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Opzioni fonochirurgiche nei pazienti transessuali Andrea Ricci Maccarini, Flavio Pieri, Massimo Magnani Unità Operativa ORL, Ospedale “M. Bufalini”, Cesena Gli interventi di fonochirurgia che vengono eseguiti nei transessuali hanno lo scopo di elevare l’altezza tonale della voce e vengono effettuati nei soggetti maschili che hanno eseguito la trasformazione nel sesso femminile. La fonochirurgia viene richiesta nei casi in cui la tonalità della voce non sia sufficientemente acuta nonostante la terapia ormonale femminilizzante e l’impostazione (naturale o educata dal logopedista) di una vibrazione fonatoria in registro di falsetto. Il ricorso alla fonochirurgia per abbassare la tonalità della voce nei casi di cambiamento dal sesso femminile a quello maschile, non viene praticamente mai richiesto poiché la terapia ormonale mascolinizzante (e non di rado il fumo di tabacco) portano ad un aumento della massa delle corde vocali con un sufficiente abbassamento della tonalità della voce. L’aumento della frequenza fondamentale media della vibrazione glottica può essere raggiunto mediante tre diverse procedure: 1 - riduzione della massa delle corde vocali 2 - aumento della tensione delle corde vocali 3 - accorciamento della lunghezza della parte vibrante delle corde vocali. - La prima procedura consiste nell’intervento di laringoplastica iniettiva con triamcinolone, che può essere eseguita in anestesia locale in microlaringoscopia diretta o in anestesia locale, attraverso la membrana crico-tiroidea o in fibroendoscopia (la tecnica che noi preferiamo, fig. 1). Fig. 1 Strumentazione per fonochirurgia fibroendoscopica. Dall’alto in basso: fonte di luce stroboscopica, fibroendoscopio operativo, pinze e forbici endoscopiche flessibili, ago endoscopico flessibile. Il triamcinolone è un cortisonico a lunga durata di azione che viene utilizzato nel trattamento della poliposi naso-sinusale, che ha come effetto collaterale l’atrofizzazione dei tessuti molli nel punto di iniezione intramuscolare (gluteo e grasso sottocutaneo). Questo effetto collaterale viene sfruttato per ridurre la massa delle corde vocali. Come raccomandato da Isshiki (che esegue l’iniezione per via percutanea attraverso la membrana crico-tiroidea) sono necessarie solitamente tre iniezioni a distanza di un mese una dall’altra per ottenere un risultato soddisfacente. I risultati sono tanto migliori quanto le corde vocali sono ipertrofiche; tale procedura è particolarmente indicata nei forti fumatori con edema di Reinke. - La seconda procedura consiste nell’intervento di laringoplastica per via esterna con approssimazione crico-tiroidea. Tale intervento, proposto da Isshiki, è l’intervento maggiormente diffuso, anche perché si associa nella maggior parte dei casi alla resezione del pomo di Adamo. Esso prevede l’accollamento della cartilagine cricoide alla cartilagine tiroide mediante punti di sutura non riassorbibili, simulando uno spasmo continuo del muscolo cricotiroideo con aumento della tensione (e della lunghezza) delle corde vocali (fig. 2). Fig. 2 Approssimazione crico-tiroidea I risultati dipendono dalla distanza esistente tra la cartilagine cricoide e la cartilagine tiroide, che va valutata preoperatoriamente eseguendo il test della manipolazione laringea. Esso consiste nell’afferrare la cartilagine cricoide con il pollice e l’indice e spingere la cricoide verso l’alto fino a metterla in contatto con la cartilagine tiroide: si apprezza la distanza tra le due cartilagini e il cambiamento della tonalità mentre viene emessa una vocale tenuta, durante la manipolazione laringea. Nei casi di grande distanza tra le due cartilagini ci si può aspettare un buon risultato postoperatorio, mentre nei casi (non infrequenti) di accostamento già presente tra le due cartilagini per l’abitudine a parlare con una voce acuta e per lo più in registro di falsetto, l’intervento non porterà ad una significativa modificazione dell’altezza tonale, ma solo ad una riduzione della fatica fonatoria causata dal mantenimento della contrazione continua del muscolo crico-tiroideo. Alcuni mesi dopo l’intervento di approssimazione crico-tiroidea si assiste, nella maggior parte dei casi, ad un più o meno marcato peggioramento della tonalità della voce, per il venir meno della tensione delle corde vocali inizialmente molto marcata. Di tale evenienza va avvertita la paziente ed è raccomandabile associare all’approssimazione crico-tiroidea una iniezione intracordale di triamcinolone, che, al contrario dell’approssimazione, raggiunge la sua massima efficacia alcune settimane dopo la sua effettuazione ( e può essere eventualmente ripetuta a distanza di un mese). L’insorgenza di eventuali problemi nella voce cantata per l’annullamento dell’azione del muscolo crico-tiroideo non costituisce un reale problema in quanto abbiamo visto cantanti transessuali non risentire significativamente degli effetti dell’approssimazione crico-tiroidea, per l’azione vicariante dei muscoli laringei estrinseci sopraioidei. - La terza procedura consiste nell’intervento di glottoplastica per via endoscopica. Tale intervento, proposto da Wendler, viene eseguito in microlaringoscopia in anestesia generale e prevede la decorticazione del terzo anteriore (o non di rado della metà anteriore) delle corde vocali, che vengono suturate tra di loro a livello della zona decorticata in modo da ridurre la parte vibrante della glottide e simulare le dimensioni di una glottide femminile (fig. 3). a b c Fig. 3 Glottoplastica; a) Incisione della mucosa del terzo anteriore della corda vocale destra, b) asportazione dell’epitelio del terzo anteriore o della metà anteriore delle corde vocali, c) applicazione di due punti di sutura nella metà anteriore delle corde vocali e) applicazione di colla di fibrina. I risultati di tale procedura sono tanto migliori quanto le corde vocali sono lunghe e sottili, mentre nelle corde corte e spesse è preferibile utilizzare l’approssimazione crico-tiroidea associata all’iniezione intracordale di triamcinolone. Delle tre procedure è quella che può portare ai risultati migliori per quanto riguarda l’elevazione della tonalità, ma è quella che presenta anche le maggiori complicanze poiché se la sinechia della commesura glottica anteriore si forma con un diaframma arcuato la voce diventa soffiata e astenica. Infine bisogna ricordare che anche se riusciamo ad ottenere una buona elevazione della tonalità della voce, simile a quella femminile (solitamente si possono raggiungere i 180 Hz o in alcuni casi anche i 200 Hz di Fo media), le cavità di risonanza sopraglottiche rimangono comunque di dimensioni maschili e influenzano il risultato finale dell’emissione vocale.