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Alimentazione nell`infanzia

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Alimentazione nell`infanzia
Alimentazione nell’infanzia
Regole, atteggiamenti, comportamenti,
gusti/disgusti, rifiuti: come orientarsi
Pavullo Sala 55 – 18 Gennaio 2012
Dott. Battista Guidi
Responsabile U.O.Pediatria Ospedaliera
e U.O. Pediatria di Comunità
Ospedale e Distretto di Pavullo nel Frignano
Perché è necessaria una
educazione alimentare?
• Il miglioramento delle condizioni socio economiche ha
rivoluzionato le abitudini alimentari inducendo però anche
patologie sociali come l'obesità e malattie degenerative.
• Spesso l’alimentazione è troppo ricca di proteine e grassi
mentre la dieta mediterranea, basata su legumi, pesce, cereali,
frutta, olio di oliva è un opportuno “ritorno al passato”.
• I genitori possono, a volte, avere scarsa attenzione alla dieta del
bambino o del giovane, non hanno le idee chiare nella scelta
degli alimenti e sui rischi di un’alimentazione non corretta.
• I soggetti in età evolutiva, insieme alla loro famiglia, vanno
informati al fine di intervenire in un periodo in cui un eventuale
danno, se già instaurato, può essere ancora reversibile.
• I bambini devono nutrirsi in maniera adeguata per crescere;
quantità eccessive di cibo o, al contrario, quantità insufficienti
possono comportare un rischio per la salute.
• Per promuovere la crescita e lo sviluppo corretto, prevenire il
sovrappeso e diminuire il rischio di sviluppare, in età adulta,
malattie cronico-degenerative (quali le malattie cardiovascolari,
il diabete, ecc.), è indispensabile che i bambini consumino tutti
i tipi di alimenti, preferibilmente quelli poveri di grassi e ricchi
di vitamine, sali minerali e fibre.
• La prevenzione è tanto più efficace quanto più è precoce: non
smettiamo quindi di preoccuparci della qualità (non solo della
quantità) di quello che mangiano i bambini solo perché sono
ormai svezzati!
Il momento migliore per impostare
una corretta alimentazione è
proprio durante l’età infantile
• Nella vita esistono due grandi rivoluzioni alimentari:
¾
La nascita - è questo il momento in cui , dopo 9 mesi di
alimentazione attraverso la placenta e i vasi ombelicali ,
si passa all’alimentazione orale (solo latte)
¾
Il divezzamento – in cui da una alimentazione
esclusivamente lattea si passa ad una alimentazione
diversificata per consistenza e per composizione
Allattamento al seno
vantaggi per il bambino :
• Soddisfa tutti i bisogni nutritivi fino al sesto mese di vita
• È facile da digerire
• Fornisce acqua sufficiente , anche in paesi dove
scarseggia
• Si adatta al ritmo di crescita del bambino e favorisce una
crescita ottimale
• Fornisce difese contro le infezioni intestinali e
respiratorie
• Riduce il rischio di allergie respiratorie e della pelle
• Diminuisce il rischio di obesità
• Diminuisce il rischio di diabete
• Favorisce la relazione affettiva con la madre
Allattamento al seno
vantaggi per la madre :
• Stimola la contrazione dell’utero dopo il parto ,
riducendo il rischio di emorragie ed accelerando
il ritorno alle dimensioni normali
• Ritarda l’ovulazione , aiutando a distanziare le
nascite
• Contribuisce a prevenire il cancro al seno e alle
ovaie
• Diminuisce il rischio di osteoporosi nella terza
età
• Aiuta la madre a recuperare la forma fisica
• Favorisce la relazione affettiva col figlio
Il gusto alimentare si forma già in epoca
fetale e nei primi mesi di vita
L'esposizione durante la vita fetale a determinati sapori , anche
particolari, può indurre successivamente nel bambino una maggiore
accettazione per quegli stessi sapori, a dimostrazione che
l'educazione gustativa può incominciare già in utero
Analogamente dopo la nascita le sostanze assunte dalla madre
possono passare nel latte, determinando nei piccoli allattati al seno
l'esposizione ad un ampio spettro di sapori. In tal modo si facilita il
gradimento al momento del divezzamento di cibi come la verdura che
a causa del suo sapore amaro e tannico possono essere tra gli
alimenti meno graditi ai piccoli.
Esperienza svezzamento
• Il bambino esperimenta:
• nuovi sapori
• nuovi colori
• nuovi odori
Al termine del 1° anno lo svezzamento, in genere,
si è completato.
Nei 2-3 anni successivi la dieta del bambino si
avvicina a quella dell’adulto.
Significato dell’alimentazione
• L’atto di alimentarsi è un atto complesso:
• È una necessità (bisogno primario)
• E' il risultato di varianti sociali,culturali,
psicologiche
• Quando i bisogni primari sono appagati
generano piacere (componente edonica)
Anche se comunemente “gusto” è usato come
sinonimo di “sapore”, in senso stretto questo termine
andrebbe utilizzato solo per le sensazioni chimiche
rilevate da cellule specializzate presenti nella cavità
orale, le cellule gustative, sulle quali sono presenti
specifici recettori sensibili alle molecole contenute
negli alimenti.
Malgrado siamo in grado di percepire un’ampia
gamma di entità chimiche, qualitativamente esse
suscitano un numero limitato di sensazioni gustative
attivando recettori specifici.
I recettori del gusto si trovano all’apice di cellule gustative
strutturate a dare i bottoni gustativi, i quali sono distribuiti
nelle diverse papille della lingua e del palato molle.
Recenti dati molecolari e funzionali hanno dimostrato che le
diverse papille non sono selettive per un certo sapore; la
vecchia mappa dei sapori fondamentali, quindi, va
abbandonata (Figura 1).
I recettori del gusto sono proteine transmembrana in grado
di connettere l’esterno della cellula gustativa a contatto con
la cavità buccale - dove si trovano le sostanze - con
l’interno della cellula nella quale, in seguito all’attivazione
del recettore stesso, avvengono altri cambiamenti che
generano lo stimolo nervoso che viene poi trasmesso al
cervello.
Educare il Gusto
• Imparare ad apprezzare i cibi che fanno bene,
in modo da continuare a mangiare quello che
piace, mantenendosi in buona salute
• E' stato dimostrato come le abitudini
dietetiche formatesi nei primi anni di vita si
mantengono fino all'età adulta
GUSTO
• Al momento sono riconosciuti 5 diversi gusti
cosiddetti fondamentali:
dolce
amaro
salato
acido
umami:
derivato dalla parola giapponese “umai” che significa
delizioso, sta ad indicare il particolare sapore associato
all'aminoacido L-glutammato, contenuto negli estratti di carne
e prodotti fermentati
Figura 3. Struttura dei recettori per il gusto
amaro, appartenenti alla classe delle GPCR.
LO SVILUPPO DEL GUSTO
L’uomo non è molto legato alla componente
genetica delle scelte alimentari, ma è in grado di
associare un alimento con le conseguenze
dell’averlo mangiato, quindi a “imparare” cosa
può mangiare e cosa no.
Dalla nascita le preferenze innate e le tendenze
comportamentali cominciano a essere modificate
dall’esperienza.
Perciò la percezione del gusto dei bambini è
notevolmente diversa da quella degli adulti. Basta
notare la spiccata preferenza dei bambini per il
dolce e il salato e l’avversione all’amaro, che
invece, a piccole dosi, è di solito gradito all’adulto
(pensiamo al caffè o alla nicotina).
Aspetto relazionale e sociale
• Mangiare da solo o insieme a persone con
cui si sta bene
• Importanza di consumare i pasti in un
ambiente accogliente e curato
• Gli eventi importanti della nostra vita
vengono celebrati spesso con il cibo Æ
tradizioni, ricordi
Caratteristiche alimentari dei
bambini divezzati
Le principali modificazioni dell'alimentazione dopo il
divezzamento riguardano soprattutto:
• la progressiva inclusione nella dieta di tutti gli alimenti,
• la somministrazione di essi in forma solida,
• l’adattamento alla frequenza dei pasti dell'adulto,
• l'acquisizione da parte del bambino di maggior capacità
di autoregolazione tra il grado di fame e il senso di
sazietà.
• I comportamenti alimentari di questa età si
caratterizzano inoltre per la conflittualità che ci può
essere nella relazione madre-bambino relativa
all'autonomia, alla dipendenza e al controllo.
Lo svezzamento è il momento dell’incontro del
patrimonio gustativo genetico del bambino, dopo la
nebulosa esperienza fetale e al seno, con un quadro di
preferenze dell’adulto.
Questo incontro sarà fondamentale, in quanto è
dimostrato che i comportamenti alimentari acquisiti nei
primissimi anni di vita vengono mantenuti anche
nell’età adulta, sottolineando l’importanza di investire
in questo periodo per migliorare la qualità di vita degli
adulti di domani.
Non vi è più dubbio che le esperienze gustative
sviluppate dal bambino, dallo svezzamento in poi,
tendono a condizionare le scelte alimentari nella
vita da adulto: le preferenze stabilite
nei primi 2-3 anni di vita sono mantenute
fino all’età adulta.
C’è dunque più di un buon motivo
per stimolare le mamme a offrire alimenti
variati e salutari fin dall’epoca
dello svezzamento.
L’esperienza nutrizionale che inizia allo svezzamento lo
porta a consolidare e in qualche modo “congelare” scelte
alimentari abbastanza rigide, rafforzate dall’esperienza.
Egli è capace di associare sapori specifici a cibi ad alta
densità calorica: l’esperienza metabolica gli fa
gradualmente preferire un latte con aggiunta di amido (o
con i… biscotti!) rispetto al latte senza calorie aggiunte.
Purtroppo questo programma genetico, sviluppato nel
corso di molti millenni, non è adattabile facilmente a un
mondo “anomalo” nel quale il solo animale uomo, rispetto a
tutti gli altri animali del mondo, ha un’offerta, e addirittura
una pressione, di alimenti densi di energia in modo
continuo e illimitato.
Il gusto, e le scelte alimentari, sono infatti indotti
da:
• patrimonio genetico, con il profilo funzionale dei recettori
dei gusti principali;
• esperienze alimentari della madre durante la gravidanza:
perfino il sapore dell’aglio, se lo mangia la mamma gravida,
diviene più accetto al neonato;
• percezione di sapori generati dall’alimentazione
materna durante l’allattamento: i bambini allattati al seno
hanno infatti un’infinità di esperienze gustative
“umane”, mentre quelli allattati con latte artificiale hanno
esperienze gustative meno compatibili con il patrimonio
genetico del neonato. Si stanno ora sperimentando latti
artificiali con “sapori aggiunti” per ridurre questo
svantaggio;
• esperienza gustativa degli alimenti offerti durante lo
svezzamento.
LA GIORNATA ALIMENTARE
Quali dovrebbero essere i consumi alimentari compatibili con
una salute ottimale a lungo termine?
.
non più del 30% dell’ energia della giornata proveniente dai
grassi; questi sono rappresentati dai condimenti (olio, burro,
ecc.) ma anche da quelli nascosti negli snack salati (patatine,
pop-corn, focacce ecc.), dolciumi, carni, formaggi, salumi ecc…
• un apporto di energia del 10% proveniente da proteine (carne,
pesce, uova, formaggio, legumi)
• più del 50% di energia proveniente dai carboidrati complessi
(pasta, riso e altri cereali, pane, patate, e legumi)
• Non più del 10% di energia dai carboidrati semplici: zucchero,
dolci, bevande zuccherate, ecc.,
• incremento del consumo di frutta e verdura,
• aumento dell’apporto di fibra.
Come deve essere una corretta
alimentazione?
• Deve prevedere un giusto apporto di:
• carboidrati (soprattutto complessi)Æ
55%-65%
• lipidi (soprattutto vegetali)Æ 25%-30%
• proteine (50% animali e 50% vegetali)Æ
10-15%
• vitamine, sali minerali, fibre e acqua
LA PIRAMIDE ALIMENTARE
La piramide alimentare traduce in comportamenti alimentari i concetti di dieta
adeguata e di equilibrio nutrizionale. Vi sono 6 grandi famiglie di alimenti:
–
–
–
–
–
–
•
•
•
•
FRUTTA E VERDURA
PATATE, CEREALI E DERIVATI
LATTE E DERIVATI
CARNI, PESCI, UOVA E LEGUMI
GRASSI DI CONDIMENTO E ZUCCHERI AGGIUNTI
SNACK SALATI, DOLCI E BIBITE
Ogni alimento di ciascun gruppo fornisce alcuni, ma non tutti i nutrienti di cui
il bambino ha bisogno.
Nessun gruppo è più importante di un altro. Solo l’ultimo (snack , dolci, ecc.)
può essere considerato superfluo.
Per una buona salute e una crescita ottimale il bambino ha bisogno di
variare gli alimenti ogni giorno.
Nessun alimento va eliminato dalla dieta ma consumato con moderazione
all’interno di un regime equilibrato e variato al fine di soddisfare il bilancio
energetico e nutrizionale.
I più frequenti errori
• eccesso zuccheri semplici
• eccesso grassi (soprattutto di origine
animale)
• eccesso sale
• poche fibre
• “saltare la colazione” (indagine CONI a
MiÆ 28%)
• frequenti fuori pasto (CONI Æ72%
consuma 1 pasto da solo)
IERI
ENTRATE
USCITE
Minore disponibilità
di cibo
Variabilità legata alla
stagione
Lavori pesanti
Movimento
Entrate
Uscite
(spostamenti, gioco
libero)
OGGI
ENTRATE
USCITE
Aumentate in quantità
e non sempre
qualitativamente buone
(cibi precotti, conservanti,
grassi occulti, eccesso di
sale e zuccheri,
stoccaggio di frutta e
verdura )
Ridotta attività
motoria
(auto, ascensore,
computer, PS,
telecomando,ecc.)
Uscite
Entrate
Attività sportiva
(movimento libero ridotto
rispetto al tempo di
allenamento complessivo)
Evoluzione
Alimentazione come prevenzione
•
•
•
•
•
•
obesità
diabete
ipertensione
cardiopatie ischemica
ictus
neoplasie
Qualche suggerimento
- Favorire la presenza dei bambini in cucina
(partecipare alla preparazione dei pasti stimola la loro
curiosità e appetibilità).
- Non costringere i bambini ad assaggiare ma presentare
in tavola, comunque, cibi nuovi e sollecitare la loro
curiosità.
- Non nascondere “cibi proibiti” (merendine, cioccolata) ma
piuttosto concordare insieme delle regole ( come,
quando e quanto mangiarne)
- non rinunciare subito o quasi subito se il bambino
rifiuta un alimento o un piatto (è provato che bambini di 7
mesi che dimostrano particolare avversione verso un certo vegetale,
dopo 7-8 esposizioni lo accettano e che il risultato conseguito dura
nel tempo)
- se qualche familiare è a dieta, far passare il
messaggio al bambino che si sta cercando di
migliorare il regime alimentare( invece che
messaggio di costrizione, privazione )
- preparare con cura la tavola e curare la
presentazione dei piatti
Cosa fare
• Occorre avere disponibilità a riconoscere gusti
del bambino e consentire le tendenze
esplorative
™
Se ad esempio un bambino all’inizio del
divezzamento rifiuta i cibi sapidi , sarà bene
riproporglieli più volte senza insistere
esageratamente , ma senza neanche zuccherarli
™
Se quando inizia a mangiare da solo si sporca , sarà
bene seguirlo dolcemente durante il pasto perché
impari ad alimentarsi , senza pretendere che mangi
come un adulto , ma senza neanche impedirgli ,
imboccandolo, di fare da solo le sue prime
esperienze in tal senso.
Cosa fare
™
Ancora e più di prima evitare di usare il cibo per farlo
star buono , o per farlo dormire
™
Evitare che i pasti durino ore , con gli adulti che
giocano e vezzeggiano , perché il cibo è una
necessità e un piacere di per sé ed è opportuno che
il pasto duri 15-30 minuti e non di più
™
Non limitarsi a pochi alimenti , ma offrire invece
ampia varietà di gusti , perché il bambino impari a
mangiare tutto ( o quanto meno ad assaggiare tutto )
ed impari anche a capire che il cibo è un piacere
vario e multiforme che esprime tradizioni e cultura
Referenti per l’alimentazione del
bambino
•
•
•
•
Genitori/famiglia
Educatori/insegnanti
Enti locali (servizio refezione scolastica)
Figure professionali:
• pediatra, medico di famiglia
• dietista
• pediatria di comunità
• SIAN
Perché spesso i bambini mangiano
più volentieri al nido ?
• Contesto sociale .
I bambini mangiano insieme ai coetanei in un ambiente
sereno e accogliente che migliora la predisposizione
verso nuovi alimenti
• Porzioni adeguate .
Le porzioni sono a misura di bambino , adeguate nella
porzionatura e consistenza in relazione all’età
• Introduzione graduale di nuovi cibi
• Frequenza dei pasti regolare e rispetto delle
regole
• Preparazioni semplici e appetibili
Neofobia Alimentare
• La riluttanza ad assaggiare un nuovo cibo, è un
fenomeno comportamentale che compare solitamente
verso i 18 mesi e ha anch'essa una rilevanza evolutiva: il
bambino comincia a camminare e ad esplorare e diventa
diffidente verso le novità
• Anche bambini che in precedenza hanno sempre
mangiato di tutto, a questa età, diventano più “difficili” in
termini di gusti alimentari
• Pur essendo universale, la risposta neofobica è più
intensa in alcuni bambini che in altri, e quindi è stata
messa in relazione a fattori genetici
LA NEOFOBIA
Quando un bimbo inizia a camminare sviluppa
gradualmente una resistenza a nuovi alimenti, denominata
neofobia: egli non vuole modificare le sue certezze, la
sicurezza degli alimenti.
Questo meccanismo innato ha permesso ai bambini che
iniziavano a camminare in un ambiente pieno di pericoli
alimentari (erbe pericolose, alimenti deteriorati ecc.) di
limitare l’esposizione ad alimenti che non erano già stati
registrati durante i primi 18 mesi di vita, sotto la tutela
materna.
Di conseguenza il bambino che non ha conosciuto vegetali
dallo svezzamento, con la loro componente
moderatamente amara legata a polifenoli, flavonoidi,
terpeni glucosinolati e altre molecole benefiche, tenderà a
respingerli con forza nel secondo anno di vita.
La scelta di alimenti ha una forte componente genetica
valutata da studi sui gemelli: la scelta di cibi proteici ha
una componente ereditaria del 78%, mentre la scelta di
frutta ne ha il 51% e quella di vegetali solo il 37%.
L’adulto infatti ha appreso a cibarsi di vegetali
riconoscendone i vantaggi, mentre l’infante tende a
opporsi per il loro sapore amaro e la scarsa densità
calorica. I polimorfismi della sensibilità all’amaro fanno poi
la selezione tra infanti più o meno sensibili al sapore
amaro.
La facilitazione familiare e sociale può vincere il negativismo
o la neofobia, che riguarda circa il 20% dei bambini.
È importante notare come per ottenere che un bimbo si
adatti a un alimento che respinge sono necessarie almeno 78 esposizioni prima che il bambino lo accetti in modo stabile.
L’esposizione precoce a una vasta gamma di sapori viene
unanimemente indicata come l’unica chiave per promuovere
nei bambini il desiderio di mangiare frutta e verdura, alimenti
non consumati a sufficienza dalla popolazione pediatrica,
oltre che per ridurre la neofobia, la diffidenza ad assaggiare
alimenti nuovi che li porta a ridurre notevolmente la varietà
della dieta.
scuola dell’infanzia
3-5 anni
• Se la madre ( e/o gli adulti di riferimento) fino a questo
punto sono stati in grado di riconoscere e distinguere
le diverse esigenze del bambino ,lo hanno alimentato
quando necessario , cullato , sgridato , scaldato a
seconda delle necessità
•
il bambino dal canto suo è cresciuto in grado di
differenziare ed esprimere distintamente i suoi bisogni :
mangia se ha fame , esprime rabbia se irritato , chiede
rassicurazione se ha paura , senza fare confusione tra
questi stati d’animo e senza chiedere il cibo come
soluzione di ogni disagio
Cosa fare
• Certamente rispettare i gusti e le propensioni del
bambino senza forzarlo eccessivamente
• Al tempo stesso , offrire cibi vari
• Insegnargli come stare educatamente a tavola
9
fare in modo che il pasto sia un momento sereno
nel quale gli adulti offrono in modello di come sia
piacevole assaggiare varie cose e come sia
piacevole l‘ occasione conviviale
Cosa non fare
• Continuare a imboccarlo per farlo mangiare di più e più
in fretta , poiché a questa età sa benissimo farlo da solo
come peraltro accade a scuola
• Offrire dolci e merendine perché non ha mangiato a
tavola
• Trasformare la tavola di famiglia in un ristorante à la
carte
• Far durare i pasti tempi interminabili :sarà bene
sparecchiare dopo una decina , al massimo quindici
minuti a pietanza , rimandando tutto al prossimo pasto
• Consentire che si comporti maleducatamente a tavola ,
purchè mangi
• Se poi i genitori decidessero di fare a meno della
televisione durante i pasti , si migliora la comunicazione
intrafamiliare e si evitano lotte su quale programma
debba essere visto
Per educare al gusto il bambino , è meglio
piuttosto ricorrere ai meccanismi della
suggestione sociale
• Un esempio pratico a scuola:
se un bimbo non mangia la frutta ,
gli si può riservare un posto , durante
la refezione , al tavolo dei compagni
che invece la apprezzano ( meglio se i
compagni sono un po’ più grandicelli …) .
Dopo un certo periodo è probabile che il
bimbo finisca con l’accettare la frutta e
arrivi addirittura a gradirla .
I più frequenti errori commessi
nell’alimentazione del bambino in età
scolare sono :
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Apporto calorico giornaliero piuttosto alto
Apporto di colesterolo spesso troppo elevato
Basso consumo di vegetali e dunque di fibra alimentare
Apporto di proteine elevato con eccesso di proteine
animali
Ridotto apporto di carboidrati complessi
Eccessivo consumo al contrario di zuccheri semplici
Scarso apporto di latte e yogurt
Conseguente frequente carenza degli apporti di calcio
Consumo di cereali poco raffinati pressochè nullo
QUALI REGOLE PER UNA CORRETTA
ALIMENTAZIONE DEL BAMBINO
I più frequenti errori alimentari dei bambini in età scolare si
riconducono principalmente a:
– mancanza o inadeguatezza della 1a colazione
– consumo di alimenti troppo ricchi in energia e dal ridotto
valore nutritivo nello spuntino a scuola e a merenda.
– scarsità nelle porzioni e nella varietà di frutta e verdura.
– predilezione del consumo di alimenti come salumi,
cioccolato, merendine farcite, patatine fritte, caramelle,
ecc. con i rischi legati all’eccessiva introduzione di
zuccheri semplici e di grassi saturi
– abitudine alla frequenza dei fast-food, già in età
prescolare, con consumo, anche al di fuori dei pasti
principali, di preparazioni ad elevato contenuto di energia,
grassi saturi, sale e zuccheri semplici ma poveri di fibra e
vitamine.
1. MANTENERE UN PESO CORPOREO ADEGUATO E RIDURRE LA
SEDENTARIETÀ
Essere in sovrappeso in giovane
età significa aumentare il rischio
di esserlo anche in età adulta.
Questa condizione può favorire
l’instaurarsi di malattie
cardiovascolari, diabete, ecc.
In effetti è difficile definire se
un bambino mangia troppo. Per
molte mamme ciò che mangia il
figlio non è mai abbastanza
rispetto ai loro desideri. Un
bambino in sovrappeso è comunque
un bambino che mangia troppo
rispetto a ciò che consuma: è
necessario, oltre all'attività fisica,
anche abituarlo a mangiare di meno
e di tutto.
2. SEGUIRE UNA DIETA VARIATA
Il bambino ha bisogno di diversi
nutrienti per stare in buona salute e
non esiste un alimento singolo che
possa soddisfare le esigenze di
un’alimentazione equilibrata e
completa.
Bisogna cercare di bilanciare sempre
le scelte nell’ambito della giornata.
Stili alimentari che aboliscono o
riducono drasticamente certe
componenti dell’alimentazione sono
sconsigliabili anche nell’adulto, ma
dovrebbero essere bandite nei
bambini che sono in fase di
accrescimento.
3. EVITARE DI MANGIARE CONTINUAMENTE
Dopo l’anno di vita, il bambino può andare
incontro a due diversi destini alimentari:
- abitudini alimentari della famiglia;
- continua a mangiare cibi preparati
appositamente per lui, (biberon,
frullati).
La prima strada è senz’altro preferibile,
sia dal punto di vista nutrizionale che
psicologico ed educativo. Nel secondo
caso si rischia che il bambino assaggi
anche piccole quantità di cibo degli altri
famigliari in orari diversi. Il bambino
che non sta ai pasti e che mangiucchia
continuamente va spesso incontro a
sovrappeso e a squilibri alimentari.
4. RIPARTIRE CON EQUILIBRIO LE CALORIE DURANTE LA GIORNATA
La
prima colazione è significativa
sia per i vantaggi sul piano
nutrizionale, sia quale occasione
di incontro con gli altri
famigliari;
È’ corretto anche fare degli
spuntini tra i pasti principali,
per evitare che questi ultimi
siano troppo abbondanti. Non
bisogna però dimenticar edi
tenere conto dell’introito
calorico dei fuori pasto
nell’intera giornata e che questi
possono diventare occasione per
consumare cibi poco salutari
quali alimenti confezionati ricchi
di grassi,zuccheri e additivi.
5. ALTERNARE LE FONTI PROTEICHE
Sorgenti
preziose, ma spesso
dimenticate nell’alimentazione
dei bambini, sono i legumi
associati ai cereali, e il pesce,
le cui proteine non hanno nulla
da invidiare a quelle delle
carni. I grassi del pesce sono
inoltre ricchi in acidi grassi
essenziali, ω-3 o ω-6. Anche
il formaggio,preziosa fonte di
calcio, e le uova, ricche in
ferro e di proteine ad elevato
valore biologico,costituiscono
valide alternative alla carne.
6. CONSUMARE REGOLARMENTE VERDURA E FRUTTA
È un punto basilare della
dieta del bambino,per la
ricchezza in minerali,
oligoelementi preziosi,
vitamine, fibre, utili anche
a promuovere una congrua
masticazione. Se il bambino
non ama particolarmente la
verdura,prova nuove
ricette, coinvolgendolo
nell’acquisto e nella
preparazione.
7. PREFERIRE CARBOIDRATI COMPLESSI A QUELLI
SEMPLICI ED I GRASSI VEGETALI A QUELLI ANIMALI
Pasta,
pane, riso e derivati sono
le maggiori fonti di carboidrati
complessi della nostra
alimentazione. I cereali
integrali, inoltre, possono
essere d’aiuto per aumentare
l’apporto di fibra.
L’utilizzo di condimenti di
origine vegetale, in particolare
olio extra-vergine d’oliva,serve
a ridurre l’apporto degli acidi
grassi“saturi” che sono i più
pericolosi per la salute delle
nostre arterie.
8. LIMITARE IL CONSUMO DI SNACK E DI DOLCIUMI AD ALTA
DENSITÀ CALORICA E A BASSA QUALITÀ NUTRIZIONALE
Si tratta spesso di cibi ricchi
di grassi,zuccheri o sodio,
poveri invece di altri
importanti nutrienti. Un
tempo i dolciumi si
preparavano in occasione di
festività più o meno
distanziate nel tempo, mentre
oggi il consumo è quotidiano
ed è più spesso rivolto a
prodotti confezionati.
9. AVVICINARSI AL CIBO CON PIACERE
Mangiare deve essere un momento
di gioia: è necessario insegnare al
bambino che nessun alimento è di
per sé buono o cattivo e che
mangiare è una questione di
varietà e di armonia.
Non bisogna colpevolizzare il
bambino se ama gli alimenti più
“trasgressivi”, piuttosto invitarlo
a consumarli con moderazione
aiutandolo a scegliere altri
alimenti che possano bilanciare la
giornata alimentare. Se la
“trasgressione”alimentare è
saltuaria …..sarà anche
un’occasione più piacevole!
10. LIMITARE IL SALE
La predisposizione a sviluppare
l’ipertensione arteriosa in età adulta
può essere influenzata da un
eccessivo consumo di sodio , presente
soprattutto nel sale da cucina.
Ridurre l’uso del sale in cucina e a
tavola,diminuire la frequenza di
consumo degli alimenti conservati
sotto sale (cibi in scatola, salumi,ecc.),
preferire prodotti a basso contenuto
di sale ( es. pane senza sale), esaltare
il sapore delle pietanze con erbe
aromatiche piuttosto che con dadi da
brodo aiuterà ad abituare il palato a
cibi meno salati.
11. INTEGRARE CON LIQUIDI (bere ogni giorno acqua in abbondanza)
Ancora più che gli adulti, i bambini
devono bere molta acqua durante il
giorno, almeno 1 litro e 1/2 , o di più se fa
molto caldo o si fa un’attività fisica
intensa.
I liquidi devono essere reintegrati
soprattutto con acqua naturale – in
bottiglia o del rubinetto -; i succhi di
frutta e le spremute zuccherate sono da
considerarsi veri e propri spuntini
piuttosto che bibite dissetanti., in quanto
contengono zuccheri, fibra,vitamine.
Ricorda anche che l’acqua viene fornita
dagli alimenti vegetali: frutta e verdura,
minestre, zuppe aiutano l’organismo del
tuo bambino a non rimanere ….a secco.
12. UN CONSUMATORE INFORMATO …. UN CONSUMO PIÙ ATTENTO
Imparare a leggere e interpretare le
etichette dei prodotti alimentari è
un ottimo strumento per scegliere
bene al momento dell’acquisto ma
anche per conservare,manipolare e
consumare gli alimenti
adeguatamente, in modo da evitare
rischi per tutta la famiglia.
La presenza di additivi – conservanti
– coloranti, aromi-), la lista degli
ingredienti o l’etichetta nutrizionale,
ci permettono di confrontare
alimenti simili e decidere qual è il
migliore.
Ed ancora……………….
• È necessario rispettare l'orario dei pasti, far stare i
bambini seduti a tavola, evitando di farli mangiare
davanti alla TV o durante il gioco.
• Non utilizzare il cibo come premio e/o consolazione.
• Incoraggiare i bambini ad assaggiare i cibi non
graditi, presentandoli in maniera gradevole alla vista.
• Eliminare l’abitudine di alimentazione voluttuaria
notturna (biberon di latte o altro).
Se la crescita e lo sviluppo del bambino sono
normali, come ci si deve comportare quando il
bambino tende a rifiutare il cibo?
I bambini vanno alimentati seguendo gli stimoli
fisiologici e non devono essere indotti a finire il
piatto quando si dimostrano sazi: va rispettato
il senso di autoregolazione del piccolo già
presente nei primi anni di vita.
Molti bambini istintivamente conoscono
quanto cibo serve a loro e non si iperalimenterebbero o sotto-alimenterebbero se
non fossero forzati.
MESSAGGI CHIAVE (1)
❏ I gusti sono 5: dolce, salato, amaro, acido e umami.
Quest’ultimo è un gusto particolare, individuato di recente,
associato al L-glutammato.
❏ Ciascuno di questi gusti ha una sua spiegazione
funzionale, ed è stato elaborato dall’evoluzione in funzione
di precisi benefici per l’individuo e per la specie.
❏ Il sistema sensoriale è comune per i diversi gusti e si
basa su recettori specifici, presenti in tutte le cellule
gustative.
❏ La tendenza del gusto è diversa nei bambini (più
semplice, orientata soprattutto al dolce e ai grassi) che
negli adulti (che accettano di più le sfumature amare e che
mostrano di avere gusti meno definiti). Queste differenze
sono dovute all’apprendimento.
MESSAGGI CHIAVE (2)
❏ Il lattante preferisce gli alimenti che già ha gustato
attraverso il liquido amniotico e poi attraverso il latte
materno; l’assunzione delle pappe vegetali è più facile nei
bambini allattati al seno che in quelli allattati al poppatoio.
❏ Una forzatura della neofobia (il rifiuto del nuovo, cioè
delle prime pappe) produce un rifiuto stabile. Ogni nuovo
alimento deve essere fornito con pazienza, a piccole
quantità per volta, in 7-8 occasioni, e condiviso in parte con
la mamma che, assaggiando il cibo, rassicura il bambino.
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