesimo volume del sutra del Nirvana si discute sui meriti di questo sutra rispetto ai sutra dei periodi Kegon, Agon, Hodo e Hannya, ma non vi è alcun cenno ai suoi meriti rispetto al Sutra del Loto. Nel nono volume dello stesso sutra sono === 49. Dodici divisioni dei Sutra Hodo: termine generico por indicare i sutra esposti durante il periodo Hodo, il terzo dei cinque periodi. In generale, questi sutra refutano l'attaccamento alle dottrine hinayana. 50. Sutra Makahannya: si riferisce al Makahannya haramitsu kyo, traduzione di Kumarajiva di uno dei maggiori Sutra Hannya (Sanscr. Prajna) o Sutra della Saggezza. 51. Meditazione del riflesso nel mare: un tipo di meditazione esposto nel Sutra Kegon. In questa meditazione tutti i fenomeni delle tre esistenze appaiono con chiarezza nella mente, come tutte le cose si riflettono chiaramente sulla calma superficie del mare. 134 chiariti i rispettivi meriti del Sutra del Nirvana e del Sutra del Loto: "Quando questo Sutra [del Nirvana] fu esposto, gli ottomila discepoli shomon avevano giù ricevuto nel Sutra del Loto la predizione della futura Illuminazione. Questa predizione era come un grande raccolto: conclusa la mietitura autunnale e immagazzinate le messi per l'inverno, non rimaneva più nulla da fare (a parte raccogliere qualche spiga)". Questo brano chiaramente paragona tutti i vari sutra al lavoro della primavera e dell'estate, mentre il Sutra del Nirvana e il Sutra del Loto sono la maturazione dei frutti. Tuttavia, il Sutra del Loto è definito come il raccolto autunnale e la conservazione invernale, il Sutra del Nirvana come la spigolatura tra la fine dell'autunno e l'inizio dell'inverno. In questo brano, il Sutra del Nirvana riconosce la sua inferiorità rispetto al Sutra del Loto. Le parole del Sutra del Loto "predicati nel passato, presente e futuro", stabiliscono che il Sutra del Loto è superiore non solo ai sutra predicati precedentemente, ma anche ai sutra che avrebbe predicato in seguito. «Se il Signore della dottrina, il Budda Shakyamuni, lo enunciò esplicitamente, come si può dubitarne? Tuttavia, preoccupato dei dubbi che sarebbero potuti sorgere dopo la sua scomparsa, chiamò a testimone il Budda Taho della Terra dei Puri tesori. Il Budda Taho emerse dalla terra e testimoniò: "Tutto ciò che hai esposto nel Sutra del Loto è la verità"52. Inoltre tutti i Budda del corpo frazionato delle dieci direzioni si radunarono ed estesero le loro lunghe e larghe lingue fino a raggiungere il Cielo di Brahma, come aveva fatto il Signore della dottrina Shakyamuni. «Quindi il Budda Taho tornò alla Terra dei Puri tesori e i vari Budda tornarono alle rispettive terre nelle dieci direzioni. Poi, quando né Taho né i Budda del corpo frazionato === 52. Sutra del Loto, cap. 11. 135 erano presenti, il Signore della dottrina predicò il Sutra del Nirvana. Se avesse detto che il Sutra del Nirvana era superiore al Sutra del Loto, i suoi discepoli avrebbero potuto credergli?» Questa fu la confutazione di Chih-i. Fu come la brillante luce del sole e della luna che abbagliò gli occhi dell'asura53, come la spada del re di Han54 puntata al collo dei suoi baroni: i suoi avversari chiusero gli occhi e chinarono la testa. L'aspetto del Gran Maestro T'ien-t'ai era quello di un leone che ruggisce alle volpi e ai conigli, o di un'aquila che piomba sui colombi e sui fagiani. Di conseguenza, la nozione che il Sutra del Loto è superiore al Sutra Kegon e al Sutra del Nirvana non solo si diffuse in tutta la Cina, ma giunse anche nelle cinque regioni dell'India55. In India, dove i trattati hinayana e mahayana non erano superiori alle dottrine del Gran Maestro Chih-i, la gente lo elogiò chiedendosi se non fosse riapparso il Signore Shakyamuni e se il Buddismo non fosse sorto una seconda volta. A suo tempo anche il Gran Maestro T'ien-t'ai morì e alle dinastie Ch'en e Sui successe la dinastia T'ang. Poi anche il Gran Maestro Chiang-an morì e lo studio del Buddismo di T'ien-t'ai fu quasi abbandonato. Al tempo dell'imperatore T'ai-tsung56, l'Erudito Hsuan-tsang si recò in India nel terzo anno dell'era Chen-kuan (629) e ritornò nel diciannovesimo anno della stessa era (645). Egli condusse un approfondito === 53. Si dice che il re degli asura sia stato accecato dalla luce del sole e della luna quando cercò di combattere contro il dio Taishaku. 54. Re di Han: Liu Pang (247-195 a.C.), fondatore della dinastia Han anteriore. 55. Cinque regioni dell'India: regioni orientale, occidentale, meridionale, settentrionale e centrale. Il termine indicava tutta l'India. 56. T'ai-tsung (598-649): secondo imperatore della dinastia T'ang. 136 studio del Buddismo indiano e introdusse in Cina la scuola Hosso. Questa scuola e la scuola T'ien-t'ai differiscono come l'acqua e il fuoco. Egli portò con sé il Sutra Jimmitsu57 e i trattati Yuga ron58 e Yuishiki ron,59 sconosciuti a T'ien-t'ai, e sostenne che, sebbene il Sutra del Loto sia superiore agli altri sutra, è però inferiore al Sutra Jimmitsu. Poiché T'ien-t'ai non lo aveva mai letto, i suoi successori, dotati di scarsa saggezza, pensarono che fosse così. Inoltre, l'imperatore T'ai-tsung fu un saggio governante, ma ripose una fede straordinaria nell'insegnamento di Hsuan-tsang, per cui anche coloro che avrebbero voluto protestare, come spesso accade, ebbero soggezione dell'autorità e nessuno parlò. Purtroppo, Hsuan-tsang mise da parte il Sutra del Loto e sostenne la dottrina che "I tre veicoli sono la verità, l'unico veicolo è solo un espediente"60 e la dottrina delle "cinque nature"61. Benché provenissero dall'India === 57. Sutra Jimmitsu: .sutra in cinque fascicoli tradotto in cinese da Hsuan-tsang. È il testo principale della setta Hosso. Si occupa, fra l'altro, delle caratteristiche dei dharma e della coscienza alaya . 58. Yuga ron: abbreviazione del Yugashiji ron (Trattato sugli stadi della pratica Yoga), opera attribuita a Maitreya o Asanga, tradotta in cinese da Hsuan-tsang. 59. Yuishiki ron: Joyuishiki ron, commentario sul Yuishiki sanju ju di Vasubandhu, scritto da Dharmapala (530-561), eminente studioso della "Sola coscienza", e tradotto in cinese da Hsuan-tsang. 60. Unico veicolo: l'insegnamento esposto nel Sutra del Loto. Il Sutra del Loto insegna che i tre veicoli di Studio, Parziale Illuminazione e bodhisattva non sono lo scopo della pratica, come veniva insegnato prima, ma in realtà sono mezzi per condurre all'Unico veicolo, il veicolo del Budda, che comprende ed esalta gli insegnamenti dei tre veicoli. Di contro, la scuola Hosso afferma che gli insegnamenti buddisti devono essere in accordo con le capacità della gente. In altre parole, per le persone che hanno la capacità di comprendere i Tre veicoli, questi rappresentano il vero insegnamento, mentre l'Unico veicolo non è altro che un mezzo. 61. Cinque nature: dottrina della setta Hosso che divide gli esseri umani in cinque gruppi a seconda della loro innata e immutabile capacità religiosa. I primi tre sono quelli predestinati al mondo di Studio, Illuminazione parziale e Bodhisattva. Il quarto, il gruppo indeterminato, possiede due o più delle suddette tre nature, e non è stabilito in precedenza quale si svilupperà. Il quinto è il gruppo a cui è negata l'Illuminazione e che deve trasmigrare attraverso i sei sentieri per tutta l'eternità. Secondo questa dottrina, basata sui Sutra Ryoga e Jimmitsu, solo quelli predestinati al mondo di Bodhisattva ed alcuni del gruppo indeterminato, possono aspirare alla Buddità. 137 (la patria del Buddismo), fu come se fossero state introdotte in Cina dottrine indiane non buddiste. Dicendo che il Sutra del Loto è un espediente (hoben) e che il Sutra Jimmitsu è la verità, egli ignorava e vanificava le testimonianze di Shakyamuni, di Taho e di tutti i Budda delle dieci direzioni. Hsuan-tsang e Tz'u-en furono invece considerati dei Budda viventi. In seguito, durante il regno dell'imperatrice Wu62, quando fu introdotta una nuova versione63 del Sutra Kegon, il Maestro del Dharma Fa-tsang64, per sfogare il suo sdegno per le critiche del Gran Maestro T'ien-ta'i al Sutra Kegon, utilizzò la nuova versione per integrare la vecchia versione criticata da T'ien-t'ai e fondò la scuola Kegon. Questa scuola sosteneva che le dottrine del Sutra Kegon sono la radice, quelle del Sutra del Loto sono i rami. In conclusione, i maestri della Cina settentrionale e meridionale, avevano messo al primo posto il Sutra Kegon, al secondo il Sutra del Nirvana, al terzo il Sutra del Loto. T'ien-t'ai === 62. Wu (624-705): chiamata anche Tse-t'ien. Inizialmente fu la concubina di T'ai-tsung, secondo imperatore della dinastia T'ang, e in seguito la moglie del terzo imperatore Kao-tsung. Era già alla guida del governo mollo tempo prima di salire al trono nel 690. 63. Fa-tsang (643-712): terzo patriarca della scuola Kegon in Cina. Viene spesso considerato come il fondatore della scuola poiché contribuì grandemente alla sistematizzazione della dottrina Kegon. Imparò gli insegnamenti Kegon da Chih-yen, e si dice che abbia tenuto delle lezioni sul Sutra Kegon dietro richiesta dell'imperatrice Wu. 64. Nuova versione del Sutra Kegon. gli ottanta fascicoli del Sutra Agon tradotti da Shikshananda durante la dinastia T'ang. 138 aveva classificato primo il Sutra del Loto, secondo il Sutra del Nirvana e terzo il Sutra Kegon, mentre adesso la scuola Kegon sosteneva che il Sutra Kegon era il primo, il Sutra del Loto il secondo e il Sutra del Nirvana il terzo. Più tardi, durante il regno dell'imperatore Hsuan-tsung, l'Erudito Shan-wu-wei introdusse dall'India il Sutra Dainichi e il Sutra Soshitsuji; mentre l'Erudito Chin-kang-chih introdusse il Sutra Kongocho65. Inoltre quest'ultimo aveva un discepolo, l'Erudito Pu-k'ung. Questi tre uomini erano indiani che, oltre a provenire da insigni famiglie, erano diversi dai monaci cinesi anche per carattere. Le loro dottrine includevano i mudra e i mantra66 dei quali, dall'introduzione del Buddismo in Cina nella dinastia Han posteriore fino ad allora, nessuno aveva sentito parlare. Perciò l'imperatore chinò la testa e i cittadini giunsero le mani. Questi uomini sostenevano che la questione della superiorità relativa dei vari Sutra, Kegon, Jimmitsu, Hannya, del Nirvana e del Loto, riguarda gli insegnamenti essoterici che fanno parte della predicazione del Budda Shakyamuni, mentre il Sutra Dainichi ora introdotto, rappresenta le affermazioni supreme del Re del Dharma Dainichi (Mahavairochana): gli altri Sutra sono le innumerevoli parole dei comuni cittadini, questo sutra è l'unica parola del Figlio del cielo. I Sutra Kegon o del Nirvana non possono giungere all'altezza del Sutra Dainichi neanche con una scala. Solo il Sutra del === 65. Sutra Kongocho: una delle principali scritture del Buddismo esoterico, insieme al Sutra Dainichi e al Sutra Soshitsuji. 66. Mudra e mantra: elementi rituali del culto Shingon. I mudra, o sigilli, sono particolari atteggiamenti delle mani e delle dita, che simboleggiano l'Illuminazione e i voti dei Budda e dei bodhisattva. I mantra sono formule che consistono di parole o sillabe segrete che si dice abbiano mistici poteri. Il buddismo esoterico Shingon considera i mudra e i mantra un mezzo per realizzare l'unione col Budda Dainichi (sanscr. Mahavairochana). 139 Loto ha una certa somiglianza con il Sutra Dainichi. Tuttavia, il Sutra del Loto predicato dal Budda Shakyamuni è semplicemente la verità esposta da un cittadino, mentre il Sutra Dainichi è la verità esposta dal Figlio del cielo: benché le parole siano simili, le personalità di chi le pronunciò differiscono come le nuvole del cielo e il fango della terra. È come il riflesso della luna nell'acqua torbida o nell'acqua limpida: entrambe sono immagini della luna, la differenza sta nella torbidità o limpidezza dell'acqua. Nessuno mise in discussione queste asserzioni e tutte le altre scuole si piegarono e si sottomisero alla scuola Shingon. Dopo la scomparsa di Shan-wu-wei e di Chin-kang-chih, l'Erudito Pu-k'ung fece un viaggio in India e ne riportò il trattato intitolato Bodaishin ron67 che accrebbe ancora di più l'influenza della scuola Shingon. Tuttavia apparve un prete, il Gran Maestro Miao-lo, il quale visse più di duecento anni dopo il Gran Maestro T'ien-t'ai, ma che, essendo un uomo di straordinaria saggezza, aveva una chiara comprensione dei suoi insegnamenti. Comprendendo il vero significato delle interpretazioni di T'ien- t'ai, sapeva che il sutra del Loto è superiore al Sutra Jimmitsu della scuola Hosso, introdotto in Cina dopo il tempo di T'ien-t'ai, ed anche al Sutra Dainichi rifila scuola Shingon, le due nuove scuole fondate in Cina. Ma i successori di === 67. Bodaishin-ron: "Trattato sulla mente che aspira all'Illuminazione", tradizionalmente attribuito a Nagarjuna e tradotto in cinese da Pu-k'ung. Dato che contiene vari brani che sono in contraddizione con il pensiero espresso da Nagarjuna in altre opere, molti, e anche il Daishonin, ritengono che sia stato scritto da Pu-k'ung il quale ne avrebbe attribuito la paternità a Nagarjuna per conferirgli maggiore autorità. È spesso citato da Kobo per sostenere la superiorità degli insegnamenti esoterici della Shingon. 140 T'ien-t'ai, o per mancanza di saggezza, o per paura degli altri, o per soggezione dell'autorità del sovrano, non avevano parlato. Pensando che la corretta dottrina di T'ien-t'ai stesse ormai per scomparire e che gli errori delle dottrine dominanti fossero peggiori di quelli diffusi nella Cina settentrionale e meridionale prima delle dinastie Ch'en e Sui, Miao-lo compilò dei commentari in trenta volumi delle opere di T'ien-t'ai, cioè il Guketsu, lo Shakusen e lo Shoki68. Questi trenta volumi, non solo servirono a eliminare le ripetizioni e a chiarire i punti oscuri degli scritti originali ma anche a refutare le scuole Hosso, Kegon e Shingon che erano sfuggite alla critica del Gran Maestro T'ien-t'ai perché ai suoi tempi non esistevano. Venendo al Giappone, sotto il trentesimo sovrano, l'imperatore Kimmei69, il tredicesimo giorno del decimo mese del tredicesimo anno del suo regno (552), segno ciclico mizunoe-saru, furono portate in Giappone dal regno coreano di Paekche le scritture buddiste e una statua di Shakyamuni. Durante il regno dell'imperatore Yomei, il principe Shotoku70 iniziò lo studio del Buddismo. Egli inviò in Cina il funzionario di corte Wake no Imoko perché gli riportasse la === 68. Abbreviazioni di Maka shikan bugyoden guketsu shakusen, di Hokke gengi shakusen e di Hokke mongu ki, commentari di Miao-lo sulle tre principali opere di T’en-t'ai. 69. Kimmei, viene ora considerato il ventinovesimo imperatore perché l'imperatrice Jinku (quindicesima sovrana, m. 296) non viene più annoverata nella dinastia imperiale. 70. Shotoku (574-622): secondogenito del trentunesimo imperatore Yomei e reggente dell'imperatrice Suiko, è famoso per aver applicato lo spirito del Buddismo al governo. Nel 604 promulgò una "Costituzione in ventisette articoli" e allacciò relazioni diplomatiche con la dinastia Sui in Cina inviando Wake no Imoko come ambasciatore. Venerò in particolare il Sutra del Loto e i Sutra Vimalakirti e Shrimala dei quali avrebbe scritto dei commentari. 141 copia del Sutra del Loto in un volume appartenutagli in una vita precedente71, e decise di proteggere il sutra. Più tardi, durante il regno del trentasettesimo sovrano, l'imperatore Kotoku, vennero introdotte le sette Sanron, Kegon, Hosso, Kusha e Jojitsu e, durante il regno del quarantacinquesimo sovrano, l'imperatore Shomu, fu introdotta la setta Ritsu, per un totale di sei sette. Ma nei centoventi anni che vanno dal regno dell'imperatore Kotoku a quello dell'imperatore Kammu, durante il quale regnarono quattordici sovrani, le sette Shingon e Tendai non erano state ancora introdotte. Durante il regno dell'imperatore Kammu, visse un giovane prete chiamato Saicho, discepolo di Gyohyo72, amministratore dei monaci del tempio Yamashina-dera. Egli studiò a fondo le sei sette, a cominciare dalla Hosso, ma sentiva di non aver ancora raggiunto una perfetta comprensione del Buddismo, quando lesse un commentario sul Kishin ron73 scritto dal Maestro del Dharma Fa-tsang della scuola Kegon, nel quale c'erano citazioni degli scritti del Gran Maestro T'ien-t'ai. Questi scritti parvero molto significativi a Saicho, ma egli non sapeva nemmeno se fossero stati introdotti in Giappone. Quando chiese informazioni, qualcuno gli disse che un prete di nome Ganjin74 del tempio Lung-hsing-ssu a === 71. Questo episodio è narrato nel Genko shakusho, una storia del Buddismo in Giappone, scritta da Kokan Shiren (1278-1346), prete della setta Zen Rinzai. La tradizione vuole che in una vita precedente Shotoku fosse Nan-yueh, maestro di T'ien-t'ai. 72. Gyohyo (722-797): prete della setta Sanron, che ricevette gli ordini al tempio Yamashina-dera. Divenne rettore del tempio Sofuku-ji nella provincia di Omi e poi fu nominato dall'imperatore Maestro provinciale. Nel 778 officiò la cerimonia di ordinazione di Dengyo. 73. Kishin ron, abbreviazione di Daijo kishin ron (Risveglio alla fede nel Mahayana). Opera attribuita tradizionalmente ad Ashvaghosha, nella quale sono esposte le principali dottrine mahayana. 74. Ganjin (688-763): (Chin Chien-chen) prete cinese della dinastia T'ang, fondatore della setta Ritsu in Giappone. Studiò le dottrine Tien-t'ai e Lu (giap. Ritsu) nelle opere di Lo-yang e Ch'ang-an. L'imperatore Shomi lo invitò in Giappone per insegnare i precetti ai preti e alle monache, ma per una serie di contrattempi la sua partenza fu rimandata di undici anni. Arrivato finalmente in Giappone nel 753, l'anno successivo istituì il santuario per l'ordinazione al tempio Todai-ji e conferì i precetti all'imperatore e ad altre quattrocento persone. Ottenne il titolo postumo di Gran Maestro Kakai (che ha attraversato il mare). 142 Yang-chou in Cina, aveva studiato gli insegnamenti di T'ien-t'ai ed era stato discepolo del Maestro di disciplina Tao-hsien; venuto in Giappone nella seconda metà dell'era Tempyo-Shoho (753), Ganjin aveva diffuso i precetti hinayana, ma, benché avesse portato con sé le opere di T'ien-t'ai, non le aveva propagate. Questo era avvenuto, disse a Saicho, durante il regno del quarantacinquesimo sovrano, l'imperatore Shomu. Quando Saicho chiese di poter vedere questi scritti, gli fu concesso di consultarli. Ad una prima lettura, ebbe l'impressione di risvegliarsi da tutte le illusioni di nascita e morte e, quando esaminò le dottrine delle sei sette alla luce di questi scritti, risultò evidente che ogni setta era in errore. Immediatamente fece il voto [di fare qualcosa] pensando: «Dato che tutti i giapponesi sono diventati patroni di coloro che offendono la Legge, sicuramente la nazione cadrà nel caos». Ma quando criticò le sei sette, i maggiori studiosi delle sei sette e dei sette templi di Nara75 insorsero e si riversarono nella capitale provocando un grande subbuglio nella nazione. Tutti gli uomini delle sei sette e dei sette templi erano pieni di animosità verso Saicho, ma il diciannove del primo mese del ventunesimo anno dell'era Enryaku (802), l'imperatore Kammu si recò al tempio Takao-dera e vi convocò quattordici eminenti preti per dibattere con Saicho: Zengi, Shoyu, Hoki, Chonin, Kengyoku, Ampuku, Gonso, Shuen, === 75. Sette maggiori templi di Nara: Todai-ji, Kofuku-ji, Gango-ji, Daian-ji, Yakushi-ji, Saidai-ji e Horyu-ji. 143 Jiko, Gen'yo, Saiko, Dosho, Kosho e Kambin. Questi preti della Kegon, Sanron, Hosso e di altre sette esposero gli insegnamenti dei fondatori delle rispettive scuole esattamente come li avevano appresi. Saicho prese nota di ogni singolo punto e lo confutò alla luce del Sutra del Loto, dei trattati di T'ien-t'ai, di altri sutra e commentari. I suoi avversari non riuscirono a controbattere, le loro bocche furono incapaci di pronunciare una singola parola. L'imperatore sbalordito interrogò minuziosamente Saicho su vari argomenti, quindi emise un editto in cui criticava i quattordici preti. Questi a loro volta presentarono una dichiarazione di sottomissione e di scusa in cui scrissero: «Noi, studiosi dei sette templi e delle sei sette ... abbiamo compreso per la prima volta la verità fondamentale» e inoltre: «Nei più di duecento anni da quando il principe Shotoku propagò il buddismo fino ad oggi, sono state date spiegazioni su un gran numero di sutra e trattati e si è dibattuto sui vari principi, ma rimanevano ancora molti dubbi da rimuovere. Inoltre la perfetta e nobile dottrina [dei Sutra del Loto] non era stata ancora spiegata correttamente». E proseguirono: «Ora, finalmente, la disputa che si è protratta per lungo tempo fra le sette Sanron e Hosso si è risolta facilmente come il ghiaccio che si scioglie. Si è fatta luce sulla verità come se le nuvole e la nebbia si fossero diradate per rivelare la luce del sole, della luna e delle stelle». Saicho, valutando le dottrine dei quattordici preti, disse: «Ognuno di voi insegna l'unico insegnamento [della propria scuola] e, benché facciate risuonare il tamburo della Legge nelle profonde vallate, sia chi parla sia chi ascolta continua a smarrirsi nel sentiero dei tre veicoli. Benché voi sventoliate da alte vette il vessillo della dottrina e benché maestri e discepoli si siano liberati dai vincoli del triplice mondo, persistete nella strada dell'Illuminazione che richiede innumerevoli kalpa e non riconoscete il grande carro tirato dal bue 144 bianco fuori del cancello76. Come potrete mai raggiungere il primo stadio di sicurezza77 e ottenere l'Illuminazione in questo mondo simile a una casa in fiamme?» Due funzionari di corte, Wake no Hiroyo e il fratello minore Matsuna78, dissero: «Nan-yueh ha fatto conoscere la mistica legge del Picco dell'Aquila e T'ien-t'ai ha aperto la strada della meravigliosa Illuminazione del monte Ta-su79. Deploriamo che l'Unico veicolo [del Loto] sia ostacolato dagli insegnamenti provvisori e ci rattrista che le tre verità80 non siano state ancora rivelate». I quattordici preti commentarono: «Grazie a legami karmici, Zengi e tutti noi abbiamo avuto la grande fortuna di poter ascoltare queste straordinarie parole. Se non fosse stato === 76. Riferimento alla parabola della casa in fiamme del capitolo Hiyu (terzo) del Sutra del Loto. Un ricco signore per convincere i figli che erano tutti assorti nei loro giochi ad abbandonare la casa che stava bruciando, dice loro che fuori della porta c'erano i tre carri che avevano desiderato: uno tirato da una pecora, uno da un cervo ed un altro da un bue. Ma quando escono dalla casa, egli dà loro un carro molto più bello tirato da un grande bue bianco. L'uomo ricco rappresenta il Budda, la casa in fiamme questo mondo di saha; tutti i suoi figli l'umanità. I tre tipi di carri sono i tre veicoli di Studio, Illuminazione parziale e Bodhisattva, il grande carro tirato dal bue bianco è l'unico veicolo del Sutra del Loto. 77. Primo stadio della sicurezza: undicesimo dei cinquantadue stadi della pratica dei bodhisattva, in cui si risveglia l'aspirazione all'Illuminazione. È lo stadio della non-regressione: chi ha raggiunto questo stadio non può più retrocedere nel cammino verso l'Illuminazione. 78. Wake no Hiroyo e il fratello minore Matsuna: due figli del funzionario di Corte del periodo Heian (794-1185). Nell'802, su comando dell'imperatore, radunarono sul monte Takao quattordici autorevoli preti dei sette templi di Nara per un dibattito con Dengyo. In seguito sostennero Dengyo nella fondazione delle setta Tendai. 79. Ta-su: il monte su cui si trovava il monastero P'u-hsien dove T'ien- t'ai studiò sotto la guida di Nan-yueh e dove si risvegliò alla verità del Sutra del Loto meditando sul capitolo Yakuo (ventitreesimo). Per questo motivo fu considerato una reincarnazione del bodhisattva Yakuo. 80. Unificazione delle Tre verità: principio esposto da T'ien-t'ai, che integra le Tre verità di ku, ke e chu in un tutto unico, in quanto ognuna contiene le altre due. 145 per profondi legami karmici, come avremmo potuto nascere in questa sacra epoca?» Questi quattordici preti avevano trasmesso nel passato gli insegnamenti dei vari patriarchi cinesi e giapponesi delle proprie sette, Fa-tsang e Shinjo81 della setta Kegon, Chia-hsiang e Kanroku82 della setta Sanron, Tz'u-en e Dosho83 della setta Hosso, o Tao-hsuan84 e Ganjin della setta Ritsu. Perciò, benché il recipiente che conteneva l'acqua della dottrina fosse cambiato di generazione in generazione, l'acqua era rimasta invariata. Ma ora questi quattordici uomini abbandonarono le loro erronee dottrine e si convertirono al Sutra del Loto come insegnato da Dengyo. Come è dunque possibile che dopo di loro qualcuno sostenga che i Sutra Kegon, Hannya o Jimmitsu sono superiori al Sutra del Loto? Quegli uomini avevano studiato anche le tre sette hinayana [Jojitsu, Kusha e Ritsu], ma dopo che le tre sette mahayana [Kegon Sanron e Hosso] erano state sconfitte nel dibattito, è inutile parlarne. Tuttavia oggi ci sono alcuni che, non sapendo quanto accadde veramente, pensano che una o l'altra delle sei sette non sia stata sconfitta. Essi sono come ciechi che non possono vedere il sole e la luna o come sordi che non possono udire il rumore del tuono e perciò sono convinti che nel cielo non ci siano né il sole né la luna e che non vi siano rumori nell'aria. === 81. Shinjo (in. 742): (coreano Sim-sang) nativo di Silla, si recò nella Cina T'ang dove studiò le dottrine Kegon sotto la guida di Fa-tsang. Si recò quindi in Giappone dove fondò la setta Kegon. 82. Kanroku: (coreano Kwalluk) prete di Paekche. Nel 602 si recò in Giappone, visse nel tempio Gango-ji di Nara e introdusse gli insegnamenti Sanron e Jojitsu, oltre a opere riguardanti il calendario, l'astronomia e la geografia. 83. Dosho (629-700): nel 653 si recò in Cina e per otto anni studiò sotto la guida di Hsuan-tsang. Tornato in Giappone fondò la setta Hosso. 84. Tao-hsuan (596-667): visse durante le dinastie Sui e T'ang e fondò il ramo Nan-shan della setta cinese Ritsu. 146 Venendo ora alla setta Shingon, durante il regno del quarantaquattresimo sovrano, l'imperatore Gensho, l'Erudito Shan-wu-wei portò il Sutra Dainichi in Giappone, ma ritornò in Cina senza diffonderlo8'. Inoltre Gembo86 riportò dalla Cina un commentario in quattordici volumi del Sutra Dainichi, il Dainichikyo gishaku, come fece il precettore Tokusei del tempio Todai-ji. Il Gran Maestro Dengyo lesse queste opere ma, avendo dei dubbi sui meriti rispettivi dei Sutra Dainichi e del Sutra del Loto, il settimo mese del ventitreesimo anno dell'era Enryaku (804) si recò in Cina dove incontrò i preti Tao-sui del tempio Hsi-ming-ssu e Hsing-man del tempio Fo-lung-ssu, dai quali ricevette gli insegnamenti Shikan87 e i grandi precetti per la perfetta e immediata Illuminazione. Incontrò anche il prete Shun-hsiao del tempio Ling-kan-ssu, che gli trasmise gli insegnamenti Shingon e, nel sesto mese del ventiquattresimo anno dell'era Enryaku (805), rientrò in Giappone. Fu ricevuto in udienza dall'imperatore Kammu il quale emise un editto con il quale ordinava che gli studiosi delle sei sette dovessero studiare gli insegnamenti Shikan e Shingon e preservarli nei sette maggiori templi di Nara. In Cina vi erano molte controversie su quale dei due insegnamenti, Shikan o Shingon, fosse superiore, ma il Dainichi gishaku sostiene che, benché i principi siano eguali, la pratica Shingon è superiore. Il Gran Maestro Dengyo capì che si trattava di un errore dell'Erudito Shan-wu-wei e che il === 85. Il soggiorno di Shan-wu-wei in Giappone è menzionato nel Fuso ryakki di Koen, un prete del Monte Hiei, e nel Genko shakusho di Kokan Shiren. Benché non vi fosse alcuna prova conclusiva del suo viaggio in Giappone, ai tempi del Daishonin era una tradizione generalmente accettata. 86. Gembo (m. 746): prete della setta Hosso. Dopo vent'anni di studi in Cina, riportò in Giappone immagini del Budda e più di cinquemila fascicoli di sutra, trattati e commentari buddisti. 87. Insegnamenti Shikan: sistema di meditazione di T'ien-t'ai. Shikan significa concentrazione e comprensione. 147 Sutra Dainichi è inferiore al Sutra del Loto. Perciò non riconobbe alla Shingon il titolo di setta, l'ottava setta, ma ne incorporò gli insegnamenti nella settima setta, la setta Hokke88. Egli dichiarò che il Sutra Dainichi deve essere considerato un sutra supplementare della setta Hokke-Tendai, classificandolo insieme ai Sutra Kegon, Daibon hannya89 e del Nirvana. Tuttavia, forse a causa delle dispute sorte sull'opportunità di istituire in Giappone l'importante grande Santuario per il conferimento dei precetti mahayana della perfetta e immediata Illuminazione. Il Gran Maestro Dengyo non dette suoi discepoli chiare istruzioni sulla relativa superiorità dell'insegnamento Shingon e Tendai. Ma nel suo scritto Ebyo shu90 afferma che la scuola Shingon aveva rubato le corrette dottrine della scuola Hokke-Tendai e le aveva incorporate nel Sutra Dainichi, dichiarando quindi che i principi delle due scuole sono eguali. Così facendo la scuola Shingon si era in sostanza sottomessa alla scuola Tendai. Per di più, dopo la morte di Shan-wu-wei e di Chin-kang-chih, l'Erudito Pu-k'ung si recò in India dove incontrò il bodhisattva Nagabodhi.91 Questi lo informò che in India non esistevano trattati o commentari che chiarissero l'intento del Budda ma che in Cina esisteva un commentario scritto da un uomo chiamato T'ien-t'ai, che permetteva di distinguere gli insegnamenti corretti da quelli errati, gli insegnamenti === 88. Setta Hokke: altro nome della setta Tendai. Hokke è il Sutra del Loto. 89. Sutra Daibon hannya: uno dei Sutra Hannya, che espone la dottrina della saggezza e della non-sostanzialità (Ku) di tutti i fenomeni. 90. Ebyo shu: trattato in tredici capitoli scritto da Dengyo nell'813, in cui si refutano gli errori delle sette Shingon, Kegon, Sanron Hosso e altre, dimostrando come gli studiosi cinesi si basassero sulle dottrine di T'ien-t'ai. 91. Nagabodhi (datazione incerta): nativo dell'India meridionale e quarto nella linea di trasmissione dell'insegnamento esoterico della setta Shingon. Si dice che avesse ricevuto l'insegnamento esoterico da Nagarjuna e che lo avesse trasmesso a Chih-kang-chih. 148 perfetti da quelli parziali, e lo pregò calorosamente di inviare in India una copia del trattato. Questo episodio riferito al Gran Maestro Miao-lo da Han-kuang, un discepolo di Puk'ung, è riportato alla fine del decimo capitolo dello Hokke mongu ki e nell'Ebyo shu. Da ciò risulta evidente che il Gran Maestro Dengyo credeva che il Sutra Dainichi fosse inferiore al Sutra del Loto. Pertanto, è chiaro che il Budda Shakyamuni e i Grandi Maestri T'ien-t'ai, Miao-lo e Dengyo erano unanimi nel considerare il Sutra del Loto superiore a tutti gli altri sutra, compreso il Sutra Dainichi. Anche il bodhisattva Nagarjuna, considerato il fondatore della scuola Shingon, era dello stesso avviso, come risulta chiaramente se si esamina attentamente il Daichido ron. Ma tutta la gente, ingannata dagli errori contenuti nel Bodaishin ron di Pu-k'ung, è confusa su questo punto. Veniamo ora al discepolo di Gonso92, rettore di Iwabuchi, Kukai, noto poi come il Gran Maestro Kobo. Nel dodicesimo giorno del quinto mese del ventitreesimo anno di Enryaku (804) egli partì per la Cina. In Cina il prete Hui-kuo93, discepolo in terza generazione degli Eruditi Shan-wu-wei e Chin-kang-chih, gli trasmise i due mandala94. Il Gran === 92. Gonso (758-827): prete della setta Sanron. Gonso era uno dei preti dei sette templi di Nara sconfitti nel dibattito con Dengyo nell'802. 93. Hui-kuo (746-805): prete della dinastia Tang e settimo patriarca del Buddismo esoterico. Fu discepolo di Pu-k'ung. 94. I due mandala Shingon: il "mandala del mondo di diamante" e il "mandala del mondo della matrice". Il primo, basato sul Sutra Kongocho raffigura il "mondo di diamante" che rappresenta la saggezza del Budda Dainichi, saggezza paragonata alla durezza e purezza del diamante che sconfigge tutti i desideri terreni e le illusioni. Il secondo mandala è basato sul Sutra Dainichi e rappresenta il principio fondamentale dell'universo, cioè, il Corpo del dharma del Budda Dainichi. Si ritiene che il Corpo del dharma dia origine a tutte le azioni compassionevoli proprio come l’utero genera e sviluppa la vita. 149 Maestro Kobo rientrò in Giappone il ventiduesimo giorno del decimo mese del secondo anno dell'era Daido (807). L'imperatore Kammu era morto e adesso regnava l'imperatore Heizei. Kukai ottenne udienza dall'imperatore Heizei che credette in lui e si convertì ai suoi insegnamenti considerandoli superiori a tutti gli altri. Quando non molto tempo dopo l'imperatore Heizei morì e salì al trono l'imperatore Saga, Kobo si ingraziò anche Saga. Il Gran Maestro Dengyo morì il quarto giorno del sesto mese del tredicesimo anno dell'era Konin (822) durante il regno dell'imperatore Saga. Dal quattordicesimo anno della stessa era (823), il Gran Maestro Kobo divenne maestro del sovrano, fondò la setta Shingon, fu nominato rettore del tempio Toji95 e fu conosciuto come il "Prete Shingon". Così ebbe inizio la setta Shingon, l'ottava setta. Giudicando i meriti di tutti i sutra predicati dal Budda, Kukai affermò che primo è il Sutra Shingon Dainichi, secondo il Sutra Kegon, terzi i Sutra del Loto e del Nirvana; che in confronto ai Sutra Agon, Hodo e Hannya, il Sutra del Loto è un sutra che contiene la verità, ma è una dottrina infantile in confronto ai Sutra Kegon e Dainichi, dichiarò che il Signore Shakyamuni, benché fosse un Budda, era ancora nella regione dell'oscurità se confrontato al Budda Dainichi (Mahavairochana)94: quest'ultimo è paragonabile all'imperatore, quello a uno barbaro sottomesso; disse che il Gran Maestro T'ien-t'ai sostenendo che il burro raffinato97 è il Sutra del Loto, === 95. To-ji: il tempio principale del ramo To-ji della setta Shingon, situato a Kyoto. Fu costruito dall'imperatore Kammu nel 796 come tempio per la protezione della nazione e fu affidato a Kobo dall'imperatore Saga, diventando da quel momento un centro per lo studio delle pratiche esoteriche 96. E’ citato nello Hizo hoyaku di Kobo. 97. Burro raffinato: o ghee, è l'ultimo dei cinque sapori (latte, crema, latte cagliato, burro e burro raffinato), gli stadi del processo in cui il latte diviene burro raffinato. Il termine "burro raffinato" veniva usato da T'ien-t'ai ed altri come metafora del Sutra del Loto, il più alto di tutti i sutra. 150 era un ladro che aveva rubato il burro raffinato della Shingon. Di conseguenza, anche chi credeva che il Sutra del Loto fosse il sutra supremo, dopo aver ascoltato il Gran Maestro Kobo, non lo considerò più degno di attenzione. Lasciamo da parte le eresie dei brahmani indiani, ma le asserzioni di Kobo sono peggiori di quelle delle scuole cinesi meridionali e settentrionali secondo le quali, paragonato al sutra del Nirvana, il Sutra del Loto espone idee eretiche, e di quelle della scuola Kegon secondo le quali, rispetto al Sutra Kegon, il Sutra del Loto è un insegnamento secondario. Ciò richiama alla mente l'Arrogante Brahmano indiano che per predicare le sue errate dottrine si era costruito un alto podio che poggiava sulle statue di quattro divinità, Maheshvara, Narayana, Vishnu e il Budda Shakyamuni. Se il Gran Maestro Dengyo fosse stato in vita, avrebbe avuto sicuramente da dire al riguardo. Come hanno potuto i suoi discepoli Gishin98, Encho99, Jikaku e Chisho non nutrire dubbi sulla questione? Questa è stata una grande disgrazia per il mondo! Il Gran Maestro Jikaku nel quinto anno di Jowa (838) andò in Cina dove studiò per dieci anni le dottrine Tendai e Shingon. A proposito della superiorità relativa dei Sutra del Loto e Dainichi, otto maestri Shingon100, fra i quali Fa-ch'uan e Yuan-cheng, gli insegnarono che i due sutra si equivalgono come principi, ma che il Sutra Dainichi è superiore === 98. Gishin (781-833): diretto successore di Dengyo e primo rettore dell'Enryaku-ji, il tempio principale della setta Tendai. Quando Dengyo si recò in Cina nell'804, Gishin lo accompagnò come interprete. Nell'827 fondò il santuario per l'ordinazione Mahayana sul monte Hiei, realizzando la volontà di Dengyo. 99. Encho (772-8.37): prese i voti sotto Dengyo, e dopo la morte di Gishin fu nominato rettore dell'Enryaku-ji dalla corte imperiale. 100. Otto maestri Shingon: oltre ai due preti citati nel testo, Tsung-jui, Ch’uan-ya, I-chen, Pao-yueh, K'an e Wei-chin. 151 nella pratica, mentre Chih-yuan101, Kuang-hsiu102, Wei-Chuan103 e altri maestri della scuola Tendai gli insegnarono che il Sutra Dainichi fa parte dei Sutra Hodo (inferiori al Sutra del Loto). Il decimo giorno del nono mese del tredicesimo anno di Jowa (846) Jikaku fece ritorno in Giappone e il quattordicesimo giorno del sesto mese del primo anno di Kajo (848) ottenne il permesso imperiale [di condurre le cerimonie d'iniziazione Shingon]. Forse a causa delle difficoltà da lui incontrate, mentre era in Cina, nel capire i rispettivi meriti del Sutra del Loto e del Sutra Dainichi, scrisse un commentario in sette volumi sul Sutra Kongocho e un altro in sette volumi sul Sutra Soshitsuji, in totale quattordici volumi. L'essenza di questi commentari è che i Sutra Dainichi, Kongocho e Soshitsuji e il Sutra del Loto in definitiva espongono lo stesso principio, ma che i tre Sutra Shingon sono superiori per la pratica dei mudra e dei mantra. Questo concorda perfettamente con le opinioni espresse da Shan-wu-wei, Chin-kang- chih e Pu-k'ung nei loro commentari sul Sutra Dainichi104. Tuttavia, forse perché nutriva ancora dei dubbi, o perché, avendo chiarito i propri dubbi, desiderava chiarire quelli degli altri, egli pose i quattordici volumi dei suoi commentari davanti all'oggetto di culto e pregò: «Benché io li === 101. Chih-yuan (768-844): prete della scuola Tendai durante la dinastia T'ang, visse nel tempio Hua-yen-ssu sul monte Wu-t'ai. 102. Kuang-hsiu (771-843): ottavo patriarca della scuola Tendai in Cina. Fu discepolo di Tao-sui, il maestro che insegnò le dottrine Tendai a De 103. Wei-chuan: uno dei principali discepoli di Kuang-hsiu. 104. Commentario del Sutra Dainichi: il Dainichikyo sho, raccolta delle lezioni di Shan-wu-wei sul Sutra Dainichi compilato dal suo discepolo I-hsing. Poiché Chin-kang-chih e Pu-k'ung aderiscono alle opinioni espresse da Shan-wu-wei in quest'opera, il Daishonin lo indica come il commentario di tutti e tre i maestri Shingon. 152 abbia scritti, è difficile capire l'intento del Budda. Sono superiori i tre Sutra di Dainichi o i tre Sutra del Loto105?» Mentre era concentrato in preghiera all'alba del quinto giorno durante la quinta veglia106, ebbe improvvisamente un presagio: sognò di afferrare una freccia e di scagliarla contro il sole alto nel cielo azzurro. La freccia volò lontana nel cielo e colpì il sole che cominciò a precipitare. Stava quasi per cadere sulla terra, quando Jikaku si svegliò. Soddisfatto, disse: «Ho fatto un sogno davvero propizio. Gli scritti nei quali ho affermato che i sutra Shingon sono superiori al Sutra del Loto sono in accordo col volere del Budda!». Ottenuto un editto imperiale, propagò il suo insegnamento in tutto il Giappone. Ma l'editto promulgato suonava così: «È stato finalmente stabilito che i principi dello Shikan di Tendai e le dottrine della setta Shingon sono in perfetto accordo». Jikaku aveva pregato per dimostrare che il Sutra del Loto era inferiore al Sutra Dainichi, invece l'editto affermava che i due sutra erano uguali. Il Gran Maestro Chisho da giovane fu discepolo del prete Gishin, del Gran Maestro Enchi, di Kojo107 e di Jikaku. Studiò le dottrine essoteriche ed esoteriche come venivano insegnate in Giappone. Tuttavia, probabilmente a causa dei dubbi sulla superiorità della setta Tendai o della setta Shingon, decise di recarsi in Cina. Vi arrivò nel secondo anno di === 105. Due sutra: il Sutra Muryogi e il Sutra Fugen, l'introduzione e l'epilogo del Sutra del Loto. Insieme al Sutra del Loto formano il così detto Triplice Sutra del Loto. 106. Quinta veglia: l'ora della Tigre (dalle 3 alle 5 del mattino). 107. Kojo (779-858): discepolo di Dengyo. Nell'822, sette giorni dopo la morte di Dengyo, ricevette dall'imperatore il permesso di realizzare il santuario mahayana per l'ordinazione dei monaci sul monte Hiei, voluto dal suo maestro. In seguito fu nominato sovrintendente del tempio Enryaku-ji. 153 Ninju (852)108 e studiò presso i preti Shingon Fa-Ch’uan e Yuan-Cheng. In linea generale, questi insegnavano che il Sutra Dainichi è uguale al Sutra del Loto nella teoria, ma superiore nella pratica, come sosteneva Jikaku. Chisho studiò anche sotto la guida del prete Liang-hsu della scuola Tendai, il quale, riguardo ai rispettivi meriti delle scuole Shingon e Tendai, gli insegnò che il Sutra Dainichi della scuola Shingon non può reggere il confronto con il Sutra Kegon e con il Sutra del Loto. Dopo aver trascorso sette anni in Cina, Chisho tornò in Giappone il giorno diciassette di maggio del primo anno di Jogan (859)109. Nel suo commentario al Sutra Dainichi intitolato Dainichikyo shiiki, Chisho afferma: «Il Sutra del Loto non può competere (con il Sutra Dainichi), tanto meno le altre dottrine». Perciò in questo commentario sostiene che il Sutra del Loto è inferiore al Sutra Dainichi. D'altra parte, in un'altra opera, il Juketsu shu110, egli afferma: «Le dottrine Shingon e Zen ... al massimo possono servire come una sorta di introduzione al Sutra Kegon, al Sutra del Loto e al Sutra del Nirvana». Ribadisce inoltre il medesimo punto di vista nel Fugenkyo ki e nello Hokke ron ki. Il ventinovesimo giorno, segno ciclico mizunoe-saru, del mese di aprile dell'ottavo anno di Jogan, l'anno hinoe-inu (866), venne emesso un editto imperiale che stabiliva: «Abbiamo appreso che le dottrine delle due sette Shingon e Tendai meritano entrambe il titolo di "burro raffinato" del Buddismo, sono ugualmente profonde e mistiche». === 108. Il terzo anno di Ninju (853) è la data generalmente accettata del viaggio di Chisho in Cina. 109. Il sesto mese del secondo anno di Ten'an (858) è la data generalmente accettata. 110. Juketsu shu: raccolta degli insegnamenti orali impartiti a Chisho da Liang-hsu sul monte T'ien-t'ai in Cina 154 Poi, il terzo giorno del sesto mese, un editto proclamò: «Fin da quando il Gran Maestro Dengyo stabilì che le due discipline111 erano la pratica corretta della setta Tendai, tutti i successivi patriarchi l'hanno seguita e trasmessa. Perché i loro successori dovrebbero abbandonare questa antica tradizione? Eppure, noi sappiamo che i preti del monte Hiei112 non fanno che discostarsi dagli insegnamenti del loro maestro seguendo i propri pregiudizi e le proprie inclinazioni. Sembra che si dedichino completamente alla propagazione delle dottrine di altre sette e non facciano alcun tentativo per ripristinare le antiche discipline della setta Tendai. «Nella strada ereditata dal loro maestro, non possono trascurare né gli insegnamenti Shikan né quelli Shingon. Per trasmettere e propagare la dottrina, non si dovrebbe essere preparati in entrambe le discipline? D'ora in avanti, solo chi avrà una padronanza completa di tutti e due gli insegnamenti potrà essere designato patriarca dell'Enryaku-ji. Questa sarà la regola per i tempi a venire». Come abbiamo visto, questi due uomini, Jikaku e Chisho, erano discepoli di Dengyo e di Gishin; inoltre si erano recati in Cina e là avevano incontrato maestri eminenti delle scuole Tendai e Shingon. Eppure, a quanto pare, non riuscirono a decidere circa i rispettivi meriti di queste due sette. A volte dichiararono che la Shingon è superiore, a volte che lo è il Sutra del Loto, altre ancora affermarono che i due sutra sono di pari valore per quanto riguarda la teoria, ma che la Shingon è superiore per quanto riguarda la pratica. Intanto un editto ammoniva che chiunque avesse cercato di discutere === 111. Due pratiche: la meditazione Shikan della scuola Tendai e le pratiche basate principalmente sul Dainichi kyo (sanscrito Mahavairochana sutra). 112. Hiei: il tempio Enryaku-ji situato sul monte Hiei, fra Kyoto e il lago Biwa. 155 ancora il rispettivo valore delle due sette, sarebbe stato giudicato colpevole di violazione del decreto imperiale. Queste dichiarazioni di Jikaku e Chisho erano chiaramente contraddittorie e sembra che anche i seguaci delle altre sette non vi prestassero fede. Ciò nonostante, l'editto imperiale presentò l'eguaglianza delle due sette come una dottrina del Gran Maestro Dengyo. Ma in quale opera di Dengyo si trova un'affermazione del genere? È una questione da esaminare attentamente. Per me, Nichiren, sfidare Jikaku e Chisho per dubbi riguardanti il Gran Maestro Dengyo è come sfidare i propri genitori discutendo su chi sia maggiore d'età, o come affrontare il dio del sole affermando di avere gli occhi più luminosi dei suoi. Comunque, chi volesse difendere le opinioni di Jikaku e Chisho dovrebbe produrre una chiara prova documentaria. Solo in questo modo può sperare di ottenere una certa credibilità. L'Erudito Hsuan-tsang era stato in India dove aveva visto una copia del Daibibasha ron113, ma questo non gli risparmiò le critiche del Maestro del Dharma Fa-pao114 che non era mai stato in India. L'Erudito Dharmaraksha115 ebbe modo di vedere in India una copia del Sutra del Loto, ma ciò non === 113. Daibibasha ron: Abidatsuma daibibasha ron, trattato hinayana in duecento fascicoli, compilato nel Kashmir nel secondo secolo e tradotto in cinese da Hsuan-tsang. 114. Fa-pao: prete della dinastia T'ang, discepolo di Hsuan-tsang col quale collaborò alla traduzione delle scritture. Si dice che in seguito abbia criticato la traduzione del Daibibasha ron di Hsuan-tsang. 115. Dharmaraksha (231-308?): monaco di Tun-huang, che si recò in Cina ove tradusse varie scritture fra le quali la più antica versione del Sutra del Loto, intitolata Sho Hokke kyo. In questa versione il capitolo Zokurui è posto alla fine dei ventisette capitoli, mentre nella versione di Kumarajiva, intitolata Myoho-renge-kyo, è il ventiduesimo capitolo. 156 impedì ad un uomo della Cina116 di notare che la collocazione del capitolo Zokurui nella traduzione di Dharmaraksha era sbagliata, benché quest'uomo non avesse mai visto il testo originale. Così, benché Jikaku sia stato istruito personalmente dal Gran Maestro Dengyo e Chisho abbia ricevuto la trasmissione orale da parte del prete Gishin, come si può non dubitare di loro dal momento che distorcono gli scritti autentici dei loro maestri? L'Ebyo shu di Dengyo è la più segreta delle sue opere. Nella prefazione egli scrive: «La scuola del Buddismo Shingon, introdotta di recente in Giappone, ha distorto gli insegnamenti ricevuti dai propri fondatori117, mentre la scuola Kegon, introdotta in tempi più lontani, cerca di nascondere di essere stata influenzata dalle dottrine di T'ien-t'ai118. La setta Sanron, attaccata al concetto di "vuoto"119, dimenticando l'umiliazione di Chia-hsiang120, nasconde il fatto che egli fu persuaso da Chang-an [ad abbracciare gli insegnamenti di T'ien-t'ai]. La setta Hosso, attaccata al concetto di === 116. Si riferisce a Miao-lo che nello Hokke mongu ki approvò la collocazione di Kumarajiva del capitolo Zokurui. 117. Nel Dainichi kyo sho, raccolta delle lezioni di Shan-wu-wei sul Sutra Dainichi, I-hsing incluse la dottrina ili ichinen sanzen di T'ien-t'ai, spiegandola come se appartenesse alle dottrine Shingon. 118. Fa-tsang classificò i sutra buddisti in cinque gruppi: Insegnamento Hinayana, Mahayana elementare, Mahayana definitivo, improvviso e perfetto. È un sistema modellato sulla classificazione di T'ien-t'ai. 119. Concetto di vuoto: la dottrina di ku, tradotto come vuoto, vacuità, latenza o non-sostanzialità, secondo la quale niente esiste in modo indipendente. La setta Sanron sostiene la non-sostanzialità dei dharma, cioè tutti i fenomeni dell'esistenza, avendo un'origine dipendente, sono privi di una propria natura assoluta e immutabile. Delle Tre verità, ku, ke e chu, la Sanron mette in evidenza solo la non-sostanzialità o ku. 120. Mentre teneva una lezione, Chia-hsiang fu criticato da Fa-sheng, uno studente diciassettenne della scuola T'ien-t'ai. 157 esistenza121, nega che Chih-chou sia stato convertito agli insegnamenti della scuola Tendai122 e che Liang-p'i si sia servito di quegli insegnamenti per interpretare il Sutra Ninno123... Ora, con tutto il rispetto, ho scritto quest'opera in un volume intitolata Ebyo shu, per offrirla ai saggi di tempi posteriori che condividono le mie opinioni. Il periodo è quello del cinquantaduesimo sovrano del Giappone, nell'anno hinoe-saru (816), il settimo dell'era Konin.124 Più avanti, nella stessa opera, egli scrive: «Un monaco eminente in India aveva sentito dire che gli insegnamenti del prete T'ien-t'ai dell'era T'ang erano i più indicati per distinguere le dottrine corrette da quelle errate ed espresse il desiderio di poterle conoscere». Poi prosegue: «Questo non sta a significare che in India, il paese dove ebbe origine, il buddismo è andato perduto e che ora lo si debba cercare nei paesi vicini? Ma persino in Cina sono poche le persone che riconoscono la grandezza degli insegnamenti di T'ien-t'ai. Essi sono come la gente di Lu»125. L'opera, come risulta da questi brani, critica le sette Hosso, Sanron, Kegon e Shingon. Se il Gran Maestro Dengyo avesse pensato che le sette Tendai e Shingon si equivalevano, perché poi avrebbe criticato la seconda? Per di più, egli === 121. La dottrina Hosso sostiene che tutti i dharma o fenomeni originano dalla coscienza alaya ed hanno un'esistenza reale. Delle Tre verità, la Hosso mette in evidenza solo l'esistenza temporanea o ke. 122. Chih-chou (678-733): terzo patriarca della setta Hosso, visse a P'u-yang e scrisse un commento del Sutra Bosatsu-kai, basato sulle dottrine di T'ien-t'ai. 123. Liang-p'i del tempio Ch'ing-lung-ssu interpretò il Sutra Ninno, il sutra conclusivo dei Sutra Hannya, seguendo le annotazioni di T'ien-t'ai. 124. La traduzione è stata ampliata rispetto all'originale per chiarezza. 125. In realtà Dengyo cita nell’Ebyo shu un'osservazione fatta da Miao- lo nel decimo volume dello Hokke mongu ki. Lu è la patria di Confucio e si dice che gli abitanti di Lu non si siano mai resi conto della grandezza del loro concittadino. 158 paragona il patriarca Shingon Pu-k'ung e gli altri alla gente ignorante dello stato di Lu. Se veramente egli approvava gli insegnamenti Shingon come erano stati formulati da Shan-wu-wei, Chin-kang-chih e Pu-k'ung, perché poi parlò male di questi uomini paragonandoli alla gente di Lu? E se gli insegnamenti Shingon dell'India erano uguali o superiori agli insegnamenti della setta Tendai, perché allora l'eminente monaco indiano interrogò Pu-k’ung su di essi, affermando che la vera Legge era andata perduta in India? In ogni caso questi due uomini, Jikaku e Chisho, mentre a parole affermavano di essere discepoli del Gran Maestro Dengyo, in cuor loro non lo erano. Questo è il motivo per cui Dengyo scrisse nella sua prefazione: «Ora, con tutto il rispetto, ho scritto quest'opera in un volume intitolata Ebyo shu, per offrirla ai saggi di tempi posteriori che condividono la mia opinione». Le parole "che condividono le mie opinioni" significano "coloro che condividono la mia opinione che la setta Shingon è inferiore alla setta Tendai". Nell'editto imperiale citato, che lo stesso Jikaku aveva richiesto, si dice che essi «non fanno altro che discostarsi dagli insegnamenti del loro maestro seguendo i propri pregiudizi e le proprie inclinazioni». Si afferma inoltre: «Nella strada ereditata dal loro maestro, non possono trascurare né gli insegnamenti Shikan né quelli Shingon». Ma se accettiamo le parole dell'editto, furono proprio Jikaku e Chisho a voltare le spalle al loro maestro Dengyo. È con grande preoccupazione che muovo accuse di questo genere, ma, se non lo facessi, si continuerebbero a fraintendere, come accade ora, i rispettivi meriti del Sutra Dainichi e del Sutra del Loto. Per questo motivo rischio la vita portando avanti queste accuse. È del tutto naturale che questi due uomini, Jikaku e Chisho, [essendo loro stessi in errore], non osassero accusare il Gran Maestro Kobo di errori dottrinali. Invece di andare fino in Cina, sprecando tante provviste e disturbando gli altri, 159 avrebbero dovuto studiare più attentamente e minuziosamente le dottrine del Gran Maestro Dengyo che era il loro vero maestro! Il buddismo del monte Hiei sopravvisse soltanto sotto il Gran Maestro Dengyo, il prete Gishin ed il Gran Maestro Encho. Da allora in poi i patriarchi della setta Tendai si trasformarono in patriarchi della setta Shingon. La zona continuò a chiamarsi monte Tendai ma in realtà fu presieduta da un maestro Shingon. Jikaku e Chisho contraddicono il brano del Sutra del Loto che riguarda tutti i sutra predicati dal Budda "nel passato, presente e futuro". Avendo contraddetto questo brano della scrittura, non sono da considerarsi i peggiori nemici di Shakyamuni, di Taho e dei Budda delle dieci direzioni? Si potrebbe pensare che il Gran Maestro Kobo sia stato il più grande nemico della Legge, ma l'errore di Jikaku e Chisho è incomparabilmente più grave. Quando un errore è così lontano dalla verità come l'acqua dal fuoco o il cielo dalla terra, la gente non ci crederà e non lo accetterà. Le dottrine del Gran Maestro Kobo, per esempio, erano così piene di errori che persino i suoi discepoli non le accettarono. I seguaci di Kobo accettarono le sue disposizioni riguardanti la pratica e il rituale, ma non poterono accettare le sue dottrine [riguardanti i rispettivi meriti dei sutra]. Perciò, essi sostituirono queste dottrine con quelle di Shan-wu-wei, Chin-kang-chih, Pu-k'ung, Jikaku e Chisho. E poiché Jikaku e Chisho sostengono che le sette Shingon e Tendai sono identiche nella teoria, tutti credono che sia vero. Per tali considerazioni, poiché la setta Shingon primeggia nei rituali dei mudra e dei mantra, persino i preti della setta Tendai li adottano nella cerimonia di apertura degli occhi di statue e dipinti buddisti. Così l'intero Giappone si converte alla setta Shingon e la setta Tendai rimane senza un solo seguace. 160 Un monaco e una monaca, o un oggetto nero e un oggetto blu, sono simili: per una persona dalla vista debole è facile confonderli l'uno con l'altro. Ma nemmeno una persona dalla vista debole confonderebbe mai un prete con un laico, o un oggetto bianco con un oggetto rosso. E tantomeno una persona con una buona vista. Le dottrine di Jikaku e Chisho si possono confondere con la verità con la stessa facilità con cui un monaco può confondersi con una monaca o un oggetto nero con uno blu. Perciò, anche i saggi vengono tratti in inganno e gli ignoranti cadono in errore. Come conseguenza, negli ultimi quattrocento e più anni, sul monte Hiei, nei templi Onjo-ji126 e To-ji, a Nara, nelle cinque province127 che circondano la capitale, nelle sette regioni confinanti e in definitiva nell'intero Giappone, tutti offendono la Legge. Nel quinto volume del Sutra del Loto, il Budda afferma: «Monjushiri, questo Sutra del Loto è il tesoro segreto di tutti i Budda. È il supremo tra i sutra». Se dobbiamo credere a questo brano della scrittura, il Sutra del Loto è la vera Legge che dimora suprema sul Sutra Dainichi e su tutti gli altri innumerevoli sutra. In che modo Shan-wu-wei, Chin-kang-chih, Pu-k'ung, Kobo, Jikaku e Chisho possono interpretare questo brano del sutra conciliandolo con le loro convinzioni? Inoltre, il settimo volume del Sutra del Loto afferma: «Colui che è in grado di accettare e sostenere questo sutra, [diventerà come il sutra stesso:] sarà il primo tra tutti gli esseri viventi»128. Stando a questo brano del sutra, il devoto del Sutra del Loto è come il grande mare paragonato ai vari fiumi e === 126. Onjo-ji: tempio principale della scuola Jimon della setta Tendai, situato ad Otsu. Conosciuto anche come Mii-dera. 127. Cinque province: Yamashiro, Yamato, Kawachi, Izumi e Setsu. 128. Sutra del Loto, cap. 23» 161 affluenti, come il monte Sumeru tra le altre montagne, come il dio della luna tra la miriade di stelle, come il grande dio del sole tra le altre luci splendenti, come i Re che girano la ruota (tra tutti i re minori), come il dio Taishaku (tra i trentatre dèi) e come il grande sovrano, il dio Bonten, tra tutti gli altri re. Il Gran Maestro Dengyo, nella sua opera intitolata Hokke shuku, scrive: «Anche questo sutra è cosi ... è il primo tra tutti i sutra. Colui che può accettare e sostenere questo sutra sarà il primo tra tutti gli esseri viventi». Dopo aver citato il brano del Sutra del Loto, Dengyo riporta un brano dello Hokke gengi di T'ien-t'ai e ne spiega il significato come segue: «Sappiate in verità che i sutra sui quali si basano le altre sette non sono i primi fra tutti i sutra, e neanche coloro che li sostengono sono i primi. Ma il Sutra del Loto sostenuto dalla setta Tendai-Hokke è il primo tra tutti i sutra e perciò anche coloro che lo abbracciano sono i primi tra tutti gli esseri viventi. Ciò è basato sulle parole del Budda, come potrebbe essere mera vanagloria?». Successivamente nel trattato citato, Dengyo dice: «Spiegazioni dettagliate sui testi su cui si basano le varie sette, sono date in un altro libro». Questo libro, l'Ebyo shu, afferma: «Con la sua predicazione e interpretazione del Sutra del Loto, il fondatore della nostra setta Gran Maestro T'ien-t'ai si elevò al di sopra della massa; in tutta la Cina era senza pari. È chiaro che era un messaggero del Budda. Chi lo loda riceverà una montagna di benefici alta quanto il monte Sumeru, mentre chi lo offende commette un peccato che lo condanna all'inferno della sofferenza incessante». A giudicare dal Sutra del Loto e dai commentari di T'ien- t'ai, Miao-lo e Dengyo, attualmente in Giappone non c'è un solo devoto del Sutra del Loto! In India, quando il Signore della dottrina Shakyamuni predicò il capitolo Hoto, egli radunò tutti i vari Budda e li 162 fece sedere in terra. Solo il Budda Dainichi129 era seduto all'interno della Torre Preziosa, nel posto più basso a sud130, mentre il Budda Shakyamuni era seduto in alto a nord. Questo Budda Dainichi è il signore del "Dainichi del Mondo della matrice" descritto nel Sutra Dainichi e del "Dainichi del Mondo di diamante" descritto nel Sutra Kongocho. Ancora più in alto del Budda Taho, che ha come vassalli i due Budda Dainichi, siede il Budda Shakyamuni. Questo Budda Shakyamuni è il devoto del Sutra del Loto. Tale era la situazione in India. In Cina, al tempo dell'imperatore Ch'en (Shu-pao), il Gran Maestro T'ien-t'ai sconfisse in dibattito i capi buddisti della Cina settentrionale e meridionale e venne onorato col titolo di Gran Maestro mentre era ancora in vita. Come Dengyo dice di lui, era "al di sopra della massa; in tutta la Cina era senza pari". In Giappone, il Gran Maestro Dengyo === 129. "Dainichi" si riferisce qui al Budda Taho. Riferendosi a Taho in questo modo, il Daishonin vuol mettere in evidenza la superiorità del Budda Shakyamuni del Sutra del Loto sul Budda Dainichi della setta Shingon. Nello Hoon sho mondan, commentando questo Gosho, Nichikan Shonin (ventiseiesimo Patriarca della Nichiren Shoshu) ne da due spiegazioni. In primo luogo, il Daishonin prende a prestito la terminologia usata dallo stesso maestro Shingon Pu-k'ung che nello Hokke giki descrive il Budda Taho, da lui definito "il Dainichi senza pari", fiancheggiato dal "Budda Dainichi del Mondo della matrice" e dal Budda "Dainichi del Mondo di Diamante". Da questa prospettiva è chiaro che il Budda Dainichi della setta Shingon, sia quello del Mondo della matrice, sia quello del Mondo di Diamante, è inferiore al Budda Taho, che é a sua volta inferiore a Shakyamuni. In secondo luogo, poiché Taho rappresenta il Budda come Legge, o realtà oggettiva, può venir assimilato a Dainichi, che è un aspetto del "Corpo della legge" del Budda. Comunque, anche da questa prospettiva, Dainichi, che è un Budda degli insegnamenti provvisori, è chiaramente inferiore a Taho, Budda che appare nel vero insegnamento. 130. Il sud qui corrisponde alla sinistra, poiché la Torre Preziosa guarda verso ovest. La posizione a sud è "più bassa" perché, secondo la tradizione indiana, la sinistra è inferiore alla destra. 163 sconfisse in dibattito i capi delle sei sette e divenne il fondatore e primo patriarca [della setta giapponese Tendai]. In India, Cina e Giappone solo queste tre persone «Shakyamuni, T'ien-t'ai e Dengyo» furono "i primi tra tutti gli esseri viventi". Perciò Dengyo nello Hokke shuku afferma: «Shakyamuni insegnò che è facile abbracciare il superficiale, ma abbracciare il profondo è difficile. Scartare il superficiale e ricercare il profondo richiede coraggio. Il Gran Maestro T'ien-t'ai credette e obbedì al Budda Shakyamuni e sostenne la scuola Hokke diffondendone gli insegnamenti in tutta la Cina. Noi del monte Hiei, che abbiamo ereditato la dottrina da T'ien-t'ai, sosteniamo la scuola Hokke e la diffondiamo in tutto il Giappone». Nei milleottocento e più anni dalla morte del Budda, c'è stato un solo devoto del Sutra del Loto in Cina e uno solo in Giappone; tre, se a questi due aggiungiamo Shakyamuni. I classici secolari della Cina affermano che appare un santo ogni mille anni e un saggio ogni cinquecento. Nel Fiume Giallo confluiscono i fiumi Ching e Wei131 le cui acque rimangono separate, ma una volta ogni cinquecento anni metà del fiume scorre limpido e una volta ogni mille anni tutto il fiume scorre limpido. (Allo stesso modo, santi e saggi appaiono ad intervalli determinati). In Giappone, come abbiamo visto, al tempo del Gran Maestro Dengyo, solo sul monte Hiei esisteva un devoto del Sutra del Loto. A Dengyo succedettero Gishin e Encho, rispettivamente il primo e il secondo patriarca. Ma solamente il primo patriarca Gishin seguì la via del Gran Maestro Dengyo. Il secondo patriarca Encho, fu per metà discepolo di Dengyo e per metà di Kobo. === 131. I fiumi Ching e Wei: fiumi nella provincia di Shanhsi in Cina. Il fiume Ching è sempre torbido, mentre il fiume Wei è limpido. 164 Il terzo patriarca, il Gran Maestro Jikaku, da principio era un discepolo del Gran Maestro Dengyo ma, dopo essersi recato in Cina all'età di quarant’anni, fu discepolo di Dengyo solo di nome e, benché dichiarasse di seguire le orme del maestro, i suoi insegnamenti non erano affatto quelli di un vero discepolo. Si comportò da vero discepolo soltanto per quel che riguarda i precetti per la perfetta ed immediata Illuminazione. Era simile a un pipistrello, che non è un uccello e non è nemmeno un topo. Come un gufo o un animale hakei132, divorò suo padre, il Sutra del Loto, e sua madre, coloro che lo abbracciano. Questo è il presagio del suo sogno di colpire il sole. E forse per questo dopo la morte non gli fu data sepoltura. Il tempio Onjo-ji che rappresentava la corrente di Chisho e il tempio Enryaku-ji che rappresentava la corrente di Jikaku133, si combatterono come tanti asura e draghi malvagi: prima fu messo a fuoco l'Onjo-ji e poi anche gli edifici del monte Hiei; l'immagine del bodhisattva Miroku, l'oggetto di culto di Chisho, bruciò e anche l'oggetto di culto di Jikaku e la grande sala delle conferenze del monte Hiei. I monaci dei due templi devono aver avuto la sensazione di cadere nell'inferno di incessante sofferenza mentre erano ancora in vita. Soltanto la sala principale del monte Hiei rimase in piedi. Anche i discepoli del Gran Maestro Kobo deviarono dal suo insegnamento. Kobo aveva lasciato istruzioni scritte secondo le quali chi non avesse ricevuto i precetti nel Todai-ji, === 132. Si diceva che il gufo divorasse la propria madre e che il leggendario hakei, animale simile alla tigre, divorasse il proprio padre. 133. Qualche tempo dopo la morte di Chisho, sorse una controversia su questioni dottrinali fra i discepoli di Chisho e quelli di Jikaku, che culminò in una violenta contesa per la successione al patriarcato dopo la morte di Ryogen, diciottesimo patriarca dell'Henryaku-ji. Nel 993, i seguaci di Chisho lasciarono l'Enryaku-ji e si stabilirono nell'Onjo-ji. I preti dei due templi si disputarono ripetutamente. 165 il santuario per l'ordinazione (istituito da Ganjin), non sarebbe potuto diventare patriarca del tempio To-ji. Ma l'ex-imperatore Kampyo134 fondò un tempio (a Kyoto) chiamato Ninna-ji e, per favorirne lo sviluppo, vi fece trasferire molti monaci del To-ji. Stabilì esplicitamente in un editto che nessuno poteva risiedere al Ninna-ji senza aver prima ricevuto i precetti per la perfetta e immediata Illuminazione nel santuario per l'ordinazione del monte Hiei. Quindi, i monaci del To-ji non sono né discepoli di Ganjin, né discepoli di Kobo. Sono discepoli di Dengyo per quel che riguarda i precetti, ma non sono veri discepoli di Dengyo perché hanno abbandonato il Sutra del Loto sostenuto da Dengyo. Quando il ventunesimo giorno del mese di marzo del secondo anno dell'era Jowa (835) Kobo morì, la corte imperiale inviò un suo rappresentante a pregare al suo funerale. Ma in seguito i suoi intriganti discepoli si riunirono e annunciarono che Kobo [non era morto, ma] era entrato in profonda meditazione; alcuni arrivarono a dire che gli avevano rasato il capo [perché i capelli si erano allungati]; altri affermarono che aveva scagliato il tridente di diamante135 dalla Cina fino in Giappone; che aveva fatto sorgere il sole nel bel mezzo della notte; che era un'incarnazione del Budda Dainichi o che aveva istruito il Gran Maestro Dengyo nei diciotto sentieri136. Per sostenere le sue false dottrine ed ingannare il sovrano e i suoi ministri essi esaltarono le virtù del maestro facendolo apparire un santo. === 134. Kampyo (867-931): l'imperatore Uda, cinquantanovesimo sovrano del Giappone. Dopo aver abdicato nell'897, prese i voti buddisti e fu noto come l'ex-imperatore Kampyo. 135. Tridente di diamante: un tipo di arma usata nell'antica India, così chiamata per la sua grande resistenza che ricorda il diamante. Nei rituali del Buddismo esoterico, viene usato come simbolo della forte determinazione di ottenere l'Illuminazione, che può distruggere ogni illusione. 136. Diciotto sentieri: pratiche esoteriche Shingon che utilizzano diciotto tipi di mudra. 166 Inoltre, sul monte Koya si trovano due templi principali, il tempio originale137 e il Dembo-in. Il tempio originale con la grande pagoda, fondato da Kobo, è dedicato al Budda Dainichi (del Mondo della matrice). Il tempio chiamato Dembo-in, fondato da Shokaku-bo138, è dedicato al Budda Dainichi del Mondo di diamante. Questi due templi si combattono continuamente l'un l'altro, proprio come l'Onjo-ji e l'Enryaku-ji. Fu forse il moltiplicarsi degli inganni che causò l'apparizione in Giappone di queste due calamità (delle liti fra i due templi sul monte Koya e sul monte Hiei)? Puoi prendere del letame e chiamarlo legno di sandalo, ma quando lo bruci avrà solo odore di letame. Puoi mettere insieme innumerevoli menzogne e sostenere che sono gli insegnamenti del Budda, ma non saranno mai nient'altro che la porta d'ingresso della grande fortezza dell'inferno di incessante sofferenza. Lo stupa costruito da Nigantha Nataputta per molti anni recò grandi benefici agli esseri viventi, ma quando il bodhisattva Ashvagosha vi si inchinò davanti, lo stupa crollò immediatamente139. Il brahmano "Diabolica eloquenza" per === 137. Tempio originale: Kongobu-ji, il tempio principale della setta Shingon, situato sul monte Koya. 138. Shokaku-bo (1095-1143): altro nome di Kakuban, prete Shingon. Nel 1134 divenne rettore del Kongobu-ji, ma i suoi sforzi per una riforma gli attirarono l'odio dei preti del monte Koya. Assieme ai suoi seguaci fu costretto a rifugiarsi sul monte Negoro dove fondò il tempio Emmyo-ji. I suoi discepoli fondarono la scuola Shingi (Nuova dottrina) della Shingon in contrasto con i tradizionali insegnamenti del monte Koya e del tempio To-ji. 139. Questa storia appare nel Fuhozo innen den (Biografie del successori del Budda). Il re Kanishka passò per caso presso lo stupa adorno di sette tipi di gemme, costruito da Nigantha Nataputta, il fondatore del Giainismo. Il re, scambiandolo per uno stupa buddista, lo venerò e subito lo stupa crollò. Il Daishonin dice che fu Ashvagosha a causare il crollo dello stupa, probabilmente perché il re Kanishka fu convertito da questi al Buddismo. 167 molti anni ingannò la gente nascosto dietro una tenda, ma fu smascherato dal bodhisattva Ashvagosha.140 Il brahmano Uluka,141 si trasformò in una pietra e rimase così per ottocento anni, ma si trasformò in acqua quando il bodhisattva Dignaga lo rimproverò. I preti taoisti per parecchie centinaia d'anni ingannarono il popolo cinese, ma quando furono aspramente rimproverati dai monaci buddisti Kashyapa Matanga e Chu-fa-lan142, bruciarono le loro scritture riguardanti la "via degli immortali". Come Chao-kao143 s'impadronì del potere e Wang Mang143 usurpò il trono dell'imperatore, così i capi della setta === 140. Questa storia appare nel Daito saiiki ki. In India viveva un presuntuoso brahmano chiamato "Eloquenza diabolica" che si dilettava di paradossali teorie e venerava i demoni. Abitava in una foresta isolata dal mondo e, poiché teneva dibattiti da dietro una tenda, nessuno lo aveva mai visto. Un giorno Ashvagosha, assieme al sovrano, si recò da lui per sfidarlo in un dibattito e lo ridusse al silenzio. Quindi Ashvagosha sollevò la tenda mostrando il suo aspetto demoniaco. 141. Uluka: fondatore della scuola Vaisheshika, una delle sei maggiori scuole brahmane indiane. Questa storia compare nel Maka shikan bugyoden guketsu, vol. 10, ma la versione del Guketsu è un po' diversa da quella data da Nichiren Daishonin. 142. Kashyapa Matanga e Chu-fa-lan: monaci indiani che secondo la tradizione avrebbero introdotto per primi il Buddismo in Cina. Il nome sanscrito di Chu-fa-lan è sconosciuto. Sembra che si fossero recati in Cina nel 67 d.C. su richiesta dell'imperatore Ming della tarda dinastia Han. 143. Chao-Kao (m. 207 a.C.): ministro di Shih Huang-ti, sovrano dello stato di Ch'in e in seguito primo imperatore della Cina unificata. Quando l'imperatore morì di malattia, l'eunuco Chao-Kao emise un editto che assegnava il trono al figlio più giovane dell'imperatore. Quindi fece uccidere il figlio maggiore dell'imperatore, oltre a molti generali e ministri e, infine, anche il secondo imperatore. In questo modo manipolò il potere e tentò di usurpare il trono, ma alla fine fu ucciso dal terzo sovrano, il nipote di Shih Huang-ti. 144. Wang Mang (45 a.C. - 23 d.C.): alto funzionario che visse verso la fine della prima dinastia Han e controllò il trono designando alla successione un bambino di solo nove anni, l'imperatore P'ing. In seguito avvelenò P'ing e si autonominò imperatore, stabilendo una nuova dinastia, la Hsin. 168 Shingon privarono il Sutra del Loto della posizione di re dei sutra e l'assegnarono al Sutra Dainichi. Se il sovrano della Legge è stato privato del suo regno, come può il sovrano degli uomini sperare di restare tranquillo e incolume? Il Giappone oggi è pieno di seguaci di Jikaku, Chisho e Kobo. Non c'è una sola persona che non offenda la Legge! Se esaminiamo la situazione, essa ci appare molto simile a quella dell'Ultimo giorno della Legge del Budda Issai Myoo145. Nell'Ultimo giorno della Legge del Budda Ionno, persino quelli che si erano pentiti rimasero per mille kalpa nell'inferno Avichi146. Quanto peggio sarà per gli attuali preti Shingon, per i seguaci della setta Zen e della setta Nembutsu, i quali non mostrano il benché minimo segno di === 145. Secondo il Sutra Butsuzo, nel remoto passato dopo la morte del Budda Daishogon, i suoi seguaci si divisero in cinque sette e solo il monaco Fuji sostenne correttamente ciò che il Budda aveva insegnato. I capi delle altre quattro sette eretiche perseguitarono Fuji e per questa colpa caddero nell'inferno insieme ai loro seguaci. Dopo parecchio tempo riuscirono ad incontrare e a praticare la vera Legge del Budda Issai Myoo, ma a causa delle grandi offese commesse nel passato, nessuno di loro riuscì a raggiungere il nirvana, e dovettero sopportare ancora le sofferenze dell'inferno. Il Sutra Butsuzo non specifica che essi rinacquero nell'Ultimo giorno della Legge del Budda Issai Myoo. Nel suo commentario Nichikan Shonin, basandosi su brani analoghi di altri Gosho, suggerisce che è possibile che il Daishonin volesse scrivere "Ultimo giorno della Legge del Budda Shishionno" menzionato nel Sutra Shoho mugyo, quando il monaco Shoi e i suoi seguaci offesero il monaco Kikon che da solo sosteneva la vera Legge. 146. Si riferisce alle persone che perseguitarono il bodhisattva Fukyo dopo la morte del Budda Ionno, come descritto nel capitolo Fukyo (ventesimo) del Sutra del Loto. Fukyo riveriva tutte le persone che incontrava a causa della loro innata natura di Budda, ma esse lo schernirono e lo attaccarono con bastoni e pietre. Mentre il Sutra dice che Fukyo apparve nel Medio giorno della Legge del Budda Ionno, sia qui che in altri scritti il Daishonin dice che apparve nell'Ultimo giorno della Legge del Budda Ionno, probabilmente perché il declino del Buddismo e la persecuzione del devoto della vera Legge descritti nel capitolo Fukyo, rispecchiavano la situazione dei suoi tempi. 169 pentimento! Si possono mettere in dubbio le parole del Sutra del Loto: «In questo modo essi rinasceranno continuamente (nell'inferno) per innumerevoli kalpa»147? Poiché il Giappone è un paese che offende la Legge, il cielo lo ha abbandonato. E poiché il cielo lo ha abbandonato, le varie divinità benevole che in passato avevano protetto la nazione, hanno bruciato i loro santuari e sono ritornate nella Città della Luce tranquilla. Adesso è rimasto soltanto Nichiren a sapere tali cose ma, poiché le ho proclamate, i governanti mi trattano come un nemico, centinaia di persone mi maledicono e parlano male di me, mi attaccano con mazze e bastoni, spade e pugnali, mi chiudono ogni porta, mi scacciano da ogni casa. E poiché, non hanno ottenuto lo scopo [di mettermi a tacere], hanno cercato di eliminarmi: due volte mi hanno esiliato148 e una volta, il dodicesimo giorno del mese di settembre dell'ottavo anno di Bun'ei (1271), hanno tentato di decapitarmi.149 Il Sutra Saishoo dice: «Poiché gli uomini malvagi sono rispettati e favoriti, mentre quelli buoni vengono puniti... verranno predatori da altre regioni e scoppieranno sanguinose rivolte fra i cittadini». Il Sutra Daijuku afferma: «Possono esserci dei re della classe kshatriya150 che agiscono contro il Dharma, che tormentano i discepoli shomon dell'Onorato dal mondo, che li maledicono e li insultano, li percuotono con spade e bastoni, li spogliano della loro tonaca, della ciotola per l'elemosina === 147. Sutra del Loto, cap. 3. 148. L'esilio di Izu, dal maggio 1261 sino al febbraio 1263, e l'esilio di Sado dall'ottobre 1271 al marzo 1274. 149. Riferimento alla persecuzione di Tatsunokuchi. 150. Classe kshatriya: la seconda delle quattro classi della società brahmana dell'antica India, inferiore solo alla classe brahmana o sacerdotale. I suoi membri erano nobili e guerrieri ed era la classe dominante negli affari secolari. 170 e delle altre cose di cui hanno bisogno, oppure che reprimono e perseguitano coloro che fanno l'elemosina ai discepoli. Allora noi (le divinità benevolenti) faremo in modo che nemici di terre straniere insorgano spontaneamente contro di loro e causeremo rivolte all'interno dei loro stati; porteremo pestilenze e carestie, venti e piogge fuori stagione, discordie e litigi. Faremo sì che quei governanti non regnino a lungo e che le loro nazioni vengano distrutte». Come indicano questi brani dei sutra, se non ci fosse Nichiren in questo paese, si potrebbe pensare che il Budda sia stato un grande bugiardo e sia caduto nell'inferno Avichi. Il dodicesimo giorno del mese di settembre dell'ottavo anno di Bun'ei io dichiarai di fronte a Hei no Saemon e a centinaia di persone: «Nichiren è il pilastro del Giappone! Se perdete Nichiren, voi abbattete il pilastro che sostiene il Giappone!». I brani dei sutra che ho citato affermano che se i governanti, prestando ascolto alle calunnie di monaci malvagi e alle maldicenze degli altri, dovessero punire un uomo saggio, scoppierebbe immediatamente una guerra, soffierebbero forti venti ed apparirebbero aggressori da terre straniere. La battaglia tra due fazioni della famiglia Hojo151 del febbraio del nono anno di Bun'ei (1272), il terribile uragano152 del mese di aprile dell'undicesimo anno di Bun'ei (1274) e l'attacco dei Mongoli nell'ottobre dello stesso anno, non sono forse accaduti a causa del trattamento inflitto a me, Nichiren? Questo è esattamente ciò che io sto predicando da lungo tempo. Può qualcuno avere dubbi al riguardo? === 151. Hojo Tokisuke: fratellastro maggiore del reggente Hojo Tokimune, cercò di impadronirsi del potere, ma fallì. Molti furono uccisi nelle battaglie di Kyoto e Kamakura. 152. Riferimento alle preghiere per la pioggia del prete Shingon Kaga Hoin, che produssero una tempesta disastrosa. Una descrizione particolareggiata di questo episodio si trova nel Gosho Il comportamento del Budda. 171 Agli errori di Kobo, Jikaku e Chisho diffusi da lungo tempo nel paese, si sono aggiunte le confusioni create dalle sette zen e Nembutsu, come se ai venti avversi si fossero aggiunti marosi e terremoti. Di conseguenza la nazione è stata portata sull’orlo della distruzione. In passato, il grande ministro e prete laico Taira no Kiyohori153 usurpò il potere e, dopo i disordini di Jokyu154, l'imperatore cessò di esercitare il suo ruolo e la sede dell'autorità e si spostò ad est, a Kamakura. Ma questi furono soltanto disordini interni; la nazione non aveva ancora subito l’invasione straniera. Sebbene a quel tempo ci fossero persone che offendevano la Legge,ve ne erano alcune che continuavano a sostenere la vera Legge della setta Tendai. Inoltre non era apparso nessun saggio che avesse cercato di porre rimedio alla situazione. Di conseguenza la situazione era relativamente pacifica. Se non molestate il leone che dorme, egli non ruggirà. Se non spingete il remo la corrente rapida, non si alzeranno onde. Se non accusate il ladro, egli rimarrà imperturbato; se non vi aggiungete combustibile, il fuoco non divamperà. Così, anche se ci sono persone che offendono la Legge, se nessuno si fa avanti a mostrare i loro errori, il === 153. Taira no Kiyomori ( 1118-1181): capo del clan Taira. Dopo aver vinto due brevi campagne si impadronì del potere militare; in seguito consolidò la sua autorità a corte dando in matrimonio sua figlia all'imperatore. Nel 1177 scoprì una congiura contro il clan Taira a Nara e fece distruggere da Taira no Shigeira i templi Todai-ji e Kofuku-ji che avevano dato appoggio ai cospiratori. 154. I disordini di Jokyu: lotta che scoppiò tra la corte imperiale e lo shogunato di Kamakura nel 1221. L'ex imperatore Gotoba, insieme ad altri due imperatori in ritiro, tentò di liberarsi dal dominio del reggente Hojo Yoshitoki. Ma le forze imperiali furono sconfitte e lo shogunato depose l'imperatore regnante, ne mise un altro sul trono ed esiliò gli ex imperatori su isole lontane. 172 sovrano continuerà a governare e la nazione rimarrà indisturbata. Per esempio, quando il Buddismo fu introdotto per la prima volta in Giappone, non accadde niente di straordinario. Ma più tardi, quando Mononobe no Moriya155 prese a bruciare le statue buddiste, ad imprigionare i monaci e a incendiare templi e pagode, dal cielo piovvero fiamme, il vaiolo si diffuse nel paese e scoppiarono ripetuti conflitti armati. Ma la situazione adesso è di gran lunga peggiore. Oggi il paese è pieno di persone che offendono la Legge ed io, Nichiren, li affronto energicamente sostenendo ciò che è giusto: è una lotta non meno aspra di quelle fra gli asura e Taishaku, o del Budda con Mara, il re dei demoni. Il Sutra Konkomyo afferma: «Verrà il tempo in cui i nemici degli stati vicini cominceranno a pensare: "Dobbiamo mobilitare le quattro truppe156 e distruggere quel paese (di nemici della Legge)"». Lo stesso sutra dice anche: «Verrà il tempo in cui i governanti degli stati vicini, osservata la situazione e mobilitate le loro quattro truppe, si prepareranno a muovere contro il paese, decisi a sottometterlo. A quel tempo noi (le grandi divinità) ordineremo a innumerevoli yaksba157 e ad altre divinità nostri seguaci, di apparire sotto mentite spoglie e proteggere questi governanti così che possano === 155. Monobe no Moriya (m. 587): funzionario del periodo Yamato (300-710) che si oppose all'introduzione del Buddismo. Quando scoppiò un'epidemia, dichiarò all'imperatore Bidatsu che era stata causata dalla nuova religione e cercò di ostacolarne la pratica. Fu ucciso da Soga no Umako. 156. Quattro tipi di truppe: secondo il Sutra Jo-agon e altri sutra, le truppe che viaggiavano a piedi, a cavallo, su elefanti e su carri. 157. Yaksha: in origine erano esseri che servivano Kubera, il dio dell'abbondanza nella mitologia indiana. Successivamente furono incorporati nel Buddismo fra le otto categorie di esseri inferiori che lo proteggono. Si dice che gli yaksha siano seguaci del dio Bishamon e proteggano il nord. 173 sottomettere i loro nemici senza difficoltà». Il Sutra Saishoo fa la stessa affermazione, come pure i Sutra Daijuku e Ninno. Secondo questi sutra, se un sovrano perseguita coloro che praticano la vera Legge, appoggiando invece chi pratica insegnamenti errati, i re celesti Bonten e Taishaku, gli dèi del sole e della luna ed i quattro Re celesti entreranno nei corpi di saggi sovrani degli stati confinanti e attaccheranno il suo paese. Per esempio, il re Krita158 fu attaccato dal re Himatala e il re Mihirakula159 venne sconfitto dal re Baladitya. Krita e Mihirakula erano sovrani che tentarono di sopprimere il Buddismo in India. Anche in Cina tutti i governanti che cercarono di distruggere il Buddismo vennero attaccati da valorosi sovrani. Ma la situazione attuale in Giappone è estremamente peggiore. I governanti, pur apparendo sostenitori del Buddismo, aiutano i preti che stanno distruggendo il Buddismo e perseguitano il devoto della vera Legge. Di conseguenza, le persone ignoranti non riescono a capire che cosa stia accadendo e anche i saggi dotati di mediocre saggezza, hanno difficoltà a comprendere. Forse persino le divinità minori del cielo non capiscono. Per questo motivo, il disordine e la corruzione sono più gravi oggi in Giappone che in passato in India e in Cina. mia entrata li, il demone prospererà. Il demone apparirà sotto le sembianze di monaci buddisti e tenterà di confondere e distruggere === 158. Krita: re del Kashmir, che si oppose al Buddismo. Fu vinto da Kanishka, re del Gandhara, ma alla morte di Kanishka, riconquistò il trono, scacciò i monaci buddisti ed eliminò il Buddismo dalla regione. Fu infine ucciso da Mimatala, re del Tukhara e protettore del Buddismo. 159. Mihirakula: re dell'antico regno indiano di Cheka. Divenne nemico del Buddismo e scacciò i monaci buddisti. Successivamente tentò di conquistare Magadha ma fu fatto prigioniero dal re buddista Baladitya. 174 i miei insegnamenti. … I malvagi diventeranno numerosi come granelli di sabbia dell’oceano, mentre i buoni saranno pochissimi, forse non più di una o due persone.» Il Sutra del dice: «Coloro che credono nel Sutra del Nirvana non occuperanno uno spazio maggiore della punta di un'unghia... mentre quelli che non credono nel sutra occuperanno tutte le terre delle dieci direzioni». Questi brani dei sutra si applicano perfettamente ai tempi in cui viviamo e sono profondamente impressi nella mia mente. Oggigiorno in Giappone si sentono molte persone che dichiarano: «Io credo nel Sutra del Loto» e «Anch’io credo nel Sutra del Loto». Stando alle loro parole, non c’è nessuna persona che offenda la Legge. Ma il passo del Sutra del Loto che ho appena citato dice che nell’Ultimo giorno i nemici della Legge abiteranno tutte le terre delle dieci direzioni, mentre quelli che sostengono la vera legge non occuperanno che la punta di un’unghia. Ciò che afferma il sutra e ciò che dice la gente è tanto diverso quanto il fuoco lo è dall'acqua. La gente dice che in Giappone Nichiren è l'unico che offende la Legge. Però il Sutra afferma che ci saranno più calunniatori della Legge di quanti la grande terra possa contenere; il Sutra Hometsujin dice che ci saranno solo una o due persone buone e il Sutra del Nirvana afferma che i credenti occupano solo lo spazio di un'unghia. Se noi accettiamo ciò che i sutra affermano, allora in Giappone Nichiren è l'unica persona buona, quello che occupa lo spazio di un'unghia. Perciò le persone dotate di buon senso devono considerare se accettare le parole dei sutra ao le parole della gente. Domanda: Il brano del Sutra del Nirvana dice che i devoti del Sutra del Nirvana sono così pochi da poter essere contenuti nello spazio di un'unghia, mentre tu stai parlando del Sutra del Loto. Risposta: Il Sutra del Nirvana dichiara di far parte del Sutra del Loto. Il Gran Maestro Miao-lo dice: «Il grande sutra 175 stesso, indicando il Sutra del Loto, dice che è il Sutra fondamentale»160. "Il grande sutra" si riferisce al Sutra del Nirvana. Il Sutra del Nirvana dichiara che il Sutra del Loto è il sutra fondamentale. Perciò, i seguaci della setta Nirvana che affermano che il Sutra del Nirvana e superiore al Sutra del Loto sono persone che dicono che il re è un suddito e che il padrone è un servo. Leggere il Sutra del Nirvana significa leggere il Sutra del Loto. Come un uomo saggio si rallegra vedendo una persona onorare il sovrano, anche se lui stesso è trattato con disprezzo, il Sutra del Nirvana detestava come suoi nemici coloro che denigravano il Sutra del Loto e lodavano il Sutra del Nirvana. Da questo esempio dovete capire che anche le persone che leggono il Sutra Kegon, il Sutra Kammuryoju, il Sutra Dainichi o altri sutra, se li leggono pensando che il Sutra del Loto sia inferiore ad essi, tradiscono lo spirito di tutti quei sutra! Da ciò si deduce che, se uno legge il Sutra del Loto e sembra credervi, ma pensa di poter ottenere l'Illuminazione anche per mezzo di altri sutra, allora non ha letto veramente il Sutra del Loto! Per esempio il Gran Maestro Chia-hsiang scrisse un'opera in dieci volumi dal titolo Hokke genron nella quale lodava il Sutra del Loto. Ma Miao-lo lo criticò dicendo: «In esso vi sono delle calunnie. Come si può dire che sia una vera lode?»161. Chia-hsiang aveva offeso il Sutra del Loto ma, quando fu sconfitto dal Gran Maestro T'ien-t'ai, lo servì e non tenne più lezioni sul Sutra del Loto. «Se dovessi fare lezioni su di esso - disse - non potrei evitare di cadere nei cattivi sentieri». E per sette anni offrì il suo corpo come ponte per sollevare T'ien-t'ai162. === 160. Hokke mongu ki, vol. 3. 161. Ibidem, vol 8 162. Si dice che Chia-hsiang trasportasse T'ien-t'ai sulle spalle e gli offrisse la schiena come sgabello quando saliva sul palco per predicare. 176 Il Gran Maestro Tz'u-en scrisse un'opera in dieci volumi dal titolo Hokke genzan nella quale lodava il Sutra del Loto, ma il Gran Maestro Dengyo la criticò affermando: «Anche se loda il Sutra del Loto, egli ne distrugge lo spirito»163. Considerando questi esempi, risulta che molti di coloro che leggono e lodano il Sutra del Loto sono destinati all'inferno di incessante sofferenza. Se Chia-hsiang e Tz’u-en erano uomini che offesero l'unico veicolo, a maggior ragione lo sono uomini come Kobo, Jikaku e Chisho che apertamente lo disprezzarono. Chia-hsiang in seguito smise di tenere lezioni pubbliche, sciolse il gruppo di discepoli che aveva riunito intorno a sé e divenne discepolo di T'ien-t'ai, arrivando persino a usare il proprio corpo come ponte per il suo maestro. Ma nonostante queste azioni, non avrà potuto cancellare la colpa delle sue precedenti offese al Sutra del Loto. Le numerose persone che disprezzarono e attaccarono il bodhisattva Fukyo, sebbene poi si convertissero e divenissero suoi seguaci, portarono il peso della precedente colpa e trascorsero mille kalpa nell'inferno Avichi. Perciò, anche se uomini come Kobo, Jikaku e Chisho si fossero pentiti dei loro errori e avessero tenuto lezioni sul Sutra del Loto, non avrebbero potuto annullare le loro gravi offese passate. Ma in realtà essi non si ravvidero affatto, anzi, ignorarono completamente il Sutra del Loto e trascorsero giorno e notte seguendo le pratiche della Shingon e predicandone mattina e sera la dottrina. I bodhisattva Vasubandhu e Ashvaghosha furono entrambi sul punto di tagliarsi la lingua a causa dell'offesa commessa (in gioventù) aderendo alle dottrine hinayana e criticando quelle mahayana. Vasubandhu dichiarò che, sebbene i Sutra Agon dello === 163. Hokke shuku. 177 Hinayana fossero le parole del Budda, lui non le avrebbe più pronunciate neanche per scherzo. E Ashvaghosha come atto di penitenza scrisse il Kishin-ron in cui confutò gli insegnamenti hinayana. Chia-hsiang in seguito si recò dal Gran Maestro T'ien-t'ai e chiese di poter assistere alle sue lezioni. Alla presenza di un centinaio di insigni buddisti si gettò a terra e, col sudore che gli colava da tutto il corpo e lacrime di sangue che gli scendevano dagli occhi, dichiarò che da quel momento in poi non avrebbe più visto i suoi discepoli e non avrebbe più tenuto lezioni sul Sutra del Loto. Come egli stesso disse: «Se continuassi a spiegare il Sutra del Loto ai miei discepoli, essi potrebbero supporre che io sia in grado di comprendere il sutra [mentre non è cosi]». Chia-hsiang era più anziano e più autorevole di T'ien-t'ai, ma di proposito in presenza di altre persone, prese il maestro sulle spalle e lo portò oltre il fiume. Quando T'ien-t'ai si avvicinava all'alto pulpito per predicare, Chia-hsiang lo aiutava a salire facendolo montare sulle proprie spalle. Si dice che dopo la morte di T'ien-t'ai, Chia-hsiang, convocato alla presenza dell'imperatore della dinastia Sui164, avesse pianto sconsolato pestando i piedi come un bambino al quale è appena morta la madre. Esaminando lo Hokke genron di Chia-hsiang, troviamo che non è un commentario che offende gravemente il Sutra del Loto: vi si afferma soltanto che c'è una differenza di profondità fra l'insegnamento del Sutra del Loto e quello degli altri sutra mahayana, ma sostanzialmente sono lo stesso ed unico insegnamento. È forse per questo che l'opera viene accusata di offendere la Legge? Sia Ch'eng-kuan della scuola Kegon, sia Shan-wu-wei === 164. Il secondo sovrano della dinastia Sui, l'imperatore Yang (569-618). 178 della scuola Shingon affermarono che il Sutra del Loto e il Sutra Dainichi rivelano lo stesso principio. Perciò, se Chia-hsiang è in colpa , lo è anche Shan-wu-wei. L'Erudito Shan-wu-wei era un sovrano dell'India centrale, ma rinunciò al trono e, viaggiando in altri paesi, incontrò due uomini chiamati Shusho e Shodai dai quali venne istruito sul Sutra del Loto165. Egli eresse centomila stupa di pietra e sembrava un vero seguace del Sutra del Loto. In seguito però, dopo aver studiato il Sutra Dainichi, si convinse che il Sutra del Loto è inferiore al Sutra Dainichi. In un primo momento non insistette su questa sua opinione, ma lo fece quando si recò in Cina e divenne maestro dell'imperatore Hsuan-tsung della dinastia T'ang. Forse a causa della gelosia che nutriva nei confronti della scuola Tendai, morì improvvisamente e si ritrovò legato da sette corde di ferro e trascinato da due guardiani alla corte di Emma, il re dell'Inferno. Ma qui gli fu detto che la sua vita non era ancora conclusa e ritornò a vivere. Mentre si trovava nell'inferno, probabilmente si rese conto che quella era la punizione per aver disprezzato il Sutra del Loto e perciò, mettendo da parte i mudra, i mantra e i metodi di concentrazione Shingon, recitò il brano del Sutra del Loto che comincia così: «Adesso questo triplice mondo è tutto sotto il mio (del Budda) dominio»166. Immediatamente le corde si sciolsero e venne riportato in vita. Un'altra volta gli venne ordinato di pregare per la pioggia. Subito la pioggia cominciò a cadere ma si levò anche un fortissimo vento che causò gravi danni al Paese. Quando infine morì, i suoi discepoli si raccolsero intorno al suo capezzale === 165. So koso den (Biografie di eminenti preti della dinastia Sung). Shusho e Shodai erano indiani ma i loro nomi sanscriti sono sconosciuti. 166. Sutra del Loto, cap. 3. Questo brano è seguito dalla frase: «Gli esseri viventi che vi abitano sono tutti miei figli». 179 od esaltarono il modo straordinario in cui era morto, ma in realtà egli era caduto nella grande fortezza dell'inferno della sofferenza incessante. Vi chiederete come faccia a sapere che le cose stanno così. Risponderò che se esaminate la sua biografia, vi troverete questa affermazione: «Osservando le spoglie di Shan-wu-wei, si vide il cadavere contrarsi a poco a poco, la pelle divenire nerastra e apparvero le ossa»167. I discepoli di Shan-wu-wei, non sapendo che questi erano segni della caduta nell'inferno dopo la morte, pensarono che fossero una manifestazione delle sue virtù. L'autore della biografia rivelò la colpevolezza di Shan-wu-wei, scrivendo che dopo la morte il corpo si contrasse gradatamente, la pelle si annerì e affiorarono le ossa. Quando la pelle dopo la morte diventa nera, è segno che la persona ha commesso azioni che la condannano all'inferno: sono auree parole del Budda. Ma cosa fece l'Erudito Shan-wu-wei per essere destinato all'inferno? Da giovane rinunciò al trono per la sua straordinaria aspirazione a ricercare la Via. Viaggiò in più di cinquanta paesi dell'India nel corso della sua ricerca religiosa, e la sua infinita compassione lo indusse a visitare la Cina. Non è merito di quest'uomo se gli insegnamenti Shingon sono stati trasmessi in India, Cina, Giappone e in tutto il mondo e che numerosi praticanti suonino la campana della preghiera? Coloro che si preoccupano del proprio destino dopo la morte, dovrebbero interrogarsi sul motivo per cui Shan-wu-wei cadde nell'inferno. Anche l'Erudito Chin-kang-chih era figlio di un re dell'India meridionale. Egli introdusse il Sutra Kongocho in Cina. I suoi meriti erano simili a quelli di Shan-wu-wei e furono l'uno il maestro dell'altro. Comunque, quando l'Erudito Chin-kang-chih pregò per la pioggia per ordine dell'imperatore, nel giro di sette giorni la pioggia cadde e il Figlio del === 167. So koso den. 180 Cielo ne fu molto soddisfatto, ma all'improvviso si alzò un forte vento. Il sovrano e i suoi ministri, molto delusi, inviarono degli uomini per scacciare dal paese Chin-kang-chih, il quale però riuscì a rimanere in Cina adducendo vari pretesti. Qualche tempo dopo, quando morì una delle figlie predilette dell'imperatore, fu ordinato a Chin-kang-chih di pregare per lei. Egli, al posto del corpo della principessa, prese due nobili bambine di sette anni, fece preparare un rogo e le fece morire arse vive. Fu una cosa davvero crudele e, nonostante ciò, la figlia dell'imperatore non tornò in vita. L'Erudito Pu-k'ung arrivò dall'India assieme a Chin-kang- chih168. Ma forse a causa dei dubbi suscitati in lui da tali episodi, dopo la morte di Shan-wu-wei e di Chin-kang-chih, tornò in India e studiò di nuovo le dottrine Shingon, questa volta sotto la guida di Nagabodhi. Infine, si convertì agli insegnamenti della scuola di T'ien-t'ai. Ma si convertì soltanto nel suo cuore, non lo ammise pubblicamente. Anche a Pu-k'ung fu ordinato di pregare per la pioggia e tre giorni dopo piovve. L'imperatore fu soddisfatto e lo ricompensò personalmente. Ma, poco tempo dopo, un fortissimo vento si abbatté sul palazzo imperiale danneggiando e devastando gli alloggi della nobiltà e dei ministri a tal punto che sembrò che neanche un edificio sarebbe rimasto in piedi. L'imperatore, sbalordito, emise un ordine imperiale affinché"si pregasse per far cessare il vento. Per un po' il vento si calmò, ma poi si alzò di nuovo a più riprese e infine soffiò ininterrottamente per diversi giorni. Furono inviati allora dei messaggeri per scacciare Pu-k'ung dal paese e, finalmente, il vento cessò. === 168. Il confronto delle date sembrerebbe indicare che Pu-k'ung non incontrò Chin-kang-chih in India, ma che divenne suo discepolo solo dopo che quest'ultimo giunse in Cina. Ma probabilmente questo fatto non era noto ai tempi del Daishonin. 181 I disastrosi venti provocati da questi tre uomini sono diventati il fortissimo vento dei maestri Shingon che soffia in Cina e in Giappone! Se questo è vero, allora la grande burrasca che si scatenò il dodicesimo giorno del quarto mese dell'undicesimo anno di Bun'ei (1274) deve essere un vento nefasto provocato dalle preghiere per la pioggia di Kaga Hoin della cappella di Amida, uno dei monaci più eminenti del tempio To-ji. È sorprendente come i cattivi insegnamenti di Shan-wu-wei, di Chin-kang-chih e di Pu-k'ung siano stati trasmessi senza la minima alterazione. Passiamo ora al Gran Maestro Kobo. Al tempo della grande siccità, nel mese di febbraio del primo anno di Tencho (824), l'imperatore dapprima ordinò a Shubin169 di pregare per la pioggia, e in sette giorni egli riuscì a far piovere. Ma la pioggia cadde solo sulla capitale e non raggiunse la campagna. Fu ordinato quindi a Kobo di pregare per la pioggia, ma al settimo giorno ancora non si vedevano segni di pioggia [e nemmeno dopo quattordici giorni]. Dopo altri sette giorni, l'imperatore ordinò a Wake no Matsuna di portare delle offerte nel giardino Shinsen'en e dal cielo piovve per tre giorni170. Kobo e i suoi discepoli si attribuirono il merito di questa pioggia che da più di quattrocento anni è nota come "la pioggia di Kobo". Jikaku disse di aver fatto un sogno in cui abbatteva il sole. E Kobo raccontò una grande falsità sostenendo che nella primavera del nono anno di Konin (818), mentre pregava === 169. Shubin: prete della setta Shingon. Studiò gli insegnamenti delle sette Sanron e Hosso e anche gli insegnamenti esoterici. Nell'823 gli fu assegnato il Sai-ji (Tempio occidentale) dall'imperatore Saga, mentre a Kobo fu assegnato il To-ji (Tempio orientale). 170. Secondo il Genko shakusho, in un laghetto nel giardino Shinsen'en a Kyoto viveva un drago e si diceva che l'apparizione del drago causasse la pioggia. Matsuna indirizzò al drago le sue offerte. 182 per far cessare una grande epidemia, il sole era sorto nel bel mezzo della notte. Nei ventinove kalpa trascorsi dal kalpa di formazione171 fino al nono kalpa di diminuzione del kalpa di continuità172 non si è mai visto il sole sorgere durante la notte! E a proposito del sogno di Jikaku, tra i cinquemila o settemila volumi delle scritture buddiste e i tremila e più volumi dei classici secolari, dove è documentato che sognare di abbattere il sole sia un buon auspicio? Il re degli asura, irritato con il dio Taishaku, scagliò una freccia contro il dio del sole, ma la freccia tornò indietro e lo colpì in un occhio. Chou173, l'ultimo sovrano della dinastia Yin, usava il sole come bersaglio per le sue frecce e alla fine fu annientato. In Giappone, durante il regno dell'imperatore Jimmu, Itsuse no Mikoto, fratello maggiore dell'imperatore, combattendo contro Nagasunebiko174 fu ferito ad una mano da una freccia. Egli disse: «Io sono un discendente del dio del sole, ma poiché ho teso === 171. Kalpa di formazione: il primo dei quattro stadi di formazione, continuità, declino e disintegrazione che un mondo deve attraversare ripetutamente. Questo grande kalpa dura venti kalpa medi, durante i quali un mondo prende forma e vi appaiono gli esseri viventi. 172. Kalpa di continuità: il secondo dei quattro stadi, durante il quale un mondo e i suoi abitanti continuano ad esistere. In questo kalpa la durata della vita degli esseri umani ripete un ciclo: diminuisce di un anno ogni cento anni fino a raggiungere dieci anni, e poi aumenta con lo stesso ritmo fino a raggiungere ottantamila anni. Poi diminuisce nuovamente fino ad arrivare a dieci anni, e così via. il nono kalpa di diminuzione corrisponde all'epoca attuale. 173. Chou: un dissoluto sovrano dell'antica Cina che fu sconfitto dal re Wu della dinastia Chou. Secondo lo Shih chi, fece costruire una figura umana asserendo che era una divinità, e indusse la gente a disprezzarla. Inoltre, si dice che scagliasse delle frecce contro un sacco di cuoio pieno di sangue dicendo di aver colpito il dio del Sole. 174. Nagasunebiko; (potente signore della regione di Yamato. Secondo il Nihon shoki (Cronache del Giappone), Jimmu, il primo leggendario imperatore, avanzò verso sud per invadere la regione di Yamato, ma fu affrontato in battaglia e respinto da Nagasunebiko. 183 il mio arco stando di fronte al sole, sono stato punito dalla divinità». In India, il re Ajatashatru ripudiò le sue opinioni errate e divenne un seguace del Budda. Tornato al suo palazzo, si sdraiò per dormire, ma più tardi si destò allarmato e disse ai suoi ministri: «Ho visto in sogno il sole cadere dal cielo sulla terra!». I ministri dissero che significava che il Budda stava per morire. Anche Subhadra175 fece lo stesso sogno. Sognare di colpire il sole in Giappone sarebbe particolarmente infausto, dal momento che la divinità del paese è Amaterasu, "dea del sole",e il nome della nazione è Nihon, "origine del sole". Signore Shakyamuni è chiamato "Seme del sole" perché la regina Maya sognò di concepire il sole e diede alla luce il principe Siddharta. Il Gran Maestro Jikaku stabilì sul monte Hiei il Budda Dainichi come oggetto di culto e rifiutò il Budda Shakyamuni; Onorava i tre Sutra Shingon ed era nemico del triplice Sutra del Loto. Questa fu la ragione per cui sognò di colpire il sole. In Cina il prete Shan-tao dapprima conobbe un prete chiamato Ming-sheng176 di Mi-chou, che lo istruì sul Sutra del Loto, ma in seguito, quando incontrò Tao-ch'o, abbandonò il Sutra del Loto e ripose fede nel Sutra Kammuryoju. In un commentario su questo sutra afferma che non una === 175. Subhadra: l'ultimo uomo convertito dal Budda Shakyamuni. Secondo il Daichido ron, sognò che tutte le persone erano private della vista e vagavano nude nell'oscurità, il sole cadeva dal cielo, la terra si apriva, i mari si prosciugavano e il monte Sumeru era abbattuto da un forte vento. La mattina, venuto a sapere che il Budda sarebbe entrato nel nirvana quel giorno stesso, si recò da Shakyamuni, entrò nell'ordine e la notte stessa conseguì lo stato di arhat. 176. Ming-sheng (date sconosciute): prete della scuola Sanron durante la dinastia T'ang. Fu discepolo di Fa-lang e compagno di Chia-hsiang. 184 persona su mille può essere salvata dal Sutra del Loto, mentre con la pratica Nembutsu dieci persone su dieci o cento su cento [rinascono nella Pura terra]. Egli diceva che per comporre questo commentario aveva pregato innanzi al Budda Amida per capire se le sue affermazioni si accordavano o meno con il volere del Budda, e ogni notte gli appariva in sogno un prete che gli diceva cosa scrivere. Perciò diceva che il suo commentario doveva essere rispettato come un sutra, e che anche il Kannen-homon177 doveva essere rispettato come un sutra. Il Sutra del Loto afferma: «Tra coloro che ascoltano questa Legge non ve n'è uno che non otterrà la Buddità»178. Ma Shan-tao sostiene che non uno su mille, sarà salvato179. II Sutra del Loto e Shan-tao dicono cose opposte come il fuoco e l'acqua. Shan-tao dice che il Sutra Kammuryoju può salvare dieci persone su dieci o cento parsone su cento. Ma nel Sutra Muryogi il Budda afferma che nel Sutra Kammuryoju non aveva ancora rivelato la verità. Il Sutra Muryogi e questo prete del Chiostro del Salice180 sono così distanti come il cielo e la terra. Come possiamo davvero credere che il Budda Amida sia apparso in sogno sotto le sembianze di un prete per assicurare Shan-tao che il suo commentario affermava la verità? Amida non era forse presente alla predicazione del Sutra del Loto e non estese la sua lingua a testimoniare la verità del === 177. Kannen homon: il Kannen Amida Butsu sokai zammai kudoku homon, opera di Shan-tao, che espone le pratiche e i benefici del culto di Amida. 178. Sutra del Loto, cap. 2. 179. Ojo-raisan, vol. 1. 180. Prete del Monastero del Salice: Shan-tao, così chiamato perché tentò il suicidio impiccandosi al ramo di un salice che si trovava di fronte al tempio dove viveva, sperando di ascendere alla Pura Terra. Tuttavia la corda o il ramo di salice si spezzò ed egli cadde al suolo. Morì una settimana più tardi per le ferite riportate. 185 sutra? I bodhisattva Kannon e Seishi181 suoi discepoli, non erano anche loro presenti quando fu predicato il Sutra del Loto? Riflettendo su ciò, si capisce che il sogno di Jikaku fu un portento diabolico! Domanda: Kobo Daishi nel suo Shingyo hiken (La chiave segreta del Sutra della Mente), scrive: «Nella primavera del nono anno di Konin (818), l'impero fu colpito da una grave pestilenza. Allora l'imperatore in persona intinse il suo pennello nell'oro, prese in mano un rotolo di carta blu e trascrisse il Sutra Hannya shin in un solo rotolo. Designato dal sovrano a tenere una lezione sul Sutra della Mente, avevo compilato le mie spiegazioni sul significato del sutra [e stavo tenendo la lezione], ma prima che arrivassi alla conclusione, coloro che erano guariti dalla peste cominciarono a riempire le strade della capitale e, quando sopraggiunse la notte, il sole continuò a splendere rosso e luminoso. «Questo non fu il risultato della virtuosa osservanza dei precetti da parte di un ignorante come me, ma lo si dovette al potere della fede del Re che gira la ruota d'oro182. Tuttavia coloro che si recano a pregare ai santuari degli dèi dovrebbero recitare questo mio commentario. Dal momento che nel passato fui presente al Picco dell'Aquila quando il Budda predicò il Sutra della Mente, e lo ascoltai esporre le sue profonde dottrine, come potrei non capirne il significato?» === 181. Kannon e Seishi: seguaci del Budda Amida, che rappresentano rispettivamente la compassione e la saggezza. 182. Il Re che gira la ruota d'oro: sovrano ideale della mitologia indiana. Nel Buddismo i Re che girano la ruota sono considerati come re che governano il mondo con la giustizia piuttosto che con la forza. Essi possiedono i trentadue particolari attributi e governano i quattro continenti intorno al monte Sumeru girando le ruote ricevute dal cielo al momento dell’incoronazione. Queste ruote sono di quattro tipi: oro, argento, rame e ferro. 186 Nell'opera intitolata Kujakukyo no onji o "Annotazioni sul Sutra del Pavone", leggiamo inoltre: «Il Gran Maestro Kobo al suo ritorno dalla Cina desiderava stabilire la setta Shingon in Giappone. Furono quindi convocati alla corte imperiale i rappresentanti di tutte le varie sette. Ma molti nutrivano dubbi sulla dottrina dell'ottenimento della Buddità nella forma presente. Allora il Gran Maestro compose le mani nel mudra della saggezza e si rivolse a sud. Improvvisamente aprì la bocca e si trasformò nel Budda Mahavairochana dal colore dell'oro, riacquistando così la sua forma originale. Egli dimostrò così che il Budda è presente nell'individuo e che l'individuo è presente nel Budda183 dissipando i dubbi sulla Illuminazione immediata in questa esistenza. In quel momento fu stabilita la setta Shingon o Yuga184, la Via dei mandala segreti». La stessa opera riporta ancora: «In quel momento i capi delle altre sette si inchinarono di fronte all'opinione del Gran Maestro Kobo; per la prima volta vennero istruiti sulla dottrina Shingon, ne cercarono i benefici e la praticarono. === 183. Secondo le dottrine Shingon, poiché Mahavairochana (il Budda Dainichi) è onnipresente, tutti gli esseri sono il mistico corpo del Budda, tutti i suoni la mistica bocca (voce) del Budda e tutti i pensieri la mistica mente del Budda. Il corpo, la bocca e la mente dei comuni mortali non sono sostanzialmente diversi da quelli del Budda, benché la loro natura di Budda sia offuscata dalle illusioni. Per l'insegnamento esoterico, il mistico corpo è la formazione dei mudra con le mani, la mistica voce è la recitazione dei mantra e la mistica mente è la meditazione su un mandala o su di una delle figure che vi appaiono. Per mezzo di queste pratiche il corpo, la voce e la mente si uniscono a quelle del Budda Dainichi, e un comune mortale diviene un Budda. 184. Yuga: (sanscrito Yoga) significa l'unione dell'io individuale con lo spirito universale. La setta Shingon fu chiamata cosi perché il Buddismo esoterico sottolineò l’unione del corpo, della voce e della mente dei comuni mortali con quelli del Budda Dainichi attraverso la pratica dei tre misteri ( mudra, matura e meditazione sui mandala). 187 Dosho185 della setta Sanron, Gennin186 della setta Hosso, Doo187 della setta Kegon ed Encho della setta Tendai furono fra questi». Inoltre nella biografia di Kobo si legge: «Il giorno in cui lasciò la Cina a bordo di una nave, espresse una preghiera: "Se c'è un luogo particolarmente adatto all'insegnamento delle dottrine che ho appreso, possa questo tridente arrivare fin là!". Quindi si volse in direzione del Giappone e lanciò in aria l'arma che volò e sparì tra le nubi. Nel mese di ottobre egli fece ritorno in Giappone». La stessa opera continua: «Kobo viaggiò fino ai piedi del monte Koya dove decise di stabilire il suo luogo di meditazione ... In seguito si scoprì che il tridente che aveva scagliato oltre il mare era arrivato proprio sulla montagna». Da questi due o tre episodi risulta chiaro che Kobo era una persona di immenso potere e virtù inestimabile. Dal momento che aveva un potere così grande, perché sostieni che non dobbiamo credere nei suoi insegnamenti e che chi lo fa cadrà nell'inferno Avichi? Risposta: Anch'io credo nelle sue varie qualità e le ammiro. Altri uomini vissuti in epoche passate avevano questi poteri soprannaturali. Ma il fatto di possederli non indica comunque che si abbia una comprensione corretta della Legge buddista. Tra i credenti brahmani dell'India ci furono uomini capaci di versare l'acqua del fiume Gange nelle loro orecchie e === 185. Dosho (799-875): prete che prima studiò la dottrina Sanron, poi divenne seguace di Kobo. 186. Gennin (818-887): prete che prima studiò la dottrina Hosso e poi le dottrine esoteriche sotto Shinga. Nell'885 divenne rettore del tempio To-ji. 187. Doo (m. 851): prete che studiò gli insegnamenti Hosso, ma in seguito seguì la dottrina Kegon. Divenne il settimo patriarca della setta Kegon. 188 conservarla lì per dodici anni, in grado di bere l'acqua dell'oceano fino a prosciugarlo, di afferrare il sole e la luna con le proprie mani o di trasformare i discepoli del Budda Shakyamuni in buoi e pecore188. Ma questi poteri servirono solamente a renderli ancora più arroganti e a creare ulteriore karma di sofferenza nel regno di nascita e morte. E a questo tipo di uomini che T'ien-t'ai si riferisce quando dice: «Essi insegnano fama e profitto e accrescono le loro illusioni del pensiero e del desiderio189».190 Il prete cinese Fa-yun del tempio Kuang-che-ssu era in grado di far piovere e di far sbocciare i fiori all'improvviso, ma Miao-lo scrive di lui: «Sebbene riuscisse a produrre questi fenomeni, la sua comprensione non era in accordo con la verità (del Sutra del Loto)».191 Non appena il Gran Maestro T'ien-t'ai lesse il Sutra del Loto, una leggera pioggia iniziò a cadere e similmente il Gran Maestro Dengyo provocò una pioggia di amrita192 nell'arco di tre giorni. Nonostante ciò, essi non affermarono che grazie a questi poteri la loro comprensione della verità era pari a quella del Budda. Kobo, malgrado i suoi eccezionali poteri, definì il Sutra del Loto come una dottrina dalle teorie infantili e sostenne che il Budda Shakyamuni si trovava ancora nella regione === 188. Riferimenti a Agastya, Jinu, Sechi (sconosciuto in sanscrito) e Kudon (sanscrito Gautama). Le loro storie appaiono nel Sutra del Nirvana, vol.39 189. Illusioni del pensiero e del desiderio: la prima delle tre categorie di illusioni. Le illusioni del pensiero sono percezioni distorte della verità. Le illusioni del desiderio sono basse tendenze come avidità e collera derivanti dal contatto dei cinque organi di senso con i rispettivi oggetti. 190. Hokke gengi vol.3 191. Hokke gengi shakusen. vol. 3. 192. Amrita: ambrosia. Nell'antica India era considerata la dolce bevanda degli dei. In Cina si pensava che piovesse dal cielo quando nel mondo regna la pace. La parola amrita vuol dire immortale. 189 dell'oscurità. Uomini dotati di saggezza e di intelletto non devono prestar fede a questo genere di scritti. Dì quello che vuoi, ma sulle virtù di Kobo che hai citato ci sono parecchi punti dubbi. Il testo dice: «Nella primavera del nono anno di Konin (818) l'impero fu colpito da una grave pestilenza». Ma la primavera dura novanta giorni193 in quale mese e in quale giorno della primavera ciò? Questo è il primo punto dubbio In secondo luogo, ci fu davvero un'epidemia di peste nel nono anno di Konin? In terzo luogo, il testo afferma: «Quando giunse la notte il sole continuò a brillare rosso e luminoso». Questo sarebbe stato veramente un evento di grande rilevanza. Durante il nono anno di Konin regnava l'imperatore Saga. Ma gli storici di corte della sinistra e della destra194 registrarono forse un simile evento? Anche se l'avessero fatto sarebbe ugualmente difficile credervi. Durante i venti kalpa del kalpa di formazione, e durante i nove kalpa del kalpa di continuità per un totale di ventinove kalpa, non si è mai verificata una cosa simile, nemmeno una volta. Che dire di questa apparizione del sole nel bel mezzo della notte? In tutti gli insegnamenti del Budda Shakyamuni non si ha alcuna menzione di una cosa simile! E nei Tre annali195 e nei Cinque canoni196dei tre sovrani === 193. Novanta giorni dall'inizio del primo mese fino alla fine del terzo. Secondo il calendario lunare, il Capodanno, il primo giorno del primo mese, era considerato l'inizio della primavera e i dodici mesi erano divisi in quattro stagioni. 194. "Storico di corte" era una carica ufficiale del Gran Consiglio di Stato. Erano otto: quattro di sinistra e quattro di destra. Il compito dello storico della sinistra era di registrare gli eventi, mentre lo storico della destra registrava le parole dell'imperatore. 195. Tre annali: descrivono le azioni dei tre leggendari governanti dell'antica Cina (Fu Hsi, Shen Nung, Huang Ti) che crearono governi modello. 196. Cinque canoni: gli scritti dei cinque imperatori (Shao Hao, Chuan Hsu, Ti Kao, T'ang Yao e Yu Shun), che si dice abbiano regnato dopo i tre governanti. 190 e dei cinque imperatori dell'antichità, non si trova alcuna predizione sul sorgere del sole nel cuore della notte in un futuro. Nelle scritture buddiste ci viene detto che nel kalpa del declino appariranno due, tre e perfino sette soli, ma questo accadrà di giorno, non di notte. Se il sole dovesse apparire di notte [nella nostra regione, il continente meridionale di Jambudvipa], cosa accadrebbe nelle altre tre regioni ad est, ad ovest e nord?, Nonostante tutto quello che le scritture buddiste o altre opere possano dire riguardo a un tale evento, se almeno ci fosse nei diari dei cortigiani, delle altre famiglie della capitale, o dei preti del monte Hiei un'annotazione sul sorgere del sole nella primavera del nono anno di Konin, in tale mese, in tale giorno e in tale ora della notte, forse potremmo crederci [ma non esiste alcuna documentazione del genere]. Più avanti il testo afferma: «Ero presente al Picco dell'Aquila nel lontano passato quando il Budda predicò il Sutra della Mente, e lo ascoltai esporre le sue profonde dottrine». Questa certamente è una grossa menzogna tesa a far sì che la gente credesse in ciò che egli affermava nel suo commentario. Dobbiamo altrimenti credere che al picco dell'Aquila il Budda rivelò che il Sutra del Loto è una "dottrina dalla teoria infantile", che il Sutra Dainichi rappresenta la verità e che Ananda e Monju si sbagliavano affermando che il Sutra del Loto rivela la verità! Il quarto dubbio riguarda la capacità di provocare la pioggia: persino una donna di facili costumi e un violatore di precetti197 riuscirono a far piovere recitando le loro poesie, ma quando Kobo pregò per ventuno giorni non accadde nulla; quali erano dunque i suoi poteri? === 197. La poetessa e dama di corte Izumi Shikibu (nata verso il 976) e il prete Noin (998-1050), le cui opere comprendono poesie per invocare la pioggia. 191 Il Kujakukyo no ongi afferma: «Allora Kobo Daishi compose le mani nel mudra della saggezza e si rivolse a sud. Improvvisamente la sua bocca si spalancò ed egli si trasformò nel Budda Mahavairochana dal colore dell'oro». Ora, in quale anno e sotto il regno di quale sovrano accadde ciò? In Cina a partire dall'era Chien-yuan (140-134 a.C.) e in Giappone dall'era Taiho (701-704), le cronache di preti e di laici riportano sempre il nome dell'era in cui si verificarono eventi importanti. Per un fatto così importante come quello descritta, come mai non vi è alcun riferimento al sovrano, ai suoi ministri, all'era, al giorno e all'ora in cui accadde? Il brano prosegue elencando "Dosho della setta Sanron, Gennin della setta Hosso, Doo della setta Kegon e Encho della setta Tendai" [come coloro che appresero le dottrine Shingon da Kobo], Encho, che dopo la morte venne chiamato Gran Maestro Jakko, fu il secondo patriarca della setta Tendai. Per quale motivo, a quel tempo il primo patriarca Gishin e il fondatore della setta Gran Maestro Dengyo, non furono invitati a essere presenti? Encho, secondo patriarca della setta Tendai, era discepolo del Gran Maestro Dengyo e in seguito divenne discepolo anche di Kobo. Perché, invece di invitare un discepolo oppure uomini delle sette Sanron, Hosso e Kegon, Kobo non invitò Dengyo e Gishin, i due uomini più importanti della setta Tendai? Il Kujakukyo no ongi afferma: «In quel momento fu stabilita la setta Shingon o Yuga, la Via dei mandala segreti». Ciò sembrerebbe riferirsi al periodo in cui sia Dengyo che Gishin erano ancora in vita. Dal secondo anno di Daido (807), sotto il regno dell'imperatore Heizei, fino al tredicesimo anno di Konin (822) (quando Dengyo morì), Kobo si dedicò intensamente alla propagazione delle dottrine Shingon e durante questo periodo sia Dengyo che Gishin erano ancora in vita. Inoltre, Gishin visse ancora fino al decimo anno di Tencho (833). È possibile che Kobo abbia aspettato tanto tempo 192 prima di far conoscere i suoi insegnamenti Shingon a un capo della setta Tendai? Tutto ciò è molto strano. Il Kujakukyo no ongi fu compilato da Shinzei198, discepolo di Kobo, e perciò non è affidabile. Una persona dalle idee distorte può essersi preoccupata di consultare gli scritti dei cortigiani, di altre importanti famiglie o di Encho? Si dovrebbero esaminare gli scritti di Dosho, Gennin e Doo [per una verifica]. Il testo dice: «Improvvisamente la sua bocca si spalancò ed egli si trasformò nel Budda Mahavairochana dal colore dell'oro». Cosa s'intende con l'espressione "la sua bocca si spalancò"? L'autore avrà voluto scrivere miken, che significa "lo spazio tra le sopracciglia"199, ma erroneamente scrisse "bocca". Poiché scrisse un libro pieno di invenzioni, è naturale che vi si trovino tali errori. Egli scrisse: «Allora il Gran Maestro Kobo compose le mani nel mudra della saggezza e si rivolse a sud. Improvvisamente la sua bocca si spalancò ed egli si trasformò nel Budda Mahavairochana dal colore dell'oro». Nel quinto volume del Sutra del Nirvana leggiamo: «Mahakashyapa così si rivolse al Budda: "Onorato dal mondo, non farò più affidamento sui quattro ordini di santi200. Perché dico questo? Perché nel === 198. Shinzei (800-860): prete della setta Shingon. Ottenne la carica di dembo ajari, che abilitava alla trasmissione delle dottrine segrete della Shingon. 199. Allude al piccolo ciuffo di peli bianchi, posto fra le sopracciglia, dal quale emana luce. È uno dei trentadue attributi fisici dei Budda, elencati nel Daichido ron. 200. Quattro ordini di santi: secondo il Sutra del Nirvana sono: 1) gli shomon che non sono ancora arrivati al primo stadio dell'Illuminazione hinayana; 2) coloro che hanno raggiunto il primo stadio in cui si entra nella corrente che porterà al nirvana, oppure il secondo nel quale si deve rinascere solo un'altra volta in questo mondi) prima di entrare nel nirvana; 3) coloro che hanno raggiunto il terzo stadio nel quale non si rinascerà più in questo mondo; 4) coloro che hanno eliminato le illusioni di pensiero e desiderio e raggiunto il quarto stadio, quello di arhat. 193 Sutra Goshila, che il Budda predicò per Goshila201, si afferma che il re Demone del cielo, volendo distruggere la Legge buddista, prenderà le sembianze di un Budda, dotato di tutte le trentadue e le ottanta caratteristiche202 del Budda; avrà un aspetto solenne ed emanerà un alone di luce per tre metri in tutte le direzioni. Il suo viso sarà tondo e luminoso come la luna, ed il ciuffo tra le sopracciglia sarà più bianco della neve ... Dal lato sinistro uscirà acqua e dal lato destro fuoco"». Inoltre, nel sesto volume del Sutra del Nirvana, si legge: «Il Budda annunciò a Mahakashyapa: "Dopo che sarò entrato nel nirvana questo Demone del sesto cielo e gli altri demoni faranno a gara per distruggere questa mia vera Legge... Egli assumerà l'aspetto di un arhat o di un Budda. Il re demone, sebbene sia in preda all'illusione, assumerà le sembianze di un uomo libero dalle illusioni e cercherà di distruggere questa mia vera Legge"». Il Gran Maestro Kobo dichiarò che in confronto ai Sutra Kegon e Dainichi, il Sutra del Loto era una "dottrina infantile". Egli apparve con le sembianze di un Budda: come afferma il Sutra del Nirvana, il demone, soggetto alle illusioni, prenderà l'aspetto di un Budda per distruggere la vera Legge. La "vera Legge" di cui "parla il Sutra del Nirvana è il Sutra del Loto. Perciò più avanti nel Sutra del Nirvana troviamo la seguente affermazione: «È trascorso molto tempo da quando === 201. Goshila: facoltoso laico di Kaushambi, che costruì il monastero di Goshilavana perché il Budda Shakyamuni vi predicasse. 202. Trentadue attributi e ottanta caratteristiche: le straordinarie qualità fisiche e spirituali di un Budda che ispirano le persone a cercare il suo insegnamento e a ottenere la Buddità. I trentadue attributi fisici sono posseduti dai Budda, dai bodhisattva, dagli dèi Taishaku e Bonten e dai Re che girano la ruota, mentre le ottanta caratteristiche spirituali sono solo dei Budda e dei bodhisattva. 194 io ottenni la Buddità». Vi si afferma inoltre che il Sutra del Nirvana è contenuto nel Sutra del Loto. Shakyamuni, Taho e gli altri Budda delle dieci direzioni, riferendosi ai vari sutra, dichiararono: «Il Sutra del Loto espone la verità, il Dainichi e tutti gli altri sutra non espongono la verità». Apparendo sotto le sembianze di un Budda, Kobo affermò che paragonato ai Sutra Kegon e Dainichi, il Sutra del Loto è una "dottrina infantile". Se le parole del Budda sono vere, allora Kobo non può essere che il Demone del sesto cielo. Inoltre, appare particolarmente poco credibile l'episodio del tridente. Sarebbe già difficile credere che un cinese venuto in Giappone abbia casualmente ritrovato il tridente. È più probabile che sia stata mandata in precedenza una persona a sotterrarlo in quel luogo, per non dire che Kobo, essendo un giapponese, era in grado di predisporre la cosa. Si raccontano molte storie strane e assurde come queste su Kobo, ma esse non provano che egli avesse realizzato il volere del Budda. In tal modo le dottrine delle sette Shingon, Zen e Nembutsu si diffusero e si affermarono in Giappone. Così che, quando Takanari, l'ex-imperatore in esilio a Oki (ottantaduesimo imperatore Gotoba), tentò di rovesciare il Gon no Tayu203, dato che era un sovrano e capo della nazione, la gente pensò che sarebbe stata un'impresa facile come per un leone avventarsi su un coniglio o per uno sparviero catturare un fagiano. Inoltre, sul monte Hiei, nei templi To-ji e Onjo-ji e nei sette maggiori templi di Nara, per diversi anni si lanciarono maledizioni contro il nemico e si invocò l'aiuto della dea del Sole, del grande bodhisattva Hachiman, delle === 203. Gon no Tayu: Hojo Yoshitoki (1163-1224), reggente del governo di Kamakura. 195 divinità dei santuari Sanno, Kamo e Kasuga204. Ciò nonostante, le forze imperiali non furono in grado di resistere per più di due o tre giorni e alla fine i tre ex imperatori furono esiliati nelle isole di Sado, di Oki o nella provincia di Awa205, dove finirono i loro giorni. Inoltre, Omuro206 che aveva l'incarico di scagliare le maledizioni, non soltanto fu cacciato dal tempio To-ji, ma il suo paggio favorito, Setaka207, che gli era caro come i propri occhi, venne decapitato. Così, come afferma il Sutra del Loto, le maledizioni alla fine "ricaddero su chi le aveva scagliate"201. Ma questo non è niente in confronto a ciò che deve ancora accadere. Infatti, quando la nostra nazione sarà invasa da un paese straniero, sicuramente su tutto il popolo giapponese, dai ministri alla gente comune senza eccezione, si abbatterà una catastrofe, come una catasta d'erba secca a cui venga appiccato il fuoco, un'alta montagna che si sgretola o una valle che venga allagata. Io, Nichiren, sono l'unico in tutto il Giappone che comprende il motivo per cui accadono queste cose. Ma sapevo === 204. Sanno è la divinità Re della Montagna del monte Hiei. Kamo fu venerato come dio protettore dalla corte imperiale dopo che l'imperatore Kammu trasferì la capitale a Kyoto. Il santuario Kasuga a Nara era dedicato alla divinità ancestrale della famiglia Fujiwara e fu venerato anche dalla corte imperiale. 205. Gotoba fu esiliato nell'isola di Oki e Juntoku nell'isola di Sado, Tsuchimikado fu esiliato nella provincia di Tosa nello Shinkoku e più tardi trasferito nella vicina provincia di Awa (da non confondersi con la provincia di Awa dove era nato il Daishonin). 206. Omuro: titolo onorifico di un imperatore o di un principe che aveva preso gli ordini e viveva nel tempio Ninna-ji della setta Shingon a Kyoto, oppure altro nome del tempio Ninna-ji. In questo caso, Omuro si riferisce ai principe Dojo, figlio dell'imperatore Gotoba, che si era fatto prete. 207. Setaka o Seitaka (m. 1221): figlio di Sasaki Hirotsuna, governatore di Omi, che si unì alla causa imperiale durante i disordini di Jokyu. Egli servì Dojo al tempio Ninna-ji, ma fu ucciso dopo i disordini. 208. Sutra del Loto, cap. 25. 196 già che, se avessi parlato apertamente, sarei stato trattato come Pi Kan al quale il re Chou della dinastia Yin squarciò il petto; come Lung-feng al quale il re Chien della dinastia Hsia tagliò la testa209, o come Aryasimha che fu decapitato dal re Dammira. Sarò esiliato come il prete Chu Tao-sheng210 o marchiato sul viso come l'Erudito Fa-tao211. Ma nel Sutra del Loto è scritto: «Non ci curiamo della nostra vita, a noi importa solo la Via suprema»212, e il Sutra del Nirvana ammonisce: «Egli non dovrebbe tener nascosto alcun insegnamento, anche a costo della propria vita». Se ora mi preoccupassi della mia vita, in quale futura esistenza otterrei la Buddità? In quale futura esistenza sarei mai in grado di salvare i miei genitori e il mio maestro? Con questo pensiero costante, decisi d'iniziare a parlare chiaramente. E, proprio come mi aspettavo, venni scacciato, diffamato, attaccato e ferito. Il dodicesimo giorno del mese di maggio del primo anno dell'era Kocho (1261), l'anno col segno ciclico kanoto-tori, incorsi nell'ira delle autorità e fui esiliato a Ito nella provincia di Izu. Infine, il ventiduesimo giorno di febbraio del terzo anno di Kocho (1263), l'anno col segno ciclico === 209. Secondo lo Shih chi, il re Chieh fece soffrire il popolo a causa della sua tirannia e della sua dissipatezza. Fece decapitare il suo fedele seguace Lung-feng che lo aveva rimproverato. 210. Chu Tao-sheng (m. 434): prete cinese e discepolo di Kumarajiva. In base ai suoi studi sul Sutra Daihatsunaion, la versione cinese di Fa-hsien del Sutra del Nirvana, sostenne che anche gli icchantika possono ottenere la Buddità. Per questo egli fu espulso dalla comunità dei monaci ed esiliato sulla montagna di Su-chou. In seguito, quando il Sutra del Nirvana fu tradotto in cinese da Dharmakshema con il titolo Daihatsu nehan gyo, si vide che la tesi di Tao-sheng era confermata dalle scritture. 211. Fa-tao (1086-1147): prete della Cina Sung. Quando Hui-tsung, ottavo imperatore della dinastia Sung e taoista convinto, tentò di sopprimere il Buddismo, Fa-tao che aveva osato protestare, fu marchiato in viso ed esiliato a Tao-chu. Fu perdonato nel 1125 dopo l'ascesa al trono dell'imperatore Ch'in-tsung. 212. Sutra del Loto, cap. 13. 197 mizunoto-i, fui perdonato e mi fu permesso di tornare. Dopo di allora si rafforzò ancor più la mia determinazione di ottenere l'Illuminazione e di propagare le mie idee. Da quel momento le persecuzioni si fecero più terribili, come grandi ondate sollevate da un tifone. Sperimentai sul mio corpo gli attacchi con spade e bastoni, che il bodhisattva Fukyo aveva subito in tempi passati. Neanche le persecuzioni subite dal monaco Kakutoku213 nell'ultima era dopo la morte del Budda Kangi Zoyaku, possono essere paragonate alle mie. Non vi è alcun luogo in tutte le sessantasei province e nelle due vicine isole del Giappone, dove potrei essere al sicuro né per un giorno, né per un'ora. Persino santi che osservano rigorosamente i duecentocinquanta precetti214 come fece nel passato Rahula215, e persino uomini saggi come Puma216, insultano Nichiren quando l'incontrano. Ed anche uomini rispettabili, onesti e retti come gli ufficiali di corte Wei Cheng217 e Fujiwara no Yoshifusa218, quando vedono Nichiren perdono la ragione e lo trattano ingiustamente. A maggior ragione le persone comuni di oggigiorno === 213. Kakutoku: monaco che appare nel Sutra del Nirvana. Molto tempo dopo la morte del Budda Kangi Zoyaku, quando il Buddismo era destinato a scomparire entro quarant’anni, Kakutoku fu il solo a battersi per preservare l'insegnamento buddista ortodosso e venne assalito dai monaci corrotti. Il virtuoso re Utoku accorse a difendere Kakutoku e morì combattendo. Si dice che grazie alla loro devozione al Buddismo, il re Utoku sia rinato come il Budda Shakyamuni e Kakutoku come il Budda Kasho. 214. Duecentocinquanta precetti: regole di disciplina che i monaci del Buddismo Hinayana dovevano osservare. 215. Rahula: figlio di Shakyamuni e uno dei suoi dieci maggiori discepoli. 216. Puma: uno dei dieci maggiori discepoli di Shakyamuni. Conosciuto come il migliore nella predicazione della Legge, si dice abbia convertito cinquecento persone della sua tribù. 217. Wei Cheng (580-643): ministro che servì fedelmente come consigliere l'imperatore T'ai-tsung della dinastia T'ang. 218.Fujiwara no Yoshifusa (804-872): ministro della sinistra e nonno del cinquantaseiesimo imperatore Seiwa, pose le fondamenta per la prosperità della famiglia Fujiwara. 198 si comportano come cani che vedono una scimmia, o come cacciatori all'inseguimento di un cervo. In tutto il Giappone non vi è una sola persona che dica: "Forse questo uomo ha dei validi motivi per comportarsi così". Ma c'era da aspettarselo perché, tutte le volte che m'imbatto in una persona che recita il Nembutsu, gli dico che il Nembutsu porta a cadere nell'inferno di sofferenza incessante. Ogni volta che incontro qualcuno che onora gli insegnamenti Shingon, gli dico che la Shingon è una dottrina nefasta che distruggerà la nazione. E a [Hojo Tokimune], il reggente del Giappone che onora la setta Zen, io, Nichiren, dichiaro che la dottrina Zen è opera dei demoni. Dal momento che io mi sono attirato queste disgrazie, quando mi insultano, non li rimprovero. Anche volendo, non potrei rimproverarli tutti perché sono troppi. E quando mi colpiscono, non provo sofferenza perché ero preparato fin dall'inizio. Avendo io perseverato ad ammonirli ancor più energicamente senza preoccuparmi della mia sicurezza, centinaia di preti Zen, migliaia di credenti Nembutsu e un numero ancora più grande di maestri Shingon si recarono dal magistrato, da uomini di famiglie potenti, dalle loro mogli o dalle loro vedove che avevano preso gli ordini sacri, raccontando un'infinità di calunnie su di me. Così che alla fine, tutti si convinsero che io ero il peggior criminale dell'intera nazione, che ero un prete che recitava formule magiche per la distruzione del Giappone e che avevo detto che i defunti Hojo Tokiyori219 e Hojo Shigetoki220 erano caduti nell'inferno di === 219. Hojo Tokiyori (1227-1263): quinto reggente del governo di Kamakura. Era anche chiamato il prete laico del Saimyo-ji, perché ricevette gli ordini in questo tempio dopo essersi ritirato ufficialmente dalla sua carica. Nichiren Daishonin gli sottopose il Rissho ankoku ron nel 1260. 220. Hojo Shigetoki (1198-1261): terzo figlio di Hojo Yoshitoki, il secondo reggente. Fondò il tempio Gokuraku-ji a Kamakura e suo figlio Nagatoki, il sesto reggente, vi invitò Ryokan come rettore. 199 incessante sofferenza. Le vedove infuriate chiesero che mi fosse tagliata la testa immediatamente, senza bisogno di indagini, e che i miei discepoli fossero decapitati, o esiliati in terre lontane, o messi in prigione. Le loro richieste furono accolte: durante la notte del dodicesimo giorno del mese di settembre, nell'ottavo anno di Bun'ei (1271), segno ciclico kanoto-hitsuji, avrebbero dovuto decapitarmi a Tatsunokuchi, nella provincia di Sagami, ma avvenne qualche cosa per cui l'esecuzione venne rimandata e la notte stessa venni condotto in un posto chiamato Echi. Durante la notte del tredicesimo giorno si diffuse la voce che ero stato perdonato, ma, per motivi ancora poco chiari, fu ordinato il mio esilio nell'isola di Sado. Mentre giorno dopo giorno, la gente si domandava se sarei stato decapitato, io trascorsi quattro anni a Sado221. Poi, il quattordicesimo giorno del secondo mese dell'undicesimo anno di Bun'ei (1274), l'anno con Giove nel segno ciclico kinoe-inu, fui perdonato. Il ventiseiesimo giorno del marzo dello stesso anno, ritornai a Kamakura e l'ottavo giorno di aprile fui interrogato da Hei no Saemon. Espressi la mia opinione su diverse questioni e lo informai che i Mongoli avrebbero certamente invaso il Giappone entro l'anno. Poi, il dodicesimo giorno del quinto mese, lasciai Kamakura e venni su questa montagna. Ho fatto tutto questo unicamente per ripagare il debito che ho con i miei genitori, con il mio maestro, con i Tre Tesori del Buddismo e con il mio paese. Per loro ero disposto a distruggere il mio corpo e a dare la mia vita sebbene, come poi accadde, riuscii a scampare alla condanna a morte. L'usanza vuole che, se un saggio per tre volte ammonisce === 221. L'esilio a Sado durò due anni e cinque mesi, ma, secondo l'uso giapponese, il Daishonin dice che rimase a Sado quattro anni: (due mesi) nel 1271, tutto il 1272 e il 1273 e (tre mesi) nel 1274. 200 viene ascoltato, si ritiri sulla montagna. Così ho fatto io.222 I meriti da me acquisiti sono stati sicuramente riconosciuti dai tre tesori del Buddismo, da Bonten e Taishaku, dagli dèi del sole e della luna e, grazie ad essi, potrò salvare i miei genitori e il mio defunto maestro, Dozen-bo. Ma sono tormentato da alcuni dubbi. Benché il Venerabile Maudgalyayana avesse cercato di salvarla, sua madre Shodai-nyo, rimase nel regno degli spiriti affamati223. Benché fosse figlio dell'Onorato dal mondo, il monaco Sunakshatra224 cadde nell'infermo Avichi. Anche facendo tutti gli sforzi possibili per la salvezza degli altri, è molto difficile salvarli dalla retribuzione del karma che loro stessi hanno creato. Il defunto Dozen-bo mi trattò come uno dei suoi discepoli preferiti, per cui non posso credere che nutrisse dell'astio nei miei confronti. Ma egli era un uomo estremamente pavido e non avrebbe mai potuto rinunciare alla sua posizione al Seicho-ji. Inoltre, avendo soggezione di Tojo Kagenobu, il sovrintendente della regione, e vivendo in mezzo a preti come Enchi e Jitsujo, malvagi quanto Devadatta e Kokalika, cedette alle loro intimidazioni e non prestò ascolto al discepolo che aveva amato per molti anni. Che ne sarà di un simile uomo nella prossima vita? Ma fu una fortuna === 222. Questa tradizione è menzionata nel secondo capitolo del Li-chi (Libro dei riti). 223. Secondo il Sutra Urabon, Maudgalyayana percepì con la sua vista divina che la sua defunta madre, Shodai-nyo (sconosciuto in sanscrito) stava soffrendo nel mondo di Avidità. Egli cercò di inviarle del cibo per mezzo dei suoi poteri soprannaturali, ma il cibo si trasformò in fuoco e la bruciò. 224. Sunakshatra: monaco citato nel Sutra del Nirvana. È considerato un figlio di Shakyamuni, da questi generato prima di rinunciare al mondo secolare. Egli entrò nell'Ordine buddista, ma in seguito sarebbe caduto nell'inferno a causa di opinioni distorte. 201 che Kagenobu, Enchi e Jitsujo morissero tutti prima di Dozen-bo, ricevendo la punizione delle dieci dee protettrici del Sutra del Loto; dopo la loro scomparsa, infatti, Dozen-bo cominciò a nutrire un po' di fede in questo sutra. Ma in realtà fu come ricevere un bastone a combattimento finito o come accendere una lampada a mezzogiorno: [il momento opportuno era già passato]. Inoltre, non posso fare a meno di pensare che qualunque cosa accada, bisognerebbe sempre preoccuparsi ed avere compassione dei propri figli e discepoli. Ma Dozen-bo, che pure non era un uomo completamente impotente, sebbene io fossi stato esiliato nell'isola di Sado, non si sforzò di venirmi a trovare neanche una volta. Questo non è certo il comportamento di un credente del Sutra del Loto. Nonostante ciò, ho sempre pensato a lui con affetto e, quando ho appreso la notizia della sua morte, avrei voluto accorrere a costo di passare attraverso il fuoco e affondare nell'acqua, gettarmi sulla sua tomba e recitare un volume del Sutra del Loto per la sua salvezza. Però accade spesso che, mentre un saggio non abbia realmente pensato di ritirarsi dal mondo, gli altri credano erroneamente che lo abbia fatto. Perciò nel caso in cui egli abbandonasse il suo eremo senza una ragione, tutti penserebbero che non ha mantenuto il suo proposito fino in fondo. Per questo motivo, per quanto io desideri visitare la sua tomba, sento che non posso farlo. Ora voi due Joken-bo e Gijo-bo, siete stati i miei maestri quando ero giovane. Siete come gli amministratori dei monaci Gonso e Gyohyo che furono i maestri del Gran Maestro Dengyo, ma che in seguito divennero suoi discepoli. Quando Tojo Kagenobu mi attaccò ed io decisi di lasciare il monte Kiyosumi, voi mi aiutaste a fuggire di nascosto. Voi avete reso un inestimabile servizio al Sutra del Loto. Non possono esservi dubbi sulla ricompensa che vi attende nella prossima vita. 202 Domanda: Tra gli otto volumi e i ventotto capitoli che costituiscono l'intero Sutra del Loto, qual è la cosa essenziale? Risposta: Il cuore del Sutra Kegon è il titolo, Daihokobutsu kegon gyo. Il cuore del Sutra Agon è il titolo, Bussetsu-chu agon gyo. Il cuore del Sutra Daijuku è il titolo, Daihodo daijuku kyo. Il cuore del Sutra Hannya è il titolo, Makahannya haramitsu kyo. Il cuore del Sutra Muryoju è il titolo, Bussetsu muryoju kyo. Il cuore del Sutra Kammuryoju è il titolo, Bussetsu kammuryoju kyo. Il cuore del Sutra Amida è il titolo, Bussetsu amida kyo. Il cuore del Sutra del Nirvana è il titolo, Daihatsunehan gyo. E lo stesso vale per tutti gli atri sutra. Il Daimoku, o titolo del sutra, che appare davanti alle parole iniziali nyoze gamon , "Così io ho udito"225, è il cuore del sutra. Questo è vero sia per i sutra mahayana che per i sutra hinayana, per il Sutra Dainichi, il Sutra Kongocho, il Sutra Soshitsuji e così via. In tutti i casi il titolo è il cuore del sutra. La stessa cosa è vera anche per quanto riguarda i Budda: il Budda Dainichi, il Budda Nichigatsu Tomyo, il Budda Nento226, il Budda Daitsuchisho, il Budda Unraionno227. Nel caso di questi Budda, il nome stesso contiene in sé le virtù di ogni singolo Budda. === 225. "Così io ho udito": le parole iniziali di tutti i sutra buddisti, che indicano che gli insegnamenti riportati sono stati uditi direttamente dal Budda. 226. Budda Nento o "colui che brucia la fiaccola": un Budda al quale Shakyamuni offrì dei fiori mentre praticava le austerità come bodhisattva Judo in un'esistenza precedente. Secondo il capitolo Jo, il primo del Sutra del Loto, era uno degli otto figli del Budda Nichigatsu Tomyo (Splendore del sole e della luna). Egli praticò il Sutra del Loto sotto la guida di un discepolo del padre, il bodhisattva Myoko, e ottenne l'illuminazione come Budda Nento. 227. Budda Unraionno: Unraion-shukuo Rechi (Re della saggezza della costellazione della nube temporalesca). Un Budda che appare nel capitolo Myoshogonno (ventisettesimo) del Sutra del Loto. Egli istruì il re Myoshogon, padre di Jogo e J0gen. 203 Lo stesso vale per il Sutra del Loto. I cinque caratteri di Myoho-renge-kyo che precedono le parole iniziali "Così io ho udito" sono la vera essenza degli otto volumi del Sutra. Per di più, questi caratteri sono il cuore di tutti i sutra, così come la vera Legge sta al di sopra di tutti i Budda e bodhisattva, delle persone dei due veicoli, delle divinità celesti e degli esseri umani, degli asura e dei draghi. Domanda: Se una persona recita Nam-myoho-renge-kyo senza capirne il significato e un'altra recita Namu-daihoko-butsu-kegon-kyo senza capirne il significato, i benefici ottenuti da queste due persone saranno gli stessi oppure no? Risposta: Un piccolo fiume può ricevere l'acqua della rugiada, dei ruscelli, delle fonti, dei canali e dei piccoli torrenti, ma non l'acqua di un grande fiume. Un grande fiume può ricevere l'acqua di un piccolo fiume insieme alla sua rugiada, ai suoi ruscelli e così via, ma non l'acqua di un grande oceano. I Sutra Agon sono come il piccolo fiume con le sue sorgenti, torrenti, ruscelli e rugiada, mentre i Sutra Hodo, Amida, Dainichi e Kegon sono come il grande fiume che accoglie il piccolo fiume. Ma il Sutra del Loto è come il grande oceano che può contenere tutta l'acqua che proviene dalla rugiada, dai ruscelli, dalle fonti, dai torrenti, dai piccoli fiumi, dai grandi fiumi e dalle piogge del cielo, senza perderne una sola goccia. Immagina una persona che bruci per la febbre. Se rimane per un po' vicino a una grande quantità d'acqua fredda, si rinfrescherà, mentre se si stende presso una piccola quantità d'acqua, continuerà a soffrire come prima. Ugualmente, se un icchantika che ha commesso i cinque peccati cardinali e ha offeso la Legge, tentasse di rinfrescarsi con la poca acqua dei Sutra Agon, Kegon, Kammuryoju e Dainichi, non scaccerebbe mai la violenta febbre delle sue gravi colpe. Ma se giacesse sulla grande montagna nevosa del Sutra del Loto, allora la febbre violenta dei cinque peccati cardinali, delle offese alla 204 Legge, e della sua miscredenza, sparirebbe all'istante, perciò le persone ignoranti dovrebbero a tutti i costi avere fede nel Sutra del Loto. Infatti, sebbene si possa pensare che tutti i titoli dei sutra siano la stessa cosa e che sia altrettanto facile recitare l'uno o l'altro, in realtà il beneficio ottenuto da un ignorante che recita il titolo del Sutra del Loto è di gran lunga superiore a quello ottenuto da un saggio che recita un altro titolo, così come il cielo è superiore alla terra! Per spiegare, persino una persona forte non riesce a spezzare una corda robusta con le sue mani nude, mentre con un piccolo coltello anche una persona debole può tagliare la corda con facilità. Una persona molto forte non può spaccare una pietra dura con una spada spuntata. Ma con una spada affilata anche chi non ha una grande forza può spaccarla. Per fare un altro esempio, se si inghiotte una medicina anche senza conoscerne gli effetti, si può curare una malattia. Ma se si mangia del cibo comune, la malattia non guarirà. Un altro esempio: un elisir prolunga la vita, mentre una medicina comune può curare una malattia, ma non prolunga la vita. Domanda: Fra i ventotto capitoli del Sutra del Loto, quale è il fondamentale? Risposta: Alcuni dicono che tutti i capitoli sono fondamentali per quanto riguarda l'argomento in essi trattato. Alcuni dicono che i due capitoli Hoben e Juryo sono essenziali, alcuni che il più importante è il capitolo Hoben, altri che è il capitolo Juryo. Secondo alcuni è essenziale il passo: «Risvegliare in tutti gli esseri la saggezza del Budda, rivelarla, farla conoscere e introdurli in essa»228, secondo altri essenziale è la "vera entità"229. === 228. Sutra del Loto, cap. 2. 229. Riferimento al vero aspetto, o realtà, di tutti i fenomeni, rivelato nel capitolo Hoben, (secondo) del Sutra del Loto. 205 Domanda: Qual è la tua opinione al riguardo? Risposta: Credo che le parole "Nam-myoho-renge-kyo" siano il cuore del Sutra. Domanda: Che prove hai per dire questo? Risposta: Perché Ananda, Monju e gli altri scrissero: «Così io ho udito». Domanda: Che cosa vuoi dire? Risposta: Per otto anni Ananda, Monju e gli altri ascoltarono gli innumerevoli principi del Sutra del Loto senza perderne una sola frase, un solo verso, una sola parola. Ma, dopo la morte del Budda, al tempo della compilazione dei suoi insegnamenti, quando i novecentonovantanove arhat presero i pennelli e li intinsero nell'inchiostro, il fatto che prima di tutto abbiano scritto la parola "Myoho-renge-kyo" e detto "Così io ho udito", non significa che i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo sono l'essenza di tutto il sutra, degli otto volumi e dei ventotto capitoli? Perciò sin dal tempo del Budda del passato Nichigatsu Tomyo, il Maestro del Dharma Fa-yun del tempio Kuang-che-ssu, che tenne lezioni sul Sutra del Loto, affermò: «La parola "così" [di Così io ho udito] indica che intendono trasmettere esattamente le dottrine udite predicare dal Budda. Il titolo che precede questa parola riassume tutto il Sutra»230. Il Gran Maestro T'ien-t'ai che era presente al Picco dell'Aquila e udì predicare il Sutra del Loto, scrive: «La parola "così" indica l'essenza della dottrina sentita direttamente dal Budda»231. E il Gran Maestro Chang-an che trascrisse la spiegazione [di T'ien-t'ai del Sutra del Loto] commenta: «[La sua spiegazione del titolo] nell'introduzione racchiude il profondo === 230. Brano citato nel Juketsu shu di Chisho e attribuito a Fa-yun. 231. Hokke mongu, vol. 1. 206 significato del sutra; il profondo significato è l'essenza dell'opera»232. In questo passo, le parole "essenza dell'opera" significano che il Daimoku o titolo dell'opera è il cuore del Sutra del Loto. Come afferma il Gran Maestro Miao-lo, «È il cuore del Sutra del Loto, che racchiude tutte le dottrine predicate dal Budda nel corso della sua vita»233. L'India comprende settanta stati234, ma sono tutti conosciuti col nome di Gasshi (Terra della Luna). Il Giappone include sessanta province235 conosciute complessivamente col nome di Nihon (Terra del Sole). Nel nome India sono compresi i suoi settanta stati, gli uomini, gli animali, i tesori e così via. Nel nome Giappone sono incluse le sue sessantasei province; le penne di Dewa236, l'oro di Oshu237 e tutti gli altri tesori della nazione, così come la gente e gli animali, i templi e i santuari, sono tutti contenuti nei due caratteri che formano il nome Nihon. Chi possiede l'Occhio del cielo238, guardando i due caratteri del nome Nihon, può vedere tutte le sessantasei province con le loro popolazioni e i loro animali. Chi possiede l'Occhio del Dharma239 può vedere tutte le persone e gli animali che vi nascono e muoiono. === 232. Hokke gengi, vol. 1. 233. Hokke gengi shakusen, vol. 10. 234. La fonte può essere il Daito saiiki ki. 235. L'originale riporta sessanta, sebbene il Giappone in realtà comprendesse sessantasei province, come indicato più in là nel paragrafo. 236. La provincia di Dewa nel Giappone settentrionale era famosa per le piume di falco e di aquila. 237. L'oro fu scoperto per la prima volta in Giappone a Oshu nel ventunesimo anno dell'era Tempyo (750). 238. Occhio del cielo, o Occhio divino, è il secondo dei cinque tipi di occhi e indica la capacità degli esseri celesti di vedere oltre i limiti fisici quali l'oscurità, la distanza e gli ostacoli. 239. Occhio del Dharma o Occhio della Legge, è il quarto dei cinque tipi di occhi e sta ad indicare la facoltà dei bodhisattva di comprendere tutti gli insegnamenti allo scopo di salvare la gente. 207 È come intuire l'aspetto di una persona sentendone il suono della voce, o capire se è grande o piccola vedendone le orme; oppure valutare le dimensioni di uno stagno guardando i fiori di loto che vi crescono, o immaginare le dimensioni dei draghi osservando la pioggia che essi fanno cadere. Questo è il principio che in una sola cosa è contenuto il tutto. Si potrebbe pensare che il Daimoku di ogni Sutra Agon contenga tutti gli insegnamenti del Budda, ma in realtà contiene solo quello di "Shakyamuni degli insegnamenti hinayana", di un unico Budda, non degli altri Budda. Può sembrare che i Daimoku dei Sutra Kegon, Kammuryoji e Dainichi contengano tutti gli insegnamenti del Budda, mentre manca la dottrina del conseguimento della Buddità dei due veicoli e l'Illuminazione del Budda in un remotissimo passato. In realtà sono come fiori che sbocciano ma non danno frutti, come tuoni che non portano pioggia, come tamburi che non suonano, come occhi che non vedono, o come una donna che non può avere figli, o una persona priva di vita e di anima. I mantra di Dainichi, di Yakushi, di Amida e di Kannon sono dello stesso tipo. Sebbene i vari sutra che contengono quei mantra li paragonino a un grande re, al monte Sumeru, al sole e alla luna, a una buona medicina, alla gemma che realizza i desideri o a una spada affilata, in verità, non solo sono inferiori al Daimoku del Sutra del Loto come il fango è al di sotto delle nuvole, ma hanno tutti perduto le loro specifiche funzioni. La luce di tutte le stelle è eclissata da un solo sole; il ferro vicino a un magnete perde le sue proprietà; una grande spada a contatto con un piccolo fuoco non è più di alcuna utilità; il latte di mucca o di asina diventa acqua davanti al latte del re leone; un branco di volpi che si imbatte in un cane perderà ogni astuzia; una muta di cani tremerà di paura di fronte ad una piccola tigre. 208 Allo stesso modo, quando si recita Nam-myoho-renge- kyo, il potere delle parole Namu-Amida-butsu, dei mantra di Dainichi, del bodhisattva Kannon e di tutti i Budda, sutra e bodhisattva svanirà senza eccezioni davanti al potere di Myoho-renge-kyo. A meno che questi sutra non riescano a prendere in prestito il potere di Myoho-renge-kyo, essi perderanno ogni valore. Nella nostra epoca questa è una realtà evidente. Poiché io, Nichiren, recito e diffondo Nam-myoho-renge-kyo, il potere di Namu-Amida-butsu sarà come la luna calante, come la marea che defluisce, l'erba che si secca in autunno e in inverno, o il ghiaccio che si scioglie al sole. Guardate e vedrete! Domanda: Se questa Legge è davvero così meravigliosa, perché Mahakashyapa, Ananda, Ashvagosha, Nagarjuna, Asanga240, Vasubandhu, Nan-yueh, T'ien-t'ai, Miao-lo e Dengyo non la sostennero così come Shan-tao sostenne la pratica di Namu-Amida-butsu diffondendola in tutta la Cina e come Eshin241, Yokan242 e Honen la diffusero in Giappone finché tutti divennero fedeli del Budda Amida? Risposta: Questa è una vecchia critica, non è la prima volta che viene fatta. I bodhisattva Ashvagosha e Nagarjuna erano grandi studiosi vissuti seicento e settecento anni dopo la morte del Budda. Quando essi apparvero nel mondo e cominciarono a diffondere i sutra mahayana, i numerosi seguaci hinayana fecero le seguenti obiezioni: === 240. Asanga: studioso della dottrina della Sola coscienza. Nato in una famiglia di brahmani, era il fratello maggiore di Vasubandhu. 241. Eshin (942-1017): chiamato anche Genshin. Prete della setta Tendai, noto per aver scritto l’Ojo yoshu che fu determinante per la diffusione dell'insegnamento della Pura Terra in Giappone. In seguito modificò il suo pensiero e scrisse l’Ichijo yoketsu, ponendo l'accento sull'insegnamento dell'Unico veicolo del Sutra del Loto. 242. Yokan (1032-1111): precursore della setta Nembutsu. Propagò l'insegnamento della Pura Terra, in particolare a Kyoto. 209 «Mahakashyapa e Ananda che vissero per altri venti o quaranta anni dopo la morte del Budda, predicarono la vera Legge trasmettendo il cuore di tutti gli insegnamenti del Budda. Questi due uomini misero in rilievo semplicemente i concetti di "sofferenza, vuoto, impermanenza e non io"243. Ashvagosha e Nagarjuna, per saggi che siano, possono essere superiori a Mahakashyapa e Ananda? Questa è la nostra prima obiezione. «Mahakashyapa ottenne l'Illuminazione perché incontrò personalmente il Budda, mentre né Ashvagosha né Nagarjuna lo avevano mai incontrato. Questa è la nostra seconda obiezione. «I filosofi brahmani sostenevano la "permanenza, gioia, io e purezza" della vita. Successivamente, quando il Budda apparve nel mondo predicò la sofferenza, il vuoto, l’impermanenza e il non io. Ashvagosha e Nagarjuna insistono sulla permanenza, gioia, io e purezza. Stando così le cose, dobbiamo supporre che, dalla morte del Budda e di Mahakashyapa, il Demone del sesto cielo si sia impossessato di questi due uomini e abbia cercato di distruggere gli insegnamenti del Buddismo sostituendoli con gli insegnamenti brahmani eretici. «Se questo è vero, questi due uomini sono nemici del Buddismo! Dobbiamo spaccare loro la testa, decapitarli, mettere fine alla loro vita, privarli di cibo e cacciarli dal paese!» Così si espressero i numerosi credenti hinayana. Ashvagosha e Nagarjuna che erano solo in due, furono costretti ad ascoltare questi insulti giorno e notte e a subire attacchi con bastoni mattino e sera. Ma in realtà questi due uomini erano messaggeri del Budda. Infatti nel Sutra Maya era stato === 243. Sofferenza, vuoto, impermanenza e non-io: le verità basilari degli insegnamenti hinayana, che mirano a liberare dalle illusioni permettendo di ottenere l'Illuminazione. 210 predetto che Ashvagosha e Nagarjuna sarebbero apparsi rispettivamente dopo seicento e settecento anni. Questa stessa predizione appare anche nel Sutra Ryoga e nel Sutra Fuhozo. Ma i vari credenti hinayana non si curarono di queste predizioni, anzi attaccarono ciecamente il Buddismo mahayana. Considerando il periodo in cui vissero Ashvagosha e Nagarjuna, si incomincia a intuire il significato delle parole del Sutra del Loto: «Odio e gelosia abbondano persino durante la vita del Budda; molto maggiori saranno dopo la sua morte». Inoltre, il bodhisattva Aryadeva fu ucciso da un brahmano e al Venerabile Aryasimha fu tagliata la testa. Anche questi fatti sono un'occasione per riflettere. In seguito, millecinquecento anni circa dopo la morte del Budda, sotto le dinastie Ch'en e Sui, apparve in Cina, ad est dell'India, il Gran Maestro T'ien-t'ai. Egli dichiarò che i sacri insegnamenti del Budda si distinguono in mahayana e hinayana, essoterici ed esoterici, provvisori e definitivi. Spiegò anche che Mahakashyapa e Ananda avevano diffuso soltanto gli insegnamenti hinayana, mentre Ashvagosha, Nagarjuna, Asanga e Vasubandhu avevano diffuso gli insegnamenti mahayana provvisori. Ma per quanto riguarda il Mahayana definitivo del Sutra del Loto, essi ne avevano appena accennato tenendone celato il significato profondo, o ne avevano spiegato il significato superficiale, ma senza insegnare la successione degli insegnamenti del Budda, oppure avevano spiegato l'insegnamento shakumon, ma non lo honmon, oppure lo shakumon e lo honmon, ma non il concetto di kanjin244. Quando il Gran Maestro T'ien-t'ai espose queste sue opinioni, i milioni di seguaci delle dieci scuole buddiste, tre === 244. Kanjin: percepire nella profondità del proprio essere la verità che non si può esprimere. Termine usato in contrasto con Kyoso o studio dottrinale. 211 della Cina meridionale e sette della Cina settentrionale, scoppiarono tutti in una grande risata di scherno. «Ultimamente è apparso tra noi un prete davvero sorprendente!» dissero. «Anche in passato ci sono state delle persone attaccate ai propri pregiudizi, ma nessuno ha mai affermato che i duecentosessanta eruditi dottori e maestri buddisti vissuti dall'introduzione del Buddismo nel decimo anno dell'era Yung-p'ing (67 d.C.) degli Han posteriori, l'anno col segno ciclico hinoto-u, fino alle attuali dinastie Ch'en e Sui, fossero degli ignoranti. Non solo, ma tale persona dice che hanno offeso la Legge e sono caduti nei cattivi sentieri! È così folle da affermare persino che il sapiente Kumarajiva, che introdusse il Sutra del Loto in Cina, era uno sciocco ignorante245! A parte quello che va dicendo sugli studiosi cinesi, egli sostiene che i grandi studiosi indiani, come Nagarjuna e Vasubandhu e parecchie centinaia d'altri, tutti bodhisattva dei quattro ordini, non hanno ancora insegnato la verità!» Lo insultarono dicendo che ucciderlo sarebbe stato come uccidere un falco, anzi sarebbe stata un'azione più meritevole che uccidere un demone! Più tardi, all'epoca del Gran Maestro Miao-lo, quando furono introdotte dall'India le dottrine Hosso e Shingon e fu fondata la scuola Kegon in Cina, Miao-lo si pronunciò apertamente contro queste dottrine suscitando eguale subbuglio. Il Gran Maestro Dengyo apparve in Giappone milleottocento anni dopo la morte del Budda. Quando, dopo aver esaminato i commentari di T'ien-t'ai, cominciò a criticare le sei sette buddiste fiorite in Giappone nei duecentosessanta e più anni dal tempo dell'imperatore Kimmei, la gente lo criticò dicendo che i brahmani del tempo del Budda o i taoisti cinesi dovevano essere rinati in Giappone. === 245. Nel secondo volume dello Hokke gengi, t'ien-t'ai critica un'interpretazione dottrinale di Kumarajiva. 212 Dengyo poi propose di istituire il santuario per conferire il precetto della perfetta e immediata Illuminazione, che non era mai stato istituito né in India, né in Cina, né in Giappone nei milleottocento anni dalla morte del Budda. Ma oltre a questo, egli dichiarò che il santuario del tempio Kannon-ji nella provincia occidentale di Tsukushi, quello del tempio Ono-dera nella provincia orientale di Shimotsuke, e quello del tempio Todai-ji nella provincia centrale di Yamato246 erano impregnati del tanfo dei precetti hinayana e privi di valore come macerie. E aggiunse anche che i preti che sostenevano tali precetti non erano migliori di volpi e di scimmie. La gente lo maledisse dicendo: «Ah, incredibile! Una grande locusta che somiglia a un prete è apparsa in Giappone per divorare tutti i germogli del Buddismo! O forse il tiranno Chou della dinastia Yin, o Chieh della dinastia Hsia è rinato in Giappone con le sembianze di questo prete. Forse l'imperatore Wu della tarda dinastia Chou e l'imperatore Wu-tsung247 della dinastia T'ang sono riapparsi nel mondo. Da un momento all'altro il Buddismo potrebbe essere annientato e la nazione distrutta!» Tutti batterono le mani spaventati e agitarono la lingua dicendo: «Ogni qualvolta appaiono, i preti di questi due insegnamenti, Mahayana e Hinayana, combattono fra di loro === 246. I templi Kannon-ji, Ono-dera (o Yakushi-ji) e Todai-ji erano sedi dei tre santuari per il conferimento dei precetti hinayana stabiliti da Ganjin. 247. Wu (543-578) e Wu Tsung (814-846): imperatori che soppressero il Buddismo. Wu era un seguace del Confucianesimo e si batté per l'abolizione degli insegnamenti buddisti. Nonostante le proteste del prete Hui-yuan, Wu fece distruggere i sutra e le immagini buddiste e costrinse i preti buddisti e taoisti a riprendere la vita secolare. Wu-tsung iniziò a venerare il Taoismo dopo la sua ascesa al trono e nell'845 impose misure oppressive nei confronti della comunità buddista, distruggendo molti templi e ordinando ai monaci e alle monache di riprendere la vita secolare. 213 come Taishaku e gli asura, o come Hsiang Yu e Kao-tsu248 contendendosi il possesso del regno!». Gli avversari di Dengyo continuarono a ingiuriarlo dicendo: «All'epoca del Budda c'erano due santuari per l'ordinazione dei monaci, uno stabilito dal Budda e l'altro da Devadatta e tanta gente morì [in seguito alle liti che si scatenarono]249. Quest'uomo può anche sfidare le altre sette, ma egli afferma di dover innalzare il santuario per conferire i precetti della perfetta e immediata Illuminazione, un santuario che neanche il suo maestro, il Gran Maestro T'ien-t'ai, istituì. È molto strano. È terribile, terribile!» Ma Dengyo aveva come sostegno i brani delle scritture e infatti il grande santuario mahayana fu infine innalzato sul monte Hiei. Benché la loro Illuminazione fosse la stessa, dal punto di vista della dottrina che diffondevano, Ashvagosha e Nagarjuna erano superiori a Mahakashyapa e Ananda; T'ien-t'ai era superiore ad Ashvagosha e a Nagarjuna, e Dengyo superava T'ien-t'ai. In questi ultimi tempi la saggezza della gente è sempre più superficiale mentre il Buddismo è sempre più profondo. Come una malattia lieve può essere curata con delle comuni medicine mentre una grave malattia richiede un elisir, così un uomo debole ha bisogno di forti alleati che lo proteggano. Domanda: Esiste una vera Legge che non è stata propagata nemmeno da T'ien-t'ai o Dengyo? === 248. Hsiang Yu (232-202 a.C.) e Kao-tsu (247-195 a.C.): capi militari che lottarono per rovesciare la dinastia Ch'in e impadronirsi del potere, approfittando della confusione seguita alla morte di Shih Huang-ti, il primo imperatore della dinastia Ch'in. Il combattimento tra i due durò a lungo e terminò con la vittoria di Kao-tsu (Liu Pang), che fondò la dinastia Han nel 202 a.C. 249. Dieci anni dopo aver ottenuto l'Illuminazione, Shakyamuni istituì un altare per l'ordinazione dei monaci nel monastero Jetavana, a Shravasti. Per sfidarlo, Devadatta ne innalzò un altro sul monte Gayashirsha. 214 Risposta: Sì, esiste. Domanda: Di quale Legge si tratta? Risposta: È triplice. È la vera Legge lasciata dal Budda per la salvezza dell'umanità nell'Ultimo giorno della Legge, la vera Legge che non è mai stata propagata da Mahakashyapa, Ananda, Ashvagosha o Nagarjuna e neppure da T'ien-t'ai e Dengyo. Domanda: Quale forma prende? Risposta: Primo, il Giappone e tutto il mondo devono avere come oggetto di culto il Signore della dottrina Shakyamuni di honmon250: Shakyamuni e Taho nella Torre Preziosa, gli altri Budda, i quattro bodhisattva, fra cui Jogyo, sono i suoi assistenti. Secondo, il grande Santuario di honmon. Terzo, in Giappone, in Cina, in India e in tutti gli altri paesi del mondo, chiunque, saggio o stupido, deve recitare Nam-myoho-renge-kyo mettendo da parte le altre pratiche. Questa dottrina non è mai stata insegnata prima. In questo mondo, durante i 2225 anni dalla morte del Budda, non una sola persona ha mai recitato questa Legge. Soltanto Nichiren senza risparmiare la sua voce ora recita Nam-myoho-renge- kyo, Nam-myoho-renge-kyo. L'altezza delle onde dipende dal vento che le solleva, quella delle fiamme da quanta legna si brucia, la grandezza dei fiori di loto dallo stagno in cui crescono, e il volume della pioggia dai draghi che la fanno cadere. Più profonde sono le radici, più rigogliosi sono i rami. Più lontana è la sorgente, più lungo è il corso del fiume. La dinastia Chou durò settecento anni grazie all'onestà e === 250. Shakyamuni di honmon: qui non si intende il Budda Shakyamuni dell'insegnamento honmon del Sutra del Loto, ma il Budda dell'insegnamento montei (sotto le parole) dello honmon, cioè il Budda che apparve nell'Ultimo giorno della Legge come Nichiren per rivelare Nam-myoho-renge-kyo, la Legge fondamentale nascosta nelle profondità del capitolo Juryo (sedicesimo). 215 alla devozione filiale del suo fondatore, il re Wen. La dinastia Ch'in invece ebbe vita breve a causa della condotta malvagia del suo fondatore, il primo imperatore251 della dinastia Ch'in. Se la compassione di Nichiren è veramente grande, Nam- myoho-renge-kyo si diffonderà per diecimila anni e più, per tutta l'eternità, perché ha il benefico potere di aprire gli occhi ciechi di tutte le persone del Giappone e sbarrare la strada che conduce all'inferno di incessante sofferenza. I suoi benefici superano quelli di Dengyo e di T'ien-t'ai e anche quelli di Nagarjuna e Mahakashyapa. I benefici di cento anni di pratica nella terra della perfetta beatitudine non si possono paragonare ai benefici ottenuti in un solo giorno di pratica in questo mondo impuro. Duemila anni di propagazione nel Primo e nel Medio giorno della Legge sono inferiori a un'ora di propagazione nell'Ultimo giorno della Legge. Questo non dipende in alcun modo dalla saggezza di Nichiren, ma semplicemente perché i tempi sono maturi. In primavera sbocciano i fiori, in autunno appaiono i frutti. L'estate è calda, l'inverno è freddo. Questo non è dovuto al tempo? Nel quinto periodo di cinquecento anni dopo la mia morte252, realizzate kosen-rufu nel mondo e non permettete che il suo flusso cessi. E non permettete mai che il demone, la gente del demone, le divinità, i draghi, gli yaksha, i === 251. Primo imperatore: il sovrano della dinastia Ch'in che adottò il titolo di Shih Huang-ti, primo imperatore della Cina. Egli centralizzò al massimo il governo, condusse una dura campagna contro i libri chiamata "il rogo dei libri", e oppresse pesantemente il popolo, trasferendo forzatamente molti uomini per le campagne militari all'estero o per grandiose opere di costruzione in patria. La sua dinastia, che secondo il suo intento sarebbe durata "diecimila generazioni", in realtà cadde quattro anni dopo la sua morte avvenuta nel 210 a.C. 252. Quinto periodo di cinquecento anni dopo la mia morte: è l'epoca di grandi conflitti, l'inizio dell'Ultimo giorno della Legge. 216 kumbhanda253 ed esseri simili prendano il sopravvento»254. Se queste parole del Sutra del Loto fossero vane, Shariputra non diventerà il Tathagata "Fiore di luce", il Venerabile Mahakashyapa non diventerà il Tathagata "Luce brillante", né Maudgalyayana il Budda Tamalapattra "Fragranza del legno di sandalo", né Ananda diventerà il re Budda "Re dell'illimitato potere della saggezza dei monti e dei mari", né la monaca Mahaprajapati255 diventerà il Budda "Contemplato con gioia da tutti gli esseri senzienti", né la monaca Yashodara256 il Budda "Risplendente di dieci milioni di luci". Il concetto di sanzen-jintengo sarebbe un'assurdità e quello di gohyaku-jintengo sarebbe falso. E probabilmente il Signore Shakyamuni è caduto nell'inferno di incessante sofferenza, il Budda Taho annaspa ora tra le fiamme dell'inferno Avichi, i Budda delle dieci direzioni dimorano negli otto inferni maggiori257 e tutti i vari bodhisattva soffrono nei centotrentasei inferni. === 253. Kumbhanda: demoni che privano gli uomini della loro vitalità. Sono comandati da Zochoten, uno dei quattro Re celesti. 254. Sutra del Loto, cap. 23. 255. Mahaprajapati: sorella minore di Maya e zia di Shakyamuni. Maya morì poco dopo la nascita di Shakyamuni e Mahaprajapati sposò Shuddhodana, il padre di Shakyamuni, e allevò il giovane principe. Rimasta vedova, si fece monaca e divenne una seguace di Shakyamuni. Il capitolo Kanji (tredicesimo) del Sutra del Loto predice che ella diverrà il Budda "Guardato con gioia da tutti gli esseri senzienti". 256. Yashodara: moglie di Shakyamuni e madre di Rahula. Dodici anni dopo il suo risveglio Shakyamuni tornò a Kapilavastu e la convertì. Il capitolo Kanji predice la sua futura Illuminazione. 257. Gli otto inferni maggiori: detti anche gli otto inferni bollenti. Luoghi di sofferenza che si troverebbero sotto la terra di Jambudvipa. Essi sono: 1) l'inferno della rigenerazione, 2) l'inferno delle funi nere, 3) l'inferno dello schiacciamento, 4) l'inferno dei lamenti, 5) l'inferno dei grandi lamenti, 6) l'inferno del calore bruciante, 7) l'inferno del gran calore bruciante, 8) l'inferno della sofferenza incessante. Ciascuno di questi otto inferni maggiori comprende sedici inferni minori; si hanno così centotrentasei inferni. 217 Però, come potrebbe mai accadere una cosa simile? Dal momento che la predizione del sutra non fu fatta invano, è certo che tutto il popolo del Giappone reciterà Nam-myoho-renge-kyo! Come il fiore torna alla radice, e l'essenza della pianta rimane nella terra. Il beneficio di cui ho parlato si accumulerà sicuramente nella vita dello scomparso Dozen-bo. Nam-myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo. Scritto il 21 luglio del secondo anno di Kenji (1276). Giove nel segno ciclico hinoe-ne. Rispettosamente inviato dal monte Minobu, villaggio di Hakiri presso Koshu, a Joken-bo e Gijo-bo del monte Kiyosumi, distretto di Tojo, provincia di Awa. 218