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Si sapeva che era una zona a rischio
Trento l'Adige LA FRANA sabato 25 gennaio 2014 27 Quota Tares nella bolletta di Dolomiti Energia e sacchetti in circoscrizione La giunta comunale ha formalizzato l’affidamento a Dolomiti Energia del compito di inserire nella prossima bolletta dei rifiuti, ovvero la seconda e ultima rata del 2013, anche la parte di Tares che dovrà poi essere girata allo Stato, ovvero quei 30 centesimi a metro quadro previsti dalla normativa. Intanto la prossima settimana, da Dopo il crollo di un muro sopra via Malvasia il parere del geologo Vuillermin lunedì 27 a venerdì 31 gennaio, i sacchetti per la raccolta differenziata si possono ritirare anche presso tutti gli uffici delle circoscrizioni, oltre che presso i centri raccolta materiale (Crm), l’Ecosportello di via Torre Verde 34 e presso gli uffici di Dolomiti energia in Tangenziale ovest e presso lo sportello Trenta di via Fersina. Per ottenere la propria dotazione di sacchi ogni cittadino deve presentare il buono che gli è stato inviato a casa lo scorso dicembre da Dolomiti energia. Dal 3 febbraio chi non avrà ancora ritirato i sacchetti dovrà recarsi solo presso Dolomiti Energia in Tangenziale Ovest o presso lo Sportello Trenta di via Fersina. «Si sapeva che era una zona a rischio» Ma non negli anni ’50 quando fu costruita la casa FRANCO GOTTARDI Maurice Vuillermin, vice presidente dell’ordine regionale dei geologi (il presidente è il bolzanino Zamai) è titolare della Comitgeo, la società che oltre trent’anni fa sotto la guida del padre Fiorenzo (a cui collaboravano già i figli Maurice e Michéle) realizzò il primo lavoro sistematico di classificazione geologica del territorio cittadino. Abbiamo chiesto il suo parere sulla sicurezza del suolo dopo la frana che martedì ha lambito una casa in via Malvasia. Di fronte a un fatto del genere uno, vedendo le fotografie, si chiede come sia possibile aver permesso la costruzione di un’abitazione così vicina al pendio? Secondo lei? La risposta va ricercata nella data di quella costruzione. Siamo mi pare negli anni Cinquanta, epoca in cui non c’erano né le conoscenze, né gli strumenti, né la normativa per imporre maggiori precauzioni. Diciamo che se quei proprietari avessero fatto una qualche domanda di sistemazione o ampliamento sarebbe stato chiesto di fare anche verifiche puntuali sulla sicurezza del pensio. E perché non si fanno verifiche d’ufficio sulle situazioni a rischio? Qualcosa si fa dove c’è la possibilità di intervenire con una messa in sicurezza da parte dell’ente pubblico. Ma non si può imporre di farlo ai privati laddove hanno costruito legittimamente. Se non appunto nei casi di edifici vecchi per i quali si chiede una ristrutturazione. In quel caso si può imporre una verifica delle condizioni di sicurezza. C’è la possibilità di prevedere eventi franosi come quelli di martedì scorso? La carta di sintesi geologica provinciale è stata fondamentale per il nostro territorio. Individua tutte le situazioni di rischio del nostro territorio e anche quella zona era già segnalata co- SALUTE me a rischio di crollo. E lo stesso vale anche per quella zona di Trento Sud franata qualche anno fa vicino al McDonald’s. Sono episodi che succedono per forza lungo questi versanti con l’andare del tempo. L’importante è capire se sono a potenziale rischio e grazie a quelle carte adesso noi lo sappiamo. Dunque oggi certe abitazioni non sarebbero state costruite? Probabilmente no, o forse sarebbero state costruite imponendo però delle strutture paramassi a lato di monte. Oggi ci sono tutti gli elementi per evitare di fare sciocchezze o correre rischi. Capita però, è capitato qualche anno fa più o meno nella stessa zona, che frane o sassi cadano a valle in corso di costruzione. Se i pericoli sono conosciuti perché succede? Evidentemente c’è qualcosa che non va. È stato fatto qualche errore. In ogni cosa c’è una piccola percentuale di potenziale imprevisto che dovrebbe però essere annullata quantomeno in corso d’opera. Si parla sempre di delicatezza della collina di Trento, ma poi si continua a costruire da decenni. Come mai? È vero, sul nostro studio era scritto papale papale che la collina era un territorio delicato. Però questo non vuol dire in assoluto che non si deve costruire. In certi casi costruire in un determinato modo può anche portare alla stabilizzazione di un’area instabile. La norma parla chiaro e dice che si può costruire anche in zone a rischio se comunque il rischio per le persone, le cose e i beni non aumenta o addirittura viene ridotto. Le regole vengono rispettate? In provincia di Trento direi che abbiamo buoni strumenti e le cose vengono fatte bene. I controllori pubblici controllano a volte in maniera fin troppo pignola. Dopodiché le frane come quella dell’altro giorno capiteranno sempre e comunque. È purtroppo impossibile prevedere quando. Case e capannoni sono stati costruiti anche in anni non molto lontani a ridosso del pendio lungo tutta via Malvasia, anche nelle immediate vicinanze della parete franata martedì notte. Oggi si conoscono le zone a rischio, dove si può costruire solo prendendo le necessarie precauzioni L’INGEGNERE Ress accusa il Comune di superficialità («non leggono le carte»). Troppo poco spazio ai progettisti geotecnici «A volte i progetti sono carenti» Renzo Ress, candidato sconfitto alle elezioni dell’Ordine degli ingegneri, da anni si batte contro abusi e scorrettezze «La realtà è che a volte si costruisce anche dove non si dovrebbe». Renzo Ress, ingegnere, fondatore del Comitato per la qualità e il valore della prestazione tecnica, ha le idee chiare sul ripetersi di casi come quello accaduto martedì in via Malvasia. Ingegner Ress, secondo lei sono eventi imprevedibili e inevitabili? Secondo me troppo spesso ci si fida dei tecnici e delle carte. Come successo con quel masso che aveva colpito una casa in fase di cantiere qualche anno fa, costringendo poi i proprietari ad abbatterla. In quel caso c’erano ben sette perizie che evidentemente non hanno affrontato correttamente il problema. Anche perché in realtà il Comune, per sua stessa ammissione privo delle figure specialistiche, si limita di solito a verificare che vi siano formalmente le perizie allegate ma nessuno si prende l’impegno di leggerle. Per non parlare di quei casi in cui i tecnici vanno a sminuire in malafede un pericolo solo per ottenere una concessione. Lei dice cose gravi. Capita così anche in Trentino? Qui da tanti anni non sento casi di dolo come quello dell’Aquila, dove pare che sia stata costruita una scuola anti sismica usando la metà dei pali di fondazione previsti. Da noi non succede, ma succede magari che un privato vada a costruire edifici urbanisticamente sovradimensionati. Rischi presi consapevolmente? Io penso che molte volte si tratti di semplice ignoranza. Il fatto è che c’è una normativa ben chiara che rende necessario A rischio sono soprattutto le donne: un centinaio di denunce all’anno IN VOLO Eventi al museo dell’aeronautica Aumentano le malattie da lavoro LORENZO BASSO A causa del perdurare della crisi economica, diminuiscono progressivamente anche in Trentino gli infortuni sul posto di lavoro, mentre aumentano le malattie professionali, in particolar modo quelle ascrivibili a movimenti ripetitivi nel tempo oppure dovute allo stress. Il dato è emerso durante il convengo in tema di tutela dei lavoratori e nuove emergenze sanitarie organizzato, nella mattinata di ieri, dalla Cisl del Trentino. Nonostante manchino cifre ufficiali sul fenomeno, in quanto molte persone non presentano denuncia per timore di perdere il posto di lavoro, si stima che, nel mondo, l’80% dei decessi causati dal lavoro sia connesso all’insorgenza di una malattia correlata alla propria attività. «Negli ultimi tempi - ha precisato il segretario generale della Cisl Lorenzo Pomini - riscontriamo un incremento significativo dell’insorgenza delle malattie professionali, che spesso si trascinano nel tem- po perché non sono ancora riconosciute come tali dall’Inail. Di fatto, chi denuncia una patologia dovuta all’impiego è tenuto a dimostrare il proprio caso e a trovare le connessioni tra attività lavorativa e sintomi. In questo momento, caratterizzato da una mancanza di offerta nel mercato professionale, appare evidente come un lavoratore preferisca evitare la denuncia per non incappare in controversie con il proprio datore». Tuttavia, solo nel 2013, sono stati oltre 200 le persone che hanno fatto ricorso ai servizi offerti gratuitamente (assistenza sanitaria e legale) dal patronato Inas-Cisl a causa del riscontro di malattie riconducibili al proprio impiego. Di queste, solo una cinquantina hanno però deciso di denunciare il proprio caso. E secondo quanto riferito dal giudice del lavoro del tribunale di Trento Giorgio Flaim, i contenziosi lavorativi sarebbero circa un migliaio ogni anno, di cui solo 20 si risolverebbero positivamente per il lavoratore. «Il tema - ha chiosato, nel corso del suo intervento, Grazia- Il convegno Cisl sulle malattie professionali (foto di Paolo Pedrotti) no Maranelli, direttore dell’Unità di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’azienda sanitaria provinciale (Uopsal) - è all’attenzione della comunità internazionale, perché lavoro e benessere psico-fisico sono strettamente correlati». Per quanto riguarda il Trentino, i dati raccolti dall’Uopsal e riferiti al 2012, fotografano una situazione particolare, dove le denunce variano signifi- cativamente da un anno all’altro. In generale, si nota un incremento delle malattie professionali tra le lavoratrici (circa un centinaio di casi all’anno), e una media maschile variabile tra i 275 ed i 325 denunce. Il settore più a rischio è quello dell’agricoltura, seguito dalle costruzioni edili. Ad ogni modo, nessuna categoria sembra essere esente dalla presenza di patologie correlate. quasi sempre un’analisi geotecnica estesa sia all’opera che al sito dove si intende costruire prima di iniziare i lavori; più raramente risulta necessaria una perizia geologica. Ma qui da noi la figura dell’ingegnere geotecnico, che al contrario del geologo è un progettista, è nata recentemente e capita spesso che quando viene richiesta una perizia questa venga fatta dal geologo e solo controfirmata dal progettista, spesso non esperto di geotecnica. Diventa insomma un ibrido. È questa la causa di tutti i problemi? In realtà no: Io vedo che ci sono diverse situazioni anomale rispetto alla normativa e dipende anche da un’inadeguatezza di base da parte dell’ente pubblico così come di certi progettisti. F.G. In merito alle malattie, invece, si riscontra una crescita di quelle muscolo-scheletriche, ma vi sono anche le neoplasie, 31 solo nel 2012 (2% del totale), tra cui 16 casi di mesoteliomi (dovuti all’esposizione dell’amianto) e 6 tumori dei «seni nasali». Infine, sono in forte aumento le patologie dovute a stress per lavori sedentari, come ansia, disturbi del sonno, mal di testa e crisi nervose. Fine settimana ricco di appuntamenti al museo dell’aeronautica Gianni Caproni. Oggi alle 15 si terrà la presentazione del volume di accompagnamento alla mostra «Gabriele D’Annunzio aviatore». Nel pomeriggio, alle 14, è organizzato un workshop destinato a bambini e ragazzi a partire dagli 8 anni, tenuto dal tenente colonnello Paolo Nurcis della sezione divulgazione storica multimediale dell’ufficio storico dell’aeronautica militare. Domani alle 15 verrà presentato lo studio «Chi vola vale. L’immagine della Regia Aeronautica nell’archivio del generale Cagna». Dalle 16.30 alcuni degli eventi raccontati nel libro potranno essere ripercorsi grazie alla visita virtuale in 3D de «L’idroscalo toscano di Orbetello, nel 1933». Si possono inoltre prenotare voli panoramici in elicottero.