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APPUNTI SUL TERREMOTO DI L`AQUILA DEL 1703 … centinaia di

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APPUNTI SUL TERREMOTO DI L`AQUILA DEL 1703 … centinaia di
APPUNTI SUL TERREMOTO DI L’AQUILA DEL 1703
… centinaia di bimbi rimasero in vita ma quasi al completo senza né madre
né padre, fece molto scalpore il crollo della torre comunale e della cupola
della cattedrale rimasta fortemente scossonata due anni prima. I supersistiti se
ne fuggirono in massa decisi a ritrovare un luogo più sicuro dove ricominciare
la propria vita.
Clemente XI 54 anni al momento del cataclisma del 1703.
Scritto da dario fo
Nel settecento la città fu interessata da uno sciame sismico, che culminò con
un violentissimo terremoto che, ancora una volta, la rase al suolo. La prima
scossa della lunga sequenza si verificò il 14 ottobre 1702, ma la maggiore
venne registrata il 2 febbraio del 1703 e si stima che abbia avuto una
magnitudo 6,7 della Scala Richter causando devastazioni stimate nel X grado
nella Scala Mercalli.
Quasi tutte le chiese e gli edifici pubblici cittadini crollarono o riportarono
gravissimi danni[14]. Si stima che nelle varie scosse che colpirono la città,
quell'anno siano morte oltre 6.000 persone[15]. Le chiese di San Bernardino,
(rimase in piedi solo il coro, la facciata e le mura laterali), San Filippo, la
Cattedrale di San Massimo, San Francesco, Sant'Agostino e tutti i palazzi
della città risultarono rasi al suolo oppure pesantemente danneggiati[16].
Fondata nel 1230 per volontà degli abitanti dei castelli del territorio
circostante, e per concessione di Federico II di Svevia, secondo un
progetto architettonico unitario che la rende un esempio raro di città
con una progettazione globale
La distruzione ad opera di Manfredi e la ricostruzione [modifica]
L'Aquila è una città unica nel Medioevo italiano, essendo nata secondo
un disegno armonico senza precedenti nella storia dell'architettura
urbana (un caso simile, nel 1703, fu la nascita di San Pietroburgo).
Costituita dall'unione di molti villaggi, è suddivisa in piccoli quartieri
(generalmente una piazza, una chiesa e una fontana), ognuno dei
quali rimanda al villaggio-madre.
La Porta Santa
Gestita da un podestà e da un libero consiglio, ebbe organizzazione
autonoma e propri statuti[8]. Contribuirono all'ascesa dell'Aquila la
posizione strategica e la crescente importanza in ambito religioso,
suggellata dal trasferimento della sede vescovile da Forcona all'Aquila
nel 1257 ad opera di papa Alessandro IV.
Nel 1249, colpevole di essere rimasta fedele alla Chiesa nella contesa
tra papato ed impero, fu punita e rasa al suolo da Manfredi. Venne
ricostruita nel 1265 per mano di Carlo I d'Angiò, chiamato in soccorso
dell'Italia e della Chiesa, minacciata dagli Svevi e dalle incursioni dei
saraceni, dal Papa francese Jacques Pantaleon de Troyes, eletto al
soglio pontificio, a Viterbo, con il nome di Urbano IV. La città dell'Aquila
riconoscente, si sottomise spontaneamente al nuovo conquistatore,
riacquistando prestigio e preminenza.
Celestino V e il giubileo aquilano [modifica]
Nel 1288 l'eremita Pietro da Morrone, decise di edificare all'Aquila la
basilica di Santa Maria di Collemaggio, capolavoro dell'arte romanica e
monumento simbolo della città. Proprio nella basilica da lui fortemente
voluta, l'eremita venne incoronato papa con il nome di Celestino V il 29
agosto 1294: si tratta della prima, ma non unica, incoronazione di un
papa al di fuori di Roma[9].
Nell'agosto del 1294, Celestino V emanò una Bolla con la quale
concedeva un'indulgenza plenaria e universale a tutta l'umanità. Bolla
ancora oggi valida, che anticipò di sei anni l'introduzione dell'anno
santo, avvenuta per volere di papa Bonifacio VIII nel 1300 e può
essere quindi considerato il primo giubileo della storia.
La Bolla del perdono di San Pietro Celestino, oggi nota come la Bolla
della Perdonanza, poneva come condizioni per l'ottenimento del
perdono: l'ingresso nella basilica nell'arco di tempo compreso tra le
sere del 28 e del 29 agosto di ogni anno e l'essere "veramente pentiti e
confessati". La porta di Celestino V, situata sul lato settentrionale della
basilica è dunque a tutti gli effetti una Porta Santa[10].
I terremoti del 1300 e l'assedio di Fortebraccio [modifica]
La città dell'Aquila sorge su uno dei territori a alta sismicità della nostra
penisola e, fin dalla sua fondazione, è stata funestata molte volte da
eventi tellurici. Il primo terremoto di cui si abbia notizia risale al 13
dicembre 1315.
Un forte terremoto si verificò il 9 settembre 1349: si stima che abbia
avuto un'intensità pari a magnitudo 6,5 della Scala Richter e che abbia
prodotto danni valutabili nel X grado della Scala Mercalli. Furono
sbrecciati e atterrati ampi tratti delle mura cittadine e crollarono
moltissime case e chiese. Le vittime furono ottocento[11] e, poiché
all'epoca gli abitanti dell'Aquila erano meno di diecimila, si trattò di
quasi il 10% della popolazione. La gran polvere che si alzò gravò sulla
città per molto tempo, impedendo il salvataggio repentino di coloro che
erano stati travolti dalle macerie[12]. La difficile e laboriosa
ricostruzione scoraggiò una parte della popolazione, che preferì
tornare ai villaggi e castelli dai quali erano venuti i loro avi. Di fronte
all'esodo massiccio della popolazione e alla conseguente prospettiva
di veder prematuramente cancellata L'Aquila dalle città del Regno,
Camponeschi fece presidiare le mura cittadine e ne fece chiudere con
tavoloni di legno le brecce[11].
Contemporaneamente, le vicende politiche stavano trascinando Aquila
verso una sanguinosa guerra. La città, rimasta fedele alla casa
angioina, appoggiò il casato francese e venne, quindi, individuata
come obiettivo sensibile durante la guerra tra i D'Angiò e gli aragonesi.
Questi ultimi assoldarono Braccio Fortebraccio da Montone,
promettendogli la signoria di Aquila nel caso in cui fosse riuscito a
prenderla. Dopo un anno di assedio (1423-1424) Aquila, anche se
stremata ed esausta, ne uscì vincente: si affrancò così dal potere regio
e rafforzò il suo ordinamento sociale che venne liberato dai vincoli
feudali, preparandosi così ad un periodo di rinascita.
La rinascenza aquilana [modifica]
Il quattrocento corrisponde all'età d'oro della città dell'Aquila. Dopo la
ricostruzione, prosperò per i suoi commerci, specialmente della lana,
estendendo le proprie relazioni fino a Firenze, Genova e Veneziae,
ancora oltre, in Francia, Olanda e Germania, diventando in breve
tempo la città più importante del Regno dopo Napoli.
Nel 1428 ricevette da Ferdinando d'Aragona il privilegio della Zecca,
mentre è del 1458 l'istituzione della Università destinata a conseguire
grande rinomanza. Nel 1482 Adamo da Rottweil, allievo di Johann
Gutenberg, vi impiantò una tipografia, assicurando larga diffusione di
opere preziose[13].
In questo tempo la città fu famosa anche per la prolungata dimora di
tre grandi santi francescani: San Bernardino da Siena, San Giovanni
da Capestrano e San Giacomo della Marca. Alla morte di San
Bernardino, avvenuta il 20 maggio 1444 proprio qui, la cittadinanza
chiese e ottenne da papa Eugenio IV il permesso di custodirne le
spoglie. Venne così edificata la monumentale basilica di San
Bernardino. Le guerre con Rieti, le lotte intestine tra famiglie e i
continui terremoti determinarono, sul finire del secolo, l'inizio di una
nuova decadenza.
Il Portale d'Ingresso con lo stemma di Carlo V
Decadenza e dominazione spagnola [modifica]
Il 26 novembre 1461 si verificò un nuovo violento sisma di intensità
stimata in magnitudo 6,4 della Scala Richter e distruttività pari al X
grado della Scala Mercalli). Successivamente alla scossa principale
del 26 novembre, seguì una serie di eventi sismici che si protrassero
per circa due mesi, con ulteriori forti scosse il 4, il 17 dicembre, 3 e il 4
gennaio successiv1. Le fonti riportano della pressoché totale
distruzione di Onna, Poggio Picenze, Castelnuovo e Sant'Eusanio
Forconese.
Nel frattempo, il Regno di Napoli, e con esso Aquila, era passato agli
Aragonesi. Nel 1527 la cittadinanza aquilana si ribellò all'invasore
provocando la rappresaglia spagnola. Il viceré Filiberto d'Orange la
devastò e la separò dal suo contado. Inoltre, inflisse una multa
pesantissima, che superava ogni le possibilità degli aquilani e con
questo denaro contribuì alla costruzione dell'immenso Forte spagnolo
sul cui portale campeggia la scritta Ad reprimendam aquilanorum
audaciam, ovvero "per la repressione dell'audacia degli aquilani",
minaccioso avviso, finalizzato a scoraggiare ogni possibile successiva
ribellione. In seguito, la città tentò faticosamente di rialzarsi, ma la sua
ripresa venne certamente rallentata dai terremoti del 1646 e del 1672.
Sarà una coincidenza ma abbiamo fatto caso che terremoti di
forte intensità e così distruttivi, ad oggi si sono verificati grosso
modo ogni 300 anni, ci dice Giuseppe, aquilano doc, musicista e
scrittore, e me- moria storica della città. Il primo terremoto di alta
intensità di cui si abbia notizia nella storia - continua Giuseppe risale al 1400 circa. Tra i danni, oltre alle tante vittime, erano
rimaste particolarmente danneggiate le chiese. Altro sisma forte
si verificò nel 1703 che pare abbia avuto una intensità pari a 6,7
gradi della Scala Richter e che causò devastazioni stimate in 10
gradi della Scala Mercalli e tantissimi morti. Nella notte del 6
aprile scorso, appunto dopo cir- ca 300 anni come dice Giuseppe,
la città viene colpita ancora da un forte terremoto di 5,8° della
scala Richter, 6,3 della scala Momento e circa 9 della Mercalli, con
epicentro tra i paesi di Genzano, Colle di Roio e Collefracido, che
ha provocato in tutto oltre 300 morti, 1500 feriti, circa 70.000
sfollati, il crollo di numerosi edifici di cui gran parte del centro
storico e, nei giorni successivi, il crollo della cupola della Chiesa
di Santa Maria del Suffragio, già fortemente lesionata dalla scossa
del precedente giorno 6. Molto scalpore ha destato la mancata
resistenza della maggior parte degli edifici pubblici, sia antichi
che moderni, con maggiore comprensibile sorpresa per questi
ultimi, come l’ateneo e le varie sedi distaccate dello stesso, il
moderno polo d’ingegneria, la Casa dello studente, l’ospedale
San Salvatore. In merito indaga la Magistratura. E cito una nota
curiosa: col terremoto del 1703 perirono oltre 6.000 per- sone sui
circa 10.000 abitanti di allora. La gente sopravvissuta abbandonò
la città senza farvi più ritorno. Ci racconta Giuseppe, che l’Aquila
fu però ripopolata grazie alla ferma volontà di papa Clemente XI il
quale, ritenendo che la città dovesse assolutamente rinascere,
dispose fossero inviati preti e suore spogliati del loro vincolo
sacro a ripopolare pian piano la città.
Wikipedia
(((Molto strano che in questo terremoto la maggioranza dei morti
sono nel crollo delle chiese durante le celebrazioni per i 2
terremoti precedenti))
Il terremoto dell'Aquila del 1703 è stato un insieme di scosse
verificatesi più volte durante l'anno 1703.
Un primo segnale era stato
dato il 14 ottobre 1702. Ma, essendo trascorsi alcuni mesi da
quell'episodio, la scossa del 14 gennaio 1703, giunse pressoché
inaspettata. [1] Il cronista Marcucci testimonia per iscritto la caduta del
campanile in L'Aquila e della facciata di San Pietro di Sassa e la
parziale distruzione della chiesa di San Quinziano.
Nello stesso
giorno del 14 gennaio una scossa violentissima aveva quasi del tutto
annientato Montereale, provocando 800 vittime (su un totale di circa un
migliaio) e aveva molto danneggiato anche Cittareale, Leonessa,
Posta, con una quarantina di morti tra Borbona, Amatrice ed
Accumoli.
Il 15 gennaio fu organizzata una processione di
penitenza.
Un successivo scuotimento il 16 gennaio, sempre sul calar
della sera. I danni furono maggiori della scossa verificatisi due giorni
prima. Il magistrato aquilano, nella sua relazione al viceré di Napoli,
testimonia la caduta di due chiese, molte altre lesionate e le case
rovinate. Come scrive Raffaele Colapietra [2], caddero torri
campanarie a causa dei danni subiti due giorni prima: quello della
chiesa di S. Maria di Roio e il robusto baluardo poligonale di S. Pietro
di Coppito.
Il 2 febbraio del 1703, giorno della festività della Purificazione di Maria
e del connesso rito della Candelora, un altro sisma si verificò a nord [3]
della città di L'Aquila causando forti danni in tutta la regione e
complessivamente più di 3000 decessi. La forte scossa sorprende i
fedeli radunati nelle chiese poco prima di mezzogiorno; alcune
centinaia erano i presenti in quel momento nella basilica di San
Domenico in l'Aquila dove si concedeva una comunione generale. In
pochi secondi le capriate del tetto cedono, seppellendo i numerosi
presenti alla cerimonia di ringraziamento. La città dell'Aquila fu
completamente distrutta. Solo nel giorno della Candelora i morti furono
2500; 600 nella sola chiesa San Domenico. I feriti in quella giornata
furono 2000.
La scossa più violenta, circa alle 18.30 (?) del 2 febbraio, sorprese la
comunità durante le celebrazioni della festa della Purificazione di Maria
Sempre Vergine Nostra Signora, quando durante il crollo del tempio di
San Domenico morirono ottocento persone.
Le chiese di San Bernardino (rimase in piedi solo il coro, la facciata e
le mura laterali), San Filippo, la Cattedrale di San Massimo, San
Francesco, Sant'Agostino e tutti i palazzi della città risultarono o rasi al
suolo oppure pesantemente danneggiati. [4]
Alla scossa principale del
2 febbraio ne seguirono altre, per ben ventidue ore, durante le quali la
terra esalava pessimi odori e l'acqua dei pozzi cresceva e gorgogliava
a causa dei gas. [5]
Le varie scosse si irradiarono anche nelle località
limitrofe facendo registrare circa 8000 vittime. Gli scuotimenti
raggiunsero Norcia, portando rovine lungo il cammino alle località di
Accumoli, Amatrice, Posta, Leonessa.
Storia L’Aquila Giuseppe Rivera
http://www.libreriacolacchi.it/14.htm
Articolo apparso su Faceboock
A.. l premio Nobel se la prende con Clemente XI. Secondo Fo, infatti,
per ripopolare la città il Papa avrebbe detto: «Ci rivolgeremo ai nostri
più stretti collaboratori. La Chiesa è ricca di giovani suore e di
seminaristi nonché preti appena consacrati: saranno loro la nuova linfa
di Gerusalemme... Sì, voglio dire dell'Aquila», cosicchè «i nuovi
aquilani sono figli di frati e sante». Così il ManifestoOO.
Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio dell'Abruzzo
Dov'è
Via Ottavio Colecchi , 67100 L'Aquila Italia
Cosa è
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Dell'Abruzzo
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Organo della chiesa di S. Maria delle Grazie
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Anversa degli Abruzzi da Napoli: A1 NA-RM uscita/ seguire indicazioni per
Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/ Bugnara/ Anversa degli Abruzzi
Informazioni: Municipio tel. 0864-49115
Organo della basilica di S. Flaviano
Comune: Barisciano
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Sulmona/ Pescara/ S. Gregorio/ Barisciano da Napoli: A1 NA-RM uscita
Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/
Popoli/ L'Aquila/ S. Pio delle Camere/ Barisciano
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Organo della chiesa dell'Immacolata Concezione
Comune: Barisciano
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Popoli/ L'Aquila/ S. Pio delle Camere/ Barisciano
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Organo della chiesa di S. Maria Assunta di Valleverde
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Organo della chiesa di S. Nicola di Bari
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Frazione: Corcumello
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direzione Tagliacozzo/ Scurcola Marsicana/ Corcumello da Napoli: A1 NARM uscita Cassino/ seguire indicazioni per Sora/ Avezzano/ Balsorano/
Capistrello/ Corcumello
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Organo della basilica di S. Maria degli Angeli
Comune: Capitignano
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Sulmona/ L'Aquila/ Pizzoli/ Montereale/ Capitignano
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Organo della chiesa di S. Marco
Comune: Castel del Monte
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in direzione Barisciano/ Calascio/ Castel del Monte da Napoli: A1 NA-RM
uscita Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/
Sulmona/ L'Aquila/ Calascio/ Castel del Monte
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Organo della basilica di Orazione e Morte
Comune: Castel di Sangro
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proseguire sulla SS 17 in direzione Sulmona/ Roccaraso/ Castel di Sangro A1
NA-RM uscita Caianello/ proseguire lungo la SS 372 direzione Vairano
Scalo/ poi SS 85/ SS 158 direzione Colli al Volturno/ seguire indicazioni per
Castel di Sangro/ Roccaraso/ Castel di Sangro
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Organo della basilica di S. Maria Assunta
Comune: Castel di Sangro
Come arrivare: A24/A25 RM-PE uscita Pratola Peligna-Sulmona/
proseguire sulla SS 17 in direzione Sulmona/ Roccaraso/ Castel di Sangro A1
NA-RM uscita Caianello/ proseguire lungo la SS 372 direzione Vairano
Scalo/ poi SS 85/ SS 158 direzione Colli al Volturno/ seguire indicazioni per
Castel di Sangro/ Roccaraso/ Castel di Sangro
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Organo della chiesa del SS. Salvatore
Comune: Castellafiume
Frazione: Pagliara dei Marsi
Come arrivare: A24/A25 RM-PE uscita Avezzano/ proseguire in direzione
Capistrello/ Castellafiume/ Pagliara dei Marsi da Napoli: A1 NA-RM uscita
Cassino/ seguire indicazioni per Sora/ Avezzano/ Balsorano/ Capistrello/
Castellafiume/ Pagliara dei Marsi
Informazioni: Municipio di Castellafiume tel. 0863-54142
Organo della chiesa di S. Maria Nuova
Comune: Collelongo
Come arrivare: A24/A25 RM-PE uscita Pescina/ proseguire in direzione
Ortucchio/ Trasacco/ Collelongo da Napoli: A1 NA-RM uscita Caianello/
seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/ A25 direzione
Roma uscita Pescina/ proseguire in direzione Ortucchio/ Trasacco/ Collelongo
Informazioni: Municipio tel. 0863-948113
Organo della chiesa di S. Maria e S. Pietro
Comune: Fagnano Alto
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17/ poi SR 261 direzione S. Demetrio ne' Vestini/ Fontecchio/ Fagnano Alto
da Napoli: A1 NA-RM uscita Caianello/ seguire indicazioni per Castel di
Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/ L'Aquila/ S. Demetrio ne' Vestini/ Fontecchio/
Fagnano Alto
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Organo della chiesa della SS. Trinità
Comune: Introdacqua
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direzione Sulmona centro/ Introdacqua da Napoli: A1 NA-RM uscita
Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona
centro/ Introdacqua
Informazioni: Municipio tel. 0864-47116
Organo della basilica di S. Bernardino
Comune: L'Aquila
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Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/
L'Aquila
Informazioni: Soprintendenza PSAE dell'Abruzzo tel. 0862-633212; (per
archeologia): Soprintendenza Beni Archeologici Chieti tel. 0871-331668;
Ufficio I.A.T. tel. 0862-410808; Municipio tel. 0862-6451
Organo della cattedrale di S. Massimo
Comune: L'Aquila
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Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/
L'Aquila
Informazioni: Soprintendenza PSAE dell'Abruzzo tel. 0862-633212 (per
archeologia): Soprintendenza Beni Archeologici Chieti tel. 0871-331668
Ufficio I.A.T. tel. 0862-410808 Municipio tel. 0862-6451
Organo della chiesa della SS. Addolorata
Comune: L'Aquila
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Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/
L'Aquila
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archeologia): Soprintendenza Beni Archeologici Chieti tel. 0871-331668;
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Organo della chiesa della Beata Antonia
Comune: L'Aquila
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Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/
L'Aquila
Informazioni: Soprintendenza PSAE dell'Abruzzo tel. 0862-633212
Municipio tel. 0862-6451
Organo della chiesa di S. Maria Assunta
Comune: L'Aquila
Frazione: Paganica
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Camarda/ Paganica da Napoli: A1 NA-RM uscita Caianello/ seguire
indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/ L'Aquila/ Paganica
Informazioni: Municipio dell'Aquila delegazione di Paganica tel. 086268312
Organo della chiesa di S. Maria degli Angeli
Comune: L'Aquila
Frazione: Paganica
Come arrivare: A24 RM-TE uscita Assergi/ seguire indicazioni per
Camarda/ Paganica da Napoli: A1 NA-RM uscita Caianello/ seguire
indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/ L'Aquila/ Paganica
Informazioni: Municipio dell'Aquila delegazione di Paganica tel. 086268312
Organo della chiesa di S. Giovanni Battista
Comune: L'Aquila
Frazione: Camarda
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Napoli: A1 NA-RM uscita Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/
Roccaraso/ Sulmona/ L'Aquila/ Paganica/ Camarda
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archeologia): Soprintendenza Beni Archeologici Chieti tel. 0871-331668
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Organo della basilica di S. Maria di Collemaggio
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L'Aquila
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Organo della chiesa di S. Maria del Suffragio
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Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/
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Organo della chiesa di S. Maria di Roio
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