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Scarica po6 - Giappichelli

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Scarica po6 - Giappichelli
Titolo IMPIEGO GENERALE DI UNA LAMPADA MULTILUNGHEZZA D'ONDA (FLS) SULLA SCENA DEL CRIMINE Definizione e scopo Scopo della procedura è fornire all'investigatore sulla scena del crimine gli elementi di carattere generale per l'impiego di una lampada multilunghezza d'onda per la ricerca di tracce/fonti di prova sul campo. In genere vengono definite con il termine FLS (Forensic Light Source), mentre per altri motivi qualche autore le indica come ALS (Alternate Light Source). Termini, simboli, acronimi e sigle DPI: Dispositivi di Protezione Individuale. CSI: Crime Scene Investigation. CSM: Crime Scene Manager. CSE: Crime Scene Examiner. OPI: Operatore di primo intervento. P.O.:ProceduraOperativa. ENFSI: European Network Forensic Science Institutes. FLS: Forensic Light Source. : Lunghezza d'onda nm: Nanometri UV: Ultravioletto IR : Infrarosso RUVIS : Reflective Ultra Violet Imaging System (apparato UV) Campo di applicazione Scenari operativi aperti e chiusi, per la visualizzazione delle tracce ai fini della formulazione delle ipotesi temporanee (operata dal CSM) e per la ricerca sistematica delle tracce (condotta dal CSE). Destinatari La procedura non è rivolta all'OPI generico di polizia, ma al personale dotato di specifica formazione nell'utilizzo. Limiti della procedura e Sicurezza Le tracce da ricercare devono possedere caratteristiche chimico‐fisiche tali da poter essere osservate strumentalmente nei range elettromagnetici di uso. L’impiego delle lampade ha come limite l'illuminazione ambientale che riduce o rende addirittura impossibile la visualizzazione delle tracce. Per tale motivo è sempre opportuno operare in condizioni di buio ovvero di ridotta presenza di luce ambientale. L'impiego di  molto basse può arrecare danni alle fonti di DNA, laddove le stesse vengono usate in maniera ravvicinata e, soprattutto, con esposizioni prolungate. Le sorgenti di luce in questione generano radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti ( al di sotto di 200 nm cominciano ad essere molto rischiose). Tuttavia, l'esposizione ai raggi ultravioletti richiede l'uso di DPI per le parti corporee scoperte, ma soprattutto per gli occhi. Anche la luce bianca, specie se di alta intensità, può creare danni retinici gravi, per cui, oltre ad evitare l'esposizione diretta, occorre indossare occhiali chiari con alette laterali. È necessario indossare questa tipologia di protezione soprattutto laddove si impiegano UV, i quali possono giungere all'occhio anche per riflessione. Inoltre: 1
- assicurarsi una sufficiente ventilazione, per disperdere il calore della fonte di luce o dell’ozono prodotto dall’uso della luce UV, ove la permanenza in un ambiente è da ritenersi prolungata; - valutare eventuali situazioni di rischio presenti nell’ambiente a causa di particolari reattivi; - occorre creare quanta più oscurità possibile nell’ambiente da ispezionare, (fatto salvo i casi in cui si impiegano tecniche UV‐UV); - assicurarsi che le persone estranee siano mantenute a distanza di sicurezza, e che eventuali collaboratori siano a conoscenza e rispettino le norme sulla sicurezza personale; - non dirigere mai gli occhi in direzione della fonte di luce, anche se si sono stati indossati dispositivi di protezione (es.: occhiali); - essere sempre consapevoli che la luce emessa potrebbe essere pericolosa in base alla intensità ed alla lunghezza d’onda (specie per  sotto 300 nm); - porre attenzione alle superfici riflettenti; - mantenere una sufficiente distanza tra la fonte di emissione e la superficie, anche ad alte , in quanto la luce ad alta intensità emette calore; - nell'utilizzo dell'apparato RUVIS (UV250 nm), assicurarsi che tutti siano dietro alla lampada UV ed a distanza di sicurezza sufficiente a non essere esposti nemmeno ad eventuali riflessioni da parte della superficie. In ogni modo indossare una protezione completa in modo che nulla rimanga esposto né alla luce diretta della lampada né a quella riflessa. Indossare gli occhiali protettivi agli UV o posizionarsi dietro a pannelli protettivi. Indossare guanti protettivi agli UV e vestiti con maniche lunghe, in modo tale che la pelle non rimanga esposta ai raggi, anche indiretti, della lampada. Ruoli e responsabilità L’impiego delle lampade multilunghezza d’onda prevede una conoscenza teorica senza la quale si rischia di inficiare il risultato. Pertanto l’impiego è demandato a: ‐ CSM, che impiega FLS per la visualizzazione sommaria delle tracce al fine di formulare corrette ipotesi temporanee; ‐ CSE, per la ricerca sistematica delle tracce prima dell'impiego di ulteriore tecniche maggiormente invasive; ‐ medico Legale/CSE, in caso di ricerca sul corpo della vittima. È responsabilità del CSM provvedere alla formazione del personale ed al controllo della corretta applicazione delle tecniche di osservazione. Riferimenti normativi e documentazione di riferimento Artt. 244, 348, 349, 354, 359, 360, 360 bisc.p.p. ENFSI Crime Scene Working Group, Concept version 0.5, 2012. Lee W.C, Forensic light source for detection of biological Evidences on Crime Scene Investigation: a review, Malaysian Journal of Forensic Science, 1, 2010. Lennard C., Stoilovic M., Application of forensic light sources at the crime scene, In: Horswell, J., editor, The practice of crime scene investigation. United State of America, CRC Press. pp 97‐123, 2004. Shenkenberg D.L., Light Sources Help CSIs Fight Crime. Photon Spect. 43: 58‐59, 2009. Chun‐Yen Lin A., Tsai, L.C. Tsai H.M., Linacre A., Lee J.C.I., Forensic Applications of Infrared Imaging for the Detection and Recording of Latent Evidence. Journal of Forensic Scences. 52: 1148‐1150, 2007. HOSDB Manual of Fingerprint Development Techniques – Home Office – Police Scientific Development Branch, ed. 2012. 2
Dotazione ed equipaggiamenti di base Lampada multilunghezza d'onda con luce bianca (temperatura colore da 3000k) e bande di  nel range 320 – 700nm. In alcuni casi , comprese tra 254‐300 nm, possono essere di grande ausilio. Per l'infrarosso, poi, è opportuno impiegare  700‐800 nm. Inoltre, occorre buona potenza (da 1 W in su), autonomia elevata (almeno 3 ore) e ampia velocità di ricarica. DPI e Occhiali bianchi di protezione. Occhiali filtro: gialli, arancio, verde, rosso. Filtri per apparato fotografico: gialli, arancio, verde, rosso. CCD o videocamera opportunamente modificata in caso di impiego di radiazioni IR. Intensificatore di UV, in caso di impiego di tecniche di riflessione. Procedure collegate e capitoli di riferimento Parte I Cap.I, II e III. Parte II Cap.I, II, III e IV. Parte III Cap.I. P.O. 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8. Impiego operativo Porre molta attenzione ai processi di bonifica e pulizia post intervento secondo la procedura generale per la bonifica dei materiali e alle specifiche impartite dal produttore dello strumento per evitare contaminazioni incrociate intra ed interscena. Attività generali Il corretto uso delle lampade prevede i seguenti passaggi: Crime Scene Manager ‐ osservazione generale mediante luce ambientale (solare o artificiale bianca); ‐ ispezione sommaria mediante FLS con luce bianca radente ed incidente per la verifica di tracce semilatenti sul pavimento; ‐ ispezione sommaria mediante FLS con luce bianca radente ed incidente per la verifica di tracce semilatenti su varie superfici; ‐ ispezione sommaria mediante FLS con filtro adeguato per la ricerca di tracce latenti su specifiche superfici per la scelta dell'approccio tecnico‐scientifico. Crime Scene Examiner ‐ osservazione generale delle superfici mediante luce ambientale (solare o artificiale bianca); ‐ ricerca generica di tracce semilatenti sul pavimento mediante FLS con luce bianca radente ed incidente; ‐ ricerca specifica con FLS di tracce fluorescenti semilatenti sul pavimento mediante tecnica eccitazione‐emissione UV e VIS (vedi di seguito); ‐ ricerca specifica con FLS di tracce non fluorescenti semilatenti sul pavimento mediante tecnica assorbimento (vedi di seguito); ‐ ricerca specifica di tracce semilatenti su altre superfici mediante FLS con luce bianca radente ed incidente; ‐ ricerca specifica con FLS di tracce fluorescenti semilatenti su altre superfici mediante tecnica eccitazione‐emissione UV e VIS (vedi di seguito); ‐ ricerca specifica con FLS di tracce semilatenti non fluorescenti su altre superfici mediante tecnica assorbimento (vedi di seguito). 3
Ricerca specifica di sostanze NON fluorescenti (es.: sangue) Laddove la traccia da ricercare o di cui se ne presume la presenza, non è fluorescente, si può utilizzare la tecnica dell'assorbimento. Bisogna tenere presente sempre il cerchio dei colori complementari. Ricerca specifica di sostanze fluorescenti (es.: tracce biologiche) Nella flow chart sottostante è riportato un esempio di ricerca di sperma, ma il processo è utilizzabile per ogni traccia. 4
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 nm Usi principali
Lente di osservazione Luce bianca Osservazione generale della scena;ricerca tracce visibili Chiara
visualizzazione luce incidente e radente per impronte e microtracce Fluidi biologici, polveri e inchiostri fluorescenti, lividi, morsi, impronte papillari, ecc. Chiara o gialla
415 Macchie di sangue (assorbimento)
Chiara
430 Fluidi biologici (es.sperma, ecc.), fibre, alcune sostanze chimiche gialla
450 Fluidi biologici (es. fluido vaginale, saliva, ecc.), ossa, fibre tessili, alcuni accelleranti Arancio
465‐485 Materiale fluorescente, polveri, fluidi biologici
Arancio
515‐535 Impronte papillari trattate con cianoacrilato, sangue (assorbimento). Rossa
570 Inchiostri, DFO, ecc.
Rossi
UV lontano e 300‐400 Ispezione con luce Ultravioletta (utilizzo dell'apparato RUVIS): L'apparato RUVIS (Reflective Ultra Violet Imaging System) consente di osservare la riflessione e l'assorbimento della luce nel range UV. I modelli in commercio sono in genere costituiti da una fonte di luce che emette raggi ad elevata intensità nell'ambito degli ultravioletti (255 nm o 350 nm) ed un visore sensibile alla luce ultravioletta. L'informazione è visibile attraverso l'oculare posto sul lato posteriore ed è documentabile attraverso la possibilità di collocare sullo stesso lato apparati di acquisizione (macchina fotografica, videocamera, computer, ecc.) E' uno strumento di fondamentale importanza per la ricerca delle tracce sulla scena del crimine in quanto consente di operare sia prima di applicare le varie tecniche di esaltazione (pertanto senza il pericolo di contaminazione o di alterazione) che dopo per osservare, eventualmente con un contrasto differente, gli effetti delle varie tecniche. La tecnica consente di: individuazione delle impronte papillari latenti sulle superfici non porose; evidenziazione delle impronte post trattamento con cianoacrilato; individuazione lesioni latenti sulla pelle umana; individuazione dei residui di un colpo di arma da fuoco; individuazione e documentazione delle impronte di calzatura sul pavimento (soprattutto se è presente il sangue non ancora essiccato o alcuni minerali quali il calcio); - osservazione e documentazione di sangue post trattamento con luminolo. -
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Indicazioni per l'utilizzo: a) Messa a punto dello strumento. 1. Osservare alla lettera le precauzioni relative all’uso della lampada UV ed assicurarsi che altre persone siano a distanza di sicurezza. 2. Assicurarsi che il filtro passa banda sia presente e correttamente montato all’estremità dell’obiettivo. 3. Regolare il diaframma dell’obiettivo a f4,5 o comunque a massima apertura. 4. Puntare lo strumento su una superficie. 5. Accendere lo strumento tramite un interruttore posto solitamente sul lato posteriore. Si dovrebbe accendere un led di colore rosso, in caso contrario controllare che le batterie siano cariche e che siano state montate correttamente. 6. Accendere la lampada UV. 7. Osservare dentro lo strumento attraverso l’ottica posteriore. Si dovrebbe vedere una immagine verde (che può essere più o meno a fuoco) su un piccolo schermo. Se lo schermo appare scuro verificare se lo strumento o la lampada sono accesi. 8. Regolare la messa a fuoco dell’obiettivo. 9. Regolare la messa a fuoco dell’ottica posteriore fino al punto in cui è possibile distinguere, sulla superficie del piccolo schermo, il disegno a maglia di tanti piccoli esagoni. L’unità è ora pronta per l’utilizzo. Notare che la stessa deve essere utilizzata con il filtro posto davanti all’obiettivo e le caratteristiche dello stesso si devono combinare con le caratteristiche della lampada. Notare, inoltre, che lo strumento non è a fuoco se non si distingue sullo schermo interno il disegno a maglia composto da tanti piccoli esagoni (in ogni modo la complessa ottica dello strumento sommata a quella della macchina fotografica, non consentono di avere immagini ottimali da un punto di vista sia della messa a fuoco che della definizione ma sono comunque sufficienti per l'analisi della traccia). Su di un lato dell’intensificatore è possibile notare la presenza di un alloggiamento ove deve essere collocato il puntatore laser. Questo, azionato con un pulsante, non può essere visto attraverso l’intensificatore e consente di indicare ad altri l’area o il punto di interesse della superficie che si sta ispezionando. b) Operare sulla scena del crimine. 1.
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Indossare i DPI. Attenzione alle persone intorno. Non è necessario operare in ambiente oscurato. Sistemare lo strumento nel modo desiderato (vedere sopra). Accendere la lampada UV, lasciare che si condizioni secondo le specifiche tecniche fornite. Ispezionare l’area da esaminare ponendosi prima ad una distanza di circa 1 ‐ 2 metri ed operando settore per settore. Spostarsi da un punto all'altro con lo strumento in modo da osservare le medesime superfici anche variando l'angolo di incidenza della luce (per individuare gli assorbimenti o le riflessioni delle tracce). 6. In caso si noti una traccia o anche semplicemente un alone di interesse, accendere il puntatore laser per indicare la zona. A questo punto marcare la zona di interesse per una ispezione più ravvicinata. In caso di necessità di documentazione fotografica, sul retro dell’intensificatore porre l'apparato di interesse mediante appropriato attacco (videoregistratore, macchina fotografica, ecc..). Una fotografia in analoga posizione deve essere ripetuta a luce naturale. 7. Procedere ad una ispezione maggiormente ravvicinata della stessa zona di interesse effettuando le stesse operazioni di cui sopra. 7
8. Collocare in prossimità dell'impronta un riferimento metrico sul quale deve essere indicato anche un numero. Cercare di far comprendere nella fotografia anche un segno o qualsiasi altra cosa caratteristica della superficie che sia visibile sia con luce UV che con luce naturale. Questo è necessario per legare la traccia, visibile solo agli UV, ad una precisa posizione sulla scena del crimine. 9. Fissare lo strumento su un cavalletto e avvicinarsi (quanto più possibile per una migliore definizione dei particolari) alla traccia, o impronta papillare, per effettuare una documentazione fotografica di qualità. Non dimenticare riferimento metrico e codice identificativo. 10. Fissare una macchina fotografica (o videocamera) sul lato posteriore dello strumento seguendo le indicazioni della casa costruttrice (in genere avviene tramite un anello di congiunzione). Si applica sulla macchina fotografica un obiettivo 50 mm di focale (regolato poi con massima apertura del diaframma e fuoco su infinito). Una volta approntata la macchina fotografica con i giusti parametri di esposizione occorre regolare il fuoco. Questo avviene operando sia sull'obiettivo che sullo strumento (quando dall'oculare della macchina fotografica è possibile distinguere i piccoli esagoni presenti sullo schermo interno dello strumento la macchina fotografica è a fuoco, se l'immagine è invece ancora fuori fuoco occorre operare solo sull'obiettivo dello strumento, se nemmeno con questo si riesce a mettere correttamente a fuoco rimane allora da regolare l'oculare posteriore dello strumento). Utilizzare uno scatto flessibile (o remoto) per la fotografia. Per quest’ultima operazione ricordarsi che variando l’angolo di incidenza della luce è possibile migliorare il contrasto dell’immagine. 11. Provvedere alla forma opportuna di esaltazione e repertamento. 12. La visualizzazione delle impronte latenti con la luce ultravioletta può dipendere da parecchi fattori, ad esempio:  Angolo di incidenza della luce ultravioletta.  Distanza tra la fonte di luce ultravioletta e la superficie.  Caratteristiche di assorbimento della superficie oggetto di ispezione.  Angolo in cui viene posto l’intensificatore rispetto al piano della superficie.‐Distanza tra l’intensificatore e la superficie. Attività di Repertamento La lampada multilunghezza d'onda rappresenta uno strumento non invasivo, ripetibile ed ha il vantaggio di "osservare" prima di decidere le altre forme di esaltazione e repertamento delle tracce (vedasi procedura di riferimento). Bisogna solo porre attenzione all'uso degli UV in maniera prolungata e ravvicinata alla traccia che potrebbe inficiare le successive analisi del DNA. 8
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