CARDIOLOGIA Sindrome di Brugada, si può guarire È - AF
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CARDIOLOGIA Sindrome di Brugada, si può guarire È - AF
22-09-2015 Data Pagina Foglio 1 / 2 Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione propri e di terze parti per le sue funzionalità e per inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. 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Un gruppo di ricercatori italiani e spagnoli guidati da Carlo Scarica la guida di Milano per vivere il meglio del fuori Expo Pappone e da Josep Brugada, “scopritore” della sindrome, ha messo a punto una tecnica che consente di eliminare la patologia. Lo studio sarà pubblicato a ottobre su Circulation EP dopo un’anticipazione pubblicata ad agosto sulla versione online della rivista. Sebbene l’incidenza e la prevalenza della Sindrome di Brugada nella popolazione generale sia bassa, questa patologia è responsabile di circa il 15-20% delle morti improvvise nei pazienti di età inferiore ai 40 anni. Fino ad oggi l’unica terapia possibile e palliativa era l’impianto del defibrillatore. Moltissimi pazienti tuttavia ancora muoiono, perché spesso la prima manifestazione clinica della sindrome è l’arresto cardiaco. I ricercatori italiani e spagnoli guidati da Carlo Pappone, responsabile dell’Aritmologia Clinica ed Elettrofisiologia del Policlinico San Donato e dal cardiologo spagnolo Josep Brugada, hanno messo a punto una tecnica che consente di eliminare completamente la malattia. Nel 1992 è stato Brugada, insieme al fratello Pedro, a fornire sul Journal of American College of CARDIOLOGIA Il super-lavoro manda in tilt il cuore Fino al 33% in più di rischio ictus CARDIOLOGIA Un palloncino medicato per riaprire le arterie occluse, anche delle gambe 124532 CARDIOLOGIA di Redazione Salute online Codice abbonamento: 0 Data 22-09-2015 Pagina Foglio 2 / 2 Cardiology la descrizione più completa della sindrome. SU MADE.COM Tecnica di ablazione 10% di sconto su divani e poltrone Hanno dimostrato che alcuni pazienti già sottoposti all’impianto di un defibrillatore, una volta sottoposti all’ablazione di una regione particolare del ventricolo destro, sono guariti senza mostrare, dopo 6 mesi, alcun segno della malattia. Una tecnica di ablazione “al bersaglio”, che con una corrente elettrica a radiofrequenza brucia selettivamente le cellule cardiache responsabili della patologia genetica ereditaria, dopo averle individuate attraverso un mappaggio elettromagnetico del ventricolo. Quattordici i pazienti protagonisti dello studio, CARDIOLOGIA Pressione più bassa e cuore sano: (ennesimo) elogio della pennichella maschi, età media 39 anni, già portatori di un defibrillatore impiantabile. Dal giorno dell’intervento (il primo è stato eseguito lo scorso novembre) hanno l’elettrocardiogramma normale e nessun segno clinico di malattia, e possono sperare nell’espianto del defibrillatore. I medici lo ritengono fattibile «dopo un anno senza sintomi e con Ecg normale». Lo studio è stato ideato e realizzato dapprima presso il Maria Cecilia Hospital di Cotignola (Ravenna) e concluso presso il Policlinico di San Donato Milanese. «È il primo studio al mondo - ha affermato Pappano - in cui una malattia genetica può scomparire applicando una particolare corrente elettrica attraverso un sondino che raggiunge la superficie del ventricolo destro». CARDIOLOGIA Diabete, intervento chirurgico più efficace dei farmaci DERMATOLOGIA Sudorazione eccessiva, come combatterla Come avviene l’intervento L’intervento è in anestesia generale e prevede un ricovero di 3-4 giorni. «Con un ago, pungendo la parte inferiore dello sterno - spiega Pappone - introduciamo un sondino che viene spinto fino a raggiungere la superficie esterna del cuore (l’epicardio) e ne rileva i segnali elettrici. In questo modo ricostruiamo l’anatomia e l’attività elettrica dell’organo, individuando con precisione il punto esatto del ventricolo destro in cui si esprime la malattia». La zona da bruciare può essere più o meno estesa: «Da alcuni centimetri quadrati a molti, fino ad arrivare a un terzo dell’intero ventricolo. In base all’estensione della patologia potranno quindi essere necessarie da 5 a 30 applicazioni di energia a radiofrequenza. Nelle forme più aggressive, poi, oltre alla Brugada possiamo trovare una displasia del ventricolo destro. Nel 15% dei pazienti le due condizioni coesistono e si potenziano l’una con l’altra, aumentando ulteriormente il rischio di morte improvvisa». CARDIOLOGIA Pressione alta, fumo e sovrappeso? Il tuo cuore ha vent'anni più di te CARDIOLOGIA Freddo killer per il cuore: rischio infarto a basse temperature Un orologio che non perdona I numeri non sono piccoli. «In Europa la Sindrome di Brugada ha una diffusione relativa - riferisce Pappone - e in Italia si stima nascano da 0,4 a 1,7 bimbi malati ogni 10mila, con una prevalenza dello 0,7-2,5%. Ma questo dato sale al 6% in Francia, all’11% nelle nazioni del Medio Oriente e al 12% in Thailandia». Questi bambini vengono alla luce con dentro «un orologio che indica l’ora in cui il loro cuore un giorno si fermerà, e la grande sfida è identificarli prima che accada. Dei pazienti italiani, uno su tre è ad alto rischio di morte improvvisa e un terzo di questi non sa di avere la patologia. O perché non ha mai fatto un Ecg, o perché inizialmente nel tracciato l’alterazione non compariva. Oppure perché la prima manifestazione clinica della malattia è stata la morte per arresto cardiaco». MYBEAUTYBOX La bellezza ai prezzi più bassi del web DIZIONARIO DELLA SALUTE Cerca una parola vai DOPO AVER LETTO QUESTO ARTICOLO MI SENTO... I PIÙ LETTI OGGI SETTIMANA MESE Codice abbonamento: corpo umano 124532 vai 22 settembre 2015 (modifica il 22 settembre 2015 | 17:19) © RIPRODUZIONE RISERVATA