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I nostri antenati

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I nostri antenati
1
2
•L’Homo sapiens è un
mammifero placentale, ordine
dei primati.
•L’evoluzione dei primati è
iniziata con animali simili agli
attuali insettivori come le
tupaie, adattati alla vita
arboricola;
successivamente
sono stati acquisiti dagli antenati
degli ominidi, la postura eretta
e la deambulazione bipede.
3
I Primati
Adattamenti alla vita arboricola:
Mano e braccio
– Pollice opponibile
– Rotazione dell’avambraccio e della mano senza muovere il resto
dell’arto
– Alzare le braccia lateralmente ruotando l’omero nell’articolazione
della spalla
– Unghie al posto di artigli per dare sensibilità ai polpastrelli
Acutezza visiva: occhi frontali e visione stereoscopica
Cure parentali
Postura eretta intesa come possibilità di stare “seduti” mantenendo la
colonna vertebrale diritta.
4
Le linee evolutive dei Primati: la genesi
delle Proscimmie
Fine del Mesozoico, circa 70 milioni di anni fa: Europa e
America settentrionale sono ancora unite nel supercontinente di
Laurasia; lungo la fascia equatoriale che lo attraversava si formano
estese foreste di Angiosperme, le piante con i fiori.
Gran numero di insetti per cui l'albero con i fiori è una nicchia
ecologica molto favorevole per l'abbondanza di cibo disponibile.
Su quegli stessi alberi trovano successivamente il loro habitat
naturale gli Insettivori che in precedenza vivevano a terra.
Questi, a loro volta, si adattano gradualmente al nuovo ambiente
sviluppando zampe prensili e una notevole agilità trasformandosi
in Proscimmie, le quali pertanto ebbero origine nei continenti del
nord e non a sud, dove si spostarono solo successivamente,
quando cioè l'aspetto geografico delle terre emerse cambiò
assetto.
5
Purgatorius
Nel Montana, su una collina chiamata dai paleontologi
Purgatory Hill, furono rinvenuti alcuni denti e frammenti di
piccole mandibole riferibili ad un animale poco più grande di
uno scoiattolo, che potrebbe rappresentare il progenitore di
tutti i Primati viventi.
Questo antico Primate, a cui è stato dato il nome per nulla
originale di Purgatorius, visse alla fine del Cretaceo, quando
non si erano ancora del tutto estinti i dinosauri.
Esso assomiglierebbe ad una specie arboricola tuttora vivente
nell'Asia meridionale: la Tupaia, ovvero un animale che un
tempo veniva classificato fra gli Insettivori (insieme al riccio e
alla talpa), ma che oggi viene ritenuto più simile alle
Proscimmie.
6
Adapis
Nonostante i pochi reperti a disposizione, i paleontologi
sono riusciti ugualmente a ricostruire l'evoluzione delle
Proscimmie attraverso alcuni fossili, attribuibili ad
animali non più grandi di un gatto, rinvenuti sia in
America sia in Europa.
In particolare alcuni di questi animali, classificati come
appartenenti al genere Adapis, vissero nell'Europa
centrale, una cinquantina di milioni di anni fa.
Si tratterebbe di piccoli Primati arboricoli che si
presume siano stati i progenitori dei Lemuridi, una
famiglia di Proscimmie che attualmente vive in
Madagascar.
7
Le scimmie Platirrine: loro antenati
Circa 40 milioni di anni fa le Proscimmie conobbero un
declino improvviso prodotto, presumibilmente, da una graduale
riduzione dell'ambiente forestale, ma forse anche dalla
concorrenza di altri Primati caratterizzati da un maggiore
sviluppo cerebrale e da modificazioni strutturali delle
estremità degli arti.
Questi nuovi animali erano i progenitori delle scimmie
Platirrine, dette anche scimmie del Nuovo Mondo, la cui storia
evolutiva è ferma praticamente al Miocene, cioè all'epoca in cui
furono rinvenuti reperti del tutto simili alle specie viventi.
Si tratta di scimmie dotate di lunga coda prensile e narici
divaricate (da cui la denominazione di Platirrine).
8
Gli antenati delle scimmie Catarrine:
l’Aegyptopithecus
Le scimmie Catarrine (cioè dal setto nasale stretto), dette anche
scimmie del Vecchio Mondo, ebbero origine in Asia (se si vuol dar
credito ad alcuni fossili raccolti in Birmania), una quarantina di
milioni di anni fa, ma ben presto si trasferirono in Africa dove
vivono tuttora.
Durante l'Oligocene, cioè all'incirca 30-35 milioni di anni fa, questo
genere di scimmie già abitava sicuramente l'Africa settentrionale
perché là si trova la località che ha fornito il più alto numero di fossili
di scimmie Catarrine: si tratta della regione di El Fayum, in Egitto.
Il ritrovamento più importante dal punto di vista evolutivo, effettuato
in quella regione, si riferisce ad un fossile cui è stato dato il nome di
Aegyptopithecus: si tratta di un cranio quasi completo di una
scimmia arcaica vissuta una trentina di milioni di anni fa che,
secondo alcuni paleontologi, rappresenterebbe il progenitore sia delle
scimmie antropomorfe moderne sia dell'uomo.
9
Le Driopitecine: il Proconsul
Da questo antico progenitore sarebbe discesa una gamma
piuttosto ampia e varia di scimmie primitive che oggi vengono
classificate tutte quante con il nome generico di Driopitecine
("scimmie delle querce") e il cui primo esemplare venne rinvenuto
da Louis e Mary Leakey nel 1948 su di un'isoletta del lago
Vittoria in Kenia. Del gruppo delle Driopitecine farebbe parte
anche il famosissimo Proconsul.
Il Proconsul, il cui nome significa "prima di Consul", con
riferimento ad uno scimpanzé di nome Consul che viveva nello zoo
di Londra, è il più antico documento fossile di un primate
sprovvisto di coda e viene ritenuto l'antenato diretto delle attuali
scimmie antropomorfe africane (scimpanzé e gorilla) e dell'uomo.
Ad esso fu assegnata un'età compresa fra i 22 e i 12 milioni di
anni.
10
I Ramapiteci
Su di un'altra linea evolutiva si troverebbero invece i tanto discussi
Ramapiteci.
Si tratterebbe in questo caso di diverse specie di scimmie
arcaiche, di piccole dimensioni, che molto probabilmente
avevano già raggiunto la stazione eretta, o quasi, e il cui primo
rappresentate fossile fu trovato nel 1934 sui monti Siwalik in Asia
(ai piedi dell'Himalaya), da un geologo indiano di nome Vinajak
Rao.
Il nome di Ramapithecus, che deriva dalla divinità indiana Rama e
dalla parola greca "pithecos" che significa scimmia, gli venne però
assegnato da uno studente dell'Università di Yale, tale G. E. Lewis.
Altri esemplari simili al Ramapithecus, a cui fu assegnato il nome di
Sivapithecus (ma forse si tratta di Ramapitecine femmine), furono
successivamente rinvenuti in Europa e in Africa.
11
I Ramapiteci e l’evoluzione
Il Ramapiteco, più di ogni altro, ha alimentato le polemiche
sull'origine degli Ominidi.
All'inizio furono rinvenuti fossili solo dei denti e alcuni frammenti
del cranio e della mandibola e sulla base di questi scarsi reperti
furono calcolate approssimativamente le dimensioni del corpo.
Si venne quindi alla conclusione che dovesse trattarsi di un animale
non più alto di un metro che viveva sugli alberi, ma che forse si
trovava a suo agio anche a terra perché i denti rivelavano la
presenza di una dieta fatta anche di alimenti duri come potrebbero
essere le granaglie, che, per l'appunto, si raccolgono a terra.
Basandosi sulla forma arrotondata dell'arcata dentaria di tipo
"umano", in un primo tempo venne ritenuto il vero progenitore
dell'uomo, ma oggi si propende per un'altra tesi.
12
Linee evolutive
13
14
Circa 6 milioni di anni
fa, iniziò la linea
evolutiva dell’uomo..
Questi furono I primi
OMINIDI.
Diversi tipi di ominidi
vissero sulla Terra per I
successivi 6 milioni di
anni, alcuni anche nello
stesso tempo.
15
La Rift Valley
• Circa 35 milioni di anni fa, in Africa orientale, oltre
al generale deterioramento climatico - progressiva
diminuzione dell'umidità e alternanze marcate delle
stagioni - si realizzò un evento geologico di enorme
portata: la formazione della frattura tettonica lunga
oltre 5 mila chilometri che determinò profonde
depressioni e solcature che caratterizzano oggi la
fascia orientale dell'Africa e che prende il nome di
Rift Valley.
16
L’ambiente nella Rift Valley
Questi mutamenti determinarono variazioni sull'ambiente
della regione - attraverso una drastica diminuzione della
copertura arborea a vantaggio di ambienti aperti tipo
savana - le quali agirono come principale agente selettivo
tra le specie esistenti.
In particolare, i Primati che più si erano specializzati
nella vita arboricola, risentirono fortemente di questi
cambiamenti, estinguendosi o adattandosi alle nuove
condizioni ecologiche.
17
La nascita degli ominidi
• Alcuni di questi adattamenti determinarono l'inizio di
quella che oggi è considerata l'evoluzione dell'uomo
con le prime forme di Ominidi circa 6 milioni di
anni fa (comunque fra 7 e 5 milioni).
• I maggiori caratteri su cui si basa l'emergenza e la
persistenza della radiazione evolutiva pre-ominide e
ominide sono la postura e la deambulazione, le
scelte alimentari, le dimensioni dell'encefalo, la
forma e le dimensioni dello scheletro post-craniale.
18
La nostra storia è costellata di molte
specie sia appartenenti al genere Homo che
Australopithecus (Paranthropus) e molti di
questi ominidi si sono non solo succeduti
nel tempo, ma anche sovrapposti. Per
questo si preferisce parlare dell' evoluzione
della nostra famiglia come un “cespuglio”.
A volte i ritrovamenti sono molto
frammentari
che
non
c'è
sempre
convergenza fra gli studiosi nell'attribuire il
reperto ad una specie esistente o se invece
siamo di fronte ad una totalmente nuova.
Questa è una delle cause che determinano
modelli di cespugli variabili in alcuni
particolari pur convergendo su molti punti
della nostra evoluzione ormai assodati.
Un
esempio
può
di
Australopithecus
collocano tale specie
evolutiva che porterà ad
altri al contrario, viene
discendente.
essere
il
caso
africanus: Alcuni
fuori della linea
Homo sapiens, per
considerato diretto
19
4 milioni di anni fa
Primo stadio
dell’evoluzione umana:
Australophitecus.
Era vegetariano e
faceva uso di semplici
strumenti in pietra, in
legno e ossa.
Comparve in Africa
con diverse forme.
20
Gli australopitechi
(dai 3 ai 2 milioni di anni fa)
Rappresentano una tappa importante
per la formazione del genere homo.
Per essi si parla di
bipedismo
facoltativo come è emerso dallo studio
dei resti di bacino con le ossa iliache
espanse per consentire l’equilibrio, la
posizione del foro occipitale al centro
della base del cranio al di sopra della
colonna vertebrale e la colonna stessa
che assume un andamento variamente
curvilineo in modo da scaricare la forzapeso anche lateralmente.
21
Gli ominidi
Il Bambino di Taung (Australopithecus africanus)
•Il sito di Taung dette nel 1925 il cranio di una scimmia
cercopitecoide; consegnato al professor Raymond Dart, australiano
che lavorava all'Universita' di Johannesburg, egli incaricò R. B.
Young, geologo dell'Universita' di Witwaterstrand, di effettuare un
sopralluogo nella cava per cercare altri fossili.
•Costui fece pervenire i nuovi reperti trovati a Dart (il quale si stava
vestendo per andare ad un matrimonio), ed appena li vide, ne intuì
immediatamente l'importanza: un calco endocranico che combaciava
con dei frammenti ossei sporgenti da una delle pietre e all'interno di
una roccia era inclusa una faccia quasi intera, il "bambino di Taung". 22
Sottovalutazione di Dart
• Pubblicò il ritrovamento nel 1925 su Nature sicuro che il cranio
appartenesse ad un individuo infantile antropoide, ma il mondo
accademico, convinto che gli antenati dell'uomo moderno
andassero cercati in Europa, non prese in considerazione la
scoperta considerando il cranio come appartenente ad un antenato
di scimpanzé o gorilla.
• Solo 20 anni dopo, l'intuizione di Dart fu considerata valida.
Alcuni studiosi sostengono che il piccolo potrebbe essere stato
ucciso da un'aquila; è stato il primo Australopiteco mai scoperto
e classificato.
• Complessivamente il fossile comprende la faccia, parte del cranio,
una mandibola completa ed il calco del cervello. L’età dovrebbe
essere di circa 3 anni.
23
R. Dart (1924)
24
Ragazzo di Taug (Australopitecus)
25
Australopitecine antiche
26
Genere Australopithecus
• Ominidi africani datati dai 4 ai 2 milioni di anni fa.
• Il genere Australopithecus precede, accompagna e probabilmente
"prepara" la comparsa del genere Homo.
• Gli australopiteci sembrano aver avuto un numero di specie molto
elevato, segno di un notevole successo adattativo, ma dato che alcune
sono incerte per la scarsità o la incompletezza dei fossili, a volte vengono
descritte in quattro-cinque gruppi più importanti.
• C'è infatti una grossa variabilità morfologica e alcuni studiosi sostengono
che vi siano state molte più specie di quante descritte sinora, mentre altri
sostengono la tesi di un forte dimorfismo sessuale tra i vari campioni.
• Tutti gli australopiteci si sono estinti entro 1 milione di anni fa,
circa 3 milioni di anni dopo la loro comparsa a causa del
cambiamento climatico globale che andava verso un generale
raffreddamento.
27
Caratteristiche degli Australopitechi
Molti autori distinguono gli Australopiteci in forme "gracili"
(afarensis, africanus, anamensis) e forme "robuste" (boisei,
robustus, aethiopicus) dalle differenze di costituzione ossea; in
particolare i "robusti" vengono a volte inseriti in un altro genere:
quello dei "parantropi" (Paranthropus).
Generalmente gli australopiteci sono costituiti da un mosaico di
caratteristiche morfologiche umane e delle scimmie
antropomorfe: bipedi, ma conservano residue capacità di
arrampicamento sugli alberi, cervello piccolo, notevole
prognatismo sotto-nasale e da mandibole molto robuste che
contengono denti grandi a smalto spesso indice di alimentazione
a base di vegetali coriacei.
La loro dimora è stata esclusivamente l'Africa.
28
A. afarensis e gracilis
A. robustus e boisei
Capacità cranica
sotto i 500 cc
sopra i 500 cc
Circonvoluzioni
numerose
meno numerose
Volta cranica
arrotondata senza creste ossee
piatta con creste ossee
Base del cranio
simile ad Homo
larga
Ossa nasali
strette
voluminose
Pelvi
stretta
larga
Angolo femorale
simile ad Homo
inferiore
29
A.etipicus
30
A.Robustus 2-1.4 mil.
(parantropo Boisei)
31
Ricostruzione parantropo
Boisei
32
La passeggiata degli
Australopitechi a
Laetoli
33
Le impronte di Laetoli…..3,6 milioni di anni
Un gruppo di famiglia
marcia mentre in
lontananza si sentono i
cupi brontolii del
vulcano Sadiman in
eruzione……..
34
Orme di Laetoli
(Kenia)
35
Australopitecus Anamensis
E’ la specie più antica. I pochi
fossili trovati presso il lago
Turkana risalgono a 4
milioni di anni fa e per essi si
è potuta documentare sia la
locomozione bipede che altri
caratteri tipici degli ominidi
successivi come l’elevato
spessore
dello
smalto
dentario.
36
Australopitecus Afarensis
Si tratta della famosissima Lucy.
Numerosi sono i reperti fossili, anche se,
risalendo a 3,6 milioni di anni fa, molto
frammentari.
Molti trovati nella zona dell’Etiopia
attuale.
E’ probabilmente il tronco del nostro
albero. Al suo gruppo vengono attribuite
le altrettanto famose impronte di Laetoli
in Tanzania.
37
Lucy (ricostruzione)
38
•L’Australopithecus afarensis, denominato Lucy (da una
canzone dei Beatles), è il più completo degli
australopitechi finora conosciuti.
•Gli Etiopi l’hanno chiamata "Denkenesh" ("Sei
magnifica").
•Questa ricostruzione di Lucy è stata realizzata grazie a
una serie di immagini speculari delle ossa mancanti.
•Era ancora molto piccola: la sua statura non superava il
metro e 10 cm (all’incirca quella di un bambino di sei
anni), e non pesava più di una trentina di
chilogrammi.
• Anche il volume del cervello è modesto: con i suoi
340 cm³ è paragonabile a quello di uno scimpanzé
adulto di piccola mole.
•Da uno studio delle ossa del suo scheletro risulta che
Lucy camminava in posizione eretta e poteva ancora
arrampicarsi sugli alberi
39
Australopitecus Africanus
Continua l’evoluzione del cinto pelvico e siamo a 2
milioni di anni fa
40
Homo Habilis
•Continua
l’evoluzione
specialmente a carico del
cranio e dei denti ed
aumentano notevolmente i
ritrovamenti di manufatti in
pietra
che
giustificano
l’appellativo di habilis.
41
Homo habilis (3 – 1.8 m.a.)
•Tra tre milioni e un milione e ottocentomila
anni fa si situa l’Homo habilis.
•I primi resti sono stati ritrovati da Louis
Leakey (1903-1972) nel 1960 nella gola di
Olduvai, vicino al lago Vittoria (Tanzania);
seguirono successive scoperte in Kenya e in
Etiopia.
•Aveva un cervello di 750-850 cm3 , raggiungeva
un'altezza di 125-135 cm ed il peso di 40 chili; i
maschi più massicci delle femmine.
•Le arcate sopraccigliari erano piuttosto
sporgenti, ma il mento era meno prominente di
quello dell'Australopiteco.
42
Caratteristiche dell’Homo habilis
Dalla dentatura si ricava la tendenza ad
un'alimentazione onnivora, con propensione per la
dieta a base di carne derivante dalla caccia e dalla
raccolta delle carogne di animali morti.
La gestione del cibo deve aver avuto un ruolo
importante anche per l'accrescimento e l'evoluzione
del gruppo che, da singola famiglia, si trasformava
in clan, tale da assicurare una maggiore protezione e
da garantire la trasmissione delle nuove conoscenze
acquisite.
43
L’homo habilis e la tecnologia
• Probabilmente il primo ominide a fabbricare utensili fu proprio
l'Homo habilis, perché abbiamo le prove che egli raccoglieva
pietre e che successivamente, a distanza di chilometri, le
modificava battendole contro altre pietre.
• Presso la Gola di Olduvai (Tanzania), infatti, sono stati ritrovati
ciottoli percussori recanti segni d'usura dovuta all'impiego continuo,
ciottoli scheggiati da un lato solo detti chopper, ciottoli scheggiati
da due parti detti bifacciali, raschiatoi per staccare la carne dalle
ossa o il grasso dalle pelli ed asce di selce con bordo tagliente che
venivano impugnate.
• Questa fu chiamata da Leakey la "cultura olduvaniana" .
44
Homo habilis 2.5-1.8 mil.
640 cc
45
Lame in selce
Una di queste due lame in selce del
Paleolitico superiore, non modificata,
poté servire come semplice coltello.
L’altra ha un’estremità smussata ed è
stata forse usata come raschiatoio
46
Chopper:
Industria
Olduvaiana
2-2.3 mil
47
Mary Leakey
48
• Si è giunti ora alla conclusione che, contemporaneamente
e per lunghi periodi di tempo, intorno a due milioni di
anni fa, fossero presenti in Africa sia popolazioni di
Australopitecus che di Homo.
• Non fu tanto l’intelligenza quanto l’andatura bipede a
liberare le mani e quindi la possibilità di sfruttarle per
manipolare oggetti e quindi diventare “umani”.
• Le pressioni selettive verso il bipedismo furono
indipendenti dalla “liberazione delle mani”.
49
50
Homo Ergaster
Comparso circa 2 milioni 1.800.000 anni fa, è la specie di
ancoraggio per tutti gli esseri
Homo successivi.
Presenta un aumento significativo
sia nell' altezza che nella massa
ossea: i maschi misuravano 1,6 m
per 65 Kg, la capienza del cervello
è definitivamente aumentata a
850cc.
51
Homo ergaster (lavoratore)
C’è un giudizio unanime fra i paleoantropologi che
Homo ergaster , comparso circa 2 milioni di anni fa, è
la specie di ancoraggio per tutti gli esseri Homo successivi,
fino all’uomo moderno.
Presenta un aumento significativo sia nell' altezza che
nella massa ossea: i maschi misuravano 1,6 m per 65 Kg,
la capienza del cervello è aumentata a 850cc ed il cranio
acquista un’arcata sovraorbitale di figura prolungata,
molto probabilmente il risultato dei lobi frontali ed
occipitali espansi.
52
• I piedi lunghi ed il formato aumentato del cervello hanno fatto
di ergaster un tipo adatto all’ espansione: i fossili suggeriscono che
si è diffuso dall' Africa nord orientale all’ Asia centrale ed
orientale e forse anche in Europa del sud.
• Viene associato con l' industria Acheuliana databile intorno ad
1,4 milioni di anni fa
• Compaiono inoltre molte delle caratteristiche sociali e del
comportamento delle popolazioni umane, del cacciatoreraccoglitore di oggi: lo sfruttamento delle risorse di zone
geografiche molto grandi, stabilità di lunga durata nelle
procedure di lavorazione della pietra e tutto ciò potrebbe
implicare, lo sviluppo di un linguaggio complesso vocale e
gestuale.
53
Homo Ergaster
54
Homo Ergaster
Turkana boy 2 mil
850 cc
55
Industria acheuleana 1.4 mil (H. Ergaster recenti)
56
Homo erectus
Rappresenta una specie che conta numerosi fossili
trovati anche in Medio Oriente ed Asia in un
periodo che va da circa 1,7-1,5 milioni a 50.000 anni
fa
Quest'ultima datazione proviene dagli strati in cui
sono stati rinvenuti fossili appartenenti a questa specie
vicino al fiume Solo nell'isola di Giava (uomo di
Giava) ed indicano quindi una convivenza tra
erectus e i primi Homo sapiens arrivati in Asia.
57
Uomo di Giava
940cc
58
Caratteristiche fisiche
Mostra un alleggerimento graduale delle caratteristiche di
ergaster, ma comunque ci sono molte somiglianze nei crani
(arcate sovraorbitarie pronunciate e cassa prolungata del
cervello) che evidenziano una potenza masticatoria.
La dimensione corporea rimane all’incirca come ergaster, la
mascella è sporgente con grandi molari, nessun mento,
creste spesse nella fronte, cranio basso e lungo.
La capienza del cervello è aumentata gradualmente durante
la sua persistenza: da una gamma di 800cc -1000cc quando è
comparso, ad una gamma di 1000cc -1300cc intorno alla sua
estinzione.
59
Evoluzione di erectus
• Il rapporto evolutivo fra ergaster ed erectus è poco chiaro:
alcuni esperti trattano loro come forme ritardate della
stessa specie.
• È più probabile che quest'ultimo si sia evoluto in Africa
da un antenato dell’ ergaster, quindi è migrato dopo la
comparsa di questo, in altre parti dell' Africa, del Medio
Oriente, in Europa, in Cina ed Asia del sud (fino a Giava e
Borneo).
• Sembra da far risalire a lui l'uso del fuoco per la prima volta
nel corso dell'evoluzione.
60
Diffusione di Homo erectus
Cranio di Homo erectus (a sinistra)
a confronto con cranio di habilis
61
•Questo ipotetico albero
genealogico mostra la varietà
di specie di ominidi che
hanno popolato il pianeta
(alcune conosciute solo
grazie a frammenti).
•L’emergere
di
Homo
sapiens non è stato un
singolo
processo
di
trasformazione lineare di una
specie in un’altra, ma una
evoluzione tortuosa e dai
molti aspetti.
62
Cranio di Ceprano
Nel marzo del 1994 in alcuni sedimenti di una valle fluviale dell’Italia
centrale, nei pressi di Ceprano (Frosinone), è stato rinvenuto un
cranio risalente alla fine del Pleistocene Inferiore, circa 900-800 mila
anni fa.
Il fossile di Ceprano appartiene al genere Homo e mostra caratteri
molto particolari avvicinandosi sia a reperti di Homo ergaster che di
erectus o Heidelbergensis.
Altri specialisti ritengono che il cranio di Ceprano possa rappresentare
una sorta di “ponte” tra gli antenati della specie moderna Homo sapiens
(in Africa) e dei Neanderthal (in Europa).
E’ indubbio che il ruolo del reperto italiano più famoso sia ancora da
approfondire e che vedrà ulteriori sviluppi quando maggiori scoperte
faranno “luce” su quel periodo ancora oscuro che è il Pleistocene
Inferiore.
63
Homo antecessor
•Reperti spagnoli trovati nel sito di Gran Dolina e datati 780.000
anni fa, sono stati denominati Homo antecessor che significa in
latino "esploratore" o "pionere".
•Questo ominide è stato infatti il primo abitatore conosciuto dell'
Europa occidentale anche se sulla sua denominazione ci sono accesi
dibattiti: non tutti i ricercatori sono concordi nello istituire per tali
resti questa nuova specie.
•E' opinione diffusa di inserire antecessor all'interno della specie
Homo Heidelbergensis che vivrà nelle stesse zone 300.000 anni
più tardi, considerandolo una forma più arcaica ma comunque
stessa specie di quest'ultimo.
64
Caratteristiche fisiche di antecessor
Fisicamente antecessor mostra un mix tra tratti arcaici
(conformazione della zona infra-orbitale,
scarsa
proiezione nasale, dentizione) e tratti più moderni.
Il cranio infatti ha caratteristiche intermedie tra
Heidelbergensis, erectus ed ergaster, ed altre che
saranno poi tipiche dei successivi Neanderthal.
Purtoppo i reperti sono pochi ma è possibile ipotizzare
che si tratti di popolazioni provenienti dal Nord-Africa,
spostatesi via mare e sviluppatesi autonomamente in
Europa Meridionale.
65
Evoluzione di antecessor
Secondo gli scopritori invece, antecessor si sarebbe separato da
Homo ergaster in Africa, e poi sarebbe migrato circa 1
milione di anni fa in Europa attraverso il Medio Oriente
Qui avrebbe dato origine a Homo heidelbergensis, che poi
a sua volta avrebbe generato Homo neanderthalensis.
Nel frattempo, l'antecessor rimasto in Africa si sarebbe evoluto
nel moderno Homo sapiens.
Si tratterebbe quindi dell'ultimo antenato comune tra
Neanderthal e Homo sapiens: la soluzione è ancora
lontana.
66
Homo Heidelbergensis
•Precedentemente chiamato “Homo sapiens arcaico” comparso circa
800.000 anni fa, riguarda un gruppo di vari crani che presentano
caratteristiche di erectus, di Neanderthalensis e di esseri umani moderni.
•In questo caso vengono racchiusi sotto il nome
“Haidelbergensis" reperti che spesso trovano altre denominazioni
(Homo Rhodesiensis, Homo antecessor): ciò deriva dal fatto che la comunità
scientifica non si è messa ancora d’accordo, né c'è una visione
maggioritaria del problema.
67
Gli aumenti di formato del cervello arrivano fino a
1600cc. Gli Heidelbergensis sono solitamente meno robusti
degli erectus, ma più degli esseri umani moderni; la
fronte è meno sfuggente.
E' apparentemente la specie seguente dopo ergaster e
possibilmente erectus, diffusasi in Africa, in Europa e nel
Medio Oriente. A volte la distinzione fra certe forme
occidentali di erectus e di Heidelbergensis è molto incerta. I
rapporti evolutivi fra habilis, Rudolfensis, ergaster, erectus e
Heidelbergensis rimangono molto discutibili e di difficile
soluzione.
68
Homo
Heidelbergensis
500.000-200.000
69
Riproduzione
Bifacciale musteriano
70
UCONN Tree
71
72
73
Australopitecus
afarensis
specie
periodo
(milioni di anni luogo
fa)
altezza (m) peso (kg)
volume del
cervello
fossili
(cm³
cm³)
scoperta /
pubblicazion
e del nome
H. habilis
2.5–
2.5–1.5
1.0–
1.0–1.5
600
molti
1960/1964
1 teschio
1972/1986
600
pochi
1999/2002
700–
700–850
molti
1975
900–
900–1100
molti
1891/1892
1 teschio
1994/2003
Africa
H. rudolfensis 1.9
Kenya
H. georgicus
1.8–
1.8–1.6
Georgia
H. ergaster
1.9–
1.9–1.25
Africa
H. erectus
2(1.25)–
2(1.25)–0.3
Africa, Eurasia (Giava, Cina,
1.8
Caucaso)
30–
30–55
1.9
60
H. cepranensis 0.8?
Italia
H. antecessor 0.8–
0.8–0.35
Spagna, Inghilterra
1.75
90
1000
3 siti
1997
H.
heidelbergens 0.6–
0.6–0.25
is
Europa, Africa, Cina
1.8
60
1100–
1100–1400 molti
1908
H.
neanderthale 0.23–
0.23–0.03
nsis
Europa, Asia
1.6
55–
55–70
1200–
1200–1900 molti
(1829)/1864
H.
rhodesiensis
0.3–
0.3–0.12
Zambia
H. sapiens
sapiens
0.25–
0.25–presente Tutto il mondo
H. sapiens
idaltu
0.16
H. floresiensis 0.10–
0.10–0.012
1.4–
1.4–1.9
55–
55–80
Etiopia
Indonesia
1.0
25
1300
molto pochi 1921
1000–
1000–1850
ancora
vivente
—/1758
1450
3 crani
1997/2003
400
7 individui
2003/2004
74
L’uomo di Altamura
Da alcuni familiarmente soprannominato
Ciccillo, è …… uno dei nostri.
Scoperto nel 1993 in una grotta carsica nei
pressi di Altamura, è una forma arcaica di
Homo Neanderthalensis: è stato infatti
indicato come Homo Arcaicus.
La stima della datazione prevede un
intervallo tra 400mila e 100mila anni fa, con
valori più probabili intorno a 150-250mila
anni fa, sta cioè fra l’Homo erectus e il
Neanderthal,
quasi
contemporaneo
dell’Homo sapiens.
75
Homo neanderthalensis
Vive in Europa a partire da
circa 100.000 anni fa e qui
rimane
fino
alla
sua
estinzione, avvenuta circa
35.000 anni fa.
La capacità cranica era un po’
più grande degli esseri umani
moderni (1450-1500 cc in
media, ma grande anche
1800cc o più); presentava una
mascella sporgente, mento
debole e una fronte sfuggente.
Con tale ominide si hanno le
prime forme di seppellimento
dei defunti.
76
•Il suo areale di distribuzione comprendeva anche la regione
israeliana, Iraq, Russia, Asia occidentale.
•Tale specie si è evoluta ed è vissuta principalmente nei climi freddi;
le proporzioni del corpo infatti, sono adattate alle basse
temperature: arti corti e molto robusti, non molto alti (circa 160
cm) per evitare la dispersione del calore corporeo.
•La capacità cranica era dunque un po’ più grande degli esseri
umani moderni, circa il 10%: il naso poco sporto era una
caratteristica da clima freddo.
•Il cranio si presenta più lungo e schiacciato di quello degli esseri
umani moderni con un profondo rigonfiamento nella parte
posteriore, le ossa spesse e pesanti con segni di potenti
collegamenti muscolari.
77
• Gli individui europei presentavano carnagione
bianca e verosimilmente capelli rossi (ipotesi
molecolare del 2006, confermata nel 2007 su
reperti iberici ed italici) ma la
variabilità
genetica suggerisce l'intera gamma di
sfumature odierna.
• Col tempo, in alcune zone e verso la fine del
Paleolitico, si diffonde un tipo più gracile, e con
un mento osseo più pronunciato.
78
• Il Neanderthal possedeva una cultura
materiale avanzata, sopratutto
negli ultimi periodi della sua
esistenza: tantissimi strumenti
adatti a vari impieghi sono stati
trovati in luoghi lui abitati
• Gli ultimi rappresentanti della
specie svilupparono delle culture
diversificate e tendenti a somigliare
alle prime produzioni litiche di
Homo sapiens.
• Non è ben chiaro se tale fatto sia un
influenza culturale dei sapiens
verso i Neanderthal o una
evoluzione isolata delle tecniche
di lavorazione.
79
Con tale ominide si hanno le prime forme di
seppellimento dei defunti, anche se non si
è certi che il fenomeno sia stato praticato da
tutte le popolazioni neandertaliane.
I primi Homo sapiens raggiunsero l'Europa
circa 50.000-40.000 anni fa e condivisero
l'habitat con i neandertaliani per oltre
20.000 anni, ma i rapporti intercorsi tra le
due specie non sono ancora chiari.
80
Studi genetici suggeriscono comunque che gli antenati di
Neanderthal e degli esseri umani moderni si sono
separati evolutivamente circa 500.000 anni fa ed è più
probabile che Neanderthal si sia evoluto
indipendentemente, come discendente di forme ominidi
simili ad Heidelbergensis, senza scambio culturale o genetico
significativo con i sapiens.
L’ estinzione dei Neanderthals coincide nella
maggior parte delle regioni geografiche, con l' arrivo
degli esseri umani anatomicamente moderni (Homo
sapiens sapiens detto Cro Magnon) ma le cause non
sono ancora note.
81
Neanderthal
Modern
human
Neanderthal
82
83
Sepoltura di un uomo di Neanderthal (circa 60.000 anni fa)
84
Homo Neanderthalensis
1600cc
85
Homo Neanderthalensis
1600 cc 200.000-30.000 anni
86
50.000-40.000 anni fa
Compare l'Homo
sapiens, cioè l'uomo
dotato di raziocinio.
La cultura della forma
sapiens si presenta
assai evoluta sia nel
lavoro della pietra e
anche dell'osso, sia
nelle
raffigurazioni
dell'arte parietale e
mobiliare, sia nelle
pratiche funerarie
87
•I primi Homo sapiens raggiunsero l'Europa tra i
50.000 e i 40.000 anni fa e condivisero l'habitat con i
neandertaliani per oltre 20.000 anni, ma i rapporti
intercorsi tra le due specie non sono ancora chiari.
•Studi genetici suggeriscono che Neanderthal si sia
evoluto indipendentemente, come discendente di
forme ominidi simili ad Heidelbergensis, senza
scambio culturale o genetico significativo con i
sapiens.
88
89
Homo sapiens (sapiens)
• Gli uomini moderni appartengono
alla specie Homo sapiens di cui
l'unica sottospecie attualmente
presente sul pianeta è Homo
sapiens sapiens
• Homo sapiens idaltu (tradotto
approssimativamente come "uomo
saggio maggiore"), l'altra sottospecie
nota, è estinto.
• Dal punto di vista anatomico, gli
uomini moderni appaiono in
testimonianze fossili risalenti a
130 000 anni fa in Africa. I primi
rappresentanti europei compaiono
40000-50000
anni
fa,
circa
comunemente
chiamati
CroMagnon dalla località francese dei
primi rinvenimenti di fossili.
90
Cro magnon
91
92
Il modello evolutivo “Eva africana”
Cranio di Homo erectus (a sinistra)
a confronto con cranio di Homo sapiens
• Le varie ipotesi proposte nel tempo sull’origine dell’uomo
moderno sono riconducibili a due modelli principali.
• Quello denominato «Eva africana» o «arca di Noè» , ipotizza
un’origine unica, avvenuta in Africa in tempi relativamente
recenti, alla quale sono seguiti processi migratori che hanno
portato alla diffusione dell’uomo moderno nel resto del mondo.
93
La teoria dell’origine multipla
L’altro, definito modello dell’origine multipla o della
continuità regionale, suggerisce che popolazioni
ancestrali di H. erectus si siano evolute, gradualmente
e in ogni parte del mondo, in forme arcaiche di H.
sapiens dalle quali avrebbe poi avuto origine l’uomo
moderno.
Questo modello “a candelabro “ prevede che sia
possibile individuare nelle popolazioni moderne
caratteristiche anatomiche presenti in epoche antiche.
Inoltre, la comparsa di testimonianze fossili dell’uomo
moderno dovrebbe essere quasi contemporanea nelle
diverse regioni del vecchio mondo.
94
Prove a sostegno di un’origine africana recente derivano sia dall’analisi
della variabilità genetica delle popolazioni attuali sia dalla documentazione
paleontologica. Recenti indagini molecolari condotte a livello del DNA
mitocondriale di 182 popolazioni attuali indicano che l’uomo moderno sia
derivato da un antenato comune vissuto probabilmente in Africa 200.000
anni fa. Questi risultati sono avvalorati dal ritrovamento di resti umani di
tipo moderno risalenti a ca.130.000 anni fa, avvenuto in due grotte
sudafricane in Etiopia. Tali reperti testimoniano la presenza dell’uomo
moderno in Africa nel periodo in cui l’Europa era popolata esclusivamente
dall’uomo di Neandertal. Inoltre, la documentazione fossile rinvenuta nel
Vicino Oriente a Skhûl e Qafzeh consente di stabilire che gruppi di
neandertaliani e popolazioni di uomini anatomicamente moderni umani
condivisero i medesimi territori ca. 100.000 anni fa. Tuttavia, a partire da ca.
40.000 anni fa le popolazioni anatomicamente moderne furono le sole
presenti nella regione. La diffusione delle popolazioni di tipo moderno in
Europa avvenne probabilmente in questo periodo, come testimoniato anche
dall’avvento della cultura materiale del Paleolitico superiore.
95
A sostegno del modello evolutivo dell’origine multipla di H. sapiens sarebbe
invece l’apparente continuità morfologica dei fossili dell’Estremo Oriente,
riscontrabile nelle testimonianze fossili trovate in Cina, come anche tra H. erectus di
Giava e alcuni dei più antichi resti australiani. La principale debolezza di questa
teoria risiede nel fatto che in Europa mancano forme di transizione tra popolazioni
arcaiche e moderne. Viceversa, la documentazione più dettagliata di questa
continuità evolutiva si riscontra principalmente in Africa. I resti non solo mostrano
similitudini anatomiche con l’uomo moderno, ma anche con fossili di maggiore
antichità trovati in altri siti dell’Africa. Il ritrovamento di un graffito risalente a ca.
77.000 anni fa valorizza quest'ipotesi. Il graffito, che rappresenterebbe la prima
“traccia artistica” dell'uomo, potrebbe contribuire a far riscrivere la storia
dell'evoluzione dell'uomo moderno anticipandola di millenni poichè l'incisione
precede di quasi 40.000 anni le pitture rupestri europee più antiche. Comunque sia
avvenuta la transizione da H. erectus a H. sapiens, è certo che popolazioni con
caratteristiche anatomiche di tipo moderno erano ubiquitarie in Africa, Asia e
Europa tra 35.000 e 25.000 anni fa. Circa nello stesso periodo, ma forse già in
epoche ancora più antiche, iniziarono le prime migrazioni che portarono alla
colonizzazione dell’Australia e dell’America.
96
97
“Ciò ci fa capire che tutti gli esseri umani, a dispetto delle differenze somatiche, sono
realmente membri di un’unica entità che ha avuto un’origine molto recente in un unico
luogo. Esiste una specie di “fratellanza biologica” che è molto più profonda di quanto
noi abbiamo mai immaginato”
S.J. Gould
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