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Manuale per l`Investigatore Privato e l`Agente di Sicurezza

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Manuale per l`Investigatore Privato e l`Agente di Sicurezza
Manuale per l’Investigatore Privato e l’Agente di Sicurezza 1
A Liliana, Dalila e Lavinia
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capitolo primo Il bisogno di sicurezza 3
1. Esiste la sicurezza in senso assoluto? Purtroppo i tragici eventi accaduti negli Stati Uniti l’11 settembre insegnano che anche un Paese così potente non è immune da attacchi e quindi la risposta è no, non si può garantire la sicurezza assoluta a nulla e nessuno. Soprattutto non ci si può affidare completamente alla tecnologia, ai vari apparati e “diavolerie” che possono dare l’illusione di protezione totale da tutti gli eventi dannosi, visto il grado di evoluzione raggiunto. Il futuro dipenderà da quanto verrà investito nella preparazione e addestramento dell’elemento umano: formare risorse umane destinate a questo compito così delicato, la protezione dei beni altrui (tra cui quello più importante,la vita), è la strada che bisognerà per-­‐
correre sempre. L’uomo ha capito, sin dai tempi in cui vestiva di pelli, che stare solo lo esponeva a tutti i pericoli che la natura riservava, quindi, riunirsi in pic-­‐
cole comunità dapprima, strutture più complesse poi, che hanno portato al formarsi delle moderne società, lo aiutava nel proteggere tutto ciò che gli era più caro. In seguito però sono cominciati a sorgere problemi derivanti dalla convivenza: i furti, le aggressioni, gli omicidi, le sommosse popolari, ed è nata l’esigenza di arginare questi fenomeni: l’uomo non doveva più difendersi dalla natura ma da se stesso. Ai giorni nostri lo studio della sicurezza ha raggiunto traguardi impensabili solamente cinquant’anni fa, ma non ci si può fermare e riposare sugli allori perché anche la criminalità segue lo sviluppo tecnologico ed escogita nuovi sistemi per farla franca. Sicuramente la chiave della soluzione del problema sta nell’educare le nuove generazioni alla convivenza pacifica e al ripudiare ogni forma di violenza ma, nel frattempo bisogna ancora contrastare il fenomeno. Questo manuale non ha la pretesa di colmare le lacune presenti nel campo della di-­‐
dattica in questo delicato settore, ma vuole essere un veloce percorso di for-­‐
mazione, una trattazione organica su ciò che l’operatore di sicurezza deve co-­‐
noscere per operare con efficacia e professionalità. È chiaro che, specialmente in questo ambito lavorativo, l’esperienza sul campo conta moltissimo ma per passare dalla fase di “manovalanza” della security a quella più strettamente professionale occorre di più che la semplice conoscenza “on the job”, sul cam-­‐
po. Un manuale dunque su un lavoro difficile ma fondamentale per la sicurezza e le ga-­‐
ranzie di ogni cittadino. 4
2. I bisogni fondamentali. Da sempre l’essere umano ha dei bisogni che in ordine di importanza sono: Bisogni fisiologici Bisogno di sicurezza Bisogni sociali (autostima, autorealizzazione,ecc.) Di tutti, la sicurezza è la condizione irrinunciabile per la soddisfazione degli altri bi-­‐
sogni sopra elencati. Dopo i bisogni fisiologici, è proprio il bisogno di sicurezza l’aspetto più importante da soddisfare per una vita serena. Noi esseri umani abbiamo innato un istinto di autoconservazione che ci fa notare i pericoli, è un istinto primordiale che basta poco a risvegliare, l’importante è riuscire a dominarlo e dosarlo bene affinché non diventi un atteggiamento nevrotico e prevenuto che ci rende paranoici. Se ci si riesce ecco che si acquisisce una corretta mentalità della sicurezza, cioè un aumento della vigilanza, della coscienza di noi stessi e del mondo che ci circon-­‐
da. Tutto è l’opposto di una unica cosa: la ripetitività, l’abitudine che addor-­‐
menta la coscienza fino a farci divenire disattenti a tutto ciò che ci circonda. È l’atteggiamento mentale, in finale, che ci aiuta ma non dobbiamo dare per scontato che lo si possieda sempre: dobbiamo coltivarlo, allenarlo a percepire in qualsiasi momento un potenziale pericolo, sapere come agire, quando agire e perché. Esercizi che sviluppano vigilanza,presenza a se stessi,valutazione dell’ ambiente cir-­‐
costante, percezione del pericolo, ottenimento dello spazio di sicurezza : 5
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Chiudere ogni tanto gli occhi e provare a descrivere le persone e gli ambienti che ci circondano Provare ad usare prima della vista il tatto, l’olfatto e l’udito In qualsiasi ambiente nuovo ci si trovi, localizzare le vie di fuga Provare a usare un travestimento veloce per rendersi invisibili nella massa Imparare ad uscire dialetticamente da una discussione che può divenire peri-­‐
colosa (magari una lite da traffico) Abituarsi a tenere uno spazio di sicurezza (almeno 40 centimetri) tra noi e l’interlocutore occasionale e a non avere nessuno alle spalle Appena svegli percorrere mentalmente la giornata che ci aspetta, alla sera ripercorrere ciò che abbiamo vissuto 3. Le regole di comportamento generali per la sicurezza Avere un comportamento appropriato in ogni occasione limita l’esposizione a peri-­‐
coli di diverso tipo, che siate un agente di sicurezza o no. Una delle prime rego-­‐
le da applicare stride con l’atteggiamento che vediamo sfoggiato tutti i giorni sui media da quasi tutti i personaggi giudicati “a la page”: avere un comporta-­‐
mento riservato, quindi non mettersi in mostra con atteggiamenti sopra le ri-­‐
ghe, non essere eccentrici, non sfoggiare denaro o possibilità economiche sopra la media, in sostanza il contrario di quello che la società di oggi considera lo sti-­‐
le vincente. Naturalmente non bisogna esagerare nemmeno in ostentazione di virtù o distacco dalle cose terrene, altrimenti si rischia di attirare l’attenzione per il motivo opposto, quindi “in media stat virtus”. L’imprevedibilità è amica della sicurezza: non prendere l’abitudine di fare sempre la stessa strada, di fre-­‐
quentare gli stessi ristoranti, lo stesso parrucchiere aumenta la nostra sicurezza e fa anche bene alla nostra psiche. Anche mantenere rapporti di buon vicinato rientra nelle regole della sicurezza, in modo da creare un nucleo di persone pronte a darsi una mano e a vigilare assieme. A proposito di condomini e di ca-­‐
sa, proteggere la nostra dimora è semplice se si seguono alcune regole: valuta-­‐
re se è il caso di installare porte blindate e inferriate alle finestre,mettere le tende alle finestre, che è un sistema semplice per evitare che chiunque possa vedere da fuori l’interno e magari fotografi eventuali oggetti di valore per pro-­‐
porli a ricettatori e in caso farli rubare. Quando si cambiano i collaboratori do-­‐
mestici è sempre il caso di cambiare le chiavi o il codice di ingresso se c’è la chiave elettronica. I precetti da tenere a mente per la sicurezza al telefono di casa possono sembrare ovvi ma vanno rinfrescati: non rispondere mai dicendo “Casa Rossi, buongiorno”;non far rispondere ai nostri bambini; superare i tenta-­‐
tivi di controllo di chi ci chiede di un membro della nostra famiglia non rispon-­‐
dendo “Non c’è, chi lo desidera?” diciamo piuttosto che al momento non può rispondere e facciamoci lasciare il numero del chiamante. Molto spesso poi le 6
continue chiamate a casa in orari diversi da parte di sconosciuti che affermano di essersi sbagliati sono azioni di verifica degli orari di permanenza in casa, quindi prestare attenzione. Cambiare alcune abitudini fa diventare più intelligenti
Lo dimostra un autorevole studio condotto in Gran Bretagna in cui quindici
volontari sono stati sottoposti ad un piano di “deroutinizzazione” della durata di sette giorni, obbligandoli a introdurre o cambiare almeno due abitudini
al giorno,il tutto accompagnato da un giro di vite alla dieta e con
l’introduzione di un’attività fisica moderata (30 minuti al giorno) ma costante. Al termine è
stato constatato un miglioramento del 40% delle loro prestazioni intellettive
in termini di memoria, senso dello spazio, creatività, parole e numeri.
I neuroni, insomma, si erano vivacizzati.
Alcune delle regole introdotte nel test:
impara vocaboli sconosciuti e usali
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usa il mouse con la mano sbagliata
•
fai la doccia ad occhi chiusi
•
cambia il solito tragitto casa-ufficio
•
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Mozart per migliorare i risultati scolastici
Le note del Flauto Magico o di Così fan tutte piuttosto che le sinfonie o le
messe, compreso il famoso Requiem, di Mozart azionano i geni che sovrintendono alla formazione delle sinapsi, i collegamenti tra i neuroni del
cervello. Non rendono più intelligenti, ma aiutano il cervello a funzionare
meglio e con maggiore rapidità. È ciò che hanno scoperto i ricercatori
dellʼUniversità Oshkosh del Wisconsin e secondo i loro studi le note di
Mozart potrebbero aiutare anche a rallentare gli effetti neurodegenerativi
di malattie come lʼAlzheimer o il Parkinson. Lʼ “effetto Mozart” viene studiato dal 1993, da quando venne pubblicato su Nature uno studio condotto su alcuni studenti, secondo cui bastava ascoltare musica del compositore austriaco per dieci minuti al giorno per migliorare i risultati scolastici.
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4. Quando non siamo in casa In casa nostra siamo relativamente sicuri, abbiamo un ambiente protetto e la perce-­‐
zione di sicurezza di solito è alta. Quando usciamo e ci immettiamo nella vita di tutti i giorni possiamo e dobbiamo tenere un comportamento di un certo tipo che (all’inizio, sembrerà difficile ma con l’allenamento ci verrà più fluido) dovrà farci provare una sensazione di altrettanta sicurezza: Prima di uscire guardiamo lo spioncino per vedere chi c’è sul pianerottolo: •
magari è una persona che semplicemente non vogliamo incontrare. Siamo sicuri di avere sempre a disposizione un biglietto dei mezzi pubblici e il •
cellulare carico Per strada camminiamo al centro del marciapiede, per avere uno spazio di si-­‐
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curezza intorno Prendiamo l’abitudine di non aver nessuno alle spalle e ai fianchi •
Abituiamoci a valutare quante persone abbiamo intorno, come sono vestite, •
le loro caratteristiche fisiche e a fotografarle mentalmente Muoversi sempre con passo rapido e sicuro per non essere fermati da que-­‐
•
stuanti o scocciatori Camminare fronteggiando il traffico, per non essere sorpresi alle spalle da •
moto o auto Non usare cuffiette per ascoltare la musica •
Ovviamente evitare strade buie, malfamate o senza via di uscita •
Tenere poco denaro nel portafoglio e ripartirlo in più tasche, per non sfoggia-­‐
•
re banconote da 500 euro per pagare un caffè Nei locali pubblici non dare mai spalle a una finestra o porta. Mettersi in una •
posizione laterale o con un muro alle spalle Fidarsi dell’istinto: evitare le persone che per qualche motivo non ci ispirano •
fiducia e non passare in mezzo a gruppi di sconosciuti Se possibile, uscire sempre in compagnia •
Fissare appuntamenti in luoghi frequentati •
Se disturbati entrare in un negozio e non in un androne, nemmeno quello di •
casa Se insultati o provocati non rispondere e non guardare negli occhi chi lo fa •
Parcheggiare la macchina in zone ben illuminate o controllate •
Usiamo cellulari con navigatore: eviteremo di chiedere la strada a sconosciuti •
Tenere in macchina: una torcia, un moschettone, una corda robusta, un om-­‐
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brello, la valigetta del pronto soccorso e un piccolo estintore Viaggiare sempre con serbatoio pieno •
Frequentiamo un corso di guida veloce •
Montiamo uno specchietto retrovisore a curvatura aumentata •
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Teniamoci sempre al corrente di orari e itinerari di cortei, manifestazioni, scioperi Guidare sempre al centro della strada per aver spazio per reagire a tentativi di blocco Guidando stare attenti dopo una curva, ai lavori in corso, ai blocchi stradali, a chi chiede aiuto per un incidente Aumentare la vigilanza quando siamo fermi ai semafori o accanto a furgoni e camion o quando la vettura davanti procede in modo da obbligarci a rallenta-­‐
re Se veniamo urtati o tamponati non usciamo immediatamente: è un trucco molto usato per rapinare Se vogliono fermarci e siamo in pericolo attirare l’attenzione delle forze dell’ordine con una guida scorretta Chiamare il radiotaxi e non servirsi di quelli parcheggiati, rifiutarsi di salire se c’è già un’altra persona Non mandare bimbi in taxi da soli Se non siamo sicuri del tassista facciamoci portare alla stazione ferroviaria o all’aeroporto e prendiamone un altro Non accettare da estranei bibite o sigarette (questo punto sembra così ovvio ma accade molto più frequentemente di quanto si creda!) 5. La sicurezza sul luogo di lavoro Sia che lavoriamo in ufficio, sia che dobbiamo proteggere il luogo di lavoro del no-­‐
stro capo, questi sono suggerimenti operativi da tener presenti: Rendere gli accessi controllati, dotare i visitatori di un pass visibile (natural-­‐
•
mente di un colore diverso da quello dei dipendenti) e accompagnarli sempre dove hanno chiesto di andare. Di solito, quando si è nuovi in un ambiente di lavoro, si tende a credere che •
ogni tizio sconosciuto che incrociamo nei corridoi sia un collega nuovo ma se lo o la vediamo aggirarsi senza una meta precisa fermiamoli e chiediamogli se possiamo aiutarli o se hanno bisogno di qualcosa, questo già potrebbe mette-­‐
re in difficoltà un intruso. È chiaro che non dobbiamo dare per buona la prima giustificazione che ci forniscono ma chiediamo conferma, in questi casi essere pignoli non è fuori luogo. Mai lasciare soli nella nostra stanza estranei e tantomeno colleghi: pensare •
che le persone siano tutte oneste è molto ingenuo. Nessuno poi deve poter portar via documenti o plichi senza il nostro permesso o senza prima averli controllati. Disporre di una cassaforte dove riporre tutto il materiale sensibile o docu-­‐
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menti importanti. 10
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•
Quando lasciamo momentaneamente l’ufficio non lasciare borse, portafogli. D’estate chiudere le finestre oltre che le porte. Creare uno spazio sicuro dove poter far esaminare la posta in entrata, se ab-­‐
biamo timori di essere oggetto di attentati e arrivano buste o pacchi da indi-­‐
rizzi sconosciuti. Effettuare periodicamente una “bonifica” elettronica delle stanze dove si ten-­‐
gono riunioni e delle linee telefoniche. Attenzione alle domande o richieste insolite fatte da estranei o colleghi di altri uffici e se c’è un servizio di sicurezza riferirlo: è molto importante collaborare. Dobbiamo pretendere che lo staff della security lavori in maniera efficiente e affidabile: occhio ai fannulloni e agli incompetenti. In sostanza le procedure da adottare per rendere sicuro il nostro luogo di la-­‐
voro sono intuitive e gli accorgimenti che vanno usati riguardano il parcheg-­‐
gio, controllo gli accessi,custodire le chiavi,riporre il denaro in cassafor-­‐
te,proteggere documenti e comunicazioni,ecc. 11
Il controllo dei pacchi sospetti
Tutta la posta in arrivo o in partenza è degna di particolare attenzione,
ma il controllo di quella in entrata ha bisogno maggiori precauzioni.
Innanzitutto ricordiamo che il personale addetto alla sicurezza non deve
sostituirsi agli artificieri qualificati, i quali devono essere sempre chiamati
in caso di pericolo. È importante però imparare a riconoscere gli esplosivi. Abbiamo già detto che, in presenza di particolari timori, bisogna predisporre una stanza a parte per il controllo della posta e se possibile dotarla di una cassa blindata per la apertura dei plichi sospetti.
E sospetti sono i pacchi fuori misura, con un peso superiore alla norma e
più francobolli del solito, provenienti da paesi o mittenti con i quali non si
hanno rapporti. Vengono usati esplosivi plastici di solito quindi dobbiamo
allertarci quando sono stranamente soffici e con bordi elastici, unti, gocciolanti e “profumati” di mandorle, marzapane, tutti odori derivanti dagli
olii essenziali usati per rendere plastici gli esplosivi.
Le caratteristiche da rilevare:
Spessore inconsueto (oltre 1,5/2 cm)
•
peso atipico rapportato alle dimensioni
•
presenza di macchie di unto o di grasso sullʼesterno
•
rigidità sproporzionata o irregolare
•
presenza di zone estremamente rigide con altre molto morbide
•
involucro strano, inusuale
•
mittente e destinatario scritti con grafia incerta ed errori grammati•
cali
presenza di scritte “personale”, “fragile”, “confidenziale”
•
invece del nome è scritto “Al Sig.Presidente” “AllʼAmm.Delegato”
•
assenza del mittente
•
presenza del nome corretto ma del titolo sbagliato
•
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Altre caratteristiche:
affrancatura eccessiva
•
presenza di piccoli tagli, piccoli fori, lacci o spaghi pendenti
•
odori anomali
•
presenza di fili elettrici, carta stagnola
•
presenza di una seconda chiusura che diventa visibile dopo la
•
prima apertura
presenza sproporzionata si nastro adesivo, spago o altro ma•
teriale di chiusura
presenza di note o istruzioni per lʼapertura
•
presenza, tastando, di qualcosa che assomiglia ad una batte•
ria sotto zone con scritte a caratteri grandi
Cosa fare in caso di pacco sospetto
Non far toccare il pacco o la lettera sospetti
Far allontanare tutti
Chiamare le forze dellʼordine e artificieri
Non mettere mai il pacco sospetto in acqua (può essere sensibile ai
bagni liquidi)
Non utilizzare radio, telefonini in prossimità del possibile ordigno
Staccare luce e gas e anche prese telefoniche
Aprire porte e finestre per dissipare lʼeventuale onda dʼurto
Non solo esplosivi
Possono rivelarsi altrettanto pericolosi pacchi con allʼinterno altri “regali”:
Aghi od oggetti simili infettati da HIV o altri virus letali
Composti chimici o radiologici pericolosi
Matrici biologiche contenenti batteri o virus (es. Antrace)
Animali velenosi o pericolosi per lʼuomo
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Il locale per le ispezioni
La stanza adibita al controllo della corrispondenza deve avere le seguenti caratteristiche:
avere un piano di lavoro protetto con canale di sfogo da soffitto
•
per canalizzare e diminuire la forza dʼurto della deflagrazione verso lʼalto
avere elementi o blocchi di contenimento portatili
•
non avere combustibili o materiali pericolosi allʼinterno
•
avere lʼopportunità di effettuare una suddivisione totale degli im•
pianti di luce e gas
•
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Capitolo secondo Aggressioni ed attentati: una analisi 1. Le motivazioni I motivi che spingono un individuo o un’organizzazione a compiere un atto violento, contro qualcuno o qualcosa, sono tutti riconducibili ad un elenco di ragio-­‐
ni,evidenziamo le principali: Psicologiche Personali Economiche Religiose Etniche Politiche Mercenarie Psicologiche Nella foto l’aggressione a Papa Ratzinger compiuta da Susanna Maiolo 15
E’ il più difficile da prevedere. Di solito compiuto da un individuo instabile mental-­‐
mente che, seguendo un delirio, aggredisce, ferisce o uccide qualcuno vittima di “colpe” immaginarie. Personali La persona tradita sentimentalmente o professionalmente può essere spinta a com-­‐
piere un’aggressione, mossa dall’odio e dal risentimento nato dall’affronto su-­‐
bito. 16
Una perdita finanziaria notevole dovuta a investimenti mal consigliati genera dispe-­‐
razione e risentimento che inducono il truffato a compiere una vendetta. Economiche Un attacco per rapimento a scopo di riscatto o di vendita della vittima ad organizza-­‐
zioni dedite al traffico di esseri umani può essere uno dei motivi. 17
Religiose Oramai tristemente famosa, Al Qaeda è l’organizzazione terroristica simbolo della nuova barbarie compiuta in nome della religione. Contrapposizioni tra le mag-­‐
giori religioni monoteiste, hanno spinto esaltati abilmente manipolati,a com-­‐
piere terrificanti stragi e attentati. Etniche Omicidi, torture, stupri, perpetrati contro minoranze etniche. Oppure attentati di-­‐
namitardi compiuti nelle scuole da organizzazioni separatiste, per avere una eco internazionale e far conoscere le proprie ragioni: questi i motivi della vio-­‐
lenza che travolge alcune regioni del mondo. 18
Politiche Omicidio politico: quello di alcuni giornalisti russi ne è un triste esempio, uccisi per-­‐
ché con le loro inchieste stavano diventando scomodi al governo. Camuffati a volte da rapina finita male, i responsabili hanno subito un pro-­‐
cesso-­‐farsa che alla fine li ha lasciati sostanzialmente impuniti. Mercenarie Persone spinte dal desiderio di ottenere un profitto personale, possono compiere attentati o aggressioni su incarico di privati. E’ il caso dei cosiddetti mercenari, i quali non hanno nessuna delle motivazioni elencate fino ad ora. Diverso è il ca-­‐
so delle compagnie militari private che, per evitare di usare il termine “merce-­‐
nario” considerato dispregiativo, utilizzano, per definire la propria attività, an-­‐
glicismi come “contractors o private military companies” e a chiamare i singoli 19
appartenenti “contractor”, anche se la diversa etimologia non ne cambia in al-­‐
cun modo la sostanza Capitolo terzo IL SERVIZIO DI PROTEZIONE E VIGILANZA 1. Cosa bisogna proteggere: lo scopo della protezione Se la domanda è “Cosa bisogna proteggere?”, la risposta è: Spostamenti: ufficiali; privati. Residenze: ufficiali;lavoro; occasionali. Attività: ufficiali; private; occasionali Lo scopo della protezione ravvicinata è quello di ridurre la possibilità di successo di atti rivolti contro di noi o l’oggetto della nostra protezione, tuttavia non bisogna mai dimenticare che è pressoché impossibile annullare totalmente il rischio. Il sistema di protezione che si adotta per proteggere può avere due aspetti : di “basso” profilo e di “alto” profilo. Di solito è sempre meglio adottare il primo criterio che è caratterizzato da un aspetto nell’insieme neutro e riserva-­‐
to, al contrario del secondo dove il servizio di protezione si mostra apertamente per quello che è e serve da deterrente contro possibili attacchi. Spesso il siste-­‐
ma “misto” può prevedere la presenza di due team, dove quello ad “alto” profi-­‐
lo ha il compito di attrarre eventuali assalitori, di farli uscire allo scoperto, quel-­‐
lo a “basso” profilo diventa invece l’elemento sorpresa che obbliga gli aggresso-­‐
ri a cedere. Viviamo in un’epoca in cui il problema della sicurezza è vivamente sentito. Da più parti, quasi ogni giorno, si levano richieste (a volte demagogiche, probabilmen-­‐
te) di maggior sicurezza per i cittadini. Mentre scrivo questo manuale, a Roma, 20
la città in cui vivo, siamo arrivati al triste primato dei 35 omicidi dall’inizio dell’anno. Mai come ora la figura professionale dell’agente di sicurezza privato può avere uno sviluppo significativo. Chi vuole iniziare questa professione deve sapere che le occasioni di lavoro possono essere molteplici ma il percepire degli onorari a volte molto alti non deve essere la motivazione a svolgere le mansioni per cui è richiesto. Deve avere come sola priorità il garantire l’incolumità di chi protegge, e questa priorità non si può pretendere di averla senza una Chi è l’Agente di Sicurezza Quale è il profilo ideale di un agente? Quali caratteristiche deve avere? Ognuno di noi ha in mente un’immagine-­‐tipo dell’agente di sicurezza o guardia del corpo, ed è inutile negare che a formare questa immagine hanno contribuito tutti i film hollywoodiani che hanno trattato l’argomento. A dire il vero, potrebbe contribuire anche l’immagine della guardia del corpo creata dal grande Alberto Sordi nel film “Di che segno sei?” con la guardia “gorilla K2”! Contribuisce nel senso che è la summa di tutto quello che non dovrebbe essere e non dovrebbe fare un professionista del settore! Ma, a parte gli scherzi, i possibili profili sono legati al possesso di qualità, certe innate, altre acquisibili. Proviamo ad elencar-­‐
ne qualcuna: affidabilità, rapidità, riflessi superiori alla media, capacità di pro-­‐
blem soling, sangue freddo, attitudine al rischio. Dal punto di vista fisico non è necessaria una muscolatura imponente e un’altrettanta altezza, anzi, a volte proprio un energumeno posto come sicurezza è una informazione per il nemi-­‐
co, quindi più un handicap che un vantaggio. Gerard Desmaretz propone un e-­‐
lenco di qualità per la guardia del corpo, che dovrà essere : sportiva, istruita, educata, razionale, sana, diplomatica, autorevole, socievole, di-­‐
screta, diffidente, pragmatica, attiva, puntuale, efficiente, osservatrice, intelli-­‐
gente, volenterosa, capace di iniziativa, disponibile. Possedere tutte queste qualità lo giudico utopistico, ma si può provare a tendere verso questa condi-­‐
zione,, lavorando molto su se stessi. Anche la probabilità che professionalmen-­‐
te ci si troverà spesso in contatto con un mondo fatto di lusso, yacht, alberghi e residenze favolose, feste con personaggi illustri, può avere un impatto sgrade-­‐
vole. Chi decide di fare l’agente di sicurezza spesso non ha dimestichezza con quel mondo, con l’etichetta di certi eventi, e questo può creare disagio all’inizio. La realtà di questo lavoro in Italia e in genere nei paesi europei è un po’ diversa da quella di altri paesi nel mondo. Da noi in percentuale si parla molto più di sicurezza relativa alle infrastrutture e ai beni piuttosto che alla per-­‐
sona fisica, il servizio di protezione ravvicinata non è ancora su larga scala, ma la preparazione e la formazione deve passare anche per esperienze legate alla vigilanza di banche e cantieri, piuttosto che di portierato speciale o antitac-­‐
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cheggio, solo così si potrà arrivare ad una figura di security manager al passo coi tempi. 3. La preparazione dell’Agente di Sicurezza Sono diversi gli aspetti della preparazione e competenza che dovrebbe avere chi a-­‐
spira a divenire un agente di sicurezza. Alcuni riguardano la condizione fisica, al-­‐
tri la conoscenza in vari campi anche apparentemente distanti dalla professio-­‐
ne. La preparazione fisica: è indubbio che deve avere una forma atletica superiore alla media. Se il protetto ha l’abitudine di fare jogging non lo si può mica seguire con lo scooter! Di solito per comprendere quale è lo stato “atletico” di un aspi-­‐
rante agente basta eseguire il test di Cooper, che consiste nel far correre il sog-­‐
getto per dodici minuti e valutare che distanza ha coperto, controllando poi sul-­‐
la apposita tabella, su internet potrete facilmente trovarlo. 1. La scorta a piedi Quando bisogna proteggere qualcuno che si muove a piedi le condizioni di sicurezza diminuiscono considerevolmente. In pratica, non ci sono mezzi di protezione come quando ci si sposta in macchina, ogni persona che si incontra potrebbe essere un potenziale aggressore. Quindi bisogna creare tra il soggetto da pro-­‐
teggere e l’ambiente in cui si muove una barriera che impedisca la realizzazione di qualsiasi evento dannoso. Rende l’idea quindi il termine anglosassone “box”, scatola, usato per indicare la formazione di uomini che precedono, fiancheggia-­‐
no e seguono lo scortato, una scatola umana al cui interno racchiudere l’elemento principale. La forma di questa “box” è variabile e ovviamente assu-­‐
me una forma diversa a seconda di quanto personale si dispone. Se abbiamo un numero sufficiente di operatori, od operatrici, l’unità operativa si può divi-­‐
dere in: -­‐ gruppo di difesa ad immediato contatto con il protetto -­‐ gruppo di riserva che si muove a distanza pronto ad entrare in azione se la necessi-­‐
tà lo richiede. Il gruppo di riserva di solito segue in una vettura, sino dove lo consente la viabilità della zona, mentre il team vicino allo scortato vigila su ogni tipo di ipotetica mi-­‐
naccia: automobili, moto, passanti, finestre, involucri, gruppetti di persone, ecc. In caso di aggressione la reazione deve essere decisa e bisogna impedire a chiunque di avvicinarsi al protetto, per qualunque motivo. Attenzione quindi a chi compie movimenti bruschi o fa segnali o si passa qualche oggetto di mano mentre si avvicina, oppure appare agitato o troppo guardingo. Se il protetto viene attac-­‐
cato deve essere immediatamente riparato dietro una protezione o messo nella vettura che segue e la squadra si deve mettere proprio fisicamente tra lui e la 22
fonte del pericolo e nel frattempo contrastare e reagire. Chi degli agenti indivi-­‐
dua il pericolo deve comunicare a voce alta subito ai colleghi, nel gergo e nella modalità riferite più avanti, la provenienza dell’attacco. 1. Regole di comportamento Un servizio di protezione è per definizione esposto a molteplici e imprevedibili peri-­‐
coli. E’ pertanto giusto ricordare alcune piccole grandi regole : Evitare la routine •
Essere consapevoli e sospettosi •
Essere metodici •
Usare l’iniziativa •
Avere buone comunicazioni •
2. Le formazioni della scorta La disposizione nello spazio operativo dei vari componenti della scorta, genera delle figure geometriche e ad esse ci si ispira per richiamarle visivamente: 1 agente di scorta 2 agenti “ 3 “ “ (a cuneo) 4 “ “ (a diamante) 5 “ “ (pentagono) 6 “ “ (esagono) 6 “ formazione difensiva (riccio) La “scatola” , “the box” in inglese, attorno al protetto assume quindi varie forme ed è importante la disposizione quanto la segnalazione della provenienza del peri-­‐
colo. Quando gli agenti devono comunicare un pericolo urge anche segnalare rapidamente la provenienza dello stesso. Convenzionalmente si assimila lo spa-­‐
zio operativo al quadrante di un orologio, con il protetto al centro delle lancet-­‐
te: la direzione di marcia indicherà sempre le “ore 12” e così si potrà indicare il pericolo proveniente da “ore 3” se arriva da destra, “ore 9” se da sinistra, ecc. 1.Protezione in movimento E’ un tipo di scorta complicata e deve essere eseguita con metodo e attenzione. La macchina del Protetto deve essere sempre seguita o affiancata da quella della scorta. Ricordiamoci che statistiche in percentuale confermano in maggioranza 23
gli attentati in auto rispetto ad altre azioni offensive: e la maggior parte di que-­‐
ste è dovuta alla routine! La scorta a bordo di automezzi è quella più frequentemente organizzata e a seconda del grado di rischio che grava sul protetto può avere aspetti operativi diversi. Normalmente i servizio viene svolto da una sola vettura e comunque deve esse-­‐
re preceduto da un’analisi operativa che ha delle fasi propedeutiche: -­‐ acquisizione di informazioni preliminari sulla persona che deve essere scortata ( professione, luogo di abitazione, sede di lavoro, orari, ecc.). Sono informazioni importantissime perché ci danno il coefficiente di pericolosità e la probabilità di un attacco. Naturalmente tali informazioni devono essere aggiornate , an-­‐
che e sopratutto con la collaborazione dello scortato, nonché delle persone a lui vicino che possono essere delle preziose fonti; -­‐ studio di percorsi e itinerari utili al raggiungimento dei luoghi di interesse tenendo conto di: distanze totali del percorso con relativi tempi di percorrenza •
numero di incroci, semafori, cavalcavia, strettoie •
compiti dei singoli componenti dell’unità operativa (compito del team leader, •
che deve nominare chi ha il compito di osservare, chi di primo intervento, chi con il compito di allontanare rapidamente il protetto) individuazione di porti sicuri presenti lungo il tragitto (caserme, ospedali, uffici •
pubblici vigilati, ecc.) Scegliere itinerari alternativi, muoversi sempre in orari diversi disorienta eventuali attentatori. L’esperienza dice che essi tendono a notare le costanti del compor-­‐
tamento del servizio di scorta e ad approfittarne. Durante tutte le comunicazioni radio bisogna sempre tenere a mente che sono le meno sicure, usare quindi un codice se-­‐
greto o meglio ancora radio criptate.
2. Fase preliminare: i controlli necessari Quando abbiamo acquisito tutte le informazioni necessarie, la squadra operativa può iniziare il servizio, che per convenzione dividiamo in quattro fasi: 24
a) Verifica dell’efficienza del mezzo di scorta (se ne deve occupare l’autista) , verifi-­‐
ca del sistema di collegamento radio e dell’armamento (di competenza del team leader) b) Prendere informazioni sulla situazione generale dell’ordine pubblico in città (scioperi, manifestazioni, ecc.) e in particolare ovviamente nella zona teatro operativo del servizio; c) Sopralluogo nella zona intorno alla residenza del protetto, rilevando sopratutto la presenza di furgoni, campers, roulotte parcheggiati nelle immediate vicinan-­‐
ze. In caso di sospetti non esitate a contattare le forze dell’ordine affinché effettuino un controllo, facendo aspettare il protetto fino a che tutto non è a posto; d) Predisporre agenti in appostamento e attesa sul luogo di arrivo della scorta. 2. Della professione dell’investigatore Come in tutte le professioni, e a maggior ragione quella in cui ci si occupa di investi-­‐
gare, il successo è frutto di impegno, studio, applicazione e non di fortuna o coincidenze. Ricordiamo sempre che un corso offre la cultura professionale di base, attraverso lo studio delle tecniche di cui deve disporre l’investigatore, ma non dimentichia-­‐
mo che occorre anche alimentare una buona cultura generale, approfondire conoscenze nell’ambito delle cosiddette “scienze criminalistiche”, la criminolo-­‐
gia, la psicologia e , non ultimo, lo studio delle norme di legge che regolano la professione. Chiariamo subito una cosa: l’investigatore non è un poliziotto. Quindi tutti coloro i quali si avvicinano a questo mestiere perchè hanno vissuto la frustrazione di un mancato superamento del concorso pubblico in polizia devono riflettere bene: è un’altra cosa! Anzi, in alcuni casi ci si ritrova ad essere degli antagonisti dei poliziotti di Stato, specie nelle indagini difensive su incarico di un avvocato. I-­‐
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noltre il detective privato non gode di quelle agevolazioni che può avere il de-­‐
tective “pubblico”, quest’ultimo difatti è alle dipendenze della magistratura ed è protetto e supportato da un apparato potente. L’investigatore non può perquisire persone o abitazioni, non può intercettare tele-­‐
fonate o comunicazioni ambientali o corrispondenza (anche via internet). L’I. è una persona comune, come tutti gli altri cittadini, deve sempre agire nei limiti della legalità. Si lavora in condizioni veramente difficili perchè non bisogna mai interferire con la sfera privata delle persone e , cosa non poco importante, non ha il più delle volte la certezza del reddito come può averla un rappresentante delle Forze dell’Ordine. E sul piano della tranquillità mentale non è cosa da po-­‐
co. Tutti gli aspetti negativi illustrati fino a qui devono scoraggiare quelli che hanno sedimentato immagini cinematografiche o romanzesche sull’I. e pensano di diventare un moderno James Bond. Non deve scoraggiarsi invece chi sente una naturale e invincibile propensione per questa attività e crede di possedere quelle qualità che sono indispensabili: intuito, pazienza, concentrazione, amore per lo studio, attrazione per il mistero. Certo, tutte le difficoltà e incertezze rappresentate finora, potrebbero far apparire questa professione di una tale precarietà che al confronto lo scommettere alle corse dei cavalli sembra un’attività solida e rispettabile, ma non bisogna demo-­‐
ralizzarsi: se si è deciso che questa è la strada che seguiremo tutta vita, che sia! 5. Come migliorare la memoria a) Tecnica dei movimenti oculari: la memoria potrebbe essere migliorata di circa il 10 per cento se ogni mattina si fan-­‐
no dei semplici esercizi con gli occhi. In base a una ricerca condotta in Gran Bre-­‐
tagna e pubblicata sulla rivista scientifica “Brain and Cognition”, se si sposta lo sguardo ripetutamente da destra verso sinistra, e viceversa, per almeno 30 se-­‐
condi al giorno, si riesce a migliorare la memoria del 10 per cento perché tale esercizio consente ai due emisferi del cervello di interagire più efficacemente. (QV QP) b) Produrre uno stato di rilassamento (stato alpha) ascoltando a basso volume mu-­‐
sica classica. Questo favorisce la concentrazione e migliora la capacità di ap-­‐
prendimento. c) Metodo della scomposizione: usato già da Cicerone che quando doveva memoriz-­‐
zare un discorso lo scomponeva in diverse parti,poi assegnava a ciascuna parte una parola chiave e poi collocava ogni parola chiave nelle stanze di un palazzo che conosceva molto bene così quando pronunciava un discorso immaginava di percorrere le stanze di quel palazzo e quindi gli tornavano in mente le parole chiave del discorso. 26
N.B. La scomposizione è una tecnica che sfrutta i due modi di funzionamento del pensiero (funzione logica + funzione associativa-­‐ visiva). d) Tecnica Meccanica e Tecnica Associativa : si tratta di due tecniche per la memo-­‐
rizzazione: la prima è quantitativa. La seconda quella associativa qualitativo. La tecnica meccanica per lo sviluppo della memoria è legata alla ripetizione meccanica di un compito, di una parola, di un numero, ovvero è determinata a quante volte in un giorno svolgo quel determinato compito. La tecnica as-­‐
sociativa si basa sul dare un senso narrativo agli oggetti parole o numeri che si vuole memorizzare. Esempio per memorizzare il numero di telefono 06 2260329 : con il tram 06 una ragazza di 22 anni ha consegnato ad un uomo di 60 anni un cesto con 32 uova, per il costo di 9 €. 27
1. La tecnica : principi di investigazione “ Al di là di ogni strumento tecnologico di ausilio all’investigazione, l’elemento più importante resta l’uomo con la sua intelligenza, capacità di intuizione, espe-­‐
rienza, cultura.” Fondamentalmente le aree di interesse dell’investigatore sono: Acquisizione di informazioni commerciali •
Effettuazione di investigazioni su incarico di privati •
Sicurezza investigativa •
Acquisizione di elementi di provane l procedimento penale •
Per operare nell’attività investigativa, tra le altre cose, bisogna: Conoscere quali sono le norme che regolano la professione •
Stabilire un contatto con il cliente soddisfacente ed esaustivo •
Chiedere informazioni al cliente secondo una procedura standard •
Sapere se ricevere l’incarico o meno •
Avere un’immagine idonea, funzionale alle relazioni che stabilirà nel momen-­‐
•
to investigativo Conoscere l’iter che lo porterà all’accumulo di indizi e informazioni utili •
all’indagine (accertamenti, inchieste, pedinamenti, ecc.) Conoscere le tecniche ausiliarie: video fotografia, apparecchiature elettroni-­‐
•
che, elementi di informatica Elaborare con competenza la stesura definitiva di un rapporto informativo ri-­‐
•
servato 28
2. Fasi e performance dell’ investigatore Nello svolgimento della sua attività egli deve essere: Attore: deve saper recitare un ruolo (per celarsi, infiltrarsi);
Analizzatore: studiare, valutare, evidenziare elementi;
Controllore: effettuare verifiche sui colloqui e gli episodi connessi al caso;
Descrittore: di persone, fatti, luoghi;
Esploratore: andare oltre le apparenze, usare perspicacia e intuito;
Archivista: allestire un archivio dei casi trattati, fonte di consultazione e raccolta dati;
Fondamentalmente deve sapere :
Raccogliere notizie e dati concreti Valutarne veridicità e valore Operare con metodi sperimentati 3. Il ragionamento investigativo L’attività di investigazione è sostanzialmente una ricostruzione,prevalentemente po-­‐
stuma, di comportamenti umani. La tecnica investigativa deve essere sempre proporzionata agli interessi lesi, alle ri-­‐
sorse a disposizione, al risultato che si deve conseguire. Le modalità di ragionamento che si devono applicare nell’approccio alla ricerca della verità di un fatto possono essere sostanzialmente di due tipi : A) Ragionamento deduttivo: da un complesso di conoscenze certe si desume un’ipotesi……………..SEGUE 29
5. Come migliorare la memoria a) Tecnica dei movimenti oculari: la memoria potrebbe essere migliorata di circa il 10 per cento se ogni mattina si fan-­‐
no dei semplici esercizi con gli occhi. In base a una ricerca condotta in Gran Bre-­‐
tagna e pubblicata sulla rivista scientifica “Brain and Cognition”, se si sposta lo sguardo ripetutamente da destra verso sinistra, e viceversa, per almeno 30 se-­‐
condi al giorno, si riesce a migliorare la memoria del 10 per cento perché tale esercizio consente ai due emisferi del cervello di interagire più efficacemente. (QV QP) b) Produrre uno stato di rilassamento (stato alpha) ascoltando a basso volume mu-­‐
sica classica. Questo favorisce la concentrazione e migliora la capacità di ap-­‐
prendimento. c) Metodo della scomposizione: usato già da Cicerone che quando doveva memoriz-­‐
zare un discorso lo scomponeva in diverse parti,poi assegnava a ciascuna parte una parola chiave e poi collocava ogni parola chiave nelle stanze di un palazzo che conosceva molto bene così quando pronunciava un discorso immaginava di percorrere le stanze di quel palazzo e quindi gli tornavano in mente le parole chiave del discorso. N.B. La scomposizione è una tecnica che sfrutta i due modi di funzionamento del pensiero (funzione logica + funzione associativa-­‐ visiva). di)
Tecnica Meccanica e Tecnica Associativa : si tratta di due tecniche per la me-­‐
morizzazione: la prima è quantitativa. La seconda quella associativa qualitati-­‐
vo. La tecnica meccanica per lo sviluppo della memoria è legata alla ripeti-­‐
zione meccanica di un compito, di una parola, di un numero, ovvero è de-­‐
terminata a quante volte in un giorno svolgo quel determinato compito. La tecnica associativa si basa sul dare un senso narrativo agli oggetti parole o numeri che si vuole memorizzare. Esempio per memorizzare il numero di telefono 06 2260329 : con il tram 06 una ragazza di 22 anni ha consegnato ad un uomo di 60 anni un cesto con 32 uova, per il costo di 9 €. 30
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