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Ha salito il suo Tabor
VITA DIOCESANA LUTTO IN DIOCESI PER LA MORTE DI DON VITTORIO VIANELLO Il funerale a Villaggio Busonera; sepolto a Mazzorno Sinistro Ha salito il suo Tabor M artedì 23 febbraio, alle ore 10, nella parrocchia di Villaggio Busonera, si è celebrata la Liturgia di commiato di don Vittorio Vianello (senior), deceduto sabato 20 febbraio nella Casa del Clero “Madonna del Cenacolo” di Cavarzere, dove era stato ospitato, a causa della malattia che lo aveva colpito, impedendogli ormai ogni attività di ministero. La solenne eucaristia è stata concelebrata da una trentina di sacerdoti, presieduta dal nostro vescovo Adriano Tessarollo, assistito dall’arcivescovo emerito di Gorizia mons. Dino De’ Antoni e dal vicario generale mons. Francesco Zenna; anche i vescovi Magarotto e Daniel hanno fatto pervenire il loro ricordo. La Liturgia funebre è stata animata da p. Cesare Mucciardi e da Cristiano Bonato, nativo di Villaggio Busonera. Il coro parrocchiale ha eseguito i canti di rito; la chiesa era gremita di fedeli. Le tappe della sua vita Nato a Venezia il 5 febbraio 1932 don Vittorio Vianello accolse la chiamata di Dio alla vita religiosa all’età di 20 anni entrando nella Congregazione di don Luigi Orione “Casa della Divina Provvidenza” dove intraprese il cammino verso il sacerdozio. Più tardi si è reso conto che il Signore lo chiamava a di- ventare sacerdote diocesano e pertanto chiese di entrare nel Seminario Diocesano di Chioggia. Completati gli studi, nel 1968 fu ordinato sacerdote e nominato per 4 anni Cappellano nella Parrocchia della B.V. di Lourdes; nel 1972 per 3 anni Cappellano del Cimitero di Chioggia, dove fu anche Rettore dell’annessa chiesa; nel 1975 per 1 anno Cappellano a San Giacomo; nel 1976 per 2 anni Cappellano a Rottanova e al ricovero “Danielato” di Cavarzere; nel 1978 per 1 anno Cappellano a San Giuseppe di Cavarzere; nel 1978 riceve la nomina a Parroco di Mazzorno Sinistro, vi rimase per 14 anni, assumendo nel 1985 anche il compito di Amministratore parrocchiale di Cavanella Po. Nel 1992 fu nominato parroco a Oca – vi rimase per 9 anni – e alla soglia dei 70 anni nel 2001 fu Amministratore parrocchiale di Villaggio Busonera fino a luglio 2015, quando passò nella Casa del Clero. Il suo ricordo Prendendo lo spunto dal Vangelo del giorno, il vescovo, all’omelia, ha invitato tutti i presenti, sacerdoti e laici, a fare una verifica della propria fede. Il tempo della Quaresima arriva provvidenziale in questo senso. Il vescovo accennava anche a vari incontri avuti con don Vittorio che gli raccontava le varie iniziative attuate nella sua vita sacerdotale, ma anche alla difficoltà, ultimamente, a convincerlo per ritirarsi dalla parrocchia. Una personalità, la sua, autonoma, indipendente, creativa, ad esempio nel campo musicale, ma che andava un po’ per la sua strada. Anche l’arcivescovo Dino, nel suo breve ricordo personale ricordava la sua figura indipendente e solitaria: amava la solitudine, forse per questo è uscito dalla Congregazione religiosa; e ricordava le “visite” improvvise di don Vittorio fatte a Gorizia, perché a don Vittorio piaceva viaggiare molto e spesso si è recato anche in Slovenia e luoghi limitrofi. Prendeva infine la parola anche il vicario foraneo don Francesco, ringraziando tutti i presenti e invitando i vescovi e confratelli concelebranti, con il canto della “Salve Regina” ad accompagnare la salma fino al carro funebre che subito sarebbe proseguito alla volta del Cimitero di Mazzorno Sinistro, dove lo stesso don Vittorio aveva espresso la volontà di essere sepolto. OSSERVATORIO DEL GIUBILEO. Vicariato di Ca’ Venier Quaresima: tanta voglia di Giubileo “T anta voglia di giubileo”. Con questa espressione il vicario Foraneo di Ca’ Venier, don Fabrizio Fornaro, ha, per così dire, descritto, all’inizio della celebrazione eucaristica, la numerosa partecipazione all’evento giubilare di tutto il Vicariato in Cattedrale. Erano veramente tante le persone: con le Autorità civili, numerose famiglie, le Associazioni combattentistiche, la Protezione civile, gli Scouts, era, insomma, tutta la vasta realtà polesana, con le sue parrocchie e unità pastorali ad essere, in tutte le sue espressioni, significativamente rappresentata. I pellegrini, alle ore 16, si sono dati appuntamento davanti alla Madonna “Refugium peccatorum” al Sagraeto per dare inizio al percorso giubilare presieduto e guidato dal vescovo Adriano. Varcata la Porta Santa, all’interno del Tempio si sono vissute le varie tappe del percorso: la sosta e la preghiera davanti all’Urna che custodisce le reliquie dei Patroni della diocesi, i SS. Felice e Fortunato, quindi davanti al Battistero dove, facendo memoria del Battesimo, si è chiesto al Signore “che aspersi da questo fonte di purificazione, di ottenere il perdono dei peccati, la difesa dalle insidie del maligno e il dono della sua protezione”. Infine camminando verso l’Altare si è giunti a venerare, con un omaggio floreale, l’artistico Crocifisso bizantino della metà del trecento posto, per quest’anno santo, in presbiterio. Il significato di tutto il “percorso” è stato di volta in volta espresso dal vescovo e riassunto, con una breve riflessione prima dell’Eucaristia, da don Paolo Lanza, parroco di Scardovari e Bonelli. La Messa presieduta dal vescovo Adriano e concelebrata da tutti i sacerdoti del Vicariato con il servizio liturgico dei Ministrati delle varie parrocchie, davanti ad una Assemblea attenta e partecipe, animata dai canti di più Corali del vicariato, ha concluso un bel pomeriggio in cui si sono mescolati insieme momenti di profonda emozione ed un vivo desiderio di gustare fino in fondo un evento straordinario nel segno della Misericordia ricevuta, gustata per poi essere donata ai fratelli. Ecco, a questo riguardo, una riflessione di un giovane, Matteo di Ca’ Tiepolo, e del suo don, don Yacopo, inviatami all’indomani dell’evento giubilare appena descritto: “Dal grande Fiume siamo partiti col vivo desiderio di rispondere alla chiamata che lo Spirito, attraverso la voce del papa, ci ha trasmesso: “siate misericordiosi come il Padre”. Varcando la Porta Santa abbiamo lasciato fuori il nostro peccato, onorando le spoglie dei Santi Patroni abbiamo visto cosa vuol dire rinascere, rinnegando se stessi. Davanti al Battistero abbiamo rinunciato nuovamente a quel peccato, per rivestirci di Cristo, purificando quella veste bianca consegnata il giorno del Battesimo; infine venerando la Croce, e celebrando il Sacrificio eucaristico, abbiamo capito cosa vuol dire soffrire, per il Signore, passaggio necessario per giungere alla gloria della Risurrezione. Questo è il percorso che abbiamo fatto come pellegrini del Delta, sacerdoti, giovani, famiglie, anziani, tutti in cammino verso la conversione, per ricevere la grazia della misericordia. Misericordia, come dono offerto, e da offrire. Abbiamo camminato, segno che la vita è tutto un cammino, a volte in salita, a volte in pianura, e a volte in discesa, ma mai soli, con Cristo nella Chiesa. Anche noi come i tre apostoli saliti sul monte con Gesù abbiamo esclamato “Signore, è bello per noi stare qui!”. Certo, è sempre un piacere gustare una messa così con tanta gente, con gli scout, i vari gruppi parrocchiali; è necessario però scendere e portare agli altri quella luce, quella esperienza che abbiamo vissuto. Come ci ha suggerito il vescovo Adriano: all’uomo di fede talvolta capita di essere raggiunto da un momento particolare di ‘luce’ grazie alla quale vede le cose e la vita in modo nuovo; e vorrebbe fermare quell’attimo di luce intensa in cui dubbi e certezze, dolori e gioie per un momento appaiono non in contraddizione ma concorrenti tutti allo stesso scopo. Anche per noi, per un attimo, è sembrata una cosa facile da vivere la misericordia e invece scendendo, e tornando alla quotidianità, abbiamo compreso che c’è tanto da fare, ma la perseveranza e la costanza sono doni che il Signore ci dà per raggiungere la vetta. Come giovani facciamo fatica a viverla, in quanto nella realtà quotidiana ci troviamo di fronte ad un unico modello che non aiuta a accogliere questa logica, non umana, ma di cui ciascuno ha ricevuto l’impronta divina. A volte siamo molto severi con noi stessi e di conseguenza lo siamo anche con gli altri. Siamo convinti però che anche noi, uniti, come i discepoli comprenderemo e faremo nostro lo stile misericordioso di Gesù, per contagiare i nostri coetanei. Siamo certi che nelle vie misteriose del Signore non sia un caso aver potuto partecipare a questo grande evento, egli ci svela pian piano le cose e ci fornirà le parole necessarie per comunicare la fede oggi”. * Prossimi appuntamenti: Domenica 28 febbraio il giubileo per due parrocchie del vicariato Urbano: San Giovanni Battista e Ca’ Bianca. Domenica 6 marzo i catechisti e animatori della diocesi prima della celebrazione alle ore 17 in Cattedrale vivranno la loro Assemblea annuale alle ore 14.30 in Seminario. Domenica 13 marzo vivranno il loro giubileo le famiglie di tutta diocesi. Infine sabato 19 marzo, vigilia della domenica delle Palme ci sarà il giubileo diocesano dei giovani. *Per la realizzazione dell’Emporio della Solidarietà A San Mauro: la Vicaria di Cavarzere (Mercoledì delle ceneri, 10 febbraio) € 650.00. In Cattedrale: la Vicaria di Ca’ Venier (domenica 21 febbraio) € 740,00. don Danilo Marin domenica 28 febbraio 2016 nuova Scintilla 7 Una riflessione Don Vittorio arrivava alla Casa del Clero nel pomeriggio di venerdì 24 luglio 2015. Spesso era già venuto a pranzare con i confratelli, ma ora vi giungeva costretto da una malattia che l’avrebbe “consumato” giorno dopo giorno. Desidero esprimere al personale della Casa del Clero, in particolare a Lorena e Fabiola che lo hanno assistito come un fratello, a don Benvenuto per l’amicizia condivisa con lui e agli altri confratelli, un sentito e sincero ringraziamento. Un “grazie” tutto particolare, mi sento in dovere di esprimere, al medico dott. Nerio Pellegrini per la sollecitudine e le cure attuate, le medicine procurate anche direttamente dall’Ospedale, per essere stato sempre pronto ad ogni telefonata, anche di sera e di domenica, per tutte le volte che si è fatto presente per le flebo: un familiare non avrebbe avuto cure migliori. Nel contemplarlo nel suo letto, diventato, possiamo dire, il “suo altare”, mi veniva di pensare come stesse vivendo questo cammino penitenziale e di purificazione in questa Quaresima: il Signore lo preparava con la sofferenza della malattia all’incontro definitivo e lentamente, giorno dopo giorno, lo aiutava a salire “il suo Tabor”, spegnendosi proprio nei primi vesperi della domenica della Trasfigurazione per poter ripetere - viene proprio a pensarlo - con l’apostolo Pietro: “Maestro, è bello per noi essere qui!”. L. D. N. O ltre 500 deltini hanno risposto all’appello della Vicaria di Ca’ Venier e delle Unità pastorali per il percorso del “Giubileo della Misericordia” di Papa Francesco. Cinque pullman, svariate decina di auto, da Pila a Scardovari, dalla Zona Marina per arrivare alla Porta Santa della Cattedrale di Chioggia accolti dal vescovo Adriano con i sacerdoti delle Unità pastorali del Delta. Una colonna di fedeli in preghiera davanti alla Porta per poi, come da programma, entrare in chiesa davanti alle reliquie dei Santi Patroni Felice e Fortunato, al Battistero e verso il Crocifisso e poi portarsi all’altare dove il vescovo celebrava l’eucaristia. A seguire la bella cerimonia il “grande coro”, formato dai vari cori delle parrocchie di Porto Tolle e Zona Marina con l’inno del Giubileo “Misericordes sicut Pater” magnificamente eseguito, diretto da Simona Greguoldo con all’organo Diego Zanellato. Una Cattedrale che piano piano si è riempita di fedeli per seguire l’eucaristia. Il vescovo ha quindi iniziato la concelebrazione della Messa con don Fabrizio Fornaro, vicario di Ca’ Venier, e don Danilo Marin e gli altri sacerdoti. Nel coro avevano preso posto l’esercito degli scouts del Delta e una rappresentanza di Associazioni combattentistiche e della protezione civile; pure presenti rappresentanti delle istituzioni del territorio. Don Fabrizio ha ricordato la giornata come un collegamento tra la Diocesi e il Delta, raffigurando la strada Romea l’unione con la chiesa madre diocesana. Ha pure annunciato che le offerte sarebbero andate a favore dell’”Emporio della Solidarietà” che si sta costituendo e avendo come principio basilare quello della carità su tutto il territorio diocesano. All’omelia il vescovo - all’indomani della sua partecipazione a Vicenza all’ordinazione episcopale del nuovo vescovo di Adria-Rovigo Pierantonio Pavanello che si insedierà ad Adria il 6 marzo - si è detto “felice di pregare con voi vicini a Papa Francesco nel Giubileo della Misericordia, con Gesù che mostra la sua vita come un dono d’amore”. E ancora: “La sua croce garantisce la nostra vita in Cristo. Chiediamogli di essere affidati alla sua parola”. Un’organizzazione perfetta per una manifestazione molto sentita e dove ancora una volta si è visto come il popolo di Dio si ritrovi, magari auspicando qualche giovane in più, per lodarlo, ringraziarlo e pregando così come inizia la preghiera che Papa Francesco ha scritto per il Giubileo: “...tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste e ci hai detto che chi vede te vede Lui. Mostraci il tuo volto e saremo salvi...”. Luigino Zanetti