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Schianto sulla To-Sv: morti 2 giovani

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Schianto sulla To-Sv: morti 2 giovani
AL AO AT BI CN NO VB VC
LA STAMPA
LUNEDÌ 20 GIUGNO 2016
.
Piemonte e Valle d'Aosta .51
L’incidente di notte a pochi chilometri da Carmagnola, autostrada chiusa per ore
Un altro conducente
Schianto sulla To-Sv: morti 2 giovani
“Volevo salvarlo
Non ho potuto
Le vittime sono di Savigliano e Villafranca. Il Suv su cui viaggiavano ha preso fuoco per le fiamme”
Stavano tornando a casa dopo una serata trascorsa con
gli amici, erano allegri, felici,
ma le loro giovani vite si sono bruscamente spezzate alle 4,45 di domenica sull’autostrada Torino-Savona, a pochi chilometri dal casello di
Carmagnola. L’«Audi Q5»
sulla quale viaggiavano
Christian Comandù, 26 anni,
di Savigliano e Alessia Cavallone, 22, di Villafranca
Piemonte, è rimasta coinvolta in un incidente con un furgone e un pullman che viaggiavano verso Savona.
Il potente Suv, probabilmente guidato da Comandù,
si è ribaltato al centro della
carreggiata e pochi istanti
dopo ha preso fuoco. Il giovane, che avrebbe compiuto 27
anni fra un mese, è morto intrappolato fra le lamiere.
L’amica è stata sbalzata fuori
dall’abitacolo, l’impatto con
l’asfalto è stato violentissimo
ed è morta sul colpo.
In base alle prime ricostruzioni, ancora tutte da
verificare da parte delle forze dell’ordine, a innescare la
terribile carambola sarebbe
stato un tamponamento tra
l’Audi e un piccolo camion
frigorifero carico di alimentari. Sulla dinamica, ancora
da confermare, proseguono
gli accertamenti condotti
dalla polizia stradale di
Mondovì.
Gli investigatori, coordinati dalla Procura di Asti,
stanno cercando di ricostruire con esattezza e ufficialità
come l’«Audi Q5», sulla quale viaggiavano le vittime, sia
rimasta coinvolta nell’incidente prima di prendere
fuoco. Dopo l’urto, il Suv pare sia stato colpito da un au-
Agente immobiliare
Impiegata
Il ventiseienne Christian Comandù, che si era diplomato
all’Istituto per geometri di Savigliano, successivamente
aveva lavorato insieme al papà Pier Giorgio, nello studio
da geometra cittadino. Da un
paio d’anni, invece, aveva deciso di aprire un’agenzia immobiliare, con sede in via Sant’Andrea, sempre a Savigliano. Oltre al papà Pier Giorgio
e alla mamma Carla, Christian Comandù lascia la sorella Erika, 25 anni.
Alessia Cavallone, oltre al fratello Mattia, 21 anni, lascia papà Fabrizio e mamma Lorenza. Aveva studiato al Linguistico Soleri a Saluzzo; in quarta era andata in Australia. La
sua ex professoressa di Italiano Rossella Scotta la ricorda
«determinata, positiva, proiettata verso la curiosità e desiderosa di vivere il mondo».
Si era iscritta a Economia a
Torino. Lavorava in ufficio a
Savigliano. [M. MAS. - Z. M. - GI. S.]
«Ho provato ad aiutare quel
povero ragazzo, ma la macchina ha preso fuoco e non ho potuto fare più niente». Ieri mattina Simone Sedda, 28 anni,
stava tornando a Carmagnola
dopo aver partecipato a una
festa di compleanno a Torino
assieme al fratello, alla cognata e a un’altra coppia di amici.
Era alla guida della sua Citroen Picasso quando improvvisamente si è visto venire addosso la grossa sagoma dell’Audi: «Non
so cosa sia
successo
prima, ma
ho fatto in
tempo a vedere quell ’a u t o b u s
che colpiva
in pieno la Simone Sedda
Q5. Ho cer- (28 anni)
cato di evitarla, ma è stato inutile, però
sono riuscito a non perdere il
controllo della mia auto».
Quando la Citroen si è fermata ai margini della carreggiata il suo primo pensiero è stato per i suoi amici: «Hanno
tutti riportato qualche ferita,
alla spalla, alla testa e sul volto, ma niente di particolarmente grave per fortuna. Io
mi sono rotto una caviglia, ma
in quel momento l’adrenalina
non mi faceva sentire il dolore. Ho fatto scendere tutti dall’auto e poi mi sono avvicinato
al Suv. Ho tentato di far uscire
quel ragazzo, ma ormai credo
fosse troppo tardi». L’Audi era
completamente schiacciata e
dopo lo schianto con la Golf
c’è stato uno scoppio e si è incendiata: «Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto. Non mi
sento un eroe, avrei voluto salvarli tutti».
[M. MAS.]
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Alessia Cavallone
I soccorsi
L’incidente è avvenuto a pochi chilometri dal casello di Carmagnola. L’Audi Q5 sulla quale
viaggiavano i giovani si è ribaltata al centro della carreggiata e poco dopo ha preso fuoco
tobus privo di passeggeri e subito dopo da una «Citroen Picasso» con a bordo cinque giovani carmagnolesi.
Dopo, ci sarebbe stato l’ultimo schianto contro una
Volkswagen Golf: la «Q5» si è
incendiata e tutti i tentativi di
soccorrere i due ragazzi sono
stati inutili.
Per almeno sette ore, vigili
del fuoco, polizia stradale di
Mondovì, una pattuglia della
sottosezione di Torino e «118»
hanno lavorato ai soccorsi.
Sull’autostrada in direzione
Savona, chiusa al traffico fino
alle 11,53, oltre ai resti carbonizzati del Suv, sono stati trovati anche cibo, tovaglioli, stoviglie. Sono fuoriusciti dal furgone dov’erano sistemati e si
sono dispersi per 200 metri
del tratto autostradale.
Il traffico è stato riaperto
solo su una corsia; l’altra è stata chiusa per i lavori di messa
in sicurezza del manto stradale danneggiato dal rogo. Le
salme sono composte nella camera mortuaria dell’ospedale
S. Lorenzo di Carmagnola.
Racconigi, appello del sindaco
Christian Comandù
All’istituto agrario di Novara tre indagati
Crolla parete dell’ex ospedale psichiatrico Botte e insulti ai compagni di classe
“La Regione adesso deve intervenire”
I bulli incastrati dai video sui cellulari
ALDO MANO
RACCONIGI
L’altra notte a Racconigi è
crollata quasi un’intera facciata, sul lato sud del padiglione Chiarugi, dal lato interno, in una zona vietata al
pubblico. Con alcune decine
di metri quadrati di muro è
crollata anche la sottostante
soletta del pavimento.
L’immobile di proprietà
dell’Asl Cn1 fino alla metà degli Anni ’80 ospitava l’ospedale psichiatrico; è in stato
abbandono e manifesta da
tempo il pericolo di crolli e
cedimenti. A cura dell’Asl sono stati eseguiti negli ultimi
due anni lavori per la messa
in sicurezza nel padiglione
principale che si affaccia su
via Ormesano, una delle più
trafficate delle città, e sulle
trasversali vie Fiume e Lobetto. Dai rilievi geologici
eseguiti ad inizio anno dall’Azienda sanitaria e dal Comune, era emerso che l’edificio di circa 13 mila metri quadrati, costruito nel tardo
1700, accusa forti principi di
cedimenti strutturali, dovuti
soprattutto alla mancanza di
manutenzione dei tetti.
«Poteva andare peggio»
Quanto è accaduto l’altra
La denuncia
MARCO BENVENUTI
NOVARA
La parete crollata nel padiglione dell’ex ospedale psichiatrico
notte è un segnale che desta
forti preoccupazioni. «Si è verificato quello che ormai ci si
aspettava – dice il sindaco di
Racconigi Giampiero Brunetti
-. Per fortuna il crollo è avvenuto in una zona non aperta al
pubblico, ma se fosse successo
sul lato Nord, in pieno centro
cittadino, le conseguenze sarebbero state ben peggiori».
Continua: «Sono amareggiato, per il silenzio della Regione. Nei mesi scorsi si sono
tenute tre Conferenza dei servizi, alle quali da Torino non si
è presentato nessuno». Secondo Brunetti la Regione ha giustificato l’assenza dicendo che
l’ex «neuro» di Racconigi sa-
rebbe di competenza dell’Asl,
che riceve contributi regionali.
Ad incastrarli, assieme alle dichiarazioni sofferte delle vittime, anche un video fatto col
telefonino in classe. Quello
stesso video che i tre studenti
ora accusati di essere dei bulli
usano per difendersi: «Se fosse bullismo, non ci saremmo
fatti riprendere». Documenta
senza lasciare spazio all’immaginazione i dileggi, le offese e le aggressioni fisiche e
psicologiche (anche con armi
come bastoni e coltelli) che
tre allievi minorenni, fra cui
un disabile, subivano ad opera
dei compagni più grandi.
A scuola e sui social
Nulla di fatto sulla vendita
«Ho scritto più volte al presidente Sergio Chiamparino, al
vice Aldo Reschigna e all’assessore alla Sanità Antonio Saitta:
fino ad oggi neanche non ho ricevuto risposta - conclude Brunetti -. Mi auguro che, dopo un
segnale del genere la Regione
sia disponibile a ragionare sul
progetto di recupero elaborato
dal Comune». A febbraio l’Asl
aveva emesso un avviso di pubblico interesse per un’eventuale
vendita, ma anche in questo caso non ci sono stati riscontri.
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Un’escalation di violenze partito poco dopo l’inizio dell’anno scolastico e continuato fino
ad aprile, quando è scattata la
denuncia ai carabinieri, proseguendo anche dopo con minacce: «Infami». E ancora insulti nelle chat e sui social.
Una escalation che ha reso necessario l’intervento della
magistratura. Il pubblico ministero Silvia Baglivo ha infatti ottenuto dal gip il «divieto di
avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offese»
a carico dei tre «bulli» indagati per stalking, estorsione, vio-
Le tre vittime
hanno
presentato
denuncia
ai carabinieri
Il pm ha
ottenuto
il divieto
di avvicinamento
lenza privata, porto di oggetti
atti ad offendere. Devono stare
ad una distanza minima di 300
metri dai loro ex bersagli, pena
misure più gravi come l’arresto.
Ha destato clamore, nella
città di Carolina Picchio, studentessa suicida perché vittima di cyberbullismo, il caso dell’istituto «Bonfantini» di Novara, scuola superiore per periti
agrari. E’ lì, in una classe quarta, che i due intervalli da dieci
minuti lungo la mattinata di lezioni si trasformavano in momenti di terrore. «Il rendimento di mio figlio - si legge nella denuncia riportata dal giudice
nella sua ordinanza - era calato
e a casa mostrava spesso ner-
vosismo e tensione». Un disagio
mai esternalizzato per paura.
«Solo dopo la sospensione dei
bulli mio figlio si è aperto e ci ha
raccontato cosa succedeva in
classe e cosa lui pativa. Raccontando quegli episodi gli veniva
da piangere. Voleva rinunciare
a quella scuola».
All’inizio i professori non
avevano dato peso alla cosa, le
violenze avvenivano nei momenti in cui non erano presenti.
Ad aprile, dopo un consiglio di
classe straordinario, il preside
aveva sospeso i bulli per una
settimana. C’è voluta però l’indagine dei carabinieri per porre fine alle violenze.
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