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ricordidiunragazzo dal cuore spezzato

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ricordidiunragazzo dal cuore spezzato
Esce oggi ili Italia, in contemporanea
con Stati Uniti e Gran Bretagna,
/
il nuovo romanzo del maestro deU horror^
otmnen
Stepha
KING
RICORDIDIUNRAGAZZO
DAL CUORE SPEZZATO
STEPHEN KING
a macchina ce l'avevo, ma la
maggior parte delle volte, in
quell'autunno del 1973, me la
feci a piedi da Joyland agli appartamenti sulla spiaggia della
signora Shoplaw, a Heaven's Bay. Sembravalasoluzionemigliore. L'unica, ineffetti. Aiprimi disettembre, Heaven'sBeach era quasi completamente deserta, in
perfetta sintonia con il mio umore. È stato l'autunnopiùbello dellamiavfta; continuo a sostenerlo anche quarant'anni
dopo. E, allo stesso tempo, non mi sono
mai sentito così infelice. La gente pensa
che il primo amore sia tanto dolce, e lo diventi ancora di più quando il legame si
spezza. Conoscerete almeno un migliaio
dicanzonipop e country sull'argomento,
con qualche povero scemo dal cuore infranto. Ma quella prima ferita è la più dolorosa.lapiùlentaaguarireelasciaunacicatrice onibile. Che ci sarà di dolce...
Da settembre a ottobre, il cielo della
Carolina delNord era limpido e l'aria calda fin dalle sette del mattino, quando
scendevo dalle scale esterne della mia camera al primo piano. Se avevo addosso
una casacca leggera, di sicuro finivo per
L
legarmela alla vita prima di avere percorso metà dei cinque chilometri che separavano la città dal parco divertimenti.
Mi fennavo sempre da Betty's Bakeiy
per un paio di croissant ancora caldi. La
mia ombra mi seguiva sulla sabbia, lunga
almeno sei metri. I gabbiani speranzosi
sentivano il profumo dei dolci nella carta
oleata e mi facevano la posta dall'alto del
cielo. E alla sera, quando ritornavo (senza
fretta, nonc'eranullapercuivalesselapena di farlo, non a Heaven's Bay, che si assopiva già alla fine dell'estate), l'ombra
mi camminava accanto sull'acqua. Con
l'altamareaondeggiavaappena, sembrava che ballasse pigramente.
Non ne sono proprio sicuro, ma credo
che la donna e il ragazzino con il cane fossero lìfindallamiaprimapasseggiata. [...]
Che andassi o tornassi, non mancavo mai
di salutarli con un cenno della mano, e il
ragazzino ricambiava. Lei no, almeno
non all'inizio. Il 1973 eral'anno della crisi
energetica, quando Richard Nixon dichiarò che non era un imbroglione e
quando morirono Edward G. Robinson e
Noél Coward. L'anno perduto di Devin
Jones. Ero un verginello di ventun anni
con aspirazioni letterarie. Avevo tre paia
diblue jeans, quattro di boxer, unrottame
di Ford (con una buona radio), sporadiche idee suicide e un cuore spezzato.
Che dolce, eh?
A spezzarmelo era stata Wendy Keegan, che non mi meritava. Ci ho impiegato lamaggior parte della vita a capirlo ma,
come si suol dire, meglio tardi che mai. Lei
veniva da Portsmouth, New Hampshire;
io da South Berwick, Maine. Quasi la ragazza dellaporta accanto. Avevamo inco minciato a «fare sul serio» (per usare una
nosuaespressione) al primo anno all'UniversitàdelNew Hampshire. C'eravamo
persino incontrati alla festa delle manicole, e questo èproprio dolce; proprio come in una canzone.
Per due anni fu impossibile dividerci,
facevamo qualsiasi cosa e andavamo
dappertutto insieme. Qualsiasi cosa
tranne quello. Eravamo entrambi studenti lavoratori, lei nella biblioteca e io in
mensa. Ci venne offerta l'occasione di
continuale a sgobbare durante l'estate
del 1972 e non ci fu bisogno di ripetercelo
due volte. La paga non era granché ma
l'opportunità di rimanere insieme non
avevaprezzo. Pensavo che sarebbe andata così anche nel '73, finché Wendy non
mi informò che aveva trovato un impiego
con l'amica Renee daFilene's, aBoston.
«E io?» chiesi.
«Puoisempreveniregiùatrovanni», rispose lei. «Mi mancherai da morire, Dev,
ma probabilmente ci farà bene passare
un po' di tempo da soli».
Una frase che quasi sempre è una condanna a morte. Forse se ne accorse, perchési alzò sullapunta dei piediemibaciò.
«La lontananza rinfocola la passione. E
comunque, visto che avrò un posto mio,
potresti fermarti da me».
Ma non mi guardava negli occhi quando lo disse, e l'opportunità non si presentò mai. Troppi coinquilini, affermava,
e troppo poco tempo. Certo, simili problemi non sono insormontabili, malo furono per noi, un particolare che avrebbe
dovuto suggerirmi qualcosa; anzi, parecchio, almeno con il senno di poi. In molte
occasioni ci trovammo vicinissimi a «farlo», ma non capitò mai. Lei si tirava sempre indietro e io decisi di non insistere.
Buon Dio, mi comportavo da perfetto
gentiluomo. Daalloramisono immancabilmente chiesto che cosa sarebbe successo, nel bene e nel male, se avessi scelto un atteggiamento diverso. Con il passare del tempo, ho scoperto che raramente i gentiluomini trombano. Una
massima degna di essere ricamata suuna
tovaglietta da appendere in cucina.
L'idea di un'altra estate passata a ramazzareipavfmentidellamensaeariempire di stoviglie lerce le vecchie lavapiatti
non mi andava tanto a genio, non mentre
Wendy si sarebbe divertita mi centinaio
di chilometri a sud sotto le sfavillanti luci
di Boston. Però era un lavoro sicuro, mi
serviva e non avevo altre prospettive. Poi,
allaffnedifebbraio.unanuovapossibilità
mi arrivò letteralmente tra le mani grazie
al nastro ttasportatore della cucina.
Qualcuno stava leggendo un numero
di Carolina Livingmentre si ingozzava di
hamburger e patatine alla messicana, il
piatto speciale del giorno. Aveva lasciato
la rivista sul vassoio, che raccattai insieme con il resto. Stavo per buttarla nella
spazzatura, ma pensai che una lettura
gratis non andava sprecata (non dimenticatevi che ero uno studente lavoratore).
La infilai nella tasca posteriore dei pantaloni e me ne dimenticai fino alritornonel-
la mia stanza del dormitorio.
Mentre mi stavo cambiando,
cadde a terra, aprendosi alla rubrica degli annunci economici.
Uproprietario aveva circolettato numerose offerte di lavoro;
alla fine doveva avere deciso
che nessuna faceva al caso suo,
altrimenti Carolina Living non
sarebbe mai finita Uà le mie
grinfie. In fondo alla pagina,
un'inserzione catturò la mia
curiosità anche se non era stata
evidenziata. La prima riga recitava: Vieniajoylandalavorarein
imposto da favola!'Quale studente di lettere sarebbe rimasto indif. ferentedifronteaunsimileinvito?E
quale ventunenne con l'umore a terra, e la crescente convinzione di essere presto mollato dallafidanzata, avrebbe
resistito all'idea di trasferirsi nella «tena
della gioia»?
C'era un numero di telefono e, quasi
per scherzo, chiamai ilparco divertimenudiJoyland.Lasettimana dopo, nella cassettadellapostadeldonnitorioarrivò
un modulo d'assunzione. La lettera
allegatachiarivache si trattava di un
impiego a tempo pieno perl'estate
(proprio quello che faceva al caso
mio) e che mi sarei dovuto occupare di diverse mansioni, molte
ma non tutte di manutenzione.
Dovevo dispone di una
patente di guida valida e
sottoponili a un colloquio. Me la sarei potuta
sbrigare per le vacanze
pasquali, invece di tornare a casa nel Maine.
Unico particolare,
avevo in mente di
passale almeno un
no' di quei giorni
con Wendy. Esisteva persino il rischio di «farlo».
«Vai al collouro», mi rispose lei
lesitare. «Sarà una
stupenda avventura.»
STEPHEN
JQNG
fcfc
^
,
IL LIBRO
Joylanddì Stephen King
(Sperling & Kupfer,
traduzione di Giovanni
Arduino, pagg. 360,
euro 19,90) esce oggi
in contemporanea
con Stati Uniti, Canada
e Gran Bretagna.
Anticipiamo l'inizio
del romanzo
«Lo sarebbe stare conte».
«L'anno prossimo non mancheranno
le occasioni». Come sempre, si alzò in
punta di piedi e mi baciò. Si stava già vedendo con l'altro tipo? Probabilmente
no, ma scommetto che l'aveva notato,
considerando che frequentavano lo stesso corso di sociologia avanzata. Di sicuro
Renee St. Clair lo sapeva, e forse se gliel'avessi chiesto avrebbe tirato fuori tutto
quanto. Vuotare il sacco eralasuaspecialità- sicuramente riusciva a far schiattare
anche il prete durante laconfessione -ma
esistono argomenti di cui è meglio restare all'oscuro. Tipo, perché la ragazza che
adoravi alla follia si tirasse sempre indietro, perpoi ficcarsi nel letto del nuovo arrivato non appenapossibile. Io non credo
che sipossamai superare del tutto laferitainferta dal primo amore, e che essa non
smetta mai di bruciare. Una parte di me
vuole ancora sapere che cosa avessi di
sbagliato. Che cosa mi mancasse. Ormai
ho sessantanni, i capelli grigi, sono sopravvissuto a un cancro alla prostata, ma
morirei pur di capire perché non andassi
abbastanza bene per Wendy Keegan.
Joyland Copyrigh t©2013by Stephen
King. Publishedby agreement with the
authorc/o TheLottsAgency, Ltd © 2013
Sperling & KupferEditori S.p.A. © 2013
Stephen King/Agenzia Santachiara
©RIPRODUZIONERISERVATA
La gente pensa
che il primo amore
sia tanto dolce,
m a q u e l l a p r i m a ferita
è anche la più dolorosa
Ormai ho sessant'anni,
i capelli grigi, però
morirei pur di capire
perché non andassi
bene per Wendy Keegan
Stephen King
in un disegno
di Tullio Pericoli
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