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Parole Potenti.

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Parole Potenti.
Bruno Morchio, Il profumo delle bugie
“È ancora la tua maledetta famiglia che ti avvelena il sangue. Ogni pretesto è buono per rinfocolare il rancore.”
Rancore. Orgoglio. Disprezzo. Dolore. Rimpianti.
Tutto ciò negli anni è germogliato come un morbo nei cuori della famiglia D’Aste, chiusa nella sua gabbia d’oro ai confini
tra due mondi, quello benestante dedito ai soldi e al bridge e quello di gente normale, di quelle persone che lavorano
sodo e tornano a casa stanche. Un mese, una ragazza e questi sentimenti esplodono.
Un capofamiglia, costruttore senza scrupoli, che non è mai cresciuto, un ragazzo che ancora freme davanti a una donna.
Una moglie che si avvia inesorabilmente alla morte che ha sempre perdonato i tradimenti del marito, madre per sbaglio
che ha preferito la lirica e il gioco d’azzardo ai figli.
Due fratelli. Lei appena tornata da sedici anni in India, in fuga dal padre e dalla famiglia. Lui medico, infelice e segnato
da un’infanzia senza amore e la mancanza di una gioventù spensierata, con una moglie dal carattere forte e sicuro, un
figlio debole da salvare dalla bagascetta della sua fidanzata. Dolores.
Dolores la cui madre è un’infermiera, dal fascino inconsapevole e la leggerezza dei suoi vent’anni, con nessuna
conoscenza dei comportamenti dell’alta società.
Un insieme eterogeneo di persone con i loro caratteri imperfetti e gli animi sepolti nell’ipocrisia.
È il compleanno di Francesco, il giovane della famiglia, e lui, prontamente corretto dalla fidanzata, confonde Il maestro e
Margherita con Lolita.
Un semplice lapsus che scatena una serie di eventi che portano alla luce tutto ciò che da anni è stato represso.
Infedeltà. Secreti. Bugie. Perché sono le bugie a saturare l’aria della casa della famiglia D’Aste.
Morchio delinea uno spaccato della società moderna, di quella classe sociale ricca e potente che vuole il dominio e per
esso lotta facendo delle tangenti il proprio pane quotidiano.
Le frasi si susseguono con uno stile fluido, senza artifici retorici, con la chiara volontà di essere puri e semplici come
Dolores, che non ha paura di mostrarsi per quello che è.
Non può nascere che amarezza dalla lettura di questo romanzo. Si legge quello che non si vorrebbe, quelle cose che,
possibilmente, vorremmo ignorare per andare avanti con la nostra patina di correttezza. A volte non si riesce a
nascondere il proprio disgusto per i personaggi, così come non si può ignorare il malessere che cresce con il susseguirsi
delle pagine.
La lettura di questo libro è l’impossibilità di scappare dalla realtà di una società contemporanea che va sfaldandosi sotto
la corruzione, l’ipocrisia e la realizzazione professionale.
Parole Potenti.
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