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Un uomo vestito di lino... - Assemblee di Dio in Italia

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Un uomo vestito di lino... - Assemblee di Dio in Italia
Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza
1-15 FEBBRAIO 2007 - ANNO XXVI N.3
CRISTIANI OGGI
QUINDICINALE DELLE CHIESE CRISTIANE EVANGELICHE “ASSEMBLEE DI DIO IN ITALIA”
L’O SS E RVATO R I O E VAN G E L I CO
Già
classici...
Un uomo
vestito di lino...
empre più spesso noi, cosiddetti “pentecostali classici”, veniamo chiamati in
S
causa perchè rifiutiamo di aderire al dialogo ecumenico. Addirittura in alcune fonti
siamo definiti aggressivi ed anticattolici. La
premessa che s’impone riguarda la descrizione sommariamente riportata, il breve articolo che segue, proverà a spiegare
ai nostri lettori la posizione assunta.
L’impressione che diamo all’esterno
sembrerebbe essere quella di un popolo
fieramente geloso della propria identità,
questa opinione non deve però indurre a
confondere la fermezza con la crudezza.
Siamo cristiani, la Grazia ci ha trasformati in nuove creature, non siamo mossi
da malanimo né da intenti polemici nei riguardi di chicchessia.
La storia del Movimento testimonia abbondantemente come la priorità sia stata
innanzitutto la testimonianza dell’Evangelo
e non, come il luogo comune vorrebbe,
l’esaltazione dei carismi dello Spirito
Santo. Centinaia di comunità cristiane
sparse sulla nostra Penisola, laddove non
esisteva prima alcuna presenza evangelica, provano al di là di ogni dubbio tale vocazione.
La posizione di netto rifiuto del dialogo
ecumenico è di carattere biblico. Si suole,
infatti, identificare nell’esperienza del battesimo nello Spirito Santo una sorta di anello di congiunzione fra pentecostali
“classici” e carismatici, appartenenti a
confessioni diverse fra loro. Esso sarebbe
il terreno comune sul quale incontrarsi e
istaurare il dialogo ecumenico.
In realtà, il battesimo nello Spirito non
è un punto di partenza, semmai una tappa, esso è un’esperienza posteriore alla
salvezza, difatti è donato dopo l’esperienza della rigenerazione: “…chiunque crede
in lui riceve la remission de’ peccati
mediante il suo nome. Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo cadde su tutti
coloro che udivano la Parola” (Atti 10:4344). La rigenerazione si riceve per grazia,
tramite la sola fede: “…l’uomo non è giustificato per le opere della legge ma lo è
soltanto per mezzo della fede in Cristo
Gesù, abbiamo anche noi creduto in
Cristo Gesù affin d’esser giustificati per la
fede in Cristo e non per le opere della legge, poiché per le opere della legge nessuna carne sarà giustificata” (Galati 2:16).
La dottrina del battesimo nello Spirito
Santo non può essere avulsa dalla dottrina
biblica, anzi trova piena e coerente collocazione nell’ambito dell’insegnamento esegue a pagina 3
“Il Signore chiamò l’uomo vestito di lino, che aveva il calamaio da scrivano alla cintura e gli disse: passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme, e fa un segno sulla fronte degli uomini che sospirano e gemono per
tutte le abominazioni che si commettono in mezzo a lei” (Ezechiele 9:3-4)
Ci troviamo nel sesto anno dell’esilio babilonese degli ebrei, mancano circa cinque anni alla
presa di Gerusalemme e alla distruzione del
tempio.
Il profeta Ezechiele è già tra quelli in esilio:
figlio di un sacerdote, conosce bene il profeta
Geremia, che è più anziano di lui, e riceve i capi
d’Israele in cattività che vogliono consultare il
Signore.
continua a pagina 3
Quale forza
per i giovani?
“La gloria dei giovani sta nella loro forza” (Proverbi 20:29 – vers. Riveduta)
I giovani si distinguono generalmente per vigore, vitalità, forza fisica, mentre per quanto riguarda l’aspetto emotivo, e ancora di più quello
spirituale, sono spesso deboli, vulnerabili e facilmente condizionabili.
Essi sono i primi a mostrare fragilità, a soccombere alle seduzioni, a lasciarsi influenzare
negativamente dalla mentalità che si manifesta
negli stili di vita, ma anche a loro la Parola di
Dio si rivolge ammonendo: “…non comportatevi …con l’intelligenza ottenebrata, estranei
alla vita di Dio…” (Efesini 4:17-18).
I giovani, più che confidare nella loro forza
fisica, dovrebbero ricercare la forza spirituale,
che procede dalla Parola di Dio.
continua a pagina 2
I N Q U E STO N U M E RO
Osservatorio Evangelico
Già classici... .............................................................................................. pag.1,3
Un uomo vestito di lino... ....................................................... pag.1,3
Quale forza per i giovani?..................................................... pag.1,2
Comunicato Stampa........................................................................ pag.4
Attaccamento alla Parola di Dio.................................. pag.4-5
Cronaca Italiana ................................................................. pag.3,5,6,7
Non smarrire i doni di Dio .................................................. pag.6-7
La testimonianza Una vita rifiorita ...................... pag.8
PAGINA 2
CRISTIANI OGGI
1-15 FEBBRAIO 2007
Quale forza per i giovani?
continua dalla prima pagina
I giovani dovrebbero ricercare la forza spirituale che viene proprio dalla potenza dello
Spirito Santo: “…egli [Dio – N.d.A.] vi dia, secondo le ricchezze della Sua gloria, di essere
potentemente fortificati, mediante lo Spirito
Suo, nell’uomo interiore” (Efesini 3:16); “Ed
ecco io mando su di voi quello che il Padre mio
ha promesso… siate rivestiti di potenza dall’alto” (Luca 24:49).
Gesù glorificato battezza nello Spirito Santo i
giovani nati di nuovo e li potenzia perché vivano un’esistenza capace di onorare Dio sotto ogni
aspetto.
Per essere
davvero forti,
è necessario
attingere forza
direttamente
dalla Fonte
della vita, da
Dio: “…fortificatevi nel
Signore e nella forza della
sua potenza”
(Efesini
6:10).
In realtà,
quelli che confidano nelle
proprie forze
sono deboli e
hanno bisogno di prendere coscienza
quanto prima
delle proprie
debolezze, soltanto così
decideranno di
dipendere dal
Signore in
ogni cosa.
Dio afferma: “…La
mia grazia ti
basta, perché
la mia potenza si dimostra
perfetta nella debolezza…” (II Corinzi 12:9).
La Bibbia riporta l’esempio di Sansone, il
quale ripose fiducia nella propria forza, pensando di poter gestire qualsiasi situazione.
Così, quando Delila gli disse: “…Sansone, i
Filistei ti sono addosso…” - egli affermò - “…Io
ne uscirò come le altre volte, e mi libererò…” –
ma non sapeva - ”… che il Signore si era ritirato da lui” (Giudici 16:20).
Sansone è un chiaro monito per chi si appoggia sulle proprie forze, confida in sé stesso e
non nel Signore che fortifica.
La forza spirituale non è il risultato dell’intraprendenza, dell’entusiasmo, dell’audacia nel
raccogliere ogni sfida proposta, della visione che
si ha della vita, questa è forza naturale.
La Parola di Dio dichiara che essa è insufficiente: “I giovani si affaticano e si stancano; i
giovani scelti vacillano e cadono” (Isaia
40:30).
Giovane, la vera fonte della forza è Dio, che
la concede a chi ripone speranza in Lui:
“…quelli che sperano nel Signore acquistano
nuove forze… corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano” (Isaia 40:31).
Questo vigore spirituale metterà il giovane
nella condizione di condurre un’esistenza santa,
realtà presente, non un’illusione futura.
I giovani che accettano Gesù come personale
Salvatore e Signore, che sono battezzati e ripieni
di Spirito Santo e vivono santamente saranno
caratterizzati dalla forza del Signore: “Ma tu mi
dai la forza del bufalo; io sono cosparso d’olio
fresco” (Salmo 92:10).
“…la Parola di Dio rimane in voi…”
L’Evangelo è “potenza di Dio”, perciò la
Parola di Dio quando è letta, ritenuta e vissuta
opera con potenza nella vita del giovane, portandolo alla purezza spirituale: “Ho conservato
la tua Parola
nel mio cuore
per non peccare contro di te”
(Salmo
119:11).
“…avete
vinto il maligno”
La vittoria
dei credenti è il
risultato della
vittoria riportata da Cristo:
“…Nel mondo
avrete tribolazione; ma fatevi animo, io ho
vinto il mondo” (Giovanni
16:33).
Il giovane
che si fortifica
nel Signore ha
la vittoria sul
peccato, sulle
tentazioni, sul
compromesso,
sulla mondanità.
di non cedere alle insidie del male, di salire le
vette della santità, della purezza e dell’integrità:
“Dio, il Signore, è la mia forza; egli renderà i
miei piedi come quelli delle cerve e mi farà
camminare sulle alture” (Abacuc 3:19).
L’apostolo Giovanni incoraggia i giovani a
considerare quale sia la vera gloria della loro
forza: “Giovani, vi ho scritto perché siete forti,
e la Parola di Dio rimane in voi, e avete vinto il
maligno” (I Giovanni 2:14).
“Giovani, vi ho scritto perché siete forti…”
La forza spirituale dei giovani credenti è una
Il nostro
tempo è abituato a vedere
giovani che
cercano il successo, il plauso delle folle, la gloria
terrena e che, per raggiungere i loro ideali, sono
disposti ad utilizzare tutta la forza e le capacità
che posseggono, salvo rimanere delusi e insoddisfatti anche quando quei traguardi sono stati
raggiunti.
I giovani credenti, invece, si fortificano nel
Signore ”…per piacergli in ogni cosa, portando
frutto in ogni opera buona e crescendo nella
conoscenza di Dio; fortificati in ogni cosa dalla
sua gloriosa potenza…” (Colossesi 1:10, 11).
Paolo Faia
CRISTIANI OGGI
1-15 FEBBRAIO 2007
PAGINA 3
Un uomo vestito di lino...
continua dalla prima pagina
La visione del tempio
In una visione lo Spirito Santo porta Ezechiele al
tempio anelato e lontano, ma quel che vede non è
per nulla piacevole, perché la gloria di Dio che è in
quel luogo ad un certo punto comincia ad allontanarsi a causa dell’orrendo peccato del popolo.
La gloria di Dio si muove verso la soglia dell’edificio, poi arriva all’ingresso della porta e infine la
troviamo fuori del tempio, sul monte ad oriente.
Varie forme d’idolatria, che rappresentavano i
costumi del mondo di allora, erano penetrate nel
cuore del culto israelitico: dissolutezza sotto forma
di religione, culti idolatri praticati di nascosto, desiderio di celebrare le stesse feste dei pagani, spalle
girate all’altare per adorare il sole, pratiche occulte
ed esoteriche. Pensavano che Dio non vedesse il
loro peccato nelle tenebre, invece stavano preparandosi la via all’esilio. Anche oggi, come ieri, l’idolatria del mondo allontana la presenza di Dio.
Infatti, il peccato allontana Dio, rovina l’uomo e
conduce al giusto giudizio divino.
L’uomo vestito di lino
Tuttavia se presso l’uomo c’è un mediatore, un
interprete che gli faccia capire la volontà di Dio,
allora c’è speranza. Il profeta Ezechiele vede un
uomo:
• È vestito di lino, è un sacerdote, è il Sommo
Sacerdote Cristo Gesù, che mediante il Suo sacrificio
offre al peccatore pentito la grazia di Dio e lo fornisce di vesti bianche, di lino fino, candido e puro,
per presentarlo al Padre.
• Ha un calamaio da scrivano, è un profeta, è il
Profeta Cristo Gesù, il quale, sebbene non abbia
scritto nulla, solo qualche parola in terra con il dito,
che non ci è giunta, scrive dentro di noi non con
inchiostro ma con lo Spirito dell’Iddio vivente la
“...volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta
volontà” (Romani 12:2). Egli è anche Colui che
scrive il nostro nome nel libro della vita.
• Passa e fa un segno sulla fronte, è un salvatore che segna alcuni uomini prima del passaggio del
distruttore, proprio come al tempo dell’esodo
dall’Egitto, quando le case degli ebrei furono
segnate con il sangue dell’agnello immolato e, per
questo, risparmiate dal giudizio.
Il Salvatore è “Gesù che ci libera dall’ira a venire” (1 Tessalonicesi 1:10).
Gli uomini che sospirano e gemono
Nella visione, gli uomini segnati sulla fronte in
mezzo alla città di Gerusalemme sono quelli che
sospirano e gemono per tutte le abominazioni che
si commettono.
Essi appartengono a Dio, che segna i Suoi ungendoli di Spirito Santo, perché siano riconoscibili
nel mondo.
Gli uomini che appartengono a Dio soffrono per
tutte le brutture di questo mondo, come il giusto
Lot, che si tormentava l’anima ogni giorno per
quanto di terribile e immorale vedeva nella città di
Sodoma (cfr. 2 Pietro 2:7-8).
Sì, sospirano e gemono, ma godono anche le
primizie dello Spirito, mentre aspettano di entrar
presto nella città celeste il cui architetto e costruttore è Dio (cfr. Ebrei 11:10).
Simone Caporaletti
CRONACA ITALIANA
Montesilvano (PE): Incontro Fraterno
Siamo grati al Signore perché
ogni volta che i credenti si incontrano per ascoltare col cuore la Parola
di Dio, Egli li onora con la Sua presenza e la Sua benedizione. È accaduto proprio questo il 6 gennaio,
giorno nel quale molti credenti, provenienti da diverse comunità dell’Abruzzo, si sono radunati nei locali
della chiesa di Montesilvano (Pe)
per stare alla presenza del Signore
ed essere edificati e condotti dalla
Sua Parola.
Durante lo studio biblico mattutino, Salvatore Cusumano, pastore a
Roma, ha trattato il tema della guida
di Dio, che non è qualcosa di misterioso, né da ricercare con “superstizione”. Il Signore desidera guidarci
perché siamo Suoi figli, pertanto abbiamo bisogno di umiltà e di ubbidienza alla Parola divina. Il nostro
cuore è stato edificato nel considerare i diversi aspetti della guida del
Signore, come in essi si manifesta la
cura divina che ci conduce sempre
al bene.
Giunti a metà giornata, i partecipanti hanno goduto della premurosa ospitalità dei credenti della chiesa
di Montesilvano, che hanno offerto
e servito un buon pranzo.
Dopo la breve pausa, allietata
dalla bella giornata di sole, la chiesa
è tornata a riempirsi di credenti desiderosi di offrire il culto Signore. La
preghiera, i canti dell’assemblea, gli
inni elevati dal coro della comunità
che ci ha ospitato sono risultati alla
gloria di Dio e per l’edificazione comune. Quando Salvatore Pirrera,
pastore della chiesa di Montesilvano, ha dato spazio alla predicazione
dell’Evangelo, i cuori dei presenti
erano ben preparati a riceverla: il
pastore Cusumano è stato ancora lo
strumento usato da Dio per l’annuncio della Parola.
Si è letto nel Secondo Libro dei
Re, al capitolo 6, che narra l’assedio
dei siriani contro il profeta Eliseo ed
il miracoloso intervento di Dio. Se il
Signore rispose alle tre richieste del
profeta, quanto più l’intercessione
continua del nostro Salvatore Cristo
Gesù troverà pronta risposta in nostro favore. Egli è Colui che apre gli
occhi del nostro cuore, che, seppur
li chiude per farci rendere conto
della nostra fragilità (come accadde
all’esercito siriano), ci conduce per
mano fino a riaprirli e farci sperimentare il vero ristoro e la libertà
dell’anima.
Ringraziamo il Signore perché la
Sua Parola ha istruito, corretto e rinfrancato il nostro cuore, ravvivando
il desiderio e la preghiera che l’Opera di Dio progredisca in queste zone
dell’Abruzzo e in tutta la nostra nazione.
Roberto Vella
L’OSSERVATORIO EVANGELICO
prosegue
dalla prima pagina
Già
classici...
vangelico della salvezza per sola
fede, come abbiamo accennato, ma
anche dell’espiazione di Cristo sulla
croce, della rigenerazione del peccatore per opera dello Spirito Santo.
Tali posizioni sono chiaramente rivelate nella Bibbia, difatti rivendichiamo il primato assoluto della Parola di
Dio per la salvezza delle anime e la
loro edificazione, e rigettiamo il ministerio gerarchico e la tradizione.
Utilizzare la dottrina del battesimo
nello Spirito Santo come porto franco da ogni logica biblica, nel quale
fare approdare le navi delle diverse
teologie è posizione biblicamente insostenibile, induce a contraddizioni
stridenti.
L’allergia nei confronti della dottrina cristiana, cioè a quell’insieme di
verità bibliche che formano il contenuto della fede ed informano la condotta del credente, è malattia spirituale pericolosa; oggi più che mai le
barriere dogmatiche sono state
smantellate un po’ dovunque. Anche
nelle antiche cittadelle forti!
Non emettiamo giudizi sugli uomini, ma esprimiamo le nostre idee
sulle convinzioni; non siamo contro
nessuno, ci dissociamo da ogni forma di lotta religiosa e d’intolleranza,
auspichiamo la piena libertà di coscienza e di culto, questo però non
vuol dire che non siamo pienamente
convinti della nostra fede. Con l’aiuto
di Dio vogliamo essergli fedeli: “...Sii
fedele fino alla morte, e io ti darò la
corona della vita” (Apocalisse 2:10).
Salvatore Cusumano
CRISTIANI OGGI
PAGINA 4
1-15 FEBBRAIO 2007
Attaccamento
Dove c’è un risveglio biblico c’è un profondo attaccamento
Il re Ezechia “si tenne unito al Signore,
non cessò di seguirlo, e osservò i comandamenti che il Signore aveva dati a Mosè” (2
Re 18:6).
Una delle cose più evidenti che accade in
un risveglio biblico è proprio il profondo attaccamento alla Parola di Dio. Dove c’è risveglio ci sono molte Bibbie in circolazione
e i credenti bramano la Parola di Dio.
Oggi, grazie a Dio, viviamo tempi in cui
la conoscenza non manca e chiunque vuole, può studiare la Parola.
Il vero problema non è la conoscenza
della Parola, quanto il metterla in pratica.
La passione che il re Ezechia dimostrò
per la Parola divina, dimostra che era sulla
via per un vero risveglio spirituale.
Se nella nostra vita, nella nostra famiglia,
nella nostra chiesa vogliamo vivere il risveglio, dobbiamo conoscere e praticare “tutto
l’Evangelo”, perché la via del risveglio è
lastricata con la Parola di Dio.
Un attaccamento voluto
L’attaccamento di Ezechia alla Parola non
era casuale, il suo impegno verso il Signore
non cambiava secondo le circostanze.
Egli si era impegnato nell’osservare la
Parola con tutto se stesso, aveva deciso di
camminare unito al Signore, di seguirlo
sempre, a qualsiasi costo (cfr. 2 Re 18:6).
Già da molto tempo il popolo di Giuda,
sul quale regnava, aveva deviato dalle vie
del Signore e nessuno ormai faceva più caso
alle vie malvagie.
La loro consolazione derivava dal fatto
che tutti si comportavano allo stesso modo,
perciò non c’era niente di strano se anche
loro facevano lo stesso. Ezechia,
invece, operò una scelta di vita: rimanere attaccato alla Parola di Dio.
Un attaccamento assoluto
L’attaccamento di Ezechia alla
Parola divina fu assoluto.
Non gli importava se fino a quel
momento si fosse fatto in modo
diverso, non gli importava come si
comportassero gli altri, cosa facesse
la maggioranza, a lui interessava
essere trovato fedele dal Signore.
Ezechia capì che quello che bisognava fare non era determinato dalla volontà della maggioranza, ma
dalla Parola di Dio: “…osservò i
comandamenti che il Signore aveva
dati a Mosè” (2 Re 18:6).
Non scelse la logica del mondo di
allora, non seguì la scia che lasciava
la maggioranza, scelse la logica di
Dio, cioè di vivere osservando e praticando la Parola divina.
Ezechia non avrebbe mai visto un
grande risveglio in Giuda se non si
fosse impegnato a osservare “i
comandamenti che il Signore aveva
dati a Mosè”: il problema del suo
popolo era la disubbidienza alla
Parola di Dio e l’unico modo per
recuperare le benedizioni divine era
ritornare ad ubbidire alla Parola.
Un attaccamento possibile
Ogni cristiano ha bisogno di comprendere
che Dio non chiede l’impossibile.
Spesso alcuni, per scusare la loro infedeltà, dicono che “sono fatti di carne”, che
“nessuno è perfetto”… Certamente nessuno
è perfetto, ma ognuno ha la possibilità di
C O M U N I C AT O S TA M P A
Le Minoranze Religiose
al Garante delle Comunicazioni
In base a una ricerca effettuata nel triennio
2004-2006 dal “Centro d’Ascolto dell’Informazione Radiotelevisiva” risulta che le edizioni principali dei telegiornali e altre trasmissioni a carattere informativo hanno dedicato quasi il 99%
dell’informazione religiosa alla chiesa cattolica,
mentre il restante 1% è stato spartito tra le altre
confessioni.
In questo modo il Testo Unico della radiotelevisione, che richiede un’informazione obiettiva,
completa, imparziale e aperta alle diverse opinioni e tendenze religiose, sociali e culturali, non
viene rispettato.
Che all’interno del cristianesimo esistono
punti di vista differenti è una realtà che non
risulta nell’informazione.
Il pluralismo non può essere ridotto a una
questione di consistenza numerica delle diverse
realtà religiose, ma deve piuttosto assicurare ai
telespettatori una conoscenza completa e
approfondita di ogni posizioni.
da NEV
CRISTIANI OGGI
1-15 FEBBRAIO 2007
PAGINA 5
alla Parola di Dio
alla Parola di Dio e ci sono molte Bibbie in circolazione
da te” (Deuteronomio 30:11).
Dio non ci chiede qualcosa che
non possiamo fare, ci chiede solo di
fare la cosa giusta.
Il fallimento di molti non ha nulla
a che vedere con l’impossibilità di
ubbidire alla volontà di Dio, molti falliscono perché scelgono di soddisfare
i desideri della carne.
Tutti i comandamenti del Signore,
in definitiva, si riducono soltanto a
due: ama il Signore con tutto il tuo
essere; ama il prossimo tuo come te
stesso.
Rispettare, vivere la Parola è possibile, perché come dice il Signore:
“…questa Parola è molto vicina a
te; è nella tua bocca e nel tuo cuore,
perchè tu la metta in pratica”
(Deuteronomio 30:14).
Un attaccamento responsabile
scegliere se praticare o no la Parola di Dio.
Il Signore, ancora oggi, continua a dire:
“Questo comandamento che oggi ti do, non
è troppo difficile per te, né troppo lontano
Il Signore ci richiama ad esser
responsabili, ci comanda di fare la
cosa giusta: “…io ti comando oggi di
amare il Signore, il tuo Dio, di camminare nelle sue vie, di osservare i
suoi comandamenti…”
(Deuteronomio 30:16).
Dio non ci invita solo a conoscere
la vera dottrina, ci esorta anche a
praticarla.
Egli ci ritiene responsabili delle
nostre scelte, perciò ognuno vive le
conseguenze delle proprie decisioni: “Vedi,
io metto oggi davanti a te la vita e il bene,
la morte e il male… se il tuo cuore si volta
indietro, e se tu non ubbidisci ma ti lasci
trascinare a prostrarti davanti ad altri dei
e a servirli, io vi dichiaro oggi che certamente perirete, e non prolungherete i vostri
giorni nel paese del quale state per entrare
in possesso…” (Deuteronomio 30:15,1718).
Dio ci mette davanti le due vie e ci chiede
di scegliere responsabilmente quale seguire.
Ognuna raggiunge una meta: la vita o la
morte.
Un attaccamento consigliato
Dio conclude il Suo insegnamento su ciò
che buono e su ciò che è male dando all’uomo il consiglio di scegliere la vita.
Egli non ti costringe a fare la Sua volontà, non ti costringe a vivere la Parola, te lo
consiglia vivamente, il Suo consiglio è chiaro: “…scegli la vita, affinché tu viva, tu e
la tua discendenza” (Deuteronomio
30:19).
Che scelta hai fatto?
Ezechia abbandonò il sentiero della morte che Acaz, suo padre, aveva seguito e
accettò il consiglio di Dio, scelse l’ubbidienza alla Sua Parola, scelse la vita.
Non può esserci alcun risveglio spirituale
se non si sceglie di rimanere attaccati alla
Parola di Dio.
Hai scelto come tuo stile di vita la Parola?
Hai scelto di uniformarti ad essa?
Se lo farai, vivrai un potente risveglio.
CRONACA ITALIANA
TITO (Pz): 1° Incontro Provinciale
Il 6 gennaio si è tenuto il 1° Incontro Provinciale del Potentino,
una nuova occasione di comunione fraterna e con Dio. La partecipazione dei credenti delle comunità della provincia potentina è
stata buona.
Il tema dell’incontro, sviluppato attraverso lo studio biblico e la
predicazione, è stato tratto dal
libro del profeta Osea: “…È tempo di cercare il Signore…”
(10:12). Ospite di questa importante circostanza è stato il pasto-
re Carmine Lamanna, conduttore
delle chiese di Matera - Via San
Pardo e di Ginosa (Ta), il quale ha
incoraggiato tutti noi ad andare al
Signore, che è la Sorgente della
vita.
Nello studio biblico della mattina sono stati evidenziati diversi
punti: • La necessità di cercare il
Signore…; • L’invito a cercare il
Signore…; • Un desiderio profondo di cercare il Signore…; • La
sete delle cose che appartengono
al Regno di Dio…; • Il tempo di
cercare il Signore”.
Al culto conclusivo della giornata il Signore, attraverso la meditazione della Sua Parola, tratta
dal libro di Giosuè, capitolo 5, ci
ha incoraggiato a dipendere interamente da Lui.
Il nostro desiderio è quello di
vedere queste zone visitate
potentemente dal Signore: facciamo ricorso alle vostre preghiere,
affinché Dio benedica il Suo
popolo con un glorioso risveglio.
Angelo Rotundo
Angelo Gargano
CRISTIANI OGGI
PAGINA 6
1-15 FEBBRAIO 2007
Non smarrire i
“Di lì a poco, il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, partì per un paese
Ogni ragionamento sulla salvezza e sulle
benedizioni divine che ne scaturiscono risulterebbe incompleto se la Parola di Dio
non richiamasse ciascuno di noi all’attenzione su un dato di fatto: i beni concessi dal
Signore possono essere colpevolmente
smarriti, dispersi.
Una delle storie del Nuovo Testamento
che si può ricondurre a questa triste realtà è
quella del figlio prodigo.
Giovane brillante, dal forte carattere, di
buona famiglia, cresciuto con un sano insegnamento, determinato a perseguire le sue
scelte, che ha davanti a sé un cammino
splendente, può contare sull’aiuto amorevole del padre, l’amicizia di un fratello, l’attenzione di un’intera schiera di servitori.
Egli si aggira con grazia nella dimora paterna, è abituato a nutrirsi di cibi deliziosi,
ogni bene del padre è a sua completa disposizione ed egli ne gode appieno.
Un giorno, però, si presenta dal padre per
fare una richiesta insolita.
Come se si fosse improvvisamente svegliato da uno stato di torpore, decide di percorrere il cammino entusiasmante della vita
con le sue gambe, vuole prendersi le sue
responsabilità ed esclama: “…Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta…” (Luca
15:12).
La richiesta, osservata da una prospettiva
insolita, ci fa riflettere e affermare che sarebbe bello sentire più spesso in bocca ai
credenti: “Padre dammi”.
Oggi, infatti, molti si accontentano di stare nella dimora paterna, di muoversi al suo
interno, ma non reclamano le preziose promesse del Padre, non desiderano possedere
le Sue ricchezze e, pur avendo una grande
eredità, vivono nella miseria spirituale.
Un’assunzione di responsabilità
Attenzione, perché una richiesta simile
deve essere accompagnata da una seria assunzione di responsabilità.
Sono tanti coloro che sembrano toccare il
cielo con un dito, bramano ricchezze della
grazia divina, chiedono con ardore i doni
spirituali e tuttavia hanno un problema:
non sanno custodire.
Paolo, a tal proposito, dirà a Timoteo, suo
figlio in fede: “Custodisci il buon deposito
per mezzo dello Spirito Santo che abita in
noi” (II Timoteo 1:14).
La parabola biblica ci ricorda che il giovane “di lì a poco …messa insieme ogni cosa,
partì per un paese lontano, e vi sperperò i
suoi beni, vivendo dissolutamente” (Luca
15:13).
Il padre l’aveva onorato, ma altri desideri
e aspirazioni si erano introdotti nel suo cuore.
Quanti cristiani fanno un’esperienza
simile a questa? Credenti per un certo tempo, usati da Dio, poi non lo sono più.
Apparentemente non sembra esser cambiato nulla, ma in realtà non hanno più la
ricchezza spirituale ricevuta in eredità dal
Padre.
Il pericolo della disubbidienza
Quando si riceve da Dio bisogna anche
saper conservare, chiedere insistentemente
ed ottenere va bene, ma è possibile anche
non mantenere quanto si è ricevuto in
dono, fino ad impoverire e perdere anche
l’identità di figli. È per questo stesso motivo
che oggi molti non hanno più i loro doni
divini.
Il giovane avrebbe potuto far fruttare i
beni ricevuti rimanendo nella casa paterna e
invece, convinto di aver raggiunto ormai la
meta più alta, di lì a poco finisce per perdere
tutto. C’era stato un tempo in cui aveva amato stare col padre, parlare con lui, dedicargli le sue forze, essergli utile e la sua
gioia era stata grande, tanto da desiderare
di accrescere i suoi beni.
La Bibbia è ricca di personaggi che un
tempo furono usati da Dio ma che, a causa
del peccato e della disubbidienza, videro
allontanarsi la benedizione.
Fu così per Saul, il primo re d’Israele, che
il Signore rese vittorioso sui nemici che avevano soggiogato per anni il popolo di Dio,
ma la disubbidienza lo fece cadere e la grazia divina si ritirò da lui (cfr. I Samuele
11:6; 13:13, 14).
Il giovane della nostra parabola ha fatto
sostanzialmente la stessa esperienza: lasciare il Padre per abbracciare una vita di peccato.
Il Signore ci aiuti a non permettere che il
peccato ci tolga i beni che Dio ci ha provveduto, la Sua grazia, la salvezza, il battesimo
nello Spirito Santo e altre benedizioni ancora…
CRONACA ITALIANA
Roma: Incontro Giovanile del Lazio
Sabato 6 gennaio, nel locale di
culto della chiesa di Roma - Via
Repetti, si è tenuto l’Incontro Giovanile delle Chiese del Lazio.
È stata una meravigliosa occasione per stare alla presenza di
Dio insieme a credenti delle province di Roma, Latina, Frosinone,
Rieti e Viterbo.
Erano presenti anche alcuni
credenti dell’Umbria.
Per l’occasione il consiglio della Parola di Dio, tratto da Giovanni capitolo 15, i versi da 1 a 8, è
stato esposto da Antonio Vitale,
pastore delle comunità di Sant’Arpino (CE) e Casavatore (NA). Siamo stati esortati a restare attacca-
ti a Cristo, la vera vite, per portare
frutto alla Sua gloria.
Il Signore ci ha incoraggiati
ricordandoci la Sua cura: Egli
pota i tralci affinché possano portare più frutto. Per quanto questo
Suo intervento possa sembrare
“doloroso”, in realtà è necessario.
Egli toglie da noi ciò che è inutile
e dannoso, affinché non intralci
l’opera del Signore nella nostra
vita.
Siamo stati edificati alla presenza del Signore, che non ha
mancato di benedire il Suo popolo in virtù della Sua grande
fedeltà.
Silvano Colloraffi
CRISTIANI OGGI
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doni di Dio
e lontano, e vi sperperò i suoi beni, vivendo dissolutamente” (Luca 15:13)
Se, esaminandoti ti senti mancante, privo
dei preziosi beni, di divina potenza e forza,
confessa il tuo stato di peccato, chiedi a Dio
di liberarti e riacquisterai i doni perduti: “Chi
conosce i suoi errori? Purificami da quelli
che mi sono occulti” (Salmo 19:12).
La necessità della Parola di Dio
“Questo libro della legge non si allontani
mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e
notte; abbi cura di mettere in pratica tutto
ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai
in tutte le tue imprese, allora prospererai”
(Giosuè 1:8). Per il condottiero Giosuè ci
sarebbero stati successo e prosperità, ma ad
una sola condizione: doveva dimorare nella
Parola di Dio!
C’è un solo modo per custodire nel cuore
i beni, i doni, le ricchezze divine: mediante
l’azione potente della Parola di Dio. Le attività sono aumentate, altri interessi hanno
attratto il cuore, ecco allora che la povertà
spirituale e l’indigenza colpiscono, lasciando
privi di ogni bene. Così, diventa necessario
prendere la stessa decisione del figlio prodigo: “…Quanti servi di mio padre hanno
pane in abbondanza e io qui mi muoio di
fame! Io mi alzerò e andrò da mio padre, e
gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e
contro di te” (Luca 15:17,18).
È importante notare che il giovane in
questione fa riferimento al pane, non ad
altri cibi. Dobbiamo quotidianamente meditare, leggere, studiare con spirito di preghiera la Parola di Dio, il vero pane che soddisfa
ogni nostro bisogno: “…il grano farà crescere i giovani…” (Zaccaria 9:17). Se ci
istruiamo nelle verità dell’Evangelo, la nostra vita sarà vigorosa e florida.
Gioacchino Caltagirone
CRONACA ITALIANA
L’Evangelo in Trentino Alto Adige
Anche se i tempi sono difficili
e l’interesse della società per l’Evangelo sembra poca cosa, il
nostro amato Gesù continua a
fare meraviglie.
Nel 2005 e nel 2006 i gruppi
di evangelizzazione delle comunità di Trento e Bolzano hanno
risposto al grande mandato di
Cristo con maggiore impegno e
visione. Per tutto il periodo pri-
nissima alla più nota località turistica di Madonna di Campiglio
(TN).
Oltre al fattivo impegno nell’opera di evangelizzazione per le
strade, nello stesso periodo sono
state tenute delle riunioni speciali
in alcune sale comunali.
La prima il 22 novembre
2005, che ci ha visti la mattina a
Trento, con la partecipazione del
Zigana, che ha potuto installare la
propria tenda di evangelizzazione
a Bolzano, dopo anni di difficoltà
burocratiche. Questa volta, non
solo la missione ha ricevuto il
permesso, ma lo stesso sindaco
ha partecipato ad una riunione. Ci
sono stati diversi frutti e tuttora i
nuovi convertiti frequentano
regolarmente le nostre riunioni.
Nella chiesa di Trento il 4 giu-
presenti diverse persone e ringraziamo il Signore per le belle occasioni che ci offre di testimoniare
della nostra fede. La predicazione
della Parola è stata affidata a Mauro Stevanato. L’indirizzo del nuovo locale di Bolzano è: Via Pfannenstiel, Via Artigiani 16 (Zona
Piani), le riunioni si tengono il
mercoledì alle ore 20,00 e la
domenica alle ore 17,00.
maverile, e nei primi mesi autunnali, quasi ogni sabato nelle città
di Trento, Bolzano, Rovereto (TN)
e Cles (TN), con un banchetto
collocato in posizione abbastanza
centrale e con dei credenti in giro
per la città, sono stati distribuiti
trattati e materiale evangelistico.
I contatti sono stati tanti, come
sempre, e i risultati davvero incoraggianti, perché alcune persone
incontrate per strada ci hanno fatto visita al culto. A tal proposito,
comunichiamo che nelle città di
Rovereto e di Cles, in Val di Non,
il giovedì si tengono delle riunioni
in sale pubbliche.
Per grazia di Dio, il 12 agosto
2006, per la prima volta, da Trento è stata evangelizzata la cittadina di Pinzolo, famosa perché vici-
coro di Padova, accompagnato
dal pastore Enzo Specchi, e il
pomeriggio a Bolzano, nel locale
di culto.
Dal 24 al 26 novembre 2006,
invece, dopo aver distribuito migliaia di inviti, la chiesa di Trento
ha tenuto tre giorni di evangelizzazione a Matterello di Trento, un
quartiere a sud della città. La predicazione della Parola è stata affidata a Mauro Stevanato, pastore
della chiesa di Thiene (VI). Ringraziamo il Signore anche per la visita dei coniugi Peretti, dal 10 al 12
febbraio 2006, i quali sono stati
di benedizione per le comunità di
Trento e di Bolzano.
Motivo di benedizione è stata
anche la collaborazione, nel
2006, con la Missione Evangelica
gno 2005 abbiamo celebrato un
culto con battesimi, nel quale sei
nuovi credenti, alla presenza di
tante persone intervenute per la
prima volta ad un culto evangelico, hanno reso pubblica testimonianza dell’opera di salvezza di
Cristo Gesù.
A Bolzano, il 14 maggio 2006
abbiamo dedicato al Signore un
nuovo locale di culto. Le prime
riunioni erano iniziate nel 2000,
in una piccola sala messa a disposizione da una scuola guida, poi il
28 marzo 2003 abbiamo dedicato il nostro primo, vero locale di
culto, in Via Galvani, e finalmente,
viste le accresciute esigenze della
comunità, abbiamo preso quest’ultimo locale, più spazioso.
Al culto di dedicazione erano
Anche a Trento, da febbraio
dello scorso anno, la comunità ha
cambiato locale di culto ed il nuovo indirizzo è: Via Brennero
167/16.
Infine, l’8 dicembre 2006, in
un clima di ringraziamento e
commossi da tanti ricordi, abbiamo celebrato il culto del 20° anniversario della fondazione della
chiesa di Trento, frutto della visione e dell’opera missionaria dei
credenti della comunità di Verona. Diverse le testimonianze dei
pionieri, tutti felici nel vedere i
risultati ottenuti fin qui per la
fedeltà e l’intervento del Signore.
Luigi Borelli, pastore della
chiesa di Verona, ha predicato la
Parola del Signore.
Giuseppe Romanelli
CRISTIANI OGGI
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L A T E STI M O N IAN ZA
Una vita rifiorita
“…quello che per loro era così semplice, per me, che provenivo da una vita fatta
solo di duro lavoro, era difficile”
i chiamo Lina, ho 82 anni, sono nata e vivo
in Emilia Romagna e ho conosciuto il SiM
gnore da adulta, all’età di 67 anni.
me. Io la vedevo piena di gioia: era evidente
che le era accaduto qualcosa di bello.
Cominciai, insieme con lei, a frequentare al-
Abitavo in campagna e lavoravo i campi, io e mio marito avevamo un piccolo podere: abbiamo
vissuto una vita molto dura, fatta
di lavoro, di fatica e nient’altro.
Si lavorava dall’alba al tramonto, sempre e solo lavoro, non c’era tempo per le altre cose.
Un giorno mio marito, inaspettatamente, è morto.
All’improvviso la mia vita è
cambiata, il lavoro è finito e io mi
sono sentita sola, smarrita, vuota.
Ero molto triste e non trovavo
uno scopo per la mia vita.
Vivevo con la mia unica figlia,
la quale un giorno, leggendo la
Bibbia e ascoltando la predicazione della Parola di Dio, ha aperto il
cuore al Signore.
Anche lei aveva passato un
brutto periodo con la morte di mio
marito, ma poi aveva incontrato dei credenti
che le avevano parlato di un Gesù vivente e, da
quando l’aveva accettato col cuore, era cambiata.
Era felice, mi parlava di Dio e del Suo grande
amore, pregava e leggeva la Bibbia e sosteneva
che Dio l’aveva salvata e voleva salvare anche
tri credenti per conoscere anch’io il Signore, ma
quello che per loro era così semplice, per me,
che provenivo da una vita fatta solo di duro lavoro, era difficile.
Mi sentivo tanto misera di fronte a un Dio
così grande!
Non sapevo proprio come fare per avvicinar-
mi al Signore e lo chiesi a mia figlia, che mi
rispose: “Prega Dio con tutto il cuore”!
Così un giorno che ero rimasta sola in casa
mi misi in ginocchio per pregare.
Non pregai come mi era stato
insegnato da bambina, con preghiere imparate a memoria, ma
parlai al Signore con parole semplici, gli dissi tutto quello che
avevo nel cuore: le mie paure, le
mie difficoltà, il bisogno che avevo di Lui e il mio desiderio di
conoscerlo.
In quel momento il Signore si
rivelò in modo reale e forte, mi
sembrava incredibile ma Gesù
ascoltava proprio me e mi amava.
Quel giorno iniziò per me una
vita nuova.
Il Signore ha continuato a
rivelarsi giorno dopo giorno,
dandomi tanta gioia e pace.
Sono passati diversi anni,
sono anziana, ma la gioia che
sento nel cuore è sempre la stessa. Da quando
ho conosciuto il Signore la mia vita è rifiorita e
ho davanti a me gioie ancora più grandi, perché
quando il Signore mi chiamerà andrò con Lui
per l’eternità.
Lina Rabaglia
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Informiamo i lettori che sono in onda via satellite
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Novità editoriali
Il fondatore della Scuola Domenicale
La serie di biografie edite da ADI-Media si arricchisce di un libro che narra la storia di Robert
Raikes, l’uomo che ha fondato la Scuola Domenicale, la più grande iniziativa di carattere spirituale
Cristiani Oggi - Quindicinale delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia”
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