Obbligazioni: i migliori rendimenti sul Mot. E poi occasioni di bond
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Obbligazioni: i migliori rendimenti sul Mot. E poi occasioni di bond
Cedole & dividendi Obbligazioni: i migliori rendimenti sul Mot. E poi occasioni di bond con alti “yield” più le relative azioni: l’“oil” americano è a sconto! Volatilità non solo in ambito azionario, ma anche (e in alcuni casi altrettanto violenta) in quello obbligazionario: le ultime settimane hanno già evidenziato quello che potrebbe essere il tema portante del 2015. Colpiti soprattutto i titoli più speculativi e in particolare quelli del comparto energetico, su cui si aprono prospettive interessanti. Cominciamo però a vedere cosa succede ai bond quotati sul Mot. Ponendosi uno “step” di rendimento al 3% lordo, riferito a emissioni in euro con lotto minimo basso, si evidenzia un quadro alquanto limitato: Amara Grecia! I titoli ellenici rendono ora oltre il 10%. Una nuova rinegoziazione del debito è possibile. L’unica prospettiva sta in un trading molto stretto, legato alle notizie di giornata, con rimbalzi, nelle ultime settimane, comunque ben minori rispetto ai ribassi. Nella fase attuale è opportuno astenersi da qualsiasi puntata su questo emittente, in attesa quanto meno dei risultati delle elezioni politiche del 25 gennaio. Il titolo migliore da monitorare è il 4,7% scadenza 2019 (Isin GR0114028534), che quota sugli 80. PSA e Telecom al 2033 Gli unici “corporate” che garantiscono ancora rendimenti oltre il 3% sono quelli di PSA Tresorerie (gruppo Peugeot) e di Telecom, con vita residua di 18 anni. Gli attuali rendimenti risultano rispettivamente del 5,03 e del 4,8%. Il miglioramento del quadro finanziario del gruppo Peugeot ha spinto al rialzo il bond PSA Tresorerie, molto regolare nel trend di crescita della quotazione (ora 111,6). Più volatile il Telecom, che quota a 134. Interessante per quest’ultimo il supporto testato già più volte a 126/127, su cui si innesta di solito un rimbalzo di alcuni punti. Di poco oltre il 3% si collocano ancora tre dei nostri titoli di Stato, tutti con scadenza molto lunga. Qui i Un po’ di volatilità si registra, ma all’interno di livelli comunque stabili (10%). I fattori di rischio non PSA 6% 2033 (Isin FR0010014845) Telecom 7,75% 2033 (Isin XS0161100515) Btp lunghi, sperando in Draghi Btp 4,75% 2044 (Isin IT0004923998) Btp 5% 2039 (Isin IT0004286966) Btp 4% 2037 (Isin IT0003934657) margini di manovra sono ridotti, perché ai massimi storici. L’unica speranza viene da un consistente intervento della Bce di acquisto di governativi, ma le possibilità di crescita appaiono modeste. sono marginali, se si considerano sul lungo termine le incertezze strutturali italiane e sul breve le scelte della Bce, che potrebbero deludere. Il più reattivo? Il 2037, che pur avendo registrato negli ultimi tempi una volatilità leggermente minore rispetto agli altri è più sensibile alle variabili di mercato. Se l’euro dà poche soddisfazioni, diverso è il quadro per le emissioni in altre valute, fra le quali si ottengono rendimenti decisamente più elevati, assumendosi naturalmente il rischio cambio. Ecco i primi cinque: Emittente Banca Imi Banca Imi Bei Bei Bei Cedola / Valuta 6,4% TRY 8,6% TRY 8,375% ZAR 8,25% ZAR 8,5% TRY Scadenza 19/4/2016 17/6/2017 29/7/2022 13/9/2021 25/7/2019 Isin IT0004918410 IT0005026833 XS1090019370 XS1072624072 XS0995130712 Rendimento 8,9% 8,7% 7,8% 7,6% 7,6% Questo il quadro delle relative valute. La lira turca (Try) da gennaio del 2014 è entrata in un canale di lento rafforzamento sull’euro, interessante perché caratterizzato da un’erraticità accentuata, tradottasi in occasioni di ottimo trading. Oggi si muove sui 2,71 contro euro, ma eventuali debolezze sotto i 2,90 (meglio ancora 2,95) sono occasioni per investire sui relativi bond. E’ più probabile comunque che si assista ora a una progressiva ma non accentuata volatilità, che ha già caratterizzato in passato il passaggio sulla fascia di quotazione 2,71-2,69. Il dato di crescita del Pil turco è stato nel 2014 dell’1,7%, con inflazione all’8,17% e tasso di interesse all’8,25% . La bilancia commerciale risulta negativa, ma lo è ormai strutturalmente da molto tempo. Proprio questo fattore non dovrebbe portare a un forte miglioramento della lira contro l’euro, il che – nella fase attuale – favorisce gli investitori più audaci, se pronti a cavalcare eventuali ulteriori momenti di debolezza della valuta. Il rand sudafricano (Zar) attraversa una fase abbastanza simile a quella del Try. Oggi si colloca sui 13,6 contro euro e anche qui è possibile una fase di erraticità. Nel caso di un eventuale ritorno sui 14,6 scatterebbe un bel segnale di acquisto di obbligazioni in tale valuta, ma se ciò succedesse si tratterebbe probabilmente di picchi di brevissima durata. Nel 2014 il Pil sudafricano è cresciuto dell’1,4%, con un’inflazione al 5,8% e tassi di interesse al 5,75%. La bilancia commerciale è negativa e appesantita dalle difficoltà del mercato aurifero e delle materie prime in generale, di cui il Paese è esportatore. OCCASIONI D’ORO? SI’ DAI BOND E DALLE AZIONI DEL PETROLIFERO Occorre subito precisarlo: in questo caso le obbligazioni, tutte a piccolo lotto, che segnaliamo sono trattate o su Deutsche Boerse o sull’ “over the counter” (non regolamentato): quindi si acquistano solo mediante “private (i migliori), intermediari bancari (quelli svegli) e Sim, ma non mediante piattaforme di trading. A chi sostiene che le obbligazioni hanno in questa fase poco “appeal” segnaliamo un mondo di emissioni con alti rendimenti, rischi medi o medio-alti e – ma soltanto in alcuni casi – essendo riferite a società quotate in Borsa, parallelamente con alti dividendi per le corrispondenti azioni. Riguardano il comparto statunitense delle “oil companies”, toccate dal calo del prezzo del greggio, evento chiaramente anomalo e certamente guidato da ben precisi interessi. Quello che importa in questa fase è trovare bond con alti “yield” e riferiti a società con forti business o in pieno sviluppo. Ecco una selezione di alcune situazioni di questo tipo. Per tutte indichiamo il free cash flow (flusso di cassa operativo), a riferimento dell’attuale situazione finanziaria. I rendimenti da dividendi si riferiscono al rapporto fra quelli distribuiti nel 2014 e l’attuale quotazione di mercato. E’ possibile che nel 2015 in alcuni casi si assista a una riduzione degli utili. Transocean: è uno dei maggiori specialisti mondiali di perforazioni offshore. Ha sede in Svizzera, ma opera soprattutto attraverso la filiale statunitense. Rating Moody’s Baa3. Free cash flow positivo al 30 settembre 2014 (517 milioni di USD). Obbligazione Cedola Scadenza Isin Prezzo 79 $ 6,8% 15/3/2038 US893830AT68 Titolo quotato alla Deutsche Boerse – domicilio Isole Cayman Rendimento 9,2% Obbligazione Cedola Scadenza Isin Rendimento Prezzo 89,7 $ 6,5% 15/11/2020 US893830AY53 8,7% Titolo quotato alla Deutsche Boerse – domicilio Isole Cayman Azione Dividendi 2014 Prezzo 16 CHF 2,78 CHF Titolo quotato alla Borsa di Zurigo Periodicità Trimestrale Isin CH0048265513 Rendimento 17,3% Chesapeake Energy: secondo produttore statunitense di gas, ma presente anche nel settore petrolifero. Rating Moody’s Ba1. Free cash flow negativo al 30 settembre 2014 (749 milioni di USD). Obbligazione Cedola Scadenza Prezzo 101 $ 5,75% 15/3/2023 Titolo quotato alla Deutsche Boerse – domicilio Usa Isin US165167CL94 Rendimento 5,7% Azione Dividendi 2014 Prezzo 18,4 $ 0,35 $ Titolo quotato al Nyse Isin US1651671075 Rendimento 1,9% Periodicità Trimestrale California Resources: da metà novembre 2014 è uno “spin-off” del gruppo Occidental Petroleum Corporation ed è specializzata in estrazioni petrolifere e di gas in California. Rating Moody’s Ba1. Free cash flow positivo al 30 settembre 2014 (322 milioni di USD). In questo caso non è disponibile il rendimento da dividendi, trattandosi di una società che ha avviato la quotazione in Borsa a novembre dello scorso anno. Obbligazione Cedola Scadenza Prezzo 81,4 $ 5,5% 15/9/2021 Titolo quotato alla Deutsche Boerse Isin Rendimento USU1303AAB27 9,6% Azione Dividendi 2014 Prezzo 4,9 $ Non distribuiti Titolo quotato al Nyse Isin US1651671075 Periodicità // Rendimento // Bonanza Creak Energy: l’azienda opera nel settore dello “shale oil” in Colorado e Arkansas. Rating di Moody’s B3. Free cash flow negativo al 30 settembre 2014 (232 milioni di USD). La società non ha ancora distribuito dividendi. Obbligazione Cedola Scadenza Prezzo 87,4 $ 6,75% 15/4/2021 Titolo quotato alla Deutsche Boerse Isin US097793AB95 Rendimento 9,7% Azione Dividendi 2014 Prezzo 23,8 $ Non distribuiti Titolo quotato al Nyse Isin US0977931031 Rendimento // Periodicità // Kosmos Energy: società specializzata in ricerche petrolifere nell’area dell’Oceano Atlantico, sfruttando anche nuove tecnologie. Rating B di S&P. Free cash flow negativo al 30 settembre 2014 (16,7 milioni di USD). Obbligazione Cedola Prezzo 90,5 $ 7,875% Titolo quotato “over the counter” Scadenza 1/8/2021 Isin Rendimento USG5315BAA55 10,1% Azione Dividendi 2014 Prezzo 8,4 $ Non distribuiti Titolo quotato al Nyse Periodicità // Isin Rendimento BMG5315B1072 // Vanguard Natural Resources: società attiva nell’acquisto e gestione di aree estrattive petrolifere e del gas a elevato rendimento. Rating B1 di Moody’s. Free cash flow negativo al 30 settembre 2014 (723 milioni di USD). Obbligazione Cedola Prezzo 88 $ 7,875% Titolo quotato “over the counter” Scadenza 1/4/2020 Isin US92205CAA18 Rendimento 11,2% Azione Dividendi 2014 Prezzo 15,8 $ 2,51 $ Titolo quotato al Nyse Periodicità Mensile Isin US92205F1066 Rendimento 15,9% Penn Virginia: anche questa è una società specializzata in estrazioni di petrolio e gas, soprattutto nel Texas. Rating B3 di Moody’s. Free cash flow negativo al 30 settembre 2014 (93,2 milioni di USD). Obbligazione Cedola Prezzo 81 $ 8,5% Titolo quotato “over the counter” Scadenza 1/5/2020 Isin US707882AE64 Rendimento 14,1% Azione Dividendi 2014 Prezzo 6,2 $ Non distribuiti Titolo quotato al Nyse Periodicità // Isin US7078821060 Rendimento // Punti forti e punti deboli a confronto I “plus” ● Titoli fortemente penalizzati negli ultimi mesi, sia sul fronte delle obbligazioni sia su quello delle azioni: hanno forti margini di rimbalzi I “minus” ● Nessuna di queste obbligazioni è acquistabile mediante piattaforma di trading ● Bond con “yield” interessanti ● Elevata concentrazione su un solo settore ● Possibilità di scegliere fra emittenti più solidi ed emittenti meno solidi, per posizioni di medio o solo di corto respiro ● L’“oil” e soprattutto lo “shale oil” Usa non producono più margini. C’è chi parla di possibili “default”. Per ora sono solo previsioni catastrofiste ● Tutte le obbligazioni hanno lotti minimi ● Molte scadenze sono ravvicinate piccoli (o 1000 o 2000 $) e sono liquide (2020-2021), il che non è un fatto positivo ● Il prezzo del greggio è prossimo ai suoi minimi. Un rimbalzo è possibile nel ● Rilevante esposizione all’high yield corso del 2015 Usa, che ha buone prospettive nel 2015, ma che è anche più sensibile a eventuali ● Molti analisti e gestori ritengono che cattive notizie sui trend macroeconomici sia questo il settore su cui si guadagnerà nei prossimi due anni. ● In alcuni casi si raschia un pò in fondo al barile (ed è proprio il caso di dirlo, ● Nessun impatto dal rischio tassi Fed. visto che si tratta di petrolio!) Quasi tutti i bond (eccetto uno) quotano sotto 100. ● Comprare oggi in dollari Usa? Una parte della spinta da debolezza dell’euro ● Alcune di queste società sono è certamente venuta meno passibili di acquisizioni nei prossimi mesi o anni E le “major oil”, cioè le giganti, offrono occasioni altrettanto interessanti? Ne scriveremo in una prossima puntata. Tutte le quotazioni si riferiscono alle ore 15.00 di lunedì 12/1/2015 Lorenzo Raffo Lorenzo Raffo Giornalista professionista con 50 anni di professione sulle spalle, si è occupato soprattutto di settori economici. Ora scrive di finanza e principalmente di prodotti finanziari, che spesso “testa” in prima persona. Con gli occhi e la testa di chi sta realmente sui mercati.