In agonia il porto di Gioia Tauro? 3000 lavoratori moriranno di fame
by user
Comments
Transcript
In agonia il porto di Gioia Tauro? 3000 lavoratori moriranno di fame
Voci dal Sud 5 Anno VII° nr. 2 Febbraio 2011 Editoriale w w w . s o s e d . eu In agonia il porto di Gioia Tauro? 3000 lavoratori moriranno di fame Ma anche i 250.000 abitanti della “Piana di Rosarno/Gioia Tauro” moriranno di fame per la crisi dell’agricoltura e del suo terziario Fr a n z R o d i - M or a b i t o Probabilmente molti dei politici italiani pensano che prima muoiono le 250.000 persone che formano la popolazione della Piana di Rosarno/Gioia Tauro e prima ci si leverà la preoccupazione e la “questione meridionale”, per lo meno per quanto concerne questa Piana, sarà risolta e non ci si penserà più! In fin dei conti sono stati già un paio di onorevoli di quelli che occupano gli schermi televisivi “ atutto schermo” con i loro (poco) simpatici faccioni, che hanno dichiarato che se non ci fosse la Calabria, l’economia italiana sarebbe florida e l’Italia potrebbe dimenticare la crisi! Hanno definito la Calabria una terribile palla al piede! Noi temiamo, ahinoi, che questa preoccupazione sarà presto superata per loro perchè ormai intere fasce di popolazione sono a rischio estinzione per inedia. Non vediamo nessun convegno serio che voglia analizzare e tentare di risolvere la tremenda crisi dell’egricoltura calabrese. Il mondo del lavoro agricolo (non dimentichiamo che l’agricoltura essendo il motore propulsivo dell’intera economia calabrese, quando si ferma fa arrestare tutti i settori produttivi), è in stallo completo. A memoria d’uomo mai a fine gennaio le strade della Piana sono state sgombre da camions, motocarri e quanto altro può trasportare anche poche casse di agrumi. Ma come è possibile che si possano raccogliere le arance da avviare all’indutria e ricavarne dopo mesi 6 centesimi al kg? Come è possibile che le famose “Clementine” di Corigliano giungano giornalmente nella Piana al ritmo di molti TIR per essere trasformati in succhi perchè, cosa che mai!, sono rimaste invendute sulle piante anche lì dove il prodotto è DOP? Come è possibile che qui le industrie riconosceranno ai malcapitati produttori della sibaritide 3 o 4 centesimi? Come è possibile che la quasi totale produzione di arance Naveline penda ancora intonsa dalle piante? nessuno riesce a vendere un kg di frutta nemmeno a 18/20 centesimi al kg. Come è possibile che dopo un anno di sacrifici un quintale di olio di olive spunti solo 140 euro? Tutto fermo in una stasi di morte! Però sui mercati continuano a reperirsi agrumi stranieri, olio straniero ed è tutta merce di cui non si conosce la filiera e, quindi, non si sa cosa è stato utilizzato per produrla! In quel caso la salute del cittadino non conta, contano gli scambi commerciali e l’economia generale italiana che ha bisogno di esportare automobili, frigoriferi, e tecnologia verso Paesi che altro non hanno come moneta di scambio che prodotti agricoli non verificati se non a campione alle nostre frontiere. Ci meravigliamo poi della mucca pazza, dell’influenza aviaria, delle mozzarelle che, come il mare di Marechiaro, “cagnano colore” ma non per la allegrezza, ma perchè nessuno sa cosa contengano. Però nessuno ha detto al popolo italiano cosa hanno reperito in quelle mozzarelle, perchè muiono migliaia di pesci e cadono morti intere popolazioni di uccelli! Ormai non piove più acqua piovana ma pesci ed uccelli morti! Hanno esaminato i problemi, ma tutto tace per non creare allarmismo. Ed allora scopriamo cosa fa Berlusconi sotto le lenzuola, distraiamoci con le gesta erotiche del Cavaliere e con le esternazioni di Bossi o le invettive trite e ritrite di Di Pietro, polarizziamo la nostra attenzione su Anno Zero, Ballarò, Prima Porta e simili cazzate mediatiche, pensiamo a come la sinistra tenta di risolvere la crisi (interna) o come il cognato di Fini ha comprato una casa sottocosto (ma che interessa agli italiani? semmai interessa agli iscritti al partito, era proprietà loro)! Ed intanto allegramente lo Stato aumenta le tasse, toglie le fiscalizzazioni sui contributi agricoli assistenziali (bontà loro hanno sospeso in zona cesarini l’aumento per questo anno!), aumentano tutti i costi della vita del cittadino e, guarda caso, anche gli agricoltori ed il suo terziario sono cittadini di questa Italia unita di cui con tanta pompa magna, celebreremo i centocinquanta anni di “unità”, anche se sembra più un canto funebre che un inno di gioia. A proposito, avete fatto caso? Per festeggiare i 100 anni dell’unità si è divisa l’Italia, sono state realizzate le Regioni, adesso per i 150 si farà il federalismo, cosa avverrà per i 200 anni? peccato che non lo vedrò. Non mi resta che immaginarlo!