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Il sindacato partecipativo

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Il sindacato partecipativo
Il sindacato partecipativo
I
l coinvolgimento attivo e partecipe della forza-lavoro su
cui si basa la conduzione della fabbrica integrata
esclude la conflittualità di qualsiasi tipo, sia quella attiva e dichiarata, sia quella taciuta e sotterranea. Venuta
meno la logica della pura e semplice contrapposizione, si
apre lo spazio per una diversa collaborazione da parte di
chi la forza lavoro rappresenta. Le relazioni sindacali, non
più orientate secondo la prospettiva dello scontro ma secondo quella dell’integrazione, si organizzano in forma partecipativa: “Finalmente -aff e rma Paolo Gasca, re s p o n s a b i l e
delle relazioni industriali della FIAT auto- abbiamo dato alla
parola partecipazione un significato concreto. È stata superata la logica delle contrapposizioni tra azienda e sindacati
garantendo di più ai lavoratori e consentendo al sindacato
di entrare maggiormente nei meccanismi decisionali”.
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In primo luogo cÕ• stata unÕazione di alcune figure della fabbrica
quali i Repo. CÕ• stata unÕazione poliziesca, proprio di controllo, di
marcatura stretta di chi dava delle avvisaglie di volersi occupare dei
problemi e quindi di voler fare attivitˆ sindacale, e quindi ci sono state
una serie di azioni, come per esempio quella del licenziamento di
Laguardia, che volevano essere indicative, volevano dare un segnale del
tipo Òqui il sindacato non potrˆ esistere perchŽ chi si occuperˆ di sindacato avrˆ dei problemiÓ.
Adesso hanno iniziato a mettere un poÕ di scompiglio tra di noi,
hanno iniziato a fare un poÕ di pressing su alcune persone e quindi,
diciamo, cercando di dissuadere dallÕattivitˆ sindacale, cercando di dissuadere qualsiasi tipo di organizzazione venga a formarsi, quindi cercano di far prevalere il singolo, di far prevalere queste cose qua. In particolare hanno cercato di intimidirci con spostamenti a lavori peggiori,
quello • un tipo di pressing che loro possono adottare in qualsiasi
momento senza mettersi contro nessuno, quindi gli spostamenti • un
punto proprio di dissuasione dellÕattivitˆ per un dipendente cercare di
migliorare per tutti e in prospettiva vedersi peggiorare porta a diciamo
riflettere, ad allontanarsi a tante cose quindi... quindi questa • la pi•
dissuasiva secondo me.
Non • che te lo mandano a dire. Il problema • che quando loro
hanno sentore che tu fai questa attivitˆ, magari la prima volta per vedere di recuperarti alla loro causa ti fanno qualche velato avvertimento,
poi vedono come tu ti comporti, se continui passano direttamente ai
fatti, non • che ti vengono a dire Òio domani ti sposto se non recediÓ,
no, tu ti trovi spostato e basta. CÕ• quindi un una prima fase nella quale
comunque cercano di recuperarti alla loro causa, al loro modo di vedere le cose per˜ dopo aspettano solo il tuo comportamento, a seconda
del tuo comportamento decidono se tu hai accettato questo suggerimento o no; se non lÕhai accettato si passa alle vie di fatto.
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Magari fin quando sei in contratto di formazione cÕ• la minaccia
costante della non riconferma, questo • il primo dato; adesso siamo
passati alla seconda fase, la minaccia di passare a lavori pi• pesanti,
meno qualificanti quindi, per noi della manutenzione di essere passato
ad operaio generico, poi secondo me si passerˆ alla terza fase, cio• nel
momento in cui non ci sarˆ pi• la possibilitˆ di passare a operaio generico, magari avremo un livello superiore quindi ci sarˆ lÕimpossibilitˆ,
ecco in quel caso l“ si passerˆ al discorso di non avere aumenti di livello, di non avere ferie quando le chiediamo, di non avere permessi nei
giorni in cui riteniamo che ci servono.
AllÕinizio nella richiesta da parte del capo squadra: Òdomani fai
sciopero o non fai scioperoÓ, cio• dico perchŽ devo saperlo, devo
annotar chi viene, chi non viene e poi successivamente con la presenza
costante del capo squadra che magari fino al giorno prima non si
vedeva sul posto di lavoro a seguirti passo su quello che facevi, perchŽ
magari ti eri allontanato due minuti in pi• dal lavoro, una pressione di
questo tipo.
Te lo dicevano apertamente, ti minacciavano: -o fai come diciamo
noi oppure non ti riconfermiamo il contratto-, ecco quel che dicevano.
Proprio il mio capo UTE mi disse che lavorando in fabbrica e facendo il
sindacalista non avrei mai fatto carriera, a fine contratto difficilmente
lÕavrebbero rinnovato. Quando ci furono quegli scioperi a cui parteciparono quattro gatti, il capo UTE pass˜ a parlare con ognuno di noi,
portava argomenti sfacciatamente ricattatori, ci diceva -Sapete che siete
assunti con contratti di formazione? Non vi fate vedere che pertecipate
agli scioperi-. Io gli dissi che partecipavo allo sciopero soprattutto per
prendermi una giornata di riposo, ma gli dissi anche che lui non era
nessuno per potermi dire quello che dovevo fare. Lo dissi anche al mio
amico e intanto parecchi operai proprio per queste minacce andarono
a lavorare quel giorno. Il giorno dello sciopero ci ritrovammo in due a
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non andare al lavoro. Il giorno seguente mi incavolai un poÕ con tutti, gli
dissi che erano una massa di pecoroni.
Quando ritornai il capo UTE mi disse -Sapevo che avresti fatto sciopero, ma il mio era un consiglio amichevole, a me non interessa niente
se non vieni a lavorare-. Voleva convincermi che lo aveva detto per i
miei interessi, tanto • vero che mi mand˜ alla postazione dove si montano i mozzi, quella ÒpunitivaÓ diciamo. Ma io ci sono andato senza problemi.
I capi UTE non si possono iscrivere ad un sindacato perchŽ quelli che
si sono iscritti... qualcuno ad esempio aveva giˆ dato la disponibilitˆ
allÕiscrizione, per˜ nel momento in cui lÕamministrazione del personale
per poter sottrarre la quota ha avuto questa notizia, immediatamente i
Repo sono andati a fare opera di pressione per farli recedere da questa
decisione e in alcuni casi le persone che invece hanno continuato sono
stati cambiati di ruolo. Cio• non • previsto un responsabile che sia
iscritto al sindacato se non con loro, vale a dire un sindacato come il
fismic per esempio.
Le elezioni si sono svolte pi• o meno nello stesso clima nel quale si
sono svolte forze le elezioni politiche, nel senso che non cÕera nessuna
norma di par condicio, e quellÕorganizzazione che risponde al nome di
fismic, che non pu˜ essere considerata unÕorganizzazione sindacale, ha
avuto la possibilitˆ di disporre di una serie di spazi e di informazioni e
di supporto da parte dei dirigenti dellÕazienda che lÕhanno messo in una
posizione di vantaggio, questo unitamente allÕignoranza di buona parte
dei lavoratori rispetto per esempio giˆ al significato politico e di attivitˆ
delle varie sigle ha determinato un risultato che sicuramente • diverso
da quello degli altri stabilimenti.
Non si • capito da dove veniva Fismic che ha preso la stragrande
maggioranza dei voti. Non • che il sindacato di azienda, che si • creata questa barriera ben solida, che ha usato tutti i mezzi per ottenere un
voto, e gli altri sindacati sono rimasti indietro.
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Questo faceva parte di tutta lÕidea di fabbrica integrata che • fallita
secondo me nella maggior parte degli obbiettivi, sicuramente era solo
immagine. Per cui io penso che per quanto riguarda il sindacato proprio per questo forte condizionamento da parte dellÕazienda bisognava
trascinare, cio• ci deve essere un gruppo di sindacalisti che devono fare
da traino, cio• non sarˆ la base che farˆ crescere lÕattivitˆ sindacale,
deve essere una cosa che dallÕalto deve essere calata. Bisogna fare sensibilizzazione nei confronti degli operai perchŽ altrimenti la paura, la
mancanza di tradizioni, di attivitˆ sindacale faranno si che questa situazione di stallo duri eccessivamente, per ancora molto tempo.
CÕ• la paura di perdere il lavoro, perchŽ siamo in contratto di formazione e lavoro. Se fossero giˆ assunti regolarmente, in molti mi dicono
che dopo la conferma saranno diversi. Ma io non ci credo, perchŽ ho
avuto modo di avvicinarmi a persone che hanno giˆ avuto la conferma
e che hanno paura non solo di fare una tessera sindacale, ma anche di
parlare semplicemente.
Non hanno una cultura aziendale n• sindacale, hanno paura di perdere il posto di lavoro, di essere additati e Òmessi a postoÓ. Questa
mentalitˆ la stanno inculcando anche nei CT, che credono di poter
comandare a loro piacimento. Le persone sono ancora troppo remissive.
Questo perchŽ in regione non cÕ• una mentalitˆ molto aperta, giˆ in
Campania o in Puglia • diverso. Certo cÕ• meno delinquenza da noi,
ma anche meno conoscenza di molte cose. CÕ• da noi anche scarso
livello culturale, siamo una regione povera e molta gente ha realmente
avuto dalla FIAT un miglioramento delle proprie condizioni di vita, e
pu˜ trovare questo lavoro anche rilassante rispetto a quelli che svolgeva
prima, ad esempio i lavori agricoli stagionali. CÕ•, addirittura, gente
che dopo aver fatto la notte in fabbrica va a lavorare nei campi, o a
fare altri lavori, anche perchŽ non abbiamo certi stipendi elevati. Si
lamentano del lavoro perchŽ • noioso e stancante, ma non si ribellano.
Nonostante quello che ci hanno detto allÕISFOL sullÕantinfortunistica, cÕ•
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gente che non va neanche a farsi la medicazione. Ma cÕ• da dire che
molti capi UTE ci dicono di non andare in infermeria a perdere tempo,
di non lasciare la postazione.
Quindi chi ha paura non ci va, si medica poi a casa.
Il capo UTE il pi• delle volte vede in maniera abbastanza negativa
lÕintervento del sindacato, almeno questa • lÕidea che ci danno, • come
se si sente scavalcato, cio• • come: Òdice potevi venire da me a chiedermi vediamo cosa fareÓ, da parte del ragazzo cÕ• la consapevolezza di
dire Òcacchio allora il sindacato a qualcosa veramente serveÓ e allora
ecco si comincia a muovere qualcosa, e allora il riuscire a risolvere praticamente un problema pu˜ servirti a qualcosa, cio• a far creare la
mentalitˆ che il sindacato serve, viceversa invece ti rendi conto che lÕazienda si rifiuta quasi di risolvere anche il pi• piccolo problema come
poteva essere cos“ io mi ricordo, cÕ• stato la bellezza di tre mesi nel
bagno della UTE 4 che era rotto uno scaldamani, per tre mesi lÕazienda
non ha voluto, si • quasi rifiutata di aggiustarlo oppure lÕimpegno Òsi,
non ti preoccupare lÕaggiusteremoÓ, quasi per dimostrare lÕinefficienza
del sindacato cio• nel senso dice Òvedi il sindacato non • in grado di far
risolvere un problemino cos“ banale quale pu˜ essere uno scaldamaniÓ,
quindi proprio per screditare il sindacato, io avevo questÕidea.
Ed • lÕidea che noi abbiamo forse del sindacato, immaginando sindacati forse vuol dire fare casino con lÕazienda, dover fare una vertenza
al datore di lavoro, il sindacato visto sempre come contrasto, lotta tra
operaio e datore di lavoro, quindi cÕ• la paura da parte del lavoratore
che dice Òse mi metto nel sindacato lÕazienda avrˆ una pessima opinione nei miei confrontiÓ. Questa • lÕidea che hanno: sindacato vuol dire
non lavorare, fare niente.
Concretamente, la partecipazione del sindacato dovrebbe
avvenire attraverso un’articolata rete di commissioni bilaterali. A livello di società opera il Comitato consultivo; a livello di
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stabilimento sono previste altre sei commissioni: Prevenzione
e conciliazione, Pari opportunità, Verifica del pre m i o ,
Formazione professionale, Servizi aziendali, Servizio sanitario aziendale. A livello di UTE infine, esistono altre due commissioni: Fabbrica integrata e ambiente, Sicurezza e prevenzione.
Io fino ad ora da esterno, da uno che non si interessa delle cose, da
lavoratore comune della Sata non ho mai avuto almeno indicazione di
una decisione che abbia effetti reali sulla vita dello stabilimento presa in
una commissione. Allora o questo non • mai avvenuto oppure se •
avvenuto io non ho mai verificato praticamente un cambiamento che sia
stato dovuto ad una decisione presa in commissione.
CÕ• stato un problema molto grosso che • stato quello dei trasportatori, cio• da Potenza a Melfi, a San Nicola di Melfi, allo stabilimento.
Non cÕera un collegamento nŽ a livello di pullman nŽ a livello di treno
quindi per diverso tempo abbiamo cercato di affrontare Ôsto problema
cercando di risolverlo; cÕera anche una commissione addetta a questo,
la commissione servizi aziendali che si occupava anche dei trasporti.
Ebbene io mi ricordo che nella prima commissione ebbi una discussione
molto accesa con i responsabili del personale, perchŽ mi dava lÕidea
che la commissione pi• che affrontare concretamente i problemi, quindi
risolverli, era un qualcosa di molto teorico. E infatti poi ne ho avuta la
prova, perchŽ sette mesi • esistita Ôsta commissione e praticamente non
ha raggiunto nessuna conclusione. Viceversa il problema lo abbiamo
a ff rontato e cercato di risolvere allÕesterno, cio• muovendoci con le
organizzazioni sindacali in maniera singola, in maniera isolata, andando alla regione, allÕassessorato al traffico, quindi il problema • stato
risolto sicuramente non nellÕottica della partecipazione di cui ci avevano
tanto parlato con lÕaccordo del giugno Ô93, anzi lÕazienda ha fatto capire che i problemi erano da affrontare sulla carta perchŽ poi in maniera
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concreta chi doveva schierarsi doveva essere il sindacato, senza lÕappoggio dellÕazienda
- E infatti nella mia visione, nella mia lettura del contratto, la commissione doveva muoversi in quanto commissione, quindi le organizzazioni
sindacali insieme allÕazienda, deliberare eventualmente delle strade da
seguire, delle linee da seguire e agire in maniera unita, mentre viceversa lÕidea dellÕazienda • quella che il sindacato doveva muoversi in una
certa ottica e lÕazienda doveva restarne fuori e vedere come andavano
le cose
Sicuramente, io non so fino a che punto possono essere utili, a me
danno lÕidea di cose estremamente burocratiche, farraginose.
Se devi risolvere un problema molto grosso e urgente, secondo me la
commissione • lÕultima strada da seguire.
Risolvono i problemi pi• banali, tipo mettere qualche macchinetta in
pi• per il caff•, cio• problemi di una banalitˆ veramente unica, come
organizza il family day. Per˜ che una commissione abbia risolto un problema veramente grosso io non lo ricordo.
Mi sembrava in effetti che quellÕaccordo visto in quellÕottica era pi•
che altro una rete che imbrigliava il sindacato, il sindacalista; quindi la
maggior parte dei problemi diventava quasi impossibile risolverli immediatamente, bisognava affrontarli nelle commissioni, commissioni che
non si sapeva se venivano riunite, quando venivano riunite quindi mi
sembrava insomma quasi un qualcosa che dava lÕidea di imbrigliare il
sindacato pi• che farlo muovere in maniera pi• snella, mi dava lÕidea
della burocrazia, tanti passaggi, tanti piccoli passaggi e alla fine non si
sapeva mai se Ôsto problema veniva risolto e da chi doveva essere effettivamente risolto.
Per quanto riguarda gli operai, all’inizio l’atteggiamento
diffuso nei confronti del sindacato è di sospetto se non di
opera ostilità. L’idea è che il sindacato sia “un modo come
un altro per rubare soldi agli operai”, che i sindacalisti siano
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degli sfaccendati pronti a impegnarsi solo per il loro tornaconto personale, o al massimo degli idealisti fuori dal tempo.
Solo lentamente nasce nella SATA e nelle fabbriche dell’indotto una coscienza e un’organizzazione sindacale.
Per sentito dire da tutti si trattava di una cosa come unÕaltra i rubare i
soldi agli operai.
Il sindacato cÕera soltanto quando dovevi farti la tessera, allora ti
stava addosso -LÕunione fa la forza; dobbiamo essere uniti-. queste
erano le cose che dicevano. Quando chiedemmo di aumentare il periodo di pausa, erano l“, perchŽ dovevano farti la tessera; poi, dopo aver
pagato la tessera, diventavano irreperibili, e addio lÕallungamento della
pausa. Il sindacato non si • mai visto.
Ci avevano soltanto detto -Pi• tessere fate e meglio •.
Avevo sicuramente una pessima idea, cio• le persone che lottavano il
pi• delle volte mi sembravano persone fuori dalla realtˆ, cio• quando si
andava a parlare di lotta contro il padrone, contro lo sfruttamento della
manodopera il pi• delle volte mi davano dellÕidea di frasi fuori dal
tempo.
Entrando in FIAT mi sono reso conto che ci vuole un qualcosa, unÕorganizzazione, in questo caso unÕorganizzazione sindacale alla quale
rivolgersi, sulla quale poter contare per affrontare e cercare di risolvere
i problemi allÕinterno dello stabilimento, perchŽ da solo rischi prima di
tutto il posto di lavoro perchŽ sanno metterti in condizione di andartene
oppure nel momento in cui resti in stabilimento di renderti la vita impossibile
Diciamo che dopo un periodo felice tra lÕazienda e i primi dipendenti
cÕ• stato il primo approccio buono cos“ tutto a posto, poi entrando sempre pi• nella realtˆ nella produzione reale delle... sono iniziati a sorgere i primi problemi. Dopo alcuni mesi, dopo 5-6 mesi i problemi si
erano ingranditi, il pressing dellÕazienda era forte nei confronti di tutti i
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dipendenti. LÕazienda ha iniziato a fare pressing, ad incitarci a produrre
di pi•, ad incitarci su tutto, a non discutere gli ordini, insomma sono
sorti i primi problemi. Dopo un periodo che a tutti • risultato lungo di 56 mesi di pressing di questo tipo qua diciamo che lÕazienda ha iniziato
a scocciarci e in ognuno di noi cÕera la voglia di reagire, chi in un
modo chi in un altro, finchŽ non si • trovato il modo pi• ragionevole che
• stato quello di creare un sindacato allÕinterno dellÕazienda e di iniziare a colloquiare con lÕazienda ed iniziare a discutere alcuni problemi
fondamentali per la convivenza di tutti nellÕazienda, perchŽ lÕazienda
ha voluto isolarci, ha tentato in tutti i modi di tenerci isolati. Diciamo che
il sindacato • stato aiutato dal fatto che lÕazienda, non so, ha fatto troppo pressing, non so, alcuni errori da parte dellÕazienda. Su 50 dipendenti tutti quanti si iscrissero al sindacato, quindi secondo me lÕazienda
aveva un poÕ esagerato nel pressing altrimenti questo non sarebbe
accaduto.
Quando abbiamo deciso di creare il sindacato tutti hanno dato lÕadesione perchŽ si stava attraversando un periodo di stress, allora questo
fatto qua ha giocato contro lÕazienda e a favore del sindacato. Ha agevolato il sindacato in quel preciso momento e da allora lÕazienda ha
cambiato tattica e adesso cerca di metterci uno contro lÕaltro, ha iniziato
a dare alcune promozioni proprio per dividerci, per iniziare a rompere
ci˜ che • stato costruito in precedenza.
- Probabilmente i primi delegati sono stati scelti tra le persone pi•
vicine al sindacato, sicuramente questa • stata la scelta, quindi persone
molto fidate o persone che erano amiche allÕinterno del sindacato, poi
penso che una seconda fase sia stata fatta tra le persone che avevano
voglia effettivamente di fare sindacato, quindi sei stato combattuto, hai
avuto modo di parlare magari con il segretario di un determinato sindacato e ti ha proposto o meno di essere ÒrsaÓ, rappresentante sindacale
aziendale. Per˜ devo dire che il sindacato ha cominciato forse a prendere coscienza di s• grazie a queste elezioni dirette che ci sono state in
data 18, 19, 20, e 21 luglio, forse in questo momento la gente ha capi-
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to che cÕera il sindacato, si • resa conto perchŽ i vari candidati si sono
mossi per farsi conoscere. La maggior parte degli operai sono rimasti
meravigliati nel vedere tanta gente che fa parte del sindacato; fino
allÕaltro ieri i delegati si potevano contare sulle punte delle dita di una
mano mentre vedere tantissime persone che erano candidate, che credevano nel sindacato penso per molti sia stata una piacevole sorpresa,
come dire possibile che il sindacato era cos“ presente in azienda e non
ce ne eravamo mai accorti.
- Abbiamo delle ore che sono otto nellÕambito mensile della legge
300, che ci consente di poter fare attivitˆ allÕinterno dello stabilimento,
visto le tante richieste di s.o.s. che arrivano da diversi ragazzi, che pu˜
essere una semplice informazione sulla busta paga a problemi pi•
grossi.
Qui non cÕ• cultura sindacale, la gente ha si paura, ma perchŽ gli •
stata inculcata dallÕAzienda. Hanno detto di non iscriversi, di non votare
i rappresentanti. Al di lˆ di questo il sindacato potrebbe avere pi• forza
se lavorerˆ bene con gli operai. Il primo punto che interessa gli operai •
il salario, se si riuscisse a modificare i salari giˆ il sindacato avrebbe
pi• credibilitˆ, di fronte ai soldi la gente aprirebbe gli occhi. Se poi riuscisse a far rispettare le famose due pause sarebbe un grosso obiettivo
da raggiungere. Il sindacato pu˜, ma il fatto • che chi fa il sindacato
deve essere un operaio che non lo fa per carriera, ma per vero impegno. Altrimenti, succede come al solito, che i sindacalisti vanno avanti
facendo i propri interessi e gli operai non ne hanno vantaggi sul lavoro.
Una persona che si mette nel sindacato • comunque una persona interessata a fare qualcosa, se poi si fa conoscere ed • impegnata, non
sarebbe neanche giusto lasciarla a fare un lavoro monotono se ha la
capacitˆ di farne uno migliore.
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