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Leggi o scarica il diario di viaggio
12-17 MARZO 2015
UN TRENO PER AUSCHWITZ
Diario
di
Viaggio
TORNARE PER RICORDARE
ISTITUTO
D’ISTRUZIONE
SUPERIORE
“L. SPALLANZANI”
Castelfranco Emilia
La macchina di morte messa in piedi dalla Germania
nazista si può raccontare in questi freddi numeri:
• 6 milioni di ebrei morti nei lager e negli omicidi di
massa perpetrati dai tedeschi e da alleati e collaborazionisti
• almeno 300.000 zingari di etnia Rom e Sinti morti
nei campi di concentramento (anche se numerose
altre stime riportano cifre che potrebbero raggiungere le 800.000 vittime)
• 300.000 esseri umani affetti da qualche tipo di disabilità mentale o fisica “eliminati” in nome dell’eugenetica e dell’“improduttività”
• 100.000 oppositori politici del regime nazista uccisi
(in maggioranza comunisti e liberali massoni)
• 25.000 omosessuali
• 5.000 testimoni di Geova
Numeri. Spesso approssimativi.
Tragicamente approssimativi.
Son morto ch’ero bambino
son morto con altri cento
passato per il camino
e adesso sono nel vento.
Ad Auschwitz c’era la neve
il fumo saliva lento
nel freddo giorno d’inverno
e adesso sono nel vento.
Ad Auschwitz tante persone
ma un solo grande silenzio
che strano non ho imparato
a sorridere qui nel vento.
Io chiedo come può l’uomo
uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni
in polvere qui nel vento.
Ancora tuona il cannone
ancora non è contenta
di sangue la bestia umana
e ancora ci porta il vento.
Io chiedo quando sarà
che l’uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si poserà.
Francesco Guccini, Auschwitz
PRIMA DI PARTIRE
Diario di
...............................................................................................................................
È notte fonda quando arriviamo al “lager”: ombre scure, bagnate
dalla pioggia, doloranti i piedi e il corpo, arsa la bocca.
Più di due ore all’aperto dura l’appello. Poi passiamo in un grande
salone, dove, assieme ai nominativi, ci prendono ogni cosa nostra.
Da oggi ognuno di noi è soltanto un numero. Io sono il 110449.
Mino Micheli: I vivi e i morti
Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i
capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero non
ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al
nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga.
Primo Levi: Se questo è un uomo
2
PRIMA DI PARTIRE
Il mio nome
3
PRIMA DI PARTIRE
Aspettative*
Cosa so
Cosa ho letto
Cosa ho visto
Cosa mi aspetto
Riflessioni
Ansie
Curiosità
4
*suggerimenti per la scrittura
PRIMA DI PARTIRE
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VERSO AUSCHWITZ
12 MARZO 2015
In viaggio
da IL TRENO VERSO L’AGONIA
Capitolo primo
Imbarco sul treno
Mio Dio – non è proprio come ci immaginavamo che fosse questo viaggio! Siamo stipati come sardine in un barattolo nei vagoni bestiame del treno. Ci sono soldati tedeschi
con i fucili con noi e la mamma è spaventata. (Io lo so che
lei lo è.) La mamma s’illude ancora che noi si possa scendere dal treno e dimenticare il nostro bagaglio e andarcene
a casa. Giù c’è la nonna a circa venti passi, ci guarda così
scioccata e sgomenta – sta piangendo – con le lacrime che
le scorrono sul viso, mentre ci fa un cenno di saluto con la
mano. In qualche modo io sento che non la rivedremo mai
più. Il treno comincia a muoversi, mamma e io guardiamo la
Nonna, finché non scompare alla vista. Alle ore 16 ognuno
nel nostro vagone è molto quieto e nessuno sta parlando.
Alcuni stanno piangendo sommessamente – e io sono felice
di avere il mio diario e due matite. Mi sono rifugiata nell’angolo più lontano possibile, così era come se avessi una stanza
per scrivere. È quasi mezzanotte – la luna è così grande – noi
stiamo attraversando grandi campi.
Diario segreto dell’olocausto
di Nonna Lisowskaja Bannister
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12 MARZO 2015
VERSO AUSCHWITZ
Una notte sul treno*
L’atmosfera
Le persone
Gli incontri
Il pensiero corre
Vedo
Ho lasciato
Cosa incontrerò
*suggerimenti per la scrittura
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CRACOVIA
13 MARZO 2015
In viaggio
Nel 1936, vale a dire ventidue anni fa, il treno locale
Ferrara-Bologna, in partenza ogni mattina da Ferrara qualche minuto prima delle sette, percorreva i quarantacinque
chilometri della linea in non meno di un’ora e venti minuti(...). Di solito il treno si componeva di sei carrozze soltanto: cinque di terza classe e una di seconda. Ricordo non
senza rabbrividire le mattine del dicembre padano, le buie
mattine degli anni in cui, studenti universitari a Bologna,
dovevamo alzarci con la sveglia(...) Il tram si fermava finalmente davanti alla stazione; balzavamo a terra; dopo
pochi istanti ci trovavamo sul treno sbuffante da ogni parte
candidi getti di vapore. Nel corso del suo pigro trasferimento dal buio fitto di Ferrara alla luce di certi mattini bolognesi-luce intensa, sfolgorante, con il colle di San Luca
bianco di neve, e con le cupole delle chiese, color verde
rame, che spiccavano quasi in rilievo sul rosso mare dei
tetti e delle torri-,il treno raccoglieva via via dalle piccole e minime stazioni dislocate lungola linea gente sempre
nuova.
Giorgio Bassani, da Gli occhiali d’oro
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13 MARZO 2015
CRACOVIA
In viaggio
E gli sportelli sbattuti al chiudere
paiono oltraggi: scherno par l’ultimo
appello che rapido suona:
grossa scroscia su’ vetri la pioggia.
Già il mostro, conscio di sua metallica
anima buffa, crolla, ansa, i fiammei
occhi sbarra; immane pe’l buio
gitta il fischio che sfida lo spazio.
Giosue Carducci
Alla stazione in una mattina d’autunno
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CRACOVIA
13 MARZO 2015
Arrivo*
Immagini di una stazione
Le voci e gli incontri di oggi
Occhi
Volti
Corpi
Immagini
Ripensando a ieri
12
*suggerimenti per la scrittura
13 MARZO 2015
CRACOVIA
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14
15
AUSCHWITZ II BIRKENAU
14 MARZO 2015
Arbeit macht frei
*
Mentre mi avvicino, durante il percorso, guardo
dal fi nestrino e osservo: il paesaggio, la strada, la
gente, le case...
Quali pensieri?
Mi colpisce...
Mi immagino...
Sento...
Gli altri intorno a me
Silenzi
Visioni
La terra che calpesto
16
*suggerimenti per la scrittura
14 MARZO 2015
AUSCHWITZ II BIRKENAU
Il lavoro rende liberi
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18
19
LEGGERE LEGGERE LEGGERE
“Ma a quelle domande avrebbe potuto anche rispondere un
urlo furibondo, disumano: così alto che tutta la città..., l’avrebbe udito con orrore”
G. Bassani, Cinque storie ferraresi
“Bisogna che costruisca della vita con tutta questa morte.
E il modo migliore per riuscirvi è la scrittura”
J. Semprún, La scrittura o la vita
“Il genocidio ebraico è il solo genocidio della storia messo in
atto allo scopo di un rimodellamento biologico dell’umanità, il
solo completamente privo dinatura strumentale, il solo in cui
lo sterminio delle vittime non fu un mezzo, ma un fine in sé”
E. Traverso, La singolarità storica di Auschwitz
“Allora per la prima volta vidi in grande quantità i cadaveri
di individui gasati, e ciò provocò in me un malessere, un brivido, benchè mi fossi figurata peggiore la morte col gas. Avevo
sempre immaginato un orribile soffocamento, invece i cadaveri
non mostravano affatto tracce di contrazioni o di spasmi.”
R. Höss, Comandante ad Auschtwiz
“I sommersi, anche se avessero avuto carta e penna, non
avrebbero testimoniato, perché la loro morte era cominciata
prima di quella corporale. Settimane e mesi prima di spegnersi,
avevano già perso la virtù di osservare, ricordare, commisurare
ed esprimersi. Parliamo noi in loro vece, per delega.”
P. Levi, I sommersi e i salvati
“È meglio trovarsi fra i perseguitati che fra i persecutori”
Danilo Kiš, Clessidra
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LEGGERE LEGGERE LEGGERE
L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
l’ultima
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto: i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere del castagno
nel cortile.
Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.
Pavel Friedman (1921 – 1944), La farfalla
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AUSCHWITZ II BIRKENAU
14 MARZO 2015
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Salvatore Quasimodo, Alle fronde dei salici
22
14 MARZO 2015
AUSCHWITZ II BIRKENAU
VOCABOLARIO I*
Umano
Disumano
Dolore
Paura
Orrore
Freddo
Fame
Folla
Filo Spinato
Silenzio
Soldati
Odore
Morte
*suggerimenti per la scrittura
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24
25
AUSCHWITZ I
15 MARZO 2015
Arbeit macht frei
*
Mentre mi avvicino, un altro campo,
ma quanti?
Dove va il mio pensiero
Cosa vedo
Cosa provo ora
Cosa vorrei dire
Cosa vorrei urlare
Sentimenti
Emozioni
26
*suggerimenti per la scrittura
15 MARZO 2015
AUSCHWITZ I
Il lavoro rende liberi
27
28
29
AUSCHWITZ I
15 MARZO 2015
Arbeit macht frei
VOCABOLARIO II*
Vittime
Malattia
Carnefici
Piedi
Figli
Mani
Madri
Capelli
Padri
Oggetti
Angoscia
Urla
Crudeltà
Vita
Odio
Morte
Amore
Distacco
30
*suggerimenti per la scrittura
15 MARZO 2015
AUSCHWITZ I
Il lavoro rende liberi
31
32
33
AUSCHWITZ I
15 MARZO 2015
Arbeit macht frei
VOCABOLARIO III*
Razza
Razzismo
Popolo
Genocidio
Storie
Sogni
Voci
Nostalgia
Generazioni
Tempo
Annullamento
Memoria
Scrittura
34
*suggerimenti per la scrittura
15 MARZO 2015
AUSCHWITZ I
Il lavoro rende liberi
35
36
37
CRACOVIA
16 MARZO 2015
Una città*
Ieri
Oggi
Sensazioni
Immagini
Curiosità
Storia
38
*suggerimenti per la scrittura
16 MARZO 2015
CRACOVIA
Una città
39
40
41
IN TRENO
16 MARZO 2015
Ritorno
*
Come:
Ricordare
Cantare
Parlare
Fotografare
Disegnare
Scrivere
Cosa porto a casa
Cosa racconterò
Come mi sento
Cosa si dice intorno a me
Pensieri sui miei compagni di viaggio
42
*suggerimenti per la scrittura
16 MARZO 2015
IN TRENO
Ritorno
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44
45
PER NON DIMENTICARE
Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel
campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e
per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui
avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto
un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fi amme che bruciarono
per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha
tolto per l’eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono
il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero
il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche
se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.
Elie Wiesel
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PER NON DIMENTICARE
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per la via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi
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Per collegarsi al blog prima, durante, dopo il viaggio
http://www.cgilmodena.it/spi/memoria/il-treno-della-memoria/
Diario
di
Viaggio
TORNARE PER RICORDARE
RAGAZZI DELL’ISTITUTO SPALLANZANI DI CASTELFRANCO EMILIA
E ADULTI DELLO SPI DI MODENA
SCRIVONO IL LORO DIARIO DI VIAGGIO AD AUSCHWITZ
Progetto di Adriana Barbolini
Fly UP