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Nel 2005 Ter salito dello 0,16 per cento
. a o ? a o o . a a e n - o m 5 Sabato 1 Aprile 2006 — Il Sole-24 Ore STORIA DI COPERTINA I costi di tutti i fondi e Sicav di diritto Italiano Antonio Catricalà, presidente Antitrust, invierà al Governo e al Parlamento una segnalazione sull’articolo 118 del T.U. bancario che disciplina le modifiche contrattuali. Dopo l’aumento dei tassi «stranamente si sono mosse tutte allo stesso giorno». L’Abi si è detta «stupita che si consideri un abuso il comportamento che rispetta una norma emanata nel 1993 anche per ridure i costi di comunicazione fra banche e clienti». INSIDER I costi di tutti i fondi e Sicav di diritto Italiano Categoria Assogestioni Az. Area Euro Az. America Az. Altre Special. Az. Beni Consumo Az. Paesi Emerg. Az. Energia-Mat.Pr. Az. Europa Az. Finanza Az. Informatica Az. Internazionali 2,42 2,35 2,13 2,48 2,84 2,62 2,42 2,52 2,18 2,42 Ter % 2005 Zenit Eurostoxx 50 Ind. F. Zenit S&P 100 Ind. F. Aureo Multiazioni Ras Luxury Cl L Gestnord Az. Paesi Emerg. Nextra Az. Energia e Mat. Prime Anima Europa Gestnord Azioni Banche Gestnord Azioni Tecnologia Bancoposta Azionario Intern. 1,20 0,89 1,82 2,23 1,97 2,16 1,65 2,00 1,95 1,55 Az. Italia 2,36 Leonardo Azionario Italia 1,51 Az. Pacifico Az. Paese 2,60 Anima Asia 2,63 Euromobiliare Japan Equity F. 2,25 Sanpaolo Salute e Amb. Nextra Az.i Pharma-Biotech 2,73 Gestnord Azioni Ambiente 2,29 Gestielle World Comm. 2,47 Bancoposta Prof.Svil. 1,94 Fondersel 1,66 Bancoposta Profilo Opport. 1,97 Nextra Team 1 1,26 Bnl Liquidità Dollaro 0,81 Anima Liquidità 1,19 Symphonia S. Ob. Area Europa 1,22 Ducato Fix Yen 0,79 Gestielle Cash Dollars 1,35 Fondersel Dollaro 0,90 Leonardo Monetario 1,16 Nextra Corporate BT 1,73 Nextra Bond HY Europa 1,12 Epsilon Qincome 1,24 Gestielle Cpi Total Return 1,15 Arca Corporate Bt 1,28 Bpvi Obblig. Intern. 1,63 Bpu Pra. Obb. Gl. Alto Ren. 1,34 Bancoposta Inv. Protetto 90 1,59 Arca Bond Paesi Em. 1,73 2,00 Az. Salute INPHOTOWEB Media pond. Fondo con Ter min. Ter % 2005 per ogni categoria Az. Altri Settori Az. Serv. Telecom. Bilanciati Azionari Bilanciati Bilanciati Obblig. Flessibili Liquidità Area $ Liquidità Area Á Obbl. Altre Special. Obbl. Area Yen Obbl. $ Gov. Br. Term. Obbl. $ Gov. M/L Term. Obbl. Á Gov. Br.Term. Obbl. Á Corp. Inv. Grade Obbl. Á High Yield Obbl. Á Gov.M/L Term. Obbl. Flessibili Obbl. Int. Corp. Inv. Gr. Obbl. Int. Governativi Obbl. Int. High Yield Obbl. Misti Obbl. Paesi Emerg. 2,13 2,08 1,98 1,52 1,29 1,26 1,10 1,26 0,19 0,76 1,08 0,71 0,93 0,41 0,87 1,36 0,71 0,70 1,04 1,01 1,40 0,86 1,20 Perf. % Fondo con Ter max 2005 per ogni categoria 19,78 12,06 17,48 12,63 39,24 28,42 13,31 18,44 12,07 23,71 Bipitalia Euro Bipitalia Henderson America Bipitalia Henderson Crescita Azimut Consumers Mc Fdf Paesi Emergenti Azimut Energy Bipitalia Henderson Europa Azimut Real Estate Capitalgest High Tech Mc Fdf Megatrend Wide Az. Small Cap It. 13,34 Bim Symphonia S. Az. It. Small Cap 31,45 Mc Fdf Asia 34,87 Dws Francoforte Lc 18,30 Ras Individual Care Cl T 20,43 14,81 Ras Advanced Services Cl T 2,75 Nextra Az.Telecomun. 15,77 Bipitalia Profilo 4 8,71 Consultinvest Bilanciato 7,72 Mediolanum Elite 30 Cl S 1,72 Nordest Sicav 15,10 Bnl Liquidità Dollaro 1,63 Capitalia Cash 3,61 Bnl Bussola Global High Yield 0,52 Euromob. Yen B. 14,92 Generali Cash Dollari 11,49 Bipitalia H. Obbl. America 1,42 Ras Cash Cl T 1,35 Abis Cash 4,53 Ducato Fix High Yield 4,13 Gestnord Open Fund Obbl. Â 1,81 Consultinvest High Yield 1,21 Bipitalia H. Corporate B. 5,37 Primavera Bond Intern. 5,01 Mc Fdf High Yield 6,01 Bipitalia Profilo 1 7,35 Bipitalia H. Obb. Paesi Em. Ter % 2005 Perf.% 2005 4,88 4,88 5,46 3,35 6,30 3,85 5,70 3,86 2,84 5,65 5,79 3,94 16,56 16,57 18,27 15,52 37,58 21,09 20,84 21,99 11,75 20,80 17,81 15,36 30,81 21,98 2,59 14,57 3,32 3,57 4,12 4,87 3,66 4,82 1,26 2,50 2,93 1,62 1,26 3,13 1,34 1,74 1,89 1,85 2,25 1,58 3,99 3,68 2,05 2,59 10,40 11,30 12,67 11,33 6,55 9,46 15,10 1,15 13,91 0,33 11,47 12,48 0,62 0,56 — 2,65 6,43 1,55 3,73 6,68 5,99 7,64 3,86 Note: Il Ter (Total Expense Ratio) è il rapporto tra gli oneri posti a carico del fondo e il patrimonio medio dello stesso. Fonte: Kler's-InvestOnline. Le performance sono calcolate da MoneyMate e sono espresse in euro. TITOLI DI STATO / COMMISSIONI A CONFRONTO RISPARMIO GESTITO / I FONDI PIÙ CARI Preoccupa il caro-BoT? Nel 2005 Ter salito Su Internet si risparmia dello 0,16 per cento I 10mila investiti (il rendimento semplice netto del titolo, in base ai dati dell’asta del 10 marzo scorso, scenderebbe dal 2,56 al 2,34%). Il vero risparmio, però, si ottiene sottoscrivendo i titoli di Stato attraverso il canale telematico. Quasi tutte le banche praticano infatti «sconti» sostanziosi non soltanto a chi opera attraverso conti Internet veri e propri, ma anche a chi attiva la funzione online in un conto corrente tradizionale. La stessa Credem fornisce ai clienti l’opportunità di attivare il servizio di Internet banking (costa 3 À al mese) e di pagare per l’acquisto dei BoT una commissione dello Quanti sconti sulla rete 0,185%, con un risparCommissioni medie pagate per l’acquisto di un BoT annuale tramite il canale tradizionale e online mio rispetto al canale tradizionale di ben Importo investito Á 1.000 Á 10.000 Á 100.000 39,5 À nel caso di un (in À) 8,28 42,29 406,04 investimento di 10miCosti c/c tradizionali (in %) 0,83 0,42 0,41 la À. Ma sono nume(in À) 7,62 17,19 89,06 Costi c/c online rose le offerte Inter(in %) 0,76 0,17 0,09 (in À) 0,66 25,10 316,42 net che applicano Differenza (in %) 0,07 0,25 0,32 condizioni migliori rispetto ai conti canoniNota: sono state prese in considerazione le proposte delle principali 12 banche italiane ci e che spesso fissaFonte: elaborazioni su dati forniti dalle società no per le commissioni un tetto (24,95À Bpvn, 25 À Mps e 50 commissioni sono fissate per legge: dallo À Credem) che può tornare decisamente 0,05% allo 0,30% a seconda della scaden- conveniente su elevati quantitativi di titoza per i BoT e nessun costo aggiuntivo li. C’è poi il caso particolare di Fineco, per operazioni su CTz, CcT e BTp. Molto che applica una commissione «flat» di 9 più difficile, per l’investitore, è districarsi euro per qualsiasi ammontare trattato: quando si compra un titolo sul mercato un corrispettivo che, se per un acquisto secondario, perché in questo caso le com- pari a mille euro può sembrare elevato missioni applicate da ciascuna banca va- (0,9%), è praticamente irrisorio via via che l’investimento cresce (0,09% per riano, e non di poco. Qualche esempio? Per un BoT annuale 10mila euro e 0,009% per 100mila). In definitiva, se si confrontano le offerCredem fa pagare lo 0,5% del valore del titolo, più altri 8 À di spese, mentre per te dei principali 12 gruppi bancari italiaBpi e Banca Intesa la commissione scen- ni, il risparmio medio che si ottiene comde fino allo 0,2%. Su un investimento di prando BoT attraverso il canale online è 10mila À, scegliere una banca invece di tutto sommato irrilevante (meno di un un’altra può quindi comportare anche euro) se l’investimento è di soli mille À, una differenza di 40 À. Non poco, se si ma può crescere fino a 316 À se il quantipensa che in fondo l’aumento della rite- tativo arriva a 100mila À. A volte, guardarnuta fiscale sui BoT dal 12,5 al 20% — il si attorno e considerare attentamente le motivo del contendere di questi giorni — offerte può fare veramente la differenza. costerebbe al risparmiatore 22À ogni Maximilian Cellino n piena campagna elettorale il dibattito sull’aliquota unica per la tassazione dei redditi delle attività finanziarie infuria e preoccupa il risparmiatore italiano, che teme di vedere limati i rendimenti dell’amato BoT. Forse chi investe in titoli di Stato farebbe però bene a considerare con altrettanta attenzione un altro aspetto importante, quello delle commissioni che si versano alle banche al momento della sottoscrizione. Il problema non sussiste quando l’acquisto avviene sul mercato primario, cioè durante l’asta del Tesoro, visto che lì le D ifferenze fino al 4,3 per cento. A tanto ammonta lo scarto tra il Ter (Total Expense Ratio) del fondo meno caro e quello più costoso fra i prodotti che investono sui listini dei Paesi emergenti. E anche nelle altre categorie d’investimento le divergenze sono significative. Nella scelta della società di gestione a cui affidare i propri risparmi è opportuno considerare gli oneri che gravano sui singoli prodotti, anche perchè non sempre i fondi più costosi sono anche quelli che pre- sentano una performance migliore. Nella tabella in alto è stato riportato, per ogni categoria Assogestioni, il prodotto più caro e quello meno dispendioso, evidenziando accanto al Ter la performance del singolo fondo. Nella maggior parte dei casi il fondo con il Ter più basso ha fatto meglio, in termini di performance, del prodotto più esoso. Accanto alle performace, le commissioni devono quindi assumere un rilievo sempre più importante nelle decisioni d’investimento dei risparmiatori. Il Ter comprende le commissioni di gestione e di performance, le spese per la società di revisione, il compenso riconosciuto alla banca depositaria e gli altri oneri a carico del fondo, come i costi per la pubblicazione delle quote e la stampa dei prospetti informativi. Ma per quantificare la totalità degli oneri che gravano sul patrimonio del fondo occorre considerare anche i costi di negoziazione che gravano sul fondo in forma implicita nei prezzi delle transazioni (commissione riconosciuta ai broker per la compravendita dei titoli), che sono esclusi dal Ter insieme alle commissioni di sottoscrizione, di rimborso e di switch, che vengono pagate direttamente dal cliente. Gli oneri, espressi in percentuale sul patrimonio medio del fondo, sono quelli dichiarati dalle stesse società di gestione nella seconda parte dei prospetti. Dall’inchiesta emerge che, dopo la riduzione delle spese realizzata nel 2004, lo scorso anno la gran parte dei prodotti presenti nelle diverse categorie ha registrato dei rincari, con un Ter medio per l’intera industria dei fondi pari all’1,44%, cresciuto dello 0,16 per cento. Il conto più salato è stato presentato ai clienti di Mc Fdf Paesi Emergenti, che nel corso del 2005 hanno pagato un costo complessivo del 6,3%. Percentuale comunque lontana dai casi limite del 2000, quando le spese per alcuni prodotti oltrepassavano anche il 10%, a fronte di performance negative. Tra gli altri prodotti a versare l’obolo più elevato al gestore è Bipitalia Henderson Paesi Emergenti con un Ter del 5,95%. In ben nove casi la Sgr lodigiana occupa il vertice delle classifiche dei fondi più onerosi nelle diverse sottocategorie, seguita da Mc Gestioni con quattro, Azimut e Ras con tre. Per il quarto anno consecutivo il fondo monetario Anima Liquidità si conferma come il prodotto meno caro dell’industria del risparmio, con un Ter dello 0,19 per cento. Gianfranco Ursino [email protected] d i G o rdo n G e k k o Le plusvalenze di Goldman su Generali A d inizio marzo il titolo Generali ha raccolto, secondo indiscrezioni, le attenzioni della Consob: sotto esame alcuni «strappi». In particolare, il 6 marzo il titolo ha toccato nuovi massimi a 31,54 euro con un rialzo di quasi il 7% su volumi elevati: 17 milioni di azioni, contro una media di seduta dell’ultimo mese di poco superiore agli 8 milioni di pezzi. In azione sarebbero state le banche d’affari internazionali. In particolare, secondo quanto risulta a «Plus24», Goldman Sachs con un’operazione di trading su Generali. Del resto, il gigante bancario Usa sta facendo sempre più profitti grazie al trading: nell’ultimo trimestre del 2005 gli utili si sono impennati del 62% anche grazie a queste attività. Oggi Generali quota 30,5 euro. A far crescere il titolo sono stati un dinamismo societario finora sconosciuto agli analisti e uno «sdoganamento» rispetto alle strategie passate. L’acquisto delle «minorities» è piaciuto molto al mercato. E una novità, rispetto ai recenti trascorsi, è stato pure l’annuncio del buy back da 1,8 miliardi. Se qualche difetto veniva infatti addebitato a Generali era di avere un eccesso di capitale per 1,6 miliardi. enerali a 40 miliardi vale 1,5 volte il patrimonio rettificato 2006. Un’eventuale fusione con Alleanza potrebbe rendere più faticosa una possibile scalata, visto che il valore crescerebbe di altri 4-5 miliardi. Tuttavia è fuori di dubbio che il dossier Generali sia al momento su ogni scrivania: all’estero lo hanno valutato Axa e General Electric. E l’impressione è che quest’anno debba succedere qualcosa nell’azionariato del Leone di Trieste. Soci forti della compagnia triestina sono Mediobanca e le tre banche che tre anni fa rastrellarono circa l’8%: UniCredit, Capitalia e Mps. Qual è l’ipotesi sulla quale si scommette maggiormente? Si punta sul rafforzamento di un nucleo stabile di azionisti attorno a soci vicini a Mediobanca, alcuni francesi e grandi famiglie. Si parla di Unicredit e Intesa: l’ingresso di Romain Zaleski, il finanziere legato a Giovanni Bazoli, col 2% nel Leone è sintomatico delle mire della maggiore banca italiana. Dall’altra parte, viene fatto notare come Generali sia da sempre un dossier «caro» a imprenditori come i Del Vecchio, i Benetton oppure i Seragnoli. Oppure lo stesso Berlusconi: la fusione con Mediolanum è stata ipotizzata, senza successo, più volte. G